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7^ 7/.?
HARVARD COLLEGE
LIBRARY
FROM THE BEQUEST OF
E. PRICE GREENLEAF
OF QUINCY, MASSACHUSETTS
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LARIO ETIMOLOGICO
DELLA
A. IT A LIANA
DI
R\HO PIANIGIANI
CON PRBPAZIONE
F. L. PULLE
M-Z
ROMA-MILANO
Editrick Dante Alighieri
DI
LBRIQHI, SEQATI e C.
1907
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7, - -
'-Q
C*>UX "vtfl£ 'iAJ£ld/<<*. t</
PROPRIETY letteraria
Flrenie, Tip. M. Rlcci, Via S. Gallo 31.
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^le 1>
INDIGE DELLE PRINCIPALI ABBREVIATURE
a. a. ted.
antico alto tedesco
A-
francese moderno
abr.
abruzzese
fut.
futuro
aec
accusativo (caso)
gael.
gaelico
"99-
aggettivo
gall.
gallico
alb.
albanese
galle8.
gallese (Galles) = Wa-
a.fr.
antico francese
les
a. $aa$.
antico sassone
genit.
genitivo (caso)
a. slav.
antico siavo ( chiesa-
germ.
germanico
stico o cirilliano)
got.
gotico
ang 8<u$.
anglo-sassone
9*-
greco
arab.
arabo
gr. mod.
greco moderno o ro-
aft.
attivo
maico
arm.
armeno
ingl.
inglese moderno
armoric.
armoricano = basso
intens.
intensivo-a
bretone
intrant.
intransitivo
aw.
avverbio
irl.
irlandico o iro-gaelico
b. lot.
basso o barbaro latino
lad.
ladino
= medioevale
lat.
latino classico
b.bret.
basso bretone
let.
lettone
biz.
bizantino o greco di
Ug.
ligure
mezzo
lit.
lituano
celt.
celtico
lomb.
lombardo
cal.-sic.
calabro-siculo
med. a. ted.
alto tedesco medioevale
oat.
catalano
mod. a. ted.
moderno alto tedesco
cec.
czeco
m oden.
modenese
cimb.
cimbrico (o chimrico)
march.
marchigiano
cent.
dialetti ital. centrali o
metaf.
metaforicamente
umbro-romani
nap.
napoletano
doss.
classico
negat.
negativo
efr.
confrontisi
neol.
neolatino, o comune
cong.
congiunzione
romanzo
cornv.
cornovallico
neerl.
neerlandese = fiam-
dial.
dialetto
raingo
dimin.
diminutivo
neut.
neatro
dan.
danese
oland.
olandese
ebr.
ebraico
08C.
osco
emit.
emiliano
norv.
norvegese
e».
esempio »
partic.
particella
famil.
familiarmente
p. pres.
participio presente
fiam.
flammingo
p.p.
participio passato
fig-
figuratamente
piem.
piemontese
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pers.
persiano
srb-cr.
serbo-croato
plur.
plurale
pol.
polacco
pracrit.
pracrito
port.
portoghese
priv.
privativo
prep.
preposizione
propr.
propriamente
sscr.
sanscrito
prov.
provenzale
8imUit.
similitudine
pugl.
pugliese
slov.
sloveno
rod.
radice
808t.
sostantivo
rifles.
riflessivo o riflessiva-
sp.
spagnuolo
mente
spec.
special m en te
rom.
greco romaico
supin.
supino
rtr.
retico-romanzo
sved.
svedese
rum.
rumeno
m. ted.
tedesco moderno
TU88.
russo
trans.
transitivo
sard.
sardo
trasl.
traslativamente
8cand.
scandinavo
umb.
umbro
8C0t.
scoto-gaelico
ven.
veneto
sen.
senese
zend.
zendo
sing.
singolare
v. q. v.
vedi questa voce
NOTE.
1.* — L'acoento apposto alle parole italiane. latine e greohe insegna la posa della voce ;
e quando trattasi dello o ed e, se e usato 1' aooento grave J 1 | e segno ohe esse deb bono
pronnnoiarsi aperte, se aouto | r | strette.
2.* — II punto eulle lettere a e z vuol dire che nell'uso toseano si pronunziano doloi:
p. e. roia, buz'zo.
8.* — Pel resto quanto all'ortografia e stato tenuto per la lingua italiana Paso seguit©
dall'Aeoademia della Crusea nella quinta edizione del suo Yooabolario, solo ohe l'tflungo \j \
e indifferentemente surrogato di i oon aocento oiroonfiesso | i | . *
4.* — II pnnto interrogate vo (?) apposto dopo una voce indioa ohe il oonfronto o la de-
rivazione e disontibile.
5.* — II segno s signifioa uguale; = equivalente.
6.* — L' asterisoo |*| premesso ad una vooe indica ohe non trovasi osata ed e sempli-
oemente snpposta.
7.* — Se una parola si pronnnzia in piu modi, registrando oontemporaneamente le di-
verse forme, si da la prefer enza alia pin. comnne.
8. a — 11 digamma nelle forme greohe rioostrnite oon esso viene segnato oon F.
* [L'Aooademia della Crnsoa lo ammette solo nel plurale del nomi terminanti nel singo-
lare in io, senza aooento sull'i, e preoeduto dalle labiali b, f t p, v, dalla dentale d, dalle liqoide
I e r e dalla t. Nel plurale dei nomi oon la stessa terminazione to preoednta da c o g e am -
messo solo in oerti poohi nomi, oome Benufioio, Malenoio, Venefloio e simili oioe \benqflcj,
maleftq}, veneflcj\ % per non oonfonderll ooi loro rispettivi aggettivi : Benefloo, Malefioo, Ye -
nefico ecc. ohe nel plurale fanno bensflci, maUflci, eoc").
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CORREZIONI ED AGGIUNTE AL II. VOLUME
Nello Schema grafico delle lingue del gruppo indo-europeo sopprimi < Valacco »
e invece di « donico » deve dire < ionico >.
maresciallo: invece di a a. ted. scatch deve dire scalh.
amacola: aggiungi in fine « o meglio ai suoi movimenti ».
aeaso: togli il confronto col greco, <»he e assai dubbioso.
node: al sser. ganda aggiungi giuntura, nodo.
a tea: dopo vertebrate aggiungi: per6 siamo lungi dalla dimostrazione che tutte
queste voci sieno fra loro affini e formino un gruppo omogeneo.
•fleide: deve invece dire oflelde.
•ppilare: dopo piql6 aggiungi premo tnsieme; e sopprimi « = pil66 o pjlbo
(cfr. oat. pilus — gr. pilos per pig-los feltro y cioe pelo o lana oom-
prasa) ».
ostidlana: dopo obsIdius aggiungi: [falsa lezione di 6bsiusj.
palaiichiiie: aggiungi Altri deriva dal paryanka let to, comp. di pari attorno e
at^ka angolo e quindi fianco, lato.
paresare: aggiungi: c Pavesata » si dinse la nave da guerra, allorche per pre-
munirla dai colpi nemici, le si formava una specie di corazza, appen-
dendo all' intorno gli scudi o pavesi dei guerrieri ; e questa voce
tuttora si adopera per indicare quei para petti, ne' quali si dispongono
acoonciamente arrotolate le brande de' marinai.
peana: sopprimi $scr. pat-man volo.
pdmice: invece di < aggiunta s di rinforzo » leggi: « troncata la s originaria ».
ptetula: deve invece dire pdstola.
Bbilmciare: aggiungi in fine dopo Stralocco: « e quindi dovrebbe per lo meno
ritenersi aver subito l'influsso del la voce luge ».
ighignazsare: invece di Ridire deve dire Bidere.
toeclda: aggiungi: « Soccida di ferro > \fr. cheptel de fer|, di cui e incerta
la origine di quel € ferro », a meno |pensa alcuno| non voglia ravvisarsi
in 6880 la voce ferro nel senso di metallo, percbe il bestiame e come
incatenato, oppure la voce fermo \lat. fIrmds, che al francese die
fers, fermj, perche gli animali non potevano mourir a la sei-
gneur ie |Littre|. Ma forse rappresenta il prov. form a \bas8. lat. firm a |
propr. eo8a stabile e in modo concreto il oontratto di affitto: quindi
Soccida di ferro — quella che si fa coll' affittuario \fr. fermier|.
tarcagnotto v. Tracagnotto [da aggiungersi].
tarchiano v. Tracagnotto [da aggiungersi].
tarobiato: in fine « Per6 sembra di unica origine con Tarchiano e Tarcagnotto
(v. Tracagnotto) >.
Uizo 2. in fine anziche Dor so per dosso dirai Dos so per dorao.
inbone — » lot umb6nbm \gr. ambdn| propr. cosa eonveesa, rigonfia e quindi
affine a UMBfLioua -^ gr. omphal6s ombelico: da una rad. abh-, ambh-
— » nabh-, nambk- gonfiare |cfr. 88or. abh-ra, n abh -as nube\ (v. Um~
belico).
Centro dello scudo formante un rilievo destinato a resistere piu for-
temente all'urto ed ai colpi; Parte crespa della toga, che scendendo
sull'ombelico formava uno sporto rotondo simile a quello degli scudi.
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VOCABOLARIO ETIMOLOGICO
DELLA LINGUA ITALIANA
M-Z
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VOCABOLARIO ETIMOLOGICO
DELLA
LINGUA ITALIANA
M
m e Vbm dei Latini = my dei Greci,
mim o mem dei Fenici, che vale acqua, onde,
ed e cosf detta per la sua figura pri-
mitive che vuolsi offra V aspetto delle
onde agitate.
La somma facilita della sua articola-
zione rende questa lettera, come le altre
labiali, una di quelle che piu agevolmente
i bambini riescono a pronunciare : quindi
nella maggior parte delle lingue essa en-
tra in modo principale nel limitato voca-
bolario infantile [p. es. nella voce Mamma
usata anche dai Latini e dai Grecij.
ma prov. mais, mai, mas, ma; /r.
mais; ant. sp. mais, mod. *p. e port.
mas; apocope di mai, che trae dai lot. mA-
GIS piu, di piu, piuttoito (v. Mat).
Congiunzione awersativa e restrittiva,
che oppone, eccettua, corregge.
macabra danza. 11 Du Cange alia voce
choeba Machabjs6rum danza de' Macca-
bet cosi la definisce : piacevole cerimonia,
pietosamente instituita dagli ecclesiastici,
e nella quale i dignitari tan to della chiesa
che laici, intrecciano insieme una danza,
ritirandosi un dopo l'altro dai ballo, per
espr'mere che ciascuno di noi deve subire
la morte. E sembra che i sette fratelli
Maci abei del Vecchio Testamento sotto-
postl un dopo l'altro a martirio con El-
caw e con la loro madre sotto Antioco
Epiianee, abbiano data l'idea di questa
dans a, nella quale ciascun personaggio
spar see di mano in mano, e che in se-
guit>, per render piu toccante lo spetta-
colo. siasi frapposta la morte a dirigere
questa danza fantastica. II Littre e Ga-
ston Paris non dubitano ritenere che la
«daiza Macabseorum o Macabeea* abbia
dato motivo alia danza macabra ed anzi ci-
tano esempi di antichi, ne'quali il/r. ma-
cabre e detto per < machabee > = ma-
ghab^um: ne per lui e da far conto del-
Varah. maqbar (plur. maqAbir) tomba, ca-
mera fanebre, che e restata in portoghese
sotto la forma « almocavar > e in certi
paesi snagnoli sotto quella di < maca-
bes », significant ambedue dmiUro. II
Devic sta decisamente per 1' origine ara-
ba; ma Gaston Paris sostiene con buone
ragioni che « macabre » e- un errore di
amanuensi e quindi piega alia opinione del
Littre, che e la vera. A sostegno di ci6
giovera ancora osservare che nel sec xv
nei Paesi Bassi la « danza de la morte >
era appellate Makkabeus-dans. La voce e
una reminiscenza di antichi poemi sul
ballo de'morti, specialmente la Dance Ma-
cabr6 di Jean Le Fevre e la « Totentanz »
di Lubeck, ecc.
Complesso d'immagini in pittura, che
rappresentano la Morte danzante fra per-
sonaggi di tutte le condizioni, re, preti,
cavalieri, monaci e laici d'ogni stato: sog-
getto di lavori di varl pittori, intagliatori
ed eruditi dei sec. xv e xvi.
macacco dai port, macaco, voce del
Congo denotante una specie di scimmia
con testa piatta e breve coda, portata in
Europa dai Portoghesi (inuus cynomolgus
dei naturalisti); fig. Uomo deforme.
macadam Maniera speciale di lastricare
le strade della citta, che ha preso nome
dall'inventore americano Mao- Adam mor-
to nel 1835.
maoarello ant. fr. maquerel; mod.
maquereau \ted. makrele, ingl. make-
rell] che i Vocab. ted. ed ingl. traggono
60
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«^F71
macca]
— 786 —
[macchi
dal b. lat. macarellus, maquarellus che
propr. vale paraninfo, perche una popo-
lare credenza voleva che questo pesce di
mare tenesse dietro alle piccole cheppie
e le conducesse ai loro maschi. E detto
anche Scorbio.
macca Forma secondaria di Macco, nel
senso di grande quantita (v. Macco 8).
Abbondanza; e quindi < Godere o man-
giare a macca » = A ufo, Senza spesa,
All'altrui spalle.
ntaccat&lla da maccAre =* ammaocArr.
Cibo fatto di carne ammaccata, come
polpette; metaf. Perfidia, Fraude, Astuzia.
macchertae e maccartfne piuttosto che
dal gr. makr6n lungo, che avrebbe dato
Macrone, dal bass.gr. makarIa impasto
di farina (Porzo e brodo, affine all'a. $lav.
maka farina, al gr. massein = *ma-
gjein, *mak-sein impastare [onde ma-
geys fornaio, mageiros cuoco], suppo-
sto che il vocabolo si formasse, auando
ancora nel mezzogiorno d' Italia (Magna
Grecia) si parlava an dialetto ellenico (v.
Madia); owero, se nato in piena fase
italiana, da maccArb «= ammaccArr in
senso di pestare, comprimere, ond' anche
Macco e Maccatella (v. Macerart). Al-
tri cita il gr. mackaira coltello, come
se dicesse tagliati, tagliuzzati col coltello,
taglicrim (v. MaceUo), e, giusta lo Scheler
e il Liebrecht, son cosi detti dal gr. ma-
kares beati, (col qual nome erano desi-
gnati anche i mortt), perch6 usati nei pa-
sti fanebri, in onore dei trapassati, i quali
pasti anche oggi si chiamano makaria.
Nome di quei longhi cannelli di pasta,
simili a grossi vermicelli, che si cuociono
nell'acqua e si mangianv. oonditi con for-
maggio e salsa di pomodoro, o anche al-
trimenti, e dei quali in Napoli e p covin -
cie limitrofe da lungo tempo si fa uso
quotidiano.
Deriy. MaecheronUta; Maceheronio o Xacche-
ronfsco; Maceherbnico.
maccheronea da maccherone nel senso
di co$a piacevole. £ qui giovera notare
come il carattere burlesco sia stato dal
popolo di piu paesi designato col nome
di on alimento favorito dalla nazione, e
cosi mentre gl'Italiani da Maccherone
tecero Maccheronea, i Francesi si eb-
bero Jean Farine, gli Inglesi Jacques
Pondding (budino). [Altri derivapure da
maccherone ma gli da il significato di
impasto, mescolanza\.
Titolo di un poema burlesco in latino
mescolato di volgare terminante alia la-
tina, composto da Teofilo Folengi di Man-
tova, monaco Cassinese, che scrivevasul
Srincipio del sec. xvx sotto il nome di
[erlino Coccaio.
maccherdnico Attributo di lingua, stile,
scrittura composta di parole volgari, con
desinenze e trasposizioni latine, a s
glianza della Maccheronea, poema
coso del sec. xvi (v. Maccheronea).
macchia sp. e port, mancha per
cha: dal lat. mAcula [mac'la] macck
Macola).
Segno di color diverso, Lordura
superficie di un corpo ; estens. Porzio
bosco isolata (che da lontano pare
macchia); Selva folta e intrecciata d
tervisi nascondere [nel qual senso
altri propone lo sp. mat a siepe, prot
mente connesso al got. ma i tan t-agl
II trapasso dal significato original
macchta a quello di punto boscoso, <p
di alberi, trova comparazione anch<
ted. Flee ken, che vale macchia e I
il quale e un mucchio di cose e nell'ii
paesaggio rappresenta, alia pari d
dosco, un punto oscuro.
Figurat. Colpa, Difetto, Ci6 cheofl
l'onore, l'integrita.
Deriv. Macchiaiublo; Macchi&re; ifocchia
Kacohiitta; Macchiolina; Macchifoo; Mao
onde Macchioncello; MacchMccia. Comp. it
cht∋ Immacchihni; Smacchi&re. Cfr. M
macchtetta Piccola macchia.
In pittura Piccolo schizzo o abl
di disegno, quasi piccola macchia, i
bocckio sopra un fondo chiaro (cfi
brouillon da brouiller mischiart t
fondere): per similit. in scultura M<
inibrme e in piccolo di un'opera in gi
Deriy. MacchUUbre; MacchitiUna.
macchina == lat. mAchina dal gt
CHANB «-= dor. machanA strumento pt
o compiere q. c. dalla rod. magh-=»
mah- crescere, aumentare (cfr. Ma
Mago). j
[sscr. m a h - a t e accresce\re\, e \sser\ g
8 a m-m a h-a t i auroenta|re|, prtpara\ri
g'-man grandezza, maestd, forza; goi
[ted. mdg-e, a. slav. mog-a, lit. m
posso, mah-ts [ted. Macht] forza,p
a. a. ted. mac-hdn «=» mod. ma<
ang-sass. mac- i an fare, £&.mag-6j
sto aiuto; gr. mech-os leva, artifisU
mento, m6g-os, m6ch-thos/a«tco,
moch-16s leva; lat. mac-tare awn
mkg- is piu ecc.
Congegno per produrre e regol
moto e sollecitare gli agenti na
Per similit. detto di persona Chi
per impulso altrai. |
Deriy. MocchinM-s-mtnte; Macchi**ri
cMnttta; MacckinUmo; Kacchindta; 3/
fu-a^iccia; Cfr. Mlcina, Magnhno, Mbnga
cdnica, mole.
macchinare — lat. machinAre-i <
china macchina (v. q. voce).
Propr. Apparecchiare macchine;
senso figurato Preparare intrighi, Di
l'ingegno, gli atti, il pensiero agli in
Pensare ed ordinare celatamente e
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fteco]
— 787
[macerare
&\
teidiosamente com ad altrai danno e ver-
fcgna.
I Deri v. Macchinanfnto; Macchtnattfretrtce; Mac-
Unaaifrte.
jmacco 1. Nel significato antico di Strage,
iccisione pare non potersi disgiungere,
^ Macello (ant. fr. machetire, dial.
ipol. mace aria): o quanto meno da
[maccArr ■= prov. macar, cat. e sp.
ichar, nel senso di comprimere, e po-
ibbe risalire alia rod. max- [8$cr. ma-
te] pestare (v. Macerart).
I Yale inoltre Vivanda grossa di faye
, osciate, cotte, ammaccate e ridotte in
\ lera pasta, ed anche Polenta, ed allora
dubbiamente connesso alia voce am-
;Arbs accennata sopra.
Nel senao poi di Grande qaantita,
de abbondanza, che pin spesso dicesi
acca >, quando, come talnno pensa,
I tenga alia stessa voce, che forni-
ibe 1'idea di q. c. di compressor am-
xkiato tfuieme, giova coi pin connet-
lo al grnppo delTe voci germinate dalla
magh- cresoere, ingraesarc (v. Magno),
via dell'a. a. ted. manac, manag «=
. manch [got. manags, ang-sass.
nig, ingl. many, a. slav. munogu]
to (come C6cca da cbonca), a cui
di contro Va. a. ted. managi, me-
i, mod. Menge folia, moltitudine, il
alt. ted. manec, mod. mannig moU
5, Va. irl. men ice frequent^ Vang- ecus.
eg mucchio ecc. (cfr. frivlan. mong
\to\ e il tiroles. monquello molto
a. ted. mancherlei moUeplice).
noti che anche la voce « [a] ufo »
germanic. ufi6n dbbondanka].
se e maeis — lot. mAois - ace. em -
. milker, che si suppone provenire
„_>riente (cfr. ssor. mag ha sorta di
' oglia che sta fra il mallo e il guscio
• \ noce moscada.
3 ' ? leellaro, macellaio rum. macelar;
, maseliers: — lot. maobllArius da
bLLUM macello (v. Macello).
esso i Romani era non tanto, come
colni che am maze a le bestie e ne
la came fresoa, il beccaio (lanius),
,'anche il rostiociere, quegli cioe che
iva gia cotte prowigioni di ogni
came, peace, volatili. La sua bot-
chiamata « taberna macellaria »
ta macellaria edil suo mestiere era
jLU spregiati.
ja «llo 1. [ant.fr. macheure «■ napol.
1 aria] : = lot. macellum =» gr. mA-
.j d on, mAkblon, che il Curtius trae da
• ad. mak- col senso di ferire, trafig-
e . * restore, che pare riscontrarsi nel
pi.^ia-mah-yg uccido, faafro, makh-as
[ inff) <»i»6aWefi<e, ^o<. mek-i, ant. $a$s.
e e *n, ant. eeandin. mak-ir' [«■ a. $lav.
»
&r
%g*
mec-i] coltello; mod. ted. metz-eln macel-
lare, metz-ger [medioev. metzjeer], me-
tzler macellaio, metz-ge banco da ma-
ceUaio; lit. m u s z - 1 i battere; grec. m k c h - e
battaglia, pugna, mach-imos pugnace,
beUicoso, machaira (slav. macs) rpada,
mak-ella zappa (con coi si ferisce la terra);
lot. |di|mic-are combattere, e forse mu-
c-ro la punta delle armi [cfr. Vebr. riferito
da Pelletier mahach o makkah lo ah-
battere, sconfitta?] (Cfr. Macco 1. e Ammaz-
zare).
Altri perd deriva macellum da ma-
OtAre uccidere, e non e poi da escludersi
che il senso onginario di macellum sia
qnello di mercato chiuso cinto di muro.
simile alia corrispondente voce greca, che
vale setto e macello (cfr. Macerta), e che
la ragione del vocabolo riposi in tntt' al-
tro ordine d'idee che non in quello espo-
sto di sopra. Quindi e una voce sulla
quale bisogna ancora studiare.
Luogo dove si ammazzano gli animali
per venderne le carni fresche {lot. laniena);
d'onde poi il senso, che prevalse presso
i Latini, di Mercato delle vettovaglie.
[Nel macellum si vendevano gia cotti
e del tutto preparati i commestibili di
ogni sorta, came, cacciagione, volatili. le-
gumi ecc. E per vero anticamente i privati
non usavano tenere il cuoco, e quando
per apprestare un convito era necessaria
ropera di un uomo pratico, si prendeva
temporaneamente un cuoco sul mercato.
M < macellum » per altro dififeriva dal
< forum », che era una piazza scoperta cir-
condata da portici, ove ogni giorao si te-
neva mercato dei frutti del suolo e di un
gran numero di prodotti industrials In
Koma vi erano due maoelli, uno sull'Esqui-
lino e l'altro sul Gelio, ciroondato da due
piani di colonne e coperto nel centro da
una cupola.
Dtriy. MactU&biU; MacMbio-ro-a; Macell&re;
MaceUattre-trice; MaceUaMUJne; MacdUria.
macerare fr. macerer; pr. e sp. ma-
cerar : -=« lot. maoerArb, che il Curtius
ravvicina al gr. mAssein per maojbin o
mAk-sein impaetare, nel quale e una rod.
magh- = mah-, che trovasi in mag-eys
fornaio, makaria impaeto di farina e
brodo e nell'a. alav. maka/anna, e che
il Tick paragona alia radice dei 8$cr.
mac'-ate peeta[re] (v. Madia e cfr. Ma-
ciullare, Maccria, Macia e MasceUa).
Gli etimologisti latini per6 danno al
lot, macbrAbe il signif. orieinario d'wte-
nuare, indebolire, coneumare da mAoer ma-
gro (v. q. voce); e lo Zambaldi lo riporta
a una rod. mak- ammollire, domare.
Tenere una cosa nell'acqua o in altro
liquido, in modo che perda la durezza;
fig. Togliere il vigore e la freschezza delle
carni; riflessiv. -rsi. Amiggersi grave-
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maceria]
mente, Consumarsi di dolore, d'invidia, di
rabbi a.
Deriv. Macsra; MacerabiU; MacsramSnto; Ma-
c&raUfio; Maceration*; Macsrito; Mdcero (agg. e
soft); Macerons sort* di pi*nta (twyrn<i*») ohe
nasce preaso le maoerie.
maceria [cfr. celt, mag-wyr muro di
cinta da mag-|- wira cingere] — lat. ma-
c-Aria [— mak-elon] che sembra, alia
pari di Macerare, rannodarsi alia rad.
mao- o mah-, onde il grec. mAssbin (che
sta per magsein) impastare, mak-arIa
impasto, quasi che il significato origina-
rio sia quello di muro rustico fatto di ar-
gUla, di terra impastata [cfr. ant. fr. mai-
siere parete, maisere muraio] (v. Madia
e cfr. Masso).
Muro greggio non legato da calce, senza
intonaco, destinato a chiudere tin yigneto,
on giardino, an parco per la caccia, come
quello che ora cniamasi Muro a secco,
Muro di terra. Per simUit. Monte di sassi,
di case rovinate e simili, altrim. Mac era
e Macia.
machlAYellesco e macehiaTellico se-
condo le massime di Machiavblli ; e fig.
dicesi per Suddolo, Fatto con astasia e a
solo utile proprio, cioe secondo le dottrine
del < Principe > dettate dal celebre sta-
tista norentino.
Cfr. Machiavellisnuhsia.
macla [cfr. illir. megja muro a secco.
confine] lo stesso che Maceria, perocche
la terminazione iA spesso sia resito di
Aria, bria, come in galia, galea = ^a-
Ura, calaria, sagittea (genov.) — sagit-
taria, abet i a accanto ad abetaria (v. Ma-
ceria).
Muro a secco, che fa di cinta ai campi;
poi Massa o Monte di sassi, Muriocio.
macigno da mAolna per mezzo di un
aggettivo macInbo =• tat. machInbus (v.
Marina).
Grossa e dura pietra, e in particolare
quella, di che si fanno le mole, per ridurre
in polvere il grano.
macilento-e = lot. macilbntus da mA-
CB-s magrezza (v. Magro) e terminaz.
-LBHTU8 indicante grande quantita.
Che e molto magro, altrim. Stenuato,
Strutto, Smunto, Stento.
Deriv. Macitsnsa.
macina-e rum. macina; = b. lot. mA-
cina (onde macinarium) mulino % che
giusta il Diez e forma popolare del lat.
mAchina macchina (v. q. voce) come Sce-
da lo e di scheda, Cerusico di chirur-
gico t chirurgo ecc.
II Vocab. Ital. di Mantova invece spiega
questa voce col celto (bret.) macha, ma-
chaina frangere, schiacciare, congiungen-
dolo di conseguenza alia voce Am mac-
care.
Pietra di figura circolare, piana di sotto
— 788 — [macolfcr*
e colma di sopra, che spinta in giro ri-
duce in polvere il grano e le biade.
Deriv. Macigno; Mac&art. onde MacinabiU,
Macinamtnto, Macinato, Macinattio, MacinatSn-
tries, MacinatHra. Macinio, Macin6*o=. atto *
maoinare; JfoctoitUMho-tfite-ifna.
maciolla [dial. nap. macenola]: vuolsi
sia forma diminutiva di *mAoca, non
usato, ma corrispondente all'a. fr. m ae-
quo, ondemacquer maciuUare voce pa-
rallela alio sp. machar (ed anche ma-
chucar, magullar) ammaccare, pestaru
accanto a maca ammaccatura, macha
cadera pcetello, macho martetio da fab-
bro, incudine, machota maglio [cfr. rumen,
macau bastone] probabilmente derivante
dalla rad. mac- pestare, delia quale e cenno
alle voci Ammaccare e Macco (n. 2): ed
alia insolita desinenza pu6 aver parteci-
pato lo sp. magullar. Altri lo ha come
detto per macIlla contratto da macInola
Kimin. di mAcina], a cui corrisponde bene
forma dialettale napoletana.
Strumento di due legiii, l'uno dei quali
ha un canale, nel quale entra l'altro, con
cui si dirompe il lino e la canapa, per
nettarla dalla materia legnosa.
Deriv. Maciullare = dirompere il lino e 1*
oanapa oolla maoiulla.
maedgano dall'tnpZ. mahogany, che viene
dalPantico dialetto di Hayti [America];
(in/r. bois d'acajou, braeil. acajaiba).
Legno americano di un colore rosso
bruno, molto duro e assai stimato.
maoola e macula sp. macula, mania;
port, macula, magoa: dal lat. mAoula,
che sembra forma diminut. di un primi-
tive *mAoa, che il Corssen suppone detto
per smA-ca, dalla radice europea sma- [e
con di verso determinativo smar-, smal-
ecc.], onde il gr. smA-6, smb-ch6 propr.
Jfreao, spalmo, ungo, smfi-g-ma unguento,
il lit. sma-rsas grasio, sma-la^iecc, Va.
a. ted. sm^-ro, =— mod. schm-er tugna,
smi-rn, = mod. schmie-ren ungere. Al-
tri congiunge al $scr. mAla macckia, su-
dicio, mal-ina sudicio, nero, che confronia
col gr. mel-as nero, fosco. 11 K5rting
sulle orme del Ghr5ber vede in mAcula la
rod. mac- che ha dato il prov. macar com-
primert, maca ammaccaturaj contusion*,
d'onde il senso di lividura, che vedesi
trasfuso nel verbo Macolare ^v. Ammac-
care)'. ma non sembra corretto il ricorrere
alia lingua derivata, per spiegare una
voce, che e isolata nella lingua madre, e
che forse e rimasta come sasso erratico
ad attestare la parentela con idiomi piu
antichi.
Lo stesso che Macchia.
Deriv. Macchia; Macolare; Maglia; MagoldUo;
Immacolato.
macolare e macnlare sp. macular: dal
lat. maculArb macchiare e questo da mA-
cula macchia, tacca, segno (v. Macchia).
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■teolo]
Macchiare (sp. man liar), Magagnare,
Imbrattare; fig. Disonorare, Corrompere,
Violare. Ed anche Premere o battere una
cosa molle in modo che vi restino i segni,
e se oorpo vivente i lividi (part, magoar).
Lo Zambaldi pero in questo significato lo
crede formato dalla radice stessa di Am-
maccare.
Derir. Macolo e Maculo, Maculbto.
maeolo e maculo contratto da maoo-
lAto, maculato (v. Macolare) : ma si usa
pin comunemente in eignif. di Percosso,
Malooncio e Tutto pieno di lividi.
■aemba Sorta di tabacco da naso, col-
l'odore di mammola, ed una volta prepa-
rato collo succhero greggio e con essenaa
dirose, che trae il nome da on distretto
della Martinica, dove si prepara.
Deriv. Macubfno.
■adtaaa dal fr. madamb comp. di ma
**a e daub tignora: rispondente alia voce
Madonna (v. q. voce).
Un di titolo riservato alle sole mogli
dei cavalieri; ma che oggi in Francia si
da indistintamente a tutte le donne ma-
ritate.
Derir. MadamigVla ==Damigella.
madefatto = lot madbfActus part. pass,
di madbfAobrb bagnare, comp. di madi-
dus bagnato e F Acerb fare (v. Madido).
Bagnato, Umettato, Inamidito.
Dcnv. MadtfazHfne.
nadia dial, sicil. maidda; fr. (Giura)
maid, (vallon.) mai, (norm.) met; prov.
mags; [alban. magjej: dal lat. mAoida
osato da Varrone, onde ma'ida e poi ma-
dia, che riproduce il gr. maois - ace. ma-
gma •: meglio che dal gr. mabtra, che
yale lo stesso, a cni per6 si adattano bene
il mop. matra, il prov. mastra. Queste
voci si collegano al verbo gr. mAssbin per
mag-jein o mak-sein [— lit. mink-
-yti] propr. comprimert e indi intridert e
Iwwrare la farina, impastare, ond'anche
makter e magejrg colui che petto, che
wpwto, fornaio, maza per magza im-
pute, oesia mat f a di farina, dalla rod. mak-
che 6 nel 8$cr. mac-ate peetaWe], a cui
P«cio ben si adatta anche lo stav. maka
foma [perocche la farina non sia che
grano pestato], e fors'anche Va. a. ted.
men g- en mcscolare.
Specie di cassa di legno su quattro
piwi, per uso di intridervi entro la pasta
per tare il pane, e di conservarvi pane,
ferina o altre cose mangereccie.
Derir. Ma&tiUa; Madillla; MadOre; Madibna.
Cfr. Annaccart; Maccherone; Macco 1; Macera-
%• Macerie: Maria; Marina; Maciulla; Magona;
Xtngiare (J); Mateella; Ma$9a-o: MatteHo; Ma-
«c«v; Mattra; Matraccio (?); MatUreHo.
Madido =» lat. mAdidus da mAdbo tone
**ido, bagnato [« gr. madad, d' onde
madards liquido,fluente],che sembra af-
tae a manArb stulare, ecorrere e ai aacr.
789 — (madre
manda schiuma: da una rad. mad-, che se-
condo il Gras8mann ha il senso fonda-
mentale di fluttuare, bollire, onde nel san-
8crito si sarebbe 8 vol to qnello d'inebriam
[mad ft mi]. La suddetta radice sembra
vicino a quella del sscr. m£d&mi, mft-
d-y&mi divengo lubrico, viscido, sdrucciole-
vole, untuoso, alia quale si connette pore
il gr. my da 6 8ono bagnato, ttiUo, mf-
dos (cfr. ted. moder, ingl. mud, irl.
muda, alban. mute) melma, beUetta, pu-
tredine (per cagione d'umidita), mydaind
bagno, nonche il qot. smlzan ungere (cfr.
Emanare, MammeUa, Mangiare (?)).
Umido, Molle, Bagnato.
Cfr. Madtfre.
maddnna «■ mia donna dal lat. mba
domika mia signora, ond'anche il fr. ma-
dame « *madamne.
Titolo d'onore che si dava alle donne,
e che oggi e proprio solamente della ma-
dre di (Sristo. fin alcuni luoghi del-
l'Abruzao e nel Piemonte e sempre usato
dal popolo come titolo di rispetto, che le
nuore danno alle suocere].
Dariv. Madonn&ta; Madonnfna-fno; Madon-
nffne; Ma&onw&ecia.
maddre = lat. mad6rbm dalla rad. mad-,
che ha il senso di e$$er umido, ond'anche
Madido (v. q. voce).
Umidita leggiera, di cui spesso ricuo-
pronsi i corpi animati e che forma il
principio del sudore.
madornale simile all 1 ant. madernale
[che e da matbrno] esso deriva da ma-
tr6na, che attinge alia voce madrb e
propriamente significa Matronale; ma
oggi si usa per indicare Grande, Grosso
oltre P usato: per es. errore mador-
nale (v. Matrona).
mad^re prov. maire; fr. mere; catal,
mayra; $p. madre; port, mai: dal lat
matbr - ace. mAtrbm - [che cfr. col gr. m£
ter (mod. man a) ~ seer. zend. matr, pcrs.
m&d, m&dar, arm. malr, osseto made
a. a. ted. muotar, mod. mutter, ang,
8089. mddor, ingl. mother; lit. mote (nei
casi obliq. moter); ant. slav. mati, mod,
mat e mater; irl. e gaelic. mathair],
che alcuno vuole fondato sulla facilita di
articolazione della lett. m, che e quindi
Sreferita dai bambini; ma che in voce trae
alia rad. 88cr. ma- mieurare, onde la idea
secondaria di preparare f formare [aacr.
mftmi misuro, distribuisco, dispongo, pro-
duco, m&tra misura, materia]: sicche mA-
drb = 88cr. miktr varrebbe bene la mi-
8uratrice, la ordinatriee, rispetto alle di-
verse funzioni, onde sono nominati gli
altri membri delPantica famiglia ariana
(cfr. Mano, Materia, Menea, Me8e, Metro,
Modo, Morale).
Femmina che ha partorito, Geni trice;
fig. Cid da cui una cosa procede, Ci6 che
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madreperlaj — 790 —
produce, che contiene, e quindi in gene-
rale Origine, Sorgente, Causa, Principio,
Fondamento di una cosa, ed anohe 8tru-
mento in cui si formi cheochessia.
c Dura madre e Pia madre » chiamano
gli anatomisti Due membrane che invol-
gono il cervello.
« Madre > dicesi La feccia o letto del
vino, o meglio dell'aceto, e ci6 per alcuni
in quanto serve a ridurre in aceto altro
vino e coei a produrrt nuovo aceto, ma
veramente per aver confuso questa voce
con mAgma, mAmma, che e il vero ed
antico nome, derivante dal greoo e che
propr. significa la materia crassa che ri-
mane da una sostanza spremuta, da mAs-
8u = mAg-86 comprimo (v. Madia).
Derir. Madreggi&rs; Madrfna. Ofr. Oomars:
Matrict; MatricoU; Matrigna; Matrina; MatrU
monio; MadornaU; Matrissars = eMere ne' oo-
ctumi simili *11* madre ; Matrona; Metropolt.
madreperla da mAdrb presa figurata-
mente nel senso di produttrioe e pbrla.
Conchiglia entro alia quale si formano
le perle Xat. conca margaritifera.
ntadrepora dal fr. madreporb comp.
di madrb screziato (dal ted. maser, ant.
masar venatura nel legno, onde mase-
rig martuato, o, come altri vuole, corrotto
da mar b re marmorato) e pore dal gr.
p 6 r o s foro, meato, p d r o s tufo (pietra leg-
gera e porosa), che tengono ambedue alia
radice del verbo peird penetro, trapasso,
per ad perforo (v. Poro).
Polipaio pietroso, ramoso, colla super-
ficie gremita d'ogni parte da cellette spor-
genti e interstizi porosi.
madreselva sp. madreselva; part, ma-
diesilva: da mAdre in senso figurato e
8BLVA.
Arboscello che getta, ossia produce [quasi
mAdrb] molti rami, che si dilatano (fa-
cendo selva), e si attaccano agli alberi
vicini: detto altrimenti Caprifoglio.
madrevite da mAdrb nel senso figurato
di cosa che produce, che contiene e sim. (v.
Madre).
Arnese per fare le viti e strumento con
cavita cilindnca a spina, in cui entra (os-
sia che e destinata a contenere) la vite ;
ed anche La chiocciola (ossia la parte
principals) della vite.
madrigale fr. madrigal; sp. man-
drial, madrigal: dal b. lot. matbiAlb,
onde V ant. ital. madriAlb, mandriAle,
(Yarchi), di cui il Menagio seguito dai
piu trova la genesi nel lot. mAndra ovile,
branco di antmali, altri in martegaux
nome de'montanari di Provenza, che in-
trodussero, secondo l'Huet, tal sorta di
poesia e probabilmente la musica, che
I'accompagnava.
E il piu breve componimento lirico de-
gli italiani tratto dalla Provenza, col quale
si cantavano gli amori pastorali ed i bo-
[maestre
scherecci awenimeuti. In sostanza il Ma-
drigfte altro non e che 1' Epigramma
de'Graci e de'Latini, contenente un pen-
siero semplice e terminante in un modo
ingegnosoed arguto.
Deriv. MadrigaUsco; MadrigcMtto.
madrfna prov. m air in a; fr. mar-
raine; sp. madrina; port, madrinha:
diminut. di madre, quasi piccola e ae-
conda madre.
Madre spirituale, cioe quella che tiene
a battesimo o a cresima il £anciullo. In
antico signified pure Levatrice, che in al-
cuni paesi dicesi anche Mammana da
Mamma.
madroso e matroso dal/r. madre scre-
tiato, di cui e detto alia voce Madre-
pora.
Detto di pietre o di marmi, Che hanno
molte cavernette (quale p. es. il tufo).
DcriY. Madrosit*.
maesta fr. majeste; sp. majestad;
port, m age 8 tad e: troncato da mabstAte,
—» lot. majbstAtbm, che trova la sua ra-
gione in mAius comparative di mAgnus
grande (v. Magno), con una desinenza pro-
pria di nomi astratti derivati da agget-
tivi; mentre altri con via piu tortuosa,
ma raggiungendo lo steeso fine, scompone
nella rod. magh- esser grande e un sumsso
simile a quello del superlativo greco -istos,
che e pure nel mod. alban. mad-estf a $u-
perbia f aUerigia, (math, made grande,
alto).
Apparenza o Sembianza di nobiltA e di
grandezza, che muova a rispetto; Gran-
dezza, specialmente divina o regale.
In Toscana oosi dicono le Sacre imma-
gini poste nei tabernacoli lungo la via.
Titolo d'imperatori e di re, assunto per
la prima volta da Carlo V: mentre per
l'avanti si diceva Altezza e Grazia.
D«riv. Maestbto, onde MaestosamsnU e Mm-
stositd.
maestra fr. maitresse femm. di Mae-
stro: fig. Cosa principale o maggiore.
< Strada maestra > vale strada princi-
pale a cui fanno capo le minori.
c Albero di maestra » il piu grosso e
piu lungo albero d'ogni nave, situate
verso il mezzo della sua lunghezza.
maestrale prov. e/r. mistral; oat. me-
stral; sp. maestral: da maestro nel
senso di principale (v. Maestro).
Vento che spira fra tramontana e po-
nente (nord-ovest): oosi detto perche assai
violento, quasi fosse il dominante. il prin-
cipale de'venti.
Deriv. Masstraleggidre.
maestranza moltitudine di mastri o
maestri d'arti manuali.
Yale anche Maestria.
maestro e mastro rttm.maiestru; prov.
magestres, maestres; fr. maitre; «.
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**
»]
— 791
[maggio
sp. mestre-o, mod. maestre-o; port.
in est re: contratto dal lat. magistrum,
ace di magIstbr, che ha la stessa radice
del lat. machis e mag-nus grand*, major
piu grande (v. Magno), col sumsso tbr
rispondente al gr. teros, al sscr. tara,
desinenza del comparative: onde varrebbe
J piu grande, il maggiore (come minister
da minus).
In origine signified Moderatore, Gover-
natore, rrefetto, Capo di arti, di societa,
di collegi, di villaggi, di miiiti a caval-
lo ecc. e quindi a poco a poco si restrinse
al non meno nobile signincato di Esperto,
di Dotto in una scienza, in un'arte o me-
stiere, e alPaltro pin modesto di Precet-
tore, Insegnante.
II laL « magister > e spesso adoperato
dalla Vulgata per desiguare la persona di
Gesn Cristo e confronta perfettamente
coU'eftr. rabi da rab grande: radice che
nelle lingue semitiche entra nella com-
posizione di molti nomi di qualita e pub-
blici nffizi (y. Eabbino).
« Maestro di casa > dicesi Colni che
sopraintende all'andamento di una casa
signorile.
c Maestro di cerimonie > Chi regola le
cerimonie nelle corti, nelle funzioni di
chiesa ecc
« Gran Maestro > e Titolo dei capi di
certi ordini cavallereschi.
Dexiv. MaUtra; Mautrale: Maettramtnto; Mat-
ttranso: Maestrfvole; Maesiria {ft. maitrise);
Matttrfno-tncl^l-ucciol-al-ilcoloral-iizzo.
Comp. Amrnautrbrt.
Mafia alcuno deriva dslVarab. mabhfil
adunanza, fuogo di riunione; ma il D'Ovi-
dio pero consultato in proposito suppone
convenga meglio l'etimo proposto da Cor-
rado Avolio nella sua < Introduzione alio
studio del dialetto siciliano > cioe da
ha-hias spacconeria, che sta in relatione
con la tracotanza degli affiliati alia rea
istituzione.
Associazione segreta di malfattori in
Sicilia.
fin Sicilia sono in uso moltissime voci
tolte dagli arabi che gia furono per molto
tempo dominatori deff'Isola].
In vernacolo Toscano dicono < Mama >
per Miseria: ma questa voce non sem-
bra avere affinita con quella del dialetto
siciliano.
Deny. Ma/Ufto = attenente alia mafia.
magagna dial. piem. cremon. e mUan.
mangagna, comasc. (mascolin.) magagn
difetto, vitio corporate. II Muratori non
curando l'accento spiega con mAnganum
arme da getto, d'onae verrebbe la idea di
tolpire, cottare; e TOlrich propone Va. a.
ted. mangon [=* mod. man gel nj mancare
che tiene, secondo l'Heine, al lot. mAncus
nvtUato), onde *mangAgna, magAgna (v.
Mancare): ma in contrario giustamente
oppone il Mackel la impossibility del pas-
saggio della g (dura) germanica all'aspi-
rata, che comparisce nelVa.fr. mahain
mutilato onde per rendere verosimile la
ipotesi, occorrerebbe da questo distaccare
intieramente la voce itahana. Quindi, fino
a che non si presenti il meglio, e Jpru-
dente attenersi alia congettura del Diez,
cioe, che tragga dal b. lat. ma-hAmium
mutilazione, frattura di un osso, abrasions
di pelle [che sembra in rapporto di filia-
zione col germ, ham el — mod. ham m el
mutilato f da ham malattia], che fa sup-
porre un verbo *hamjan onde *man-ha-
mjan mutilare, a cui ben si adatta Va.fr.
mahain, m£haing, meshaing« bret.
mac' hail mutilato, col verbo me-hai-
gner = prov. maganhar mutilare. II
ma o mb, che precede, sarebbe semplice
prefisso, forse rispondente al ted. man
uomo come nel Pa. a. ted. manslago ucci-
sore degli uomini.
Guasto, Difetto, Mancamento.
Derir. Kagagnare, onde Magagnamtnto; Ma-
gagnato; MagagnatHra.
magari dal ar. makArios beato, felice e
precisamente dal suo vocativo makArib
[mod. gr. makari) usato in forma di escla-
mazione (onde makarizein $timar beato).
[Men bene il Sancez dal/r. malgrb, mau-
gre]. Esclamazione di desiderio usata spe-
cialmente dai Napolitani, e probabilmente
ereditata dalla Magna Grecia, e che vale
Dio volesse! quasi dica Beato me se avessi,
se potessi e simili.
In Ciullo d'Alcamo si trova macara per
Anche, e in questo senso vi e pure Valban.
macar, serb. makar, volac. macar-ce,
e Va. sp. maguar, maguera.
magazziao sp. magacen, almagacen;
port. armazem;/r. magazin; [turc. ma-
ghazeml: d&Warab. machsan o al-ma-
CHSAN (plur. machasin) luogo da riporre
e custodire, tesoro, oelliere, dal verbo cha-
SANA ammassare, radunare, conservare, col
prefisso ma che esprime luogo.
Luogo ampio e agiato, dove si ripon-
gono le mercanzie e le grasce.
Deriy. Immagazeiruire; Magaz'zinbggio; Maga'z-
klnfcre.
ntagglse dal lat. majus maggio, me-
dian te un aggett. ^majbnsbm.
Attributo di vari prodotti che si raccol-
gono ia Maggio. Come sost. Campo lasciato
sodo per seminarlo l'anno venturo e ci6
perch^ i campi si dissodavano in maggio.
[II dial, milanese ha con di verso sufnsso
mageengh il fieno raccolto di maqgio].
Deny. Maggeeare; Maggesato.
maggio rum. pr.fr. cat. mai; sp. mayo:
= lat. mAjus f«= osco mahiis, gr. ma-
10 s] e vuolsi cosi detto da mAia, la ma-
dre di Mercurio simboleggiante la terra
[= sscr. mahi] la grande madre, alia
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maggiolata]
— 792 -
[magistero
quale sacrificavasi in questo mese: e mAia
trae dalla rad. magh-, mag-, mah-, cre-
soere y ond'anche la voce major maggiore^
forma comparativa di magnus grande.
Altri lo reputa coei detto in onore di MAio,
ossia di GFiove, il maggiore degli Dei, ov-
vero perche dedicate ai majorjbs maggiori,
ossia ai vecchi, come Iunius Giugno sa-
rebbe stato dedicato ai juniorbs giovani:
ma la comune radice magh- crescere da
anche di per s£ sola la ragione di majus,
il mese che fa svolgere i semi e crescer
le biade (v. Magna).
Nome del quirt to mese dell'anno comune j
£ anche nome di una pianta alpestre, coi
fiori simili alia ginestra, disposti a grap-
poli, che fiorisoe in Maggio, detta anche
Maio(«#p. mayo,/r. mai,prov. maia),
che i contadini nella notte delle catenae
di Maggio piantavano avanti alPuscio di
casa della loro innamorata.
Dsriy. Moggiaiublo: MaggfaUco = Maggbst;
(Maggiol-bta-ino; MojiUa nom. loo.)* Ofr. MaiaU.
maggiolata Sorta di antico poema ita-
liano e forse quello che nel Malmantile
£vi, 34) dicesi Canta-Maggio, probabilmente
il Canto, con cui cantavasi il ritorno di
Maggio.
maggiorana fr. marjolaine; sp. ma-
yorana; (ted. major an; ingl. marjoram):
dal b. lat majorAca corrotto, per influsso
della voce popolarmente nota maggi6rb,
dal lat. amAraous « gr. amArakos, che
▼ale lo stesso.
Pianta della famiglia delle labiate, aro-
matica, stimolante, e che serve pure di or-
namento (origanum majorana di Linneo).
maggiorasco e maiorasoo corrisponde al
b. lat. majorAtus propr. diritto del mag'
giore, d'onde con altro suffisso lo sp. majo-
rargo, a cui sembra avere attinto Pita-
liano: ed esso dal lat. mAjor piu grande
(v. Maggiore).
Fidecommisso gia riconosciuto dalla
legge, che si trasmetteva dall'uno all'al-
tro primogenito di una famiglia.
Deriv. MaiorascbU; Matorascato = Ragione,
ovr«ro Patrimonio di maiorasoo.
ntaggiorddmo sp. may or domo: dal lat.
mAjor maggiore nel senso di capo e do-
mus casa, cioe preposto alia casa.
Quegli, che nella corte dei principi e
nelle case dei grandi ordina e soprin-
tende.
maggiore rum. mare grande; prov. ma-
jor, maer; fir. majeur e maire (sost.);
cat. major; sp. mayor; port, major,
m6r: =- lat. maj6r-bm per mag-ior-bm
che viene dalla rad. magh («■ lat. mag-,
sscr. mah-), che si trova in mag is piu,
magnus arande, al quale serve di com-
£arativo. [Cfr. sscr. mahijians — *ma-
-ids, *maj-ior, lat major] (v. Magno).
Piu grande (in tutti i sensi); e quindi
Superiore; Soprintendente; Piu ansiano;
Antenato ecc
Derlv. Maggioransa; Xaggtoreggiare; Maggio-
rhtte; MagaiorAto-tno; Maggioringo; Maagioriia;
Maggiormente; Maggior-bnne; Maggior-nato.
maggiorenne dal barb, lat majorbnnis
com p. di mAjor maggiore e Annus anno.
Propr. Maggiore d'anni, e dicesi coei
colui che ha raggiunto Peta stabilita dalla
legge (che in Italia e di 21 anno) per
uscire dalla potesta o dalla tutela e go-
vernare a suo talento se stesso e le cose
proprie.
maggiorente da maggi6rb pv& grande,
con una terminasione propria di participi
presenti, come in Dicente, Beggente.
Uomo principale.
maggioringo da maggi6rb il piu grande
con una terminasione participiale -fNGO
presa al germanico, come in Camarlingo.
Lo stesso che Maggiorente.
magi [mod. pers. mun , m u g h, ebr. mag
(in Geremia), arm. mok mago\ = lat.
mAgi dal gr. mAgoi, plur. di magos, che
tiene al pers. magidan purificare.
I purincatori o sacerdoti del fuoco, te-
nuti in grande onore presso i Persiani,
in quanto erano essi i ministri della re-
ligione, gli eduoatori dei principi, i mae-
stri del popolo. Nella storia eoclesiastica
e il Nome di quei tre re nlosofi, che, se-
condo il Yangelo, guidati da insolita Stella
si )>artirono dalP oriente e vennero con
misteriosi doni ad adorare in Betlemme
il nato Messia.
magia — lat magIa dal gr. mbgb* a da
mAgos mago (v. q. voce).
Dottrina degli antichi magi o sacerdoti
medo-persiani, od anche quella parte della
loro scienza, che riguardava la evocazione
degli spiriti e dei morti, la divinazione
del futuro, la taumaturgia od operazione
dei prodigi per oooperazione di spiriti be-
nefici o malefici.
magione pro v. mais6s; fr. maison;
ant. sp. may son; ant. port, meisom: dal
lat. mansi6nbm dimora, abitazione e que-
sto da mAnsus part. pass, di manbre rc-
stare, donde il fr. manoir abitasione (v.
Bimanere e cfr. Maniero, Mansion*, Mas-
sa 2, Masnada, Mastino).
Casa, Abitazione [usato in stile nobile
e poeticol.
magistero e magisterio = lat. magistb-
rium, che propr. signified dignita o ufficio
di maestro: e quindi ha la stessa origine
di Magistrato, da magIstbr maestro (v.
q. voce).
Professions di maestro, Insegnamento;
ed anche Arte eccellente, Abilita ed opera
di maestro; Dignita di gran maestro in
alcuni ordini cavallerescni.
Nella chimica farmaceutica si die que-
sto nome a composti ordinariamente mi-
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magistrale]
nerali, i quali si supponevano dotati di
virtu snperiori e la cui preparaiiune era
spesso segreta : e vennero cosi detti quasi
fossero preparazioni magistral i.
magistrale ™ lat. magistrAlem da ma-
QiSTBR maestro (v. q. voce).
In tono o con autorita da maestro; ed
anche Principale, Grande.
Deriv. Magistralita; Magistralminte.
magistrate = lat. magistrAtus che e
oonnesso a magistbkAre govemare, mo-
derate, e questo da magIster maestro,
prefetto, capo, che dal suo canto poggia
sulla voce magis piu indicante supremazia
(v. Maestro).
Carica pnbblica o la persona che la
esercita; in modo particolare Giudice.
D«riv. MagUtratHra = la olasse de'magistrati.
maglia prov. malha, inalla; fr. mail-
le; cat. e sp. malla; port, malha: dal
lot. macula contratto in macula propr.
macchia, segno, e fig. foro, buco nelle cose
tessute e nelle reti (in Oic.) ed estens. la
rete steesa (in Varrone). Lo Zambaldi
crede che rete sia detta da macchia, ma
nel senso di bosco, come dire cosa intrigata
(v. Macchia).
I vani della rete o di altro lavoro fatto
coll*uncinetto o col mezzo di ferri, e il
Filo intreociato che forma i detti vani,
indi lo stesso Lavoro di maglia; per ttmi-
lit. I cerchietti di metallo concatenati
de'quali formavansi certe armature per
difendero alcune parti del corpo, e 1' Ar-
mature stessa di maglia. — Yale pure
Macchia rotonda nella luce dell'occhio.
Deriv. MaglWtta; MaglioKna; como. Ammo-
glforej Camaqlio; Qramaglio; Immagliare; Sma-
gUare; Tramhglio.
magllettare da maglietto (v. Maglio).
Coprire il fondo della nave con tavole
said ate, con chiodi a testa larga e trian-
golare,per impedire che i vermi di mare
non la offendano: cosi detto o per la forma
dei chiodi aguisa di maglietto, o perche
conficcati essi a forza di maglietto o
martello.
Deriv. MagUettatOra.
Maglio rum. maid; prov. malhs; fr.
mail, onde il dimin. maillet; cat. maly;
•p. mall o; port, malho: dal lat. mAl-
lius, che nella bassa latinita divenne
mAllius, e sta per *man'lbu8 — manu-
lbus marteUo, propr. che I simile a mano
[lat. manus] chiusa a pugno.
Martello grande di legno per uso di
ammazzare i buoi, e per lavori di legna-
me, nei quali si richieggono percussioni
gagliarde e gravi, comebatter cerchi alle
botti, spaccar legna e simili; Quel piccolo
martello rotondo di legno, armato di ferro,
con asta assai lunga, per uso di giuocare
a un oerto giuoco di palla.
Derir. Magliettare; Magliuolo; ofr. MaUeolo.
— 798 — [magnete
ntagUuolo dal lat. malleolus [con spo-
stamento dell'accento originate classico,
tal'e in figliuolo = figliulus, capri61o
capriolusl dim. di mAlleus maglio, mar-
tetlo (v. Maglio e cfr. MaUeolo).
Sermento che si taglia dalla vite, al
quale e lasciato in fondo un pezzo del
ramo su cui nacque, onde piglia la forma
di un martello e si pianta per allevare
una nuova vite.
magnaninto =» lat. magnAnimus da ma-
Gnus grande e Animus animo (v. Magna).
Che ha l'animo grande, generoso.
Derir. Magnanimamfnte; Magnanimity.
magnano cat. many a; dial. fr. ma-
gnan, magnier; prov. magnin: dallo
sp. mana ■— port, manha, base, maina
arte, destrezza, artifizio (Diez), che sembra
tratto da mach'na sinoopato dal lat. mA-
CHINA macchina, strattagemma, onde *ma-
chinAnus, mach'nAnus propr. Vuomo dalle
macchine, dagV ingegni, artefice, e poi con
significato piu stretto fabbro ferraio, col-
der a to, chiavaiuolo, e specialmente Quegli
che fa minuti lavori, a distinzione del
Fabbro-ferraio, che fabbrica ferri grossi
come zappe, vanghe, e del Maniscaloo,
che fabbrica ferri da bestie.
magnate sp. magnate: = b lat. ma-
gnAtem da mAgnus grande [cfr. gr. me-
gistos massimo, e megist&nes primati,
maggiorenti, da megas grande] (v. Magna).
Gran siffnore, specialmente cosi detti in
Polonia ea in Ungheria.
Deriv. MagnatUio.
magnesia « lat. magnesia dal gr. ma-
gnrsIa, da porsi accanto a mAgnes, ma-
gnates calamita, la cui propr i eta di at-
trarre e a tutti nota.
Ossido di magnesio in forma di polvere
bianca che assorbe avidamente gli acidi,
e che gli antichi paragonarono alia ma-
gneto, credendo che essa attraesse gli
umori del corpo, non altrimenti che la ca-
lamita attrae il ferro. [Altri dice fosse
cosi denominate da magnesia, provincia
della Macedonia al di la del Pelion, sul
Mare Egeo, d'onde vuolsi provenisse co-
siffatta sostanza usata come purgante].
Deriv. Magnieiiaco; Magnetic
magnesio Nome imposto da Davy a quel
corpo metallico semplice, bianco e splen-
dent©, che costituisce la base della ma-
gnesia, e che e il prodotto ossidato di
quel corpo (v. Magnesia).
[Alcuno vuole fosse cosi denominate per
la somiglianza che presenta col ferro ma-
gnetico o calamita naturale].
Deriv. Magnetite.
magnete = lat. magnetem dal fpr. mA-
gnes, magnates (sottint. lithos pietra)
da Magnesia cittd della Lidia, sul monte
Sipido, nelPAsia Minore (oggi Manissa),
diversa da Magnesia sull'Egeo, nelle cui
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magnetico]
— 794 —
[magolato
vicinanze dlcono che abbondasse la detta
materia. [II Canini invece preferisce, con-
trariamente alia comune e migliore eti-
mologia, congiungerlo al gr. ma&ganeia
incanto, perocche gli antichi attrlbuissero
a una specie di magica incantagione la
propriety di attrarre il ferro, che e nella
magnete].
Specie di metallo, che atirae a s6 il
ferro, il cobalto, il nichelio, conosciuto
oggi col nome di Calamita.
Deriy. Magnitico; MagnetUmo; Magustizh&re.
magnetico — lat magnAtious da ma-
gnates magnete (v. q. voce).
Di magnete, Proprio della magnete; Che
ha relazione col magnetismo minerale o
animale. — Fig. Che attira, che affascina
detto special mente di sguardo.
magnetismo dal gr. magnAtAs magnete
o calamita.
Serie di fenomeni che presenta il ma-
gnete; ovvero di quelli del fluido magne-
tico animale, cosi detto perche comunicato
da un individuo all'altro li attrae, per
cosi dire, reciprocamente, forma tra essi
una specie di comunicazione, che presenta
insoliti e meravigliosi fenomeni.
Deriy. Magnetiikbre, onde Magneti'zzat<fr«-trfce
e Magnstizzaeidns.
magnfflco = lat magnificus comp. di
mAgnus grande (v. Magna) e *FiCBRR for-
ma indebolita di fAcere fare: propr. che
si fa, che $i mostra grande.
Che e splendido, sontuoso in donativi
e nelle grandi spese, principalmente nelle
cose pubbliche; applicato alle cose Gran-
dioso, Splendido.
Deriv. MaaniflcaminU; Magniflc&re propr. Far
S'ande e qulndi Eaaltare, Landar grandemente;
agniflctnza propr. Grandesaa, ossia Eleyateua
nel pensare e nell'agire • traslat Sontaosita,
Splendidezza.
magnificat Cantico latino della Madon-
na, che incomincia con le parole: magni-
ficat anima mea dominum. — Scherzevol-
mente e in linguaggio familiare < L'ora
del magnificat > dicesi L'ora del pranzo:
prendendo motivo dal principio di quel la
parola latina, che e pure il principio della
voce magnAre =» mangiare.
magniloquenza = lat. magniloqubn-
tia, comp. di mAgnus grande e loqubntia
faoolta di parlare (v. Loquela).
Grandiosita di stile.
Cfr. Magniloquhite.
magno = lat. mAg-nos (= lit. mAgnus),
che si rannoda alia rad. mah- = mag- es-
sere o/ar grande f che e nel sscr. mah -ant
grande, magh-a, mag' -man grandezza,
manh-atel[**er| grande, felice, mah-ati
onora\re\ (propr. far grande), e d'onde pure
deriva lo zendo mag-a, mac-anh gran-
dezza, il polac. e ant. pers. mag-u, armen.
moe, gr. megas, got. mih-ils, albanes.
made per magde grande, nonche Pa. a.
ted. mogan, mod. mOgen (*=*got. magan)
potere, mahhdn, mod. mac-hen fare, il
lituan. m6k-u, *=*letton. mak-u, a. slav.
mog-a io posso, il gr. mak-rds lungo,
alto, che e quanto aire dwenuto grande
[cfr. doric. m&hos lunghezza], machos
mezzo, strumento, mak-ar ricco, optdento,
e il lat mac-tus part. pass, di un ant.
verbo mag-o ingrandisco, aumento, ma-
g-is =■ got ma-is, ted. meh-r piu ecc.
II comparative di mAgnus e major mag-
giore, il superlativo maxim us massimo
(cfr. Almagesto, Maoario, Macchina, Mae-
stro, Maggiore, Magistrate, Mago, Mai,
fr. Maire, Maiuscoto, Massimo, Megalo-
mania, Molto).
Grande; traslat. Nobile, Cospicuo, contr.
di Parvo, Esiguo, Minuto.
Deriy. Magnbnimo; MagnhU; Magnfflco; Ma-
gn(Uidine.
magndlia Aibero coi fiori bianchi a
forma di piva assai olezzanti, che costi-
tuisce uno dei piu belli ornamenti dei
nostri giardini: cosf detto da Francesco
Magnol professore di botanica di Mont-
pellier, morto nel 1715, a cui fu dedicato
da Plumier.
mago = lat. mAgus dal gr. magos [arab.
madjCsJ dalP ant. pers. magu [— ■ tend.
mdghu) che propr. vale grande (v. Ma-
gno). Altri (Schenkl) pensa che riproduca
una voce persiana col senso di purificatore,
siccome sacerdote del fuoco, e accosta a
magidan purificare: ma probabilmente trat-
tasi della identica voce con doppio signi-
fied to, come farebbe crederlo il sscr. ma-
h-ati, che propr. vale ingrandire e fijp.
onorare, festeggiare, e poi sacrifieare (oir.
il lat mac tare), onde mah ant grande
accanto a maha/erfa, sacrifizio, oblazione.
Schiatta meda, la quale come quella
di Levi presso gli Ebrei, costituiva la
classe sacerdotale nelT antica Persia. I
Maghi s'intendevano di scienze e special -
mente di quelle occulte, e quindi erano
interpreti de'sogni, medici, negromanti e
simili. Oggi dicesi cosi colui che esercita
la superstiziosa arte magica. [II plurale
fa Maghi, a meno che non si parli dei
tre re, che vennero d'Oriente a visitare
in Betlemme il nato Messia, nel qual caso
fa Magi'.
Deriy. Magla; Mdgico; Immag&re; Smag&re (?).
magogano e mogano ingl. mahogani:
dall'anl. americ. [Haiti J M ah agon I.
Legno assai compatto tendente al rosso
e di molto pregio, che i Francesi chiamano
bois d J acajou dal brasil. acajaiba.
magolato Forse da maculAtus forma
aggettivale tratta da mAcula macchia (v.
q. voce).
Lo spazio di terreno nel quale i conta-
dini fanno le porche il doppio piu fitte
dell'ordinario, di guisa che le piante sono
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— 795 —
[malaga
piu accosto e rendono quasi il terreno
macchioso (cfr. Macchia).
■agoia alcuno, sensa dire la voce che
avrebbe servito di tramite, riporta alia
rod. mag- onde il gr. mas-sein impastare;
il Vocab. Univ. Italiano di Mantova porta
il celL maga abitasione, dimora, e il Sal-
Tim peggio degli altri spiega col gr. mb-
qalb ASto aran bottega, gran traffico. II
Mussafia e lo Zaccaria lo identificano con
magonjb, che dal senso di gozzo sarebbe
passato a auello di sacchetto, bona, e di
grwnclo (cnr. moden. maghett, reggian.
magon). Ma sembra invece altro non es-
8ere che Varab. ma'On. MAHtiN vaso, mar-
mitta, e in generale tutti gli uten$ili di
una casa, masserizie (cfr. Maona).
Luogo nelle ferriere, dove si da la prima
preparazione al ferraccio per purgarlo;
poi Ferriera, Deposito di ferro in verghe,
e fig. Casa abbondante di ogni ben di Dio.
[In questo senso il Vocab. suddetto pro-
pone il celt, mag, mac grande, abbon-
dante, e an luogo].
Dtriv. Magondna; Magonisre.
■agdne e macone dalTa. a. ted. mago
= mod. ma GEN stomaco.
Voce dialettale usata dal Cennini (Tratt.
della Pittura) e anche oggi dalla plebe e
dai contadini Toscani per Ventricolo dei
polli. E figoratamente in vari dialetti ita-
liani si prende per Forte passione d'ani-
mo, che opprima lo stomaco. Nel par-
manse e modenese si ode anche maghett
gruuolo (di danaro) derivato certamente
dalla idea di gozzo, ventriglio, che presen-
tano simiglianza con on borstllo.
nagro e maghero rum. macru; prov.
e cat. magre; /r. maigre; sp. e port.
magro: = lot. mAcer - ace. maorum -,
oonnesso con macies magretza, macere
dimagrare, e, secondo alcuni, derivato dalla
rod. mac- pestare ond'anche Macerare e
Maciulla, come se dicesse assottigliato ;
ed altri accosta al gr. smA6 raschio, 8m4k6
detergo, quasi raschiato: ma i piu connet-
tono alio stesso radicale di mik-rds,
smik-r6s, doric. mik-k6s, mik-kylos
piccolo, tenue, che sembra confrontare col-
Pa. a. ted. smah-i piccolo, smah-en (mod.
schmahen) propr. impiccolire.
Esile, Estenuato, Poco nutrito, Poco
carnoso; fig. Scarso, Di poco frutto; detto
di cibo Che non e di grasso, cioe di carne.
Deriv. Magra; Magramfnte; MagrHto; Magrfy*
m; Magrttuhdgnol<h4n+4tccio; Dimagrbre; Sma-
grlr+tre: err. Emaciare.
mklfr. [ja]mais; sp. e port [jajmas
=*it. gia-mai: dal lot. mAgis {got. mais)
piu (ond'anche la congiunz. it. « ma >, non
che il rum. mai, ma piu, anche, il prov.
mais piu, mas ma, it fr. mais, sp. e
port, mais, mas piu, ma): dalla stessa
radice di mAgnus grande (v. Magno e
cfr. Ma).
Aw. di tempo: vale In alcun tempo, ed
anche In nessun tempo, ma in questo
caso va aggiunta e sottintesa la nega-
zione «Non o Ne>: a lettera Non fi&.
— Talora si usa per Pure; o ha il valore .
di Piu; ed e anche introdotto nel discorso
per enfasi: [p. es. e'era tanta mai genie,
che....], o come intensivo: [p. es. mat sem-
pre, mai piu, mai no, mai si\.
maiale = lot. majalem porco castrato,
cosi detto, secondo Isidoro, perche sacrifi-
cavasi a Mala, madre di Mercurio (Maia
ha la stessa origine di mAior e mAgnus
grande e di mActus ingrandito e fig. glo-
rificato: a lettera la grande, la ecceUa (cfr.
Maggio). Altri da una radice mad- che di-
cono avere il senso di esser quieto.
Porco castrato da ingrassare, destinato
al m&cello; fig. dicesi ad uomo per ingiuria.
Deriy. MaUUa; MaidUno; MaiaUfne.
ntaiella Lo stesso che Maio, di cui e
forma diminutiva.
maio Albero delie Alpi che fa i fiori
simili alia ginestra disposti in lungo
grappolo, detto anche Maggio-ciondolo,
e vuolsi cosi appellato, perche fiorisce in
Maggio [= lot. majus]; ed anche Quel
ramo verde, che il primo di Maggio i
contadini piantavano sulla porta defle loro
innamorate: onde « Attaccare il maio ad
ogni uscio » = Innamorarsi ner tutto, e
c Ammaiare » per Ornare di fiori e d'erbe.
Deriv. Maislla; Mai&ma (antic) = queU'alle-
ffria che ei faceva dagli innamorati nel piantare
Q maio.
maldlica e piu ant. maiorica Sorta di
terra, di cui si fanno piatti e vasi: cosi
detta dall'Isola di Mai6rica o Mai6rga
fnome proveniente dal lat. maior, perche
la maggiore delle Baleari], ove questa spe-
cie di porcellana era in origine lavorata.
Deriv. Maiolic&to ooperto di qnella yernioe
one e propria della maiolioa.
malorana o maggiorana dal gr. amA-
ragos mediante una forma rusticana lat.
♦amArucana (v. Amaraco). Origanum ma-
iorana.
maiorasoo (v. Maggiora$co).
Deriv. Maggiora$cble; Maggioretcbto.
maiuscolo =-» lat. majusculus grandeUo,
diminutivo di mAjor, mAius piu grande
forma comparat. di mAgnus grande (v.
Magno).
Alquanto piu grande.
Deriv. MaiuiColHto; MaiuMCoKno.
malaohita-e gr. malaohItbs da malA-
che malva (v. Malva).
Pietra preziosa di un bel verde, che
piega un poco al color della malva, ed e
un ossido di rame cristallizzato.
malaga Nome di una specie d'uva di
sapore assai dolce [cosi detta da Malaga,
citta della Spagna, d' onde e venuta] ; ed
anche dell'ottimo vino fatto con Tuva sud-
detta.
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malagmaj — 796 —
malagma dal gr. mAlagma rammoUi-
mento e questo da malak6s molle (cfr.
Malva).
Empiastro emolliente per portare a sup-
purazione on ascesso.
malandra fr. malandreidal tardo lat.
malAndria, malAndra (Vegezio) specie
di malattia comune agli uomini e ai ca-
valli, e in particolare aorta di lebbra o di
elefantiasi (cfr. gr. ma lis specie di malat~
tia de'giumenti).
Specie di ragadi o rogna, che soprag-
giunge alia piegatura del ginocchio del
cavallo.
malandrino sp. mod. prov. e fr. ma-
landrin; [dial, comasc. malandra mere-
trice]: comp. di mal [== lat. malus cat-
tivo] e landrIno [= prov. landrinj o
SLANDRINO [moden. slandron] nel signi-
ficato di vagabondo, scioperato, ladruncolo
(cfr. base, landerra straniero, mendican-
ts), che e dal germanico: med. alt. ted.
lenderen = mod. schlendern, oland.
slendern andare a zonzo, vagare oziando,
che sembra far capo a land terra, paese
(ond* anche V ant. ted. landteri laarone,
schlenderian fannullone (v. Landra).
Altri non bene congiunge al lat. malAn-
drium sorta di lebbra (v. Malandra), ap-
Slicando a Malandrino il senso primitivo
i lebbroso \lat. malandriosus], termine
di vilipendio e di dileggio (Littre e
Scheler).
Questo nome fu gia dato dai Francesi
ad alcune bande di predoni, che nelle
lunghe guerre con gli Inglesi devastavano
la Francia: e dopo per estens. pass6 al
significato di Brigante, Predone, Assas-
sino, Malvivente. In Italia per6 la voce
compari assai prima e leggesi nel Sac-
chetti e nel ViHani.
Derlr. Malandrinaggto ; Malandrinfyco ; Ma-
landro.
malannaggio v. Malanno.
malanno Deriva dalla comune impre-
cazione < Dio ci mandi il malanno », da cui
pure deriva l'esclamazione imprecativa
dei Napoletani < malannaggio! » che
meglio direbbesi malann'aggia! Per6 a
oompletare questa spiegazione data da al-
cuni si pensi che Malanno probabil-
mente altro non e che il lat. malAndrium
malattia e in particolare una specie di
lebbra (v. Malandra).
Malattia, Malore, Acciacco, Somma di-
sgrazia e miseria; Si usa anche figura tarn.
per Uomo triste, Birbante.
malato prov. malapte, malaut, onde
malautia; ant.fr. malabde, malade,
onde maladie; cat. malalt, onde malal-
tia; a. sp. malato onde malatia (preso
in prestito da altra lingua), mod. mala-
che=malacens (port, doent =-dolent).
La forma i tali an a da mAlb, onde si fece
[maleficio-ilt
malArb, il cui participio e malato
ammalato (v. Male). Accanto a Malato
per6 vi e Pantico Ma lat to (onde Malat-
tia) rispondente al provenzale e all'ant
francese, che alcuno trae dal gr. malakos
molle, languido, (onde malakIa moUezza,
languor*, debolezza (v. MoUe), che per6 non 4
ha intermedio latino ed esprime piutto
sto Peffetto che la causa); e il Diez dal hi.
malb-Aptus male otto, tnetto (cfr. ted. un-
pass); ma i piu (Cornu, Ronsch, Scheler,
Kftrting) dai lat. male habitus che si
trova male, che I in catUvo stato (onde
malb-habitia) il quale, oltre spiegare la
doppia t, si presta meglio anche per il
senso (v. Abito 2).
Che ha male, Infermo.
Deriv. Malaticcio; MalaUno; Malatticcio; Mar
lazM&lo.
malattia prov. malaptia, malautia
(ed anche malatia, che trovasi nelTant.
spagnuolo, ma sembra voce venuta di
ruori); fr. maladie; cat. malattia: dal-
Vant. malAtto =» ant. fr. malabde, prov.
malapte, cat. malalt malato: mentre
altri, che non ammettono questa forma,
che spiega il doppio t, propongono il gr.
malakia mollezza, languore, debolezza onto
malakiao sono ammalato (v. Malato).
Qualunque alterazione nell'esercizio di
una o piu funzioni del corpo organizzato.
malazzato Forma secondaria e attenua-
tiva di malato (v. q. voce).
Leggermente ammalato.
male prov. a.fr. sp. e port, mal: dal lat.
mAlum da mAlus cattivo, pravo, nocevoU,
onde Vaw. malb malamente (v. Malo).
Propr. Ci6 che nuoce, e quindi Infer-
mita, Bovina, Danno, Pena, Tormento,
Misfatto; e in generale Tuttocio che e
contrario al benessere, alia virtu, alia
legge, al dovere, alia convenienza.
Come awerbio risponde al lat male
ed e lo stesso che Malamente (Jr. ma-
lement).
Deriv. Molars onde Ammalare; MaUscio; Ma-
lia; MaUgno; Malitso; Maltto: Malizia: MaUiccio.
Comp. MaUdire; MalsfCcio; MaUvolo; MaUfra sec.
maledire prov. maldir, maudir; ant.
fr. maleir, mod. maudire; sp. malde-
cir; port, maldizer: contratto dal lat.
malbdIcbrk da malb male e DfCBRB dire.
Far voti perche awenga male ad altrui,
Imprecar male altrui.
Deriv. MaldiclnU; MaUd&to; MaUdico; Mats-
dizitne.
malefatta propr. cosafatta male, e quindi
Errore [specialmente quelli che fa il tes-
sitore nella tela o alcun artefice nel suo
lavoro]; ma si trova usato anche per Ma>
leficio, nel suo peggior senso.
maleficlo-zlo =- lat. malbfIoium da ma-
lbficus malvagio (v. Malefico).
Cattiva azione, Misfatto, Delitto.
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maleflco] — 797
[mallo
Vale anche Incantesimo, Stregoneria,
detta altrimenti Malia.
maleflco — lat. malbfious comp. di
male male e tema di fio-ere forma in-
debolita di fAobre fare.
Che fa male; e detto di certi funghi,
Velenoeo.
Deriy. Maltficio.
malescio e malecio dial, bresc. males o :
tiene a una forma lot. malbseus o trae
direttamente dal fr. malaise stato di ma-
lessere, composto di mal male e aisb agio
(v. Agio), quasi dica male$sere.
Dicesi d'uomo Cagionevole, o Infermic-
cio; e fig. di noce guasta o tralignata in
sapore disgustoso e nocevole.
Deriv. MaUichUe.
■alevolo [fr. malveillant = lat. ma-
levolentem]: — lat. MALBVOLUsdaMALS
male e *volus agg. verbale di vbllb vo-
Ure.
Che vuol male, Di mal animo.
Deriy. MaUvolbnta.
malgrado parallelo al prov. malgrat,
fr. malgree; comp. di mal-o (lat. ma-
ins) eattivo e grado [= grAtoJ piacere,
coea grata: cioe dispiacere (v. Grado 2).
Con dispiacere, ad onta, a dispetto.
Che ohi poaaendo star oadde tra via,
Degno e cbe mal auo grado a terra giacoia.
(Pbtraeca, Canwon.).
Malla astratto dal lat. mAlus malvagio,
dannaso, usato da Virgilio per magico, on-
d'anche malefIcium, che vale non tanto
misfaUOy quanto inganno e sortilegio.
Stregoneria, Incantesimo: e in particu-
lar modo quello con cui si pretende di
legare la volonta e la liberta degli uomini.
« Bomper la malia » — Incontrarsi in
qualche cosa oonforme al suo desidorio,
dopo aver passato molte traversie.
Deriv. MaU&rdo-a; antio. Malidso-a.
mallardo-a Che fa le malib, Stregone,
aUrim. detto Ammaliatore. La tormina-
zione germanica -ardo funziona da peg-
giorativo, oome in Testardo, Infin-
gardo, Bastardo.
malleo dal lat. malum porno.
Epiteto dato dal chimici a certo acido,
che si rinviene in special modo nel succo
dei pomi e del maggior numero de'frutti
succosi ed aciduli pervenuti a maturita.
maligia Specie di cipolla rossa fortis-
sima: cosi detta per mela maligna a ca-
gione del mordente sapore.
Piangendo oome qnando nno ha partito
Le cipolle fortissime malige.
(Lippi. MaUnantiU, vi. 21).
Mallgno fr. malin, maligne: «= lat.
MALfGNUS per MALfGBNUS COmp. di MA-
LUM male e tema di gbn-o =■ gigno ge-
nerare (v. Genere).
Che genera il male, ossia Che ha na-
turale aisposisione a mal fare, Che si
compiace del male. Detto di malattia valo
Infettiva e spesso mortale, e cosi Febbre
maligna, Tumore maligno, Pustola mali-
gna e simili. Come *o$t. il Diavolo o Spi-
rito del male fcfr. celt, cornov. ma Ian]:
cosi detto quasi per antonomasia.
{Malignita difterisce da Malizia e da
Malvagita, perocche la prima e perversa
inclinazione d'animo disposto per propria
natura a nuocere, la seconda e occulto e
simulato pensamento all'altrui danno, la
terza riferiscesi alle male e criminose
azioni: onde la Malizia dipende dalla
mente, la Malignita dal cuore e la Mal-
vagita dalle azioni].
Deriv. Malignhccio: Malignbre; Malign at<fr 6-
trCce; Maligtibtto; MaUgnitH; Malignfoo-tfccio; Im-
malfgnfre = Divenir maligno.
malimconia comunemente detto per Me-
lanconia o Melancolia [che a parola
vale umor nero], alterato il primo ele-
mento della parola per attrazione della
voce mAlo — catttvo.
Cfr. Melancbnico.
maliscalco e marisealco v. Mare-
sciallo e Maniscalco, invece dei quali
altra volta fu adoperato.
malizia — lat. malItia — malitas,
[usato da Ulpiano] da mAlus eattivo (v.
Malo).
Inclinazione a mal fare, Beo talento ;
eat. Furberia, Astuzia, ma sempre in eat-
tivo significato.
Deriv. Malizi&re f= darsi al maligno] ; Mali-
zibto [= ohe ha maliiia]; Maliti4tta-tna-u<fta;
Malisi<f$-o-ftto-<no. Comp. Ammaliti&re.
malleabile — lot. mallbAbilbm da mal-
lbArb bottere con martello denominativo
da mallbus martello (v. Maglio).
Che si pud battere, foggiare, spianare a
colpi di martello, e dicesi specialmente di
metalli fdifferente da Duttile che dicesi
di Metallo che si pu6 trarre in nlo o
stendere in foglie sottili]; fig. Che si la-
scia piegare, Docile.
Deriy. Malleability ™ pieghevoleua.
malleolo = lat. malleolus dimin. di
mAllbus martello, maglio (v. Maglio e cfr.
Magliuolo).
Estremita inferiore della tibia, in forma
di maglietto, detta. anche Noce del piede.
Deriy. Malleolare = ohe appartiene al mal-
leolo.
mallevare prov. e *p. manlevar; ant.
port, malevar.
Promettere per altrui, obligando se, e il
suo avere: cosi detto perche, come afferma
il Menagio senza portarne le prove, in
antico prestavasi questa nromessa alzando
la mano quasi in atto di giurare, onde
poi sarebbe venuto Mallevare - quasi
mAn-uwi levArb- per Garantire.
Deriy. MaVUva&frt-trfct; MalUvato; MalUvado-
ria = MaUev$r€a.
mallo 1. dial, moden. mala, malone.
Etimologia non bene accertata. Giusta il
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malloj
— 798 -
\m*kf*
Canello dal b. lat. mAllo (ace. mAllonbm)
buccia, specialm. della cipolla (In Vegezio,
De re veterin.), la cui esistenza pero e messa
in dnbbio dallo Soheler. Per altri non e
•da escludere quale elemento genetico la
rad. mAl- che ha il senso di eeeer molle,
ond' anche il gr. malak6s molle, $oUo,
•cioe non duro, malthakos tenero (cfr.
Molle e Malv<A Non e pero da trascurare
la ipotesi del Dies dall'a. a. ted. m alalia,
malha — m*d. alt. ted. malhe(t«^. mail,
ol. mal, maal), $aococda o tasea di pelle
(che trova confronto anche nel eel to: 6a##.
ore<. mal, aoeZ. m&lah. e nel gr. mol-
g6s onde il barb. lat. mala, il prov. ep. e
port, mala e il fr. malle, e pin ant.
male valigia, bavie, boraa da viaggio] (cfr.
Bolgia). In tedesco dicesi per una simile
relazione d'idee Wall-nus, ohe significa
riparo della noce.
Inviluppo carnoso e polposo, che rac-
ehiude if nocciolo solitario contenente il
seme della noce e della mandorla.
« Mangiar le noci col mallo > si dice
•di coloro che cozzano con altri, i quali
sanno far peggio di essi, per maniera che
se ne tornano col capo rotto.
mallo 2. Voce antica per Tribnnale,
Assemblea pubblica giudiziaria dal b. lat.
mAllum fbrmato sull'a. a. ted. mahal o
mahl = ang-eass. ma el, ant. nord. ted.
mal luogo di giuetizia, giudiuio, eentenza.
ntalmeggiare contratto da mal maneg-
oiArb.
Voce sempre usata in Toscana per Mal-
menare, Maltrattare, Mantrngiare.
a E fa la oitta si daramente danneggiata e
le ville si malmeggiate, ohe niuno necl di Bom*
in qaell'anno ».
(Decadi dl T. Livio, ni.).
malmenare comp. di mAlr e mbnAre
[— condurre] net senso di governare (v.
Menare). Far mal governo; Guastare.
DerW. MaVmenio = travaglio di oota maltrat-
malo — lat. mAlus oattivo e propr. im-
mondo, tetro [cfr. eel to: irl. maile, cimbr.
mall, cornov. mal an il malel che il Cur-
tins riferisce alia radice del seer, malas
macchia, sottura, fango, m a 1 i n a s sudicio,
nerOf cattfa o } m a 1 i s h t a s oltremodo sporco,
immondo, ond'anche il gr. melas, mela-
nos nero, foeco, il got. mail = a. a. ted.
meil maochia, il lit. m61is loto, letton.
mels nero (cfr. Macchia). Altri in voce non
senza qualche verosimiglianza trae questa
voce dal tema del gr. malakos molle, Ian-
guido, onde malakfa malattia, mal-ked
sono ammalato, perch6 la idea di debo-
lezza si unisce facilmente a quella di
male (cfr. Malato).
Contrario di buono.
Derir. Malt; Maligno; Malitia; MalOrt; Mal-
vagio (?). Comp. Mabfra; Malnato; Malsano; Ma-
■lum6rt tec.
mal6ra da mAl-a e 6ra [— -(prov. aur,
ant. fr. eur fortuna] o cfr. colra. Jr. ma-
lenr, mod. malheur [contr. di bonheur]
eattivo dettino e propr. cattivo augurio.
Si usa come imprecazione coi verbi
< Andare, Mandare in [o alia] ma-
lora » per dire Alia rovina, In perdi-
zione.
maldre da mAl-b e -orb terminaziono
latina di sostantivi indicante dispoeizione
o stato (v. Male).
Malattia, Indisposizione, Travaglio, Ac-
ciacco.
malsano Non sano, usata la voce mAxe
nel senso di contrario, e quindi Infermic-
cio, Malaticcio; riferito a cose Nuocevole
alia salute.
Derly. (anL) MaUania = Male sanitA, Indi-
ipoeisione, Infermita.
malta — lat. mAltha dal gr. mAltha
8orta di bitume e anche eostanza molle e
glutinoea composta di cera e pece, che di-
stendevasi sulle tavolette per scrivervi
con lo stilo: dalla radice indo-europea
mal- [«— mar-], che ha il senso generale di
triturare, onde l'altro di render pastoeo,
morbido, molle, che ritrovasi nel gr. mal-
thak6s — malak6s molle, tenero, ma-
lasein render molle, nel lat. mel mielc,
m611is molle, e nel disusato maltas
molli riferito da Nonio, che fa presumere
un aggett. maltus molle [cfr. seer. k$du
molle, mrda terra, argilla] (v. Molle e cfr.
Malto, Malva, Melma, Molle). Altri propu-
gna un' origine germanica: a. a. tea. mol-
ta — got. mulda, che pero vale polvere,
terra, e quindi non combina bene col si-
gn ificato, quantunque coincida con le for-
me dialettali rtr. maulta, molta, e
lomb. molta.
Propr. Specie di bitume nero, di consi-
stenza vischiosa, quasi solido ne' tempi
freddi e facilmente incendiabile, detto
anche Pece minerale; ed anche Specie di
cemento fatto di calce e rena; per similit.
Fango, Belletta, Melma.
maltfre anziche a mAlta fango, pare
connesso al b. lat. mAlta mortaio [= molta
registrato dal Du Cange, che sembra stare
per molita, da mdlere macinare].
Infrangere, Ammaccare, Far contusioni.
malto a- ingl. (e anche evtd. e dan.)
mat/t, dal ease, mbalt (= ted. malz), che
tiene al verbo mkltan discioglierei, dalla
stessa radice del (ed. schmelzen fondere
e del gr. meldein liquefart, ammollire
(cfr. Malva e MoUio).
Orzo ammollito nell' acqua, germinato
ed abbrostolito per far la birra.
malva fr. mauve: =» lat. biAlva per
♦ifALavA, *malagva — gr. malAch-e, da
una rad. mAl- f== mar-], che ha il senso
di render morbido, molle, ond* anche il gr.
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r wv
malTagia!
799 —
[mammalitoco
malack6s molle, malassein ammoUire,
mitigare, placare (v. Malta).
Genere notissimo di piante. cosi deno-
minate per essere mucillagginose ed am-
moUienti, si cbe in medicina se ne fa nso
per fomenti e cataplasmi.
Dariv. Malvbcee; Malva-viichio; Malvtfne.
malvagia e malvaSla Uva e vino bianco
assai gentile, cosi detto per alter azione
popolare da Monbmbasia, citta greca
a' onde proveniva, per cui dicesi anche
Grechetto.
malyagio e ant. malvascio prov. mal-
vais, malvatz; fr. manvais; ant sp.
malvazo: = b. lat. malvasius, mal-
vaggius, che il Bugge trae dal lat. mA-
le-lbvAtu8 male allevato, male awezxo,
al quale risponde bene lo sp. malvado.
cat. malvad, prov. malvat, fr. malve
cattivo; il GrOber da *malb-vAtius col
senso di mat piegato, il cui secondo ele-
mento, cbe leggesi in Varrone, valendo
itortOj con le gambe storte, mal si accoppia
col primo; ed altri da malvAcbus nel
senso di molle, fiacco: ma probabilmente
deriva, come suggerisce il Diez seguito
dal Littre e dal Flecbia, da an a. a. ted.
♦bax-vAsi («=» med. alt. ted. pal was, ang-
$as*. balowiso), cbe si arguisce dalla
forma astratta balvav§sei catUveria, ma'
Uzia esistente nel gotico, comp. di due eie-
menti, cioe di bajlo, cbe ba il senso di
nuocere \ang~$a88. balu joernicioso e come
sost. male, rovina, malizta, ant $as8. balu
male, scand. bftl calamitd] e wesbn essere
(cfr. Gervasio): onde il senso intimo sa-
rebbe che h nuocevole, pernicioso, e il germ.
♦balvasi nelle lingue romanze sarebbesi
per un awicinamento di bal a mal, fa-
vorito dalla identita di significato, trasfor-
mato in malvasi.
Maligno, Di natura perversa, Scellerato,
Cattivo.
D*riv. MalvagWk —prov. malTtstat, mal*
▼ est at, sp. mtlvtitid, ant.fr. manyai-
stid.
mmlTaiia v. Malvagia.
malTATischlo e malvaYiseo sp. malva-
visco; port, malvaiscao: dal lat. mAlva
ibiscum [dalla cui inversione trae H fr.
guimauve cbe sta per vimaure, bi-
mauve, ibimauve, ibisc-mauvej.
Althaea officinalis: pianta della famiglia
delle malvacee comune nei nostri chmi,
le cui parti sono piene di abbondante mu-
cilagine, onde e, snecialmente la radice,
adoperata in medicina come emolliente:
altrim. detto Buoviscbio, e Altea.
ztalversare comp. dal lat. mAlb male,
versa Ri trattare, aver per le mani e propr.
aggirdrsi, da vkrsArb frequentativo di
VSrtkbe volgere.girare (v. Vertere).
Voce deWuso. Prevaricare, Far cattivo
nso del danaro, cbe si ba in amministra-
zione.
Deriv. MalvenatMne = prevaricaeione, ladro-
neggio.
mamma rum. mama; fr. mam an; sp.
mama, mama; port, mamma, maman:
— ■ lat. mAmma, cbe e parallelo al gr: mam-
ma, mamm§, mammia, mammaia
madre % nutrice, cbe trova confronto anche
nell' albanese, nel lituano, nello slavo,
nel eel to, nel germanico [a. a. ted. muo-
m&, mod. mubme] e perfino nel per-
siano ec. [nota coft. maan, tbr. em,
chines, mu] e a prima giunta parrebbe
duplicazione del primo elemento della voce
MA-dre, comune a tutte le lingue indo-
germanicbe [al modo stesso cbe Pappa
(== lat. papa, pappa) usato dai fanciulli
Ser cbiedere il cibo si disse ripetizione
ella prima sillaba di PA-nc]. II Diez
erode a una origine prettamente italica
e ritiene non esser altro cbe il lat. mAm-
ma mammella, cbe in seguito con gra-
ziosa quanto naturale sineddocbe del tutto
per la parte, avrebbe preso il significato
di nutrice, di madre (cfr. gr. mamm&n
voce infantile per chieder la puppa, il man"
giare). Per6 guardando all'uso universale
di questa voce e rifiettendo cbe trattasi
di parola propria dei bambini ignari di
tutto, pare terosimile cbe essa sia nata
spontanea sulla loro bocca al di fuori di
qualunque etimo, per la sola naturale e
facile articolazione delle labial i (v. M e
cfr. Mammella).
Voce infantile per cbiamare la Madre,
la Nutrice.
« Mamma-mia » dicesi familiarm. la
Persona cbe in tutto ricorre alia mamma,
ma si applica per solito a persone finta-
mente timide e bacchettone.
c Mamma » dicesi La feccia, il fondi-
gliuolo del vino e dell'aceto, e allora sta
per magma tolto dai Latini ai Greci per
esprimere la medesima cosa e propr. la
materia densa che rimane da una sostama
spremuta, damassd»mag-sd comprimo,
riduco in pasta (v. Madia, e cfr. Madre).
maminalucco sp. e port, mameluco:
dalTaraft. mamluok schiavo e propr. pos-
seduto, da mam o mbm prefisso indicante
appartenenza e malbk o malaka posse-
dere [onde malek re, mamlakab domi-
nion imperio].
Nome di una milizia a cavallo, cosi
detta percbe composta di scbiavi stranieri,
comprati o arrolati nel Caucaso, nel la Cir-
cassia e altrove, i di cui capi elettivi go-
vernarono l'Egitto, e cbe dopo la spedi-
zione dei Francesi fu distrutta nel 1811
da Mehemet-Ali.
Orci questa voce si usa per Sciocco,
Stohdo, Bietolone: e in questo senso cfr.
con lo sp. mamaluco, a cui suol darsi
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mammanal
— 800 -
imancia
per origine il gr. mamalijcos fanciullone
(oioe che chiama sempre la mamma).
mammana da mAmma (cfr. per*, mam,
illir. mamka, gall, mammaeth, ant. gr.
mammaia nutrice).
Prima signified Femmina posta al ser-
vizio delle zitelle, poi Levatrice.
mammario — lot. mammArius da mAmma
mammella (v. q. voce).
Che e relativo alle mammelle, e dicesi
di Arterie, Vene ecc.
mammella dal lat. mamilla diminut. di
mAmma, che vale lo stesso [ond' anche lo
$p. ma mar poppare] e sembra duplica-
zioue della rod. had- eesere umido, scor-
rere, d'onde anche il sscr. mad a liquore,
flume, il gr. maz6s, mast6s mammella,
mad -ad ammollieco, e lat. mad-eo sono
molUy mano per mad-no $tiUo (cfr. Ma-
dido). Altri riferi8ce questa voce al gr.
MAMif an manaiare, vocabolo usato dai fan-
cinili per chiedere il cibo, essendo il latte
il loro nutrimento, e che sarebbe quindi
passato a indicare il seno, dal quale essi
lo attingono.
Organo destinato nelle femmine degli
animali mammiferi alia secrezione del
latte per nutrire i loro piccoli.
Deriv. MammeUare; e ofr. Mammario, Mam*
mtfero, Mammolo-a, Mattoide, MattodonU.
mammellare o mammlllare dal lat. ma-
mIlla poppa per mezzo della forma ag-
gettivale mamillArbm (v. Mammella).
Che rassomiglia nella forma ad una
mammella, ed anche al suo capezzolo:
attribute di due piccole protuberanze,
simili a capezzoli di mammelle, che tro-
vansi sotto i ventricoli anteriori del cer-
vello e credesi sieno gli organi dell'odo-
rato.
mammlfero dal lat. mAitwa mammella e
tema di fAjr-re portare (v. -Jero).
Aggiunto degli animali che portano le
mammelle, servienti ad allattare i loro
parti.
mammola in origine signified Fan-
ciulla, Giovinetta e propr. Bambina,
da mAmma mammella, ond' anche lo sp.
mamar puppare, mam ante fanciullo
che puppa. E trovasi anche Mammolo,
Mammoletto, Mammolino per fan-
ciullo. Questa voce poi rimase come gen-
tile appellativo di una Specie di piccole
viole di color turchino e di gratissimo
odore, quasi voglia dirsi primaticcia, te-
nera, verginella.
Deriv. Mammol&ggiare; MamoLfttarfna; Mam-
molo.
mammolo -6tto-ino] v. Mammola.
Bambino, Fanciullo, Giovanetto.
E' anche usato come Aggiunto di una
Sorta di vitigno dalla fragranza specials
del suo rosso liquore, che rammenta la
mammola.
mammtfna, mammone «* gr. mamm6nAs,
dal caldeo o siriac. mamon o mammon -=
ebr. matm6n ricchezza e propr. Usoro (sot-
terraneo), che e connesso al verbo t&man
nascondere, sotterrare.
Nel nuovo testamento e cosi detto il
Dio delle ricchezze (il Pluto dei pagani),
e .poi la Ricchezza Mondana, 1'Amore del
danaro. II Milton nel « Paradiso Perduto >
da questo nome al Demonio delle ricchezze.
mammfae (Gatto mammone) ant. gr.
mimo, med. e mod. maimon; valac. moi-
me; turc. malmum; ung. majom; per*.
maimun. Voce venuta di Levante [di-
versa da Mammone dio delle ricchezze
di origine semitica]: ma indigena dell'Af-
frica [Guinea, Capo].
Scimia del genere de'macacchi, detta
anche Mandrillo, che probabilmente ri-
sponde al nome, col quale appellano que-
sto animale nel paese, d'onde proviene.
mammtit d&l russ. mAmont, mAmant
ed anche mAmotk, mAmxjtb, e auesto dal
tartaro mamma terra, perocche 1 Tungusi
e i Giacuti credono che questo animale,
che oggi si trova alio stato fossile, si rin-
tanasse sotto terra come la talpa.
Nome delVilephas primigenius, o elefante
primitivo, di forme gigantesche, i cui re-
sti fossili si rinvengono in copia nella
Siberia.
manaiudla-o Lo stesso che Manna-
iuola-o e trae evidentemente da mAno,
quasi dica arnete manevole.
Piccola scure, detta anche Manarese.
manarese v. Manaiuola.
manata Quanto si pud prendere, o strin-
gere con una mAno.
manca, manclna sp. manca: dal lat.
mAncus monco, mutilato e quindi troper-
fetto, debole, disadatto (v. Manco). II fran-
cese ha gauche, che deriva dau'a. a. ted.
wankjan vacillare, credere.
La mano sinistra [propr. la mano dUa-
datta],
Deriv. Mancino.
mancar e prov. cat sp. eport. man car;
fr. manquer, dial. bret. manquein; [a. a.
ted. mangdn, mod. mangelnj: dal lat.
mAncus monco, imperfettoly. Manco).
Non essere a sufficienza, Far diretto;
ed anche Yenir meno: onde le trasi Man-
car d'animo, di parola, di fede, di spe-
ranza, di vita, Mancar sotto al paragone
e simili. Fig. Fallare, Errare; [«- venir
meno al dovere]; Bestar di fare; Omet-
tere, Cessare, Morire [= cessare di viverel.
€ Mancar poco » = Non esser lubgi,
Esser vicino (a seguire quella tal cosa).
Deriv. Mancamento; part. pres. Maneante onde
Mancanza; Mancatifr+trice; MancMvols onde Man-
chevolfyza e Manchevolmente.
mancia da un supposto barb. lat. *ma-
NfciA guanti [da mAnus mano] contratto
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aumeiataj
801 —
[mandato
dopo lo spostamento dell'acoento in mAn'-
cia, che prese il signiflcato di regalo, per-
ch^ nel medio-evo era in uso regolare
manopole. [D lat. classioo diceva manica
la lnnga manica delta tunica, che scen-
deva 8ino a coprire la mano e che per-
tanto surrogava anche i nostri guanti].
U Vocabolario Italiano Universale di
Mantova errando propone il celtioo gall,
irl. manohaxn doni.
Quel che si da sens' obbligo dal supe-
riore all' inferiore per servizf ricevuti o
per amorevolezza e cortesia: dicesi anche
Buonamano.
maaciata Lo stesso etimo di mAncia.
Quanto si pu6 prendere con una mano
(cfr. Manata).
Deriv. Manciatflla; Manciatina.
mancinata da mano! no nel senso fig. di
chi opera sinistramente, non rettamente
(v. Mancino).
Atto o parola da nomo sleale.
maacfno da mAnoo (v. q. voce).
Agg. Sinistra; fig. Che non opera diret-
tamente, Sleale. — In forza dj sost. TJno
che adopera natnralmente la mano sini-
stra in cambio della destra, o vero che
per assuefazione ha maggior forza e at-
titudine nella mano sinistra.
Deriv. Mancinata.
ilpioprov. eant.fr. mancip, mas-
sip; sp. mancepo-a garzonctllo-a: = lat.
mahcipium dominio, proprieta, cosa che i
nel nostro legittimo possesso, da manoIpbrb
ond'anche mAhcbps colui che acquista, cui
I oggiudicato, composto di mAnus mano
e fig. padronanza e clpbrb forma indebo-
lita di capbbb prendere.
Si usa poeticamente per Servo, Schiavo;
e anche per Dominio.
maiefstlo composto secondo un'ardita
ipotesi del Caix da uA(cellare) -f- (t Jngi-
stiarb [=incischiare, *incisiculare
da ingidbkb]. Parrebbe invece pin sem-
pHce ravvisare nel primo elemento la
voce mAno.
Macello, Strage: onde « Far mancistio
di alcuno » =» Fame scempio.
naaco prov. ant. fr. e rum. mane, onde
n mod. fr. manchot monco; cat. %p. e
port, manco: dal lat. m Angus debole, im-
perfetto, che ha una mano sola, monco,
dorpio: congenere al bass. ted. mank
hatco m anche), med. e mod. ted. man-
gel mancantta, difetto, all' a. a. ted. man-
Son mancare, sved. minka diminuire, e
che il Curtius rawicina al sscr. man&k
-lit. menkas poco, man&kkara pigro,
ed e probabilmente anche affine al lat. mi-
nus meno, minuere diminuire (v. Meno
t&.Mendae Mendico).
Propr. Difettoso, Imperfetto; poi si disse
della mano sinistra dell'uomo, che per es-
^re meno esercitata snol essere anche pin
debole. — Come sost. sta per Mancamento
e vale Difetto. — Come aw. e lo stesso
che Meno, Nemmeno, Neppure.
Deriv. Manca; Mancare; Mancino; e ofr. Monco.
mandamento fr. man dement: dal lat.
mandArb comandare, mediante la forma
nominale di bassa latinita mandambntum
(v. Mandare).
Propr. Ordine col quale si comanda, o
si fa venire; e speciaim. Ordine pubbli-
oato da persona rivestita di autorita e
ginrisdizione ; per sineddoche Divisione
territoriale, nella quale risiede un Pretore,
che ha ginrisdizione civile e penale.
Deriv. Mandamentale.
mandare prov. cat. sp. e port, man-
dar; fr. mander far sapere, dare ordine:
=* lat. mandArb che propr. signinca dare
in mano e quindi oommettere, affidart, or-
dinare, mandare da qualcuno a dire o fare,
comp. di mAn-us mano e dArb dare, con-
segnare.
Ordinare, Imporre; Comandar che si
vada, Inviare, Trasmettere; Lasciar an-
dare, Spingere.
Deriv. Mandante; Manddta: Manda-tdre-trice.
Comp. Comandare: Commenddre; Oontromanda-
re; Demandare; Dimandare e Domandare; Racco-
mandare: RUnandare; Tramandare. Cfr. Manda-
mento; Mandate
mandarino dal port. hand arim, che al-
cuni traggono dal lat. mandArb coman-
dare, oratnare^ ma che invece e parola
Indiana, trapiantata in Europa dal Por-
toghesi, la quale riproduce il sscr. mant-
rin consigliere, mimstro, da mantra oon-
sigUo, che tiene alia rod. man- pensare,
eapere (v. Mente).
Titolo che si da in Europa agli uffi-
ciali civili e militari della China, ma
che e straniero alia lingua Chinese.
c Albero de'mandarini » dicesi una
Sianta della Cocincina, della grandezza e
ell' aspetto de' nostri tigli, che produce
una specie di melagrana bianca, dalla
polpa granulata e dolcissima. « Manda-
rino » chiamasi inoltre anche una specie
di Piccolo arancio dolcissimo, dalla buccia
fragrante che prospera in Italia, special-
mente a Malta, in Sicilia, in Corsica e
sulla costa Calabrese: da mandara nome
che si da a questo frutto nelle Isole di
Francia e di Bourbon, d'onde provenne.
Citrus madaurensis dei Botanici.
mandata D mandare; come sost. Fila,
Serie [come dire piu cose mandate, e che
vannoasBiemel; piuconcretamente: Quello
spazio o lunghezza, che la chiave fa per-
oorrere alia stanghetta della serratura nel-
Paprire o chiudere.
mandato — lat. mandAtum da mandArb
commettere, ordinare, ingiungere (v. Man-
dare).
Procura, Commissione, Ordine.
In giurisprudenza. Atto col quale si com-
51
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mandibolal
802 -
fmaadragora
mette il disimpegno di on affare ad al-
cuno [detto Mandatario], che se ne in-
carica.
mandfbola $p. bandibula; port, man-
dibular — lat. MANDfBULA da MANDBRJD
masticart (v. Mcmgiare) e bula termina-
zione propria di sostantivi verbali in-
dicante mezzo o strumento (c£r. Tavola,
Turibolo). — Mascella e specialmente la
infer iore.
manddla fr. mandole, mandore — «
pandore; *p. pandurria, bandurria,
bandola; port, bandurra; bcuc. ban-
dora; (ted. pandore): alterato da man-
d&ra per pand6ra, dal lat. pandura =
gr. PANDOtKA, che vale lo stesso o altro
simile strumento.
Strumento musicale a corde, che e una
specie di liuto ed e suonato come questo,
ma accordato differentemente. Questo stru-
mento poco armonico, non e piu in uso
gia da molto tempo.
Deriv. Mandoline
mandolino dimin. di mandola (v. q. v.).
Strumento musicale piu piccolo del liu-
to, ma della stessa forma, che si suona
con una penna tagliata come uno stuzzi-
cadenti piano.
mandorla e mandola v. Mandorlo.
D frutto del Mandorlo.
Deriv. MandorVUo; MandorWt*4na4no.
mandorlato da mandorla.
Pozione fatta con succo di mandorle;
Cibo composto per la maggior parte di
mandorle; Ingraticolato composto di legno
o di canne, i cui vani in ngura di rombo,
ricordano la forma della mandorla; Specie
di marmo sparso di macchie simili al
nocciolo della mandorla.
manderlo-a rum. mandula, migdala;
rtr. mandel; prov. amenta, [ajmella;
fr. amande; catal. ametlla; ap. almen-
dra; port, amendoa; [botm. mandle;
slov. mandel; ruse, mindali, serb. men-
duo; illir. mjendo; ted. mandel; ingl.
almondj: dal lat. amygdalus-a che tiene
al or. AMYGDALOS-ft [mediante una forma
di basso lat. amandolus-a, e con inser-
zione di rJ, voce probabilmente di origine
semitiea, e che il Movers, l'Hehn e al-
tri ritengono essere il nome frigio della
greca Cibele, che significherebbe 2a grande
madre: e di fatto narra la favola, che il
mandorlo nacque dal sangue di quella
dea, personificante la terra che produce.
G-enere di pianta della famigha delle
pomacee, che per il primo si sveglia dal
sonno invernale, orenunziando coi suoi
fiori il ritorno della prima vera e produce
un frutto chiuso in un guscio, come la
noce, gratissimo al gusto, detto dai La-
tini anche Noce Greca.
Deriv. MandorVUo; Mandorlttta-ina-ino.
mandra e mandria dal gr. mAndra che il
Lottner ascrive a una radice mam-, mand-
col sen80 d'indugiarsi, sostart, fermarsi
(cfr. Ri-manere).
Propriamente Eecinto, Stalla per chiu-
dere il bestiame, Parco. In progresso di
tempo si prose il contenuto per il conte-
nente e queeta parola servi e serve ancora
a denotare il Congreffamento degli ani-
mali stessi chiusi nella mandra; metaf.
Schiera, Congre^azione: ma ora non si
userebbe che nel aenso di Turba di gente
vile.
Deriv. ant. Mandriale = Mandriano; Madri-
gale. Comp. Ammandriare; cfr. Archimandrite,
mandracchia da mAndrAcula dim. di
mAndra branco di animali.
Vale Puttanella, cioe, come dice il Sal-
vini, che segue le orme e da la caccia al-
l'uomo: quasi mandra seguaoe [lat. xna-
lus grex].
mandracchio e mandraccio Voce del-
Puso per dire la Parte interna di un porto,
ovvero Ridotto di mare: e taluno si stu-
dia di darne la origine col celt. gall, man
8pa*io, luogo e trwch taglio: quasi taglio
di terra; lo che se fosse potrebbe essere
stata nortata dalle ciurme inglesi: ma
probabilmente essa riproduce il lat. man-
draculdm dimin. di mAndra nel senso
di ricetto, rioettacolo (v. Mandra).
Nome di una contrada di Napoli vicina
al mare, ed anche di altra presso Livorno.
mandragora e mandragola dal gr. hak-
drag^ras, che alcuno attinge dalla rad.
880r. mad- inebriare: mad&ra che incbria,
madhira liquore inebriante (cfr. Matto) e
GAR- -consumart: %%cr. gar a malattia: al-
tri del pari inventando scompone nel gr.
mAndra gregge e agatr6s nocevole.
Pianta del genere atropa, della famiglia
delle solanee, che cresce nei boschi om-
brosi, fiorisce in autunno e produce una
bacca di un forte odore narcotico, il cui
succo cagiona una sorta di ebbrezza, ed
in certe proporzioni e velenosa. La radice
di questa pianta, che imita meravigliosa-
mente le forme umane, die luogo a molte
favole sugli effetti portentosi della mede-
sima, specialmente negli ammaliamenti,
onde tu chiamata anche dagli antichi
Ciroea da Circe famosa maga; ed e ap-
punto in relazione a siffatte magiche e
segrete virtu, che deve essere nata la
espressione popolare comunissima in To-
scana: < Far le mandra$ole », significante
lo affannarsi in subdoh e misteriosi ma-
neggi per raggiungere un dato fine, e la
voce « Mandragolone » per Imbroglione,
che annas pa in segreto. Questa pianta &
citata anche nella S. Scrittura, come ri-
medio contro la sterilita delle donne, onde
narrasi che Bachele ne mangiasse per po-
tere ingravidare.
Deriv. Mandragolato aggianto di oosa, nella
quale sia stata in infus ione la mandragora.
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maadragoldne]
— 806 —
[manganese
nandragoldne v. Mandragora.
BtndriUo dallo ap. mandrIl, che pare
voce affricana.
Specie di scimmia, detta in persiano e
turco Mai mil n (v. MammoneV, dell'altezza
deiruomo, libidinosissima. Ha il pelo gri-
gio-bruno, olivastro di sopra, piccola barba
al mento color giallo citrino, le gote tur-
chine e solcate, e le natiche di una bella
tinta violetta.
mandncare dial, eardo mandigare; sp.
manducar: =» lot. manduoarb da mAn-
dbiub mangiare (v. q. voce).
Voce antica, cne aura nel detto < Dove
si manduca, il ciel ci conduca ».
naae rum. maine; prov. man, ma;
ant.fr. main; ant. ep. man [mod. ma-
fiana; port, manchaj: « lot. mAnb, cbe
gli etimologi8ti latini traggono dedVant.
mAnus o mAnis buonoy che pare trovi ri-
scontro nella forma comparat. gr. a-mei-
ndn migliore (cfr. Imtnane e Mani).
Mattino, e propr. Di buon'ora.
Deriv. Dimani • Domini, onde Indomani e
Rudonani; Stam&ni. Cfr. Mattino e Maturo.
manecchia dal lat. mAnus mano, me-
diante tin dimin. manbcula — manIcula
(in Varrone).
II manico dell'aratro, e piii particolar-
mente La tra versa nella stiva aell'aratro
regolata dalla mano del bifolco.
naneggiare prov. maniar, maneiar;
*p. e port, man ear, men ear: Jr. ma-
il ier: dal lat. mAnus mano, mediante una
supposta forma volgare * mane j Abb.
Toccare e trattare colle mani; Adope-
raraj riferito a cavallo Esercitarlo; fig.
Usare, Regolare, Dirigere; riflees. -rsi,
Adoperarsi.
Da Maneggiare e M an egg io, che ol-
tre i signincati propri a quel verbo, ha
par quello di Recinto in cui si addestrano
i cavalli (/r. manege), e Taltro figarato
di Trama, Macchinazione.
Dtrir. ManeggtooU = Mantggiabile; Mantg-
9uMr*4rice; Maneggio.
maneggio v. Maneggiare.
maaelU-o da mano.
Manata di spiche di grano, di saggina
e aimili (cfr. ManneUa).
manure — lat. manbrb (#i*p*n. mansum)
=» gr. mbnbin, che propr. vale fermarei
topra, lostare, che il Bailly sulla scorta
di altri rannoda alia rod. seer, man- pen-
*rt (v. Menit) per la relatione che esi-
ste fra la idea d' immobility e quella di
medHare: seer, man-yd penao, tend, upa-
•man (=»^r. ypo-menein) rimanere, fra-
•man perweverare (cfr. Mora).
Labnismo. Stare, Bimorare.
Deriv. MantnU; Manlntia; Jf on Or e-ro; Man-
«*«; Matnada; Mat$a; BimAntre.
Manescalco e manlscalco ha lo stesso
etimo di mariscAlco (v. q. voce), sosti-
tuita la nasale alia liquida: ant. ted. ma-
rah cavallo (= inal. mare giumenta) e
SOALG minietro (cfr. skall dovere) (v.
Scalco).
Propr. Ministro di scuderia, e quindi
Colui che terra i cavalli e neha lacura,
quando sono malati. Per6 quegli che li
medica.dieesi meglio Yeterinario.
Cfr. Mare$ciallo e Mascalcta.
manesco da mAno, colla terminazione
-B8CO propria di aggettivi.
Bi mano ; Ba potersi agevolmente trat-
tar con le mani [p. es. armil ; Ba potersi
aver prontamente in mano [p. es. robe];
Inclinato e Pronto al menar le mani.
manltta (/r. menotte) si usa per lo
piu al plurale, ed e Strumento di ferro
col quale si tengono le mani giunte in-
sieme a'rei dai ministri della torza pub-
blica (cir. lat. manic®).
Deriv. Ammanettar*.
manerele Che cede facilmente al tatto
e alia stretta della mAno. Voce dell'uso.
manfa cfr. dial. nap. mafaro coperchio:
dal lat. mAmphur manubrio e propr. un
oerto legno rotondo di breve lunghezza
circondato di pelle usato dai tornitori (cfr.
Man/anile).
Bicesi dai contadini senesi Quel bastone
o cavicchio, talora ricoperto di stoppa, che
tappa il fondo del tino, altramente chia-
mato Cocchiume (poi Qualunque coper-
chio); onde figurat. si dice a Persona
ubriaca [quasi zuppa o satura di vino,
come la stoppa del cocchiume].
manfaaile e manfano Chiaro per alcuni
il prime elemento della parola [mAno], ma
oscuro il seoondo, che lo Zanibaldi crede
sia detto per funIlb. Altri meglio dal
lat. mAnphur (mediante una forma mam-
phurInum) manfero (dial. romagn.)> specie
di manubrio per girare ruote, specialmente
quella del tornio, che spiega anche l'altra
forma toscana Man fa no.
II maggior bastone del correggiato, che
e tenuto in mano dal battitore. [L'altro
bastone e detta Vetta].
mamf rina altera to da MonfbrIna, danza
vivace del Monferrato.
manganella-o prov. manganels; o.yr,
mangonel e poi mangonneau: dimi-
nutivo di mAnqano (v. q. voce).
Strumento da guerra per scagliare.
Per similiL di forma o di movimento
diconsi < Manganelle » quelle Panche af-
nsse al muro ne'eori de'religiosi e nelle
oompagnie, le quali mastiettate s'alzano
e s'abbassano.
maagane'se alcuno ritiene sia corru-
zione del lat. magausa, col qual nome
venne anticamente conoscinto Voeeido nero
di manganeee (detto anche magnesia
nera) e che il francese Lamery tradusse
per MAOALAIZB, MAGANAISB, MAGANB8B,
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aangano]
— 804 —
fmftntaM>
d'onde, con inseriione della nasal©, si sa-
rebbe fatto manganese: ma il Morin, il
Johnson, PHeys© ed altri ritengono derivi
da (on. lat. manoanAsia, voce formata
8ul gr. mAgn*8 magnate o calamita, con
la quale quel mineral© ha somigliania.
Metallo 8Coperto da Scheele e Gahn
nel 1774, di un bianoo brillante f il cui
ossido e adoperato specialmente nella com-
posizion© del vetro. Da alcuni e detto an-
che Sasso magnesio.
mangane [ctr. a. a. ted. mango, mod.
Mange, Mangel]: b. lat. mAnganum, che
viene dal gr. mAgganon arte, artifisio,
macehina da guerra, dal rod. mah-, hag-,
magh- potere [got. magan], alia quale
pur si rannoda la voce Macehina.
Macehina militare, della quale si ser-
vivano gli antichi per scagliare pietre
nelle citta assediate; ed anche per similit.
Strumento fatto di grosse pietre, mosso
per foraa d'argani, sotto il quale si met-
tono le tele e i drappi awolti sui subbi,
per dar loro il lustro.
Deriv. Monganars onde Manganot6rs*bra; Man-
gonaro artefioe ohe lavora al xnangftno; Manga-
nilla*o.
mangia (fakb il) — fare il bravo, il
gradasso, quasi voglia mangiar le per-
sone e ingoiarle: a la quale locusione die
origine una grande statua di metallo so-
§ra la torre delTorologio del Comune di
iena, che al popolo sembrava posta la
per far paura alia gent©.
mangiare dial. sard, mandigare; rtr.
mangiar; rum. manca; prov. e cat. ma-
njar; ant. fr. majner, mod. manger; sp.
manducar (ma oomunemente in sp. e
port comer «= lot. corned ere): dal lot.
manduga&b [passato per bocca proven-
sale] formato su mAndbrb mangiare me-
diante Vagg. manduous [formato come
oaducus] che mangia [err. got. mats
(_ Bass, mete, ingl. meat) dbo, mat j an
— lituan. mintu mangiare, aaUes. m»-
thu — oornov. me thia nutrire]: che il Oor-
sen e il Fick rapportano alia radice greco-
-italica mad- che ha il senso originario di
liquefare, ammoUire, ond' anche il verbo
madere ester umido, madidus bagnato,
il gr. mad ad liquefaccio, masao[maij per
madsao[mai] mastioo e propr. ammoUisco,
mastaks bocca. Sicche il significato pro-
(>rio sarebbe quello di umettare di saliva
il cibo), onde poi l'altro di mastioare, e
ingoiare (cfr. Madido, Mammella e Masti-
care). La detta radice mad- e mand- nel
sanscrito vale con un senso, che pare tra-
slato, inebriarsi = bagnarsi la gola con
abbondanti libazioni: sscr. mad a fiume e
ubriachezza, mad an a bevanda inebriante,
madja vino, m&day&mi sono ubriaco.
Prendere alimenti solidi e mandarli
nello stomaco, dopo averli in bocca am-
morbiditi e ridotti come pasta: fig. Ro-
dere, Oonsumare, Abbattere, Sopraffare;
e anche Usurpare fp. es. il tutor© ha
mangiato il patrimonio al pupillo].
« Mangiare sopra una cosa » vale fig.
Farci illecito guadagno: d'onde Mangia-
t6ria e Mangeria per Guadagno ille-
cito fatto in un ufficio. — c Mangiarsi
l'altrui fatica » e sim. — Godersi il frutto
del lavoro altrui. — « Mangiarsi le pa-
role » = pronuniiarle a messo.
Deriv. MangsrSceio; MangiarSUo-4no: Mangiato
[ant. Mangia = fr. mange*] ; MongiaMiaAOr^
tries; Mamgiatbria; MangiatHra; Mangims; Man-
giOns-tna; Mangtucchiars. Comp. Biancomangia-
rsj Oamangiars; Bimangiars; 8mongiato. Cfr.
Mandibola; Monitors; Masticate.
mangiicchiare dal lat. manduoAre fre-
quentativo e diminutivo di mandbre man-
fiare, forse per meaio del prov. man juiar
— ant. fr. manjuer] variant© di man-
jar, o meglio mediant© una forma me-
dioevale lot. *mandiuculArb (v. Mandu-
care\
Mangiare poco e svogliatamente.
mani — lat. mAnbs da rawicinarsi al-
Vank manus o mAnis buono e propr. mi~
surato, moderate rod. ma-, man- misurare
(cfr. Mane, Mono, Immane), affine alia rad.
man- pensare, onde man as |"f, mi-
nosj mente, manu uomo (v. Mente).
Le anime dei defunti presso i Latini
ma specialmente i buoni spiriti, onorati
come divinita inferiori: dal che essi nelle
iscrizioni sepolcrali pigliano comunemente
il titolo di c Dii manes ».
mania dal gr. manIa ^pasua (onde mai-
nomai per manjomai sono in agitanione
oVanimo, sono furente, impasMisco), analogo
a mbnis furore, ira, al sscr. manyu eol-
lera, furore, e propriam. turbamento delta
mente, da) la stessa radice del sscr. man- a 8
animo, mente (v. Mente).
Stato di morbosa esaltazione dello spi-
rito, la quale mena ad atti esterni impe-
tuosi e sfrenati. Galeno dice che e un Fu-
rore con inclination© a percuotere.
Deriv. Maniaeo. Comp. Biblomanfa; Ippoma-
nia; Ltpsmanto; Megalomania; Monomania; 8ma-
nia; ManUtomio. Cfr. Montis; Msnadi.
manica-o rum. manica; prov. mancha;
fr. manche (fern.); sp. e port, manga:
— lat. manioa da manus mono e suffiss.
-ica indicant© appartenenaa.
Quella parte della vest© ch© copre il
braccio fino alia mano; per similit. Brae-
do di mare rinchiuso fra due terre, e
specialmente quello fra le cost© di Fran-
cia e d' Inghilterra.
< Esser di manica larga » fig. Non guar-
dar tan to per il sottile. — « Esser© un'al-
tro paio di maniche » « Esser cosa molto
diversa. — « Aver© una cosa o una per-
sona nella manica » — Averla in sua balisu
Si disse gia anche fig. per Compagnia,
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"■*T|<F-t
maaicarel
— 806 —
[maniglia
Drappello di soldati, perche in ordinanza
di battaglia cotali bande si ponevano ai
lati (onde erano pur chiamate Ale), e
quindi riguardo al groeso deilo $quadrone
rappresentavano come le hraccia: lo che
spiega Pancor viva maniera « sono una
mtnica di birboni • o sim. per dire on
br&nco, ana massa di tali.
Deriv. Manichttta; Manichino; Manico; Mani-
dtto; Manic&na.
manicare dial. sard, mandigare: da
on snpposto lat. *mandicare awicinato
&\vrov. manjar = it. mangiare (v. q. v.).
Foe. ant. Mangiare.
Deriv. Manicaritto «= Yivanda compoeta, di
pi4 cose appetitoae.
maaicarltto v. Manicare.
maiiehino sp. raaniqui: dal fr. man-
nequin, voce entrata anche in italiano
negli studi degli artisti col senso di Fan-
toccio o Modeflo da pittori: che trae dal
medioev. oland. manneken , mannchIn fa-
ted, mannchen) uomieiattolo, dimin. di
mann uomo (ond'anche il vaUon. mani-
ket nano); ma ilDiez dsAV oland. mand-
citN diminut. di mand [=- a. a. ted. man-
ne -= ingl. maund] corba, che die al fran-
cese manne eesta e il diminut. manne-
quin pankre, diverso dal precedente.
naiico fr. m anche (mate.); sp. eport
mango: da on barb. lot. * manic um comp.
come manicaj del lat. close. manus mano
e snffisso -icuM indicante relazione, ma
che per altri sta torse qui per un origi-
nario -iouM da agbrb condurre, trattare.
[In tedesco diceei Handhabe da Hand
■unio e tema di haben avere; in inglese
handle da hand mano].
Parte di uno strumento o di un uten-
sile, per la quale l'uno e Paltro si prende
per servirsene.
« Girar nel manico » vale fig. Venir
meno alia fede o alia promessa data, presa
la figura del vaso, cne non pu6 adope-
farsi, perch6 non sta fermo nel manico;
eparimente < TJscir dal manico » = Uscir
dai termini del dovere e delFusanza.
Jtoriv. ManicMttc; Manichtouhdne-ona; Im-mani-
«H 8manicare.
nanleomio comp. del gr. manI-a paztia
o MAKi-As demente e komIon ospedale, da
kom46 euro.
Ospedale de'matti.
nanicordo e manicordio =■ lot. mani-
c6bdiuk comp. del gr. man6s rado, raro 7
** denso, tenue e ohordb corda.
Stnunento musicale in forma di spi-
Mtta, le cui corde sono involte in pezzi
& atoffia, che ne rendono il suono mu te-
aue, in modo che non pu6 udirsi da lon-
tano.
■aiicdtto dimin. di manioa (v. q. voce).
Parte di abbigliamento femminile, per
* piu di pelle, nel quale il verno si ten-
$mo le mani, per ripararle dal fireddo.
maniera prov. maneiraj/r. maniere;
sp. manera; port, maneira: da un barb,
lat. manaria femmin. da manarius che e*
alia mano, che si prende (err. Maniero):
propr. modo di tener le mani, ovvero di
toccare con la mano: indi generic. Modo
di contenersi; Guisa, Costume, TJsanza,
Stile (specialmente in arte) ; e poi Specie,
Sorta, Qualita, Apparenza.
In arte poi dicesi « Maniera » anche per
Stile artinciato, convenzionale, accademi-
co, onde < Pittore di maniera » o « Ma-
nierato » » che non guarda alia natura.
Deriv. Manieraccia; Manterars, onde Ammo-
nierare; Manisrfna-tfna; ManUrtomo; ManUrista
= artista i cui lavori sono pooo naturali; Ma-
nierdso = oho ha bel modo ai prooedere.
maniere e maniero prov. manors; ant.
fr. maneirs, mod. manoirs; (sp. ma-
nida): dal barb. lat. manerium. cne at-
tinge al verbo class, manere stare, di-
morare, e vale propr. dimora, dbitattione
(dr. Manso).
Voce antic. Abitazione nobile e forte,
gia residenza di feudatario, cui era an-
nessa una estensione di territorio.
maniero risponde al prov. e ant. fr.
manier, sp. manero che £ alia mano,
dal barb. lat. manarius per manuarius :
propr. che si fa maneggiare, e quindi age-
vole t obbediente.
Attribute di falcone o d'astore, che alia
caccia tenevasi sul pugno.
manifatttre-trlce del lat. manu-fAcbrb
fare con la mano, onde pure Manofatto,
Manifatto, e Maniiattura (1' opera),
da cui la voce d'uso Manifatturiere.
Che opera con#le mani, Artefice (equi-
pollente del class, op if ex).
manifatttira v. Manifattore.
Deriv. Man\fatt%nihre.
manifesto — = lat. manIfbstus comp. di
manus mano e -fbst, che secondo il Cors-
sen rappresenta il radicale fend- di of-
-fendere, in-festare ecc. che ha il
senso di battere, toccare [e che nel greco
trovasi sotte forma regolare di thbn-,
onde theind - flu. thend - colpisco, fr-
risco]: donde manifestus starebbe per
mani-fend-tus e varrebbe battuto, toe-
cato, sorpreso, cdlto con la mano, preso
sul fatto, scoperto (v. Offendere).
D'evidenza palpabile; Cos! apparente
che quasi potrebbe toccarsi oon mano;
Esposto agli occhi di tutti; come sost.
Scrittura o Dichiarazione pubblica, An-
nunzio, Awiso.
Deriv. Man{feHamSnts; Manife$tam€nto; Mani-
fsstbre; Manifestation*.
manlglia sp. mani j a (che sembra pa-
rallelo a manilla =port. manilha brae-
daletto): da manIcula diminut. di manica,
che tiene a manus mano, per mezzo del
sincopato manIo'la.
Pezzo di legno o di metallo attaccato
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manigolde]
— 806 —
a casse, bauli e sim. per sollevarli, o per
aprire facilmente armadi e chiavistelli.
Yale anche ArmlUa, Braccialetto [#t>.
manilla] ma in questo senso il Diez lo
vuol tratto dal lot. monIlia plarale di
monIlb oollana (v. Monde), avvicinato al-
1' a. a. ted. manili omamento m forma di
lunette o al gr. manos, mannos monile,
collare, owero per falsa etimologia popo-
lare, a mano (cfr. Smaniglia).
manigdldo Va insieme al nome proprio
ant. ted. Manoqald, Manaqolt, dove ap-
parisce, giusta il Grimm, la voce mbnn!
oollana, eollare [cfr. comasc. men coUare
da can*] e walt [trasformato in gald,
gold per influenza delle lingae romanze]
da waltbn reggere, duporre, vcgliare, che
darebbe il senao probabilmente burlesco
di boia, carnefice, che e qnello che dispone
della corda, del laccio (cfr. Boia). Invece
il Dott. Beinold Kapff spiega il nome
Managold, Manigold, Mknbgald (que-
st'ultimo oggi oaato come cognome) col-
Vant. man uomo, allongato in manag col
senso di moltitudine [cfr. mod. Mbngbj,
e old, ald — walt, di cui c detto di
sopra, che darebbe il senso di colui che
domina la genie, che dispone degli uomini:
lo che per6 se sta in accordo con un one-
sto nome di persona, si ribella al signi-
ficato obbrobrioso, che e annesso alia voce
Manigold o. Dunqae e chiaro che siamo
dinanzi a una confusione di nomi, con
idee separate e diverse, a mono che il
senso di spregio non sia puramente aned-
dotico.
Propr. Boia; oggi Uomo di feroce na-
tura o di costumi corrotti, Furfante.
manilnvio =- lot. maniluvium da ma-
nus mani e luvium bagno da lubrb la-
vare (v. Lustro e cfr. PedUuvio).
Bagno delle mani.
manioc* dal port, mandiooa voce presa
al Brasile (brasU. manioc).
Arboscello delle con trade calde dell' Ame-
rica (jatropha manihot di Linneo) dalla
cui radice si ritrae una fecola, che serve
a fare una specie di pane, che si chiama
cassava (nella lingua di Haiti ckasabi»).
manimettere detto per manombttbrb
«a metier mano (sopra a q. c).
In Toscana: Cominciare a servirsi di
quelle cose, che a poco a poco, a parte a
parte si consumano, p. es. una botte di
Vino, una penna, che altrimenti dicesi
« Mettere a mano », e volgarmente Ma-
rimettere. Ma generalmente si usa per
Metter la mano su qualche cosa con in-
tendimento di nuocere, Occupare di viva
forza; metaf. Guastare, Mettere sotto so-
pra; ed anche Soperchiare, Opprimere.
Deriv. Mpnim&io.
manlne Sorta di funghi, cosi detti per
essere simili con moltissime dita alia
figura delle mani: onde per la stessara-
gione da'Fiorentini vengono chiamati Di-
tole.
manipolare da manIpolo nel senso di
manata, pugno (v. Manipolo): altri non
bene dal lot. manvs mano e pilarb pre-
mere, onde nacque Compilare.
Tramestare, Onerare qualche cosa colla
mano ; usato specialm. parlando di sostanze
chimiche o di farmacia; fig. in scherzo
Manipolare leffgi, programmi e simili.
Deriv. Manipolatdrs-trice; Manipolazitfnt.
manipolo -= lot. manIpulus, manIplus
propr. manata, fascetto, comp. di manvs
mano e pulus, in cui taluno ravvisa la
presenza dello stesso radicale di ple-re
empire, ple-nus pieno e interpreta per
MAND8 plbna (— ted. Handvoll): ma
che invece il Flechia suppone possa es-
sere suffisso di diminutivi proprio del
romano volgare, riprodottosi negh odierni
nostri dialetti in forma di pola come p. es.
in Casi-pola, Man6-pola, (v. q. voce).
Alia lettera una Manata di qualsiasi
cosa, ma piu specialmente un Mannello
o Fascettino di spighe, quel tanto che
pu6 stringere in una volta la mano del
inietitore. — Questa parola signiflco pure
la insegna di una compagnia di soldati, che
ne'piu antichi tempi di Koma si dice fosse
una brancatella di fieno inflsso in un'asta;
di che fu cons6rvato un ricordo nei tempi
posteriori nella figura di una mano coi-
locata in cima alrinsegna. Significo al-
tresi quel numero di fanti che seguivano
un manipolo (detti perci6 manipulates)
e che non superava mai i centoventi
uomini. Quattro manipoli formavano una
Coorte. Oggi pure si adopera metaf per
significare una Picoola schiera.
Con questo nome si designa finalmente
una breve Striscia di drappo, che il prete
cattolico porta al braccio sinistro nel cele-
brare la Messa: e in questo senso si con-
fonde etimologicamente con Manopola.
manna 1. =- lot. e gr. manna dsSVebr.
man, che probabilmente in origine signi*
fico portion*, dono (arab. mann) da ma-
nah (arab. manna) dar la parte, donare.
In generale per6 vuolsi che tragga dal-
Vebr. man hu che e 1 cidf essendo stata
questa, come narrasi nel Lib. xvi del-
PEsodo, la domanda che gli ebrei affa-
mati si rivolsero nel veder cadere Tignoto
cibo miracoloso mandato loro da Bio nel
deserto. — Oggi questo nome si da per si-
militudine ad una sostanza dolcissima,
di propriety lassative, di aspetto e consj-
stenza della cera, che si raccoglie in Si-
cilia e in Calabria dal fraxinus ornus.
— Fig. Cibo squisito e saporito; Cosa
gustosa e gradita; II fiore, la quintes-
senza, o, come dicono i Francesi, la creme.
manna 2. ep. mafia: dal volg. lot. manua
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— 807 —
[mane
eowmt, che pare doversi riconnettere a
mAnus mano, eliso l'u, come in M6rto da
mdrtuus ecc. (Bdnsch, Caix). Altri vnole
stia per manAta, essendo noto, dice il Ghe-
rardini, che piii voci nel contrarsi si ri-
sarciscono delle letter© perdute con rad-
doppiarsi alcune di quelle che loro restano.
Manipolo di paglia o di semente, Co-
vone.
Deriv. (toso.) Maniggia = luogo dove si disten-
dono i oasoami; MannXUcnt; Mannbcchio; Am-
nannfre; Sciamann&r+JUthfns [$cia = ea>-ad\.
nannaia e mannara dial. lomb. ma-
nara; Mir. manarra, manjarra (venuto
dalle lingue romanze): dal barb. tat. ma-
nuaria tcwre a due mani [addoppiato n
per la escluaione dell' u, come in Gen-
naio, Battere ecc] (cfr. Manna 2), che
surse da mAnus mano (Muratori).
Coltella grand©, per lo piu con due ma-
nichi, e specialm. Quella che nsa il boja
per tagliare la testa.
Deriv. JfannaiSUa; MannaiuSla; MannarSse =
stromento da tagliare, simile al Pennato.
(Lupo) Sembra a taluno di
provenienza germanica e comp. del ted.
mann uomo e antic, hart, hard duro,
forte : meglio, attenendosi ad una origine
italica, dal lot. humanarius, che darebhe
lup'umanario rispondente al gr. lyk-an-
thrdpos luvo-uomo (ted. mann -wolf); o
col Caix dal lot. mania spettro dei trapas-
*Ui e propr. dei mani, indi cosapaurosa,
mediante un aggett. maniarus. E di fatti
« manie » si cussero una volta le effigi
di cera che i devoti appendevano per voto
a qualche altare, simili a quelle dei mani
o penati dei Latini; e piu, anticamente
oerte piccole figure di cera, che si usa-
vano nei sortilegi, onde per il popolo
esse erano divenute espressione di alcun
che di arcano e di pauroso, si che servi-
vano, come sappiamo da Festo, di spaurac-
chio ai ragazzi. [mania© etiam dicuntur
iniantum terriculamenta, turpes defor-
mesque person®, quibus nutrices pueris
parvulis minitantur, ut ait Festus. Cos!
il Forcellini].
Aggiunto a lupo vale Animale imma-
ginario, che si nomina per spauracchio
»i bambini; Nelle leggende TJomo mutato
in hpo senza cessare di esser uomo. Oggi
si dice Chi sofire di certe convulsioni, per
le qnali vuolsi costretto a uscire ululando
nottetempo di casa per cercare refrigerio.
aanella-o dimin. di mAnna nel senso
generale di quantita di cut sia capace la
aano.
Manipolo, Piccolo covone.
Nel Senese vale anche Gomitoletto di
rcfe o cotone filato; e i battilori danno que-
«o nome a una quantita di circa sei once
P. 180) di gavetta awolta sopra il roc-
mannerino detto per MiNORfNO diminut.
di min6rb se non gia nel senso di piu
piccolo, piu giovane, in quello originario
di diminuito, che ha qualche cosa di meno,
da minubrb diminuire, scemare, ond'anche
Men no =* privo di facoltd virile, castrato
(v. Meno). Altri pensa al gr. mAnos deli-
cate, morbido, che non avrebbe il neces-
sario intermedio latino.
Oastrato tenero e grasso, destinato al
macello.
manndcchia-o [cfr. dial. sard, man-
nuju; rum. manunchiu; [mod. prov.
manoul; ant. manoil; cat. manoll] sp.
manojo; port, molho per manolho =
*manuculum] contratto da mannuoola
forma dimin. di mAnna manipolo di biade
(v. Manna).
Fascetto di scope o d'altri legnami, che
serve a collegare la terra per fare fortifi-
cazioni. [Dicesi anche Manocchia, perdendo
una n per influsso di mano, ovvero sor-
gendo direttamente da questa, come la
voce Manipolo].
mano rum. m ana; prov. mas; /r. main;
cat. ma; sp. mano; port, mao: ™£a£. mA-
nus, che il Oorssen, il Curtius ed altri
traggono dalla rad. ma- misurare User.
mati), preparare, costruire, alia quale il
Benfey riporta anche il sscr. ma-nam: pro-
priam. quello che misura, che si estende,
che dbbracoia, owero che costruisce (cfr.
Madre, Mani, Mensa, Mese, Metro). Altri
connette al gr. man6s non compatto, cioe
aptrto, quasi che indichi la mano dischiu-
sa, in opposizione al pugno (v. q. voce).
Membro delFuomo, attaccato al braccio,
per cui mezzo egli fa tutte le sue opera-
zioni; fig. Aiuto, Forza, Potere, Autorita
(anche il turco ol ha il doppio signifi-
cato di mano e for%a)\ Attitudine natu-
rale a fare una cosa; e, scambiando l'atto
con l'agente, Opera, Fattura, e piu con-
cretamente Forma materiale di scrivere;
Strato di colore che si da a una pittura,
a una parete.
Banda, Lato, Parte [dov'e posta la mano]:
Cosi ritornan per lo oerchio tetro
Da ogni mano all'opposto panto
(Dahtb. Jn/. vn).
indi Precedenza nel giuoco.
Dicesi anche per Quantita indetermi-
nata ma non grande di persone; altrim.
Schiera, Banda, Frotta, Stuolo, al modo
stesso che Pugno e Manipolo, presa la
similitudine da una quantita di cose
strette nella mano (cfr. alban. kopee =
mod. gr. kopade frotta d' animali o di
persone da kape afferro).
Questa voce per la frequenza delle fi-
gure ha da to luogo a copiose locuzioni,
le quali si riannodano piu o meno agli
espressi significati: tali ad esempio
« Esser di mano di alcuno > = Esser
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mandmetro]
— 808
[muoTMli
fattura di ltd: — « Prestar man forte »
— Correre in aiuto: — « Lavarsi le mani
di una cosa = Non se ne volere impao-
ciare (come Pilato nella condanna di Gesu
Cristo): — « Far man bassa > — Ucci-
dere, Sperperare: — * Persona alia mano »
— Trattabile: — « A mano a mano » —
Via via. — « Fuor di mano » — Lontano:
— « Sotto mano » — Di sotterfugio: —
c Di lunga mano »-D» gran tempo.
Deriv. Manata; Manilla; ManAco; Man4U+o-
tftto; ManevoU; M&nica-o: Mantera-c; ManigUa;
Manipolart; Manfpolo; M&nna 2; Mannata; Ma-
n&o; ManovaU e Manual*.
Comp. Mandate; MantfatUfre; Manifesto; Man-
Uvare; Manomitttre, Manbpola: ManctcrCUc; Ma-
novWa; Manbvra; Mantulto; manUnfre; MantCU;
Mamtbrio.
Oft. Maglio; Mancia; Manciata.
mandmetro dal gr. manos raro e ma-
tron misura.
Strnmento per misurare il grado di ra-
refazione dell'aria o la tensione del vapore.
manomettere dal lat. manu-mIttbrb
— part. pats. manumIssus - lasciart andare
dalla mano, doe, mettere in liberta. Presso
i Roman! coal venne detto l'atto di libe-
rare uno sohiavo, perche il modo pin so-
lenne di manomiasione consisteva nel oon-
durre il servo per mano innanzi al pretore
e quindi dopo la pronunzia di cert© for-
mule, lasciarlo andare dalla sua mano,
coll© parole: « vade quo vis » va dove vuoi.
E oosi il servo rimaneva libero. Ai tempi
fendali il padrone affirancava il servo dan-
dogli un piccolo schiaffo sulla guancia.
Oggi il vocabolo, dimenticata la sua
special© origin©, significa invece Metter
sotto mano, Cominciare a servirsi di qual-
che cosa [nel qnal senso il volgo dice pure
Marimettere — Manimettere]; eaan-
che Quastare, Offender©.
Deriv. Manomtoo; Manomesiitfn*.
manemissidne =- lat. manumissi6nbm
da manumIssus part. pass, di manumIt-
tbrb affrancare (v. Manomettere).
Era presso i Eomani l'atto di libera-
zion© dei servi, il quale si compiva nel
modo seguente: il padrone poneva la mano
sulla persona del servo, e pronunziando
le parole « voglio che quest'uomo sia li-
bero » lo lasciava andare dalla sua mano
(e manu mittebat turn),
mano-morta dal lot. mAnus mano che
nel diritto romano ebb© gia il significato
di potere, dominio, diritto (che pur s' in-
contra oggidi nelle frasi forensi Mano
regia, Mano militare ecc): quindi in que-
st© caso la voce Mano vuoi dire il diritto
di alienare e di trasmettere, e morta equi-
valente a impotente, incapace.
Termine di giuruprudenza. Stato de'servi
che in forza di antichi diritti feudali,
erano privati della facolta di testare e di
disporre de' loro beni quando non avevano
figli, essendo in tal caso erede legittimo
il padrone; Condi zione de'beni che ap-
partenendo a corpi religiosi, sia secolari,
che regolari, rimangono immobilizzati ed
inalienabili.
mandpola mod. prov. manoufle; sp. e
port, manopla: dal barb. lot. manupula
comp. di manus mano ed un secondo ele-
ments, che taluno spiega col gr. opleo
armo, fomieco (onde 6plon ecudo e al
plur. armif masseruie), ma che invece sam-
ara non essere altro che un suffisso di
diminutivi in vari dialetti italiani, quale
pure ritrovasi anche nel barb. lot. mani-
-pula aadugamano (cfr. Catipola, Pan-
tofola).
Anticam. Armatura della mano, in forma
di guanto di ferro, che saliva fino al go-
mito, della quale facevano anticamente
uso i soldati a cavallo. Oggi Pezso di
cuoio per riparo della mano nel lavorare,
detto anche Guardamano: ed anche Quella
parte o lista trasversale della manica, che
cuopre il braccio dal polso fino alia pie-
gaturadel gomito.
mandso detto di panno o tela: Che
cede al tatto della mano.
manoraldo corrotto da mandovajldo,
mondovAldo, monduAldo; che trae dal-
Va. a. ted. muntwalt tutela, avvicinato
per falsa etimologia popolare a mAno (v.
Mondualdo).
Curator© legale dell© donne nell'antico
diritto feudal©.
Dwriv. Manovalderia.
manerale = lat. manuAlrm, da mAnus
mano.
Propr. chi lavora con la mano ; in spe-
cie Operaio che porta al muratore i mat-
toni, la calcina e quanto altro gli abbi-
sogna.
manorella ant.fr. manevelle, mani-
vell©, mod. mani veil©: lo Zambaldi
lo crede diminut. di man6vra nel senso
generico di opera di mano, perduta la r
del positivo come nel lat. cap el la di-
minut. di capra, ed altri lo ha per de-
rivato dal lat. manu-lbvArb al%are con la
mano. Lo Scheler invece dal lat. mAnus
mano e a. a. ted. wbllan [=■ got. val-
vjan, boem. valviti, lat. v61vere] gi-
rare, onde we 11a a*%e della ruota (v. Vol-
gere e cfir. Vaher). Per6 anche questo
connubio soddisfa poco, e quindi sembra
miglior partito attenersi a una deriva-
zione, che oltre essere interamente latina,
si attaglia piu di tutte per la forma e
pel significato, attribuendo, cioe, la pa-
ternita a manubrium mediant© una forma
diminut. manubbllum (come vertibHlum,
onde Bertavello, fr. vertevelle, ver-
velle sta accanto a vertibulum), o a ma-
NfBULA [— = mamanIoula], che fa supporre
una forma second aria manibblla, owero
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■utm]
- 809 —
[mantut
kcAlla, che sempre tiene a mAnus mano
(come il/r. manvee da manudta).
Palo o Stanga, che serve di leva, per
girare strettoi od altro.
■aiOTra prov. e port, manobra; sp.
maniobra; fr. manouvre: dal barb.
laL xanopbra strvizio manuale, comp. di
kajtus mano e 6pbra contratto in 6pra,
6VRA.
Propr. Operazione che si ft. con la mano;
Doi Mbvimenti ordinati (degli eserciti,
delle navi, dei convogli, ecc.) diretti ad
on fine.
Deriv. Manovrbre; Manovr&re.
maarftto propr. Colno dato con mAno,
da [parte] rbtta [=» airitta] a sinistra;
oontrario di Manrovescio.
fflaaroTescio Colpo dato da sinistra a
dritta col dorso della mAno, che e il bo-
tescio rapporto alia palma, e per estens.
anche con arma da taglio o bastone: detto
anche Manrive'scio o Bovesci6ne. —
Altri spiega con la mano rovbsgia, ossia
con la parte convessa. Contrario di Man-
ritto.
mangionarlo lat. barb. mansionArius da
mansio - genit. mansi6nis - dimora, obi-
fawne (v. Mansions).
Cosi fd detto un TJfficiale incaricato
della conservazione dei mobili nei reali
palazzi ; poi on Prete che ha in custedia
una chiesa con i suoi arredi sacri, e la
ufficia.
nanaidne = lot. mansi6nem {fr. mai-
son) ace. di mAnsio dimora, abitazione da
kahbrb - part. pass. mAnsus - rimanere
(v. Manert, e cfr. Magione, Maniere, Massa).
Latinismoche propr. vale Stazione, Fer-
mata, Stanza. Negli uffizi l'usano anche
per Indennita di alloggio.
Deriv. Mansion&re =b. lat. maksioxArz asiegna-
rt statua, onde Mansionbnte e Mansion&rio.
manao e manzo 1. prov. mans; %p. cat e
fort, man so : anzicne da mAnsus masti-
wto, trilato e quindi ammorbidito, siccome
*knno pretende, deve ritenersi contratto
faVankc. MAN8UB8, o da mansuetus docile
fc Mansueto), alio stesso modo che dicesi
Bomo per domato, Fino per finito.
Voce ant. Mansueto, Piacevole, Trat-
tabile.
Qoati si fanno ruminando manse
Le oapre state rapide e proterve.
(Da ntk. Purg. xxvn, 76).
2. prov. e cat. mas; fr. mes casa [ingl.
manse abitazione del parroco]: = barb. lat.
haksum, che confronts col class, mansio
tUame, casa, che e da manerr dimorare
(cfr. Mansione).
Podere, ove dimora il colono.
ouasiefare contratto dal lat. mansue-
Jacerr comp. di MANSUB8 mansueto e pA-
<*hb fere (cfr. Consueto).
Propr. Bendere abituato alia mano, e
quindi Addomesticare, e fig. Baddolcire.
Deriv. Mansue/Htto [sinon. di Amman$bto~{to].
mansneto — lat. mansubtus (= ant.
mansues) da mAnus mano e subtus par-
ticip. pass, di subsobrb assuefare, presa
l'idea della bestia educata a venire sotto
la mano (ad manum venire suetus).
Docile, D'indole mite e serena.
Deriv. Mamuetiidint. Cfr. Mansuefbre.
manteca dallo sp. manteca [= cat. man-
tega, port, manteiga, rum. mantic&J
grasso, strutto, burro. II Diez suppone che
la voce spagnola siasi formata sul cat. mAn-
tiga saooo di peUe, ond 'anche Mantaco
[»- Man t ice], del quale gli Arabi si servi-
vano per fare il burro; e cosi l'6tre del
burro sarebbe passato a significare il
burro medesimo, alio stesso modo che
Forma in siciliano vale anche formaggio
(cfr. Mantioe).
Grasso di diversi animali, di cui gli
Arabi e i Barbereschi fanno un grande
uso a modo di burro, per preparare le vi-
vande; ed anche Sorta di burro, quello
che si ricava dalla ricotta, ed e ordina-
riamente salato ; poi Quel grasso odoroso,
con che si ungono e lisciano i capelli,
altrimenti detto Pomata.
Deriv. Mantsc&re.
mantello prov. mantels; cat. man-
tell; ant. fr. mantel, mod. manteau:
onde lo sp. e port, manteo (che pur si
trova importato nelle lingue neo-celte e
germanicne: ingl. mantle, a. a. ted. man-
tal). Alcuni traggono questa voce dal lat.
mantbllum tovaglia (v. Mantile), ma e
Siii verosimile ritenerla forma diminutiva
i mAnto (v. q. voce).
In senso generale significa Specie di
vestimento per lo piu con bavero e senza
maniche, che d'inverno si porta sopra gli
altri panni e avvolge la persona; in senso
generale Tuttoci6 che serve a modo di
coperta per coprire qualche cosa.
Deriv. Manilla; Mantell&re, onde i oomp. Am*
mantsll&re e Smantellhre.
mantenere prov. e sp. mantener; fr.
maintenir; port, manter: dal lat. ma-
nu-tenere tenere in mano.
Propr. Tener fermo e fisso ; e nel senso
figurato Conservare nel medesimo stato
(come il ted. hanjd-haben che vale avere
in mano, e fig. proteggere).
Deriv. ManteritnU (= Immantiri&nte); ManU-
v&nza: ManUnCbiU; ManUnimfnto; Mentittfre-trf-
ce. Cfr. Manutengolo e Manutenzitfne.
mantia = gr. mante! a da mAntis in-
dovino, prof eta, che tiene alia rad. man-
che nelle lingue indo-germaniche ha il
senso di pensare, ond 'anche maino|mai|
sono in agitazione di animo, e quindi sono
agitato, invaso, ispirato da una divinita (v.
Mente e cfr. Mania, Negromante).
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mantice]
— 810 —
[manuAUe
L'arte della divinaaione, fine da remo-
tissimi tempi praticata e studiata.
mantice e piu ant. mantico e mantaco
dal lot. barb. mAntioum congener© a mAn-
tica borsa, bisaccia, che dal suo conto
sembra trarre dal gr. mandAke pettt, ma
che perfc gli antichi etimologisti danno
per voce venuta di fuori ed usata anche
dagli Arabi (cfr. Manteoa).
Strumento di vacchetta a pieghe con
ossatura di legno, che nel mnoverlo s'em-
pie d'aria e la manda fuori; per simUit.
c Mantice della carrozia » la Ooperta di
cuoio, che s'alaa e si abbassa.
D«riv. M&ntiOtto = soffietto; Mantieiaio-ro;
Manticidne.
mantiglia [prov. man till]; fr. man-
tille: dallo sp. mantilla significante
pure gualdrappa) « port, mantilha, che
sembra forma diminntiva di mAnto (v. q.
voce), ma che gli etimologisti portoghesi
traggono dall' arab. mandila sorta di veste
donnesca. [L'albanese ha man ti lye gual-
drappa, di provenienza certamente ro-
manzaj.
Lunga e larga ciarpa nera che fa parte
del costume nazionale degli Spagnuoli; si
porta ordinariamente sul capo e s'incro-
cia sotto il mento. Poi anche Specie di
mantellina di seta per donne, la quale
cuopre le spalle e la vita e le cui falde
passano sulla piegatura delle braccia e
riunite pendono aUargate sul davanti tin
verso le ginocchia.
Deriv. Mantiglttine = sorta di mantiglia oon
oappuocio.
mantile prov. mandils tovagliuolo; sp.
e port, mandil grembialt, gualdrappa [to
sp. ha pure man tiles tele per tovaglie,
ed anche la tovaglia stessa, manteleria
biancheria] : = lot. mantile volg. per man-
tels (ed anche mantelum, mantelium,
mantellum) tovaglia che i piu spiegano
con mAnus mano e tela tessuto II man-
telum differiva dalla « mappa » perche
quello era ruvido e questa piu morbida,
il primo serviva a coprire fa mensa, la
seconda a nettarsi le mani e ciascun
commensale portava da casa (cfr. alb.
mandilje = gr. mod. ma. ntyli pezstwla,
fazzoletto, voci certamente provenienti
dalle lingue romanze).
Tovaglia e Tovagliuolo di grossa tela.
manto sp. e port, man to Cap. manta
coperta di lana): dal tardo tat. mAntum
specie di mantello, voce probabilmente ve-
nuta di Spagna e che Isidoro pensa esser
cosi detto quod mAnus tegat tantwn: est
enim breve amictum: ma altri ranronta
al gr. mand^as = mand^S, mand^s
mantello. voce di origine persiana conser-
vata nel greco, alia quale pure sembra
doversi ricongiungere Valb. m a n d j a, m a n-
d^e mantello. Gli antichi senza alcun cri-
terio nlologico accostarono questa voce al
gr. i-mat-ion veste, mantello, toga, o lo
vollero contratto dal piu antico tat. man-
tellum tovaglia, e in senso generale tutto
cid che serve a mo' di coperta per nascon-
dere q. c. (v. Mantile).
Veste ampia e lunga senza bavero e con
lo strascico. Oggi pero e voce usata sol-
tanto a indicare Mantello reale, princi-
pesco, di parata ecc.
Deriv. Mantello; Mantiglia; Ammantare; Am-
mAnto.
manto e il fr. mantbau (v. ManUUo\
Voce dell'uso assai antica per Soprav-
veste ricca ed ampia.
mantrugiare Sembra composto di mAno
e trugliAre ■= intrugliare (v. q. voce)
al quale altri sostituisce st&usolAre.
Maneggiare, Trattar con mano, Bran-
cicare.
« Frutte mantrugiate > si dicono Quelle
di buccia liscia e sottile, le quali per es-
sere state toccate e ritoccate, hanno per-
duto il natural fiore, cioe quella polvere
o velo bianchiccio, onde alcune sono co-
perte, come le susine, i fichi e certeuve.
manualdo — Mondualdo (v. q. voce).
manuale 1. =*lat. manuAlbm [=sinon.
di manuArium] da mAnus mano.
Propr. Fatto con mano; ed anche Ma-
neggevole, o Da aversi facilmente alia
mano: onde sostantivamente dicesi per
Libro che ristrettamente contenga per
guida ed istruzione dei pratici i precetti
essenziali di qualche dottrina o arte, quasi
a signiiicare che se ne dee far uso fre-
quente e averlo spesso a mano.
[I Latini dissero « manuale > un piccolo
astuccio di legno o legatura per un libro,
che preservava i margini dei fbgli dal-
l'essere logorati o cincischiati dalrabitoo
dalle mam della persona, che lo portava
con se].
Deriv. ManualUa; MantuUmsnte.
manubalestra dal lot. manubalIsta, ma-
nuballIsta propr. balestra a mano (v.
Batista).
Specie di balestra negli strumenti mi-
litari de 'Roman i al tempo di Vegezio; che
piu anticamente chiamavasi Scorpione.
mannbrio *= lot. manubrium, che gli
antichi dissero stare per manuhtbriu*
comp. di mAnus mano e hibbrb per ha-
bere avere, tenere (v. Avere): ma vera-
mente la seconda parte della voce non e
che il suffisso -brium = brum frequente
nei nomi di strumento, come Candelabro,
Velabro (v. -bro).
La parte di macchina o di arnese, che
si tiene in mano nelP adoperarlo; altri-
menti detto Manico.
manncare Voce antica per manducArb
mangiare (v. Mangiare).
manufatto =- lat. manupAotus.
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nteigolo]
Fatto a manor lo stesso che Artefatto.
Dwiv. Manu/iUtolo ohe e Piooola firtttalla di
fari&a di cartagna.
maintengolo da mandtbnArb gia usato
pear eondurre tenendo per mano.
Chi tien mano alfe frodi altrui, o a
furti, agevolando Fesito della oosa fur-
tiva; anobe Mezzano d'amore. [Diverso
da Manitengolo che si us6 perManico
= arnese che si tiene in mono],
manatenxidne = lat. manutbnti6nbm
comp. da mahus mano e tenti6nbm for-
mato su tenths part. pass, di tbneo
tengo* posseggo (v. Tenere).
LaUnism. Conservazione, Sicurta per il
mantenimento della cosa (parlando spe-
cialmente di strade, edifizf e sim.).
■aiitfaa dal lot. manerb rimanere me-
diante il b. lat. mansus (v. Manso 2): ma
secondo altri, perche serve al pasoolo dei
manzi e delle altri bestie.
Terra ohe sta in riposo l'anno della ro«
taaione agraria e che serve al pasoolo
del bestiame.
manio prov. mans; sp. e port man so
mansueto: dal lat. mansubs, meglio che
per sincope da mansuetus, i quali val-
gono lo stesso (cfr. Manso).
Giovane torello ancora mansueto o reso
tale colla evirazione.
Deriv. Manka = giovane vaooa; Mambtta;
Jfaufaa (P).
naona fr. mahon, mahone; sp. ma-
ll on a: dalVarab. mahOn vaso, come Va-
scello da Yaso (cfr. Magona): altri dal-
Yant. fr. Mahon Maometto, MaomeUano.
Nome di una sorta di nave turchesca,
foggia di galera, o piuttosto di galeazza.
mappa fr. nappe (in sp. manteles
propr. mantUe): — lat. mappa, voce di
provenienza fenicia, secondo Qaintiliano,
che signified tovagliuola da pranzo, che
per soHto i convitati recavano seco, e poi
aerviva anche per portar via in esso ta-
lime ghiottonerie avanzate a tavola.
Ora si usa nnioamente nel senso figu-
rato di Carta geografioa o topografica:
ed e ricordo dei tempi, nei qnau si usava
acrivere sn pezze di lino.
Deriv. Mappamtfndo; Mapp&rio.
■■ppamondo da mappa nel senso di
carta, piano e mondo (v. Mappa).
Carta rappresentante tutte le parti del
giobo terreetre, divise in due emisferi,
Pano Orientale, Paltro Occidentale.
marabotto o marabiitto fr. marabout;
port, marabuto; sp. maraguto: una
delle vele minori della nave, che si ado-
rcoi venti gagliardi: forse cosl detto
nome di un uccello afrioano dalle
phune finissime da noi chiamato Marabu
« port, marabuto (v. Marabu).
marabtf port, marabuto.
Nome di un uccello africano, che pro-
— 811 — [marangdne
babilmente ebbe il nome dai preti mus-
sulmani detti marabutti (v. q. voce), alio
stesso modo che si disse Cardinale un
uccello dal ciuffo rosso.
II Marabu e ricercato per le sue piume
finissime, e quindi per somiglianza ap-
pellasi con questo nome una Piuma mol-
lissima di una sgarza africana (cicogna
algala dei moderni ornitologi) di cui si
servono le donne per guarnizioni e accon-
ciature.
marabuto e marmbutto sp. morabito;
port, marabuto: dall'araft. marbCt legato
da rabata legart, propr. legato con voto a
menar vita ascetica e solitaries Voce spesso
confusa con Morabito (come nello sp.)
che trae da mtjrabit, pi. murabitin da
rabatha tsstr ftrmo e che propr. vale
ooUocaio al confine nemico, ossia, posto a
difesa della frontiera e fa il nome di una
razza araba, che signoreggi6 nell'll e 12°
secolo in Spagna (cir. Maravedi).
Beligioso musulmano; uomo che si con-
sacra alia pratica e all'insegnamento della
vita religiosa. Ootali religiosi s'incontrano
in gran numero nell'Africa settentrionale,
e siccome vestono laidamente, hanno fatto
si che il loro nome divenisse sinonimo di
Uomo estremamente sudicio.
marachella una volta il Caix dubito
fosse detto per *maoherella (con meta-
tesi delle consonanti mediane), diminutivo
di un supposto *maohbra invece di ma-
cua \macchia]j per il facile soambio di
l nell'affine r. Raweduto in seguito lo
annette alia rad. mar- che e nell'a. a. ted.
marran errare, marrjan impedire, ves-
sort, nelVingl. to mar guastare, nel prov.
e ant. fr. marri offenders (v. Smarrirt o
cfr. Mariolo).
Frode, Inganno, Gherminella.
marame prov. mairam, mairan; ant.
fr. mairien, mod. merrain; (cfr. piem.
mar oca pattume): il Flechia anzi one a
mare (quasi rifiuto gettato dal mare alia
spiaggta) conduce questa voce a materia,
materiambn, e la Michaelis con minore
sforzo a una rad. mar- col senso di ts~
sere oscuro, che essa ritrova nel gr. mac-
ros oscuro, onde il sic. ammaragnar
oscurarsi: da cui poi il senso di essere
confuso, disordinato, che e nello sp. ma-
ran a confusione. Altri la rannoda al celt.
marm — ant. fr. merme piccolo, come
se dicesse unione di minime cose, di cose
viU (cfr. Marmaglia).
II peggiore di una quantita di cose, os-
sia lo Soeltume, come sarebbe un Rifiuto
di mercanzie.
marangdne lo stesso che Mergone
Saccrescitivo di Mergo -= lat. mergus)
I'onde mediante il cangiamento della e
in a (come in Mareotta che sta per
mergotta), e la epentesi, di un 1 A fra r e a
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marasea]
812 — [march&e
per agevolare la pronunzia, (come in Sa-
ra go che sta per sargo), e la inserzione
defla nasale, si feoe M argon e, Mara-
gone, Marangone. Giova awertire che
le citate forme intermedie sono atte-
state da quelle proprie di alcuni volgari
italiani, perocche la prima trovasi rap-
presentata dal sard, m argon e, dal sic.
marguni, dal ligur. m argon, e la se-
•conda e riflesso dalla forma siciliana ma-
raguni e, come insegna il Flechia, in-
•contrasi anche in qualche antico scrittore
toscano (v. Mergo).
Nome d'uccello acquatico, che si tufla
per predare sott'acqua; e per traslat. Pa-
lombaro, che e il nomedi quegli uomini,
ohe si tuffano a ripescare le cose cadnte
in mare o racoon ciar le navi sott'acqua:
onde per estens. anche Maestro d' ascia,
Falegname.
marasca Sta per amarasga da amAro.
Specie di ciriegia aspra e amarognola.
Deriv. Maraschino = liquore preparato ooi
ntooioli dell© oiliegie amaraaohe.
marasmo ■» lat. marasmus dal gr. ma-
ra8m6s, che trae da mora1n6 consumo,
4issecco, languisco, dalla rad. mar- morire,
che in senso attivo vale anche tritare,
jsonsumare, distruggere (v. Morire),
Languor© con magrezza estrema, che
spesso conduce alia morte.
mararedi dallo sp. maravedi (= prov.
MARABon) alterato dall'arao. murabitIn
{sinon. di Al-moravides) plur. di mu-
rabit, che propr. valefermo, soldo, e s'in-
terpreta anche per difensore deUe frontiere,
da rabatha wwr fcrmo, soldo, che tiene
alia stessa radice di Marabutto (v. q. voce).
Nome degli Arabi, che signoreggiarono
(an. 1094-1144) in Spagna (Cordova), i
quali dettero il loro nome ad una Mo-
neta d'oro, che indi pass6 ad una Piccola
moneta di rame d'infimo valore, oggi
rammentata solamente nei conti.
maravlglia cat. maravella; sp. ma-
ravilla; port, maravilha: lo stesso che
Meraviglia dal lat. mibabilia cose me-
ravigliose (v. Meraviglia).
Commozione di animo, prodotta da no-
vita o da cosa rara, che rende attoniti.
Deriv. Maravigliabtle; MaravigUamSnto; Ma-
ravigli&re; MaravigliSvole = Maraviglifoo.
marazzo da mark nel senso di accolta
di aeque, mediante una forma barb. lat.
maratium, ed e voce analoga al fr. marais
= ant. maresc e marecage *»ant. ma-
rescage, che pur valgono Palude, Pan-
tano, Stagno.
Deriv. Marazz6to; e cfr. Marest.
marca sp. e prov. marca: /r. marque,
march e, voce proveniente dal germanioo:
got. marka, a. a. ted. maroha, (med. marc,
mod. mark) limite, termine, confine ed an-
che contrada; a. a. ted. march, mod. mar-
ke [ant. nord. ted. marc, sved. marke,
ang-sass. mearc. ingl. mark] segno t con-
trassegno (specialm. della proprieta); che
trovano ranrontonel celto: cimbr. marc,
bass. bret. marz segno: da una rad. mar-
col senso di finire, terminare, owero dalla
rad. march astergere, pulire [sscr. mar-
g*ati], onde il senso di arusciare, strisciart,
e poi l'altro di delineare [zend. marezu,
pers. marz orlo 7 lituan. mar gas vark-
gato] (cfr. Margine).
Frontiers militare di uno stato (fr. m ar-
ch e); Paese di confine; ed anche genericam.
Distretto, Paese: tale in Italia la Marc*
di Ancona, la Marca Trevigiana, tale la
Danimarca o Paese dei Banesi, ecc
Si dice Marca anche per Contrasse-
gno, (fr. marque) specialm. quello che
si appone alle mercanzie, d'onde il verbo
Marcare.
c Marca » e « Marco > fu pure il nome
di una Moneta d'oro o d'argento, che va-
leva due terzi dell'antica lira romana
[ted. mark, anglo-sass. marc, mearc,
ant. frison. merk ecc.].
Cfr. Marchiare e Marctare.
marcare f prov. sp. e port, marcar; fr.
marquer, anl. merker,merchier, mar-
cher; a. a. ted. markdn, mod. marken;
ang-sass. mearc an]: da marca [voce di
provenienza germanica, nel senso di con-
trassegno (a. a. ted. marc, mod. Marke,
oland. mark); sebbene il Canello gli as-
segni una origine italica nel lat. maR0U8
martello [il cui diminut. mArgulus avrebbe
dato regblarmente Marchio],come sedi-
cesse segnare a colpi di martello ^ pur non
escludendo che il germanioo abbia eserci-
tato una influenza nella formazione di
questa parola (v. Martello e Marchiare).
Imprimere un segno, che dicesi anche
Marchiare.
marcasita fr. marcassite; sp. mar-
casita, marquesita, marcajita: dal-
Varab.-pers. markas'Itsa selce (Devic), o,
come pensa il Sousa, dall'ara6. markazat,
che tiene al verbo rakaza scoprire mi-
niere.
Sorta di mezzo minerals, di un bel lu-
stro, composto di terra, di zolfo, di salie
di sostanze metalliche, detta altrimenti
Pirite.
marcesefbile dal lat. marobsobrb in-
coativ. di maro^rb esser marcio, appassito.
Corruttibile, Sottoposto a marcire.
march^Se prov. marques, marquis;
fr. marquis; sp. marques; port, mar-
que z: dal barb. lot. marohbnsbm gia sorto
nel sec. vni prima di marohIsius, mar-
QUfsius (sec, x) e formato sul ted. mar-
oha confine^ frontiera [sottint. do minus
signore] (v. Marca e cfr. Margravio).
Una volta Signore preposto alia guar-
dia delle frontiere di uno Stato; piu tardi
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■archiaio]
Titolo di dignity, che si dava a chi pos-
sedeva una terra eretta in marchesato
per lettere paten ti; Oggi semplice Titolo
di nobilta confermato o conferito dal so-
vrano.
Si dice volgarmente, e leggeei anche nel
Berni e nel Yarchi, per Mestruo delle fun-
mine, e credeei inventato a capriooio per
motivi di decenza. II celt, march donna
dtifluido, gia proposto da alcuno, tor-
nerebbe a capello: ma come potrebbe es-
sersi formata una voce relativamente re-
oente, che e solamente nelT italiano, con
elementi celtici?
Deriv. Marchtha = Marckttona; MarchMU;
Mardutoto; MarcheHno-4ccio.
■arehiame per aloono vale improntato
col mArohio (v. q. voce) efig. Straino, Ec-
oessivo; altri propone ll celt moro smisu-
rato,ampio,grosso; mae verosimile prenda
otigine dalla grossa ciriegia, che ebbe il
name di marchlana, forse perche prove-
niente dalla Marchia o Marca d'Anoona
il che sarebbe conferma vedere usato
qnesto aggettivo quasi sempre al femmi-
nile, nella maniera c Essere o parer mar-
ehiana > (cfir. Baggiano).
marcMajre propr. Improntare col mAr-
cmo (v. q. voce).
Contrassegnare improntando: sinonimo
di Marcare.
DeriT. Marckiattr+trict; MarchiaMra.
marcUo prov. marc; ant. fr. marc e
mere, mod. marque segno, misura: se
non ha lo stesso etimo di Marca (dal
germamc marc segno), non pu6 stacoarsi
dal lot. MAROULU8 diminutivo di mArgus
narteUo, che meglio spiega la presenaa
delTi: marculo, marc'lo, marchio. In
questa ipotesi pero il verbo Marchiare
=*marculArb sarebbe l'antenato, per-
che solo da marteUare pufc venire il senso
di imprinter segni con un colpo; indi quello
di impronta o coca improntata, cioe Mar-
chio, che perci6 dovrebbe prendere il rango
di sostantivo verbale.
Segno o impronta fatta per conoscere
o autenticare checchessia; [Una volta si
diase anche per Peso della stadera. quello
cioe che segna la quantita]; Quello che
tfmprime ai cavalli con ferro rovente; e
Quello che un tempo imprimevasi nelle
spalle ai malfattori perpoterli riconoscere,
onde Marchio d'infamia per Atto che im-
prime un carattere infame, obbrobrioso.
BniT. Marchidre.
nircia sp. marcha: dal fr. marchb lo
«<fcire, e quindi passo, gradino (v. Mar-
tian). — L'aaione del marciare.
marciapiede e il fr. marche a pied
da marcher cammvnare (v. Marciare).
Spado piu alto ai lati di una strada,
P«r lo piu selciato, per camminarvi a
piedi.
— 818 — [marco
marciare sp. e port, marchar; ingl. to
march: dal fr. marohbr (ond* anche il
mod. ted. march iren); che il Diez pensa
derivi da marchb nel senso di frontierOf
confine, paese, come se dioesse andare da
un confine alValtro (v. Marca); altri dal
lot. mbrcAri eommereiare, perocche il com-
merciante [fr. marche an tj e tratto dagli
affari suoi a ire da un luogo a un altro;
ed altri poi dall'a. a. ted. march cavallo+
Lo Scheler per6 ritiene che l'idea origi-
naria di marciare sia quella di premere
o battere col piede, pestare, e lo nattacca
alia rod. marc-, d'onde il lot. marcus,.
marculus, marcellus martello, al quale
egli, seguito dal Canello, annette anche
il fr. marquer marcare (v. MarUUo, e
cfr. Marcare). Ansi egli cita a suo con-
forto, per dimostrare, cioe, che la idea
primitiya e quella di premere, una uguale
relaaione di significati fra il ted. wal-
ken battere, premere e 1' ingl to walk
passeggiare, trester vinaccia, treten caU
pestare e tritt pas so; a cui pu6 aggiun-
eersi il fr. marc (ted. traber) vinaocia
(ossia uva premuta), che sta di contro a
marcher (ted. traben) marciare, ossia
premere col piede.
Procedere con passo misurato, come
fanno i soldati quando camminano in
schiere.
Deriv. M&rcia; MarciapQdi; Moyrciata.
ntarcle dal lot. mArcidus che tende a
marcire.
marcire ant.fr. marchir: dal lot. mar-
cere affine al gr. mar-ainein lasciare op-
passire, consumare, estinguere, che e un
derivato per vie secondarie della grande
rad. mar- [trasformata nel lat. in mor-]
morire, la quale in senso attivo vale anche
battere, tritare, distruggere (tscr. marati
morire, tritolare), che ha pur dato il laL
marcus e martulus marteUo (cfr. Ma-
raemo, Marco, MarteUo, Morire).
Imputridire, Quastarsi, Corrompersi. —
c Marcire in un luogo » specialmente
c in prigione » =■ Starvi grandissimo
tempo [quasi fino a divenirne marcio].
Deriv. Mbrcia: Marcibia; Marctblo; Marcimt?
Mhrcio; Marciotfno; Marcitfto; Marcittto; Marci-
Utra; Marchtms; Mareetcfbile.
marco prov.. e fr. marc; ant. /r. mere
segno, misura: dal ted. mark marca, segno
(v. Marca).
Peso di otto once, che serviva special-
mente in Francia a pesare le materia di
oro e d'argento. Oggi Oontrappeso della
stadera, gia detto anche Marcnio. Signi-
fied pure Moneta tedesca, d'oro o di ar-
gento del peso d'un marco, il cui valore
numerario fu vario a seconda de'tempi.
[Altri la vuol cosi detta da mark nel senso
di frontiera, perche nelle fiere, che si te-
nevano spesso alle frontier©, i mercanti
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surcarella]
— 814 —
[»•*•»
dettero a un certo pezzo del valore di
circa L. 1.20, molto uaato nelle contrat-
tazioni, il suddetto nome di hark (cfr.
Taller o?)]. Denota altreei Contrassegno,
cbe piu comunemente dicesi March io.
marcorelU e mercerella [sp. e port.
mercurial; Jr. mercoret]: alterato da
mbroubialbm =- appartenente a Mercuric
Nome di un'erba, la mercurialis annua
di Linneo, che nasce tra le viti e da pea-
simo sapore al vino.
mare rum. mare; prov. marsj/r. mer;
oat. sp. e port, mar: dal lot. mArb [ri-
spondente al got. marei, a. a. ted. mari,
mod. meer, ul. mar; al celto gall, mor,
cimbr. e tW. muir; a. $lav. morje, boem.
more], che il Curtius awicina al sscr.
maru deserto e prop. cosa moria, quasi
dica Velemento dove non i vegetatione, ste-
rile, dalla rad. mar- morire^ d'onde esce
bene \l senso di essere infeoondo (cfr. Mo-
rire). Altri riferisce la detta voce alia
rad. mar- scintHlare, splendere, di cui e
-detto alia voce Mar mo. Altri finalmente
penso al copt. mme, may acqua, onde
me ran ricettacolo d'acqua, vaao, ovveroal
striae, ma rath amaro, ma la manoanza
di parentela con le lingue semitiche con-
sigfia a rigettare queste ipoteei.
[E notevole come Celti, Slavi e Germani
dieno al Mare lo stesso nome che i La-
tini e ci6 probabilmente per averne avuto
conosoenza, forse sulle sponde del Ponto
Eusino, prima della separazione].
La vasta distesa d'acqua salsa, che ba-
gna la massima parte della terra.
Deriy. Marasso; Maria; Mareggiart; Marim-
ma; Marfyco; Marfye: Maritta; Martzuo; Mari-
naro; MarCno; MariUimo; Mar 6 to.
marea [cfr. il base, mareaj: trae da una
forma di bassa latinita *marbArb navi-
gare e che viene dal class, marb mare.
Movimento delle acque del mare, che
periodicamente due volte nelle ventiquat-
tro ore del giorno gonfiano, montano e si
ospandono sulle rive, per poi ritirarsi e
riprendere il loro livello ordinario.
mareggiare dal lat. mArb con la stessa
terminazione di ond'-BooiARB.
Ondeggiare e l'infuriare che fa il mare,
ovvero come fa ii mare; Navigare in
mare; L'aver quel travaglio di stomaco,
che molti soffrono nel navigare.
Deriv. Marsggiata; Mariggio =» il fluttuar del
mare.
maremagnum — mare qrande tolto di
peso dal latino, e usato in ischerzo nel
significato di Qrandissima quantita.
marenima ant. Jr. maremme: dal lat.
marit'ma sincope di marItima terra sulla
rwa del mare (cfr. sp. marIsma stagno for-
mate dal mare).
Nome di terreni situati vicino al mare,
per lo piu inabitabili nelFestate a cagione
delle emanasioni deleterie die esalano dal
suolo, mentre che nel verno si trasfor-
mano in riochi pascoli pel beetiame; in
gener. Luogo piano e palodoso.
Deriv. Marcmmano.
Marengo suol chiamarsi comunemente
in Italia la moneta d'oro da 20 lire, per-
che le prime furono fatte ooniare da Na-
poleone I nel 1801, j>oco dopo la battaglia
di Marbngo, paeae in provincia d' Ales-
sandria.
mareaciallo e piu antic lnarescalea,
mallsealea prov. manescalco, mane-
scal; jr. marechal [d'onde il mod. ted.
marschall, ingl. marshallj; sp. e port.
mariscal: dal b. lot. marbscalous, che
trae dall'a. a. ted. marahsoal oomp. di
mar- ah (=— got. marco, ang-sass. mearh,
celt. irl. marc, gaUes. e comovall. march,
gael. marck) cavallo [cfr. Vingl. mare
giwnenta] e soatgh «=» got. skalks oolui
che cura, ministro, che si annoda a skall
(ingl. shall) dovere (cfr. Scalco, Smisoalco).
Nome corrispondente a Oustode de'ca-
valli, Scudiere o Maestro di scuderia, die
poi ben presto divenne, ed oggi pur si
mantiene in Germania ed in Francia, Ti-
tolo di primaria dignita nelTesarcite, ma
che in Italia e tomato in alcune miiiaie
ad essere in umile condizione (v. Conte-
stabile).
Cfr. Manescalco.
marese dal lat. mArb, mediante una
forma barbara marbnsbm, simile al fr.
marais, ant. marbso, che deve aver su-
bito la influenza della forma germanica:
fiam. mserasch, maarsch, meersch,
oland. mar as, a. a. ted. marsc, mod.
Marsch, ang-sass. mersc, voci tutte fon-
date sulla voce mArb (barb. lat. mar a)
mare, inteso nel senso di qualunque massa
d'acqua dolce o salata [II prov. ha « ma-
rese » per marine].
Stagno, Pantano, Palude.
Cfr. MarasMO.
marltta sp. marbta.
Piccola agitazione del mare, quando il
mare non e grosso, ma fa le onde spesse
o spumose e travaglia assai il basti-
mento.
marezio da un b. lat. *mar1tium da mArb.
Lavoro fatto a onde, a similitudine del
mare; Venatura del legname che somiglia
a onda; Bisegno di stoffa simile a quelle
venature (cfr. Mareggiare).
Deriv. Marekkare = render* ondulato ; Jfo-
reikato.
marga rum. marga-o; cat. sp. e porU
m a r g a [che cfr. col celto : bass. bret. m a r g,
irl. marga]; /r. marne dall'anl. marie
= mod. prov. marlo per maigilo [che
cfr. col germanico: mod. ted. mergel, ant.
mergil, sved. m serge 11: da mArga vooe
^ "la, che fu
venuta dalla Gallia,
fu accettata nella
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MATfftrlCO
- 815
I mar injure
latinita e trovasi in Plinio (quod
genus terrae vocant margam Galli et Bri-
tannf), d'onde si face poi on diminutivo
margila (cfr. Mama).
Miscuguo naturale, in proporzioni va-
riabili di calcare e argilla, al quale si
trova sempre unita an poco di sabbia, e
che e adatto a correggere e ingrassare
alcane terre.
Deriv. Marg&ne specie di marge utata a mo'
di eepone per puraare i panni, in cui si trova
speaso mesoolato dello solfo.
margarice dal gr. margaron bianco di
pcrla (v. Margherita).
Diceei in ohimiea deil'acido bianco-per-
laceo [Margarina], insipido, debolmente
odoroso, pin leggiero dell'acqua, fosibile
ai faoco e cristallizzabile in aghi, ohe
si ottiene combinando il grasso con alcali.
margarina v. Margarico.
margherita e margarita dal lat. mar-
garIta = gr. mar gar it 6s [che cfr. col
gr. margaros conchiglia perliftra), pert.
marvarid, mervarid, rispondente al
sscr. mafig'iara, mafig'ian gemma |di
piantej e perla: che taluno escogita di
esplicare con un processo insolito di ac-
coppiamento delle rod. mar- e gar-, che
nelle lingue si presentano di frequente
col signincato di spUndere \gr. mar- ass d
splendo, sscr. mar-fki raggio di luce,
mar-akta smeraldoj lit. mar-ga vario-
pmto; — [sscr. ghr-noti per ghar-noti
splende\re\, arde\re\, gnar-ma ardore, slav.
gor-eti bruciarc, ted. glft-nzen splen-
dcre, lot. glae-snm ambra gialla}: mentre
e piu conforme alle regole trarre dalla
sola rod. marg- =» hang-, che nelle lin-
gae ariane contiene la nozione di tergere,
pulire, onde il senso di ornare: sscr. mftr-
g'ayami, mang'ayami astergo, ripulisco }
m a fig'ir a ornamento, mafig'ula beuo,pia-
cevole. Altri per6 (▼. Max Mailer. India ecc.)
spiega col sscr. marg ara gatto, siccome
nome origin ariamente attribuito alia pie-
tra detta « occhio di gatto >.
Sinonimo di Perla. — E' anche una Spe-
cie di vaghissimo fiore dei prati, dalla
Candida corolla, che sboccia ai primi te-
pori della primavera, conosciuto anche col
nome di Primofiore, Pratellina, Pri-
mavera. — E' altresi adoperato come
Nome proprio di donna.
margheritina Sorta di fiore: detto per
qualche somiglianza de'suoi fiori colla pie-
tra preziosa di questo nome (v. Marghe-
rita).
c Margheritine > diconsi quei piccoli
globetti di vetro traforati, come le perle,
de'quali si fanno ricami, vezzi e altri or-
nament!.
atargine e poetic margo rum. mar-
gine; prov. fr. e cat. marge; sp. mar-
gen; port, margem: dal lot. margo - ace.
marginbm - orlo, che sembra amne al ted.
Mark termine, confine (v. Marca): forse,
come pensano il Vanicek ed altri, dalla
rod. marg- astergere, pulire (sscr. mar-
g'ati), onde il senso di sdrusciare, stri-
8ciare f e 1' altro di segnare linee (v. Mul-
gert).
Ciascuna delle due sponde, entro cui
soorre l'acqua d'un flume. Spasio bianco
entro il quale e inquadrato lo scritto nella
pagina; Saldatura, Cicatrice di una ferita.
Deriv. Margin&U; Margindre: Marginattira;
Marginttto; Margintso; Btmarginars; Smarginare.
margolato La stessa origine di Mar-
gotta, e cioe dal lat. mbrgus sarmento,
mediante il diminut. mArgulus.
Tralcio di vite, ed e propriamente quello
che serve per moltiplicare la pianta.
margdtto-a fr. marcotte (dial, mar-
go tte): sta per mrrgotto diminut. del
lot. mArgus (che leggesi in Columella nel
medesimo senso) proveniente da m&rgkrb
tuffare (v. Emergere): perche il Margotto
si pianta e affonda nella terra.
Eamo attaccato all'albero, che si ficca
nel terreno, onde si abbarbichi, detto an-
che Margolato.
DeriT. Mdrgotthre; cfr. Margototo.
margrario dall W. alt. ted. marcgravo
[mod. Mark-graf], da marc confine, fron-
tiera (v. Marca) gravo, grafio conte (ed
anche giudice, aottore).
Titolo e dignita di signoria di alcuni
prinoipi di Germania, corrispondente al
titolo nostrano di Marches e, che un di
signified Governatore di frontiera ed oggi
e puro Titolo di nobilta.
Deriv. MargravtiUo.
marigiana (?) Specie di anatra salvatica,
dell'ordine dei palmipedi. Anas penelope.
marina fr. marine; sp. marina; port.
m a r i n h a : dal lat MARiNU8,-A che attiene
al mare.
Mare, e talora Costa del mare; Veduta
di mare; Insieme delle navi e degli at-
trezzi per navigare e per combattere in
mare, e delle persone addette alle navi.
Deriv. Marinbro.
marinaio-ro fr. marinier, ant. anche
maronier; sp. marinero; port, marin-
heiro: da marInus mediante una forma
* marin Arius (v. Marino).
Nome generico di Ogni uomo che va a
navigare e sa il mestiere, e piu particolar-
mente Le persone che compongono l'equi-
paggio di una nave.
Deriv. Marin&ra; Marinarssco; Marinerfa.
maiinare fr. mariner: secondo alcuni
da marb in quanto per essi valgapropr.
acconciare degli alimenti in una certa ma-
niera, che si conservino in buono stato du-
rante un viaggio di mare; secondo altri
dal lat. muria salamoia: e qui sembra il
vero, pure ammettendo la influenza ana-
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mrimerfa] — 816 —
logica della voce « mare » che spieghe-
rebbe la variazione di u in a.
Acconoiare con sale, aceto e talvolta
con ramerino, scorza di limone ecc. il pe-
ace fritto che poi si conserva in barili.
marineria dal lat. *marinArius pas-
sando per lo sp. marinero.
Tutti i marinai che servono al governo
d'una nazione, il Corpo de' marinai; ed
anche Arte marinaresca o del navigare.
marimo — lat. marInus da mArb mare
(v. q. voce) e terminazione Inus indicante
spettanza o provenienza: p. es. Ovmus,
Vicinus.
Di mare, Che nasce o di natura sua
sta in mare; detto di vento Che viene di
verso il mare; di persona ed in forza di
sost. Uomo che frequenta il mare, o che
e al servizio della marina, e pin sovente
che e assai esperto di cose di mare.
Deriy. Marina, Marinaio-ro (?); Marinare; Ma~
rMUo; Mariniseo; Martnfsro.
maridlo o marinolo neo-gr. mar i 61 6s;
alban. mariol; valac. marghioln: voce
di derivazione assai incerta, che sembra
aver la stessa origine del fr. mariolbt
f>ropr. bamboccio, indi damertno, donnaiolo
onde sarebbe poi venuto alPitaliano il
senso di ocUHvo soggetto) e via via, affine
al dialett. (Heinaut) marianle uomo dap-
poco, mar lonnette marionette (v. q. voce).
Vi e poi chi la rawicina al fr. maraud
(limos. maraon, sp. marota) furfante,
che il Bugge oonginnge al lot. mAlus
(onde malaldus, maraldns, maraud,
come da melancolie si fece meranco-
colie), altri, fra i quali il Caiz, alia rod.
mar- onde Pa. a. tea. marran, marrjan
vessare, molestare, errare, e V ingl. to
mar guastare, il fir. marrir attristarsi,
smarrvrt, lo sp. marrar errare, marro
err ore, base, amarrua astu&ia, che darebbe
il senso primigenio di tristo, oppure di
sviato dal bene, vagabondo o simili (v.
Smarrire e cfr. Marachella). Giova final-
mente non trascurare una possibile affi-
nity con lo sp. marraio e marrullero
imbroglione, che taluno pretende formato
sul lat. mas - genit. - maris- maschio me-
diante una forma * marAgius, marullus,
che potrebbe esser passato a significare
moneuo, ragazzo petulante.
Uomo furbo e truffatore.
Deriy. MariuoUrCa.
marionette dal/r. marionnbttb =■ ant.
mariolbttb, che e diminut. di mari6lb
(mod. marion), nome vezzeggiativo che
si dava anticamente a certe piccole figure
della Vergine Maria. Altri da a questa
voce una origine prettamente italiana e
ritiene che essa tragga origine dalla cosi
detta festa delle Marie, che si celebrava
in Venezia fino dal deohno secolo, e che
consisteva in una processione di dodici
[marmaglla
.*. sp. e
da mas
fanciulle riccamente vestite e adornate,
che aveva lo scopo di commemorare il
ratto di dodici fanciulle nobili awenuto
per opera de'Saracini. In seguito, alle
fanciulle si sostituirono grandi ngure scol-
pite, che il popolo avrebbe chiamate le
Mari6nb, danao poi il nome diminutivo
di Marionette alle piccole riproduzioni
di quei simulacri, che nella settimana
della festa si esponevano in vendita come
balocco per i fanoiulli.
Piccolo fantoccio che si fa muovere con
fili ed anche colle sole mani.
mariscalco, maHscalco ha lo stesso eti-
mo di Maresciallo (ant. ted. marah ea-
vallo e soalo ministro).
Propr. Prefetto di scuderia; poi titolo
di onore dei Governatori di esercito.
marito prov. maritz; fr. mari,
port, marido: « lot. marItus di
- genit. maris - maschio (v. Maschio).
Uomo ammogliato.
Deriy. MartUXccio-fno^iccio; Mariiaggio =zfr.
mariage, n. maridaje da * marit Atioum
[port. maridan<?a = maritastia] ; Marital*;
Maritars; Mari&aao.
marltozzo da maritArb.
Specie di pasta dolce oon zibibbo, che
si mangia durante quaresima: cosi detta
forse perch6 un giorno usava in occasione
di maritAooi.
marittimo «= lat. maritimus da mArb
mare e terminazione Itimus indicante ap-
partenenza, come in Legitimise, Finitimus.
Che sta presso il mare, Che si opera in
mare [ma non per natura].
Deriy. Marimma.
marinolo v. Mariolo.
marmaglia/r. mar mail le; b.bret. mar-
mailh; dial, comasc. marmaria: da una
radicale marm- che esiste anche nel celto
moderno, ma e certamente raccolto dalle
lingue romanze, non avendo riscontro nel
germanico, ed & alterato da manm-, minm-,
che e nel lat. minimus minimo, piccolo: e
cosi marmAglia risponderebbe a un pro-
totipo minimAlia, collettivo da minimus,
quasi dica minutaglia. Minimalia— me-
nimalia (cfr. Minimo e Menomo) pu6 aver
dato sincopandosi min'mAlia, mbn'mAxia
e indi mbrmAlia, marmAlia, per Pap-
punto come mInimus nelVant. fr. divenne
merme [neocelt. marm] =« men me, e
minimArb nello sp. e prov. mermar, e
M1NIMELLUS 6 MINDfBLLfNUS mignolo (detto
del dito piu piccolo della mano) divenne
nel milan. e berg, marm ell e nel genov.
marmellin « crem. marmel6n, piem.
mar ml in. Per la trasformazione della
nm in rm giova badare al nap. arma =
anma, alma, anima, sic. armali = ant-
mali, mil. &r m ell & = animdla (cfr. Mar-
mocchio): dunque propriamente schiera o
turba di ragazti.
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*m-*» . *
- 817 —
[marmdtta
Bianione digente minuta, vile, da poco;
Rmgazzaglia, Plebaglia.
marmare Esser gelato: essendo pro-
prieta del marmo sottrarre il calorico e
disperderlo.
marmeggia forse, dicono alcuni, e' alte-
rato da tarmeggia = tarmIcula dimi-
nutivo del lat. tArmbs tarma: altri spiega
col neo-oelt. harm ■« ant. fr. mbrmb pic-
colo (v. Marmaglia).
Picoolis8imo vermicello, ohe nasoe nella
caxne secca e la rode.
■uurmellata /r. marmelade: dallo sp.
lfARMKTiADA, che trae dal port, marmbla
cotogno, che dal suo canto viene dal lat.
mblimblum =- gr. mbljmblon sorta di
mela dolcissima, comp. di mbli miele e
mmloh mela.
Frutfca e propriamente Mele cotogne
ootte lungamente nello zucchero e ridotte
a oonsexva gelatinosa.
marmitta fr. marmite; sp. cat. eport.
marmita: voce forse plasmata sull'arao.
marmi'd luogo dove si ouoce la oarne. II
Frisch invece la suppone onomatopeica
eeprimente il bollire dell'aoqua e la con-
fronta col verbo fr. karmottbr ronsarc,
simile al nostro Borbottare. Altri vo-
lando con la fantasia lo affigge al gr.
mabmart fbs che splende, da marma1r6 ri-
tpUndo (citato alia voce Mar mo), pren-
dendo ragione dal oorruscare del metallo,
di cai e formata la marmitta.
Voce dell'uso. oomune, nata probabil-
mente fra i soldati, che signifies Vaso di
terra o di metallo, simile ad una pentola
da cuocerci la came per fare il brodo.
DeriT. MarmiUOns.
marmo rum. marmure; prov. mar-
ines; fr. marbre; sp. marmol; port.
marmore [serb. mramor, russ. mar-
morn, ted. marmorj: dal lat. mArmor —
gr. mArmoros [ant. slav. m oar morn, a.
a. ted. m arm nil, che in generale viene
crednto affine al gr. marmareos splen-
dent^ marmaird splendo 9 formato per
dnplicazione da una rod. mar-, che ha il
senso di luccicare, brillare, ond'anche il
atcr. marfe'i raggio di luce, marakata
tmeraldo; mentre il Pictet congiunge al
sscr. mrn-maru propr. terra, pietra, ma-
cigno [da una radice che ha il senso di
franturnarc], riflettendo che in Omero
qnella voce trovasi sempre nel senso di
maoigno senza relatione alle sue qualita
esteriori.
Pietra fine e dura [carbonato di calce],
di vario colore, capace di prendere un
pnlimento splendente, adoperato da tempo
immemorabile nella scultura e nell'archi-
tettura,
Derir. Marm&re = MMr gelato (come il mar-
mo) ; MarmUta; Mormor&r* = dlpingere o di-
sport* i colori in maniera da rappreaentare il
marmo ; Marmoreggi&re = rendere soreaiato, co-
me Bono aloune quality di marmo; Marmorii-
idr« = dare o per vim di oolori, o in altro modo,
apparensa di marmo; Marmorbrio = stataario,
soaltorio; Marmbreo = Marmorino: Marmor<f$o
= ohe somiglia per la ana lnoidita al marmo.
marmoeehio £e marmottoj risponde al
fr. marmot [one e un diminutivo del-
Vant. fr. mbrmb pronnnciato in alcuni
luoghi MARM piccolo], che ebbe il senso di
scimia scimmia, her tueoia [onde quello di
picoola figurd grottesca] e di ragazzttto, e
sembra formato sopra un diminutivo mar-
motulo. II radioale di questa voce e marm
Ser manm col senso di piccolo (siccome e
etto alia voce Marmaglia), che si presta
non tan to al senso di bertuccia, che a quello
difanciuUo [cfr. il vallon. marmot botolo].
Anzi il Flechia in questo stesso ordine
d'idee spiega nel seguente modo indipen-
dentemente dalla voce marmot la forma-
zione di marmoeehio, cioe dal lat. mininu-
oulus ridotto per sincope in minimuclus,
minmuclus e posoia trasformato in mar-
muclus, alio stesso modo che minimbllus
mignolo (dito) divenne in alcuni dialetti
(comaic.) marmdl (cremon.) marmeleen,
minimare diminuire nel prov. e «p. m e r-
mar, e minimus nelP ant. fr. merme
(celt, marm) piccolo, anima nel proven-
zale arma = ant. fr. arme (v. Marmaglia).
Ragaszo: ma in stile familiare e scher-
zevole.
Deriv. MarmocMno e MarmoU(no[=fr. mar-
mo n s e t] = icherMOi. Fanomllino. Pottino.
marmorare Dipingere o disporre colori
in maniera che rappresentino il marmo.
marmdreo == lat. marmorbus da mar-
mor marmo (v. q. voceV
Di marmo; Che ha la natura e Pappa-
renza del marmo; fig. Bianco e liscio co-
me il marmo (cfr. Eburneo).
marmorino dal lat. mArmor marmo^ colla
terminazione aggettivale -Ino indicante
pertinenza, specie, tale in Equino, Sibil-
lino ecc [e percio indipendente dal gr.
marmarinos marmoreo].
Di marmo; Che tiene del marmo.
maradtta fr. marmotte; port, e sp.
marmotta: dal lat. mCrbm topo e mon-
tis monte, e cioe topo di montagna [mus
montanus], ond' anche V a. a. led. mur-
menti, muremunto. Altri dubita di
tale origine e preferisce assimilare que-
sta voce al fr. marmot che oltre il senso
di ragaxzetto, ha pur quello di #ctmta, os-
sia piccola figura grottesca. La ipotesi di
marmottbr borbottare non sembra atten-
dibile, perche se ad essa pu6 accostarsi il
fr. marmottb, non vi e ragione di awi-
cinarle la forma spagnuola e italiana.
Animale simile a grosso topo, ohe sta
per le montagne, e perci6 conosciuto nella
scienza col nome di mus alpinus 9 il quale
vive in letargo durante il verno; fig. Uomo
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maraa]
— 818 —
[marri
tardo e da nulla, o che fdgge la compa-
gnla.
Deny. MarmoUCno-a.
marna rum. marga; mod. prov. mar lo
«= margilo; cat. sp. e port, marga: dal
fr. marnb e questo dalr ant marlb con-
tratto da mArg-nula o mArgula, d'onde
mArg'la [come il fr. poterne porta se-
greta dal lot. postbrClaJ, dimmut. del
lat. mArga, che sembra avere attinto al
celt, marga (=gaelic. marl a, cimbr. marl}
specie di creta, a cui si rannoda anche il
ted. Mergel, Vingl. Marl.
Lo steaso che Marga: terra calcarea,
leggiera, alquanto compatta, che s'impiega
per fertilizzare terreni e per altri usi.
Deriv. Marritor* (= oonoimare on terreno con
marna), onde Marnattfra e Marruution* [fr. m a r-
nage]; Marn&ra (oava di marna); Marntso.
maro = lot. mArum = gr. mAron (teu-
crium marum di Linn.).
Pianta aromatica della fam. delle la-
biate, somigliante alia persa minuta, seb-
bene di minor cesto, di pin sottili fasti,
foglie minori e pin rade, di odore e sa-
pore pin efficace, detta anche Gatturia
ed Erba gatta, perche ricercatadai gatti.
maronita nome dei cattolici di rito
siriaco, che abitano il monte Libano sotto
la giurisdizione del patriarca d'Antiochia,
cosi detti dal monaco maronb, del xn se-
colo, che Pistituf.
martiso Fiotto di mArb, che si dice an-
che Cavallone; fig. Travaglio d'animo.
mardta daiyr. mar6ttb, forse detto per
mari6ttb, a cui si attribuisce lo stesso
etimo di marionette marionetta (v. q.
voce). [Altri spiega col ctUo mar legno e
hot testa].
Pupazzo a due faccie, con berretto a
vari colori, posto in cima a un bastone
o soettro, e contornata di sonagliuzzi, che
talvolta si vede dipinto sino dal medio-
evo in mano di una figura, come simbolo
di demenza.
marra sp. e port, marra [cfr. rum. ma-
facine; tomb, marasa potatoio] sard.
marrazzu ferro per tagliare le unghie at
cavaUi'j ant. sp. marrazzu ascia per far
legna]: = lat. mArra (in Giovenale), che
alcuno suppone stia per marsa arnese
preso dai popoli dei marsi. II Del&tre in-
vece pensa stia per marta [onde mar-
tbllus] cangiato poi in mArra per assi-
milazione, soggiungendo che marra non
ha omonimi in greco.
Arnese rusticale col ferro largo e piatto,
che serve per radere il terreno e lavorare
poco addentro.
Deriv. Marraiutflo; MArr&ncio; Marrascitrs;
Marrbta; Marreggi&r* z=z lavorar oolla marra,
speoialm. per riooprire il grano e le biade,
quando si seminano; Marrans groasa marra;
MarrUca (?).
marraiiidlo Sorta di guastatore negli
antichi eserciti italiani: cosi detto
Tadoperare la marra ne'lavori di fort
cazione e nel riattare le strade.
marrancio cfr. dial. lomb. marasa
tatoio; sard, marrazzu ferro per tagli
le unghie ai cavalli; ant. sp. mar raj
ascia per far legna: da marra e Ascia
azza [onde si fece anche lo sp. aza
sarchio, azuela ascia = arettn. sell
=- a s c i 6 1 a] (cfr. Marrascura).
Coltellaccio da macellaio.
marrano da lo sp. marrAno mai
scomunicato, bandito ed anche porco e i
Titolo ingiurioso, che si die agli ebi
ai mori convertiti da poco e quindi
denti di dubbia fede.
L'origine di questa voce e oscura, e
spiegarla si e fatto ricorso al radi
mar- che e nolle voci spregiative
barb, latinita maranus, marr6nbs,
ruci, nel fr. maraud briccone, fur/ad
nell'tf. mariuolo, e il Cavarruvias imH
stesso ordine d'idee la riporta al veH
sp. marrar smarrire (la via). Altri esa
git6 perfino Vebr. ma-rah tibellarsi, mi
rid on contumace, insolente (Gollio) e Vara
muradet ostinato, disubbidiente (Menu
ski). Ma la ipotesi pin verosimile, pi
sempre rimanendo ne' domini della luigi
spagnuola, e che il primo significato si
quello di porco, o meglio came di pore
da marrar tagliare in petzi (onde marras
carne fresca di porco), che tiene al It
mArra strumento per recidere [propr.
erbacce]y ond* anche 1' ant. sp. marrai
ascia per far legno e V it. marranci
coltellaccio da macellaio: indi 1' epiteto <
porco si applied per disprezzo agli £b«
onde poi assunse il significato di scow
nicato, maledetto eoc
Ora vale in genere Briccone, Furfant
marrasctira Arnese per ripulir gli oli
e le viti, il quale da un lato e a guii
di Asoia e dall'altro a guisa di scurb
mannaia (v. Marra e cfr. Marrancio).
marritto contrario di Manrovesci
e talora Colpo dato dalla banda dest
(v. Manrovescio).
marr6bbio-abbio =» lat. marrubium.
Genere di piante della fam. delle 1
biate, di cui la specie pin comune e
Marrobbio volgare, detto anche Mentasti
marrocchlno sp. marroqui; gr. mar
quin [sottint Cuoiol.
Sorta di cuoio di oecco o di capra, co
ciato colla galla e colorato sulla parte c
fiore; cosi detto dal Regno di Marocc
d'onde quest'arte di prepararlo fu trasp<
tata in Europa.
marrdneyr. maron (ted. marone).
Muratori, in opposizione a quei che )
gliono questa parola di greca origi
(tardo gr. mAraon), suppone sia voce i
aigena dell'Italia, trovandola usata anc
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JUUTOT&BCio] — 819 —
come nome proprio: Yirgilio Marone. Ci6
ammesso, niente si oppone a che la radice
poesa rinvenirsi nel celt, mar (cimbr. mdr,
gad. mawr) grande.
1. Specie di grossa castagna (castanea ma-
jor) buona a mangiarsi, la quale e unica
nel riccio per aborto dalle altre; onde cre-
sce in proporzione del maggior posto che
occupa sola nelT involucre frattifero. I
castagneti dove predomina e si pernetua
questa varieta portano il nome di Mar-
roneto.
Deriv. MarroncsUo; MarronSto = selva di oa-
stagni da fratto.
2. Si dice comanemente anche per Er-
rore o Sproposito madornale, e vuolsi sia
la stessa parola in senso ngurato: per6
sembra pin verosimile legarlo al prov.
e anL fr. marrir confondersi, smarrirsi,
analogo alio sp. marrar, che si disse per
errare, onde marro errort (v. Smarrirt).
8. Signified pure Cavallo docile da tiro,
che si accoppia ad altro non ben domato,
dall'a. a. ted. marah =» mod. Mahrb, bass,
ted. marr eavallo (v. MartsciaUo).
marroveseio v. Manrovescio.
marruca ad alcuno sembra connesso al
nome di MarruoI hi, antico popolo che abi-
tava nella regione dell'Abruzzo Citeriore,
Sresso Theate, oggi Chieti, che forse un
i fu luogo aspro ed incolto: ma e piu
verosimile sia congiunto alia voce Marr a
strumento rusticano per radere ft terreno,
onde e facile per similitudine la idea di
cosa a punta, spinosa.
Pianta spinosa col tronco assai ruvido,
che alliffna bene nei luoghi incolti, indi-
gena delTItalia.
Deriv. Marrucbio = Gran quantita di marru-
ehe; Marruchito = Lnogo pieno di marruohe.
marrufffno cfr. fr. maroufle uomo vile
e grdssolano, voce di origine sconosciuta
(Littre). [Alcuno si attenta a spiegare con
hAho e arbuffArb la lana].
Ministro o Fattore di bottega di lana o
di seta.
■ursigliese Jr. marseillaise.
Oelebre canione di guerra composta in
un momento d'inspirazione da Rouget de
lisle, chiamato da principio Canto del-
l'armata del Reno e portata nel 1792 a
Parigi dai federati marsiqlibsi.
marsina Giubba con falde, che i To-
scani chiamano Giubba, i Franoesi chia-
mano Habit, i Veneziani Velada. Sem-
bra venuto dal dialetto lombardo e spe-
cial mente da Milano.
marsupiale dal lat. marsupium preso al
gr. marsypioh diminut. di mArsypos sac-
coccia.
Ordine di Mammiferi, cosi detti perche
le femmine hanno una specie di saccoc-
cia, nella quale ripongono i loro parti, che
nascono imperfetti, onde vi acquistino un
completo sviluppo.
[martinella
martagdne - lat. martbo6nbm.
Pianta erbacea a stelo diritto comune
ne'boschi ombrosi della Svizzera, detto
comunemente Giglio salvatioo.Z^ium mar-
tagon di Linneo.
martedi sp. martes; fr. mardi; prov.
di-mars e mars: dal lot. MArtis di
Marte e Diss giorno (cfr. Lunedi).
Terzo giorno della settimana, cosi detto
per essere stato dagli antichi consacrato
a Marte, divinita della guerra.
martelllano Verso poetico consistente
nella unione di due settenari, monotono
come T Alessandrino: cosi detto da Pier
Iacopo Martblli poeta bolognese (m. nel
1727), che ne rese comune l'uso.
martello prov. martels; fr. marteau;
cat. martell; sp. martillo: port mar-
tello; (dial. neo-celt. martol o marzol):
dal bass. lat. martbllus — mArtulus di-
minutivo di un supposto *mArtus (=■ a.
slav. mlatu) sinommo del class, mar-
cus, il oui diminut. e marculus e che
riconnettesi alia rod. mar- allargata in
mart-, maro-, che ha il senso di abbattere,
batterty tritare: [sscr. marn&ti stritola\rt\,
gr. mar- nam ai combatto] (Cfr. Morirc,
Marasmo, Marcire, Marco, Mortaio).
Arnese di ferro guaraito di manico, che
serve a battere, a foggiare metalli, a co-
niare e a simili altri usL Dicesi cosi per
similit. di forma Uno de'tre ossetti delle
orecchie; fig. Pensiero afiannoso, quasi
batta e percuota il cuore.
« Stare a martello » vale Beggere e re-
sistere alia censura, come oggetto che non
si frange sotto il martello; ed anche Cor-
rispondere al vero, tratta la locuzione dal
cimento dell'argento, che quando non re-
siste al martello e segno che non e sin-
cero: ed eziandio Stare con precisions o
per l'appunto, come il colpo di martello
sta al punto colpito. — « Sonare a mar-
tello » Sonare a rintocchi battendo le
campane, come fa il martello all'incudine:
il che usava farsi per ragunare il popolo.
[II contrario e Suonare a distesa].
Deriv. MarUU&rs; MarUllamtnto; MarUWkte;
MarteUtttO'ina-ino; ofr. MartineUo; MartineUo.
martinacclo Sorta di grossa chiocciola:
forse cosi detta dal b. lat. mArtus mar-
tello [mediante un diminut. martInus con
suffis80 di pertinenza corrispondente al
lat. -Acbus]: per una certa somiglianza
con la testa di un martello (cfr. Marti-
nicca).
Per dispregio Orologio di poco valore,
paragonato a un rozzo e cattivo orologio
a martello (cfr. Martinella).
Nome di vari uccelli acquatici e in par-
ticular modo del Gabbiano reale (cfr. Mar-
tineUo 2).
martinella Campana che si suonava un
mese avanti che si muovesse da Firenze
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martinello]
l'esercito, e poi collocata sopra un'alto
castello di legname, portato sopra un carro,
guidava col suono l'esercito uscito alia
campagna; cosi chiamata per alcuni da
MArtbm Marie, il dio della guerra, antico
protettore di Firenze prima del 8. Gio-
vanni, ma piu veroeimilmente da martI-
NUS diminutivo di mArtus martello, dal
suo martellare, per chiamare a stormo.
martinello 1. Forma dimin. del lat. mAr-
tus martello (v. q. voce).
Ordigno con una vite interna per alzare
pesi: forse cosi detto per similitudine di
forma col martello. — In antico design6
pure un Ordigno di ferro, col quale si
tendevano le grosse balestre (v. MartineUa
e cfr. MartineUo).
2. Specie d'uccello di ripa [dial.pisan. Pi-
viere, bresc. PiefJ nominate, e se ne
ignora il motivo, da San Martino [come
il fr. martin genere di uccelli simtli ai
merit, V oiseau de St. Martin gheppio
onibbio ec.J, conosciuto dai francesi col no-
me di Martin-pScheur.
martbi6tto prov. fr. e cat. martinet;
sp. martinete: dimin. del b. lat. mArtus
marteUo.
Grosso martello di ferro mosso da forza
di acqua, di vapore o altramente, che serve
nelle fucine pei grandi lavori di ferro; ed
in antico anche Argano per tendere le
grandi balestre [forse per similitudine di
forma con un martello], detto piu oomu-
nemente Martinello.
martingala cfr. il fr. martingale e lo
. martingala, che disegn6 una specie
cosciale. II Menagio erode provenire
questa voce da Martigaux Martigali, abi-
tanti di Martigues nella Provenza.
Si dissero in antico < alia martingala »
certi calzoni che si abbottonavano per di
dietro. Poi si disse di certe battole, o qual-
che cosa di simile, che per ornamento ri-
cadeva dalla cintola dei calzoni sopra le
natiche; per $imiliL si dice ora la Correg-
gia che attaccata dall'un dei capi alia
cinghia, che stringe il corpo, e dall'altro
al muso del cavallo, obbliga questo mentre
cammina a tener la testa in una fissa
t
posizione.
martinlcca La stessaetimologiadi Mar-
ti net to, cioe dal b. lat. mArtus martello,
congetturando una forma di doppio dimi-
nutivo MARTiNicuLA (v. q. voce).
Ordigno a vite per accostare i £reni alle
ruote dei carri nelle discese (cosi detto
per similitudine di forma col martello).
martin pescatore/r. martin p&cheur;
sp. martin pescador ed anche pajaro
[=passero] di San Martin.
Uccello dell'ordine de'passeri, con le
penne di colori splendidi e iridescenti,
che ama l'acqua e gli stagni e si nutre
— 820 — [marza
di pesciolini: V aleedo hispida de'natura-
listi (cfr. Martinello).
Questo uccello e diverso da quello che
i Francesi appellano Martinet, che d una
specie di rondinella dalle lunghe ali, del
genere cypselus di Linneo.
mirtire «=» lat. mArttrbm dal gr. mar-
tyr testimone, onde martyr£6 faccio le-
stimonianta, confesso:raa\ 8MAR-(poi mar-),
che ha il senso di osservare, ricordarsi r
d'onde il s$cr. smar&mi miricordo, smrti
memoria; il gr, mer-imnad medito, ecru-
to, mer-mer-iz6 volgo e rivolgo in mente ;
il lat. me-mor — ♦mer-mor ricordevoU,
eV ant. ted. mar-i leggenda, storiella (cfr.
Memore).
Chi so£fre tormenti e morte, per atte-
stare come vera la dottrina, cheprofessa;
estens. Chi soffre per soverchio lavoro o
per maltrattamenti altrui.
Deriv. Martfrio (=«p. martirio) e poetic
Marttro (=prov. martir, mar tire); Marti'
roVbgio; Maribro.
martlroldglo — lat. martyrol6gium
dal gr. hArtyr martire e l6gion detto,
responso = LOGdS disoorso, enumerazione l
da lAg6 dko, narro, enumero (cfr. Leggere).
Catalogo dei martiri e degli altri Santi
martora prov. martz; fr. marte
martre, dial, bret martr; cat. sp. eport,
marta; [ingl. marten]: dal b.lat. mAr
TURKS, MARTULUS, che cfr. Col lat. class.
martbs (in Marziale), voce di provenienza
germanica (a. a. ted. mardar, mod. mar
dbr = scana. mordr, ang-sass. mearth
meard).
Specie di animale mammifero dell'or-
dine de'earnivori, simile alia faina, di pelo
bruno lucentissimo e pregiato, dimorante
nelle regioni boscose del nord.
martoro-lo detto poetic, per Mar tiro,
Martirio (come gia si disse Martore
per Martire), attingendo alia forma ori-
ginaria gr. martyrion pronunciata mar-
TURION (v. Martire).
Propr. La pena e l'atto di tormentare, di
martirizzare: poet. Afianno; Noia grande.
Deriv. MarUyriar* (prov. martariar) = Mar-
tirize'are: il prime per& pin spesso eon senso ge-
nerico dl Tormentare (il corpo o l'anima).
marrizzo dallo sp. malviz, che trae dal
fr. malviz (bret. milfid, milvid) che
alcuno deriva dal lat malum vitis danno
della vite, ma che probabilmente deriva
dal eel to: oornv. melhubz lodola [cfr. fr.
mauviettej, che il Pryce spiega dolee
dlito. In tea. dicesi Weindrossel tordo
del vino e Weingarts-vogel uccello
della vigna.
Voce dialett. napol. Specie di tordo: il
turdus iliacus dei naturalisti.
marza Ramoscello che si taglia ad un
albero, per innestarlo ad un altro: cosi
detto perche l'innesto si fa ordinaria-
mente in MArzo.
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■uurzacdtto]
marxacotto sp. mazucote: eta per Maz-
sacotto dal lot. massa-OOCTA pasta cotta
(cfr. Martapanc).
Specie di unguento; ed anche Compozi-
sione di cui si servono i vasai per'inve-
triare i loro vasi.
raarzamina-emfiiO'imiiio (?) Sortadi vi-
tigno e d'uva.
marzapane prov. massapan; fr. mar-
cepain, massepain; (dial. vail, m&r si-
pain); ant. sp. mazapan; port, maza-
pao; (*ngl. marchpane; ted. marcipan
e marzipan): sembra detto per mas-
sapanb (come ne rendono testimonianza
le forme provenzale e spagnuola) comp.
di mAssa voce tratta dal gr. mAza, che
vale propr. pasta e nei mezzi tempi si-
gnified una specie di pasta dolce e panbm
pane (cfr. martacotto). Altri preoccupati
della r insinuatasi nell'italiano e nel te-
desco spiegano col lat. mArci-pAnbm pane
di Marco o di 8. Marco, perche nel giorno
dedicato a questo santo vuolsi si cuoces-
sero certe pastine dolci con mandorle in
memoria di una gran carestia awenuta
nell'anno 1407, nella quale on boccone
di pane con una noce costava un tesoro:
ma la forma provenzale sta per la prima
etimologia, e quindi la b dev'ea sersi intro-
dotta posteriormente come nella voce Mar-
zacotto » sp. mazucote, che deriva
dal lat. MA88A-OOCTA pasta cotta (v. Mat-
%acotto).
Pasta gentile fatta con mandorle peste,
zucchero e qualche grato odore.
marzeggiare L'alternarsi della pioggia
e del sole nel mese di MArzo: voce del-
Fuso adoperata nel proverbio « Se Marzo
non marzeggia, April mal pensa ».
marzlale =* lat martiAlkm da Mars
• oentt MArtis - Marte, dio della guerra.
Degno di Marte, Guerresco; Una volta
in chimica e farmacia signified Ferrugi-
noso, perche nel lingua^gio degli alcni-
misti Marte deeignava ll ferro.
< Legge marziale » dicesi Quella che
per suprema necessity di stato sospende
o abolisce Pautorita delle leggi civih e ri-
duce tutto in potere dei tribunali militari.
[I Latini usarono questa voce anche
come Nome proprio d'uomol.
ztanio =■ tat. martius di Marte (v. q. v.).
Dedicato o Bevoto a Marte fnell'antico
mito Soprannome di Giove, padre di Marte].
< Acgua Marzia o Marcia » Quella che
Anco Marzio condusse in Roma.
ztarzo rum. mart; prov. martz; fr. e
eat. mars; sp. marzo: =■ lat. hArtius
da Mars, MArtis, Marte.
Nome del terzo mese delTanno, gia da
Romolo consacrato a Marte.
D«riy. fflkrsa; Mcurweagl&re; Marn&sco, Jforgd-
tico, Karssngo, Martolxno, Martudlo aggiunti di
jransglie che si seminano in prima vera.
— 821 — [mascalz^ne
marideeo In Firenze per Marzocco s'in-
tese comunemente un Leone coronato, che
nelle feste di S. Giovanni, patrono della
citta, si poneva sulla ringhiera di Palazzo
Vecchio: forse cosi detto perche con una
zampa regge uno scudo col giglio, che e
Panne defia citta, e che il popolo pu6
avere assomigliato a una mArza o rami-
cello: la etimologia di Marte data da al-
tri soddisfe. anche meno. — Presso Livorno
hawi in mare una torre, una volta bella
e forte, ma oggi in rovina, che si addo-
manda col nome di Marz6cco: ed era
armata di alquanti pezzi di artiglieria,
per guardia della marina: detta forse cosi
per terrore delegni nemici che avessero
osato awicinarsi a quella: ed aveva in
cima per banderuola un Leone (Salvini).
marzolino dimin. di marzu6lo che vale
di mono.
Oacio d'ottimo sapore, che si fa in al-
cuni luoghi d'ltalia: detto ooei, perche si
comincia a fare per lo pin di Marzo. f An-
che il Buonarroti e il Bedi ricordano i
soavi e delicati marzolini di Lucardo
presso Firenze, e nelle epistole di Poli-
ziano si legge caseus martiolus).
marzndlo attributo di biade che si se-
minano in marzo, e degli uocelli e dei
polli, che nascono in quel mese.
mmscagno forse e connesso al prov.
masc (jkem. mascot) stregone, che cfr. col
lat. medioev. masoa strega (v. Maschera),
median te una regolare forma masgAnbus;
altri spiega con lo sp. mas piu e ca$on
vagabondo , astuto (cfr. Mascalzone), od an-
che men bene col gr. bAskahos invidioso,
(baskAnion amuleto).
Propr. Versato nelle arti diaboliche, ov-
vero Finto, e per est. Furbo, Astuto, Scaltro.
masealcla contratto da Maniscalcia,
Mariscalcia = b. lat. marbsoaloIa, che
e composto dall' ant. ted. marAh cavaUo e
soalc ministro, servo (cfr. MaresciaUo e
Manescalco).
L'arte del manescalco, ossia del ferrare
e medicare i cavalli e le altre bestie (cfr.
fr. marechaussee scuderia).
mascalzdne dallo sp. mas, che vale il
lat. mAgis piu e scalzonb peggiorativo o
meglio accrescitivo di soalzo. Lo stesso
ibrfdismo reso non improbabile dalla di-
mora degli Spagnuoli in Italia si osserva
nelle vociMaslindoeMasgalanteusate
dal Buonarroti e in Maspotente che
specialmente gli Aquilani adoprano in
senso di molto potente. Ad altri sembra
alterato da masoaloi6nb, supposta voce
da MASCALOiA, che e Varte di curare i
cavalli (v. Mascalcia), lo che darebbe il .
senso proprio di ferratore di cavalli e indi
il figurato di uomo plebeo.
Propr. Soldato a piedi, male in arnese
come tutta la pedonaglia dei tempi feu-
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mascAT&to]
— 822 —
[maschio
dali: appellazione che divenne in processo
di tempo dispregiativa ed odiosa, come
quella di Masnadiere, fiagaglione ecc, e
si prese a designare in generale Uomo
vile nei modi e nel vestire, Cialtrone.
mmseaTato dallo sp. masoabado da ma-
soabar (port, anche miecavar)«=me-
noscabar deteriorate, riuscire imperfetto,
comp. di hbnos meno e gabar = lot. cA-
pbrb (?) prendere.
L'innma qualita di zucchero, quasi nello
stato di giulebbe.
maseella rum. mase, plur. masele;
prov. maissilla; ant. /r.maisselle (mod.
m£cheliere *- mazillaria): dal lot.
MAifLLA, diminutivo di mAla [come axil-
la asceUa lo e di ala, vexillum di ve-
lum]) che taluno crede detto per *man-
dla da mAnd-bre mangiare [come seal a
da scandere ealire] (v. Mangiare), ma i
piu ritengono contratto da *macsula,
*macs'la, *max'-la dalla rad. max- rt-
durre in frantumi, m pasta, che e nel gr.
massd =■ mak-jo io impaeto, mag-ia e
maxa cosa impaetata e nel fat. mac-ero
rendo molle ec. (v. Maoerare, e cfr. Marina
e Maeticare).
Ambedue quelle Ossa del capo, dove
sono fitti i denti e che servono a tritu-
rare gli alimenti.
Deriv. MatceUare = laL maxilUrem; Ma~
$C6WUa = oolpo dato a mano aperta sulla ma-
foella; 8ma$ceUare.
masohera fr. masque; ep. e port, ma-
scara: dal lat. medioev. mAsca strega, tut-
tora vivo in questo senso nel dialetto pie-
montese, che trova origine neir antico
alto tedesco, leggesi anche nelle leggi lon-
gobarde e cfr. col prov. masc e mascot
ntregone: dal auafe significato sarebbe
poi trascorso all'altro di fantaama, larva,
aepetto cammuffato per incuUrt paura. La
terminazione aba non pu6 spiegarsi se
non ritenendo che da masoa siasi fatto
MASCRA, con inserzione di una r, e indi
allargato in mascara, e che siasi quindi
formato come lo«p. cascara mallo, tcorza,
da case o cranio, ooocio, buccia di cipolla ec.
il cat. platara piatto da plat piatto, V it.
tartaru-ga da tartu-ca. Altri con-
giunge a manduoarb (onde m and' -sea),
alio stesso modo che il lat. manducus
e da Plauto usato nel senso di fanta-
ema, epauracchio, orco [cfr. occitanico rou-
meco, che vale lo stesso e pare derivi
dal lat. rum a gola, e il dialett. rotnagn.
papon, che significa mangiatore e orco]:
onde si avrebbe la mangiatrice de'fanciul-
li: e vi e pure chi la connette al germ.
MA8A pas to ) pezzo, brano, che porterebbe
alia stessa spiegazione. II Devic, il Mahn,
il Dozy ed altri, contrariamente alia opi-
nione del Diez, propongono e sostengono
con splendidi argomenti Varab. masgha-
RA o masoharat buffonota, burla [che
trova la sua base nel verbo sachira de-
ridere, burlare] forse venuto dalle cro-
ciate, che darebbe ragione anche della
terminazione: ma, osserva il Delfttre, il
b. lot masc a, mascara trovasi in ma-
noscritti anteriori alle crociate!
[Lo $p. eport. mascarra, cat. mascara
Vant. fir. masc are 1 (che cfr. col fiamm.
medioev. maschel, mascher, e angsas*.
m&scre) macchia nera nel viso onde i
verbi §p. e port, mascarrar, prov. ma-
scarar, ant.fr. mascarar, mascurer,
mod. mftchurer (che cfr. col fiamm. ma-
schelen, m&schereD), tingere di nero,
macchiare. imbrattare e Vit. mascherizzo
usata dal Buonarroti per lividura, non
sono che derivati della voce < maschera »
nel senso di co$a che copre o camuffa U voUo,
sebbene altri pretenda la cosa viceversa].
Viso di cartone o di cera dipinto, di cui
si copre la faccia per non farsi conoscere
o per rappresentare qualche cosa. Yale
anche Persona mascherata, e figurat. Ap-
parenza, Persona finta.
Deriv. Matcher atntnto ; Matcherbre; Match*-
rata: Matcherino; Matcherdhe; Smatcherare.
Cfr. Matcoifno.
maseherdne $p. mascar6n (v. Ma-
echera).
Dicesi ad una sorts di scultura che rap-
presenti il volto somigliante a quello che
nngesi avere i Satiri, Bacco e simili; e
per lo piu si suole mettere alle fontane,
per fingere che dalla lor bocca n'esca
racqua, ed in altri luoghi per ornamento,
come mensole.
maaehlare e masHare da mAschio o
mAstio nel senso d'incastro.
Commettere o Adattare con ordigni
detti Mas chi, altrim. Maschiettare; poi
Biguardare una pietra per modo che com-
baci perfettamente da ogni lato.
maschi^tto dimin. di mAschio.
Lo stesso, ma men comune, benche piu
regolare di Mastietto: e il medesimo di-
casi de'suoi derivati.
Deriv. Matchiettare = Masttcttar*.
maschlo e mascolo prov. e ant.fr. ma-
sele, masle, mod. fir. m≤ ant sp.
masclo, maslo; detto per Mascolo (tut-
tora usato in dialetto): dal lat. mAsoulus
diminut. di mAs (genit. mAris) maschio,
che vuolsi della stessa famiglia del tend.
m ashy a, mashj&ha riflettente un sscr.
mftnushya [cfr. got. manniskas, a. a.
ted. mennisc] virile, da mAnus |— got.
mamma, a. a. ted. man] uomo e propr.
il pensante, dalla rad. ma-, man- pensare
(v. Mente, e cfr. Marito).
Sost. Quello de'due sessi che feoonda
l'altro; per eimilit. Quella parte di ogni
strumento ed ordigno destmato ad essere
inserito nel vuoto di un altro, p. es. il
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Mao]
— 823 —
[ma&gaio
Maschio della vite, della chiave; trasla-
t&vam. presa la similitudine dalla forza
che distingue il sesso mascolino, La parte
pru elevata e piu munita d'un castello
o d'una cittadella, poeta ordinariamente
a difesa dell' entrata principals della
piazza, e dove pu6 farsi Vultima ritiratd
e la suprema difesa, detta pin comune-
mente Mastio (p. es. il Mastio di Vol-
terra in Toscana, che serve come luogo
di penal
Agg. Di sesso masoolino; fig. Che ha
del virile; Nobile, Generoso; ed anche
Grande e grosso.
D«riv. Maschi&rs: Mascki&ccio-tUo; Maschiiz-
so; MascktU; Maschi4n*-4na; Maschibtto-dUa.
maseolino = lat. masculInus da mA-
SCUiiUS maschio (v. q. voce).
Di maschio sesso; altrim. Maschile.
Deriv. MascoUnito.
mascolo =» lot. mAsoulus dimin. di
mas maschio (v. Maschio).
Lo stesso che Maschio, sia come sostan-
tivo, sia come aggettivo.
maanafla dial. sard, mason ada, sic
masunata fatniglia, eompaania; prov.
main ada; ant. fir. maisniee; sp. me*
snada e manada: dal barb. lot. masnAda
— mansion Ata da man8i6nrm [fr. mai-
80 n) d&mora, abitastione, famiglia (cfr. Ma-
gione, Mansione e Mastino): cioe la gtnte
della casa (cfr. fr. menage casa, famiglia
= ♦mansionAtioum").
Propr. La gente di casa, e quindi Gli
individui che formano il seguito d'una
persona; e specialmento La compagnia
armata di un signore feudale; onde poi
in significato piu generale, come si usa
oggi, ricordando le Pjave gesta di cotal
gente di maP affare, Truppa di assassini,
oi contrabbandieri o simili.
Deriv. JfasnadiSrs-o [= $ mansion»t4rius]
= loldato di masnada, e indi Cagn6tto, Ladrone,
Ajsaatino di itrada.
massa 1. sp. mas a impasto, masar tm-
pastare. Materia raccolta insieme senz'or-
dine esatto ; Somma di particelle che for-
mano un solo corpo; per similil. Cumolo,
Adunamento [di cose, di animali, di per-
8<me]. In questo senso trae dal lat. mAssa
— gr. mAza [per mag-ja] impasto, pasta,
dal gr. if Assbin [ per m a g - j e i n] - perfett.
me-mak-a- impastare, nel quale e un ra-
dicale mag-, mak-, che ha il senso di com-
primere con le mani (v. Madia).
Deriv. Ammassdrs; Massillo: Massfccio; Mtoso;
• «fr. Macia, Maeeria.
2. Casa di campagna, Dimora del con-
con tadino. In questo significato cfr. col
prov. e a. fr. mas podere, stanza, casa di
campagna, cat. mas casa di campagna, sp.
mas a, ant. fr. mase fattoria e tiene al
barb. lot. mA88A, mAnsa e anche mAnsus,
xAkstjm casa, che scende dal puro lat. ma-
nure - part. pass. mAnsus - dimorare,
ond'anche il prov. maner, fr. manoir
abitatione, il prov. manen, ant. fr. ma-
nan t benestante, possidente, il lat. barb.
manen s colono (v. Rimanere; e cfr. Ma-
gione, Maniero, Mansione, Masnada, Ma-
stino).
[Di qui il cognome/r. Du-Mas e i nomi
locali Massa di Carrara, Massa Lombar-
ds Massa Marittima, Massa di Sorrento,
Massa di Somma ec In Siena diconsi
c Masse » le Frazioni suburbane del
Comune].
Deriv. Massbio-a; Ma*$bro-a; Masserta; Mas-
strizie.
massacro dal fr. (sec. xin) massAgrb,
che atyinge al barb. lat. mazAcrium, che
viene dall' Alemagna: a. a. ted. meizan
fendere, tagliare, a cui sta da presso il
mod. metzeln [Alta Germ, metzgen,
metzgern] macellare, Metzger = ant.
metzjer macellaio, metz — ant mSzzo
tagliapietre); oland. matskbn, che fa sup-
porre una forma secondaria matsbkbn,
matsbkbrn, onde ben viene Yant.fr. ma-
oeclerie strage, maseorier boia, beccaio
(cfr. Massone). II Caiz prendendo la mossa
dalla forma verbale [Massacrare], opina
resulti dalla fusione del lat. sacrAre nel
senso d'immolare (agli Dei) e del tema
del prov. mabsar colpire (v. Mazua), ed al-
tri men bene ancora ritenne fosse inver-
sione del b. lat. scar a max us coltello per
squaroiare.
Strage, Macello di molte persone, che non
si difendono o si difendono male. (Voce
che non ha esempio ne'buoni scrittori).
Deriv. MassacrHre.
massfcggio dal fr. massage da massbr
stropiociare, che tiene al lat. massAre =
gr. mAssbin per mAgsbin tastare, da un
rad. mag-, che ha il senso di comprimere
con le mani (cfr. Massa 1).
Specie di maneggiamento praticato da-
gli Indiani dopo il bagno; e consiste in
Iregagioni, scncchiolamenti ed altri eser-
cizi che fa un servo sopra il corpo della
persona bagnata, durante tre quarti d'ora,
ed usando a ci6 acqua calda, un guanto
di crine, pietra pomice ed altro. Oggi tali
stropicciamenti fatti con metodo scienti-
fico sono entrati nella terapia per curare
varie malattie di carattere atonico.
massaio e massaro ant. fr. mansiaire
(afline a maisnier = mansionarius)
= lat. barb. massArius = mansiArius
fittaiuolo da mAssa o mAnsa fattoria, casa
di campagna (v. Massa 2).
In origine Con tadino di una massa,
specialmente quello che presiede ai lavori
di campagna ed ha cura degli strumenti
rurali, che in Toscana dicesi Capoccia;
oi Fattore di campagna; ed ora Custode
i cose mobili, ossia di masserizie de-
if
L
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jnassaiuola]
narifper lo piu appartenenti al pubblico);
est. XJomo da far roba e da mantenerla.
massaiuola da mAssa casa dicampagna
(v. Massa 2).
Nome di un uccelletto [detto anohe Vi-
tiflora, o perohe sommamente si diletta
delle uve, o perche apparisce nel tempo
delle vendemmiej.
massellare verbo denominativo da MAS-
SELLO.
Battere il ferro caldo alTuscir della fab-
brica, distenderlo, ripiegarlo phi volte
sotto il martello, e quasi rimpastarlo, per
renderlo piu dolce e piu purgato.
Deriv. MatieUatHra.
massello forma diminutiva di Massa (v.
Massa 1).
Ammasso e Aggregate di materie ag-
glutinate da cemento. In partio. Quella
mole di ferro gia colato, che si vuol ri-
durre a qualunque sorta di maniiattura
e alia quale si attacca una presa, per po-
terlo maneggiare sull' incudine. — < Oro o
Argento in massello » s'intende Lavoro
di tutto oro o argento.
Deriv. Matselldre.
masserla e massaria lat. barb. masbrIa
= mansar1a (v. Mo8$a 2).
Riunione di masse nel senso di case di
campagna; Possessione di poderi e di be-
stiame.
masserfcia propr. ci6 che e nella mas-
sbrIa ed appartiene al massAro o pa"
drone della casa, che e voce derivante da
mAssa ■— b. lat mAnsa dimora (v. Massa 2).
Le cose mobili, le supellettili, che for-
niscono la casa.
Yale anche Risparmio, Moderaaione nello
spendere e nel far uso delle cose, onde il
modo « Far masserizia » per Usar parca-
mente di checchessia, Accumulate, Far
roba: ed anche in quest o senso, se non
ha che fare con ammassArb, e sempre le-
gato a massaro nel senso di chi ha Vuf-
.ficio di riscuotere e eustodtre le entrate di
una comunita, e propr. di una mAssa o
casa (cfr. Massaia).
Deriv. Maassriatifto; Maueriziubla.
massetere e masseteric) dal gr. massb-
tbr maaticatore, da ma88Ao|mai| mastico (v.
Masticart).
In Anat. Grosso muscolo della faccia,
che serve alia masticazione.
Deriv. MasitUrico.
massicciato da mAssa, mediante l'agget-
tivo MASStcciO = solido (v. Maaaiccio)7
Quella massa di sassi messa per lo piu
per ritto nelle strade sterrate per ren-
derle solide, sopra cui si getta la ghiaia.
massfcclo/r. massif; ap. macizo; [ted.
massiv; ingl. massy, massive]: da una
forma fittizia lat. * massa Tfcius da mAssa
tutto rib che & denao e apeaao (v. Masea 1\
Che e o sembra denso e pesante ; altri-
menti Grosso, Solido.
- 824 - f nuurteilo
[Massiocio differisoe da Grosso e da So-
lido, Massiocio e attributo che si riferisce
alia densita delle masse corporee, Groaac
alia loro estensione e grandezza, Solido
all'aderenza delle particelle che le costi-
tuiscono].
masslma dal lot. maxima, aottvtU. sen-
ten tia, oioe aentenza grandiaaima, gene-
rale (v. Massimo).
Proposizione generate detta dai Greci
Assioma, che per la sua evidenoa serve
di fondamento o di regola.
Deriv. Matsim&rio — racoolta di maesime.
masslme = lat. mAximb massimamente,
ed equivale a Principalmente (v. Mas-
simo).
maasimo = lot. mAximus (« or. mAg-i-
stos] per mAg-timus, di cui il radicale
si trova in mAg-is jm* e mAg-nus (= gr.
mbg-os) grande nel senso fisico e morale
(v. Magno).
La desinenza -timus corrisponde al suf-
fisso sanscrito -tamas (cfr. ul-timus, oi-
-TIMUS, IN-TIMU8, 6CC.).
Superlativo di Magno e vale Grandis-
simo, H piu grande.
Deriv. Wutima; Matri maminU = MlUrtme.
Btaaso Sembra forma maschile della
voce mAssa nel significato di quantity di
coat oggruppote inaieme: che e dal lot. ma-
kers atar fermo (v. Rimanere).
Sasso grandissimo radicato in terra.
Deriv. MaasHo = taogo iogombro o ooperto di
massi ; Mosatao = fatto di massi.
masstae e il fr. ma^on =*prov. mAsso,
lot. medioev. mAoio murotore e propr. ta-
gliatore di pietra^ che risponde all'a. a. ted.
mezzo, mbizzo, mod. mbtz tagliatore, to-
glia-pietre, da meizan intagliare, affine al
got. maitan tagUare, motzare, mod. ted.
meisseln tagliare con lo acalpeUo (cfr.
Maaaacro).
Nome esotico degli appartenenti ad una
societa segreta che si propone lo intento
di lavorare per il progresso della umanita.
Meglio dirai Liberi Muratori (cfr. Fnm-
maaaone).
Deriv. Moasonerta; Maatbnico.
massonerla (v.. Maaaone).
mastacco per alcuni dal gr. maatax,
mAstakos bocca 9 boccata di cibo e questo
da mas-Ao|mai| mastico (v. Masticare). Al-
tri meglio ricorre al ted. Mast, Ma-
stung tngrassamentOf m ft s t e i n ingrassare,
che cfr. collWtr. mast an pingue 9 groaso.
Atticciato, Ben Complesso.
Deriv. Moatoccbn* e pi* oomonem. Mo»tang6ne.
mastangone Alterato da Mastacc6ne
ed awicinato alia voce StAnga nel senso
di coaa lunga e aroaaa (v. Maataoco).
Dicesi figur. ax persona molto lunga,
grossa e un po 1 sgarbata.
mastello » lat. barb, mastbllum, forma
diminutiva che taluno dice plasmata suUa
base del gr. mAktra modtd, mortaio (cfr.
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marticare]
Mastro), e secondo altri sul lat. cla$$. ma-
tella (dimiiL di matula) vaso da notte,
ormaU: ma che invece sembra formata
sol ted. mast stanga, onde si fece pure lo
«p. ma8til.
Sorta di largo vaso per lo piu fatto in
tondo con doghe di legno, delle quali due
ai lati sporgenti in fuori in maniera da
farci passare attraverso una stanga, af-
fine di alzarlo e trasportarlo in due.
mastlcare rum. mesteca; prov. maste-
gar, maschar; fr. macher; sp. e port.
mastigar, masticar, mascar: = lat.
masticAre (in Apuleio) [» madsticare]
formato come il <?r. mast-ax, [genit. ma-
st-akos] bocca, mastazd, mastich-ad
mattico, massao|mai| mastico, mangio,
sulla stessa rad. had-, madt-, mabt-
rammoUire, ond'anche il lat. m and ere
-p.p. man s us - mangiare (v. Madido,
cfr. Mangiare).
Propr. Impastare, e per analogia Di-
sfare checche&sia con i denti, e special-
mente il cibo, in modo da ridurlo come
una pasta. — « Masticar male una cosa »
vale fig. Intenderla male, Adattarcisi ma-
le, o, come dicesi con analoga rejazione
d'idee, Digerirla male.
Deriv. MarticbbiU; Masticacchibre; Mastico-
•6*U>; MastUaHccio; Masticaibrio; MasUcatira;
Uustiauitne. Cfr. Mastics; Msstica; Mostaccio;
Motiacdblo (?); Masse&re.
mistice o mastica fr. mastic: dai lat.
xAstdcbm accusativo di mAstix = gr.
mastiche, che vuolsi congiunto a ma-
stichad mastico, a mas tax bocca, ma-
stazd mangio (v. Masticare).
Resina flagrante, che scola per incisioni
fatte nel Terebiunthus lentiscus assai co-
mmie nell'isola greca di Ohio o Scio, e
che specialmente in Oriente suole masti-
carei per diletto. — Si da pure questo
nome ad alcune composizioni che si usano,
come gia il mastice, per unire insieme
diversi corpi.
Beriv. Mastidno = di mastioe.
mastiettare da mastjbtto usato vol-
garmente per maschibtto diminutivo di
mAsohio (v. q. voce).
Acoomodare con maschietti o mastietti,
doe con ordigni che entrano negli anelli
di altri.
nastigo lat. mastigus dal gr. mAstix
- 9mit MASTioos - fiagtUo.
fonere d'insetti, dell'ordine de'coleot-
teri, cosi denominati dai danni che arre-
cano alle piante e di cui e tipo il Masti-
9*9 palpaUs di Hoffman.
mastfno prov. mas to, mast is, mod.fr.
m&tin; ant. fr. e sp. mastin; port, ma-
stim, ant. mastin {ingl. mastiff): dalla
stessa base di Massa, Mansione, Ma-
snada e quindi contratto da masnadIno
da una presunta forma di bassa latin ita
*MAN8iONATiNU8, sottinteso can is] daMA-
— 826 — [masurca
snada [== mansionAta] nel senso di al-
loggio, come dire U cane della casa, il cane
da guardta. II Vocab. It di Mantova lo
spiega col celt, mas casa e tuin guardare
(v. Massa e cfr. Magione); altri peggio
pensa al ted. masten ingrassare, nutrtre:
e solo per ultimo il Meyer LtLbke sup-
pone che stia per *mansubt1nus [da mah-
SUETUS manso, docile], che per la forma
risponde bene e pone in serio pericolo la
prima ipotesi.
. Grosso cane da guardia che serve spe-
cialmente ai pastori per custodire il greg-
fie. Uno de'Signori di Verona della stirpe
egli Scaligeri si chiam6 Mastino, come
altri due della stessa famiglia si chiama-
rono Cane, secondo l'uso comune a tutti
i popoli di prendere nomi di animali
forti, quali Orso, Lupo, Leone.
mastio, mastiltto, mastiettare Idiotis-
mi per Maschio, Maschietto, Maschiettare
(v. q. voci).
mastodtate dal gr. mast6s mammeUa
(v. q. voce) e odoys - genit. od6ntos -
dente.
Nome dato da Cuvier ad un Mammifero
possibile, che si assomiglia all'elefante:
cosi detto per i suoi denti molari che alia
corona presentano certe protuberanze si-
mili a mammelle.
mastdide dal gr. mastos mammeUa (v.
q. voce) ed eidos forma, somigliama.
Che na forma di mammella; come ap-
punto e l'Apofisi dell'osso temporale, che
somiglia a un capezzolo. Sinonimo di
Mammillare.
Deriv. Mastoidso.
mastra dial. nap. matra; prov. ma-
stra: dal lat. mAotra = gr. mAktra e
questo da mAssbin — mAttbin impastare
(cfr. Madia).
Voce di dialett. Specie di madia grande
per fare il pane.
mastro contratto da maestro [il quale
pero ha piu vasto significato] e dicesi per
to piu di artefici: p. es. Mastroferraio, Ma-
stro d'ascia. Come aggett. vale Primo, Prin-
cipale: p. es. il < Libro Mastro » dei
commercianti.
mastnprazidiie = lot. mastuprati6nbm
da mAnus mano e stuprabb contaminare,
corrompere (cfr. Masturbare).
Genere di libertinaggio solitario, detto
altri menti Onanismo, e volgarm. Mastur-
bazione per analogia al verbo turbare.
masturbare da mAnus mano e stuprArk
contaminare con la mano (cfr. Mastupra-
zione) awicinato per falsa etimologia po-
polare alia voce turbArb disordinare.
Provocare polluzioni con la mano.
masurca o mazdrca polac. raazurek =
russ. mazurka: da Mazurbn o Masurbn
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mattes*]
— 826 —
[materia
abitanti dell'antico ducato polacco di Ma-
sovia, dove e posta Varsavla.
Nome di on ballo nazionale polacco.
natassa rum. matasa; prov. madaisa;
sp. madeja; cat. e port, madeixa; ant.
fir. madaise: dal b. lat. matAxa o mb-
taxa che signified seta greggia, poi filo,
corda, ecc
Certa quantita di filo awolta nell'ar-
colaio o sull'aspo o sal guindolo e poi
fermata con nodo; fig. Viluppo, Negozio
intrigato, Imbroglio.
Derir. Mata$$4Uo-Cna; Ammataa&re; 8matas-
sare. «
matematlca e mattematlca — lot. ma-
thbmatioa; (al plur.) dal gr. mathema-
tikb che coneeme it sapere la scienza, ov-
vero aoconcio alVimparart (sottint. techne
arte\ che si collega a mAthbma discipline^
studio, scienza, da mathbo = man than 6
imparo [affine a mated investigo], ona^SkU-
che math£tes oMscepolo, mathdsis co-
gnizione, dottrina: come dire lo studio,
la scienza per eoceUenza: dalla rod. ma va-
riamente sviluppata, che nelle lingue arie
ha il doppio senso di misurare e di pen-
sore, che e misurare con la mente. [Es: sscr.
mati [gr. mdtisj pensiero, mata dot-
trina, medha inteiligenza, sapienza; zend.
madhas scienza, studio, arte medica, ma-
daya insegnare gr. medd medito, medos
consiglio, got. mi ton considerate; ant slav.
madru inteUigente; che stanno in con-
fronto col sscr. m&trft \gr. metron], alb.
mate, a. slav. e serb. mata, gael. mead,
irl. medh (ebr. mat) misura; sved. ma-
ta, got. mi tan, lot. metiri misurare;
gr. mation, lat. m6dios sorta di misu-
ra, ecc (cfr. Meditare, Mente e Metro)].
Altri in voce opina forma ta la voce greca
mithema sulla rod. hath o manth agi-
tate [sscr. math-ati, manth-ati, ma-
th-n&ti], d'onde poi sarebbe venuto il
senso di investigare, imparare.
Scienza che ha per oggetto la quantita,
la grandezza e le sue proprieta: cosi detta
perch6 reputata ad ogni altra superior©,
per utilita e per evidenza.
Deriv. Matematicamente; Matembttco.
matera e il lat. mAtara o mAteris, voce
proveniente di Gallia indicante ana Spe-
cie di picca o giavellotto gallico da lan-
ciarsi colla mano, la cui ponta ferrata
era assai peaante e molto ottusa, si che
non feriva, ma faceva delle forti contu-
sioni [ond'anche il fr. matras — prov.
matratz dardo di una grossa balestra, da
cui matrasser *=*jw<w. matrasseiar ac-
ciaccare]: da ana rod. hat- gettare, ond'an-
che il celto (cambr.) med-yr che getta (cfr.
Mettere).
Deriv. Materbssa: MaUrbuzolo; Matarbssa; Mdt-
Uro (?); ofr. MurUUe.
materassa-o e pin antic, materazzo prov.
almatrac; fr. matelas, ant. mater as,
matelat: cat. matalas; sp. almadra-
qae; (ted. matratze, fiam. mattrass,
celt. gall, mattras): dall'aroft. al-ma*tra 4 h
luogo dove si pone o si getta q. c, ed anche
copertura da porsi sul dorso delle bestie da
soma (da taraha gettare), d'onde lo n>.
almaaraque, che spogliato dall'articolo
arabo (al) entro mediante il barb. lat.
matrAtium, matarAtium, matbrAciuh
nelle altre lingue romanze: propr. cota
gettata a terra, su cui stendersi per dormirt,
che i Latini dissero stratum e stra-
gulum da sternbrb distendere. [II lat.
mAtta — a. a. ted. matta, mod. matte
stuota non spiega la finale, e mastruca
pelliccia si presta anche meno].
Arnese da letto, ripieno ner lo piu di
lana e impuntito, per donmrvi sopra.
Deriv. Uatsrassaio; MaisrasHna-o.
materia rum. materie; prov. materia,
madeira; fr. matiere; sp. materia,
madera; port, materia, madeira: »
lat. materia, che cfr. col sscr. ma tram mi-
sura e materia [che e la cosa misurabilel
proveniente dalla rod. mA- misurare ed
anche preparare con la mano, costruitt,
onde iltsenso di formare (v. Metro e Madre).
Altri riconnette questa voce diretta-
mente al lat. mAtbr madre, che fa capo
alia stessa radice e spiega: sos&xnza prima
da cui altre son formate.
Tuttoci6 che occupa spazio, che ha corpo
e forma, Ci6 di cui e fatto che che sia
(opposto a Spirito); fig. Soggetto, specialm.
di cui si parla o scrive: onde « In mate-
ria di » a= In proposito a. Per ci6 che
riguarda. — « Materia medica » ■■» Le so-
stanze adoperate in medicina, ed anche
La cognizione di esse e la maniera di
Srepararle e am minis trade. — Dal concetto
i cosa solida, densa, inerte, quale noi im-
maginiamo essere la materia, passd al si-
gnificato di Sostanza purulenta o escre-
mentizia [e cfr. coWingl. matter e celt.
gall, madrez onde madru putrefare].
Deriv. MaUriaccia; Materials; MaUriato; Ma-
teritfso.
materiale Composto di materia (v. q.
voce) e quindi opposto a Spirituale e a
Morale; fig. Grossolano, Gtoffo.
Come sost Materia destinata e prepa-
rata per qualsivoglia uso.
Deriv. MaUrialtUo: MaUrialUmo; MatsriaU-
•ta; MaUrialUa; MaUrialikiare; MateriaUHnU;
MaUrialtine.
materialfsmo da materials in opposi-
zione a Spirituale.
Dottrina di chi crede tutto esser mate-
ria senza spirito.
Cfr. MaUrialUta onde MaUrialUtico.
materiali&iare = Ridurre a condizione
matbriAlr. (Voce dell'uso).
materno = lat. matbrnus [che con al-
tro sum'sso risponde al gr. matroos] da
mAtbr madre (v. q. voce).
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matertazaj
— 827 —
[matrizzfcre
Di madre, Attenente a madre, Che de-
riva da madre, Che e da parte di madre.
Deriv. Matern&ls; Maternamsnte; Maternttb.
MAteroua Quel pezzo di metallo che si
lascia ai getti, acci6 col suo peso, quando
e fuso, obblighi il rimanente a ben adat-
tarsi nelle forme: forse cosi detto per so-
miglianza a una grossa ed ottusa capoc-
chia e quindi da identificarsi con Mate-
roszolo e Mattar6zza, che hanno si-
gnificato affine; se pur non e detto, come
alcuno pretende, per matbri6zza dimi-
nutivo di matbra antic, per materia.
Deriv. MdUrbtMola.
materduolo doppio diminutivo del lat.
matbra dardo a grossa capocehia, median te
on intermedio pure diminutivo *matb-
adzzo (v. Matera).
Pezzetto di legno rotondo e capocchiato
da lanciare (una volta usato per saettare
i colombi); Pezzetto di legno rotondo che
si lega colle chiavi per non perderle.
matita lostessoche Amatita = Ema-
tita dal lat. H^MATfTBS = gr. aimatItbs
che a lettera vale sanguigna [perche de-
aigno una pietra da disegnare color di
sanguej, soppressa la vocale iniziale (v.
EmatUe).
Sorta di pietra, che segata e ridotta in
punte serve per disegnare; Preparazione
chimica, con cui s'imitano le matite na-
tural i.
Deriv. Matitatbrio.
matraccio Jr. matras; sp. matraz:
sembra collegarsi all'arao. matara otrc,
che forse e voce di origine greca: gr. mak-
trahon diminutivo di mAk-tra vaso da
pestare (v. Madia e cfr. MasteUo).
Yaso di vetro a guisa di fiasco, col collo
lunghissimo, impiegato dai chimici e far-
macisti per distillare.
Matricaria [e matricalej = lat. Matri-
caria da matrix matrice, utero.
Qenere di piante, delle quali la piu
not* e la Camomilla, efficaci a sedare
nelle puerpere i dolori della matrice, d'on-
de prese il nome. Matricaria Parthenium
dei Botanici.
matrice = lat. matrIcbm accusativo di
matrix' utero, ed anche femmina che si
tkne per razza. matricina, da mAtbr ma-
tin (v. q. voce).
Come sost. L'utero della femmina, de-
stinato a contenere il feto.
Come aggttt. vale Principale onde in
alcuni luoghi appellasi < Chiesa Matri-
ce » la Cattedrale [come se dicesse quella
che da forma ed esempio alle altre]; e
nel linguaggio di amministrazione dicesi
« Matrice » quella Parte del foglio, che
rimane attaccata al registro come docu-
ment*), mentre l'altra che si stacca dicono
Figlia.
Deriv. Matric&U; Matricaria; Matricola.
matricinadal lat. matrix utero, Voraano
della maternita; ed anche matricina ed at-
tinge alia voce mater madre (v. Matrice),
col suffiss. 1nus,-a proprio di aggettivi e
indicante spettanza, come in Vitulinus,
Marinus.
Albero che ripullula; Pianta giovine
rigogliosa, che si lascia in piede ne' tagli
cedui per semenza o per allevarla. Yale
anche Bestia pecorina riservata per figliare.
[Nei Yocabolari si trova piu spesso ado-
perata come aggettivo: p. es. pianta
matricina].
matricola = b. lat. matrIcula diminu-
tivo da matbr - genii, matris - madre,
Sresa figuratamente questa voce nel senso
i cosa che contiene (v. Madre).
Cosf fu detto il Libro maestro dove si
registrava il nome di coloro cui veniva
data facolta di esercitare un' arte, come
chirurghi, medici, speziali, median te esa-
me. Yale anche Registro maestro sul
quale vengono iscritte le qualita personal!
d'ogni soldato, e che era in uso anche al
tempo xle'Romani.
Deriv. Matricolare; Matricolato.
matricolare registrare nella matrIcola
o dare il diploma che attesta Piscrizione
in essa (v. Matricola).
Da questo verbo si fece Matricola to
che propr. vale Inscritto nella matricola,
e cosi Esperto in una professione, ma fig.
Esperto in cosa non traona: p. es. ladro
matricolato.
matrigna e madrf gna yr. mar&tre; sp.
madrastra: dal lat. mAtbr colla termi-
nazione -Iqno, -igna, rispondente a -Inbus,
-inba \cfr. Sanguigno = sanguineus,
Stamigno => stamineus]. che tal volta in
italiano attenua o avvilisce il significato.
Moglie del padre di colui, cui sia morta
la madre; fig. Cattiva madre.
Deriv. Matrignale; MatrignamMo; Matrignare;
Matrigntggi&re; MotrignUco; MatrignivoU.
matrimonio = lat. matrim6nium comp.
di mAtbr madre, genitrice, e suffisso -mi-
nium, che trovasi anche in patri-mbmuu,
merci-udmwi ecc. ed accenna ad agente,
ad azione.
Unione legittima dell'uomo e della donna
collo scopo di generar figli.
Deriv. Matrimoneggidre e Matrimoniiio (voci
dello stile giocoso); Matrimonial*; Matrimoniare.
matrlna e madrina prov. mairina;/r.
marraine; sp. madrina: dal lat. mA-
trem madre mediante una forma diminu-
tiva matrIna, madrIna.
Lo stesso che Comare: cosi detta per-
che adempie un ufficio materno, presen-
tando il neonato al fonte battesimale.
matri££are da mAtrb = mAdre, con de-
sinenza verbale propria del greco idioma.
Bitrar dalla madre nelle fattezze e nel-
l'indole; altrimenti Madreggiare.
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L -^
matrtiaa]
— 828 —
[matterell©
matrdna — lat. matb6na da mAtbr
madre, con la terminazione stessa che tro-
vasi in patb6nus patrono.
Presso gli antichi Romani: Donna ma-
ritata con figli, di onesta ed illustre con-
dizione; oggi Donna autorevole per eta e
nobilta.
Deriv. MatrondU (onde MadornaU); Matronal'
mint*.
matronal! Feste che si celebravano dalle
matrons romane nelle calende di Marzo,
per onorare la memoria delle donne sa-
bine, le quali essendo state rapite dai Bo-
mani, posero fine alia gaerra crudele, che
agitavasi fra le due nazioni.
matronfmlco dal ar. (doric.) mater,
- genit. matr6s - maare, e 6nyma = 6no-
ma nome.
Attribute di nome derivato da quello
della madre.
matta fr. matte: =» lat. mAtta. che cfr.
coil'arU. ted. matta (mod. matte) e col-
Vang-sa88. meatte (ingl. mat): e vuolsi
sia voce proveniente dal celto. Nei dia-
letti neo-celtici ritrovasi il gall, mat, Virl.
matta, che il Diet. Imper. di Londra con-
giunge al gall, math, mathr col senso
di coacL stesa.
Stuoja; e propr. quella che lavoravano,
e su cui dormivano e oravano i monaci.
mattaccino /r. matassin; sp. mata-
chin: il Roulin da mAtto mediante on
peggiorativo mattAccio in senso di echer-
sevole, ma il Dozy dall'ar. matavaddgih
mascherato.
Giallare e Saltatore buffonesco: ma in
origine Nome di certi ballerini, che dan-
zavano sotto le mentite veste diguer-
rieri armati: indi anche Specie di danza
gioconda. [In Ispagna era una maschera
da teatro simile al nostro arlecchino].
Deriv. Mattaccinare; Mattaccinata.
mattaione Sembra della stessa origine
di Mat tone, che sta per maltone, da
malta; sebbene altri pensi al celt, maeth
campagna, terra.
Terreno asciutto e sterile, di as petto
bianchiccio composto di terra e di nicchi
marini quasi calcinati.
mattana Tristezza ed uggia di chi e
angustiato da q. cosa ed a cagione della
quale si sente disposto a montare in ira
per ogni minimo che: cosi detta per es-
sere una irragionevole affeziouo dell animo
molto simile alia malinconia de'MATTi. II
Bullet per6 nota Mattana fra le voci
celte in senjo di follia ed il ted. ha matt
nel senso di abbattuto, spossato, languido,
stanco, ma non e il caso di cercare la
ragione della parola presso i forestieri,
quando l'abbiamo in casa.
mattare Nel signincato di Ammaz-
zare e il lat. mactare uocidere (onde lo
sp. matar) che fa presumere un primi-
tivo *macAre e parrebbe trarre dalla
stessa radice di Macello: ma la maggiore
seguendo gli antichi interpreti calca una
via di versa, ritenendo mactare intensive)
di *magAre (Georges) e congiungendo alia
rod. magh- — mah- far grande, magnificare
onde il senso di onorare, festeggiare [spe-
cialmente la divinita con sacrifizi], quindi
l'altro & y immolare vittime agli dei } e final-
mente in modo generico quello di ucd-
dere, ammazxare [9*cr. manh-ate £|«#er|
grande, cresce\re], m&gh-il grandena, ma-
h-ati onorare.
Deriv. MattaUHo; MaUaaiOn*.
Nell'altro significato usato nel giuoco
degli scacchi di « Dare scacco-matto »
trova la sua ragione in quest 1 ultima voce
(v. Soaoco).
Nel senso poi di Fiaccare, Opprimere,
Superare, Anrangere usato anche dai tre-
centisti, se non discende metaforicamente
dai primi due, pu6 ben legarsi al ted. matt
abbattuto, $po$aato, languido, onde il verbo
abmatten fiaceare, affralire (v. Matto).
mattarozsa e matteroisa sembra vero-
simile che tragga dal lat. mAtara o mA-
TERI8 voce di origine gallica, che desi^n6
una specie di giavell6tto con punta fer-
rata pesante ed ottusa, atto a produrre
contusioni anziche ferite (ond'anche Vant
fr. matras dardo di una grossa baUstra).
Capocchia, Estremita di un fusto qua-
lunque \p. es. di un battaglio da campane],
piu grosso di esso fusto. (A Siena Bastone
con grossa capocchia in fondo, che in ro-
manesco dicesi Mazzarella). — Per ana-
logia Quella specie di palla, che si &
in capo alia forma da fondere artiglierie;
Quella massa di metallo che rimane di
soprappiu nel la forma di un pezzo d'ar-
tiglieria dopo il getto.
mattatoio dal tat. mactare (§p. matar)
uccidere, mediante una forma *mactat6-
rium (v. Mattare). •
Luogo dove si macellano animali.
mattazttne dal lat. maotAre uocidere,
mediante una forma *mactati6nem (v.
Mattare). — Macellazione.
matt^Uo detto per maltello da mAlta,
convert ita per assimilazione la prima li-
quida in T.
(Dial, senes.) Lo stesso che Malta, Ar-
gilla.
matterello 1. sembra forma diminutiva
di mAttero randeUo.
Legno rotondo col quale si spiana e si
assottiglia la pasta per fare lasagne: detto
in Siena ancne Banzagnolo [— « Lasa-
gnolo].
2. E anche diminut. di mAtto (cfr. Giuc-
carello): e si usa senza sdegno per dare
del matto a un fanciullo, a un giovanetto.
Deriv. MatterelMne-a (aoorese.) dioeai di per-
sona spensierata e uniassona.
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_j
matter*] — 829 —
i mittero vale genericamente Randello,
| Bastone e pare congiunto al lat. mat&ola
! mazsa [come se dicesse Ma z z er o] cangiato
il suffisso diminutivo -OLA in -BBO, come
! in Focherello, che e da f6colo (== lat.
focolus), d'onde si fece f6chero e poi
Focherello (v. Matza)*
In modo speciale e piu comunemente
il suo diminutivo (Matterello) designa
Quel legno rotondo, col quale si spiana e
si assottiglia la pasta per fare le lasagne;
detto in Siena anche Ranzagnolo [= La-
sagn61o]: ed in auesto significato non e
inverosimile stia in rapporto coll' ant. it.
mAttbra (= lat. mactra) madia, con in-
serzione di una i, che tiene al gr. mas-
sein impastare, maktron arnese da im-
pastare (v. Madia).
matterugio e matterugiolo da mAtto,
mediante la forma diminutiva matteru-
colo, ond'anche Matterullo.
Che ha on po'del matto.
matterullo da matto mediante una for-
ma matterucolo, mattbruc'lo (cfr. Mat-
terugiolo), awicinato a mAttero pezto
di tegno grosso, che pud aver dato ridea
di balordo(?).
Quasi matto.
mattfa da matto nel signif. di pazzo.
Stato di mattezza; e piu comunemente
Azione da matt i; fig. Balordaggine, Seem-
piezza.
mattina contratto dal lat. matutina
sottint. hora 6ra (v. Mattino).
La parte del giorno dal levar del sole
a meBzodi.
nattfno (ant. maltfno) prov. m a t i , m a i-
tin; fr. matin; cat. mati; [sp. mafiana,
port, man ha]; celt. gall, madainn, irl. ma-
dain): contratto dal lat. matutInum (sott.
tempus) tempo del mattino, [con. dileguo
delPu protomca, come in altre voci] (cfr.
Meta), che sembra diminutivo di matutus,
che trovasi nella espressione < mater ma-
tata » f e « Matuta » dissero i Latini V Au-
rora], dalla stessa radice di mAne mat-
tout, onde lo ftp. man ana (v. Mane). La
soppressione del tuou mediano non deve
far gran caso, avendosi esempi analoghi in
nutrix nutrioe, che sta per nutritrix,
veneficus venefico per venenificus, sti-
pendium stipendio per gtipipendium.
Le prime ore del giorno: spazio della
giornata, che coincide col passaggio appa-
; rente del sole nel lato orientale dell'oriz-
zonte.
Derfr. Mattina; Mattinbre; MaUinata; Matti-
*ton>. Cfr. MaUutino.
matto 1. prov. matou. Alcuno lo con-
nette al gr. mAtaios vano, stolto, demente,
j onde l'astratto matia e il verbo mat a 6
impazzo, che tiene alia stessa radice di
mania insania, furore; altri propone il
tardo lat. mAtus o mAttus ubriaco, tron-
[matt6ne
cato da mAdidus bagnato, il quale merita
la preferenza, non tanto per la identita
della forma e l'analogia del significato,
quanto per essere di tonte latina [Cfr. sscr.
MAbu = got. midus, a. a. ted. m£tu
bevanda inebriante, madami - p.p. mat-
ta - = gr. method sono ubriaco, mat-
tab = lit. matto ubriaco, insensate, fotte:
rod. mad- bagnare, ubriacarsi bevendo]:
propr. simile a chi ha smarrito la mente per
troppo bere.
II ted. matz goffo del Muratori non e
dunque attendibile e neppure Vingl. mad
[= ang-sass. ge-madd, a. a. ted. gi-meit]
insensato, matto, che va ad incontrarsi col-
V island, meiddr, p.p. di meida urtare,
ottundere.
Pazzo, Stolto; Bizzarro; fig. Fuori di
misura, Smodato, e dicesi cu piacere, di
gusto, di spesa; owero Che esce dalle
norme comuni, dalle forme ordinarie e con-
suete [p. es. Razzo matto, Carro matto?].
Derlv. Mattacchifrie [=mattacnlone] per-
sona che ha in se un po'del matto, ohiaiaona, ma
sensa mallei* ; MaUbccio >pegg. di matto, ma si
dice aolo per Bizzarro, Vago di fare allegria;
Mattaccino (?); Mattina; Mattegqiare; MattersUo
dim. di matto e si nsa sensa adegno per dar del
matto a un fantiLullo, a nn giovanetto; MatUria;
MatUrOgiolo; MatUrtUlo; Matteria; MatMsza; Mat-
tfa; Mattoide; Ammattire; Immature.
2. Nel senso di Malato [p. es. ho una
gamba matta] viene dal ted. matt (=■ fr.
mat) stanco, spossato: che il Diez e il Lit-
tre sospettano di origine romanza, quan-
tunque i piu ritengano venuta dal giuoco
degli scacchi (v. sotto n. 8). L'uso per6 di
questa voce e quasi contemporaneo (se-
colo xn) in Germania e nolle lingue ro-
manze.
£ pure usato nelle industrie per Opaco,
Senza lustro, ed e la stessa voce, che dal
senso di languido, debole pass6 all'altro
di fioco, smorto, non luoido, detto di colore,
e specialmente parlando di metalli.
3. « Matto (Scacco) » nel giuoco degli
Scacchi e il colpo mortale che decide della
partita, e trae dal pers. sciach re e mate
o mat (ebr. mbth?) & morto (v. Scacco).
Deriv. Mattare (Jr. matter) = dare soaooo
matto.
mattoide da mAtto e terminazione -6idb
tolta al greco e significante simile a.
Persona che ha del matto, specialmente
Quegli che nelle stranezze dell 1 ingegno
dimostra aver della pazzia.
mattdne ant. dial, genov. e piem. ma6n;
sic. maduni; friul. mad6n; napol. mau-
tone. II Baist dal lat. mAdidus umido
con la desinenza propria degli accresci-
tivi; meglio per la torma il Diez dal med.
alt. ted. matte massa compatta, latte acca-
gliato, pezzo di cacio (a cui il Mattone in
qualche modo somiglia), d'onde perci6 an-
che il fr. dial, ma ton schiacciata con ca-
cio e mattone, il catal. mat6 cacio di fior
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ittonellaj
di latte, non che il fr. matte, che in me-
tallurgia designa la sostan%a mttallioa di
prima fusione ed itnpura, che ha subito una
sola fusione e non & ancora in istato di
sufficiente puretta; il Bianchi dal lot. mAc-
tus duroy demo, compatto; e prima di
tutti il Muratori dal lot. mAltha malta,
onde maltone, ridotto popolarmente in mat-
tone: la quale ipotesi, appoggiata dalla
forma diafettale napoletana e pur seoon-
data dal Flechia e dallo Zambaldi, sem-
bra la vera.
Quadrello di terra ootta per fabbricare.
Derir. Mattonata luogo dove si fabbrioano i
mattoni; Mattonaio; Matton&m+4nto; Mattonare
{onde i oomp. Ammattonare e 8mattonars]; Mat*
tono*lUh<no ; MattonsUa; MattonOro = torna-
oiaio di mattoni.
inattonella diminut. di matt6nb e quin-
di Mattone sottile; e jig. Ciascuna delle
quattro sponde del biliardo: cosi dette per
certa somiglianza ai ripari fatti con mat-
toni. — « Di mattonella > [fr. de bri-
cole, par bricole] dicesi nel giuooo del
biliardo. quando colla propria ualla si va
a colpire di rimbalso quella delTawersa-
rio, battendo prima sulla mattonella; onde
figurat. questo modo avverbiale pass6 a
significare In maniera indiretta.
< Quardare di mattonella > — Guardare
di traverso, obliquamente, come fa il giuo-
catore al bigliardo, quando invece di dare
un colpo diretto alia palla delPawersario
giunge a colpirla battendo prima sulla
mattonella.
mattra dal lat. maotra madia e questo
dal gr. mAttbin — mAssbin impastare (c£r.
Madia).
Genere di conchiglia, stabilito da Lin-
neo, che desunse tal nome dalla forma.
mattugio[-olo] Aggiunto di una specie
di passera: e vuolsi cosi detto da mAtto (?),
perche non mai o di rado sta ferma nel
medesimo luogo. Nidifica nelle folte mac-
chie e negli argini delle fosse (passer mon-
tonus).
mattutino e matntino = lat. matutInus
che sembra diminut. di matutus da mAnb
mattino. Matuta (sottint. mater) si disse
la dea del mattino (v. Mattino).
Di mattina (contr. di Vespertino e Not-
turno}: onde si dice « Ora mattutina >
< Stella mattutina ^ ecc. — Come sost. 11
Principio del giorno [lat. matutinum
tern pus]; L'ora canon ica che un tempo
si recitava innanzi giorno da'saoerdoti.
maturo prov. madurs; ant. Jr. m3ur,
mod. mur; sp. e port, maduro: — lat.
MATUBU8 (cfr. ant. slav. matoru vecchio)
dalla stessa radice di Matu-tinus, che e
in ma-ne mattino. La radice eMi-mtnt-
rare, ond'anche il gr. metron misura e
lat. metiri misurare, che deve aver dato
una base mata col significato di tempo,
— 830 — [mmsneaTallo
cioe il misuratore per eccellenza (v. Mat-
tino, e cfr. Metro, Mese).
Propr. Che e venuto presto, di buon'ora;
e indi Che e giunto a compimento, a per-
fezione: si dice di frutto o biade con*
dotte alia loro perfezione.
Deriv. MaturamSnto; Maturars; Maturattvo;
Maturation*; Matwrissa; Maturity
mausoleo =■= lat. mausoleum dal gr.
maysOlbion da Mausolo re di Carit
(an. 387-353 av. G. C. a'tempi di Serae),
a cui la moglie Artemisia feoe erigere in
Alioarnasso da eccellenti artefici elleni
una tomba, che per la bellezza e la ma-
gnificenza della sua costruzione passo per
una delle meraviglie del mondo.
Quindi il vooabolo fu adottato dVBo-
mani per designate qualsiasi sepolcro di
straordinaria magnificenza inalzato alia
memoria di qualche illustre defunto, e so-
prattutto di re e di imperatori, come
quello di Augusto sul campo Marzioedi
Adriano sulla riva opposta del Tevere
(oggi Castel Sant'Angiolo).
maTi e il turch. may! e vale di color
Ceruleo, Azzurro-chiaro. Altri congiunge
a Malva.
Voce usata dal Buonarroti, dal Lippi,
dal Bedi e da altri.
mastirca v. Masurca.
maiia prov. massa; fr. masse; sp.
maza; port ma9a (e anche mas sue ==
ant. jwrt. massua, massuca, rum. ma- j
ciuca, che trae direttamente dal bass. UU.
MAXucAa-ooM.jrr.matzouka). Peralcuni
dal lat. mAtba (come Piazza da platta)
di cui si conserv6 il diminut. mateola
specie di sarchieUo usato da Catone nel suo
trattato De re rustica, ove dice: « Si parum
descendit, malleolo aut mateola adigito »
— se discende un poco, spinailo col ma-
glietto o con la massola (che doveva essere
uno strumento da quello poco dissimile,
sebbene gli interpreti lo traducano specie
di sarchieUo).
Grosso martello di ferro quadrato da
ambedue i lati e con manioo di legno;
anticam. Arma di ferro avente la forma
di una mazza; Bastone grosso e capoc-
chiato; Sorta di bastone colla testa d'oro
e d'argento, che si porta per onore in al-
cune cerimonie.
Deriv. Massata; Masssro; Massitta; Masstefc/
battere oon massa; MamtQrs.; Mtouto; Massuola
(— lat. m a 1 6 o 1 a).
Comp. A mmassarsQ) [prov. massar, *P< ***"
sap, port, m a 9 a r batters]; MaMsacavaUosMa*-
zaechsra; Hazsafri&sto ; Mautapicchio ; Mas**
ranga.
mazxacaTallo quasi mAzza a oavallo;
ed e uno Strumento, il quale serve per
attingere acqua da'pozzi, formato da una
pertica, che accavallata, ossia bilicata so-
pra un altro legno s'abbassa e si alza.
Voce analoga ad Altaleno.
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T^T
nazzaccheraj
mazzacchera Sembra alterato da maz-
zacula diminutivo di mAzza; lo che di-
spensa dall'etimo artificioso suggerito da
altri dal lat mAssa (= gr maza) pasta e
HJ3BBO (pr. aired) miattacco, rimango im-
pigliato.
Strumento da pigliare anguille e ranoc-
chi al boccone.
mazzaculare Lo steeso che Mazzicu-
lare e Mazzucatare.
Cadere col capo all'ingiu, come farebbe
mazza o martello, Tombolare.
mazzaintoto Specie di arme dell'antica
milizia italiana formata di un fascio di
cinghie o sei cordicelle o fili d'ottone o
di ierro guamiti in cima di palle di piom-
bo, raccomandato a un manico, di legno
o di ferro: quasi mAzza a frustb.
mazzamurro fr. machemourre: dallo
sp. mazzam6rba da mAzzar rompere [a cui
il£r. ha sostituito macher schiacciare"] e
morro oorpo rotondo [come appunto sono
le gallette de'marinaij.
Tritume o Rottame di biscotto, che si
da per nutrimento al bestiame e al pol-
lame.
mazzapfochio mAzza o Martello di le-
gno usato specialmente per piochiarb
i cerchi delle botti.
Deriv. Maztapicchi&rt.
mazzaranga o mazzeranga Strumento
rustico fatto di una sottil mAzza curva
o meglio a pendio, fitto su di una specie
di larga rotella di legno, con la quale si
batte, assoda e appiana il terreno, lo che
dicesi Ammazzerare. II secondo elemento
« ranqa > sembrerebbe trovare una spie-
gazione nel ted. rank giro, contorcimento,
ranken attorcersi, affine a ringen ==
ingl. wring torcere (cfr. Bango): ma Fibri-
do connubio fa non lieve cumcolta.
Deriv. MazzarangHre.
mazzera sembra voce congiunta a mAzzo
di cose legate insieme, signifioando Fascio
di pietre ben legato ed attaccato alle reti
delle tonnare, dalla parte opposta a' su-
gheri, per tenere il disotto obbligato al
iondo.
Deriv. Masztrbr* = gittare un nomo in mare
entro un saoeo legato eon una grossa pietra, ov-
▼ero legato le mani e i piedi e con nn gran
satao al oollo. [Queata voce e aeeai anfcioa e fa
gia nsata da Dante e dal Boooaooio, indioando
ai loro tempi una aorta di barbaro soppliaio,
come il Propagginare e 1' Abbacinare].
mazzero Bastone pannocchiuto, simile
a quello del quale i selvaggi si servono
a guisa di mazza per combattere (cfr.
MaUero).
Anticamente si disse anche per Pane
azzimo, mal lievito e sodo: dalTe&r. mat-
tza (tare. M ajbsyz) azimo, non fermentato.
masslere Donzello de' magistrati, che
nelle cerimonie porta la mAzza, simbolo
della loro autorita.
— 831 — [meandro
mazzo sp. mazo: forma maschile di
mAzza, tanto vero che nelle cartiere e
nelle gualchiere designa un Grosso mar-
tello, che serve a pestare i cenci nelle pile,
a sodare i panni.
Fascio d'erbe. fiori o d'altre cose legate
insieme: cosi detto per similitudine di
forma con una mazza; figurat. Quantita
o unione di checchessia (p. es. di fiori, di
carte, d'uccelli, di oandele, eco.).
[Mazzo difierisce da Fascio, il quale mira
al confuso ammasso della materia, anzi-
ch6 all'unione collettiva di cose individue].
Deriv. MaztatlUo = Masz&to; Mazzbcchio; Mas-
Boltno; Mazzublo.
mazzdochio da mAzza o mAzzo, di cui
apparisce esser forma diminutiva (maz-
zoooolo). Altri, senza bisogno, ricorre al
b. lot. maxuca mazza (mediante un dimi-
nut. maxuoulus), d'onde il fr. massue
elava (v. Mazza).
Quantita di cose strette insieme a guisa
di mazzo; e quindi Gambo sottile pannoo-
chiuto in cima; e in modo piu speciale
Tallo di radicchio, od anche Specie di
grano grosso, che fa gran cesto. Per si-
militud. si disse cosi U Berretto ducale.
mazz6ne Forse e detto per Muzz6ne,
Musci6ne dalPequivalente lat. muxonhm
ace. di mxjxon [cangiato l'u in a per in-
flusso della voce « mazza » familiare al po-
polo], che trae dallo stesso ceppo del gr.
m^xa e m^kos = lat mucus rnoecio
(cfr. Muggine).
Altro nome del Muggine, che e pesce
marino coperto di moita muccosita.
mazzuola prov. massola: diminut. di
mAzza, ed anche Sorta di supplizio, cosi
detto dal percuotere che si fa con un
mazza-picchio i condannati alia morte.
Deriv. Matzol&rt.
mazznolo dimin. di mAzzo nel senso
di maglio.
Specie di Martello usato daglt scalpel-
lini e dai magnani. Per simiUt. Gruccia
della civetta.
ml, mi fr. me, moi [got mik, me,
mis; ted. mich, mir; ingl. mej: dal lat.
mb, mIhi = gr. me, e-moi, sscr. (ace)
mam, (dat.) m ah jam (a cui ben risponde
la forma del lat. mihi).
Pronome della prima persona, singolare,
di ambedue i generi, il cui soggetto e « lo ».
Deriv. Mico; M<o.
meandro dal lat. ileAndrum ace. di
m^Andbr — gr. maiAndros, vocabolo di
origine frigia, che pu6 derivare da una
radice affine a quella del lat mkArb on-
dare.
Gia Nome di un flume nelTAsia Minore
famoso presso gli antichi per la tortuo-
sita del suo corso; ed oggi si adopera a
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meato]
— 832 —
[mediti
blgnificare Rawolgimento o Tortuosity
in generate, ovvero Ornamento a loggia
di andirivieni intrecciati.
meato = lat. meAtus via, fdro da meArb
andare, passare, che sembra verosimile si
stacchi da una rad. mi- condurre [esistente
nella lingua zenda] parallela alia sscr.
may- [onde may ate va], alia quale pu6
congiungersi anche il lat. mi-nare con-
dwrrc, spingere innanzi, se-mita viottolo
(SB- indica segregazione), il lit. mi-nu
camminare, med. a. ted. mei-nen spin-
gere innanzi (cfr. Menare e Sentiero).
Piccolo oanale del corpo per cui passa
liquido. aria o suono.
Cfr. Oommtato e Congedo; Per^nedbiU; Irro*
meabiU; Tra^nUe.
mecca dial. emil. s meco belletto; dal ger-
manico: med. a. ted. smickb, SMiNKBver-
nice, accanto al verbo sminken, che
vuolsi forma rafforzata di smingan/re-
gare^ stropicciare, parallelo al gr. sme-
chein astergere (cfr. Mirra) [cfr. mod. ted.
Schminke liscio, belletto, a. a. ted.nm&h-
har = angsass. smicere pulito.
Vera ice per le dorature.
meccanica = lat. mechAnica dal gr.
mbchaniche aggettivo femminile derivato
da mbchanb macchina, sottinteso teen §
arte (v. Macchina).
Scienza che investiga le leggi relative
ati'equilibrio ed al movimento dei corpi
e deUe forze, e che insegna a superare
resistenze col mezzo delle macchine.
Deriv. Meccanicamints. Cfr. Mseeanismo.
meccanico = lat. mboAnious =■ gr. mb-
chanik6s.
Colui che esercita le arti meccaniche.
meccanismo = lat. mbchanisma, voce
formata sul gr. mechAnb macchina, onde
MBCHANAs|mai| fabbrico, macchino (cfr.
Meccanica).
Complesso di macchine, di mezzi di mo-
vimento sia naturali che artificiali.
mecco e meco = lat. mcechus dal gr.
moioh6s adultero, drudo.
Latinism. Amante di donna altrui.
meco dal lat. meoum comp. di me mi
(v. Me) e cum con.
Con me.
mecdnio = lat. mecGnium .dal gr. me-
k6nion derivato da mekon papavero.
Succo premuto dalle teste e dalle foglie
del papavero messe sotto pressa.
In Medicina. Materie vischiose, verda-
stre o brunastre [cosi dette a cagione della
loro somiglianza col succo del papavero],
che si accumulano negli intestini del feto
durante la gestazione e che venuto alia
luce esso rende quasi immediatamente
dopo la nascita.
medaglia prov. medalh, medailhe;
fr. medaille, ant. meaille, maille;
sp. e base, medalla; port, medalha;
ingl. medal: dal lat. barb, del sec. 3
mbdAlla, medAllia, mbdAlia, che i
Ser med Ale a, ed ebbe gia il signincl
i moneta, quale e appunto anche nel pfi
medalh d'aur (in Du Cange) mot*
d'oro, nelF ant. port, mealha, nell'
ep. meaja enel/r. maille (per meaii
moneta di vil preszo; e mbdAlba secoj
il Bullet trae da una supposta forma •
tAllba plasmata sul tat. mbtAllum
tallo {fr. metail). Altri dal lat. me:
o mediAlis, che dicono nome dell'oi
cosi detto per essere la meta di altra
neta [medietas nummi].
Specie di moneta antica fiorentina,
valeva mezzo danaro piccolo; Oggi
adopera per significare Moneta ani"
owero Impronta o Impresa di uomini
lustri o di santi, fatta in metallo,
forma simile alle monete e di qualunqf
grandezza.
c Rovescio della medaglia » vale L'oj
posto del soggetto, onde si tratta.
< Medaglia di presenza » dicesi ui|
Piastra metallica con determinata id
pronta, che attesta essere una person
mtervenuta ad esercitare il suo uffici
quindi L'onorario che riceve l'intervenut]
Deriv. Mtdagliaio venditore di medaglie e 1
daglisre raooolta o teoa di medaglia o mond
antiohe [= lat. "metal learinsj: MedagU*
Medagli<fne; MedaglUta; Medagliiiccta.
niedagli6ne accresc. di medAglia; fi
dicesi a persona matura e posata, cl
vesta o abbia modi all'antica.
Ornamenti di mezzo rilievo, in form
di medaglia, con una testa o altro d
segno.
Deriv. Msdaglioncfno.
medela » lat. mbdela da mbdAto m
dicare. — Latinism. Rimedio [voce dell'ai
tica medicina] .
medeslmo prov. smetessme, mete
sme, medesme, meesme; ant. fir. me
sme, mod. meme; ant, sp. meismo, mo
mismo; port, mesmo: dal lat. *met
PSIMTJS per SBMBTfP81MUS = 8BMBTIPSi
81MU8 = supposta forma superlativa
SEMETfpSE che accorciato in ^mbtIpc
die Vant. port, medes = prov. medip
medeis, meteis.
Quello stesso, Appunto quello, Che
come un'altra coea, TJguale, Non dill
rente.
Deriv. Msdsaimamsnte; Medssimanza; Med*
mars; Mtdtsimisma; Msdssimissimo; Medssimit
Immsdssimars.
niedl&no fr. moyen; sp. mediano: ■■
lat. mbdianus da medius medio (v.
voce) e terminazione Anus indicante a
partenenza.
Che st& in mezzo, Mediocre; altrimer
Mezzano.
mediante dal lat. mediAntem part, pre
di mbdiArb esser in mezzo: propr. che s
o l in mezzo (v. Medio).
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mediare] — 8
Come preposizione indica il mezzo o il
modo, con cui si fa una cosa, e vale Col-
Taiuto di, Per aiuto di.
mediare = fa£. mbdiArb da medius che
I net mezzo.
(Voce antica): Essere interposto, Essere
tra due tempi o cose.
Deriv. Mtdttmte; MedtiUo; Mediator*; Media-
trice; Mediaztone.
■ediastlno = lot. mbdiastimus da mh-
diare divider* per mezzo (v. Medio).
Pannicolo che divide il petto per lungo
in due parti laterali e one results dal
combaciamento delle due pleure.
■ediato — lot. mbdiatus da media re
eseere in mezzo, servir di mezzo (v. Medio).
Che si ottiene col soccorso di qualche
mezzo, Indiretto, e suolsi impiegare come
attributo di effetto.
Deriv. MediatamSfUe; Mediator e-trice; Media-
tisne.
medlattfre (trice) = lat. mediatorem
|tr1cbm| da mediare essere in mezzo (v.
Medio).
Chi s'intromette fra due o piu persone
o stati, per far pace, trattar negozi, ot-
tener grazia e simili.
■ediea (bbba)/*\ luzerne; sp. melga;
[ted. schneckenklee]: = lat. medica [e
mbdioaoo;] = gr. mkdikb [sott. p6a erba].
Nome di un genere di piante apparte-
nente alle leguminacee, di cui la specie
piu comune e la sativa detta an che Tri-
foglio cavallino, Erba di Spagna,
Fieno d'Ungheria. Credesi da taluno
nativa dell'Europa meridionale e princi-
palmente della Spagna, ma gli antichi sem-
ora la ritenessero originana della Media,
d'onde il nome. Ve poi chi la ritiene
cosi detta a motivo delle virtu, medicinali
e ingrassanti, che le si attrihuiscono, e
cioe per la ragione stessa, per la quale i
francesi e i tedeschi avrebbero appellato
fieno sanlo la Lupinella {ted. heilig-heu,
fr. sain- fo in, che alcuno traduce anche
fieno sano).
■edlco prov. e ant.fr. meges, metges
(mod. meaacin = medicinusj: — lat.
mbdicus da mbdeor euro le malattie, dalla
rod. mad-, madh- che in zendo vale ugual-
mente medicare e in altre lingue ha il
senso di intendere, conoscere, eapere: sscr.
medh& mente, sapienza; zend. mad has
•cknza, specialm. nelVarte diguarire, ma-
dh-aya(-mi) insegno (Justi225>, gr. mG-
dos consiglio, medo|mai| delioero, ma-
th-os maestro, manth-and intendo, im-
paro a conoscere; ant. slav. mad-ru inteU
ligente (cfr. Mente, Meditare, Rimedio).
Colui che conosce ed esercita Parte di
curare le malattie, che in antico era mo-
nopolio della potente classe sacerdotale, la
quale sola conosceva la segreta virtu delle
erbe, che si usarono nell'arte di guarire.
Deriv. MedicabUe; Medicamento; Medicare [a.
3 — [medittllio
fr. m 6 g i © r , mod. m 6 g i r] ; Medicat&ra; Medi-
caziOne; Medicheria; Medich6eea-€ttc-tno; MedU
cina; [prov. medioina, medi ssine]; Me-
dictfne-onsoUHtccio.
medimmo = lat. medImnus dal gr. me-
dimnos che ha la stessa origine del gr.
matron misura e del lat. mddius mog-
gio (v. Metro).
Misura greca pel grano, che teneva sei
modii romani.
medio rum. miez; prov. mi eg; cat.
mitx; sp. medio; port, meio; fr. mi [in
par-mi, mi-di, mi-lieu]: = lat. medius,
che confront* col gr. mesos per mbth-jos,
*=got. midja, midjis, isl. midia, a. a.
ted. mitti, mod. mitte, ana-ease, midd,
irl. med6n, a. slav. mezdu], che tro-
vano un prototipo nel sscr. madh-vas
= zend. maidhva, ed alcuno riporta alia
rod. 88cr.UA' misurare (madh -& misura),
ond' anche il lat. metijri e me tare, got.
mi tan, ant. ted. mezzan misurare (v.
Metro): propr. le due parti misurate, la
meta.
Che e entro gli estremi di una cosa.
ovvero tra piu cose o nersone; quindi Che
e fra il grande e il piccolo, fra il mas-
simo e il minimo, che propriamente dicesi
Mediocre.
Deriv. Mediano; Mediants; Mediastino; Media-
to; Mediocre. Cfr. Met*; Mezzo; Dtmidiare; In-
termedio; MidolXa.
mediocre — lat. mediocrbm da medius
che £ in mezzo.
Che e di mezzo fra gli estremi; Che
sta fra il molto e il poco, fra il grande
e il piccolo, fra il huono e il cattivo: e di-
cesi piuttosto di proprieta astratte che
non di quantita o di sito.
Deriv. Mediocreggiare; Mediocremente; Medio-
crita.
meditare = lat. mbditAri che ha l'ap-
parenza di forma intensiva del verbo me-
dbri, il quale pero ehbe il senso speciale
di medicare, e non l'altro di pensare come
il corrispondente gr. medo-mai, e trae
dalla rod, ma- [man-], che nelle lingue
arie ha il doppio senso di misurare e di
pensare, conforme e spiegato alle voci
Medico e Mente.
Propriamente misurar con la mente;
indi Volgere nell'animo. Bipensare; Con-
siderare alcana cosa fermandovi a lungo
il pensiero, Biflettere; e piu particolar-
mente Ordire, Tramare, Macchinare.
Deriv. MedUabile; MedUabOndo; MeditamSnto;
MeditatamsnU; Meditativo; Meditators-trice; Me-
ditaetone.
mediterraneo «■ lot. mbditbrraneus
da MBDIU8 tti mezzo e terraneus da tArra
terra.
Che e in mezzo alle terre. Cosi dicesi
in modo assoluto il Mare che sta fra
l'Europa, PAffrica e l'Asia.
meditullio «= lat. mbditullium da me-
dius mezzo (v. Medio).
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medasaj
Lattnitmo. La parte di mezzo, special-
mente di una terra, di una regione.
medusa = lat. medusa dal gr. medoysa
da mbd6 dUpongo a talento, impero, domino
(cfr. Medea) onde forse il senso di ammo-
liare: propr. queUa ehe eignoreggia, che cm-
media.
Una delle ire gorgoni, che la mitologia
finse essere moetri alati infernali di fem-
minili sembianze. Medusa era la pin or-
ribile, dopoche ebbe cangiati i capelli in
8erpenti da Minerva, di cui avevaprofa-
nato il tempio, e chiunque la mirava di-
veniva una pietra. Narra la favola che
Perseo le tagliasse la testa, la quale serbo
la sua terribile virtu e passo poi a Mi-
nerva, che la mise in messo alio scudo.
Genere di Zoonsti, di consistenza glu-
tinosa, di figura piu o meno orbiculare, e
Sroweduti di numerosi tentacoli, che
anno somministrato l'idea dei capelli ser-
pentini della Medusa.
meffte e il lat. mbphItis e piu corret-
tamente mrfItis, che sembra venire dai
dialetti italici del Saanio, ove questo
nome si dava alle sorgenti d'acqua solfo-
rosa e alle divinita che vi presiedevano.
Esalazione nociva, fetida, proveniente
da acque solforose o corrotte, cue non pu6
senza danno respirarsi.
Deriv. MtfUico; MtftUmo.
megalomania dal gr. magaleios magnv-
fico, e questo da meoas grande (v. Magna)
e manIa patzia.
Pazzia, per cui uno si figura d'essere
un gran personaggio potente e ricco.
megatero dal gr. megas grande e thsr
[eolic. pher] fiera, belva (v. Fiera).
Specie di mammifero fossile di gran-
dissime dimensioni.
megera — lat. mbg^era == gr. meoaira
da mbgaIro (leggi meghero) invidio, Bono
geloBO (a lettera tengo per grande, da mb-
GAS grande).
La principale delle furie infernali della
mitologia greca; fig. Donna scellerata e
brutta.
meggia derivato dal lat. meta cumxdo,
mucchio, mediante una forma *mbtia.
[Voce delPuso toscano] Mucchio di escre-
menti che fa l'uomo, e piu specialmente
un grosso quadrupede, in una volta.
Cfr. MtQgion+a = Person* grotta, grata* e
lent*, come la Veneranda del Giasti.
meglio mm lat. mel-ius che sembro ad
alcuni riierirsi alia radice del gr. meilia
cid che diletta, cid che rallegra, meilissd
rendo caro, piacevole, rallegro, meilfkos
caro, gradito, meiligma blandimtnti, ca-
rezte, della quale e detto alia voce Miele:
che darebbe il senso di cid che e piu caro.
Altri crede stia per *belius compara-
tivo di belus = benus antiq. per bonus
buono; ed altri ancora confronts col gr.
— 834 — [melaagok
belteros migUore, bentistos ottimo (ri-
spettivamente comparative e superlativo
di agath6s buono), cangiata B in M, come
ve ne sono altri esempi, riferendo alia ra-
dice del *8cr. balam fona, che al latino
dette la voce valbbb e$$er forte (Ahrens,
Bicfcell).
Sembra invece piu sicuro [e col Cur-
tins bisognerebbe contentarsi di non an-
dare piu in la] ritenere che confronti col
gr. malion o mallon piu, pit fork.
forma comparativa di mAla fortemente, il
cui superlativo e malista eopra tutto,
molto, al eommo, in grado emtnente, on-
d'anche maler6s forte, veemente: che lo
Schenkl ritiene amne a megas, mega-
los = lot magnus grande (v. Magno):
e quindi dd che predomina.
Comparativo delTawerbio Bene, come
Migliore lo e di Buono, e vale Di
una maniera piu completa.
Deriv. MegU&re (= MigUtfre), onde MegUorto.
mlla rum. mer; rtr. meil: dal lot. MA-
LUM — malum parallelo al gr. melon,
doric. malon porno, frutto e spec, quello
che noi diciamo meta (ted. Apfel): voce
di origine ignota, che forse potrebbe con-
giungersi alia rod. mal- e$$er moUe, nor-
bido, dolce (cfr. Malva, Miele, Molle).
Frutto di bucoia sottile e colorita, di
figura rotonda e buono a mangiare; che
i Milanesi dicono Porno. [L'albero che lo
produce chiamasi Melo].
HMdre; M*ltoa; MMnt e MtXUfn*. Gomp. JTelo-
coUfgna; Melaarbna; Melarbncia. Cfr. Mamd-
lata; OamomiUa.
melagrana e melagranata Frutto grosso
quanto una mbla e pieno di grani sac-
cosi. [L'albero che lo produce chiamasi
Melagrano, Melograno o Melogra-
natoj (cfr. Melarancia).
melanconia e melascolia sp. malen-
conia: dal lot. mblancholla — gr. mb-
lagoholla comp. di MKLAS - genii, mb-
LAN06- nero (v. Melania) e OHOL-B bUe, che
cfr. colValb. chel-me e colVa.a.ted. gal-la,
mod. Gal-le, ang-saee. geal-la e insieme
a questi fa capo alia rod. hal-, CAL-,
gal- mm har-, car-, QAL-, d'onde il *#*'
haris verde, giallo, il lat. galbus — ted.
gel-b, ang-eaee. geolo piallo e il 9 r -
chl6-s per c61-os verde (v. Giallo, e cfr.
doe, Verde, Bile, Fiele). Altri riconnette
il gr. chol-e bile a ohyo verso, epargo
(cfr. Fondere).
Grave tristezza d'animo, cosi detta per-
che una volta si credeva derivasse da
atra bile. Yeramente dovrebbe dirsi Me-
lancolia.
melangolo corrotto dal gr. mblanchlo-
ros comp. melon porno e CHLOR68 verde.
Specie di popone, e presso gli Abrus-
zesi il Cetriuolo, perche e verde nel mezzo
i
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tetania;
[meliceride
e bruno nell'estremita. Dicesi cosi anche
l'Arancio forte, perche i suoi frutti han
colore men giallo e piu tendente al verde
degli altri aranci.
melania dal gr. melas - genit. mbla-
N06 - nero e propr. eudirio, macchiato fofr.
escr. Mala moccAta].
Diceei in medicina 1' Aspetto nero delle
parti corrotte e cancrenose.
Cfir. Melaniie; Melanoii; Calamelatw.
nelanite dal gr. mblas - genit. mbla-
NOfi - nero (v. Afefrmta).
Specie di pietra vulcanica di color nero.
■elanosl = lot. scentif. melanosis dal
or. mblas - genit. mblanos - nero (v. Me-
lania).
In Medic Annerimento per alterazione
morbosa di on organo.
melamtlo, melanto, melantro — lat.
MRLAnTHIUM dal gr. MJDLAKTfflON COmp.
di mblas nero (v. Melania) e anthion
da ahthb6 germoglioy fiorisco, faccio bella
nostra (Anthos fiore).
Sorta di pianta detta anche Nigella (dal
lat. nIgbr nero), che per la eleganza de'suoi
fiori coltivasi ne'giardini.
melanuro = lat. mblanurus dal gr.
hblanoybos oomp. di mblas nero e oyrA
coda.
Specie di pesci marini del genere Spero
(Gobius niaer dei Naturalisti) cosi deno-
minati dal color nero della loro coda;
volgarmente questi pesci sono conosciuti
col nome di Occhiate, per la macchia
nera, che hanno in oiascnn lato della coda
e che rassomiglia a un occhio.
■elamzana fr. merangene; melon-
gene fnel base. lat. belangolus, me-
rangolus]: dallo ep. berbngbna [avvi-
cinato per falsa etimologia popolare a
mbla, parola nota al volgo], e che dal
canto suo deriva dalT arab. badindgian.
Pianta annuale ortense del genere so-
lano, conosciuta anche col nome di Pe-
tronciana, che da frutti ovali, grossi come
ana pera, di colore violetto-cupo, ed e
originaria dell'Oriente, detta dagli antichi
botanici Melongena Arabum.
melappio Giulebbe con succo di mblb
Appie o appiole (v. Appiola).
■elarancia dal b. lot. malum auran-
ttum (= Aurbum) mela dorata (v. Arancio).
Frutto dolce e snccoso che 1 Fiorentini
chiamano semplicemente Arancia, i Napo-
letani Portogallo, di figora simile alia
mela, difeso da una buccia color d'oro,
che tramanda odore soave, ed e prodotto
da nn albero del genere cedro; il Citrue
awantiue di Linneo.
melissa Jr. melasse; ep. melaza [e
raelote]; port, melaco: dial lat. mellA-
CEA t mbllaoia moeto cotto t ridotto alia
meta, e questo da mbl miele.
Specie di siroppo, che resta dopo la ori-
stallizzazione dello zocchero di bietola o
di canna e che non si cristallizza.
melata 1. {lot melligo) Bogiada un-
taosa e dolce, di consistenza del mblb
[assai funesta alle piante] che cade nel
meae di Agosto, in tempo sereno e tran-
quillo, sopra le foglie degli alberi e del-
rerbe, e che, secondo altri, trasuda dalle
foglie stesse per forza del calore solare.
2. Vivanda fatta di mblb oottej ed an-
che Colpo dato lanciando contro una mela
fracida.
melazzo dal lat. mbl =» miele mediant©
la forma aggettivale mbllAoium, mblAl-
OBUM (v. Miele, e cfir. Melasea).
Sostanza grassa, viscosa, zxiccherosa,
dalla quale per via di raf&nazione si ot-
tiene lo zucchero.
mele v. Miele.
melegario Gambo o fusto della mbliga
o eaggina (v. Meliea). (Alcuno propose
senza bisogno il celt, mil miglio e gar
gambo).
melena dal gr. melaina femm. di mb-
las nero [sottint. malattia^ (v. Melania).
Morbo nero d'Ippocrate, in cui si eva-
cua per l'ano una materia nerastra.
melenite Materia dotata di una terri-
bile torza esplodente inventata verso il
1880 da certo Turpin francese ; cosi deno-
minata dal colore del miele (lat. mbl), che
essa prende innammandosi.
melemso forse dal fr. malaisb etato di
maleeeere, di evogliatezza, interposta la na-
sale (cfir. Mateecio).
Tardo ad intendere e ad operare per
debolezza di mente.
Deriv. Meleneaggine.
meliaco contratto fortemente dal lat.
[mAlum] ARM(ENfAOUM, che vale lo stesso,
onde mbniaoo, mblUoo.
Specie di albicocco, indigeno dell' Arme-
nia, d'onde fu trasportato a Roma nel
primo secolo dell'Era Cristiana. Prunue
armeniaca.
melianto -* lat. soentifio. mblianthus
comp. del gr. mbli miele e Anthos fiore.
Genere di piante, una delle cui specie,
il Melianto piramidale, produce fiori, che
stillano di continuo un hquore bruno me-
lato, ayidamente ricercato dagli Africani,
che lo tengono come stomatico e nutritive
meliea« meliga — lat mblioa {gr. mb-
liohb) che sembra si connetta al lat. mi-
lidm (■ gr. mblinos) miglio per mezzo
di un derivato mIlioa (v. Miglio), seb-
bene altri riferisca al lat. mbl (gr. mbli)
miele, perche da essa le api estraggono
il miele.
Saggina, che i Latini dissero Milium
Indicwn, perche importata dall' India
a' tempi di Plinio.
Deriv. Meleg&rio.
meliceride = lat. mblioeridbm dal gr.
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lieliCO]
— 886 —
fmelope
mblikbris = mblIkbron favo e propr.
cera, miele.
Term, di medic. Tamore molle, che con-
tiene una materia simile al miele.
melico = lat. melious dal gr. mblik6s
e questo da mblos canto (err. Melodia,
Metopea).
Melodioso, Musicale. Epiteto di poema
cantato al suono di musicali strumenti;
sinonimo di Lirico.
melissa dal gr. mblissa ope, e questo
da mbli miele.
Pianta ramosa, dai bianchi fiori, gra-
tissima alle api, ohe ne estraggono il
doloe succo, detta anche Cedronella e
Limonella. [Dioscoride la chiam6 Me-
lifillo, perch6 le sue foglie spandono un
odore aromatico di miele}.
nella II Yocab. It. Univ. di Mantoya
propone il celt, mbl ferro.
Lama di ferro simile a spatola, usata
per raschiare. Questa voce perdura nel
dialetto Yeneziano nel significato di stec-
ca di legno, e specialmente quella di cui
va ornate la maschera dell'Arlecchino.
mellltta e alterazione di Bell6tta fa-
cilitata dalla voce Mel ma, alio stesso
modo che in alcuni luoghi dicono Mol-
letta per influsso della voce Molle: altri
con sforao da malta quasi maltbtta,
omesso il t ritenuto parte di suffisso.
melllfero = lot. mbllIfbrum {gr. me-
liph6ros) da mbl miele e *fbrum da
fbrrb portare.
Che produce il miele.
melllflcare = lot. mbllificArb da mbl
miele e *ficArb forma indebolita di fA-
CBRB fare.
Fare il miele.
mellifluo — lot. mbllifluus comp. di
mbl miele e *pluus da flu-brb colare.
D'onde scorre il miele, Che abbonda di
miele; fig. Dolce, Soave: ma per lo piu
col senso di Troppo sdolcinato.
melltae prov. melo; $p. e Jr. melonj
port, melao: dal lat. mbl6nbm (accus. di
mblo) che confronta col gr. melo-pepon
propr. mela-popone.
Nome volgare del Cwsnmie melon, pianta
originaria dell' Anrica e dell' Asia, che
produce un frutto anche piu grosso del
popone, ed ha qualche somiglianza di
forma con la mela, assai grato a man-
giare nella stagione estiva. Fig. Testa di
poco cervello, onde Mellonaggine per
aire Sciocchezza, presa la similitudine dal
sapore del mellone, che e un po' scipito.
melma dial. sard, molma; dal germa-
nico: a. a. ted. mblm polvere =■ got. m al-
ma, ang*a88. mealm eabbia, arena', che
raffronta col ted. mod. mulm detrito; onde
il med. a. ted. malmen =■ mod. zer-mal-
men tritare, ridurre in polvere, affine al-
Va. a. ted. molta, mod. molt terra tritu-
rata, e congenere all'o. a. ted. malan,
\mod. mahlen — lat. moliri, gr. myl-
lein] macinare, mull — oland. mul cal-
oinaccio: da una rod. ml- proveniente dal
sanscritto, che vale triturare, intenerirt,
onde il gr. malak6s molle, malagma
tutto aid che ammollisoe, il ted. mil-d
morbido, tenero (v. Mola e cfr. Malta,
Malva, MUza). [II Salvini propone il gr.
mIlma miscuglio].
Terra mofle iormata da detriti, che e
nel fondo delle paludi, de'fossi o de'fiumi.
DeriT. Ammelmare, MelmSHa; Melmteo; Mim-
ma (voce del dial, aeneee).
melo dal lat. malus, che e 1' albero,
laddove il frutto e mAlum [=or. mblea
V albero, mblon U fruttol (v. Mela).
L'albero che produce le mele.
melodia = gr. mblodIa comp. delle
voci mblos e 6db ambedue esprimenti
canto (v. Ode). Pero onde meglio compren-
dere il senso intimo di questa voce, con-
vien notare che mblos significa membro
e veramente piede (affine a molefn an-
dare, venire) e che in antico s'intesero
con questo nome i piedi o membri del
verso, le parti nelle quali e divisa una
frase: e siccome ciascuna di queste parti
colpisce l'orecchio in modo aa marcare
una certa cadenza, cosi la melodia era
appunto il canto musicale della frase ca-
denzata. [Altri per6 rifiata questa spie-
gazione, e separando melos membro da
melos canto, da a quest 1 ultimo la no
zione di coea dolce, soave, congiungendolo
a meflia il piaoevole, meilisso rendo
caro f addolcisco, meilichos gradito].
Successione di suoni in ritmica pro-
porzione; Concerto; Soavita del canto e
di suono. [Differente da Armonia, che £
soavita e Bella unione di vari e diversi
canti e suoni insiemej.
DeriT. Melodi&nte; Metodico; Melodifto; Melodi-
$ta. Cfr. Melo-dranma; Melopea; Melpomene.
melodramma Jr. melodrama: dal or.
mblos canto e drAma dramma (v. Mtloaia
e Dramma).
Anticamente: Sorta di dramma, nel
quale una musica strumentale annunciava
rentrare e l'uscire dei personaggi impor-
tant!. Oggi specie di tragedia popolare,
nella quale la musica e quasi intera-
mente sparita.
Deriy. Melodrammatieo.
melomania =■ lat. mblos canto e manIa
furore.
Trasporto ed amore eccessivo per la
musica.
Cfr. Mettmane.
melope =» lat. mblopem comp. del gr.
mblas nero e 6ps occhio, aepetto.
Specie di peace distinto da una nera
macchia a foggia di luna crescente dietro
gli occhi.
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melopea]
melopea (e melopeia) dal or. mblopoiIa
comp. di mAlos oanto (v. Melico) *poi1a da
POI-A6 faocio, compongo (v. Poeta).
Nel senso primitivo l'Arte di pronun-
ziare armoniosamente, cioi di deiclamare
una frase di disoorso o versi di tragedia.
Indi Parte e le regole del oanto, cioe di
comporre musica, che ora chiamano Con-
trappunto.
melote e melota =» lat. mkl6ta dal gr.
mbl6t6, che propr. vale pelle di pecora,
da m&lon pecora, copra.
Specie di vestimento fatto di pelle
d'agnello o di capra, usata dagli antichi
oremiti.
melpomene dal gr. m&lpomai celebro col
canto, che cfr. con mAlos e molpA canto
(v. Melodia).
Musa delle meste canzoni e della tra-
gedia. Era d'ordinario rappresentata con
mesto volto, in grave portamento e in
nobile veetito, tenendo in una mano scet-
tri e corone e nell'altra una spada o nn
pugnale. Aveva ancora ai piedi i coturni,
cakari propri degli attori tragici.
Deriv. Metpomenobo.
membrana — lat. mbmbrana da mhm-
brum membro (v. q. voce).
Nome dato in anatomia a tutti i tes-
suti appiattiti in forma di lame o di tele,
che servono sia ad awiluppare o conte-
nere certi organi, sia a segregare certi
fluidi.
In botanica : Termine generico che serve
a designare gli organi piani, sottili e de-
tail, generalmente destinati ad awilup-
pare altri organi.
Deriv. Membranaceo; MsmbraniTta; Membra-
n6$o.
membranaceo Che ha forma e sostanza
di mkmbrana; detto di codioe vale Di
carta-pecora.
membratura Disposizione dei mbmbri,
oaaia delle parti principali di un edifizio,
d'una maccnina e simili.
membro e membro » lat. mbmbrum,
che taluno connette alia radice del $acr.
marman arUcolazione, organo, altri sup-
pone contratto da m&merum forma addop-
piata del gr. irircos parte, porzione, inserta
una b eufonica, owero detto per m!n-
brum, dalla stessa radice delle voci lat.
MiN-or minore, MiN-uere diminuire, col
signi£ di piccola cosa, piccola parte, por-
zione; ma che invece sembra ai pin auto-
wvoli stare per mems-rum, onde *mAm-
s-thrum [a cui fanno riscontro Va. $lav.
mez-dra parte interna della corteecia,
membrana, mez-drica —#Zov. mez-dra,
boem. maz-dra guscio deWuova], e poi
'xrmfrum, dalla stessa radice del $sor.
MAN8-A [a- a. slav. mes-o, pruss. men-
s-o, lit. e left, m8sa, pel. mies-o, russ.
— 837 — [memore
mjas-o, got. mimz, dlbanes. mis] carne;
propr. pezzo o porzione di carne.
Parte esteriore del corpo animale de-
stinato a qualche particolare funzione, che
si distingue dalle altre, perche e posto in
appendice e unito al resto del corpo per
mezzo di articolazioni; fig. Parte di un
complesso di cose, e cosi dicesi Membro
di un collegio, di una societa, di una na-
zione, di un periodo, di una proposizione,
di un disoorso ecc.
Deriv. Membrana; MembratHra; MembriUo;
Membrtflcare; Membrolino; MembriUo = di grosse
membra.
memento imperative del verbo lat. m&-
mini per men-min-i, che e il perfetto del
verbo arcaico meno, meneo (gr. mna-d)
mi ricordo e propr. rappresento al pensiero,
alia mente, dalla radice indo-germanica
man-, che oltre il senso d' intendere, pen-
Bare, ha pur quello di ricordarsi: sscr.
man -mi penso, conosco, lat. men-iscor
mi ricordo; gr. manthand imparo, in-
Undo, mnad per manad ripenso, mi ram-
mento, mi-mne-skd (per min-men-skd
con raddoppiamento della radice) mi ram-
mento; got. muns pensiero, ga-munan
opinare, riflettere, ga-minthi ricordanza,
reminiscenza; lit. miniu rifletto, at -me-
nu, at-mintis memoria; ant. slav. me-
n-iti pensare, po-manati ricordarsi; (v.
Mente, e cfr. Commento, Mentovare, Mne-
monico, Mnemosine, Reminiscenza.
Termine di liturgia cattolica. II « Me-
mento de'vivi > e il « Memento dei morti »
due preghiere del canone della messa.
memma v. Melma.
memorandum voce latina, che vale da
ricordarsi* ed e il futuro passato del verbo
mbmorarb ricordore, che trae da memor
ricordevole (v. Memore).
Nota di cose di cui si vuole ricordarsi,
Foglio o Libretto d'appunti; Specie di nota
diplomatica contenente l'esposizione som-
maria dello stato di una question*.
memore «= lat. memorem, che alcuno
pretende annodare al verbo memini ricor-
darsi (rod. sscr. man pensare), di cui e
detto alia voce Memento: ma altri con
maggiore autorita ed acume desume dalla
rod. smar- = mar- ricordarsi, conoscert
[onde *smar-8mar, *mar-mar, *ma-
-mar, me-morl, che e nel sscr. sma-
r-&mi mi ricordo, desidero, smrtis me-
moria, smar- an am ricordo, desiderio,
smar-as amore, zend. mareti dottrina.
Da questa radice rampolla anche il gr.
mermSra euro, sollecitudine e propr. il
freqnente ricordo di una cosa, mer-mfi-
rizd volgo e rivolgo in mente, mar-tyr
testimone e propr. quegli che rammenta (v.
Martire), non che Va. a. ted. m&ri memo-
rabile, cniaro e come sost. fama, leggenda,
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©ria]
[memla
storitlla, V ant pruss. er-mirit immagi-
narsi (cfr. Mora).
Che si ricorda, Che rammenta.
Deriv. Msmorars (onde Msmorabtis; Memo-
rando, Msmoratfoo, e 1 oomp. Cowmsnorars, BU
wumbrare, Smetnorato]; Msmtiria.
memdiia — lot mbm6ria da mbmor
che si ricorda (y. Memore).
Facolta di ntenere e riprodurre i pen-
sieri primitivi, senia che rimanga o ri-
torni I'ocoasione che li suscito; L'atto del
ritenere o riprodurre; Cosa data, lagciata
o posta in oontrassegno di checchessia per
rioordare.
[A parlare propriamento Memoria e la
facolta di ritenere; Remmiscenza la fa-
colta di richiamare alia mente le cose
apprese; Ricordanza lo stato passivo della
mente, alia quale senza sforzo e riceroa
si presentano le cose altra volta apprese].
Deriv. Memorials; Msmoriitta; MvmorUSso.
memorlale =» b. lot. mbmorialbm che
riguarda la memoria, sottinteso librum
lioro o il suo dimin. libellum (v. Memore).
Scritto o Nota esplicativa e circostan-
ziata a corredo di una qualche istanza.
[DiiFerente da Memoria, one e scritto per
leggersi in accadenue e congressi, amne
di richiamare l'attensione degli scienziati
sopra un dato soggetto, e che sovente, a
spregio del nome, d condannato dipoi al-
roblio degli archivi. II Pro-memoria e
voce della lingua parlata ed e nota som-
maria per rioordare a se stesso. owero ad
altri, perche non dimentichi le cose da
farsi].
mena ft. mSnee: da mbnArb nel senso
di condurre, portare, ed ha il signincato
di via sotterranea, mentre essa usata per
lo piu nel plurale ha spesso quello figu-
ratio di Raggiro, Maneggio occulto, Dise-
gno segreto (V. Menare, Mina).
Maneggio, Faccenda, Opera.
menade = lat. mlsnadbs dal gr. mai-
NADES da maino-mai smanio, infurio, on-
d'anche la voce Mania (v. o^. voce).
Cosi dette le Sacerdotesse di Bacco, che
nelle orgie sacre correvano coi capelli
sparsi gridando come forsennate. Sino-
nimo di Baccanti.
menadito (a-) coi verbi Sapere, Cono-
score vale Benissimo, ed e come dire Sa-
por la cosa tanto bene, da poter menare
subito il dito dov'ella si trova, owero e
presa la similitudine da chi segue atten-
tamente il dito del mentore, che accenna
o che traccia, e quasi si fa menar dal
medesimo, in modo che non pu6 deyiare,
non pu6 errare.
menare rum. mina; fr. mener; ant.
sp. pr. e cat. menar; [alt. ted. menen,
ant. frison. mena, celt, men, mein].
Presso il lot. class, minari minacciare (v.
Minaccia) si sviluppo un volgare minArb
col senso di spingere innanzi greggi, ar-
menti con minacce o altri mezzi, onde jpoi
il senso generico di condurre, trarrt. [Cfr.
il fr. promener passeggiare, che traedal
lat. € prominare », che leggesi in Apuleio].
La radios europea man- col senso gene-
rale di spingere. balza manifesta nelle
voci Mento, Monte, Eminente.
Condurre da un luogo ad un altro;
fig. Amministrare, Governare. Riferito a
tempo e vita Passare; a colpo Vibrare,
che dicesi pure Ammenare. Yale anche
Agitare, Muovere con forza, onde < Me-
nar le mani » e quanto dire fare ai
pugni.
Deriv. Msnamento; Msnarbla; Msnata; Mwa-
t6io; MsnaWrs-trtee: Mmatotra; Menaattine. Oomp.
Ammenars; Dimenare; Malmenare; Bimsnare.
Cfr. Ammainare; Mena; Mina.
menata detto per manAta e vale Tutto
quello che pu6 inchiudere la mano, after-
randolo colfe dita.
Deriv. MenaUUa; Msnatfna.
menchero da *mbngra [per il b. lat
mbnola, che dal suo canto sta per il clou.
ment-u-laJ con b epentetico davanti a b,
come Sopperf re da *sopprire per sop-
plire } Pighero per pigro, Mitera per
mltra, Cifera per dfra. Aghero per agro
(cfr. Minchione).
Lo stesso che Minchione.
mencio cfr. fr. mince (principio sec.
xiv) sottiUy tenue, delicato. Si potrebbe
credere derivato dal lat. min(u)tius pvi
piccolo (cfr. Sminuzzare) o da minutIbb,
onde am-mbnoIrb, di cui mbncio sarebbe
participio troncato per am-mbncito, come
F in o = finito: se ragioni fonetiche non
facessero preferire la derivazione ger-
manica proposta dal Diez. IL gotico ba
minz piccolo, minnizan piu piccolo,
m i n z j a n — ang-sas*. m i n s j a n diminuirt,
Va. a. ted. minnist [mod. mindestj ==
nord. ted. minst, super lativo di min
piccolo^ che fanno capo alia stessa radice
di Meno e Minuto, e da alcuno de'quali
pu6 essere regolarmente uscito anche il
rrancese, dappoiche giova osservare che
la voce italiana e piu antica della franceee.
Quindi Mencio sembra voglia dire che
vien meno o rimpiccolisce sotto la mano.
[Altri pensa all*ara&. menchus magro,
tstenuato], e lo Scheler trae il fr. mince
dal lat. mancus manco 1 per mezso di
*mancius].
Che non pu6 reggersi sopra se stesso
e ricasca.se non v* e chi lo sostenga;
owero Che non resiste al tatto, Flo-
scio, contrario di Consistente; ed anche
Debole, Gracile, Esile, Estenuato, che
stando alia etimologia dev'essere il signi-
ficato primitivo.
Deriv. Ammenctrt; 8tMncire; StrsmUurtrs.
menda = lat. mrnda, che trova un raf-
fronto nel sscr. man-dam un poco, la cui
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radioe h oertamente la medesima di man-
-cus (lit menkas, $scr. man&k) monco,
mperfetto di min-us meno, min-uo di-
mtnuisco (v. Meno).
Difetto contro la perfezione, Magagna,
Imperfezione, Vizio.
Deriv. Mend&re; MsndCco; M*n&4*o. Comp. Am-
kMo; Emsndbre; Bammsndbre; Bimendbre.
■emdace «=* lat. mbnd-Acbm connesso
a mbnt-Iki menUre, che dal canto suo sta
preeso a mens fiunfe; propr. che si cava
di menUj che inventa U fatso (v. Mentirt).
Bugiardo, Falso.
Deriv. MendacmnsMU; Msnttcia; Mmdbcio.
■endicante part. pres. di mendicAre
(v.q. voce),
Che vive di elemosina, Accattone.
mendicare =* lat. mendicAre da men-
Dicus povero (v. Mendico).
Accattare, Dbmandar l'elemosina; estens.
Cercar di ottenere checchessia con atti e
parole umili e senza decoro.
Deriv. Mendicbnte; Mendicattre-torithtrice.
mendico «=» lat mendIcus da mknda
difetto corporale, imperfetione (v. Menda)
e terminazione icus indicante relazione
(come in Amiens, Anticus, Pndicns).
n poverello che chiede l'elemosina ri-
chiamando l'attenzione dei passanti snlla
propria miseria o sn qualche fisica im-
perfezione, alio scopo di muovere a pieta
(lo che fece credere a talnno che la voce
resultasse da menda e DiCBRB come se
diceese quei che tspone i propri difeiti).
Deriv. MendAchrt [prov. mendiguej ar ,
a,fr. mendier, §p. e port mendioar, men*
digar]; MsndiccmMne; Mendictta.
meneghino =* mbniohIno diminntivo
di menioo accorciato da Domenico.
La maschera milanese; efig. il Dialetto
milanese.
■eneo «=- lot. mbn-eum dal gr. men mese.
Libro sacro della chiesa greca, che con-
tinue le preci e gl'inni da recitarsi in
coro, ed e diviso in dodici parti, qnanti
sono i mesi dell'anno.
■enestrello, minestrello, ministrello
prov. menestrals; ant. ft. menestrel
poi menestrier, mod. menetrier; sp.
menestral; port, menestrel: dal barb.
fat ministbriAlis servo di casa [me-
di&nte la forma provenzale menestral
=» minIstralJ e questo dal class, mini-
ST8EIUM mestiero, servigio, oarica, ufficio
(v. Mestiero): onde il senso di servo, ope-
raiOf artista e in particolare musico. Altri
io dice forma diminutiva del lat. minister
nmstro, onde il barb. lat. mlnistrellus.
Uomo di corte, Servo di corte; e indi
nelFeta ieudale Uomo che in qualita di
gmllare, o buffone, o cantore, abitava la
corte, owero andava di castello in ca-
stello cantando versi e recitando novelle.
meigoi la plebe toscana appella i Da-
59 — [meno
nari, corrompendo la voce monqi6ia che
si legge spesso nel Cecchi, e che in an-
tico ebbe il medesimo significato, forse
dal fr. mon-joib, che oltre avere il senso
di sommita, luogo elevato [per cui sembra
ad alcuno pin vicino a mons gAudi monte
della gioia, che a mbum gAudium mia gioia]
pare fosse nsato anche per moneta, la quale
forma la gioia di gran parte dei mortali.
menide Nome scentitico di un peace
marino niccolissimo con squamme argen-
tine, ossia del color della luna {gr. menAs,
menAdos).
menimo = menomo, mInimo nel senso
di piccolissima parte (v. Minimo).
Il calo della cera, che si presta a calo,
o, come altrimenti dieesi, a logoro.
meninge dal gr. menigx - genit. menig-
G08 - membrana.
Nome dato alle tre membrane, che ve-
stono tutto l'apparecchio cerebro-spinale,
dette in medicina Pia madre, Aracnoide
e Dora madre.
Deriv. Meninglo; KeningfU; Mtningo-clU.
menlsco « lat. menIsoos dal gr. mbnI-
8KOS diminntivo di mens [=~ got. rnena,
ang-8os8. mdna, ingl. moon, a. a. ted.
m&no, mod. Mond, pers. maneg] luna
(cfr. pers. mahnak splender delta luna,
slav. mjena luna nuova) (cfr. Mese).
Piastra d'oro o di rame in forma di
luna, che gli antichi ponevano in capo
alle statue degli Dei, perche* gli uccelli
non le lordassero.
In ottica. Lente da un lato convessa e
dall'altro con cava, detta anche Lunula.
In anatomia. Tenera membrana o car-
tilagine interarticolare, imitante per la
sua forma una mezza-luna.
me'nno Sembra tragga dalla stessa ra-
dioe del lat. mIn-us meno, min-uere di-
minuire, onde in provenzale, cambiata
coniugazione, si fece minuar, che fa sup-
porre un it. menu Are, onde menuAto con-
tratto in menus (come Tronco da tron-
cato, Salvo da salvato, Scemo &&soemato)
e poi variato in menno (come Manna da
manua): quasi dica mancante di qualche
parte [cfr. lat. minna (in Festo) mam-
mella senza latte\.
[Altri dal lat. barb. menn6nus becco, ca-
strato, che pare tragga dallo stesso ceppo,
al quale sembra attenere il celt, menn,
(galles.) mean, minnean, (cornov.) my-
nan capretto, quasi minimo].
Privo di facolta virile, di mente.
me'no prov. meins, mens, mes; fr.
moins (come prefisso peggiorativo mis);
sp. e port, menos: dAllat. mInus [accanto
a minuo diminuisco], che confronta col
gr. me-16n, doric. me-on minore, [ac-
canto a mei66 dimmuisco], got. mins,
minz meno [col comparativ. minniza, e
super lat. minnistsje trova degli affini
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memomoj
— 840 —
[mente
nell'a. a. ted. e ang-sass. min piccolo, irl.
min = ctm6r. mein e*tfe, a. #/av. minij
minore, minlsina minimo: dalla rao*. mi-,
ION- che apparisce nel wcr. min&mi,
mindmi distruggo, estinguo, diminuisco,
vedic. miv£ - part. pass, min a - perisco,
nel ^r. minvo, min^td, minythed oY-
mamtttco, mfnyntha tm pochetto, un mo-
mento e pin lnngi nell'a. «£ro. mina » E
minu vesto [=* riduco inpetni minutt]. Lo
Schleicher pone per fondamento una rod.
mAn- pin antica di min-, snlla quale pu6
bene adattarsi il seer. man-&k e man-
-dam un poco, e a cni perci6 si poesono
eziandio collegare il lat. mane us monco
e menda dd/etto, il ted. Man-gel man-
canza (cfr. Mancare, Menda, Menddco,
Men-no, mis-).
Awerbio comparativo di Poco, oppoeto
a Pin, e destinato a indicare inferiorita
o diminuzione.
Deriv. Mlnomo e Minimo; MinUtro; Min6rs:
Mintiscolo; MiniUo; MSncio. Oomp. AUnjno; Nem-
tntno: Nondimtno; Nullamino; DiminuCre.
menomo cfr. col lot. mInimus ed e su-
perlativo di meno (v. q. voce).
Lo stesso che Minimo, Piocolissimo.
Deriv. Menomdbile; Mtnomamsnte; Menomdn-
•a; Menomdtre; Mencmfaza; MenomUsimo.
menorragia =- lat. mbnorragIa dal gr.
men as mestrui e rago => regnuo rompo,
erompo.
Term, di medicina. Flnsso di sangue me-
struale abbondante tan to da nuocere alia
salute.
menorrea = lat. menorrea dal gr. me-
nbs mestruo e rbo scorro.
Corso regolare di mestrui.
menostasfa » lat mbnostasIa da me-
nbs mestrui e stasis lo stare =*fermarsi.
Mancanza o soppressione di mestrui.
mensa rum. masa; prov. mensa; sp. e
port, mesa; [fr. table = tabula]: = lot
mensa usato spesso dai classici al plurale
(onde t611ere mens as togliere le mense,
sparecchiare), che taluno rawicina al sscr.
mans, mansa came, ma il Curtius giusta-
mente trae dalla rad. sscr. ma- misurare,
costruire, ond* anche il lat. metiri - part,
pass, mensus - misurare, mensis mese,
o misuratore dell'anno (che cfr. col sscr.
m&nsa tempo), il gr. mation sorta di mi-
sura (v. Misura e cfr. Immenso). H Geor-
ges per6 dubita si rannodi alia rad. mbn-
d'onde il lat. b-min-ere sporgere, mbn-tum
mento [che sporge], attribuendogli il signi-
ficato generico di rialzamento.
Tavola rettangolare apparecchiata, in-
torno alia quale si siede per mangiare.
[Figuratamente signified in latino anche
le focacce su cui erano posti i cibi, lo che
spiega come le Arpie potessero annun-
ziare ad Enea e ai suoi compagni, che
si sarebbero ridotti a mangiare le mense
< consumer e mensas »].
« Mensa episcopale » vale Entrata ap-
plicata a fornir la mensa, cioe al sosten-
tamento del vescovo.
Deriv. Menseggi&re; Mbisola; Oom-mensMe.
mensile dal lat mensis mese (v. q. voce).
Di ciascun mese ed equivale al lai
mensualis. (Neologismo).
mensela dal lat mensula dim. di mbnsa
che genericamente include ogni maniera
di tavola rettangolare (v. Mensa).
Membro di architettura, Sostegno in
forma di tavoletta per sorreggere travi,
cornici, vasi, colonnette od altro, che
sporge dal piano dov'e affisso.
Deriv. MsnioUUa-ino-tne.
menstruo v. Mestruo.
menta rum. minta; fr. mente; sp.
mienta; prov. e cat. menta; (port, hor-
tel&) : = cat. mbntha = gr. mIntha (ted.
MtLnza) che alcuno pretende sia voce
provenuta dalle Gallie; altri riferisce alia
rad. math-, manth- agitare, turbare, scuo-
tere (v. Minchia e Mettere).
Pianticella odorosissima, che fiorisce
nell'estate ed e comune negli orti.
Deriv. MsnUistro; Menttno; MenUfne.
mentastro sp. mastranto, mastran-
zo: =■ lat. mbntAstrum comp. da menta
e terminazione peggiorativa -Astrum.
Specie di menta salvatica, che fiorisce
nelrestate ed e comune ne'fossi. Ye n } e
un'altra specie che fa sul monte e chia-
masi Nepitella.
m^nte rum. minte; prov. e cat. ment;
sp. miente; port mente: «=- lot. men-
tbm (sscr. mAtis, ^rr. metis): dalla radioe
indo-germanica mAn-, che troyasi varia-
mente vocalizzata in men, mbin, min,
mun ecc. ed ha il senso di pensare, co-
noscere, intendere, ed e forma nasalizzata
della piu semplice rad. ma, che nelle lin-
gue indo-europee significa misurare, giac-
che uno che pensa altro non fa che mi-
surare, ponderare le idee (v. Misura e
cfr. Pensare, Ponderare, Talento). Questa
radice nello zendo ha inoltre il senso di
creare, di formare (cfr. Madre e Materia^
lo che pur si attaglia bene alia voce
Mente, generatrice delle idee.
[Sscr. man -y ate pensa\re\, oonosce\rt\,
reputa\re\, man -as .(=* per** menj intel-
letto, cioe la facolta di misurare, gtudicare
le oose, animo, mat is opinione, mente, mi-
nus uomo, (a. a. ted. man e mannisco,
mennisc, mod. Mensch uomo), ossia
Vessere dotato di mente, il pensante.
2kndo manafih senno, spirito.
Got. |ga-|mun-an opinare, pensare, ri-
flettere, mun-s pensiero, mundon rtfitt-
tere, considerare.
Celto \cornv.\ man idea, nozione, \irl.\ me-
n-ar pensare.
Ant alt. ted. mein a ^mrnod. Mein-ung
opinione, mein an, mod, meinen opinare,
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_J
•Mente]
— 841 —
[menidgna
nUendere, givdtcare, a. scand. muni animo.
Lit. menas intelligenza, me rni penso,
mintis inteUigenta, a. si. min-eti pensare.
Gr. men-os ammo, senno, man than 6
imparo, intendo, mna-o|mai| penso, ho in
mate, ricordo. (Cfr. Mentire, Mentovare,
Menxione, Mendace, Medicare, Meditare,
Makmatica, Mani, Mania, Minerva, Mne-
monic y Mnemosine, Monito, Mostrare, Mtua,
Imitare, Reminiscenza\
La facolta piu eccellente dell'anima, con
la quale l'aomo concepisce, pensa, intende
e conosce: propr. la facolta di misurare le
cose e di giuaicarle.
Deriv. Mental*, onde MentalmenU; Mtnte-ctoto.
•mente prov. -men; fr. -ment: suffisso
awerbiale (p.es. grande-mente) comnne
a tatte le lingue romanze ed esprime
gwsa, maniera, formato dalTablat. di mens,
mentis animo, pensiero, modo di pensare,
di sentire, indole, che nelle lingue neo-la-
tine prese il senso di maniera d'essere (v.
Mente); alio stesso modo del med.alt. ted.
ahte sentimento, giudwio e anche modo,
maniera, e il bav. meinung, che vale opi-
nion*, parere e maniera. Secondo altri si
ricoUega al gr. men-6 =- lot. man-eo
{part. pre*, manens, manentis) rima-
nere, fermarsi (v. Rimanere).
mentecatto dal lot. mentb-gAptus, che
a lettera vale preso (cioe colpito) nella
menU (cAptus da capio prendo).
Privo o Infermo di mente, Pazzo.
Deriv. MenUcaMaggint.
mentire rum. mint!; prov. fr. cat. sp.
e port, menter: = lot. mbntIri da
m4h(t)s, mentis spirito, immaginaMione,
perche c mentire > e propr. dir cose mven-
tate, tmmaginare q. c. di falso [cfr. pruss.
menti-mai inganniamo, lit. mon-iti far
ohermineUe, a. slav. man-iti ingannare]
[v. Mente e cfr. Mendace e Menzione).
Inventare e dire il falso.
Deriv. M&ntUa; Menttt6re-tr<ce.
mento [prov. mentos;/r. menton]:»
tot mentum [affine al got. munth-us,
a* a. ted. mand, ang-sass. mudh, lett.
mutte bocca]: che Pott ricpngiunge alia
nd. men-, che trovasi nell'anl. lot. min-brb
tporgere (eguale a man-erb stare, cam-
biata a in i per eufonia) e d'onde anche
le voci Eminente, Imminente, Promi-
nente, Minaccia, Monte.
Parte inferiore e mediana della faccia,
situata sotto il labbro inferiore, la quale,
Bporgente nell'uomo, diminuisce nella scim-
mia e sparisce quasi completamente negli
animali a muso allungato.
-mento Suffisso nominale comune a tutte
le lingue neo-latine, che risponde al lot.
h&ktum {p.es. monumentum, argu-
ment urn), che ha il senso di otto o di
toione e pare risulti dalla unione di due
forme participiali cioe -men =gr. -men[os],
sscr. -manJas], che e la forma media, (cfr.
Akmno, Kettuno) e -tum esst j/r. -to, sscr. -ta,
che e la forma passiva. La voce lot. te-
gumen copertura (il mezzo) parallela a
tegumentum coprimento (Patto) pone in
evidenza questa composizione.
mentore = gr. mentor [parallelo al lot
m6nitor] che propr. vale consigliere, dallo
stesso ceppo di mento = lat. m6nbo mo~
stro, indico, e tiene alia rod. man- pen-
sare, conoscere, sapere, che e nel sscr. ma-
n-ye penso, mAnas intelletto ecc. (v. Monito).
Personaggio, al quale nel poema di Ome-
ro, l'Odissea, TJlisse affid6 la cura della
sua casa e sotto le cui sembianze Atena
(ossia Minerva) aocompagn6 Telemaco,
figlio di TJlisse, nel suo viaggio a Pilo:
onde poi questo nome e divenuto sino-
nimo di Aio, Guida, specialmente dopo la
rinomanza universalmente attinta dal-
l'opera di Fenelon dove Mentore sostiene
si degnamente la sua parte.
mentovare prov. amentaver; ant. fr.
mentoivre, mentevoir, amentoivre,
amentevoir, ramentevoir: dal lat.
MENTE-HABEEB, O AD-MENTEM-HABERB
avere a mente; e quindi in Italia sarebbe
venuto di Provenza o direttamente di
Francia. Altri crede stia per mentuajlb,
formato sul lat. mentum supino inusato
dell'ant. verbo meno o meneo = mbnIsoor
mi ricordo, dalla rad. indo-germanica man-,
che oltre il senso di intendere, pensare, ha
quello di ricordarsi (cfr. Memento e Mne-
monico). Iuant. fr. menter elo*p. eport.
men tar memionare si e formato a dirit-
tura su mente (cfr. Rammentare e Di-
menttcare).
Far menzione, Nominare.
Deriv. Mentovaaitine.
mentre ant. prov. ment res, (mod. du-
rante): dalT antiq. domentre (= prov.
domentre, dementre, ant. fr. de men-
tre, dementres, ende-mentres, ant.
sp. demientras, mod. mientras), sin-
cope del lat. dum-intbrba, o meglio du-
m-intbrim, che hanno senso anaiogo (v.
Interim).
Avverbio di tempo interposto, che vale
Nel tempo che; Per tutto il tempo che.
Si usa pure come congiunzione awersa-
tiva per Laddove.
menzi6ne =» lat. mentionbm, che viene
dal radioale dell'antico verbo men-Isoi (lo
stesso che memini) ricordare, per media-
zione del supino inusitato mentum (v.
Memento).
Commemorazione fatta a viva voce o
per scritto; Menzione onorevole, che e il
Grado di lode, che viene dopo il premio
nei concorsi.
Deriv. MeneionAre.
menzdgna (sardo e cat. mentida; sp.
eport. men tira);jwov. me n son j a, men-
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aterarca]
— 842 —
[mercoledf
songa; fr. mensonge: dal verbo mbn-
tiki mentire [onde pore il classic© men-
dacium menzogna], medianie una forma
*mbnti6nba. II finale -ogna o sta per
tiMNiA com'e nel lat. oalumnia calugna o
risponde alia desinensa aggettivale fem-
minile latina -onba, che comparisoe anche
nelle voci di dialett. piem. ambriac-6gna
ubriache%%a, tisic-6gna Ueinhena, le-
vros-6nia lebbra.
Discorso contrario alia verita, tenuto
con disegno di ingannare.
Deriv. ant. Mmutognare; Mentognir+o.
merarca — lat. merAroha dal gr. me-
bos porzione ed arche eomando.
Capo della merarchia, ossia di an oorpo
della f&lange greca, composto di duemila-
qnarantotto uomini.
merarfglla e marariglla prov. mere-
▼illo; fr. merveille; $p. maravilla:
dal lat. MiRABiLiA cose meravigliose, plur.
neutr. di mirAbilis ammirevole, da iorari
meravigliarsi (v. Mirare).
Propr. Coea che desta l'ammirazione ;
ed anche Io Stapore che destano le cose
nuove, grandiose, perfette, insolite.
Deriv. Meravigliare; M*ravigU6$o.
mercadante v. Mercatante.
mereante fr. marchand =» ingl. mer-
chant; [sp. mercader mneroatarius;
port, mercator — class, lat. mercato-
rem]: participio presente del verbo lat.
mbrcAri trafficare (v. Meree).
Chi compra e vende per guaclagno.
Deriv. Msrcantsggiare; Mercantfyco; Mercan-
tftsa; Mercantile; Mercansfa.
mercanzia (class, lat. mercatura, mer-
cim6nium): formato su mercAntb, d'on-
de MBRCANTfA, MERCANZtA.
mercare = lot. mbrcAri da merx merce
(▼. q. voce).
Trafficare.
mercatante e mercadante prov. merca-
dans; $p. mercadante: dal b. lat. mer-
catAntbm part. pres. di mbrcatArb e
mbroadArb (sp. mercader) frequenta-
tivo deriv. da mbrcAtus part. pass, di
mercAri oommerciare (v. Merce).
Lo stesso che Mereante.
mercato prov. mercatz; /r. marche;
sp. e port, mercado; [ted. Markt; ingl.
market]: «=» lat. mbrcAtus e questo da
mbrx merce, per mezzo del verbo mkr-
cAri trafficare (v. Merce).
Contratto di merci: Lnogo dove si traf-
flca, e specialmente Lnogo dove si ven-
dono cose mangerecce.
Deriv. MsrcatabiU; Msrcatale; Mercantile;
Msrcat&ra; Mercatfno; Msrcattrio.
merce = lat. mer-oem che il Corssen
e il Georges rawicinano al verbo mbrerb
meritare, acquistare, guadagnare, aver parte,
sia che merge voglia dire cid che merita
(un prezto), sia che a mbrerb voglia darsi
il significato originario di toecare in parte,
partecipare [cfr. gr. M b1ro|maiI f actio at-
$egnare in parity mbros parte (at un tutto\
vartecipanone, mer-izo spartisco, men-
key o|mai| son dwiso in parti], nel qual
caso « Merce > significherebbe co$a atta
ad e$$ere divisa, parte distribuibile, idea
fondamentale della mercanzia (v. MerUo;
e cfr. Mercede e Meretrioey
Ogni cosa mobile di cm si possa far
tramco e commercio. In senso pin ristretto
dicesi Mercanzia.
Deriv. Msrears; Mercato; Merclds; Merctnb-
rio; Msrceria; Xerciaio; Mercimonio; Merdrio.
Corap. Oonmsrcto; Smerdo.
merc£ voce tronca da mercede.
Grazia. Favore, Intercessione.
Come Awerbio e Preposizione vale Me-
diante. — « La Dio merce » — Grasia
a Dio.
mercede prov. merces, merceis;/r.
merci; [onde mod. remeroier]; sp. mer-
ced; port, merce: dal lat. merces - ace-
mbroedbm - ricompensa e poi arasia, fa-
vore, miserioordia, che alia pan di Merce
si stacca dal lat. mbrbri guadagnare (v.
Merito e cfr. Merce).
Prezzo che si paga per opera prostata;
Ricompensa.
« Chiedere mercede o merc6 » = Bo-
mandar soccorso; « Essere alia mercede di
alcuno > — Essere alParbitrio di lni.
€ Padri della mercede > si dicono certi
Religiosi institniti in Barcellona nel 1223
per la redenzione dei Cristiani ridottiin
cattivita presso gli Infedeli.
mercenario — lat. mercbnArius per
mbrcbd-nArius da merges - geniL mbb-
ckdis - mercede (v. q. voce).
Che si & o si presta per mercede; Che
bada solo al prezzo, al guadagno; piu oon-
cretamente Soldato che mihta a prezzo,
e si nsa per lo pin in senso di dispresso
e per opposto alia milizia propria e na-
zionale.
merceria da mbrx - genii, mbrcis -
merce, onde anche Vant. it. merci Are traf-
ficare.
Le cose minute che si vendono e che
appartengono ordinariamente al t estiario.
merciaio 9 -a da merge con la desinensa
latina Arius,-a.
XJomo o Donna che fa bottega di mer-
ceria.
mercimdnio ■= lat. mbroim6nium comp.
di mbrx - genii, mercis - merce e desi-
nenza m6nium, che esiste anche in altre
voci: p. es. Matrimonio, Patrimonio.
Mercatura; ma oggi quasi sempre in
senso di Tramco illecito.
mercoledi e mercoldf rum. miercuri;
prov. di-mercres (= dies Mercurii);
fr. mercredi; cat. di-mecres; $p. mier-
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■ercerella]
-848 —
[meridiina
coles: dal lat. Mercurh dibs giorno di
Mercurio (v. Lunedi).
Nome del quarto giorno della settimana
(onde il port, quart a feira, gr. mod. te-
trkde) una volta sacro a Mercurio: che
oggi in alcuni dialetti dicesi anche mez-
ledima e piu corrottamente mezzer-
rima = lat. media hebdomadas mezza
tettmana.
mercorella e marcorella [fr. merco-
ret]; sp. mercurial: dal lat. mbrcu-
ualbm.
Nome di un' erba, la Mercurials annua
di Linneo, che nasce tra le viti e da pes-
simo sapore al vino. Questa pianta ha
odore e sapore spiacevole; il succo spre-
mutone e muoilaginoso e alquanto safato.
Riesce utile applicata esteriormente a
foggia di cataplasma, fa anche reputata
purgante e gh antichi ne attribuivano a
Mercurio il primo uso: per ci6 il nome.
mercnriale da Mkrourio il dio dt'mer-
Listino o Nota de'prezzi delle derrate,
stabiliti a norma delle vendite fatte ne'pub-
blici mercati.
Come agg. dicesi anche di Sostanza
contenente del mercurio.
mercurio = lat. Mbrgurius, che sem-
bra connesso a mbrx merce, trattandosi
di una divinita che presiedeva al com-
mercio e proteggeva i mercanti, sebbene
altri creda voce congenere al gr. Ermbs
Ermete (v. q. voce).
Dio della mitologia, chiamato Ermete
dai Greci, che presiedeva al commercio,
alFeloquenza, era il messaggiero degli dei
e il patrono dei viaggiatori e de'ladri ed
eraincaricato di condurre le animede'morti
tU'inierno. Dicono che Giove gli ponesse
le ali alia testa e ai piedi, onde portasse
velocemente per ogni luogo flfli ordini suoi.
Questo nome fu poi dato al pianeta piu
veloce e piu vicino al sole: e indi dagli
Alchimisti al piu mobile dei metalli, cue
dicesi anche Argento vivo a cagione
del colore e della mobilita sua.
DeriT. Mercurials; MercureUa; MercoldC
nerda mod. prov. merdo; fr. merde;
ip. mierda; port, merda: = lat. mkrda
che gli etimologisti riferiscono a un tema
hard- [da una forma fondament. smard-],
ond'anche il lit. smirdas, a. slav. e russ.
smradu, pol. smrod, boem. smrad,
ora. mard puzzo, gr. smerdaleos orrido.
Vocebassa egrossolana indicante FEscre-
mento dell'uomo e di qualche animale.
Deriv. Merdacchio; Merdaio; Merdaiutflo; Mtr-
Meco; Msrdf$o.
merenda rum. me rind a; mod. prov.
merindo; a. fr. marende;«p. merien-
da; port. merenda:« lat. merenda (cfr.
«• a. ted. m8rdd, m 6 red a), che taluno
connette a mbrIdibs mezzogiorno, perche
£
vogliono significasse il pasto meridiano,
in luogo del pranzo (v. q. voce), altri a me-
rbrb guadagnare, meritare, perche avreb-
be designate il pasto dato in benemerenza
di lavoro fatto in piu o di buoni porta-
menti. Meglio nerd dal citato mbrbrb,
ma 'nel senso di aver la sua parte, af-
fine al gr. meris porzione, parte, onde
meiro-mai ricevo una parte, mifaocio as-
segnare in parte, merizd distribuisco; con
terminazione propria di participi futuri,
quale nella voce Prebenda (v. Merito).
II mangiare vespertino, che si fa tra il
desinare e la oena, e la Vivanda che si
mangia tra quello spazio di tempo.
Deriv. Msrendare; MerenddMa4lccta; Msrsndtin*.
meretrfce =* lat. mbrbtrIobm da mb-
rbrb auadagnare, affine a mbrcbs prezzo,
merceae (v. q. voce e Merito).
Donna che si prostituisce per preazo,
detta piu volgarmente Puttana, Baldrac-
ca, Landra, Bagasoia, e con denominazione
iu onesta Cortigiana, Femmina di mondo,
i partito, da conio.
DeriT. MeretHcio; M&ratricola-Hcola.
mergo = lat. mbrgus da mkrgerb tuf-
fare (v. Emergere). Cos! pure in tedesco
dicesi Taucher da tauchen, in Mir.
norac da noriti, in fr. plongeon da
plonger, in arab. gamasaton da ga-
masa, in sp. somorgujo da somorgu-
jar, che hanno tutti il signincato di som-
meraersi nell'acqua.
Uccello della famiglia de' palmiDedU,
detto anche Smergo e Marangone, che si
tuffa nell'acqua a prendervi pesci. [Nel
plurale fa Mergi e Merghij.
meria da meriare porsi alVombra del
mezzodi (v. Meriare).
Ombra d'un albero snll'ora del mezzodi;
per estens. Aria fresca.
II plur. « Merie » nel fiorentino si usa
per svaghi ameni, deliziosi, aereati: onde
la maniera « Andare alle merie » che vale
Andare airaperto, alia campagna, cioe
dove si godono le dolci ombre, dove si sta
al rezzo (cfr. Merio).
meriare contratto da mbriggiArb da
MBRiQGIO = *MBRfDJO (lat. MBRtDIBS), cioe
l'ora in cui i pastori riposano in luogo
fresco cogli armenti.
Lo stare alPombra o dormire sul mez-
zodi (detto degli animali); mentre Merig-
giare e piu frequentemente detto degli
uomini.
Deriv. MSria = ombra d'un albero, aria fre-
sca, della uotte ; M^rie = nel fior. Lnoghi ameni,
deliziosi, aereati; Mario = Luogo dove si indu-
ce il beetiame a meriare.
Cfr. lo $p. a e x t a ripoao del mtrigqio, dal lat.
sxzta [hora] s e s t a [ora] che seoondo l'antico
sistema dioontare le ore segnava il meszogiorno.
meridiana [sottinteso linea] dal lat. mb-
rIdibs mezzogiorno (v. Meridiano).
Orologio a sole : cosi detto perche 1 l'om-
■ ; .. : v.«
L
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meridiano]
— 844 —
[merlo,-
bra dello stilo nell'ora del mezzodi fissa
il pun to, donde si parte per segnare tutte
le altre nel quadrante.
meridiano = lat. mbridianus da merI-
DIB8 (per *medi-dies, donde lo sp. mo-
di o-dia) mezzo giorno, comp. di meri equi-
valente a mbd- di medius mezzo y e dies
giorno (v. Di e cfr. Meriggio). L'uso di R
per d e frequente nelT umbro e nel la-
tino: es. arbiter per ad-biter arbitro,
ar-cessere per ad-cessere chiamart a
si, ecc.
Di mezzo giorno. Come sost. dicesi cosl
il Circolo massimo della sfera, cbe passa
per i dne poli del mondo, per lo zenit e
per il nadir, e taglia l'equatore ad angolo
retto, dividendo la sfera in due parti,
Puna orientale, l'altra occidentale, e serve
di termine, donde si comincia a contare
la longitudine.
Comp. Anti-meridiano; Po-meridi&no; e cfr. Me-
ridional*.
meridionale dal lat. mbridies mezzo-
giorno, mediante una forma merIbio che
pote credersi avere nei casi obliaui l'al-
lungamento in 6nbm proprio di alcuni
nomi della 3. a declinazione, come Sep ten-
trio, Septentrionem e simili (v. q. v.).
Cbe e dalla parte di mezzogiorno.
meriggiare dal lat. meridiarb cbe e da
mbredies mezzodi (v. Meriggio e cfr. Me-
riare).
Riposarsi alia meria, ossia all'ombra,
nelle ore calde del mezzogiorno.
meriggio (ed ancbe meriggia e merigge)
fr. midi; sp. medio-dia; port meio-dia:
dal lat. mbridibs, cbe sta invece di mb-
dI-dies comp. di media messo e Diss giorno
(v. IX), colraiuto di una forma merIdio
o meridgio.
L'ora del mezzogiorno, Parte o Sito
esposto al mezzogiorno: anche Ombra,
ossia Luogo dove non penetrano i raggi
del sole di mezzogiorno; ma in questo
significato, come bene osservd ilMinucci,
e voce impropria, poicbe > Andare o Stare
al meriggio > parrebbe cbe volesse dir
piuttosto Andare a scaldarsi ai raggi del
sole del mezzogiorno, cbe Andare all'om-
bra per esserne al riparo.
Deriv. Mtriggid.no; Meriggiare; MeriggicMe^na;
Merio. Cfr. Meria, Meridiano Meridionale.
merino dallo sp. merino [barb, lat me-
rInusJ ramingo, errante, passeggiero e par-
lando di armento che cangia di sito, di pa-
scolo, dall'aroft. mbrr passare. Come sost.
merino vale ispettore delle mandre, que-
gli cbe faceva la ripartizione dei pascoli,
ed alcuni tratti da questo significato pu-
ramente secondario proposero come etimo
il lat. majorInus forma dimin. di mAj6jr
maggiore, quasi dica il piccolo maggiorente,
il potesta (= fr. maire).
Montone di razza spagnola, di lana fi-
nissima.
merio contratto da merIggio (v. q. voce).
Luogo per lo piu vicino alPacque, dove
sull'ora del mezzodi si riduce il bestiame
a riposare (cfr. Meria).
meritfesimo forma superlativa del loU~
meritus che ha meritato. da mbrbri far
cosa a pro di alcuno (v. Merito, e cfr.
Bene-merito).
Molto meritevole.
merito dal lat. mbritum cosa meritatcL,
mercede, ricompensa, premio, e poi osteite
per cui ne venga premio o gastigo, da mb-
rbri acquistare, guadagnare, ottenere e
orig. avere una parte, una porzione : dalla
stessa radice del ^r. mer-is porzione, lucro,
merism6s parttzione, divisione, parte, m e-
rizd distriouisco, mer-mair-6 partecipo,
merikeyolmail divido in parte (cfr. Merce,
Mercede, Meronda, Meretrice).
Tuttoci6 cbe rende degno di ricompensa,
di lode, di gratitudine, ed anche di bia-
simo e di pena; Ricompensa, Guiderdone;
fig. La sostanza di una cosa, contrapposta
alia forma e agli accidenti.
Deriv. MerUare; Meritaminte; MsrUivoU; MerU
tbrio; Mlrto= merito (poetioo e oon senso piti. lixni-
tato). Comp. Demertiare; Immerttato; Rimerltare-
meritorio — lat. merit6rius che si da
a prezzo, e per conseguenza da cui sperasi
ricompensa, premio, merito (v. Merito).
Cbe e degno di ricompensa; Cbe acqui-
sta merito.
merlare Fornire di mbrli la sommita
di un edifizio.
Deriv. Merl&ta; MerlaUlra.
merlltto Tessuto leggiero, cbe si fa oon
filo, seta, o fili d'oro, <rargento o di rame,
e serve a guarnire abiti o cbeccbessia:
cosi detto rassomigliando le sue punte
a' piccoli mbrli di un edinzio (v. Merio).
Se e di seta dicesi ancbe Blonda.
Deriv. Merlettare.
merlino fr. merlin; ingl. marline;
ted. marleine, marlien, marling: dal
fiam. maarlInb comp. da maar mare e
lIne corda.
In marina. Specie di spago o funicella
di tre fili, ciascuno de'quali insieme at-
torti serve a fare delle piccole legature
Ser cucire le ralingbe alle vele nei punti
ove banno a soflrire maggiori sforzi ; dai
Yeneziani detto ancbe Forzino.
Cfr. Gherlino?
merlo,«a 1. rum. mierla; prov. merla;
fr. merle; sp. mierlo-a; port, melro:
corrisponde al lat. merulus,-a cbe dicesi
prenda origine da merus solo: percb6 e
uccello vago della solitudine dei boscbi.
Noto uccello silvano.
Deriv. M4rlbtto,-a=flg. 8emplioi6tto,-»; M*r~
laio.
2. Si disse < Merio » (Jr. merlon e ant.
merlet, sp. merlon, fort, merlao) nel
linguaggio delle fortincazioni la Parte
del parapetto cbe sorge ad intervalli uguali
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merltao!
sopra le mura, che i Latini chiamarono
pinna penna: secondo alcuni per una
vaga comparazione a un ucoello che stia
sopra un muro; e per altri da *m£rgula
dimin. di M&RGA/orca a lunghi corni. Me-
glio col Bolza dal lat. mcerulus diminu-
tivo di mcbrus antiquato per Miteus muro,
muraglia.
Per somiglianza coi merli che nniscono
e adornano le mura si dice Merlo, e
comunemente Merl6tto la Trina di refe,
d'oro filato o d'altro, che si pone per guar-
nizione ai lembi delle vesti. Di qui i de-
rivati Merlare, Smerlare.
Bierluuo prov. merlus; fr. merlu-
che; cat. merlussa; sp. merluza: voce
yenuta a noi dal provenzale, che il !Bau-
dry trae dal b. lat. merlus merlo, che de-
sign6 anche una specie di pesce, e il Ma-
nage, seguito dal Diez e dallo Scheler,
spiega col lat. maris lucius luccio di
mare: ma e probabile sia alterata da qual-
che voce nordica, p. es. V island, molb
onde Yarmoric. molu, mora, il fr. mo-
rue per molue e il b.lat. molua, mo-
ruha, morula] che pur significa bac-
cate, awicinata indi a luccio (ant. fr.
eprov. lus) a cui questo pesce assomigUa,
tanto che in Catalogna e conosciuto a
dirittura col semplice nome di llus.
[Alcuno trae il fr. morue da un b. lot.
moruda (come barbue barbio da bar-
buta) formato su lo sp. morro corpo
rotondo e anche labbro gross o, onde mor-
rudo dalle grosse labbra; ed altri il fr.
merlus pone in confronto con merlan =*
brcU merlouan nasello (il gadus merlan-
gus dei Naturalisti), che risponde all' ant.
fr. merlenc, mellenc, la cui desinenza
-eno = -INC, -iNG tradisce una immediata
proyenienza germanica, se non che manca
il corrispondente vocabolo tedesco e sola-
mente vi e schmerling — med. a. ted.
smerling sorta di pesce di acqua dolce,
la barbatula cobitis dei Naturalisti].
Lo stesso che Baccala, specie di pesce
marino, che salato o prosciugato vien tra-
sportato in tutte le parti del mondo; il
gadus merlucius di Linneo, conosciuto da-
gli scienziati anche col nome di gadus
morhua.
mero rum. mereu; prov. mer, mier;
a. fr. mier; cat. mer; sp. e port, mero:
=mlat. mArus che, giusta V insegnamento
di Feeto, varrebbe originariamente unico,
solo, onde poi il signincato di semplice,
senza miscela. Meglio per6 coi modern! ri-
ferirlo alia rod. indo-europ. mar- che ha il
senso di spUndere, d'onde anche il gr.
maira per marja luna, maird per ma-
rjd risplendo, marild faviUa, Fa. a. ted.
mari= got. m6rs iUustre, Virl. mar »
icand. ma err chiaro, puro, iUustre (cfr.
Marmo).
— 846 — [mlscolo
Limpido, Chiaro; indi Puro, Schietto,
Genuino, Vero.
merope = gr. mbrops che vuolsi, non
senza grave contrasto di molti, composto
da mb!r6 divido e ops voce, cioe che arti-
cola la voce, che parla.
Genere di uccelli della famiglia delle
piche, che hanno strane articolazioni di
voce. Ma nella Grecia antica anche nome
di persona.
mescere sp. mecer; port, mexer: dal
lat. misckrb = part. pass. MfxTUS, pres.
indicat. mIs-ceo, che cfr. col gr. misg-6
— mig-nymi - p.p. mikt6s - e porta
a una radice mic- dalla quale germina
il sscr. mi-mics-ati, mic-rayati me-
scolaUre^ mic-ra, mi 9- la mis to, d'onde
a-miksta latte mischiato, non che il gr.
mix promiseuamente, mix is mistura, e
pur Fa. a. ted. miskian, miskan [mod.
mischen, ingl. to mix] = ant. slav. me-
siti, ittir. mjescati. lituan. musztimt-
schiare 9 Ya. slav. mizgu, serb. mazga,
boem. mezek emione [cioe Y animate di
sangue misto], il eel to |tW.| com-masc mi-
stura, \galles.\ measg, misgu mischiare.
Mettere insieme e confondere fra loro
cose diverse. Yale anche, come presso i
Latini, Versare vino o altro liquore, e ci6
per l'antico costume di mischiare il vino
con acqua; onde « Mescita » si adopera in
Toscana per Yendita al minuto di vino
ed anche di altre sostanze liquide.
Deriv. MssefbiU: MSscita; MsscUOr+trtce; Me-
scofore: Mss&tra: Mest&re: MesU&ra; Mesticcitort:
MSstola. Cfr. Miscia; Miscsla; MUcsVUknsa; Mi-
schibrs; Miscdglio; Mistitfne; Metfccio; PromUcuo.
meschino sp. mezquino; port, me-
squinho; prov. mesqui misero, debole,
decicato ; fr. mesquin; ant.fr. mesokin,
meschin, meskme garzone, giovanetta f
fantesca, vallon. meskene serva: daXYarab.
mbskIn (= ebr. mischen) povero, che non
possiede nientt (Devic), che ricongiungesi
al verbo sakana essere povero, infeiice.
Sicche la serie de'significati e povero, po-
veretto, indi, come nel francese, aarzone,
e giovanetta, riguardati come deboli per
Veta, e nnalmente servitore, fantesca.
Che e di povera e vile apparenza; indi
per estens. Sventurato, Misero, Debole,
Tristo, Scarso, Gretto, Angusto.
Deriv. MeschinamfnU; MsschinsUo; Msschine*
ria; Meschinito.
mescolare cat. e port, mesclar; sp.
mezclar: dal b. lat. *misoularb deriv.
dal lat. MfsOHRB mischiare (v. Mescere).
Confondere, Mettere insieme cose di-
verse.
Deriv. Mescolaminto: Msscotonsa; MsscoVUa;
Mescolat&ra; Mtscolio; Mticolo; Bimescolbre, onde
Bimescolfo. Cfr. Mtichia, e MUcHglto.
m6scolo da mbsgolarb confondere in-
sieme (v. Mescolare).
Unione di piu cose mescolate insieme.
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l*Ml
mese prov. e sp. me's; fr. mois; port.
mez: dal lat. iubnsbm per mbnbsbm —
lit. menesis, a. slav. meseci, gr. men,
mens, ionic, meis e atcr. m&s, m&s-as,
che propr. vale luna fcfr. per: mah, ma-
neg, send, maonh, arao. manath, got.
mendths, a. a. ted. m&ndt, mod. Mo
nat, ang-sass. mdna, ingU month meee,
aocanto alio fend, m&onha, gr. m&nft, got
m6na, l&menu - genii, menesiu -, ted.
Mond luna]: dalla rod. mA- mtttirare, on-
d' anche il Z& metas tempo, anno e il
lot metiri - part pass, mensus - misu-
rare: quindi « luna » l'astro che misura,
perocche easa fornisse a$li antichi la pri-
ma volta idea della diviaione del tempo;
« mese > il tempo misurato con le fasi lu-
nari (v. Metro).
Diviaione antichiseima deennta dalle
fasi lunar i, le quali si oompiono ciascuna
volta nello spazio di trenta o di trentun
riorno, ad eccezione del seoondo mese
(Febbraio), che e di ventotto giorni negli
anni ordinari e di ventinove negli anni
biseetili.
Cos! Dante disse tune per meet;
Breve pertngio
M'ftvea mostrato
PWi lune gia
(Davts. Inf.).
[I Latini avevano posto ciascun mese
sotto la protezione di una divinita: a Gen-
naio presiedeva Giunone, a Febbraio Net-
tuno, a Marzo Minerva, ad Aprile Venere,
a Maggio Apollo, a Giugno Mercuric a
Luglio Giove, ad Agosto Cerere, a Set-
tembre Vulcano, a Ottobre Marte, a No-
vembre Diana, a Dicembre Vesta].
Deriv. Mts&ta; MenrtU. Ctr. lisniseo e Jfow
struo.
me&enterio = gr. mbsbntbrion da mb-
sos mezzo e bnteron intestino (v. Enterieo).
In anatomia significa la Membrana, che
awolge e alia quale sono attaccati e so-
spesi gli intestini tenui, e che loro da
mobilita: detto anche Mesareo ■- Me-
sereo [== dal gr. mbsbrbS mediano].
Deriv. Meienisrico = Mtier&ico.
meSmerfsmo Nome dato al magnetismo
animale, da quello di Ant. Mbsmbr [1776]
medico tedesco, autore di questa dottrina.
meSo- Prefisso che risponde al gr. mk-
808 e significa che e situato in ineaso, e
viene dallo stesso radicale del lat. me-
dius medio (v. q. voce): p. es. Mesen-
teric, Mesogl&sso, Mesolabio, ecc.
mesolabio — lat. mbsolabium dal gr.
MB808 memo e lab6 — lambAn6 prendo
(v. Lamma).
Strumento inventato da Eratostene per
prendere il mezzo, oioe per trovare le liaee
medie proporzionali (err. Astrolabio).
mlssa 1. da mettere (v. q. voce).
II mettere, l'introdurre. Somma che si
— 846 — [mesaitieeit
mette al giuoco; Polione o germoglio
fuori dalle piante, che dioeei pure Mee-
siticcio.
2. nel significato liturgioo e il lot Mi&SA
— Missio, che nel linguaggio civile dei
Bomani deaign6 l'atto di comparire avanti
a un superior©, ed era altresi la formal*
di congeao del superiore agli inferiori: da
Missus part, di mittbrb mandare^ onde
Mis8io V otto di oongedare (v. Mettere): e
ci6 perche una volta si usava licenziare
dagu uffici divini, prima del mistico sa-
crifizio, i catecumeni, poi i penitenti, e
finalmente al tannine del sacrifizio il re-
sto dei fedeli oolla formula usata anche
oggidi - itb, MI8SA est - cioe, ondofe,
V adunan»a e lioensiata, e sodolta. [Altri
pensa alPe&r. miss ah offerta\.
Nel linguaggio della Chiesa cattolict
il Sacrifizio del corpo e del sangue di
G-. Oristo, seoondo il rito prescritto.
essaggeria e il fr. messagerie. (v.
Propr. Servizio del messaggero; e in
partic Servizio regolare di vetture o di
navi, che fanno viaggi piuttoeto lunghl
messagglero-ere fr. messager; sp.
mensagero (v. Me$$aggio).
Ambasciatore, Messo.
aessaggio dal b. lot mbssAgium, missA-
gium contratto da mis&aticum formato sa
Missus part. pass, di mIttbrb inviart,
mandare (v. Metiere).
Annunzio che si manda, Imbasciata;
La persona che la porta, detto piu comn-
nemente Messaggero.
meatale =- b. lat. missAlb da idsai
me$$a (v. Me$$a 2).
Libro in cui sta scritta la messa: per
evnUUt. ma scherzosamente Grosso libro.
mease [prov. meisso]; ant. fr. m«s
[mod. moi88onJ: sp. mies; port, messe:
=- lat. mbssbm (— gr. a-mlt-os) deriv.
da Missus participio passato di mbtzbb
mietere (v. q. voce).
La raccolta del grano e d'altre biade;
Le biade stesse.
messere dal prcw. messer, che risponde
al fr. me 88 ire, comp. dell'ant. fr. mis •
mbs » prov. mas mio e SIRB (ingl- sir)
signore {v. Sere).
Titolo che nel medioevo era riservato
ai signori di alto lignaggio: e poi di-
venne piu comune. Oggi per6 e quasi
uacito a'uso e solo rimane in alcuni lao-
ffhi di Abruzzo come titolo di onore, che
le donne danno ai suoceri.
rnessia « lot MB881A8 dall' ebr. **'
sotAOH o mbscIach [=lat. unctus, <F'
christ6s] unto } ossia consacrato.
Nome che gli Ebrei davano ai sacer-
doti, ai profeti, ai re, e che quindi fa dato
per ecceUenza a Gesu di Nazaret
messitfccio v. Messa.
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B98M] — 847 —
mfefto dal lot. Missus (lit. mestas) par-
ticipio passato di mIttbrb gettare, man-
dare, porre (v. Mettere).
Participio passato di Mettere.
aesso dal lot. Missus part. pass, del
verbo mIttbrb mandare (v. Mettere).
Inviato, e particolarmente Chi e man-
date a portare lettere e annunzi; Fami-
glio di oerti magistrati.
mestare dal lot. mIxtus part pass, di
MfscJBRE mischiare (v. Meaoere).
Agitare cose liquide o morbide; fig.
Trattare faccende con una certa padro-
[meta
Deriv. MssUU6io; MestoUfre-trice; Muttne.
mestica anziche da mastiob, owero,
come dubita lo Zambaldi, dal gr. mJls-
sbih impostare, ond'anche le voci Mass a,
Mastello, Masticare, Maoerare ecc.,
sembra aver commie la origine insieme
alle voci Mestare, Mestola, Mesco-
lare nel verbo mbscbrb mischiart (v. Me-
9oare e cfr. Mesticciare).
Compoeto di diverse terre macinate e
ammoroidite con olio, che s'impiastra so-
ma le tele e le tavole per dipingervi ;
Mescolanza di colori fatta dal pittore snlla
tavolozza. [A Siena dicono Mesticanza per
Mescolanza, specialmente di erbuoce mi-
nute e odorose da mangiarsi in insalata].
Deriv. Mettic&re = Stendere la mestioa: Me-
ttickeria = Bottega dove si vendono meatioh© :
Mesticatdre = Ohi fa o vende mestiohe o oolori
mestieati ; MssUcMno = Specie di ooltello nsato
<Ui pittori, per portare i oolori Bulla tavoloua
e meeoolarli.
mestieciare da una supposta forma la-
Una MXTiCTUS (cfr. Mtticdo) tratta da
misckrb mitchiare, confondere, perturbare
(▼. Mescere e cfr. Mtticdo).
Trattare una cosa di sotterfugio e alia
peggio; Ingerirsi di una cosa senza bi-
sogno (cfr. Mestare).
Deriy. MeeticcifiM = Chi e solito operare di
•otterfugio e alia peggio.
mestiere-o prov. e ant /r. menes tier,
meatier; mod.fr. metier; port, mister:
daU'on*. mistibrb (cambiata la prima i in
m per effetto di assimilazione) che sta per
MIN1ST1BRB — lot. MINISTBRIUM (mIN'STB-
rium ) servigio, officio, soppressa la seconda
i protonica, come awiene anche in altre
voci, da mikIstbr ministro, servo (v. Mi-
nistro e cfr. MenesVreUo).
Eieroizio di un'arte meccanica, Arte
manuale che si esercita per guadagno;
ed una volta anche Arte nobile, in quanto
si esercitasse a solo fine di lucro.
Vale pure Uopo, Bisogno, Necessita, e
si usa accompagnato col verbo Essere o
Fare, ed in tal caso risponde perfetta-
mente alio $p. menester, al prov. me-
8 tie, al fr. metier, come e usato tut-
tora nelle campagne normanne, e al bor-
gogn. metei: p. es. « Fa mestiere del me-
dico > che significa Ci vuole V opera del
medico, e quindi Fa bisogno del medico.
In questo caso pero si usa dire comune-
mente Mestieri, anzich6 Mestiere.
Deriv. Mestierhccio; MutUrbnU; MestUrino.
mestieri Lo stesso che mbstibrb, ma
e usato nel secondo significato di Biso-
gno, Necessita.
mesto «= lot. MuBStus e mcestus, che
sembra rampolli dallo stesso ceppo del
verbo mar-bo per l'arcaico mabs-bo mi at-
tristo, mi lamento, da riportarsi alia rod.
mis- aborrire [rafiorzata in MOI8-, MAIS-],
onde anche mis-br misero (v. q. voce).
Triste, Melanoonico, Profondamente af-
fiitto; Che cagiona melanconia.
Deriv. Mestamsnte; Mestlzie.
mestola ha la stessa origine di Me-
stare, cioe dal lot. mIxtus part. pass, di
MISOBRB mischiart (v. Mescere).
Arnese di ferro col quale i muratori
prendono e impastano la calcina.
Deriv. MsstolMa; Mutolino; Mistolo; MssUh
I0n+4na ohe dioesi fig. a Persona acimtinita e
di grosso ingegno.
mistolo Forma maschile di Mestola
(v. q. voce).
Cucchiaio di legno poco inoavato, che
serve a rimestare la roba ne'vasi di cu-
cina. < Avere il mestolo » vale fig. Far da
padrone.
mestruo e menstruo == lot menstruus
che torna ognimese da mbnS(S mese (v. q. v.).
Gome aggett Mensuale; e in modo piu
speciale One ha relazione a'mestrui delle
donne. Come sost. Evacuazione di sangue,
che awiene mensilmente dall'utero delle
dcnne atte a procreare.
mestura voce parallela a Mistura (v.
q. voce), che si applica piu volentieri al
traslato, mentre essa designa il materiale.
Aggregate di cose mischiate.
meta dial. lomb. meda mucchio di fieno;
sp. e port, meda; ant. fr. moie mucchio
di covoni; sp. meta e ant. fr. mete pie*
tre di confine, termime [cfr. ant. gaUes. mat
mucchio]: = lot. mb ta da una rod. Mi-,
MB- fondare, costruire, erigere 9 che appa-
risce nel ssor. mi-noti fonda\re\, mi-t,
md-thi colonna, nel lett. meetas polo,
nello scand. mei-dhr trave, nel lat. moe-
-nia mura, m6i-rus, m6e-rus poi mu-
-rus muro (cfr. Munire e Muro).
Propr. Costruzione di forma conica o pi-
ramidale, quale la fontana in Roma vi-
cina all'annteatro Flavio, che aveva la
forma di un cono, dalla cui cima stillava
Pacqua, conosciuta col nome di « Meta
Sudan te >; owero il Termine nelle corse
del circo, che consisteva in un gruppo di
tre colonne coniche collocate sopra una
base elevata, alle due estremita della bar-
riera {jntermctium spina), lo quali segna-
vano il punto in cui dovevano voltare i
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meta-
— 848 —
[metallo
carri, che si disputavano la vittoria: onde
il 86n80 figurato di Termine da raggiun-
gere, Fine. Scopo. — Si disse Meta anche
una bica ai fieno o pagliaio, che gli affit-
taioli romani formavano a cono con punta
molto agussa, e di qui il significato ge-
nerale 65 Mucchio, Cumulo, che presenti
figura oonica, e in modo pin determinate
Qnel mucchio di stereo che l'animale fa
in nna volta. (Oh! fortona delle parole!).
Deriy. |dial. aret.| Metal* = |umbr.| MeMlo
= Stile da pagliaio; Miggia.
meta- Preposisione £reca che vale oUre,
al di la, tra, con e nei composti sta ad
indicare successions, cangiamento, trasfor-
motione: p. es. Metafisica, Metamor-
fosi ecc
[Vuolsi confronti col sscr. ved. mitha
seambievolmente, mfthu insieme, mithu-
nas ooUegare, col tend, mat as ted. mit
eon, got. mith tra-mezzo, con, a. a. ted.
miti Vun Valiro, a vicenda].
meta =an£. meita troncatodameitate,
onde, eliso Pi protonico, si fece me tat e,
metade: dal tat. mbdibtAtem - ace. di
medietas - (gr. mes6tes) e questo da
mbdius che eta nel meuzo (v. Medio).
Una delle due parti uguali nelle quali
e diviso un intero.
Deriy. Meta&sUn aorta di mirara.
metacarpo = lot. mbtacArpus dal gr.
mbtA dopo, oUre e karp6s carpo, nome di
quella parte della mano, che sta fra la
palma e ravambraccio (v. Carpo).
Seconda parte della mano, situata fra il
carpo e le dita, cioe il palmo e il dorso
della mano.
Deriy. Metac&rptco.
metacronismo « lot. mbtacronIsmus
dal gr. mbtAchronos posteriore di tempo,
comp. di mbtA dopo, oltre, e ohr6nos
tempo (v. Cronico).
Specie d'anacroni8mo consistente nel-
l'attribuire erroneamente ad un aweni-
mento un'epoca piu remota di quella, in
cui veramente accadde.
metadella da mbtadb (v. Meta).
Misura per solidi e liquidi, che teneva la
meta del boccale, detta anche Meazetta.
metafisica » lot. metaphysica dal gr.
mbtaphysikb comp. da mbtA dopo e PHY-
8IKB fisica da ptiysis natura (v. Fisico).
Scienza degli enti considerati nelle loro
relazioni piu generali, del mondo in astrat-
to, dell'anima e di Dio: cosi detto perche
nella classificazione delle opere di Aristo-
tele fatta da Andronico Rodio le dottrine,
che trattavano delTente in generate, ru-
rono poste dopo quelle che si riferiscono
alia fisica, ed incominciano appunto colle
greche parole mbtA phisikA dopo le cose
fisiche o naturali.
Deriy. MstaftsicMe; MttafisiccmtnU; Metaflst-
cars; MstafUico.
metafora « lat. mbtAphora dal gr.
metaphorA trasporto. comp. di mbtA ol-
tre, tra e phore6 forma secondaria di
phbr6 portare (v. Ferace).
Figura rettorica, per cui un vocabolo
si trasporta dal proprio significato ad un
altro, che ha con esso qualche analogia:
p. es. dal fisico al morale e viceverea.
Diceei anche Traslato.
Deriy. Metaforeggiars; Mstaforieamtnte; Met*
fbrico; Mstaforiihhrs.
metafraii = gr. mbtaphrasis dal gr.
MBTAPHRAZBIN tra durre da una lingua
in un'altra, interpretare comp. di mbta ai
di la, dopo, dittro, e phrAzein dire (v.
Frase).
Tradutione, Commento.
Deriy. Mstafrasts =gr. me tap h r a 8 1 e ■ tn-
duttors, commentator* [ed anohe Nome di on
agiografo greoo del x seoolo].
metalessi[-lepsl] =gr. mbtalbpsis cam-
bio e questo da mbtalambAn6 - fuL me-
tAlbpsomai - permuto, comp. della partic.
mbtA indicante trapasso e lambAnG prendo
(v. Lemma, e cfr. CatalesH, Epilessi, &d~
lessi).
Figura rettorica, per la quale si prende
l'antecedente per conseguente o l'inveroo.
metallifero — lat. mbtallIferum comp.
di mbtAllum e tema di fbr-rb portart
Che. produce metallo e dicesi di terreno
che contiene vene di metallo.
metallo prov. metalho;/r. metal; *p.
e port, metal: — lat. mbtAllum dalgr.
mbtallon, che propr. indic6 cava, mmiera
e indi cid che I trovato nelle viscere deUa
terra: voce di origine incerta e assai con-
trastata, da taluno per citare alcuna delle
varie ipotesi, cavata da matby6 cerco (v.
Matematica), altri con qualche veroeimi-
glianza da mbtA infra, tra, in meuo e
ALLON formato sulla rod. al- [$$cr. AB-j
andare, muovere, dirigerei onde il verbo
al-ao|mai| vado errando, el-a6 meUo in
movimento, che darebbe la nozione di cota
ricercata sotto terra (v. Origine). Molti
anche spiegano con mbtA-alla — lat. vs-
tbr-alia fra le altre cose, d'onde il senso
di mUcugUo, perche il metallo natunde
e quasi sempre frammisto a materie di-
verse: e si e proposto eziandio ilcaldaic.
mbtal coprire, perch6 nascosto nelle vi-
soere della terra, ove si cerca e onde si
estrae. Per6 ad accertare il vero non v»
trascurato di porre a cimento le voci di
uguale significato esistenti in altre lin-|
gue : es. drmen. midal; arab. meden;
a. $lav. meda, mod. m6d, accanto alierb.
mjed, illir. mjed; got. smith a, ant.
alt. ted. smida, angsaee. smidh: onde
ted. schmied, island, smidr, ingl. smith
fabbro-ferraio, Schmieden «■ sved. smi-
da battere. lavorare ilferro, ang-sass. smd-
dhe, sm^the flessibile, molle, ecc.
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^TT
letalloide]
— 849
[metodlsta
ofr. MtUM&rgo = fisioo
preparare e lavorare i me-
Sostansa minerale semplice, malleabiJe,
atta ad essere battuta e foggiata. Figurat.
Timbro di voce, per similitudine al suono,
che mandano i metalli percossi. [Gli an-
tichi conosoevano soltanto sette metalli,
cioe l'oro, l'argento, il mercurio, il rame,
il ferro, lo stagno, il piomboj.
Deriv. Met&Uico; MetaUare: Metaliikare. Comp.
MetaUtfero; Metatlbide; MetdUogrqfCo ; Metal-
lurgist.
metalldide dal gr. metallon metallo,
6idb8 per Aidos specie, apparenza.
Corpo semplice non metallico, che ha
proprieta simili a quelle dei metalli.
metallurgia =* lot. mbtallurgIa dal
gr. metAlloyrgos che lavora ai metalli,
composto di metallon metaUo e base di
&RG-ON lavoro.
Arte di estrarre i metalli dalle viscere
della terra e di lavorarli
Deriv. Melali4rgico l
che stadia Parte cu pi
telli.
metamdrfosl» gr. metam6rphosis com-
poeto di mbta invece, altrimenti e morph-e
forma (cfr. Morfologia), con la termina-
zione osis propria di nomi astratti.
Mutazione di forma, Trasformazione p.
66. quella che gubiscono gli insetti. —
Titolo di on poema di Ovidio, in cui si
narrano le favolose trasformazioni di nu-
mi e di uomini, secondo gli antichi miti.
Deriv. Mttarmqfbhico.
metastasl = gr. metastasis trasposi-
zione, cambiamento, comp. di mbtA al di Id,
tra e stasis atato, positions, da i-ste-mi
mi ftrmo, mi colloco (v. Stare).
Term, di medio. II cambiamento di sede
di una malattia, ovvero Trasporto di una
materia morbosa dalla parte che essa oc-
capava verso di un'aitra.
Deriv. Metastatico.
aetatarso = lot. metatArsus comp.
del gr. mjbtA dopo, oltre e tabs6s tarso o
dorso del piede Mr. Tarso).
Parte del pieae, che e fra il tarso e le
felangi delle dita.
Deny. Metatarsico.
netatesi = gr. metathesis trasposi-
iio%t comp. di mbtA dopo, oUre, inveoe e
thesis Vatto di porre, formata sulla iden-
tic* base di ti-thbmi pongo (v. Tema).
Figura grammaticale, che oonsiste nella
Spoetatura o nella trasposizione di una
letters di una sillaba in una parola:
come Drento per dentro, Giugnere per
giungere.
■etella la Datura metel dei naturalisti,
volgannente detta « Noce meteUa >.
Ranta annua, di odore fetido, che pro-
dace un frutto o seme spinoso di colore
giallognolo: cosi detta dal gr. mbthe eb-
fj rt**a, perche" ha, come lo Stramonio, una
proprieta narcotica o stupefattiva, e gli
Orientali ne formano il loro Betel.
metempsiedsi =• gr. mbtempsykGsis
comp. di mbtA oltre, invece, altrimenti ed
bmpsyghCsis da bmpsyohoO to animo (bn
m e psyche anima).
Trasmigrazione delle anime da un corpo
all'altro, conforme alia dottrina che e at-
tribuita a Pitagora, ma che fu general-
men te riconosciuta dagli Orientali, dagli
Indiani, da'Chinesi, da'Germani, da'Galli
e da altri popoli.
meteors =» lot. mbtbora (quae in su-
bttmi apparent) dal gr. mbtboros che & o
eta nelParia, in alto e quindi elevato, comp.
di mbta in mezzo 1 tra ed abr aria.
Nome generico col quale s'indicano tutti
i fenomeni che si sviluppano nelle alte
regioni dell'atmosfera, come neve, piog-
gia, grandine, bolidi, ecc.
Deriv. MeUbrico: MeUorUwu); MeteorUta; Jfe-
Uorbgrcrfb; MeUorblito; Meteorologia; MeUoro*
icopia.
meteorismo Voce della scienza medica
dal gr. metborIzbin sollevare in alto, gon-
fiare, e questo da mbtboros che eta in
alto, sollevato (cfr. Meteora).
Enfiagione passeggiera dell'addome, ca-
gionata dai gas accumulati nogl'intestini.
meteorollto = lot. mbtborolIthbs dal
gr. mbtboros che I in alto e lIthos ptetra.
Massa solida, che precipita sopra la su-
perficie della terra dalle alte regioni atmo-
sferiche. Dicesi anche Eterolite.
meteorologia = lat mbtborologIa dal
gr. mbtboron meteora e pror. cosa che £,
o awiene in alto, e logos discorso, trattato.
Parte della fisica, che tratta delle me-
teore e delle condizioni climatologiche alia
8uperficie del elobo.
Deriv. Meteorotbgico; ofr. Metsorblogo.
meteoroseopla = lat. mbteorosoopIa
dal gr. mbtboron fplur. mbtbora) meteora
e skopbo oeeervo (cfr. Meteorologia).
Osservazione delle meteore.
meticcio e piu ant. mestizo prov. e
ant. fr. mestis, mod. fr. m6tis; sp. me-
stizo; port, mestico: da una forma fit-
tizia mixtIcius o mistItius plasmato su
mixtus miechiato (v. Mescere); e in Italia
sembra venuto per mezzo del francese.
Nato da genitori di due razze diverse,
e in modo particolare Nato da un bianco
e da un' indiana Td 1 America) e viceversa.
metlcoldso — lot. mbtioul6sus da mb-
TU8 timore, mediante il diminutivo mb-
tIoulus.
Suscettibile di piccoli timori, di piccoli
scrupoli, e quindi Che si perita a far tutto,
temendo di far male.
Deriv. Meticolosaggtne; MeticolosamtnU; M*U-
eoloeita.
metodlsta Nome degli appartenenti a
una setta religiosa, molto austera, nata
all'Universita di Oxford, in Inghilterra,
che si propose la riforma de 'cost ami: e
64
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metoJoi
— 850 —
(metromgii
vennero cos! detti perche si vantavano
di aver trovato la vera via (gr. metho-
dos), per conseguire V eterna salute, (v.
Metodo).
metodo -» lot. mbthodus dal gr. mb-
th6dos propr. Vandar dietro per rioercare,
per investigate, e quindi la via o U modo
delta investigatione (onde mbthodbt6 vado
dietro): oomp. della partio. mbtA dopo, e
h6dos carnmmo, via (v. Esodo).
Modo ordinate e conforme a certi prin-
cipf, d'investigare, di esporre il vero, di
Stvernarsi nelPoperare; pin strettamente
odo di operare per ottenere uno scopo.
Deriv. Metbdico, onde Msto&icaminU; Mstod*
$ta; Mstodikiar*.
metonimia e metozlala — gr. mbt6-
nymIa comp. di mbtA inveee e 6vyma
nome (v. q. voce): propr. cangiamento di
nome.
Figura rettorica per eui si pone on
nome inveee di nn altro, o la causa per
l'effetto e viceversa, o il contenente per
il contenuto, o il segno per la cosa signi-
ficata.
Deriy. Meton(mico, onde MetonimicamSnU.
metopa = gr. mktopb da mbtA fra e
OPB apertura, buco,foro.
Termine di architettura. Spazio quadrato
o Intervallo fra i triglifi e i loro capitelli
nel fregio dorico, che suole abbellirsi di
fregi architettonici.
metopio dal ar. mbtopion fronte, comp.
(da mbtA. fra, m mesmo, e 6ps volto).
Genere di piante della famiglia delle
terebintinacee, stillanti resina; coei dette
dal loro frutto, che e una drupa ovale,
liscia ed arida, in qualche mido simile
alia fronte del capo.
metoposcopfa » lot. mhtoposoopI a com-
posto del gr. mbtopon fronte (v. Metopio)
e SKOPiA da skopb6 osservo.
Arte superstiziosa di riconoscere Pin-
dole di alcuno dalFosservazione delle linee
della sua fronte.
metraglia Lo stesso che Mitraglia
(v. q. voce).
metr&a dal or. mbtrbtbs misuratore,
ed anche specie di misura (mbtrb6 enumero,,
stimo).
Antica misura da vino, che conteneva
dieci congi.
metrica = gr. mbtrikb da mbtron mi-
sura (sotUnt. teen 6 arte).
Arte di scrivere in musica o in poesia,
che sono il resultato di una ordinata e
misurata composizione.
metrico — gr. mbtrik6s da mbtron
misura (v. Metro).
Che attiene a metro.
metrite dal gr. mbtra f =- lot. mAtrix)
matrice, e finale scientinoa ai medicina f tb.
Infiammazione della matrice, ossia del-
l'utero, detta anche Isterite.
metrfto o mitrito alcuno deriva dal gr.
mbtron misura, preso nel senso di periodo
o tempo misurato; ma fbrse e troncato da
bmitrItbo comp. del gr. BMi meno e tm-
taIos feno, tertano. (detto di tebbre):
Onde BMITRfTBO, mitrttbo, mitrIto.
Specie di febbre periodica terzana. Oggi
pero con questa voce intendesi una Spe-
cie di spasimo o oonvulsione, che affligge
i bambini di poco nati, e che pur dioeei
Benedetto e in alcuni luoghi di Toscana
Battigi: probabilmente perche le contra-
zioni momentanee, che si scorgono nel
bambino, assomigliano in certo modo al
tremito, che assaJe chi e preso dalla ter-
zana.
metro —= gr. mb-tron misura, dalla ra-
dice del sscr. m&-ti misura\re], m ft tram
misura, materia, mftda quantity, d'onde
anche Vant. slav. e serb. mat a, alb. mate
(err. ebr. mat), ceeo met, oelto {gad.)
mead, (iri.) medh misura, il got. mi tan
«= lit. matuti, lot. me tare e metfri
misurare, nonche il gr. mat ion e me-
dimnos sorta di misura, il lot. m6dius
moggio, m6dus misura, modo (cfr. Imitate,
Immane, Materia, Matematica, Medio, Me-
se, Mente, Mimo, Misura, Modo, Moggio,
Morale).
Unita di misura lineare, costituita dalla
diecimillionesima parte della distanzadal-
l'eauatore della terra a uno de'suoi poll
— Nei versi il Numero determinato aelle
sillabe, onde son formati, e nella poesia
antica il Numero e la natura de*piedi,
ond'era costituito il verso poetico: onde si
disse « Metrica > l'Arte o Trattato deVersi.
Deriv. MHrica: OhilbtMtro: Dibmstro: B$lm+
tro: Manbmetro; Psntamstro; Perimstro; Bimetria;
Tetrtimetro, eoo.
metrdnomo dal gr. mbtron misura (v.
Metro) e n6mos legge.
Sorta di pendolo inventato o almeno
perfezionato da Melzel, il quale collesue
oscillazioni indica il tempo nella musica.
metrdpoli =» gr. mbtr6polis oomp. di
mbtro da mbtbr madre e polis citta(v-
Politico).
Citta madre, ossia Capitale di un regno
o di una provincial Seae di un vescoyo,
che ha supremazia sopra altre sedi o dio-
cesi. (I Greci dettero anticamente questo
nome alle citta, che avevano fondato co-
lonie).
metropolita Yescovo che ha supremazia
sopra altri vescovi, che risiede nella kb-
tr6poli; ed e cosi detto speoialmente
V Arcivescovo della Chiesa Bussa.
metropolltano Che si riferisce alia me-
tropoli, ovvero e Aggiunto di chiesa o
citta principale. Parlando di persona 6 si-
nonimo di Metropolita.
metrorragfa dal gr. mbtr-a utero, ma-
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■etrerrea] — 861 —
trice (v. Matriee) e ♦ragIa formato su ra-
066 = r*ony6 irrompo.
Emorragia uterina.
metrerrea dal gr. mbtba utero, matriee
(v. q. voce) e rb6 ecorro.
Scolo di qualunque materia dall'utero.
mtttere e mettere [part. pose. mbsso]
prov. metre; /h m6ttre; «p. meter;
port, metter: dal lot. mIttbrb [part.
pass. Missus per mitsus — lit. mestas]
propr. gettare fuori o lungi, indi /or« o la~
trior andare, mandart, ed anohe parre
[=* lasciarsi uscir di mano] e produrre (ofr.
Gettare): da una rod. mat-, smat- gettare ,
che apparisce nell'a. *Jcn>. met-ati, met-
-nati, [— £& mes-ti per me t-sti] gettare,
mot-iti e—ere agitato, lit. at-matas gitto,
ant. gall, mataris dardo, got smeit-an
*=aiU. scand. smit-a, ang-saee. smitan,
a. a. ted. smiz-an « smit-zan, [mod.
schmeissen] gettare. Tale radioe ad al-
cuni sembra potersi identificare con quella
del t*cr. math-ati, manth-ati agita\re\,
9cuoU\rt\ (▼• Ammutinare).
Fare in modo che alcuna cosa occupi
an luoro determinate, e cosi Porre, Col-
locare [che in taluni casi dicesi parimente
Gettare, p. as. parlando di fondamentaj.
Gominciare a spuntare o nascere; [detto
delle penne, delle coma, denti, e siraili];
Germinare, Pullulare, che pure dicesi Get-
tare (cfr. Mt—iticcio): onde « Metter bene
o male » — Pigliar buona o cattiya piega.
Detto di fiumi, fossi, strade Sboccare
[lo che non tralijzna daila nozione origi-
nate di epingere mnanzi].
Deriv. Mettit6r+4r*. MeUMra. Comp. AmmeU
ttre; Committer*; DimztUre; Dizmettere; Emit-
ter*; FrammetUrz; ImmHtere; Intermetterz; In-
tromzttzrz; Manomettere; Omittzre; PzrmttUrt;
PnmzUzrz; PrztzrmUterz; PrometUrt; RimHtzrt;
Sounlttere; TrazmetUrz.
meTio =— lot. mbvius.
Cattivo poeta del sec d'Augusto, tanto
spregiato da Orazio: onde poi fd nsato
per Poetastro.
nesiadro parallelo al fr. metayer —
rD.meytadier -»&. £<rf.*medietarius
medietas meta: da mezzo, perche di-
vide per metd col proprietario le raccolte
[il celt, mes o maes campaana, portato
dal Ballet e assolutamente da escludersi
come base etimological.
Colni che prende a lavorare un podere,
dividendo col padrone il guadagno: altri-
menti detto Mezzaiuolo.
D«riv. Mzzzadria [= Mtz'zzria] il oontratto del
mtnedro.
■eiiaivolo «= *mbzzaru6lo da mezzo
{^lat. medius] formato in fase italiana
con un somsso -ru6lo, -fudLO (v. Mtz-
ndria).
Quegli col quale uno ha qualche cosa
& comune, e la divide col medesimo. sic-
come usa farsi col contadino nelle ricolte.
[mezzfaa
meizama fr. misaine, inyl. mizzen
(daU'italiano).
Nel medio evo designava la Vela del-
Palbero di mezzo della nave: oggi desi-
gna La vela che e attaccata alPalbero, che
sta dinanzi, vieino al bompresso.
Sorta di mattone col quale principal-
men te si fanno i pavimenti: cosi detti
perche di grossezza media fra il mattone
e la pianella. — Donna che tiene di mano
a pratiche amorose, cioe che sta in mezzo
a'negozi di amore.
meizamo fr. moyen; sp. mediano:
dal lot. mediahus formato su medius che
sta in mezzo (v. Medio).
Che sta di mezzo; Bi media grandezza
o qualita. Come eozt. Mediatore che tratta
negosi tra Puna persona e Paltra; Chi
s'intromette per iavorire illeciti amori,
detto piu bruscamente Buffiano.
Deriv. Mezz&na; Mzzzanamzntz; Mezzan€no;
Mezzanitb.
mezzanino diminutivo di mbz&ano =
che sta in mezzo.
Piccolo piano di una casa, che sta in
mezzo a due piu grandi, e che perci6 ha
stanze di grandezza minore della media.
mezzedima engadinee. mezeamda.
Voce antichissima tuttora usata in al-
cuni luoghi di Toscana, per significare
mezzo deua settimana, cioe il Mercoldi. Ed
e parola composta di Mftzzo e bdIma cor-
ruzione questa del laU mbdia- hbbdomas
o idfeDiUM-HBBD6MAD.fi mezzo della attti-
mana [= gr. emi-ebdomas] (v. Ebdoma-
dario).
meiieria v. Mezzadro.
Quel oontratto con cui si da un podere,
coll'obbligo di lavorarlo ritirando dal so-
cio, che dicesi Mezzadro o Mezzaiolo, la
meta o una porzione del prodotto.
mezsltta da mbz^o Vaso di terra in-
vetriata, che serviva prima della intro-
duzione del sistema metrico decimale, per
misurare il vino, ed era capace della meta
di un boocale, ossia della quarta parte di
un fiasco fiorentino.
mezz^tto Nome, che nelle cartiere si da
ai fogli strappati, rasnati o altrimenti
difettosi: forse perch! quasi riusciti a
mbzzo o perche valutati come mezzo foglio.
mezEima [cfr. lomb. mozina, muzina;
friul. musina; tvroL mosina eaboada-
naro, vaeetto] : voce adoperata anche dagli
scrittori del sec. xin per Brocca, ossia
Vaso di terra ootta o di rame, da tenere
o da portare acqua, forse cosi detta per-
che ca]»ace del mezIo, ossia della meta di
qualche antica misura: ovvero, come in-
segna il Caix, detto per mozzIna (come
il padov. mezzu61o e ant. vtn. mizuol
per mozzuolo = modiolus, accanto al-
Vant. vtn. mezolera, friul. muzulere,
mozolere portabicchieri per mozzolera)
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mezzo] — 852 —
dal lat, m6dius mogaio, aorta di misura (v.
Maggio e cfr. Mono): avvicinato per falsa
etimologia popolare a mezzo, come se rap-
presentasse la meta di una misura pm
grande. [Altri senza indicare la via te-
nuta per entrare nel noetro linguaggio
accenna all'araft. mezadet otre di doppio
cuoio, o al per 8. mezende vaso di terra
per conservare aequo],
mezzo rum, miez; prov. mieg; fr. mi
(in parmi, midi, milieu): sp. medio:
port, meio: dal lot. mbdius [^ar. mbsos]
che vale lo stesso, come Orzo dal lat. or-
deum, Arzente da ardente, Verzura da
verdura (v. Medio).
Che corrisponde alia meta di un tutto
e ne occupa la parte centrale; Egualmente
lontano fra due estremi di grandezza, di
qualita, di bonta: come sost Meta; Ter-
mine medio fra due estremi, o fra prin-
cipio e fine; riferito a luogo la Parte cen-
trale; riferito ad azione lo Strumento o il
Modo con cui si opera; e per conseguenza
Procedimento; Spediente; Denaro; Fluido
circonfuso ai corpi.
Deriv. MeckJUa; Mehbitto; Mehi&no; Jfeiiiha(?);
Mtkbsria; Mekhadria; Me'zzitU.
Comp. Ammezzbre; DifMz'z&re; , Imterm&hito;
Framtkko; Trcmsbio; Smezbhre.
rn^uo dial, crern. mizz; ven. mizzo;
dal lat. Mine molle, tenero, maturo (v. Mi-
te), merce una forma intermedia *mitiu8,
owero *miti1rjb, che avrebbe dato Mez-
zare col part. pass. Mezzato poi con-
tratto in Mezzo (Diez, Grober, Flechia).
II Caix per6 ritiene che il primo signi-
ficato sia quello di contuso, ammaccato,
e quindi e per lui di origin© germanica:
got, maitan, a.a.^dmeizan, ang-sass.
smttan, dial. svizz. schmeizen, ond'an-
che Vani. bergam. miza contendere, am*
maccare, mizadura contusione, il tirol.
smizzar piaiare, schiaociare, nonch6 il
milan. niz, il lucches. tomb, e nap. nizzo,
ant. genov, nicio (per il facile scambio
di m in n) contuso, livido. H Vocabol.
Univ. Ital. di Mantova accenna all' ar.
mezz inacetire, muzz che ha sapore mi-
sto di acido e dolce, ed anche altre ipo-
tesi si son fatte: ma la prima sembra la
piu acoettabile, sia per la forma, sia per
il significato, sia per il ricordo che i La-
tlni dissero « mites uv», mitia poma et
sorba > e mitigare/ar diventar maturo.
Eccessiyamente maturo e quasi vicino
all'infracidare; per simil. Saturo di umidita.
< Mezzo di vino > signifies Ubriaoo al-
1' ultimo segno, Pieno di vino all'eccesso
[come di umido le frutta mezze].
Deriv. Mezs&re, Amtneze&re = divenir meuo.
mezlule La parte di mezzo del fondo
anteriore della ootte, dove si pone la can-
nella.
mi 1. forma pronominale, che si usa da-
[micca
vanti al verbo o si amgge ad esso per
esprimere il quarto caso o accusativo (lot
mr) del pronome personale lo [p. es. la
vista del mare mi aUrista o attristami], ov-
vero il terzo caso o dativo {lat. Mi-m),
p. es. cid mi rtneresce o rtnerescemi. [II
lot. Mim giusta il Buroouf riproduce il
sscr. m ah yam, secondo altri sta oer mibi
(cfr. tibi, sibi) «= mi-bhi, di ctu il se-
condo elemento risponde al seer, bhjam,
e la cui aspirata si conserva nolle equi-
valenti forme dei dialetti osco-umbri:
mefe, tefe].
2. La terza nota della soala diatonica
(v. Do).
miagolare, miagulare, mlanlare Jr.
miauler; sp. maullar [teal, miauen;
tngl. to mew; slav. maukati eccj voce
mimetica formata per esprimere il grido
mAu o miau del gatto.
Deriv. MiagolMa; MiagoUo; Mibgolo.
miasma — gr. mIasma da miaIno [perf.
ma-miasmai contamino.
Emanazione che si spande neli'aria da
sostanze organiche corrotte, nocive alia
salute.
Deriv. MiasvUUico,
mica l.prov. mica, mi a, miga, mitga;
fr. mie; ant. catal. e ant. port, miga;
lomb, mingi; [rum. mi c, m ic Sk piceolo-a\:
dal lat. mIca bridolo, minutzolo, grano,
onde fr. mi che petto di pane, sp. miga
mollica [col verbo mi gar sbrioiotare: che
i piu riferiscono alia stessa radice del
gr. doric. mik-kos per mikr6s (cfr. ceU,
e rum, mic) piccolo, tenue (v. Micro).
Particella picoolissima di checchessia.
Si usa unito alia negativa per dare mag-
gior efficacia al negare, quasi dica nep-
pure una briciola: p. es. Non vedo mica
alcuno.
Deriv. Micoltom* = Minouame. Cfr. Miccino.
2. Presso i Latini signified anche il
pulviscolo che si vede briilare nelle arene,
e die quindi causa al verbo « micare »
risplenaere, briilare, tremolare, onde il ter-
mine di miiieralogia, che sta a designare
Certi minerali composti di sfoglie sot-
tili, elastiche, flessibili, e di uno splen-
dore metallico, dorato, argentato o broa-
zato.
Deriv. Micteso,
micado o mlcaddo Nome del supremo
pontefice della religione de'Sintoisti e so-
vrano del Giappone, la cui autorita fa in
parte ecclissata da quella del Taicun, al-
tra volta semplice mudatario, ma che ai
nostri giorni, na ripreso la pienezza della
sua autorita.
micante =» lat, micAntbm da micArb
scintillare, risplendere (v. Mica).
Latinismo. Scintillante.
micca dal fr. michb » b. lat, mIoa, ui-
ohba, micca pagnotta [cfr. flamming. uiOKB
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CTTrr-^wyrv-
Micela] — 8
pane di frumento], che sembra non potersi
separare dal lat. mIoa briciola, boccone, ed
anche pagnotta, d'onde il diminut. Mic-
chetta pagnotteUa. Lo Scheler. per& pro-
pende per una derivazione dal germanioo.
Minestra: ma il volgo lo adopra per
Massa di roba morbida, e specialmente di
stereo. (Voce usata da Brunetto Latini).
Deriv. UicchtUa.
mfeeia prov. ep. e port raecba; fr.
mescbe, meche; ingl. match; eatal. me-
tza [mm. muc lucignolo]: dal base, lat.
myxa, che confronta col class, lot. myxus
[= gr. myxa, m£kes) lucignolo e propr.
moccolo, per similitudine dell'umore cbe
segrega la muccosa del naso a an luci-
gnolo (y. Moccio e Muceo).
Corda conciata col salnitro per dar faoco
alle artiglierie, alle mine ed ai fuocbi
artinziali.
Vale anche Asina (v. Miccio).
miceimo forma diminutiva, cbe ba co-
mune la origine con mIca, nel senso di
particella ptccoUeeima, minuzzolo. Dicesi
anche Micolino (v. Mica 1).
Vale Pocbino, Alquanto, e si nsa spe-
cialmente nella frase; < Fare a miccino di
una cosa » p. es. del companatico.
DeriT. Miccinino; e ofr. Mtcctchfno, Micolino =
on pooolino.
miccio,«a secondo il Caix e da confron-
tarsi col dialett. deU'Alta Italia (lomb.)
muss a, (fnul.) muss, cbe sembrano te-
nere al lat. musimo, Mtis'MO (=yr. MUfif-
-m6n), che presso i Romani pare aver si-
gnincato anche aaino non castrate Per6
non e da trascurare il tema Mlo- cbe ha
il senso di piccolo, ond'anche la voce Mic-
cino (v. q. v.). — Asino,-a.
micco forse e connesso alia radice del
gr. mIk-kos piccolo (v. Mica 1).
Piccolo animale del genere delle sci-
mie; e siccome questo animale e assai li-
bidinoso, dicesi ng. ad un Uomo che sia
molto dedito alia lussuria. Vale anche
Uomo di brutto aspetto.
miehelaccio si usa nella frase « Fare
la vita di Michelaccio > che vale Man-
giare, bere e andare a spasso, senza darsi
pensiero: e vuolsi dagli amatori di aned-
aoti che questo proverbio venga da un
tal Ifichele Panichi Fiorentino, il quale
dopo aver lungamente maneggiato gli
apari oubblici, ritirato da ogni impiego
nsponaeya a chi lo inducesse di pigliare
alcun officio: sto bent coH t non vogliofar
nulla; ma invece e probabile che attinga
alia voce michbletto (*p. miquelet,
micalete, fr. miquelet), che in Fran-
ca e in Spagna signified vagabondo, e
anche malandrmo, bandito o brigante de'Pi-
rc *«, ma in origine que' che recavasi pelle-
grinando a San Michblb, cangiata per
spregio la terminazione btto in aooio,
8 — [micrdbio
che meglio si attaglia a un fannullone
(v. Michektto).
michelttto dal fr. miquelet, e questo
dailo sp. MIQUBLBTB, MIOALBTB.
Nei secoli zvi exvu questo nome da-
vasi, alludendo alia provenienza, nelTAlta
Italia e a Napoli ai Soldati spaanoli; e
ci6 perche in Spagna e il Nome de'mon-
tanari de'Pirenei, alle frontiere della Ca-
talogna e dell'Aragona, dove trovasi il
San Miohblb [reeo celebre dai pellegri-
uaggi dei devotij, ' che servono di guida ai
viaggiatori ed erano pure buoni soldati,
si one facevansene reggimenti speciali.
micidlale detto per omicidiAlb, dall'ant.
mioIdia o mioIdio per omiddio.
Che reca morte, e metaf. grave pena o
fastidio.
mfcio,-a dial. nap. miscia, muscia;
$p. micho, mizo, miz; rum. mutzu;
ant. fr. mite; dial. iUir. mis, muci,
mascka. Questa voce anziche attingere.
come alcuno pretende, alia rad. mIo- del
gr. mIkkos (v. Mioa e ofr. Miccio e Micco),
e probabilmente legata al lat. mus (— gr.
mys, iUir. misc, eeor. musch) topo (v.
Murice), onde il lat. musio, da cui Vant. it.
Mucio, poi cangiato in Micio per ef-
fetto di assimilazione, [cfr. Var. mucha-
dis gatto].
Nome vezzeggiativo del gatto, l'impla-
cabile nemico dei topi.
Deriv. Mitfno-a.
mieol&me da una supposta forma lat.
♦micolAmbn, da mIgola dimin. di mIoa mi-
nuezolo (v. Mica).
Quantita di minuzzoli.
inlcollno da mIcola diminutivo del lat.
mIoa minuzwolo (v. Mica).
Un pochino pochino.
mlcologla =» lat. mycologIa dal gr.
myohbs fungo (che tiene alia stessa rad.
di Moccio, Mucco, Mucido) e looia
da LOOOS di*cor$o, trattato.
Kamo della storia naturale, che ha per
scopo lo studio de'funghi.
micro- e il or. mikr6s, ionico e ant.
attico 8UIKR68 piccolo, tenue, che lo Schenkl
riferisce alia stessa radice di suA-o frego f
come se dicesse consunto, altri reputa af-
fine al lat. mInus meno, ma i piu trag-
gono da una radice europea smak-, smik-,
ond* anche Vant. alt. tea. sm&h-i, mod.
schmftch-tig piccolo, tenue, sm&h-en
ee$er piccolo, mod. sebmach-ten languid
re, il lat. mac-er magro (cfr. Magro).
Voce greca con la quale si trovano, spe-
cialmente nelle scienze, composte molte
parole, che contengono il significato di
piccolo: p. es. Microscopio, Microce-
falo ecc
micrdbio dal gr. mikk6-s piccolo (v. Mi-
cro-) e Bios vita (v. Vwere).
Nome di animali parassiti microscopici.
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mleroeefaloj
— 864 —
rmigliaiiio
mioroeefalo — lot. miorocbphalus dal
gr. mikr6-8 piccolo (v. Micro-) e kephale
capo (v. Capo).
Specie d'insetto dell'ordine de'coleotteri,
che ha testa assai piccola e quasi nasco-
sta nel coraaletto.
microeoeee dal gr. mikh6-s piccolo (v.
Micro-) e k6kkos grano (v. Cocco).
Formazioni patogene nel corpo animale
in forma di grani.
microeo&mo dal gr. mikb6-8 piccolo (v.
Micro-) e k6smos mondo (v. Cosmo).
Coei da qualche filosofb si disse rUomo,
oonsiderato oome compendio di tatto ci6
che v*e di ammirabile nel mondo.
micrograffa dal gr. mikr6-s piccolo (v.
Micro-) e graphIa da graph6 scrivo (v.
Grafia).
Descrizione e studio dei corpi, che si
veggono solamente coll'aiuto del micro-
scopic
micrologia dal gr. mikbo-s piccolo (v.
Micro-) e logIa per l6gos diecoreo.
Scienza e trattato delle cose minime in
natura, che si studiano coll'aiuto del mi-
croscopic — Vale anche Parlar breve e
conciso: e in mal senso Discorso frivolo.
mierometro dal gr. mikr6-s piccolo (v.
Micro-) e mbtbon tnisura (v. Metro).
Strumento destinato a misurare gii og-
getti di piccola dimensione, o il potere
amplincante dei microscopi.
microscopio dal gr. mikr6-s piccolo (v.
Micro-) e sk6pios da skopeo vedo, csamino.
Strumento formato da una o pin lenti
convenevolmente combinate ad ingrandire
le cose minutissime.
Deriv. Microscbpico; Microscopio, onde Micro-
eeoptita.
mieroido da mikb6-s piccolo (v. Micro-)
e zdON animale (v. Vivere).
Nome d'insetti minutissimi, che non si
vedono senza l'aiuto del microscopio; al-
trimenti detti In f us Or i.
middlla-o rum. medu&; prov. meola,
mueiha; fr. moelle per meolle; sp.
medulla, meollo; port medulla, mio-
lo: = lot. medulla (= gr. myelos) dal
rad. m4d- che trovasi in medio che eta
in mezzo (v. q. voce).
Sostanza molle biancastra, che sta in
mezzo alle ossa, e nella parte piu interna
delle piante; fig. Ci6 che e di piu essen-
ziale, la parte migliore di una cosa, So-
stanza, Concetto. Per eimil. La parte molle
del pane sotto la corteccia, altrim. Mollica.
« Midolla spinale » dicesi il Oordone di
sostanza simile a quella del cervello, che
sta entro la spina dorsale (cfr. Mielite).
Deriv. Midolltone; MidoWXre; MidollMo; MidoV
Idhe; MidolUFeo; MidoUOto.
middllo Lo stesso che Midolla, fuori
che nel senso di Mollica.
mlele e mele rum. miere; prov. mels;
fr. e $p. miel; port mel: dal lot mbl
(ace. mhllbm) — gr. meli (aenit. meli-
tos), got. milith, irl. e oael. mil, ban.
bret. mel, che i nlologi piu sapienti con-
cordano nel riferire a una rad. mal- eeser
molle, morbidoy maccvolc, ond'anche Va. a.
ted. milti, mod. mild, il gr. meilichos
«* eolic. meilichos blando, dolce, il lot.
m 6 1 1 i s molle, morbido (cfr. Mdtoa e Molle):
la qua! radice vuolsi one originariamente
sia stata mar- ed abbia avuto la nozione
di tritare, (atcr. mr-d-n&ti), onde poi
quella di divenir morbido } oppur l'altra di
eeeer propi*io } render lieto, rauegrare ($$cr.
mrd-ftti), onde il significato di co$a pia-
cevole, estlarante [a somiglianza del iter.
madnu miele e bevanda inebriante, che con-
fronta col gr. methy — a. a. ted. metu,
mod. meth idromele].
Sostanza molle e zuccherina, che le api
compongono col succo de'fiori e depoeitano
negli alveoli del loro favo, come riserva
alimentare; figurat. Dolcezza, Contentessa.
Deriv. Xtitoo; MeUniU; Meliea: MelUea; Idro-
mele; Melicertde; 0$$±m*U. Cfr. MeUifero: MO-
lifluo; Mellificart.
mielite dal or. myhl-os midolla e ia
finale della scienza medica 1th indicante
etato oVinfiammazione.
Innammazione del midollo spinale.
mietere dal lot. meters - part. pan.
MBS8U8 - che sorge dalla radice ma- wren-
dercy onde il gr. a-mad - fut. a-mesd -
(con a prostetica), non che V a. a. ted.
m&jan, m&an, mod. m ft hen, ang-eaa.
maven, dan. meye che pure valgono
mietere (a. a. ted. madari, mod. Maher
mietitore, med. a. ted. mat mietitura) ed il
lot. em -ere comprare e propr. prendert
(cfr. Ea-empio, Ee-imio, Vend-emmio).
Segare e raccogliere le biade.
Ddriv. MiettUfreAriee; MietMra. Cfr. Mm*.
migale « gr. mygale topo-ragno, comp.
da mys topo e gale donnola.
Genere di grosso ragno, comune nel
mezzo giorno deil'Europa e in Afirica,
che vive sotto terra, e la cui puntura non
ha effetti pemiciosi: cosi detto dai natu-
ralisti per una lontana analogia col topo-
ragno o migale degli antichi.
mlgllaccio dal lot. milium miglio, d'onde
l'ag^ettivo miliAoeus.
Vivanda fatta di farina (che un tempo
dovette essere di miglio brillato) cotta m
padella con olio; poi specie di torta fatta
col sanffue d'animale, specialm. di porco,
ben dismtto, condito e fritto in padella.
mlgliarini Pallini picoolissimi di piom-
bo, della grossezza del mIglio, ooi quali
si carica il facile per uso di caccia: detti
anche Migliarola.
migliarlno Uccelletto di becco grosso
con la sola di color rosso ranciato e il
ventre bianco, altrimenti detto Pringuello
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' "r .J*,
mlgli&rola-adla]
— 856 —
[miliar©
d'inverno, che si nutre di miglio (lat.
miliaria avis).
mlgliardla-mdla v. MigUarini.
miglio prov. meilhs, milhsj/h mil;
cat. mill; sp. mijo; port, milho: = lot.
milium [= gr. mel-lne, lit. mal-nos,
onwow. mil, cmbr. mil-ed], chegli an-
tichi opinarono derivare da mIllb miUe,
a cagione del gran ntimero de'granelli,
cite porta la spiga, ma che per6 Te forme
parallel© greca, germanica, slava e celta
acoennano a ana radice comune, che pro-
babilmente e quella stessa di MOL-iri
[=» UL mal-ti, got. mai-an, a. a. ted.
mul-ian, med. ted. main, muln] moot'
nare (v. Mola e Molenda).
Pianta germanica che produce un gran
nomero di semi, che hanno lo stesso nome
e macmati servono alTalimentazione.
Deriv. MigltiUcio; MigUare o Mili&re; Miglio-
rfmo; Migliar(u)bla; cir. MeUca; MeUgorio.
mlglidre e meglidre prov. melhor;/r.
meilleur; cat. millor; sp. me j or] port.
melhor: » Zaf. mbli6rbm, da ana radice
greco-italica Mix valere, user forte (v.
Meglio).
Si usa come forma comparativo di Buono;
e qoindi vale Pin buono.
Deriv. Migliorars = lat. meliorfcre, onde
MigUoramfnto, Miglioronza, MigHoroMrttrtce;
Migliorie (voce delTuso).
mlgma sembra fbndato sulla stessa base
mink- dalla voce Mignolo, mediante una
forma minra (come V iff n a da vinea); e
il diminutivo aarebbe Mignola, che de-
signa le piccolo boccioline, che buttano
raori gli olivi in primavera.
Quantita di mignole, ossia la Piena
fioritura dell'olivo.
mlgnatta Secondo il Menagio sta per
wniAta e viene da mInio, miniAre per-
cbo screziato di ro$$o.
Animate vermiforme, molliccio, scuro
ed alcun poco screziato, che sta nolle
acque paludose e vive suggendo il san-
gue di altri animali, e perci6 detto anche
Sanguisuga. Si applica a varie parti del
corpo per estrarre il sangue, senza ri-
correre alio incisioni. Fig. Vomo noioso,
e che non si pu6 levare d'attorno.
Deriv. MignaUaio; Mignatttoo; MignatKno-tn*.
■Ignella Spilorcio: ossia che fa tesoro
dalle mignolm o minime cose (v. Mignolo).
Mignola e mignoli diminutivo di mIgna
(v. q. voce).
mignolo Si propone il lat. mInimus, ma
forse e formato di getto sullo stampo m!n-.
[cmd'anche la voce Mignone piccino}, di
cui la voce mini-mus e superlativo e
d'onde pud essersi fatta una forma dimi-
nutiva mIni-ulus, mIni-olus.
Dioeei del dito piccolo della mano e
del piede. ,
mignone E il fr. mignon (sec. xm) che
il Kttrting suppone plasmato sopra una
base celtica min- piccolo, onde ridea di
cariitOy bellino [che e la stessa del lat. mi-
nus meno, minimus (= bass. ted. minne,
a. slav. minij) picomo (v. Minimo)\ sulla
quale egli appoggia anche Vant. timosin.
mina ■=■ guascon. men in a, dial. sard.
minnanna nonnina, il fr. minon, mi-
ne tte gattino [Jienneg. minette ragazza]
mignoter carezzare, mignard oogro, leg-
giadroy il oat. minyo bambinetto, lo sp.
meurino paggio, il port, minino-a, me-
nino-a ragazzo-a. u Diez e il Mackel
pero, seguiti dal Caix, lo riferiscono invece
all'o. a. ted. minn!, minna da un sup-
posto piu antico *minnja [= ant. sass.
minnia, minne'a, ang-sass. myne, mod.
Minne amore, predilezione, ricordo, dono
fatto per ricorao f ecc.] accanto al verbo
min66n, minndn amare y far doni, che
il Grimm pone accanto alio scand. minni
ricordanxa e con questo riferisce alia rad.
man- pensare, onde il sscr. many 6 cono-
•co, desidero, lo acand. muni =got. muns,
lat. mens animo, pensiero, (v. Mente) ma
che invece confronta perfettamente col
sscr. minna == mid-na amato, che e il
part. pass, di mind-ayati ester propi-
zio } favorire, amare. Forse il noto radicale
Mix- piccolo pu6 avere esercitato influenza,
per dare alia voce un senso piu carez-
zevole e riferirlo a preferenza alle cose
piccolette].
Favor i to, Prediletto, Amabile; Che pia-
oe per la sua delicatezza e squisitezza.
Deriv. MignonclUa; cfr. MignbUa.
mlgndtta vale Mere trice e propr. Fa-
vor it a: e non pu6 staocarsi dal fr. mi-
gn6tbr caretzare, mign6n favoHto, mi-
gn6tisb carezza (v. Mignone).
migrare = lat. migrArb, che alcuno
sospetta prenda origine dalla radice di
mb-Arb passare (v. Meato), ma che e piu
sicuro limitarsi a confrontare coll' ant.
slav. mig-livti mobile.
Andar via dal proprio paese e recarsi
in un altro per abitarvi.
Deriv. MigraUfre-trlce; Miaratdrio; Migrazit-
ne. Comp. JBmigrare; Immigrhre; Tra$migrare.
mila dal lat. milia plurale di mills.
Si usa preceduto da un numero che lo
moltiplica; p. es. due-mila, cento-mila, ecc.
milensoLo stesso che Melenso.
miliardo e il fr. milliard, e vale
Mille milioni.
Deriv. Miltardario = che possiede miliardi,
rioohiasimo.
mlllare 1. = lat. miliArb da mIlium
miglio (v. Miglio).
A^giunto di pietra o colonna, che i Ro-
mani ponevano sulle strade maestre, e su
cui era segnato il numero delle miglia.
2. Termtne di medicina: dal lat. mIlium
miglio, che fa supporre l'aggett. miliAris
miliAru8 (v. Miglio).
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1
milidne]
Eruiione della pelle, oosi detta per la
somiglianza delle pustole col grano del
miglio.
milione o millidne =— lot medioev. mil-
li6nbm accrescitivo di millb.
La quantita di mille volte mille.
Deriv. MilUmbrio; MilUmcfno; Mtttontsimo.
milltare 1. (verbo) = lot. militArb da
MlLB8 - ace. mIlitbm - soldato (v. MUite).
Esercitare la milizia, Fare il soldato;
detto di ragioni e di argomenti vale fig.
Servire di sostegno.
2. (agg.) — lot. militArbm da mIlbs -
ace. mIlitbm - soldato (v. MUite).
Di milizia, Appartenente a milizia; come
tost. Uomo che esercita la milizia.
Deriv. MiliiarSsco; MilitarQno; MttitarmiMe.
mflite =» lot. mIlitbm - ace. di mIlbs -
da oongiungersi al numerale mlllb mille,
perche vuoEi che Romolo per le joccor-
renze della guerra, nel fondare le basi
della divisione civica di Roma, scegliesse
da ogni tribu mille uomini a piedi e cento
a cavallo. Ora ognuno dei mille chiamossi
milbs, cioe, anus ex mille uno dei mille
(militi quod trium militum primo legio
fiebat, ac singula tribus FiUensium, Bam'
nium, Lucerum mUia singula militum mit-
tebant, dice Yarrone). Altri deriva dal ra-
dicale mil- che vale riunire, ragunare % a
cui del resto attinge anche la voce Mille
(v. q. voce). La terminazione Itbm non e
che la terminazione participiale del verbo
Irb andare, come in kquitem cavaliere,
cioe, ehe va a cavallo, alItbm volatile, cioe,
che va suWali.
Eqnivale a Soldato.
DeriY. Military XiUcia; CommiliUfne.
milizia «= tat. milItia da mIlbs - genit.
MtLiTis - soldato (v. MUite).
Arte della guerra; Moltitudine d'uomini
ordinata ali'armi e disciplinata a com-
battere.
millanta da mIllb con la derivazione
-Anta, formata per analogia di Qua-
ranta, Cinquanta, ecc.
Nome numerale indeterminato detto per
scherzo, e vale Grandissima quantita in-
determinata.
Deriv. MiUaniamQa a mille migliaia, ohe e
quanto dire on milione, detto iperbolioamente
per Numero grandiBsimo; MiUantbre.
mil Ian tare propr. accrescere millAnta
volte e quindi Aggrandire smoderatamente,
Vantarsi esageratamente, Yanagloriarsi
(v. MiUanta).
DeriY. Millontaminto; Millantattre-trfcs; Mil-
lantatCra; MiUanUria.
mille — lot. mIllb, ant. mbilb [= alb.
milje, affine al germ, mvrios innumere-
vole e al plur. myrioi diecimila], che il
Corssen attinge alia rod. m!l- convenire,
riunire, ragunare [sscr. milati incontrarsi,
accoppiarsi, m&la riunione, assemblea, gran
— 866 - [mlmty
concorso di popold]: altri men feiicementfti
al radicale di multus molto. [Alcuno ri-
tiene che mille non sia diverso radical*
mente dal gr. ohIlioi, che vale lo stesso,
attesa la relatione accertata fra la m e
l'aspirata oh].
Dieci volte cento; e fig. Un gran nu-
mero, Quantita grande e indeterminate
DeriY. Miglia: Migli&io; Mdfordo; MOiU; Mil
Vdmia; MilUSnt: Mil&imo. Comp. MilXsnnio; MiU
ligrtonmo; MilliUtro. .
millecuplo composto (come Centuplo)
di mIllb e finale -plo, di cui e datara-
gione alia voce Doppio. La sillaba en
posta in mezzo e semplicemente eufonica,
ed e formata ad imitazione di Decuplo.
Che e mille volte di pi&.
millenario «= lot. millbnArius dal mil-
lbn us contratto da millbsimus, che de-
riva da mIllb mille.
Che contiene mille.
millennlo Lo spazio di mills anni os-
sia Dieci secoli (cfr. Biennio, Triennio, ecc).
millepledi — lot. millipbda.
Generi d 1 insetti, cosi nominati dalla
moltiplicita de'loro piedi: pin oomune-
mente detti Millegambe.
milllSlmo = lot. millbsimus da mIllb
mille (v. q. voce).
Numero ordinate di Mille; come sott
Lo spazio di anni mille, e pi& generica-
mente Spazio indeterminato di tempo,
Data.
mlldrde E Vingl. mylord comp. di my
mio e l6rd signore (v. Lord Nona stran.).
Dicesi di chi addimostra o anche ostenta
modi da gran signore: p. es. ft un vero
milorde, Pare un milorde.
milca prov. melso, melco; dial. fr.
S del final.) milza, (borgogn.) milse, (bats
ireton.) melch; sp. melsa: dall'a. a. ted
MiLZi [mod. Milz — ang-sass. miltij at
fine a mIlti [mod. mild, celt, maltj ft
nero, che alcuno trae dalla stessa radice
del lat. m6i-lis = gr. mal-ak6s molU
(v. Molle), ma i piu da una rad. 8MA-, smal-
spaUnare, scorrere, onde il senso di esser
molle, tenero, alia quale tiene pure Va. a.
ted. smglzu, mod. schmelze, a. nord. ted.
smelti, gr. meldd rendo liquido (v. Mir-
ra). Cfr. albanes. mulsia, me\tzifegaU>i
detto dai Greci < spl^n » (v. Splenico).
Viscere molle, spuffnoso, che sta fra lo
8tomaco e le coste, al quale si attribuiva
la proprieta di sciogliere certi succhi, per
aiutare la digestione.
Deriv. Milto e Sm<l*o.
milso Lo stesso che Smilzo (v- 4
voce).
mimeSi « gr. mImbsis imitazione da
mImos che imita (v. Mimo).
Figura rettorica, con cui s'imita il saono
della voce, le parole, i gesti o le azioni di
taluno.
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mimfeticoi
— 867 —
[mlnchla
mimetico =» ar. mimbtik6s imitatwo, che
rappresenta imtiando (v. Mimo e cfr. Mi-
mesi).
Agg. Che imita. In forza di sost. al
femminile vale L'arte drammatioa.
mimico =» lat. mImicus dal gr. mImos
mimo, mimbojmai| imito, rappresento imi-
iando (v. Mimo).
Agg. Che rappresenta per via di gesti.
In forza di sost. al femminile L'Arte di
rappresentare coi gesti un'azione dram-
matdca. [Quest'arte venne presso i Romani
introdotta dagi'istrioni forestieri, che non
intendendo la lingua latina, ne potendo
farsi intendere, dovettero all'uopo adope-
rare i gesti.] Vale anche pin genericamente
Lo accompagnare con gesto appropriate
le cose che si recitano o si declamano.
mfmmo-a dal lat. mInimus-a (min'mus-a)
piccitw-a, ond'anche lo sp. mimo carezza.
Altri lo dice prononzia infantile di bimbo
= bambino.
Famil. Piccolo bambino-a.
mimo =- lat. Minus dal gr. mImos propr.
imitatore, specialm. attore, istrione, che sta
accanto a iomb6|mai| imito (onde mimesis
tmUazione): che trae dalla rad mi- = ma
misurare, che fornisoe 1' idea d' imitare
[sscr. m&ya mimo, m&-ti<— mi-mi-te
misura\rt\, miti misura, anu-mfiti essere
uguale, mimate tmtfa|re|]: e di vero Vimi-
tare non e che misurare i gesti altrui, per
fame ugnali (v. Metro).
Che imita, contraffa gesti o atti altrui ;
quindi Che rappresenta imitando, Istrione
o Attore, che sulle scene si esprime coi
gesti.
Deriy. Mimssi; Mimltica; Mtmica; Mimologia;
Mimbgrafo; Pantomfma. Cfr. Imagine e Imitare.
mlrafoa Term, di botanica. Nome di on
genere di piante leguminose, di cui la pin
conoscinta e laSensitiva (mimosa pun
dica\ che toccata si con trae: cosf detta per
alenni da mimus mimo, mImesis imitazione,
perche quando si contraggono, sembrano
imitare la smorfiadel mimo o meglio la
contrattilita degli esseri dotati di senti-
menti: meglio per6, con altri, dallo sp.
mtm6sa effeminato, delicato, che viene da
m(mo carezze, mimAr carezzareCv. Mimmo).
mins 1. Nel senso antico di Peso, di Mo-
neta trae dal lot. mIna = gr. mna, che
e voce derivante dall'egiziano [cfr. ebr.
m&n&hj.
Peso greco che constava di 324 gram-
mi, e indi Moneta greca di argento del
ndi una mina, e del valore di cento
june attiche o danari romani.
Anticamente fa il nome anche di una
Misura di capacita contenente la meta di
uno staio — nel qual senso trae dal gr.
KMfNB (propr. mezza mina), che era la
meta {gr. bmi) di un ektey's o sexta-
rius sestiere, cioe litri 78 e centil. 73.
2. Nel significato di Aspetto, Cera (usa-
to poco correttamente dal Magalotti) e il
fr. minb, che apparisce nel sec. xv [cfr.
ted. Miene, dan. mine, ingl. mien, a
cui sta di prospetto il eel to: bass, brett.
min, men, ant. galles. mwyn, brland. e
gaelic. mein], che il Diez trae dal barb,
cat. min abb menare, condurre, come ge-
stus e da gerere portare (cfr. Moma).
8. Finalmente vale condotto sotterraneo,
Cunicolo, F6ro (prov. mina, men a), ed
anche in questo senso non si pu6 sepa-
rare da minArb condurre (v. Menare). Sif-
fatta voce pare venuta nel sec. xvi a sur-
rogate Faltra di Cava, e secondo il Guic-
ciardini la mina a polvere venne usata
in Italia la prima volta nel 1487 dai Ge-
novesi, e gran maestro ne fu nel sec no-
steriore lo spagnuolo Pietro Navarro. La
parola sembra sorta dapprima nel fran-
cese e sarebbe stata poi introdotta nel
latinismo tecnico: lo che spiegherebbe
V i rimasto intatto, mentre era caduto in
Mena e Menare.
Deriy. Minare, onde MinaWre; Minisra (I).
Cfr. Mena, Moina.
minaccia rtr. schmanatscha; prov. e
catal. menassa; fr. menace; sp. ame-
naza; port, ameaca: =■» lot. main A cue
(in Plauto) da mInax minaccioso e propr.
sporgente, e questo da min-Ari sollevarsi,
inalzarsi e fig. minacciare, aftine a min-bre
sporgere (v. Mento).
Parola o gesto di cui uno si serve per
incutere ad altri il timore del male, che
gli si prepara per punizione o per ven-
detta.
Deriv. Minaccevole; Minacciare. onde Minac-
ciatdre-drio4rice; Minaccio'so f e cfr. Minatorio e
Oomminare.
minartto e mlnarltto sp. minarete;
dall'arao. mb-nara (pronunc alia turca
mb-narbt) formato su nara splendere,
nar fuoco, propr. fanale, luogo dove £ una
lampada, e per estens. torre di una mo-
schea (cfr. ear. man 6 rah candeliere).
Nome delle torri delle moschee, dalla
cima delle quali gli imani avvertono il
popolo dell'ora della preghiera.
minatorio = lot. minatorius da minA-
tos part. pass, di minAri minacciare (v.
Minaccia).
Che contiene minaccia.
minchla dial, napol. menchia, men-
ghia, sard, mincia: dal lat. mbnola,
forma collaterale di mbntula diminutivo
di mbnta membro virile, che il Canini stu-
diasi di staccare da radici sanscrite col
senso di generare, altri deriva dalla rad.
men-, d'onde anche il lat. min err spor-
gere (cfr. Mento). Meglio pero da mIngerb
- part. pass, mictus, mInctus - orvnare
(v. Mvngerc), o se mai da una rad. mat-
agUare, scuotere, onde il sscr. math -ft mi,
manth-ami scuoto, mantha, man-
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mincmlonel
— 858 —
Imiristere
thara tagola, ossia mazza per agitart U
latte e fare il burro, urdhva-manthin
= pene [urdhva diritto), Va.slav. ma-
titi turbare, il lit. menta polo, m en-
tire — pofac. ma tew frullino (v. Mettere).
Membro virile (dial. napoL): forse coal
detto, paragonandolo scherievolmente a
un qualche arneae per mescolare liquidi;
Ser similit. Specie di pesciolino marino,
etto anche dal volgo Caazo di re.
Deriv. Minehions, e fiorent. MintMro (= •men-
oro, da *menolo, *menohio).
mlmchiene accrescitivo di mInchia mem-
bro virile esistente nel dial, siciliano, dal
volg. lot mencla per mbntula (v. Minchia).
Balordo, Soiocco, Semplioione, o altri-
menti, come dice il volgo con analoga
figura, Ooglione (da coglia).
Deriv. Mtnehionare = Fani beffe, Burlare,
quasi Dar del minohione (o, oome dioesi oon si-
mile modo plebeo, Ooglionars), onde Minchiona-
%6rt4rict % Minchionatbrio e MinchionaMra = Atto
del minohionare; Minchionclllo-cibn+cidtto: Min-
chioneria = Atto o Detto da minohione, e quindi
Cosa di Dion momenta, Sproposito; Rimminchio-
n€rs = Direnire smemorato, stapido, oome min-
ohione.
minerale fr. mineral: dal barb, lot.
M inbralbm dimin. di minera miniera (v.
q. voce\
Aggettiv. Che appartiene ai minerali.
Sostant. Ogni corpo non organizzato, che
si trova nelie viscere della terra o anche
alia sua superficie, come i metalli, le pie-
tre, le sostanze combustibili fossilizzate.
Deriv. MinsralUta; Mineralizeare.
mineralogla da minerals e logIa dal
gr. l6oos discorso, trattato.
Parte della storia naturale, che tratta
de'minerali, cioe delle combinazioni non
organiche degii elementi, come si trovano
in natura.
Deriv. Minsralogista.
minerario dal b. lot. minera miniera
(v. q. voce).
Che attiene alle miniere, riferito a in-
dostria, societa, istituto, produzione e
simili.
mlnestra sp. menestra: dall'ant. it. mi-
nestrare, che e il lot. MINI8TRARR servire
e particolarmente porgere f versare i eibi
a tavola, ed esso da minister servo [che
confr. col celt. gall, mynestr, menestr
chi prepara le vivande] (v. Ministro).
Propr. cosa, vivanda servita o da ser-
virsi in tavola; ora Vivanda cotta in
brodo o in acqua condita, che si mesce in
principio del desinare.
Deriv. Min4*tr-bccia-{na*<fn4-ilccia; Minestr&io;
Minertrare e Smitustrars.
mlnestrello antico per Menestrello
(v. q. voce).
mingere = lot. mingere da una radice
indo-earopea migh- = Mm- d'onde il sscr.
meh-ati ver*a|r«|, piscia\re\, meh - a orina,
mih [=z«nd.ma6gh-a, a.slav. mig-la,
lituan. mig-laj nuvola, Vant. scand. mi-
g-a=«= Wwan. myi-ti mingo.
Latinismo per Orinare.
Deriv. lat. mbvtula e mxsola onde Mhtckia.
mingherliBO dal/r. mingrelin [— m»-
grelbtj uomo piccolo, senaa fona, che al-
cuno ritiene metatesi di mal-Ingkb (dial.
piem. e milam. malingher) comp. di mal
male e ant. fir. hbingre che e il tat. m&mb.
malato (v. JBgro), altri diminutivo di min-
ors, che sembra forma nasaiizzata di
maigre macro.
Scarso della persona, Sottilino, Magrino.
mimiare sp. miniar: =- b. lot. miniare
denominat. da mInium minio (v. q. voce).
In origine Dipingere con minio; poi
Dipingere con acquerelli cose piccole sn
carta, cartapeoora o avorio.
Deriv. MiwtaUfre-trtce; Miniat4ra-<na; ofir. Mi-
gnatta.
miniera e pin antic, minera prov. me-
nera, mineira; sp. minera fr. minie-
re [e mine — ingl. e ted. mine, ga/elic
mein, bret. min, che nel dominio celto
val pore metaUo\. — barb. lat. min&ba,
che vuolsi tragga dal class, miniaria oava
di minio (lat. mIkium), poscia generalie-
zato a significare cava di ogni specie di
metallo. Altri ricollega questa voce a mIna
nel senso di condotto sotterraneo (v. Mina).
Terreno o roccia, d'onde si cavano me-
talli, minerali, sostanze combustibili, fos-
silizzate, pietre preziose od altre cose
utili, che si ricercano e si tolgono me-
dian te vie sotterranee; fig. Luogo abbon-
dante di checchessia.
Deriv. Miner≤ MinsrMogo; MinerMo.
minima Nota muaicale di mImima o pic-
colissima dorata, cioe di due quarti di
battuta nel tempo ordinario.
minimi Nome di un ordine di frati
mendicanti istituito in Calabria nel se-
colo xv da S. Francesco di Paola e per6
chiamato anche de'Paoletti: cosi detti per
umilta dal lat. mInimus il pii* piccolo.
minlmo o menomo = lat. mInimus for-
mata sul radicale mIn-, che e in minus
menOf minor minore (v. Meno) con la ter-
minazione 1m us propria dei superlativL
Picoolissimo ; come sost. Corpuscolo,
Atomo.
Deriv. Menom&re; MinimamtnU; MinimUstmo.
Cfr. Marmaglia; Menimo; Mimo; Mimosa.
minio »- lot. minium che si ritiene vo-
cabolo proveniente di Spagna.
Nome volgare delPossido di piombo, che
e rosso e serve per dipingere; per estens.
Nome di un colore a olio fatto col minio,
che serve a dare un primo strato di ver-
nice al ferro, per preservarlo dalla rug-
gine.
Deriv. Mignatta; Miniare. Cfr. Miniera (?).
mlHistero e piu antic, ministerio =-» lat.
ministerium servigio, ufficio, impiego da
minister servo, ministro (v. Ministro).
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■liWrtrej — 869
fminnterfa
Uffick) in generate; piu particolarmente
Uffieio o grado di on ministro politico o
religioBo; Residenza del ministro; Com-
pleno di tutti i ministri che formano il
governo.
< Pabblico ministero > diceei PUfficio
di rappresentare la legge nei giudizi, e
il Magistrate che lo sostiene.
Did?. MinuUridUe. Cfr. Jfeftfero • Mi$Uro.
■iibtrare = ministrarb da ministbr
xrvo, ministro (v. a. voce).
Esercitare on uffieio in servizio altrui;
Due o Porgere altrui le cose neoessarie,
fiommmifltrare; e in modo pin speciale
Servire a tavola.
Deri?. Amm i n lstr are; 8omministr&rt;Xin£$tra.
mliestriere prov. e ant. jr. menes trier :
dal lot. mini8t4rium servizio, mediante una
fcnna *ministrArium.
Voce antica per Ministro, Servo di corte,
Menesfcrello.
mhrirtro = lat minIstrum ministro,
**w, il cui radicale e queUo dell' osco
J0V8TRBI8 genitivo corrispondente al lot.
.)qn6ri8 e che per conseguenza ha rela-
.fione con mInus meno (v. q. voce), come
^agIsthr maestro e formato per rapporto
.» MAOig piu. Per la finale -istro v. Mae-
ttro. (H Del&tre erratamente lo ritiene
irtto per manuster da manus mano).
Chi conduce negozi per incarico e sotto
jj» snpremazia altrui; Colui che si adopera
'per la esecuzione di qualche cosa; Chi go-
■TOna lo stato sotto fl principe o sotto il
praidente di una repubblica; Ambascia-
♦we, e piu specialmente Incaricato di
.nppieaentare uno stato presso le corti
jfetere detto anche Ministro plenipoten-
*»ario, ecc.
. DtfiT. MinU&ro: MintitriXre; Miniitrlllo; MU
y*r*xto. Cfr. Mutter*.
, ■laoraaco dal barb. lot. minorAticum
i»de *minorAt'oum, minorAscum) che
■**ae a min6r minore.
■ H fidecommesso che sp6tta al fratello
^fcinore, in opposto a quello assegnato al
>*ggiore, che si disse Maiorasco.
■Mr* prov. menres; jr. moindre;
•M. $p. e port, men or: = lot. min6rem
■{oomparativ. di parvus piccolo) che si
ti*tticca a Minus meno, minuo impicco-
fcw (v. Meno).
Piu piccolo, Inieriore; e piu concreta-
aente Quei che non e giunto alia eta de-
,'torminata dalla legge (presso di noi 21
1 tono compiuto), per poter maneggiare le
L**e propria, detto anche Minorenne.
D*rir. Mtnorbre. onde MinordLnte^nza-ativo-
gw« Minortoco; MinoriiH; Mtnormfnte = M£no.
■iaoreaae Che e min6rb agli anni
•tbiliti dalla legge per amministrare i
F°pri averi, e compiere gli altri atti
*lk Tita civile; opposto di Maggiorenne.
mlnoringo comp. di min6rb e termi-
nazione germanica inoo (cfr. Camarlingo).
Minimo; opposto di Maggioringo.
minorlta = lat. minoritatbm da min6r
minore.
II numero piu piccolo, che piu snesso
dicesi Minoranza, in opposizione a Mag-
fioranza; ma in signincato speciale To
tato di una persona minore dreta.
minotauro — lat minotAurus — gr.
minotAuros che alcuno ritiene composto
da un elemento affine al sscr. mana — got.
manna, ted. mann, ingL man osseto,
moyne uomo e gr. tAuros toro, come
dire uomo toro; che la favola rappresenta
mezz'uomo e mezzo toro, e che ru chiu^o
da Minosse nel laberinto di Creta e poi
ucciso da Teseo coll'aiuto di Arianna.
mlnu6tto dal jr. menubt [vatton. mi-
nue, minouve] da menu — * lat. minu-
tus minuto (v. Minuto).
Danza nobile e grave, originaria del
Pitou in Francia [cosi detta a motivo dei
passi minuti o brevi di cui si componej,
che si ballava in due persone, sopra una
musica a tre tempi e consisteva in tre
cose: le riverenze avanti e dietro, il passo
e la figura.
minugia e mlnuge [cfr. il celto gaUes.
mionach intestini] dal bas$. lat. minutia
[plur. neut. di minutus] cose minute (cfr.
Minuzia).
Si usa ordinariamente al plurale e si-
gnified le Budella degli animali; poi le
Corde degli strumenti musicali fatte di
budella 6/agnelli e simili animali.
Deriv. MinugUXio = oolni che lavora o vend©
le minngie.
minnscolo = lat. minusoulus diminu-
tivo del radicale min- che e in minus
meno t min6r minore (v. Meno), con la ter-
minazione oulus propria dei diminutivi.
Picciolo, Quasi minimo; aggiunto di
carattere di scrittura vale Piccolo, per
opposizione al Mainscolo.
mliiuta fr. minute; sp. minnta; ingl.
minutes: dal lat. minutus piccolo, ri-
stretto, angueto e questo da minubrb di-
minuire (v. Minuto).
Bozza scritta, per lo piu con piccolo
carattere, in angusti foglietti, destinata a
correggersi ed ampliarsi e indi copiarsi al
pulito in miglior forma.
Deriv. Minutble; Minu&nU; Minuter e, onde
Minutbrio = raooolta dl minute. Gfr. fr. menu.
minntaglia da minuto nel senso di pic-
colo, di poco valor e.
Quantita di cose minute, ossia piccolo;
fig. Quantita di gente minuta, ossia di
poco conto (cir. Minuteria).
minuterla Nel numero dei piu signiuca
Lavori minuti e gentili d'orenceria con-
dotti per lo piu col cesello [v. Minutiere).
[Minuteria difFerisce da Minutaglia per-
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miantfcrej — 8
ch6 la prima eeprime propr. Aggregate di
cose minute, senza alcun anneeso di spre-
gio, la seoonda Collezione di oggetti mi-
nuti e spregevolil.
minutiere dal tat. minutus piccolo per
mezzo di una forma *minutabius, come
Carpentiere da carpentarius, Cameriere
da camerarius (v. Minuto e cfr Minotario).
Orefioe di fino, cioe che fa lavori gen-
tili, quali sono le legature di gemroe e
simili; altrim. detto con voce forestiera
Bigiottiere. II suo opposto e Grossiere.
minuto prov. menut; fir. menu (usato
-come $ost. nel senso di piccolo, nota)\ sp.
menudo; port, mendo: — lat. minutus e
questo dallo stesso radioale di mInus meno,
minubrb impiccolire. [Cfr. gr. m In u nth a
=* minutha un pochette, un momento,
minuthadios di breve durata] (v. Meno).
Che ha poco volume, poca grossezza e
circonferenza, Piccolissimo, Sottile; e fig.
Particolareggiato. < Gente minuta > =
Plebe.
Come sost. La sessantesima parte di
un'ora o d'un grado di circonferenza (sp.
e port minuto).
Derlv. MinOta: Minutaglia: Minuteria; Minn-
Uzna; Mintisia; Minuztare. Cfr. Minuitto.
mtnuiia =» lat. minutia plur. neut. di
minutus piccolissimo, minuto (v. q. voce
e cfr. Minugia).
Cosa minuta, di poco momento.
Deriv. Minuefbla; MinuzuSso.
minuzidso Che si forma sulle minuzib,
cioe sopra ogni minuto particolare.
Deriv. Minuziosaggine; Minuziosamtnte; Mini*
ziosita.
minuzzaglia DalP ant. minuzzo = mi-
muzzolo formato sopra minuzzArb.
Quantita di minuzzoli, ossia di piccoli
pezzetti.
minuziare prov. e ant. $p. menuzar;
ant. fr. menuisier, mincier: da un lat.
medioev. *minutiArb formato su minutus
picciolo (v. Minuto e cfr. Mencio).
Minutis8imamente tritare.
Deriv. Mintizzo, onde Minuzzaglia^ Minnzza-
me; MinuzzerCa; Mimtezo-lo; Stninuzzare.
minunolo diminut. di minuzzo (gia
usato e sempre buono) formato sul verbo
minuzzArb — tritare in minute parti.
Parte picoolissima di checchessia, ma
piu propriam. del pan©; sinon. di Briciola
e di Tntolo. Per6 Tritolo e una minu-
tissima particella di un corpo tritato,
Briciola include una nozione di rottura,
di schiacciamento.
Deriv. Minuztolare, onde Sinuzzolare.
miO'h dial. sard, men, mia; rum. mieu,
mea:jwov. miens, mia; fir. mien, mon,
ma (ant. meie); cat. meu, mon, mia;
sp. mio-a; port, meu, mia; (a. a. ted.
min, mod. mein): dal lat. meus-a («= gr.
e-mos-e) da mbi di me, usato come ge-
nitivo del pronome personale boo io.
— [mirabolaa*
Pronome possessivo, che vale Apparte-
nente a me.
mloeene Termine di geologia tratto dal
greco, che vale meno (gr. mbIon) recente
(gr. kain6s), e scelto per designare il ter-
reno fossilifero sovrapposto alTeocenico, e
contenente una proporzione meno grande
di conchiglie recenti, di quello che eei-
stono nel pliocenico.
Deriv. Miocsnieo.
mlologia o= lot. scientif. myologIa dal
gr. mys - genii. my6s - muscolo e logIa
=» LOGOS trattato, disoorso.
Parte dell'anatomia che tratta dei ma-
scoli.
miope = gr. myops da mvo stringo,
accorcio (v. Muto) e ops - genit. op6s -
occhioj vista (v. Oochio).
Chi ha la vista corta e vede solamente
da vicino: l'opposto di Presbite.
Deriv. Miopia (gr. m y 6 p i a) = vista oorta.
mio&6tide e mioS6ta = lat myosotis
- ace, myos6tidbm • dal gr. mys - genit
my6s - sorcio e oys - gen. 6t6s - oreochio.
Pianta a foglie lanceolate, ispide e pe-
lose a guisa dell'orecchio del topo. HNbno-
stante i'umile origine del nome della fo-
glia, il suo gentil fiorellino cilestro, stel-
late di giallo, ha suscitato l'estro popolare
e gli ha creato intorno una patetica sto-
ria, in relazione alia quale i Tedeschi, lo
hanno chiamato Vergiss mein nich!
Non ti scordar di me !]
mira sp. mira; fir. mire, dial. brtt.
mir: da mirArb.
Bottone posto in clma alle balestre e
poi alle canne da fuoco e che serve a
mirare, per aggiustare il colpo al bersa-
glio: detto anche Mirino; fig. Ci6 in cui
si fissa il pensiero, il desiderio, Pinten-
zione.
mirabe'lla fir. mirabelle; sp. mirabel,
che alcuno fa derivare dal nome della
citta (Mirabeau =■ lat. mira bell a), presso
la quale abbonda.
Specie di piccola prugna gialla di ot-
timo sapore, detta anche Mirabolano (v.
q. voce).
mirabile =- lat. mirAbilbm da mirAjeu
stupirsi (v. Mirare) con la terminazione
-bilbm significante possibility attiva.
Che fa stupore, Meraviglioso, Sorpren-
dente.
Deriv. MirabOia; MirabilmtnU.
mlrabilla Latinismo spesso usato e ohe
vale: Cose mirabili, Meraviglie (v. Mi-
rabile).
mirabolano fr. myrobalan: dal gr.
myrobAlanon specie di firutti indiani in
forma di ghianda o di noce ovale, e si-
mili alle prugne, che nel medio evo si
adopravano per formare certi unguenti:
comp. di myron unguento (affine a m^rra
mirra) e bAlanos ghianda.
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■iraeolo]
— 861 —
[mlrr*
Nome di certi frutti provenienti dalle
Indie Oriental! e da altri paesi, in forma
di ghianda o di noce ovale, di sapore
aspro ed amaro r introdotti dagli Arabi
nella medicina quali purganti blandi. Fu-
rono celebratissimi nel Medioevo, ma ora
poco o nulla vengono usati in medicina.
Oggi si da per somiglianza di forma,
queeto nome a una Specie di snsino (pru-
nus myrobalanus) e al suo frutto, detto
anche Mirabella.
mlr&eolo prov. miracles; fr. miracle;
$p. milagro; port, milagre: «-* lat. mi-
raculum cosa meravigUosa da mirAri roe-
ravigU'arsi (v. Mirart e cfr. Miraglio).
Fatto contrario alle leggi della natura
e prodotto per potenza soprannaturale ;
fig. Cosa grande e meravigliosa o non
snerata. []Ji£ferisce da Prodigio, cbe non
oltrepassa i limiti della natura, della
quale e al disopra il Miracolo].
Deriv. Miracolaio; Miracoltiso, onde Miraco-
losvmente e Miracolotita; Smiracolato.
miragio e miraggio fr. mirage: da
itoAthe = guardare (v. Morgana).
(Neologismo). Fenomeno di refrazione per
il quale gli oggetti, che si veggono in
lontananza, molto prossimi all'orizzonte,
proiettano talvolta verso chi guardadue
immagini, l'una diritta e l'altra a rove-
scio; dovuto al fatto che la temperatura
del suolo o dell'acqua essendo elevata e
dilatando gli strati contigui inferiori del-
raria, fa si che la densita dell aria aumenti
dal basso in alto fino a una certa altezza,
invece di diminuire gradatamente secondo
le leggi ordinarie della sovrapposizione
degli strati; fig. Illusione.
miraglio = prov. miralhs, base, mi-
raila, cbe tiene al lat. mirAculum [il
trancese dice miroir, ant. mireor =
prov. mirador, che tiene a mirato-
rium]: da mirari nel senso non classico
di guardare (v. Mirart e cfr. Miraggio).
voce antica. Speech io.
mirare prov. miraiar; fr. mirer; cat.
tp. e port, mirar: dal lat. mirAri per
♦gMiRARi meravigliarsi, stupirsi, guardar
con meravtgltOy che il Ourtius ed altri ran-
nodano alia rod. smi-, onde viene il sscr.
smay-6 sorrido, smi- tarn riso, sme-ra
Borridente, V a. a. ted. smie-len, smie-
r-en, ingl. to smi-le, ant.slav. smi-ja-
tise, boem. smejuse, letL smit. sorri-
dere e propr. guardare con compiacenza, Va.
tlav. sme-chu, boem. smi-ch riso, il gr.
meidad per *smeidad sorrido f mei-
dema sorriio (cfr. Miele ?).
Guardar con attenzione; Fissare un
ato per colpirlo, che dicesi pure Pren-
o Toglier di mira; fig. Tendere, Aspi-
r&re.
Deriv. Ammirare; Maraviglia e Meraviglia;
Mira; MirabiU; Miracolo; Miraggio; Miraglio;
Mtratfrs; Mirando, onde Ammirando; Mirfflco.
mirlade = gr. myriAs - accusat. my-
rlAda - di dieot mila, donde moltitudine in-
numerevole, da my Rios innumerevole e al
plurale diecimila.
Unione di diecimila unita; Complesso
di cose molto grande, indefinite
mirlagramma = lat. myriagrAmma dal
gr. myria diecimila e gramma grammo.
Misura di peso di diecimila grammi.
mirialitro «= lat. scientif. myrialItrum,
dal gr. myria diecimila e lItba litro.
Misura di capacita di diecimila litri.
mirlametro = lat. scient. myrlambtrum
dal gr. myria diecimila e mbtrom misura,
metro (v. q. voce).
Misura itineraria di diecimila metri,
ossieno dieci chilometri.
miriarca = lat. myriArga dal gr. my-
ria diecimila e ARCH08 duce y capo (archb
comando).
Nome, che davasi nell'antico esercito
greoo a un comandante di diecimila soldati.
mirica-e — lat. myrIca dal gr. myrikb
e queato da myr6 stillo (cfr. Mirra).
Arbusto con foglie simili a quelle del
cipresso, comune nell'Italia meridionale,
contenente grande quantita di resina,
altrim. Tamarice.
Deriv. Tamarice eTamartsco.
mlrifleo =- lot mirIfigus formato sulle
basi di MiRUS mirobiUj mirAri meravi-
gliarsi, e di *p1c-brb per fAc-brb fare.
Che fa o desta meraviglia, ammirazione.
Deriv. Miriflcare.
mirmicoleone e mirmecoleone =» lat.
myrmig6leom comp. del gr. myrmbx - genii.
myrmekos - formica e lbon leone.
Genere d'insetti infesti agli altri e spe-
cialmente alle formiche. quanto i leoni
agli altri quadrupedi.
mirtiforme => lat. myrtiformb che ha
la forma della foglia del mirto.
Attribute in anatomia di escrescenze
carno8e, che presentano quella forma.
mirra = lat. myrra [e Smyrna] anine
a myrt6s mirto, che taluno suppone voce
orientale [ebr. m&r mirra J e rannoda al-
Vebr. mar goccia, o mar = arab. murr
amaro (perche tale il sapore), ma i piu
concordano a riferire a una rod. sma-,
SMAR- spalmare, scorrere, alia quale per-
ci6 ben si adattano il verbo sma- 6 ungo,
spaUno % m^r-6 — sm^r-6 scorro, stulo,
lacrimo, m^ron unguento 9 profumo, il
got. smair-thra, a. a. ted. smSro [mod.
Schmeer], lit. smarsas grasso, lo scand.
smj5r burro (cfr. Mirto).
Gomma resina, che stilla dal balsamo-
dendro o mirto arabico a forma di lacrime
o goccie, di odore penetrants, ma grato:
una volta usato per la imbalsamazione
dei cadaveri.
Deriv. Mirrare. Ctr.M€rrida= geranium mo-
schatum: cogi detto da Plinio per il suo odore;
Mirrina antioo nome del mirto.
i
L
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uls.) - 8<
mis- fr. mes-, m6-j prov. mes-, mens-;
sp. e port menos-: pare, seguendo Fopi-
nione del Diea, che sia forma oontratta
del lat. mInus meno, oome ne farebbe cre-
dere la forma spagnuola e portoghese. Al-
tri compara ool ted. miss- («-* ingl. mis-)
particella inseparabile, che inverte il senso
o il cangia da buono in sinistro: p. es.
mis-laut dissonanta, mis-trauen diffi-
dare, missen (ingl. to miss) mancare,
faUare, che sembra confronti col celt, mis
ca&vo, ed alouno pone in relazione anche
col gr. mis-os odio e col lat. mis-er
miser o: ed altri anoora vnole spiegare
con la partic. gr. mix-, che ha propria-
mente il senso di confuso e qnindi non
schietto, non iniiero ed e preso da Mixi-s
miiougliOf mischianza (v. Mtscere, Mischia-
rt): per es. mixo-throos con confuso
gridio, mixo-barbaros semibarbaro, mi-
x6-ther metso belva eoc.
Prefisso che priva, peggiora o diminui-
sce: p. es. ant. mis-agio per disagio,
mis-conoscere, mis-credere, mis-fare,
mis-pregiare — prov. mes- o mens-
prezer, Jr. me-priser, sp. menos-pre-
ciar.
mlrto = lot. myrtus dal gr. myrtos
affine a myrra rotrra, myron balsamo, un-
guento odoroso (v. Mirra).
Pianta anticamente detta Mirrina, e
denominata cosi dal soavissimo odore che
le sue toglie e i suoi fiori difibndono, non
che dall'olio aromatico, che si estrae dalle
sue bacche. [Altri lo vuole collegato al
copt, merit amato, diletto, (da MBamare),
perohe gia sacro a Venere, Dea dell' AmoreJ.
Deriv. MWtHo: Mtrtiftrtut; MirWno; Mirtbids;
« of*. MorUlla; MortadsUa.
mfrza e il pers. mfrza contratto da
mirzftdeh comp. di mir principe e za-
dbh figlio: cioe figlio di principe.
Preeso i Persiani Titolo d'onore, che
si pone ordinariamente dopo il nome pro-
prio; e quando precede equivale a Signore
m italiano.
ndsantropo = gr. misanthr6po8 comp.
del tema di mis-bo io odio e anthr6pos
uomo.
Colui che odia gli uomini, ma si prende
per Uomo di cattivo umore, che schivi di
trovarsi in societa cogli altri: opposto di
Filantropo.
Deriv. MUantropia; Misantrbpico.
misce Voce latina usata dai medici
-nelle ricette per dire mescola, e dalle far-
macie e passato in forma di sostantivo
nel comnne linguaggio, per significare Me-
scolanza, Miscuglio: p. es. coetui tun mi-
sce di savio e <k pazzo.
mlscea sembra dal lot. misobrb mescere
(v. q. voce e cfr. Miscela), e propr. var-
rebbe miscuglio di cose diverse, di minimo
2 — imtterttile
valore, di batmecole, ma si usa metafbrica-
mente per Bagattella, Minuteria, Inezia.
■riseela «= Tat. miscbrb mischiare (v.
Mtscere).
Unione di sostanze diverse confuse in-
sieme.
miscellanea v. Miscellaneo.
miscellaneo ■— lot. miscbllAnbus da
MI8CBLLU8 mischioto, vario, formato en
misobrb mischiare (v. Mescert).
Agg. Gomposto di cose diverse, confuse
insieme; detto di libro Che omtiene varie
cose di argomento diverso, o anche Gom-
posto di pin opnscoli legati insieme.
Deriv. MUceuansa [a lettera toss mischiats,
indi Misonglio di oote diverge, ■peoialmente let-
terarie].
miscfcla [a. fr. mes lee] sp. mezcla;
port, mescla: da misohiarb (v. Mischia
e cfr. Mislea).
Gombattimento confuso corpo a corpo:
cosi detto perche nella zuffa le braccia
combattenti si mischiano e si oonfbndono
insieme: ci6 che i Latini dissero con se-
re re man us, che vale intrecciare le tnani
(cfr. Guerra).
mischiare prov. mesclar, mezelar;
fr. mSler per mesler; sp. mezelar;
port, mesclar: formato per assimilazione
dal b. lat. misculArb (contratt. in mi-
sc'larb) derivato da misobrb, che vale
lo 8tesso (v. Mescere).
Confbndere disordinatamente pin cose
eterogee, le quali non essendo aderenti ed
unite si possono tuttavia distinguere.
Deriv. XUchia; Mischiamtnto; Mischianza; M(-
schio; Prammischi&rsi; ImmUchi&rii.
miscondscere composto del prefisso mis-
che ha un senso di male, poco (v. mis-)
e con6sobrb.
Propr. Non riconoscere, indi Sprezzare,
Vilipendere (chi non lo merita): altrimenti
Disconoscere.
miser^dere comp. della partic. mis che
vale maUj poco (v. mis-) e orbdbrb.
Creder male, Non credere [e si usa per
lo piu riferito alle cose di religionej.
Deriv. MiscrsdsmU; Miscrs&ensa.
miscQglio e mescnglio dal lat. misobrb
mischiare e formato alio stesso modo di
Intruglio, Subbuglio, eoc.
Unione di piu cose mischiate insieme
Mescolanza confusa.
mlSello rum. misel; prov. e anL fr.
mesel: — * lat. misbllus contratto di
misbrbllus diminutivo di mIsbr mistro,
infelice (v. Misero).
Una volta si us6 questo attributo per
dire Afflitto da malattia e specialmente
dalla lebbra.
mUeria v. Misero.
miserabile =» lat. misbrabilkm dal tema
di MiSBRBRi sentir compassione e questo da
miser misero (v. q. voce) e suffisso -bIlem
che indica attttudine a fare q. c.
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""CW
miserere;
— 863 —
[mistero
Propr. Che desta oompassione, Ridotto
a mat termine, quindi Poverissimo. Alia
franoese vale anche Tristo.
DeriT. MissrabUminU; Miserabitita.
mi&erere = lot. mibbrbrb abbi miseri-
cordia da misbrbo ho compassione e que-
sto da MI8BR misero (v. q. voce).
Termine di liturgia. Salmo 51. Davidico
che oomincia in latino colle voci < mise-
rere mei, Deus » abbi pitta di me, Bio.
Per estens. II tempo di dire un miserere;
Quel male degl'intestini sovente mortale
accompagnato da acuto dolore, che fa ces-
sare l'esito degli escrementi per la con-
sueta via e spesso gli porta fuori per
vomito, detto anche Volvolo e grecamente
Ileo o Passione Iliaca.
misericordia = lat. misericordia da
MIBERICOR8 - genii. misbrio6rdis - com-
passionevoU, che viene da misbrbo ho pieta
e oor - genii. o6rdis - cuore.
Sentimento, per il quale la miseria al-
trui tocca il nostro cuore.
Derfv. MuericordiivoU; Mitericordibso.
midero = lat. mIs-brus affine a m »-
s-tus triste, che si ritiene aver relazione
etimologica col gr. mf&os (celt irl. mi-
sc-uis) odio, aborrimento: che taluno ac-
costa alia rad. sscr. Ml- distruggere, dt'mi-
nuire (v. Meno e Mis).
Infelice, Sventurato; Che desta oompas-
sione; e quindi Povero, Meschino; Pic-
colo, Stretto, Scarso; ed anche Avaro, Spi-
lorcio [che ha, ma si priva dall'usare
il suol.
Deriv. MtiisUo; MtieriUo: Miihria; Missrino;
MiksriSns; MiisrUsimo = Mislrrimo; Am-miis-
rtrs; Oom-miierare. Cfr. Miisrabtle: Miser ando:
Missricords.
misfare composto della particella mis-,
che volge a male il senso della parola (v.
mi9-) e fare.
Mai fare, Arrecar danno.
Deriv. MisfacUdre; Misfatto; MisfatWrertrics.
mf&i forse e ooUegato al per$. mis rame.
Nell'antico ricettario intendevasi una
specie di vetriuolo metallico, che si usava
dlsciolto nell'acqua, oppure nel vino o
nelTaceto.
mlslea dall'ant. fr. meslbb onde mhlek
mi$chi€L, che risponde a un barb. lat. mi-
sculata da miscularb mescolare (cfr. Mi-
sehia).
Lo usarono i nostri antichi scrittori
per Mischia, cioe per indicare i combat-
timenti con arme corta.
mlsleale equivale a Disleale, avendo
la particella mis-, come dis-, forza priva-
tiva.
DeriT. MisleaUd.
migogallo Voce ibrida comp. del gr. mi-
8ein odiare (mIsos odio) e lat. GAllus
GaUo, nel senso di francese.
Titolo di un'operetta postuma di Vit-
torio Alfieri, in cui si sfoga la bile con-
tro il governo repubblicano e la nazione
francese.
missili — > lat. missilis da mIttbrb
gettare.
Cosi dicevano i Bomani i doni (missI-
lia) che gl'Imperatori gettavano al popolo
in occasione della loro incoronazione, con-
sistenti in cose mangerecce, owero in
tessere per andare ' a risouotere danaro,
abiti e simili.
miasl6ne dal lat. missionem ace. di Mfs-
sio invio e qaesto da missus participio
passato di mIttbrb mandare (v. Mettere).
II mandare ambasciatori, inviati, depu-
tati, rappreeentanti per compiere qualche
funzione determinate; e piu specialm. D
mandare che si ta de'sacerdoti a predicare
la fede di Cristo o ad istruire i cristiani;
e chiamansi ancora con questo nome gli
stabilimenti formati ne'paesi infedeli, per
condurre i popoli alia oognizione del cri-
stianesimo.
Deriv. Missionants; Missionaries. Cfr. Mssso e
Msssaggio.
missirizio, missirfzl e mlsirizi detto
per MissiLizio dal lat. Missf lis che si getta,
tbrmato su Missus participio passato di
mIttbrb mandare, gettare, lanciare (v. Met-
tere, e cfr. Missili).
Trastullo di fanciulli, fatto di un boc-
ciolo di saggina alto un mezzo dito, con
un piccolo piombo nascosto neila parte
inferiore e con una penna nella superiore,
che si tira in aria e resta sempre ritto
dalla parte che gravita.
misslvo dal lat. Missus part. pass, di
mittbrb mandare (v. Mettere).
Destinato a essere mandato, detto spe-
cialmente di lettera.
mistero e misterlo 1. — lot. mystbrium
dal gr. mysterion cosa eegreta, da my6
- fist. mys-6 - propr. serro, chiudo (i lab-
bri), ond'anche mystbs V initiate* ne' mi-
steri, MY8TIK6S awolto nel segreto, riguar-
dante i misteri (cfr. Muto).
In antico Dottrine segreto religioso-
politiche avvolte in molte cerimonie e
solennita, ed anche il Culto segreto di
molte divinita naturali, specialmente di
Cerere ed Elensi, quindi Cosa segreta,
arcana, di cui non si deve parlare pub*
blicamente, Cosa impossibile o difficile a
comprendersi, oscura; onde « Misteri della
fede » diconsi le Proposizioni incompren-
sibili di essa.
2. Al tempo deile crociate si dissero
c Misteri » certi Cori religiosi, che canta-
vano le compagnie de'pellegrini, tornando
da Gerusalemme; e poi certe Sacre rappre-
sentazioni, nelle quali aveva parte anche la
musica (Asooka. Origins del teatro in Italia,
I. 800), © il nome par derivato dall'avere
esse per tema principale i misteri della
religione, p. es. la nascita di Gesu, la sua
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nirtU]
resurrezione e simili. (U Canello ritiene
che in questo senso sia voce oontratta di
ministerium [onde min'sterium] t*/-
ficio, escrcivio).
Deriv. MUUri≤ MUUritoo. Cfr. Mistieo.
raistia volgare per Mischia.
misticare aal lot. mixtus part. pass, di
misobrb mischiart, di cui e forma frequen-
tativa (v. Mtscert).
Confondere insieme, Imbrogliare.
misttco = lat. MT8TIGU8 dal gr. mysti-
k6s misterioso, arcano e questo da mybin
chiudere, tacere (cfr. Mistero).
Che ha an carattere di spirituality al-
legorica fparlando di cose religiose]; Che
edato al misticismo, cioe alia contempla-
zione di Dio e delle cose spirituali. con
astrazione dalle cose mondane [parlando
di personal.
Deriv. Mi*ticit&; Misticismo. Cfr. Mistiflctre.
mlstiflcare dal fr. mystifibr, comp. di
myst radicale di myst-brium stgrtto, mi-
stero{v. Mistero) e *ficabb per FAcBRB/are.
Voce inventata in. Francia, che vale
Abusare della credulita di alcuno, per
sollazzarsi a di lui spese, quasi dandogli
ad intendere di posseder segreti, owero
operando on mistero.
Deriv. MistiflcMo; Mistiftcatdre-trfce; Mitiifica-
eitfne.
mistttne = lat. mixti6nbm da mIxtus
participio passato di misobrb mischiart
(v. Mescert).
L'atto di mescolare due o pin cose, per
lo pin liquide, insieme; II liquido che
risulta da tal mesoolanza.
misto = lat. mIstus participio passato
di misobrb mischiart (v. Mtscert).
Mescolato; e come sost. Mescolanza.
Deriv. Misii≠ MUtiira; oomp. Com-mUto;
Fram-mUto.
mistral voce provenzale = it. mae-
strale.
Nome che si da snl Mediterraneo al
vento, che nell'Oceano e detto nord-ovest.
mistnra =» lat. mixtura da mIxtus part,
pass, di misobrb mischiart (v. Mtscert).
Aggregato di cose mescolate, e partic.
ComposizioDe tenace di sostanze resinose
usate a riunire i pezzi rotti di cristalli,
di terra cotta ecc. Sinonimo di Mestura,
che pero rifogge dal senso traslato.
Deriv. Misturaggine; Mistur&re.
mistira fr. me sure (onde ingl. mea-
sure): dal lat. mbnsura da mbnsus par-
ticipio passato di mbtIri misurart, e que-
sto dalla radice indo-europea ma-, d' onde
sscr. m&ti misura\rt\, mfttram = ^r. ma-
tron, ant. slav. e strb. mata, celto mead,
meas, a. a. ted. mez, mftza {mod. Maas}
misura, Vant. ttd. mez z an {mod. mess en)
= got. mi tan, svtd. mat a misurart (v.
Metro } e cfr. Imitart, Mattmatica, Mtst e
Mtnsa).
Nome dato all'unita convenzionale, che
— 864 — [mito
si confronta con gli oggetti, per conoscerne
il rapporto. Nel morale: Regola, Ordine,
Disposizione, Provredimento; fig. Limite,
Moderazione, Ritegno, Prudenza.
Deriv. Misur&bile; Misuramento; Misurire; Mi-
euratoreArfce; MUuratilra; MisurasiOne; Miswri-
vole. Comp. Commitur&re; Incommentur&bile; Je>
mensurHbue. Cfr. Dimensions, Immenso.
misYenlre — vbnir meno, cioe Perder gli
spiriti, ed anche Aver cattivo successo :
perocche* il prefisso mis- abbia senso av-
versativo e privativo (v. mis-).
Deriv. Misventtra.
mite = lat. mItbm moUt, tenero, ma-
turo, indi, come oggi pure sempre si ado-
pera, in senso figurato Mansueto, Benigno,
Soave, Piacevole (alcuno cfr. sscr. mita
misuratOf dolce).
Deriv. MOSssa; MUtg&re. Cfr. Jffeeo.
mitera Forma popolare di mitra con
epentesi di b, come C if era da cifra.
Mitra; poi Berrettone di carta, che si
metteva in capo a coloro, che in pena di
un delitto erano mandati dalla giustisia
sull'asino alia gogna; e quindi fig. Uomo
da fbroa (nel qua! senso ebbe i sottopo-
sti derivati).
Deriv. Mifrkre; MUerasitne; Mitertno-tfne.
mltidlo piuttosto che dal gr. mbth6dos
metodo proposto da alcuno, par meglio
dal gr. metis - genit. mrtidos - awedi-
mento, accortczza, (dalla stessa radioe di
Mente).
Voce familiare ed antioa, usata sempre
in Toscana, significant© Giudizio, Senno.
mttfgare = lat. mitiqArb composto di
mitis benigno, tranquUlo, docile e * igArb,
aorta di frequentativo di Agbrb fart: e
cosi composto come clarigare, levi-
gare, purigare=jpt*r^are.
Fare o render mansueto, men rigoroso,
men duro, meno intenso; Addolcire, Le-
nire, Sedare.
Deriv. MMgMOe-intntO'tfwhUfre-trictheiOn*.
mitilo -=- lat. mitilus dal gr. mItylos
e mytilos) che vuolsi connesso alia rod.
mi- diminuire (v. Meno e cfr. MutUaio) y
come si dicesse l'animale che si contrat.
Specie di Mollusco acefalo, detto anche
Dattero di mare.
Deriv. ModigU&ne.
mito =» gr. m5th6s parola e indi di-
scorsoy narrazione, racconto 9 da una rod.
ma-, Ml- mandar suono, alia quale attinge
Pessere anche il sscr. mi-m&-ti, mi-
mi-te muggisctj beta, il gr. my-kao|mai|
- pass, per f. me-m^-ka muggisco - (cfr.
Muggire).
Favola, Narrazione tratta da un tempo
antico, oscuro e mancante di storia, spe-
cialmente sulla natura e l'origine degli
dei, sulle loro relazioni cogli uomini;
Cosa favolosa, della quale si parla come
esistente, ma che veramente non sia.
Deriv. Mitico; Mito-grafta: Mito-logia = eta-
dio, tratteto sui miti; Mitotbgico; Mitblogo.
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mitologia]
— 865
[moccio
mitologfa — gr. mytologIa da mythos
favola (v. Mito) e looIa = logos discorso.
Storia de'personami divini del politei-
smo; Comples80 degli antichi miti e l'arte
d'interpretarli.
Dniv. Mitologico; MUologista.
mitra e mftria — lat. e gr. mitra benda
e ctnto, che gli etimologisti confrontano
coll'a. fiord, ted. motr, a. a. ted. muo-
dar as W*. muturas berretia, femminils,
e secondo alcuni anche ctnturo. che pre-
tendesi provenuta ai Greci dalla Frigia,
ed alcuno riferisce alia stesaa radioe del
gr.XD.it ob stame, filo, owero alia rod. mu-
legare (v. Muto). [Altri pretende fosse cosi
detta, perche* usata dai sacerdoti del dio
persiano Mitra].
Fascia in uso presso i popoli Asiatiei
per cingersi come difesa if petto, o il
ventre, od anche la testa a guisa di tur-
bante. Piu tardi l'oso della mitra come
copertnra del capo entro anche in Grecia
ed in Roma. In seguito Ornamento che
portano in capo i vescovi nelle solennita.
Deriv. MOera; MUraU; MUr\i\are.
mitraglia e metraglia sp. metralla;
[mem. mitraja piccola moneta]; dsdVant.
jr. mitaillb (sec. xiv), d'onde con r epen-
tentico si feoe il mod. mitraille (cfr. a.
fr. tristre da tristis, chauvre da can-
nobis, registre da regesta) ed esso dai-
VanL fr. mItb pezsttio di metallo, piccola
monetae che conduce sXVang-sass. mite =
fiamm. mijt (mod. oland. mijte) piccola
moneta di ramc, da una radice che deve
avere avuto il senso di piccola cosa 9 mi-
nuzia, pezzetto, come arguiscesi dalV island.
meita tagliart. (Cfr. sp. mita dalP ant.
franco mita = ant. alt. ted. miza, mod.
miete, ang-sass. mite tignola f cioe in-
*dto, animalutzo. [II Ballet lo trae dal
breU mintrailh composto di mine metallo
e drailh petto, frammento].
Anticam. Ogni sorta di minuteria e di
vecchi ritagli di cuoio; Ogni sorta di fer-
raglia per caricare cannoni; familiarm. Mo-
neta spicciola di rame.
Deriv. MUragliars; MitragUaWr+trtce.
■ritrfto v. Metrito.
aittente = lot. mittentem part pres.
di mIttsrb mandate (v. Mettere).
Chi manda lettere o roba.
aaeBidmica — » lot. mneh6niga =» gr.
MSBMONiKB cite si ri/erisce alia memorta,
sottinteso teche arte (v. Mnemonico).
Arte di aintare la memoria per associa-
tions d'idee, con artifizi a quest'uopo in-
ventati fino da tempi antichissimi.
Mmemdnlco «=» gr. mnbmonik6s da mne-
mb memorioy mnem6n memore e questo da
xnao-mai mi ricordo e propr. rappresento
al mio pensieroy che esce dalla grande ra-
1
dice sscr. man- che vale pensare (v. Mente,
e cfr. Memento, Mentovare).
md' contratto dal lot. modo adesso, come
l'equivalente dialett. ven. moja e da mo-
do jam.
Awerbio di tempo, che vale Ora, Ades-
so, [usato anche dai Provenzali].
Non hanno in altro oielo i loro soanni,
Che quegli spirti, che m6 t'appariro.
(Aliqhikri. Par ad. iv. 82).
m6 9 Prononziato stretto e accorciativo
di m6stra imperativ. di mostrarb fp. es.
Fammi vedere questo libro.... m6*\. = « Tare
a m6' e to* > —» Consegnare soltanto al-
l'atto del pagamento.
moare Lo stesso che Amoerre o Moer-
re (v. Moiri Voci stran.).
mobile =» lab. m6bilbm contratto da
movebilem da movere muovere (v. q. voce).
Che e atto a muoversi o ad esser mosso;
e quindi sost. Arnesi, Suppellettili, Mas-
seriiia di casa (cfr. Mobuia) ed altri beni,
che non sieno immobili per natnra o per
destinazione. — < Feste mobili » diconsi
quelle che dipendendo dalla pasqua non
cadono in giorni fissi.
Deriv. Mobilita; Mobilitare, onde MobilitatM-
fie; Mvbilikeare, onde Mobilizhazitnt; Mobflmtnte.
mobflia dal lat. mobIlia (cose) mobili
plur. nentro di mobIlis mobile (v. q. voce).
Voce deU'uso tosc. Le masserizie di casa,
come letti, seggioie, tavole, cassettoni,
scansie e simili.
Deriv. Mobtliare (= AtnmobW&re) cioe Fornire
ana oaea di mobili, onde Mobiliatura.
mdca Specie di caffe, che trae il suo
nome dallarab. mokha, nome di una citta
dell'Yemen, d'onde proviene.
mocaiardo e mocaiarro dall'aro6. mo-
KHAYYAR (Devic).
Sorta di tela di pelo, detta con traspo-
sizione anche Camoiardo (v. Moerro).
mocca sp. mucca, ant. moca: con-
nesso al fr. moquer = prov. mochar
burlart e propr. fart delle emorfie col viso.
Famil. Smorna.
moccichino [prov. moucadou; fr. mou-
choir; bret. mouchoner; base, moca-
dera; sp. mocador]: da m6cgioo per
mocoio (v. q. voce).
Pezzuola da soiharsi il naso; voce non
gentile, ma usata anche dal Boccaccio e,
quel che fa meraviglia, dal Della Casa.
radecico dal lat. muous, mediante una
forma aggettivale mucoeus, che vale lo
stesso (v. Moccio).
Voce usata nel Senese e nel Pistoiese
per Moccio.
Deriv. Moccicaalia = Moccicaia; Moecicars;
Moccichino: Mocdc&nt [= ant. Moc&ca~\ uomo
dappooo, one quasi non sappia nettare il naso
da'moooi; Moccic6so.
moccio sp. moco; catal. moch; base.
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moccolaiai
— 866 —
rmodiflefcre
mucaya; celto (gaU.) smug, am uig,(6ref.)
mechien: dal lat. mucous — mucus, mu-
xus median te un agg. muccbus, onde anche
M6ccico [mentre Moccolo viene diret-
tamente da mucus mediante un diminut.
muculusJ. Mucus cfr. ebr. meq) poi e
parallelo al gr. m^kos, m^ia ed affine
al lat. mung-ere e gr. apo-myss-ein
soffiarsi il naso e mvk-ter naso (propr.
secretore), al lett. mukt staocarsi, da un
radicale comune al sscr. munc-ftmi oac-
cio fuori soffiando, rigetto, spando, sputo
(cfr. Mungere).
Umore che esce dalle narici.
Deriv. Moccitfne; Moccitfso. Cfr. Moceico; Moc-
colo e Mucido.
moccolaia (cfr. gr. myxa).
Fungosita che nasce in cima al m6ooolo,
ossia lucignolo acceso, quando e troppo
lungo: detta anche M6ccolo (v. q. voce).
mdccolo piem. moch; prov. rnouc,
mouquet: da muculus diminutivo non
usato di mucus moccio (v. q. voce).
Propr. FUmore che esce dalle narici; ed
anche il Fungo formato dalla lucerna, che
e lo spurgo del lucignolo (sp. moco, Pf<*>-
moicailloun\ Vale pure per similitu-
dine, come nel greco e nel latino, Luci-
gnolo di una lampada a olio, che e flac-
cido e molle come moccio (dialttt. bret.
mouch, fir. moucheron), e Candeletta
sottile di cera, detta altrimenti Cerino.
Deriv. MoccoUXia; MoccoWtO'Cno-tino-a; Mocco-
mo.
moda fr. mode; sp. moda; [passato
anche nel tedesco e inglese]: dal cat. mo-
dus misura, maniera, modo, femminiliz-
zato, come Mura da muro (cfr. Moderno).
Usanza che corre, e specialmente queila
del vestire; in cattivo senso Usanza ca-
pricciosa.
Deriv. Modista.
modallta dal lat. m6dus misura, maniera
(v. Modo) per mezzo delTagg. modAlb che
cancer ne il modo.
Maniera di essere e di operare.
niodano e piu antic, modeno e modine
alterato dal lat. m6dulus misura, ond 'an-
che Modulo (v. q. voce).
Misura o Esemplare, col quale si rego-
lano gli artefici nei loro lavori; Quel le-
gnetto, che serve a formare le maglie delle
reti; Misura, che serve a regolare e misu-
rare gli ordini d'architettura, detta anche
Modulo; Istrumento astronomico per mi-
surare le stelle.
Deriv. Modanhre, onde ModanatHra.
modello sp. eport. modelo; [base, mo-
dela, fr. modele, ingl. model, ted. Mo-
dell, venuti di fuori]. Forma parallela
al lat. m6dulu8 diminut. di m6dus misura
(v. Modo).
Rilievo dell' opera, che si vuol fate;
Forma piccola di un* opera da farsi in
grande; Forma secondo la quale si ta-
gliano o in cui si fondono i pezsi di un
lavoro; per metaf. Esemplare, Prototipo.
Deriv. ModXlla; ModeWkre, onde ModellabOe,
ModellamSnto, ModellaUfre-trice; ModslHno.
moderare = lat. modbrAri per modb
8-Ari da m6dus misura, limite (v. Modo e
cfr. Modesto).
Porre modo; Tenere nella giusta misura,
Becare al convene vole, Temperare, Diri-
gere, Ordinare.
Deriv. MocUr&me; Modsransa; ModsraUsma;
Moderativo; ModeraUSr*4riC€; Moderasitfns.
Comp. Immodsr&to; Smodsr&to.
moderno == b. lot. modern us daiTav-
verhio m6do poeo fa, al presente, che tiene
a modus misura, limite, termine, quasi dica
nei limiti del tempo presente (v. Modo); e
desinenza -brnus indicante appartenenza,
come in hodiernus odierno da nodie oggi
es tern us estemo da exter eke e di fuori
Che appartiene al nostro tempo, Dei
nostri giorni; Che e secondo l'uso pre-
sente; Nuovo, Novello.
Deriv. Modernamente; ModsrniUi; Ammoder-
nitre; Rimodemdre; Rammodemhre.
modesto = lat. modbstus, che e sinoope
di modesatus equivalente a modbrAtus
p. p. di mgdep.Ari [regolare, temperarej, che
sta per modesAri e trae da m6dus misura,
limite (v. Modo).
Che si contiene ne'giusti limiti e non
da mai negli eccessi; Temperante. Sem-
plice, Senza sfarzo; Decente, Pudico.
[Modestia per6 differisce nell'uso da Mo-
derazione e da Temperanza. Modestia im-
pedisce di trasandare in vanita ed orgoglio:
Temperanza 6 virtu contraria d'ogni disor-
dinato appetito, e freno severo di ogni
diletto de'sensi, ma principalmente della
gola e della lihidine; Moderazione e fa-
colta della ragione di contener 1' animo
ne'suoi moti, al di qua d'ogni eooesso.
Onde la natura ha dato la Modestia per
compagna alle donne; la voce delle leggi
congiunta col bisogno della propria con-
servazione raccomanda ail'uomo la Tem-
peranza; ed una retta ragione illuminata
dall'esperienza pu6 solo dimostrare la ne-
cessity della Moderazione].
Deriv. Modestarninie; ModsHia; Modssttno.
modico = lat. m6dicus da m6dus mi-
sura (v. Modo).
Che sta nella giusta misura, Temperato.
Deriv. Modicamints; Modicitb (neolog.).
modiflcare = b. lot.. modificArb misu-
rare convenientemente, proporzionare, da
modus misura (v. Modo) e *fioare per
fAcbrb fare.
Cambiare in parte il modo o la forma
di una cosa, per renderla piu adatta ad
un fine; Temperare; Correggere; Attuti-
re; Addolcire.
Deriv. Modlflc&bile; ModiflcZUivo; Modificattre-
trice; Modificami6nt.
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p** J"
modlglione]
867 —
[moglie
modiglidne fr. e sp. modi 11 on: forma
accrescitiva di mutuluso mutilus = my-
tilus dattero marino, e poi figuratamente
mensola: usato in questo senso da Vitru-
vio per similitudine di forma col guscio
di quel mollusco (y. Mitilo).
Term, di archittitura. Specie di mensola,
che sta sotto il gocciolatoio del cornicione
dorioo e fa officio di reggerlo..
modinare propr. Modanareda m6dano,
detto dai Fiorentini anche mGdinb (v.
Modano).
Fare i membri minori in architettnra,
come cornici, basi, cimase e simili.
Deriv. ModincU4ra cbe sta per Modanattira e
vale La Foreia o il Componimento dei minori
membri arcnitettonioi.
modine Lo stesso che Modano: ma si
usa anche per Caiibro e Bocca di uno
strumento cavo (v. Modano).
Deriv. Modin&re.
m6do rum. mod; proi. mos, modis;
mod. fr, mode; cat. sp. e port. modo: =
laL m6dus misura e indi maniera, che tiene
alia rad. sscr. ma- misurare, ond' anche
Va. slab, e serb. mata, alb. mate, ceco
met, celto(gael.) mead, (irl.) med, a. a.
ted. mez, maza ang-sass. maedh mtsura
(v. Metro).
Regola, Metodo, Sistema, Maniera, Gui-
da, Usanza; est. Mezzo, Facolta, Potere:
riferito a lingua, Locuzione; in gram-
matica Complesso delle forme di un verso.
Deriv. Mb&a; MbdaU; Mbdano; Modlllo; Mo-
derbre; Modh-no; Modesto; Mbdico; Mbdulo.
Co nap. Obmodo; Modific&re; Raccomodbre; Smo-
dbto; Tratmod&re. Cfr. Moggio.
raodnlare = lat. modulAri da modulus
diminutivo di m6dus mtsura, d'onde il
senso musicale di tempo, battuta, ritmo,
metro, tono. melodia (v. Modo).
Can tare in misura, con ritmo, con me-
lodia; Regolare il canto, il suono e i suoi
trapassi.
Deriv. Modulatamints; Modulattfre-trfce; Modu-
lation*; ModulWX.
nodnlo == lat. modulus diminutivo di
m6dus misura (v. Modo).
Propr. Misura; indi Modello, Forma,
Esemplare, Disegno; partic. Misura col la
quale si regolano e si misurano tutti gli
ordini d'architettura, e quindi Misura per
proporsionare le parti di un edifizio; Dia-
metro della parte inferiore di una colon-
na; Esemplare scritto o stampato, che si
deve ricopiare o riempire, perche serva di
documeilto.
Deriv. Mbdula; Modular e.
moerro, amoerre, amuerro fr. moire
epiu antic, mouaire, mohere; sp. muer,
mue; ingl. mohair. Lo Scaligero lo to-
glie all'inglese, che dice comp. di m6 nome
asiatico di una specie di antilope o capra
selvaggia e hair pelo, ma veramente e
voce di origine orientale, e giusta il Bo-
cthor e il Bevic trae dalP arab. mokhay-
yar (onde le antiche forme italiane Mo-
caiarro, Mocaiardo), col quale confronts
Vindustan. maghar specie di panno.
Stoffa fatta col pelo di una specie di
capra dell'Asia Minore ed anche di cam-
mello; oggi Stoffa di seta, ed anche di
lana, di cotone, di lino, cilindrata, di un
lucido cangiante e ondulato, detta anche
alia francese moire (sottint. etoffe).
mofeta f/r. mofette]: = lat. mophbtA,
dal gr. mephItis fetore (v. Mefite).
Luogo da cui esalano vapori pestiferi
e mortiferi, ed anche Esalazione pestifera,
irrespirabile. Dicono anche Mofetta, mo-
dulando alia maniera francese [« Mofette »
per6 non e da confondersi, come fanno
molti, con « Moufette » che propr. vale
fetore di muff a e deriva dal ted. Muff
muff a, onde il verbo mfiffen [=loren.
m o u f f a | muff are, m u f f e 1 n mandare odore
cattivo],
Deriv. Mofhtico.
mdgano v. Magogano.
moggio prov. mueis; fr. muid; sp.
moyo: dal lat. m6dius (cfr. ebr. mad,
middah, ar. almudd); che tiene alia
rad. sscr. ma- misurare, ond' anche il gr.
medimnos e mat ion sorta di misura,
il tat. modus misura (v. Modo).
Principale misura romana di aridi e
specialmente dei grano, tuttora in uso
nella Toscana, quantunque la introdu-
zione del sistema metrico decimale tenda
a farla scomparire.
Deriv. Moggibta; Trambggia. Cfr. Mbzzo.
mogio Alcuni lo traggono dallo sp.
murrio [attraverso a supposte forme in-
termedie morjo, mojo] = gr. mor6s,
lat. m6rus stolto; ed altri dal gr. mogeIn
soffrir patimenti e miserie (cfr. ted. mdjon
faticare): ambedue etimologie mal sicure,
perche nessuna risponde bene al significato.
Di spiriti addormentati; Avvilito; Con-
trario di desto, di vivace, di baldanzoso.
moglie dial.friul. muir; rum. muiere;
prov. molher, moiller; cat. muller;
sp. mujer; port, mulher, molher; {alb.
moje donna): contratto da.IV ant. moglik-
rb-a dal lat. mulierbm ace. di mulibr
donna (maritata, o no), che vuolsi stia per
mulgbr da mulgbo mungo, perche nel-
Pantica famiglia latina spettava alia donna
il mungere le capre e le vacche (v. Mun-
gere). Onde questa voce sarebbe formata
nello stesso ordine d'idee, con cui nacque
la voce sscr. duh-i-tar dalla rad. duh
mungere, a cui si connette il gr. thu-
g-ater, il got. e ant. ted. dauh-ter,
mod. ted. toch-ter, ingl. daugh-ter, lit.
e slav. duk-te (genit. duk-teres) figlia.
II Curtius e il Corssen per6 annettono
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mogogame]
— 868 —
fmolenfc
mulibk a mollis molU, delicato, quasi
molli6r J)m* molle, piu delicata deWuomo.
Femmina congiunta in matrimonio.
D«riv. MogltfUa-ina-bccia; Ammogltor*. Ofr.
MulUbre.
mogogane, mogogan v. Magogano.
mogol [o gran mogol] per*, moghdl.
Questa vooe indiana propriamente Tale
circoncieo (Voc. it. univ. di Mantova).
Titolo degl'imperatori « mongoli » del-
l'lndostan successi a Tamerlano il con-
quistatore, coei detti a cagione della loro
origine.
mola rtr. muora, mura; mod. prov.
moairo, muro;/r. muire: dal lat. mu-
eia, che vale lo stesso e ofr. col ar. al-
myrIs, al-myr6s, comp. di als sate e my-
r6s salamoia da myr6 stillo, gocciolo,
ond'anche mjron olio, essenza.
Acqua satura di principf salini; Sor-
gente salina.
Comp. Salamdia; Ditnoi&re.
moina dal fr. mInb cera o aspetto del
volto, gesto, mediante la forma dial. bor~
gognon. moIgnb: che taluno identifica con
mIma cava sotterranea presa nel senso figu-
rato di segreto disegno, indi applicata a
indicare V aspetto e U conteano di ohi lo
cova (v. Minare): ma che giova piuttosto
senza tanta ambage connettere diretta-
mente al oelto breton. mIn muso (Thurney-
sen), da cui ben viene il/r. mine cera del
volto, tralignato nel dialetto in moigne:
propr. movimento del viso, gesto.
Aftettata careiza di femmine o di bam-
bini.
mola 1. rum. moara; prov. e cat mola;
fr. meale; sp. muela; port. m6 [coi
verbi: prov. moire, fr. moudre, ep. mo-
le r, port, moer macinare]: = lot. m6la
= gr. mylb [ant. ted. muli, mod. Mtthle,
lit. malunas, prues. malunis, a. $lav.
mlinii, boem. mlyn], che apparisce della
stessa natura del $$cr. mal-anam Potto
di triturare (cfr. got malvian pestare),
di strofinare: dalla radice indo europea
mar- = mal- stritolare, forse affine alia
rod. mard- di ugual senso, suggerita in-
vece del Bopp, cPonde la voce M order e.
[Cfr. lat molere = gr. mullein, got
malan, a. a. ted. muljan, mod. mahlen,
lit, malti, a. slav. mleti - pree, indie, me-
lia - macinare; a. a. ted. melo, mod. Me hi
— alb. miel, mili farina].
Macina o Pietrone per uso di tritare o
ridnrre in polvere if frumento, che si
muove per torza di vento, di acqua, di
vapore e simili.
Deriv. Molate; Mottnda; MoKno e Mulino; Mo-
Ifnoro; Mugnaio. Cfr. Atnido; Immolare; Etnolu-
mento (?).
2. « lat. m6la parallela al gr. mylb:
cosi detta giusta alcuni per assimilazione
a una mforme pietra di mulino (v. Mola 1),
ma che invece pare vooe a so, connessa
ad ambld-sis aoorto —» |a|mldsis, in coi,
tolta la vocale appositiaia iniziale, reeta
un tema mor, mol — mlo, probabilmente
col senso di separare, distacoare una parte,
che risoontrasi pure in moros, moir-a
poreione (ofr. Merito), owero, seoondo il
Pick, di failure, mancare, sbagliare, vatir
memo, quale emerge in molte voci del
gruppo delle lingue lito-slave.
Embrione imforme che si forma nel-
l'utero invece del feto, e consistente in
un semplice saoco cutaneo senia organi
distinti, resultante talvolta di porzioni
d'ossa, di denti ecc.
molare — » lat. molarbm (sottint. sazum)
da m6la macina (v. Mola I).
Attributo di una specie di selce osaU
a macinare e dei denti masoellari desti-
nati a tritare il cibo.
molcere, mololre e molgere =• lat.
mulcbrb - part. pass, di mtjlsus - lisdan,
carewtare, e fig. calmare, che alcuno estrae
dalla stessa radice del seer, marg'&mi
asterao, ond'anche il lat. mulgeo «* fed.
melke mungo, non che il lit. meizn ca-
reteo con la mano, mungo (v. Mungert),
altri deriva dalla radice di m6llis molk
(v. q. voce); ma i piu, con maggior oorret-
tezza dal lato della fonetica, riferiscooo
alia rod. marc- di cui si rawisa un riflee-
so nel s$er. mrc-ati tocoa\rt\, cartz*a\rt.
Propr. Toccare dolcemente con la mano;
indi fig. Addolcire, Alleviare, Lenire.
Cfr. EmuUione.
mole « lat. m6lbs [gr. mdlos], che
giusta il Pott sta per m6h-lhs, dalla
stessa radice onde il gr. mog-os [a. a. ted.
mdhi, mod. Muhe] =» moch-thos/a&a,
$forto, moch-16s leva: ma che per contra
il Corssen preferisce annettere alia rod.
MAH-, mao- user grande, onde il lat mi-
g-nus, gr. meg-as, sscr. mah-at arande
(v. MagnOj e cfr. Molto) [Da moles si
tece moliri fabbricare, e propr. epingtrt,
collocare, o meglio ammae$are molt].
Propr. Cosa grande e pesante da non
potersi muovere, quindi Edifizio grandio-
so; Riparo di grosse muraglie nei porti
di mare, per fare argine contro l'impeto
delle onde.
Deriv. MoUcola; MolU to; Mblo; Demolire.
molecola-cnla siffnifica Piccola parti-
cella di un corpo: one alcuni traggono dal
lot. mulIcola (diminut. di MULiCA) 6r»-
ciola di pane {y.MolUca\ ma che e vera-
mente diminutivo del lot. m6lbs mole,
maeea di materia (v. Mole).
Deriv. MoUcol&to; Molecol&re.
molenda dal lat. m6lbrb macinare, di
cui e forma di futuro passivo, come Lo-
canda, Propaganda (v. Mole).
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MOlftStO, — 8
U prezzo che deve pagarsi in farina per
la macinatura.
DoriT. Molendare.
zaolesto ■■ lat. molbstub da m6lbs peso
(v. Mole) come onustus caricato da dnus
peso; propr. pesante.
Gravoeo ; indi Penoso, Importuno, Noioso,
Inoomodo, Bincrescevole, Spiacevole, Di-
sgnstoso e simili.
Deriv. Molesters: MolsstaMrs-trics; Molestivo-
U; MofUtia.
mdll = gr. m6ly erba prodigiosa ima-
ginaria, con radice nera e fiore bianco di
latte, ricordata da Omero nella Odissea,
quella stessa che Mercurio mostro ad Ulis-
se, siccome utile a preservarlo dagl'incan-
tesiini di Circe.
Probabilmente questa voce ha comune
la origine con mol6ch£ = malachS
malva, in una radice mal-, mol- con senso
di ester morbido, tenero, a cui si ricon-
nette anche mdl^s. mdlyr6s languido
e il lat. m611is molte (v. q. voce).
molbldeno = gr. molybdaina piombag-
gine, da molybdos piombo.
Metallo scoperto nel 1782 da Hielm, il
quale e soiido e bianco come la piombag-
gine, frangibilissimo e quasi infusibile.
mollmismo Nome dato al sistema del
P. Luigi molIna, gesuita spagnuolo [n. a
Cuenca nel 1585], u quale fra le altre esco-
gitazioni espose una teoria sulla grazia
divina poco conforme alia S. Scrittura e
alle traaizioni della Chiesa.
maliao v. Mulino.
BaliaoslSBO Dottrina del prete spa-
gnuolo Micbele MolInos [n. a Saragozza
nel 1627] sulla vita monastica, la quale
insegnava 11 piu eocessivo quietismo e
ra condannata da Innooenzo DL
Bdlla port, mola; sp. muelle: dal lat.
mollis molle, flessibUe, per intermedio di
an verb© molliarb (v. Molle). [Altri pro-
pone senza bisogno Varab. meal tornare,
t*sere portato indietro].
Lama sottile e pieghevole di metallo,
che piegata e poi lasciata libera ritorna
al poeto, onde fu mossa. (In francese di-
cesi Bessort, cioe strumento che risorge e
scatta; in ingleee Spring strumento che
stretto sorge, scappa fuort). Fig. Qualsi-
voglia cosa che abbia virtu di far muo-
vere l'animo. — < Molle » al plurale serve
a designare quella Lama di ferro piegata
in due, che stretta con la mano serve a
pigliare i tizzi, i carboni.
Deriv. MoUeggt&re.
Bella dalTaroft. maula o mola =— turc.
mew la signore (da walaj reggere).
Titolo cronore dato presso gli Arab! e
i Turchi agli sceioohi, ai giureconsulti e
in generate a tutte le persona risnettabiii
per il loro sapere e per la loro pieta; Di-
\9 — [molle
gnita ecclesiastica de' musulmani oorri-
snondente agli arcivescovi, la cui giuris-
dizione si estende anche aile materie ci-
vili e criminali. I mollah vengono scelti
dal Gran Signore fra i Muderis e tra loro
viene eletto il Mufti.
mollare sp. mollear [vi e poi il prov.
e port, molnar, Jr. mouiller, cat mul-
lar, sp. mojar « it. ammollare].
Allentare, ossia Bender m6llb a poco
a poco una fane; fig. Cessare, Desistere
(v. Molle e cfr. Molla).
molle rtr. moll; rum. moale; prov.
mollis: fr. mol, mou, mol; cat. mol;
sp. mole, muelle; port, molle: ■=» lat.
m6llbm e piu antic. m6llum attestato dal
Facciolati [onde la voce Mollusca specie
di noce dal guscio tenero], che, secondo il
Curtius, il Froehde. il Pott, e voce paral-
lela al gr. mal-akos, mal-thak6s, che
vale lo stesso, la cui radice mol- = mal-
= mor-, mar- trovasi nelgreco idioma,
come lo prova la voce mol6che = ma-
lache malva, mdlys, mdlyros debole,
languido, stanco (v. Malva e cfr. Morbido
e Miele). II Oorssen invece col Bopp sup-
pone che m6llis stia per m6lduis — sscr.
mrdus = pers. mabdu, a. slav. mladu
tenero, e poi figuratamente tardo, lento,
da una rod. mabd- tritare [sscr. mrd-nati
e mrnati] (cfr. Brado e Mola 1). Questa
veduta ha certamente un gran valore: ma
ci6 che forma difficolta per il Curtius, oltre
la identita di significato tra la voce greca
e la latina, la quale non e trascurabile
fra idiomi tanto vicini tra loro, e la
nozione originaria di tritare, che a lui
sembra non si presti al bisogno. Giova
perd osservare, concordando le due ipotesi,
che trattasi di radici [la greca e la la-
tina] manifestamente affini, e che dalla
idea primordiale di tritare & agevoie tra-
passare a quella di ridurre in polvere e poi
all'altra di ammorbidirt, com'e dato anche
persuadersi guardando alPidentico ordine
d'idee, nel quale sta il sscr. tarunas te-
nero e gr. ter&n tenero, molle, deUcato,
col gr. teird consumo sfregando. — II Bon-
fey tenta coglierne la radice nel sscr.
ml&y-ami - part. pass, ml&nas - divtngo
flacctdo, lanauido: lo che non sembra al
Curtius molto chiaro. II Georges final-
mente staccandosi da tutti e dissimu-
lando la comunanza di radice col greco,
suppone un'origine intieramente latina e
crede sia contrazione di movilis da mo-
veo muovo (come agilis da ago, facilis
da facio) e gli attribuisce il senso origi-
nario di mobile, pieghevole, flessibUe: per6
m6vilis avrebbe dato mdlis, come md-
tus da m6vitus!
Che cede facilmente al tatto, alia pres-
sione, pur conservando una certa aderen-
za; inai Morbido e poi Bagnato, Inzup-
L
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mollica]
— 870 —
[monacfcfHo
pato d'acqua; fig. Debole, Effeminato, De-
licato, Tendente a sensualita.
Deriv. MbUa; Mollaccio; Mollart; MolKca; MoU
U$e; MolUUa; MoUica: MoUfccio; MoWtivo; Mol-
IUU; Molliftcare: Motors: MoUkne. Comp. Am-
noWirt; AmmoUtre: Immouart; BammoUtre; MoV
Itycare. Cfr. MaUo; Malta; Malta; MiUa; Mollusco.
mollica ant. it. mulicula; [*p. mo 11 a]:
dal lot. m6llis molle; ma per ll Caix sa-
rebbe detto per molboula diminutivo di
m6lbs massa, omessa 1' ultima sillaba ri-
tenuta mero suffisso inorganico, e var-
rebbe propr. minuzzolo.
La parte molle del pane. — Nel plur.
« Molliche » le Briciole del pane.
nolliflcare = lat. mollificarb da m6l-
Li8 molle (v. q. voce) e *ficarb per facbrb
fare.
Bender molle; ma pin spesso si usa
metaf. e vale Rammorbidire, Addolcire.
Deriv. MollifieamhUo; Molfylcattvo; Mollifiea-
zUfhe.
mollixia-e = lat. moll1tia-,bs da mol-
lis molle e metaf. effeminato, impudico (v.
Molle).
Delicatezza; e in mal senso Impudi-
cizia.
mollusco dal lat. m6llus ant. per m6l-
lis molle, alio stesso modo che i Greci da
malak6s molle fecero malakion seppia. I
Latini dissero « mollusca » una specie di
nooe dal guscio tenero (v. Molle).
Classe di Animali invertebrati, molli,
privi di scheletro, talora nudi, talora co-
perti da una concbiglia.
molo fr. mole; $p. muelle: dal lat.
m6lbs = gr. m6los usato a un dipresso
nel medesimo senso (v. Mole).
Riparo artificiale di massi posti dinanzi
a un porto per difenderlo dalrimpeto delle
onde o anche per impedire Fentrata a va-
scelli nemici. Talvolta per metonimia II
porto medesimo.
molosso —» lat. mol6ssus = gr. molos-
s6s a lettera: della Molossia.
Sorta di cani grandi e feroci originari
della Molossia neU'Epiro, paese celebre
per la sua razza di siffatti animali. Presso
gli antichi erano tali cani avuti in gran
conto, e celebri per fedelta nelia custodia
degli armenti e per destrezza nella caccia.
moltipllcare — Io^multiplioArb comp.
di multi- da multus molto e plicArb pie-
gare: propr. piegare molte volte (v. Molte-
pUee).
Trans. Accrescerdi numero e di quan-
tity intrant. Crescere in numero e quan-
tity
moltepllce e moltfpllce = lat. multi-
plIobh acc. di multiplex composto coi
temi di multus molto e plioo =» gr. pleko
piego (v. Piegare): come se dica avtnte
molte pieghe, complicato, involute
Che e molte volte piu; Di piu forme e
qualita, Vario.
Deriv. Moltiplicare, onde MoltiplicabiU, MoU
tiplicamtnto, MoUiplicHndo, MoUipUcatdrt, Mol
tiplicasitn*; MoUiplicitA; MoUipltco.
moltitfidine =* lat. multitudinbm accus.
di multitudo da multus molto (v. q. voce).
Grande numero; e detto in modo asso-
luto TJn gran numero di persone; II po-
polo, II volgo.
moltipla v. Multiplo.
m61to = lat. multus che il Freand
riguarda come participio di molIri aumen-
tare, accumulare (nominativo di moles
mole), che dal suo canto e probabile tragga
dalla stessa radice del gr. mala per *mah-
la fortemente, molto, che rannodasi a me-
g-as = sscr. mah-at grande (v. Mole, e
cfr. Magno).
Nome di quantita, e denota Gran quan-
tity Assai.
Deriv. MolHplice = MoltSpUee: MbUiplo; Jfo^
titHdine.
momenta = lat. momentum sincope di
movimbntum movimento (v. Muovere).
Attimo, Istante, quasi dica breve mo-
vimento di tempo o durata di un sem-
plice movimento — < Sul momento » senia
indugio; « A momenti > fra brevissimo
tempo. — Vale anche Peso, Importanza, Va-
lore, che e quanto dire motore, movente,
impulso, forza decisi va,» influsso.
Deriv. MomientdLccio; Momentanso; Momeniino.
nommeare usato dal Caro per Scher-
zare bufFoneggiando, Berteggiare = fr-
momer, ondeil mod. momerie buffonata,
momon danta di maschere, pare si con-
netta non gia a M6mo il dio del riso, ma
si al ted. mummbn (in ver-mummen] =
ingl. |to| m u m mascherarsi, [onde ted. mum-
me = oland. mum maschera], che con-
fronta con mummblm fare U ba-bau, dal
suono mumm usato da chi vuol fare paura,
onde ne venne per associazione la idea di
cammuffarsi da orco, mascherarsi.
rndna v. Monna.
monachetto Uccello acquatico bianco
con qualche penna nera e col ciufib in
testa, parte bianco e parte nero; cosi detto
per la somiglianza di colore delle sue penne
colla veste di alcuni m6maci. Altri uccellj
Ser la stessa ragione, vennero appellati
Lonaco, Monacnina, Monachino.
Vale anche il Ferro nel quale entra il
saliscendi per chiudere l'uscio, forse per
somiglianza di forma col cappuccio dei
monaci.
monaehina Nome di un uccello nero e
bianco (come la tonaca di alcuni m6maci ,
del genere delle piche.
II Corvus monedula di Linn.
monachino Specie di uccello dell'ordine
de'passeri, cinereo di sopra (rosso di sotto)
e con berrettino nero, si da ricordare il
vestimento di un m6naco: chiamato con al-
tro nome Ciuffolotto o Fringuello marine
— Come aggettivo e per la stessa ragione
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menace;
— 871 —
[mdndo
vale Di colore scuro tendente al rosso.
Per similitudine con questo colore, ma in
fbrxa di sostantivo: Lividora snlla came
per cagione di percossa.
monaco tngl. monk =• lot. h6naohus
= gr. honach6s solitario e questo dal ar.
m6hos sole [onde monAzkin vvver solo, dalla
steesa radice di mIn-uo diminuisco, restrin-
go], a coi talono per spiegare la desinenza
aggiunge 4ch6 $ono.
Uomo religioso che passa la vita nella
solitadine, per darsi intieramente alia
orazione e alia contemplazione delle cose
celesti.
D«riv. Monaea; Monacal*; Monacare; Monacil-
lo-a: Monaeh4Uo-a; Monachfle; Monach(no~a; Mo-
nachUmo; MonachiU; Monaa&ccio-o. Cfr. Monade.
mdnade =- gr. monada unita, da m6nos
solo j wu'oo, semplice (cfr. Monaco).
L'Essere esistente solo e per se mede-
aimo, secondo i Pittagorici; L'Essere sem-
plice, indivisibile, incorporeo, differente
dall'atomo che e pure indivisibile per la
sua piccolezza, ma e l'elemento di cui si
compone la materia. Diconsi Monadi an-
che certi infusori microscopici, di strut-
tura semplicissima, che sotto il microsco-
pic appariscono come un punto.
monarca = lot. monaroha dal gr. mo-
harch&s comp. di m6n-os solo e archos
prmdpe, o archrin govemare, comandare,
preeiedere.
Colui che nello stato ordinato legitti-
mamente ha da solo l'autorita suprema.
Deriv. MonareaU; Monarehesco; Monarchic*;
Monarchico.
aoB&stero = lot. monasterium dal gr.
mokastkrion daMONASTER monaco epropr.
che vive solo, da m6nos solo, e -stbr desi-
nenza formata sulla rad. sta- che e in
i-ste-mi sto, mi trovo.
Abitazione comune di solitari religiosi
dell'uno o dell'altro sesso.
monastice = lot. monAsticds dal gr.
monastik6s, che tiene a monastes solita-
rio (v. Monaster o).
nomatto il Manzoni pensa che tragga
dal ted. monathlic mensuale, siccome ap-
plicato a certi servi pagati a mese: ma
pero in tedesco non trovasi il nome usato
in tale significato. Quello che pare vero-
simile e che all'elemento principale della
parola |mon|, di cui non e facile cogliere
il significato, sia stata annessa la desi-
nenza att, che e suflisso proprio del dia- i
letto lombardo, usatissimo per .for mare
nomi di bassi mestieri o diminutivi fa-
miliari.
Con questo nome si designarono nel
Medio-Evo in Milano i Servi incaricati
del trasporto degli appestati e seppelli-
mento dei loro cadaveri.
■oncherino v. Monco.
■onco dal Int. mAngu8 che vale lo stesso,
oscurata regolarmente Pa in o davanti
a n. (Cfr. il rtr. muncar =» it. man-
care (v. Monco).
Manchevole d'una o d'ambedue le mani
onde si disse Monchino e Moncherino
il braccio a cui e stata tolta la mano,
Monc6ne il braccio o gamba mutilata.
monetae v. Monco.
mondare e rimondare Bender mondo
(v. q. voce).
Toglier via ogni sudiciume e scoria;
Levar la buccia alle frutta; Purgare, Net-
tare [anche in senso morale].
Deriv. MondaUfre-trCce-t^ra; MondaMio'ne.
mondiglia Tuttocio che si toglie dalla
casa o altro luogo per renderlo mondo e
pulito; quindi Feccia, Nettatura.
Vale anche Lega di metallo: detta oosi
per opposizione a oro od argento puro.
E m'indnssero a battere i fiorini,
Che avevan tre oarati di mondiglia.
(Daxtv. Inf. xxx. 80).
mondezzaio da mondezza usato nel
senso antico di mondiglia o mondatura.
Propr. il Luogo ove si gettano i rifiuti,
ossia le parti cattive, che si tolgono dalla
cosa per render] a monda, ossia pulita.
Sinonim. di Letamaio o Sterquilinio.
mdndo 1. prov. e ant. fr. mon, m on-
de; sp. e port, mondo: = lot. mundus
da un tema mand- ornare [seer, manda-
ti], al quale si connette pure Va. a. ted.
muzzan = *mund-zan, med. ted. raut-
zen ornare, e 1'tW. mind diadema.
Pulito, Netto.
Deriv. Mondare; Mondtzza [lot. mnnditiaj,
onde Mondezzdio e Immondizza; Mondiglia; Mon-
dizia; Mondificbre.
2. prov. mond; fr. monde; sp. mon-
do; port, mundo; nel senso di Uni verso
creato = lot. mundus [sottinteso 16c us
luogo] propr. luogo chiaro, visibile, cioe lo
spazio di terra, che e illuminato dal sole
e discernibile dalla vista dell' uomo, ov-
vero il luogo elegante e adorno per eccel-
lenza. II lot mundus infatti ebbe non
tan to il significato di elegante, sontuoso,
quanto V altro sostantivo di omamento,
poi, come leggesi in Ennio, e Plauto, ezian-
dio quello di cielo e di universo creato.
L'idea di considerare il mondo come un
complesso di omamento per Pordine e la
bellezza, che vi regrna, e dovuto alia scuola
Pitagorica, la cui filosofia mediante la
Grande Grecia ebbe proseliti anche in
Roma al tempo della sua grandezza. [Nelle
lingue slave la rad. swit- serve ad espri-
mere luce, santita e mondo: polac. swit
alba, swiat-lo luce, swient-y santo,
swiat mondo]. In greco dicesi k6smos
cioe bellezza, pulitezza, omamento, ordine
(v. Cosmo). — Si usa pure nel senso limi-
tato di Terra o Parte di essa, e anche
di Cerchia, in cui uno vive. — Contrap-
posto alia vita solitari a e con tern plativa,
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mondaaldo]
— 872 —
feem
€ Mondo » e Tutto ci6 che riguarda la
societa nmana e la sua vanita.
Deriv. Mondano. onde Mon&anamenU, Monda-
nWX; Mondial*.
mondualdo e con altera*, manoraldo:
= lat. medioev. mondualdus dall'a. a. ted.
munt-walt (mod. vor-mund) tutore, com-
posto di raunt =— mod. mund difesa,
mono (che vuolsi della stessa origine del
lot, man-uB mano) e waltan »= mod.
walten reggere, govemare, che il Duden
orede affine al lat. val-ere ester forte.
Tutore dato dalla legge alle donne,
perche le assistesse negli atti della vita
civile, neH'antica legislazione longobarda.
monello-a Forse dal lat. monbdula
(moned'la) gcmza, uecello ladro e loquace,
che fa anche nome vezzeggiativo presso
i Romani.
Ragazzo briccone e discolo; ma dicesi
per vezzo anche a Fanciullo, che nelle
parole o ne'leggeri fatti dimoetra un'ama-
bile vivacita ed una graziosa accortezza.
Deriv. MonMoria; MontUUco; MoneUtno-a; Mo-
twUticcio-ucciaccio.
monlta a. fr. moneie, mod. monnaie;
ingl. money. Questo nome viene secondo
i piu dal tempio eretto nel Campidoglio a
Giunone moneta o ammonitrice (cosi detta
da monerb awertire, perche si credeva
avesse annunziato al popolo un grave
flagello, onde si premunisse), entro al
quale erasi stabilita la zecca romana.
Quindi il nome dal luogo sarebbe passato
per metonimia al Danaro coniato, e tale
si conserva. Per6 altri ritiene che la ter-
minazione eta sia piu greca che latina,
come in Poeta, Cometa, Pianeta, e crede
che moneta tragga direttamente dal gr.
monytes mdicatore, designator^ monitore,
dal verbo monyo = lat. m6mbo onde « mo-
neta > varrebbe che designa, che rappre-
aenta il valore, e questo nome sarebbe
stato applicato anche a Qiunone, che pre-
siedeva alia coniazione del denaro.
Deriv. Monetaggio; Monotale; Montiare; Mono-
tario [= b. lat. monet&r iuej; MonetQre.
monferina Danza usata particolarmente
nel Piemonte e nella Lombardia, di ca-
rattere gaio e di movimento vivace: che
ha preso nome dal MonpkrrAto onde
sembra venuta: conosciutti oggi piu spe-
cialmente col nome di Manfrina.
otoagana Detto per Mungana da mon-
gers (v. q. voce).
Aggiunto di V itellina che sugge ancora
il latte.
mongolfiera Nome del pallone aereosta-
tico inventato dal francese Montgolfibb,
che s'innalza e sostiene nell'atmosfera per
solo effetto dell'aria chiusa nell'invoglio
formante il pallone e dilatata dal calore.
monile dial. ven. manin; «p. e port.
manilla; (dial, comasc. men coUare del
cane): — lat. monIle affine all' a. a. ted.
mftnili, menni, ang-sass. mene, $cand.
men, got. mani, a. elan, manisto, mo-
nisto, hula, monista monile, catena, or-
namento del collo, al gr. maniak&s coUana
pretioea o braccialeUo oVoro usato dai Cel-
ti, doric. mannos, monnos, col diminut
mannakion coUana, e sembra combini
col e$or. mani pietra prt*io$a, gioidk,
rla, amuleto' (a cui taluno annette anche
voce Moneta].
Catena d'oro, di gioie, che si porta al
collo per ornamento (cfr. Smaniglia).
momito = laL m6n-itus da moherb am-
monire, e propriamente far peneare a q*al-
che oo$a e indi ricordare y awieare, infor-
mare, ammaestrare, eeortare, conngliart e
risponde al gr. mdn-^d, dor. man-jd
mo$trOy (— eeor. man-ay&-mi), dalla rod.
man- conservata in latino sotto le due
forme men-, mon-, che ha il senso di pe+
tare, end' anche il seer, many ate pen-
sa\re\, man-ati menviona\re\, il got. mans
pensiero, gamunan opinare, peneare, ri-
flettere, Yant. ted. nord. muni animo, non
che il gr. mna-o|mai| peneo, mi ram-
mento, manthand imparo, intendo, ed il
lat. mens mente, ant meniscor ricordo
(cfr. Mente, Memento).
Ricordo, Avvertimento; Biprensione al-
quanto severa in parole o in scritto, spe-
cialmente fatta da qualche autorita.
Deriv. MonU6v; MonUi&ne. Cfr. Ammmirt;
Mottrbre; MhUore.
memitdre = lot monit6rem che ammo-
niece, che awisa, da monbbe - part. pau.
m6nitus - ammonire, awisare, ammaeetrm
(v. Monito).
Nome che si dava in Roma a Coloro
che erano incaricati di sorvegliare i gio-
vani che si esercitavano nel campo di
Marte; a quelli che correggevano e sug-
gerivano agli attori; a que'ene suggerivano
ai candidati i nomi de'eittadini ; a quelli
che intimavano i sacrifizi e presiedevano
alle sacre cerimonie ecc. Oggi nelle scuole
di mutuo insegnamento cosi dicesi l'Al-
iievo che ha ricevuto direttamente l'inse-
gnamento dal maestro, ed e incaricatodi
oomunicarlo a un certo numero di condi-
scepoli. Adoperasi anche come Titolo di
giornali quotidiani ed altri fogli perio
dici segnatamente politici.
Deriv. MonUdrio.
monitorlo ™ lot. monit6rius che eerve
ad ammonire, eeortare da m6nitor nome
verbale da momerb ammonire^ eeortare (v.
Monito).
Si trova usato sostantivamente in stile
ecclesiastico per Preoetto e piu comune-
mente per Scomunica.
monna ep. e port, mon a signora e 6er-
tuccia (ed anche ubriachena, come il ted.
Affe); dial. bret. mo una bertuccia: antica
forma sincopata di mad6nna, ohe un di
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monoculo-calo]
873 —
[mdnos
si preponeva al nome delle* donne di civile
condizione, passata che fosse la giova-
nezza: ma oggi non si userebbe che in
scherzo o perdileggio. Yale anche Bertuc-
cia, Scimia, e ci6 secondo alcuni, per la
gran somiglianza che esse hanno col-
Puomo. [II rrancese ha pure guenon, che
e dall'a. a. ted. winj& arnica]. Pero il
Bullet in questo senso lo trae dal celt.
m6nk8 o m£una scimia [che per verita
debbono esser voci prese alle lingue ro-
manze] e questo da m6unhia muover le
labbra senza suono, a loggia di chi parla
8ommessamente : la quale attitudine si
lascia spesso osservare nelle scimmie (cfr.
Bertuccta): ed alcuno pensa non doversi
trascorare il celto (bret. e gall.) mom, che
vale uomo e piccolo.
Dicesi anche Mona, che per6 differisce
da Monna, in quanto la prima e usata
solamente nel significato scherievole di
Scimmia.
« Cotto come una monna » = Briaco
all'ultimo segno, « Pigliar la monna » =
Ubriacarsi, e questo per l'effetto grande-
mente esilarante, che producono su queste
povere bestiuole le bevande spiritose.
Ma i Satiri, ohe avean bevuto a isonne,
Si sdraiaron eull'erbetta
Tutti ootti oome monne.
(&boi. Ditirambo. 46).
DeriT. Monnsrino; Monn<no-a; Mormons; Mon-
noHno [$p. mono] = Grasioto, Gioooso [quasi
oome una bertuooia]; Monw&ceia.
mondculo-eftlo Vocabolo ibrido dal gr.
m6no|s| solo e lat. 6oulus occhio.
Chi ha per naturale difetto o per ma-
l&ttia un occhio solo.
■onocdrdo sp. e port, manicordio;
fr. manicordion (che subirono la in-
fluenza della voce Ma no) = lat. mono-
ghordum — gr. mon6chordon dal gr. mo-
ho|s| unico e chords corda.
Anticam. Strumento musicale a una sola
corda, o meglio a piu corde del medesimo
t6no, per ntrovare su quello le propor-
zioni armoniche.
aonocotUedono =» lat. soentif. monooo-
tilrdonus dal gr. m6nos solo e kotylb-
d6n ciotola, vaso da here.
Nome di un genere di piante nel sistema
di Jussieu, i cui i semi hanno un solo
lobo o cotiledone.
monogamo — lat. monogAmus dal gr.
m6nos unico e gAmos matrimonio (gamed
prtndo moglic), ohe tiene alia rod. ga-,
gam- generare (v. Genere).
Chi non sposa che una sola donna; op-
posto a Poligamo.
Deriv. Monagbtnia. Cfr. Bigamo; Crittogamo;
PoUgamo.
Miogenia composto del gr. m6no|s| solo
e obnIa da gbnos generatione.
Modo di generazione, che consiste nella
prodotione, per mezzo di un corpo orga-
nizzato, di una parte, che in capo ad un
certo tempo si separa da esso e diviene
un nuovo individuo simile a quello che
lo ha prodotto.
mondgino dal gr. m6no|s| solo e gyne
femmina, e fig. pistUlo (cfr. Androgino).
Epiteto di pianta, i cui fiori non con-
tengono che un solo pistillo.
Deriv. Monoginfa; Monoginico.
monograffa — lot. monographia dal
gr. m6no|s| solo e graphIa da grAphbin
sorivere (v. Orafia).
Parte della critica, che si eseroita so-
pra una sola opera od un autore partico-
lare. Coei dicesi pure un Trattatello o
Scritto intorno ad un solo soggetto, a un
punto particolare di scienza o d'arte.
Cfr. Monogrtylco; Monograflrta.
monogramma = lat. monogrAmma dal
gr. m6noJs| solo e gramma quasi graph-ma
lettera, da grAphbin scrivere, disegnare (v.
Grapay
Oifra formata di piu lettere riunite in
modo, che il medesimo tratto di penna
serva a segnarle tutte assieme intrecciate.
I monogrammi servivano di segno, di si-
gillo o d'arme gentilizia.
monolito =* gr. mon6lithos, comp. di
m6no|s] solo o lIthos pietra.
Obehsco, Piramide, Colonna, Statua,
formati di un sol pezzo di pietra o marmo.
Deriv. Monoltttco.
mondlogo «■ gr. monologos da m6no|s|
solo e l6gos discorso, che e connesso a
leg-bin dire, discorrere.
Soliloquio; Scena dove un attore e solo
e parla a s£ medesimo.
monomania =- lat. monomanIa dal gr.
m6no|8| solo e manIa pazzia (v. Mania).
Disordine delle facolta inteliettuali ri-
stretto ad una sola serie d'idee; fig. De-
siderio intenso e fuor di ragione di una
cosa.
Denv. Monomanfaco.
monometallismo Voce della scienza eco-
nomica, composta del gr. m6no|s| solo e
MBTALLON ftlttaUo.
Sistema che ammette il oorso mone-
tario di un metallo solo, cioe l'oro: op-
posto di Bimetallismo.
monopolio =•■ lat. momop6lium dal gr.
monopolion composto di m6no|s| solo e
polion vendita da polbIn vendere.
Facolta che il governo tiene per s6 o
concede per privilegio ad un solo, di ven-
dere una cosa determinate (p. es. sale,
tabacco), o di esercitare una determinata
industria; estens. Incetto di mercanzie per
venderle poi a maggior prezzo.
Deriv. MonopolUta; Monopolihk&re.
mdnos Voce greca che vale unico, solo,
semplice e trovasi in molti composti, e ta-
luno ricongiunge al verbo men-ein (=-
lat. man -ere) rimanere, attendere, indu-
L
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monosillabo]
— 874 —
fm6&te
giare, come se dicesse Vultimo che resta
(v. Bimanere). La ipotesi pero invalsa e
che sia affine al lot. minus = gr. m el 611
meno (v. q. voce).
Gomp. Monaco-a; Mbnads; Monaster 0; Mono-
polio eoc. eoo.
monosillabo — lat monosyllabus dal
gr. monostllabos comp. di m6nojs| unico
e syllabi sillaba.
Voce di una sillaba sola.
Deriv. Monotillabico.
monoteismo formato del gr. m6no|s| solo
e thkos dio.
Credenza in un solo dio; Sistema reli-
gioso che ha per base l'unita di dio:
contrario di Politeismo.
Cfr. MonoUUta. .
monotono =* gr. mon6tonos comp. di
m6no|8| solo e t6nos tono, accento (v. Tono).
Che e sempre sul medesimo tono; Che
e di una stucohevole uniformity sia nel-
respressione e tono di voce, sia nel di-
scorso, sia in altra cosa.
Deriv. Monotonia.
monottero e monftptero =» lat. scentif.
mon6ptbrus dal gr. m6no|s] solo e pte-
r6n ala.
Genere di pesci, cosi denominati dal-
l'unica loro pinna caudale.
In archiUttura archeolog. e cosi chiamato
il Tempio rotondo sostenuto da un solo
ordine di colonne.
monslgndre prov. monsegnor; fr.
monseigneur,«p* monsefior: voce che
a noi venne di fuori, e vale mio signore,
alia pari di Messere (ant. fr. mess ire).
Nome gia dato alle persone di una di-
gnita eminente, ed ora riservato in Italia
esclusivamente ai vescovi e ad altri di-
gnitari ecclesiastici.
Deriv. Monsignorato.
monsdne e musstfne/r. mousson; sp.
monzon; port, monclo; ingl. monsoon:
dall'arao. mawsim [males, musim] epoca
fissa, e quindi festa o merrato [che abbia
luogo in un'epoca fissa dell'anno] e anche
stagione [favorevole per il viaggio alle In-
die] da wasama segnare. Gli abitanti del-
l'Arcipelago Indiano pronunziano musim
e nell' India orientale mausim, mausam
e adoperano questa voce nel senso di sta-
gione.
Nome dato a certi venti regolari e pe-
riodici che dominano sul mare delle In-
die, e soffiano per cinque o sei mesi di
seguito da una parte, e gli altri cinque
o sei mesi dalla parte opposta.
montagna rum. muntean; prov. e port.
montanha; fr. montagne; (onde mon-
tagnard montanaro); cat. mentanya;
sp. mo n tafia: dal barb. lat. montAnia e
questo dall' aggett. montAneos pari al
class. montAnus montano da m6ns - genit.
m6ntis - monte (v. q. voce).
Seguito di mohti ammucchiati l'uno ac-
canto l'altro, colle loro cime distinte piii
o meno alte e colle loro pendioi varia-
mente inclinate. Sovente si confonde con
Monte.
Deriv. MontagnUt; Montpgnfno; Montagnublo-a;
Montagno'ao.
montanaro port, montanheiro: dal
lat. momtAnus median te una forma mok-
tanArius (v. Montagna).
Che sta o abita in regioni montane,
in montagna (y. Montano).
montanello Uccelletto che ha nella fronte
e nel petto alcune macchie rosse; il corpo
grigio, le penne della coda e le remiganti
nere, con orli bianchi: cosi detto perch6
sembra preferire a sua dimora le regioni
montAnb. FringiUa cannabina di Linn.
mentanino = lat. montaninus da mok-
tAnus che riguarda i monti.
Nato in luoghi montani; fig. Incolto,
Rozzo.
montano fr. montain; sp. montano:
=» lat. montAnus da m6ns - genit. montis -
monte (v. q. voce).
Di monte.
Deriv. Montanaro; Montanello; Montan<ho~a.
montare prov. sp. e por.. mo n tar; fr.
monter: da monte, come il fr. avaler
andare a basso, trae da val vaUe.
Andare in un luogo piu alto di quell o
dove uno si trova, come si fa quando si
sale sui monti; Detto di acqua Crescere,
Alzarsi; Di astri Salire sull'orizzonte.
Fig. Crescere, Farsi maggiore, onde tra-
pass6 ai significati di Addobbare, Porre
in assetto, Corredare, Ricomporre (p. es.
una macchina), Caricare (p. es. un orolo-
gio) ecc. che offrono tutti la idea di ag-
giungere (v. Montatura).
[Anche il Villani, il Davila ed altri
usarono dire « ben montato » per ben cor'
redato e ben muni to, special men te parlando
di cavalieri forniti di buoni cavalli, di
vascelli provvisti di artiglierie e di tutto
il rimanente].
Deriv. M6nta; Montata; Montat6io; MontatOra;
Mont&ra. Ammontare; Rimontare; Smontare; 8or>
montare; [ofr. fr. Remontoirj.
montatura da montAre. Voce sospetta
ai puristi, che vi scorgono un ricalco
ideale del fr. monture divisa e corredo
di un soldato (cfr. Montura).
L'armamento di un ordigno, di un'of-
ticina.
nutate rum. munte; prov. efr. mont;
sp. e port, monte: = lat. montem, che
it Curtius stacca dalla stessa radice di
munio fortifico, essendoche il monte sia
una fortezza naturale, dove gli antichi
nostri si riparavano per difesa. Alio stesso
modo il ted. berg monte sta a bergen
coprire, proteggere (v. Borgo). Invece, giu-
sta il Corssen, seguito dai piu, si connet-
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moaticello]
— 875 —
[mdm
terebbe al tema man- che trovasi nei verbi
oompoeti e-MiN-ere, prae-MiN-ere,
pro-MiN-ere, che hanno comune il senso
di aporgtre (v. Mento 1).
Grande massa di terra o di roccia, che
si eleva sopra i terreni circostanti.
Deriv. Mont&gna; MoniD.no; Montbre; Monti-
cMIo; Montictno; Montutfao.
Comp. OUramont&no;Promontbrio; TramontHre.
momticello rum. munticel; prov. e ant.
fir. moncel; mod.fr. monceau; ap. mon-
tecillo: = lat. monticAllus diminutivo
di m6ns monte.
Piccolo monte.
montfme dial. ven. m o 1 1 o n e; prov. m o 1-
t68, moton; fr. mouton; ant. ap. mo-
ton: sta per moltonk dal lat. medioev.
multo - ace. multonbm - (come Vant. genov.
e parm. mouto = ^c. molto, e piacent.
mon ben = toac. molto bene), invece di
mutil6nbm da mutilus mutilato, ond'an-
ehe il prov. mont, comaac. mot, grigion.
mutt mutUato, caatrato. Dunque propria-
mente vale V animate mutilato, caatrato, o,
secondo alcuni, toaato o da toaare: peroc-
che il lat. mutilarb avesse pure questo
senso, che e conservato nello ap. motilar
[mntilum caput Sileni == la testa rasa
di Sileno].
[La voce si mostra anche nel celto: ant.
tr/. molt, gad. mult, cimbr. mollt, cor-
nov. molz, bret. maout, ma in questa
lingua non offre una convincente radice,
ed e quindi opportuno col Diez, contraria-
mente all'opinione del Qrdber, ritenere
che essa abbia preso in prestito una tal
voce dalle lingue romanze. In bavarese
diceei motz, che lo Schmeller suppone
possa coDgiun^ersi a matzen tagliare:
ma la derivazione dal latino e la piu
verosimile. Si pens6 anche a montArb,
ma le forme con l preesistenti all'italiano
ripugnano a tale ipotesi].
11 Maschio deila pecora destinato a es-
sere ingrassato: ma nel significato in uso
Becco da monta, cioe che serve per razza.
Deriv. Montonata = Balto del montone ; Mon*
toncillo; Montoncfno; Montonino.
montuoso rum. muntos; prov. mon-
tuos; fr. montueux; ap. e port, mon-
tuoso: =* lot. MONTudsus da m6ns - genit.
montis - monte (v. q. voce).
Pieno di monti, Alpestre.
Deriv. MontuoaiUk.
nontura Voce sospetta, che ricalca per
la forma il/r. monture, ant. monteure;
ma non gia per il significato, poiche la
voce francese vale cavalcatura e carico
(faaa nave [e cosi ugaale al nostro Mon-
taturaj, ma non gia aaeiaa, che in fr. e
tenue: da monteb nel senso di addob-
tare, onde poi il senso di equipaggiare,
fornire (v. Montare). Altri pensa che stia
per Munitura dal lat. munitus part,
pass, di munirb guarnire, armare.
Divisa e corredo dei soldati, e propria-
mente il Modo nel quale sono asset tat i,
vestiti dal capo ai piedi.
Deriv. Montur&re.
monumfato = lat. monumentum = mo-
nimbntum (gr. mne-ma, mnometon)
da m6nkrb ricordare. far aapere (v. 3fo-
nito) e terminaz. mbntum indicante ora il
mezzo, ora Vatto.
Tuttocio che serve a ricordare qualche
grande awenimento o illustre personag-
gio, detto specialmente di edifizt.
Deriv. Monument&U; Monumentino.
mora 1. = lat. m6ra indugio, che alcuno
connette alia rad. mar- venir meno, on-
d' anche il gr. ma rain- 6 rendo flaccido,
mar-asm6s languore (v.Morire) ma che
invece il Curtius ritiene formato dalla
rad. mar- = aacr. smAr- ricordare [sma
rati ft rammenta], onde il senso mate-
riale di aoatare, rimanere, trattenerai au
q. c. (v. Memoria): ond'e che starebbe a
memoria, come illat. meneo(=j/r.menQ)
rimango, sta a memini (gr. mimneakd)
rammento, menu penao, e propr. mi aof-
fermo aopra una cosa, sopra una immagine,
e il aacr. man jus infermitd, sta a ma-
il as mente (cfr. Rimanere).
Indugio, Dilazione, e Ira i legisti la
Tardanza del debitore a pagare, il Ter-
mine entro il quale si deve sodisfare
un'obbligazione: onde « Essere o cadere in
mora > = Essere incorso nella pena sta-
bilita nel contratto conchiuso fra le parti,
per avere indugiato a seddisfare alia con-
venuta obbligazione; « Purgare la mora » =
Liberarsi dalle conseguenze dannose della
mora, e dicesi quando la legge concede al
debitore un termine a poter pagare, dopo
la intimazione del creditore.
Deriv. MorUggine; Moratbria; Morfoo; Dimbra;
B&mora.
2. prov. cat. e ap. mora; ant.fr. meure;
mod. mure; port, amora: Frutto del
gelso, che i Latini dissero m6rum dal gr.
moron: d'onde alcuno pretende derivato il
nome di « Morea > dato al Peloponneso, ab-
bondantedi cotali specie di piante (v. Morea
Nomi Propr.); per aimilit. il Frutto del r6vo.
3. Mucchio di sassi, ovvero Catasta o
Massa di rami tagliati, ed anche Pilastro
o Colonna di mattoni; intonacata: affine
alio ap. mor6n montusello, oltura, collina.
che deve collegarsi a linguaggi celtici :
banc, mum a colle, gallea. mur [da un
piu antico morj muro, riparo } collina: e si
cita anche il celt, mo ran mucchio, cumulo,
ammaaao (cfr. Morena, Morione).
Sotto la guardia della grave mora.
(Daktb. Purg. m. 129).
Deriv. Morfccia = Mucchio di rovine, Muro
a seooo fatto senz'ordine. Cfr. Morena.
mora e morra/r. mourre;«p. morra;
ingl. mora.
Notissimo giuoco (gia detto anche delle
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moraiudloj
coma) che si fa in due, aliando ciascuno
le dita d'una delle mani e cercando d'in-
dovinare il numero sommato delle dita
alzate da ambedue. Questo giuoco lo ab-
biamo ereditato dai Romani, che lo chia-
mavano « micatio > da « micare digitis »
drinare le dita. Ami i Bomani avevano
il modo di dire « puoi fare alia mora
con lui al buio » che significava =» ti
puoi ndar cecamente di lui. II Menagio
si aforza trarre direttamente da micatOra
(- micatio) la piu moderna denomina-
zione di Mora: ma forse, se non ha che
far© col oelto gall, e irl. meur dito po-
trebbe (trascurando la doppia r) riferirsi
ai m6ri o arabi, che per avventura pos-
sono averlo riportato in usanza. (In Spa-
gna dicono < morra calva » anche un
giuoco infantile, che consiste nel levare
in alto tanti diti, quanti ne indica colui
che dirige e oomanda il giuoco).
moraludlo Ulivo sativo con foglie al-
quanto larghe, di color verde molto glauco,
e con frutto piccolo e tondeggiante, che
maturo somiglia una m6ra {frutto del moro).
morale — lot. moralkm da m6s - ge-
nit m6ris - (fr. moeurs) costume, che
alcuno rapporta alia radice di movArb
muovere, ma che invece e piu congruo
riferire alia rod. mA- misurare: quasi dica
regola, misura delle omioni e indi dbitu-
dine (v. Metro e cfr. Moderate e Modesto).
Agg. Che attiene ai costumi, al modo
di operare; Conforme al buon costume; e
piu genericamente Che si riferisce alia
coscienza, al carattere, alio spirito.
In forza di sost. Pratica del bene; e la
Scienza dei costumi, cioe che insegna le
regole. che debbono dirigere Pattivita li-
bera dell'uomo.
Deriv. Moraleggi&re = MoralUsihrs; Morali-
tta; Moralitb; MoralmsnU; ofr. Morigsrato.
moratorio — lot. forense moratorius
da moratus part pass, di morari indu-
giare nominat. di m6ra indugio (v. Mora).
Termine di giurisprud. Si dice degli in-
teressi che sono dovuti sopra una somma di
denaro, per ragione del ritardo al paga-
mento di un credito scaduto ed esigibile.
Al femminile e sostantivamente « Mo-
ratoria > vale Dilazione a pagare, aocor-
data talvolta per favore speciale a' ban-
chieri, negozianti o altri debitori, per
aiutarli a superare una crisi economica
senza dichiarare il fallimento.
mdrbido e mdrrido sp. e port, mor-
bido, che vale anche malato: = lat. m6r-
bidus (in Lucrezio) malato, infermiccio, e
quests da m6rbus malattia, come ne assi-
cura l'accezione spagnuola (v. Morbo). Al-
tri erroneamente lo crede di origine te-
desca: a. a. ted. muruwi, medioev. mur-
ve, mod. murbe tenero, morbido, che non
spiega la terminazione in do.
— 876 — [morttce
Molle, Floscio, Tenero, trapassando dal
senso di malattia quello di mollezza, pro-
pria di un convalescente e delle carni am-
malate o corrotte.
Deriv. MorbtdiHo; MorbidUna: MorbidOccio:
Morbidtne-bUo; Morbid≠ AmmorbidCrt; Jwmor-
bidirs; Rammorbidtrs.
morblfero (class. lat. morb&sus): dal
lot. m6rbus malattia (v. Morbo) e tema di
fbrrb portare, arrecare (v. -Zero).
Che e cagione di morbo, Che e dannoeo
alia salute.
morblglidne e morrlglidne dal medioev.
lat. morbilli6nkm, che dal suo canto trae
dal class, morbus malattia (v. Morbo}.
Specie di malattia esantematica conta-
giosa, che si manifesta con macohie roase
alia pelle e succeesiva forforaoea deequam-
mazione della cuticula.
morbillo da un b. lat. morbIllus =
m6rbulus (usato al plur.), forma diminu-
tiva di m6rbus malattia.
Eruzione cutanea simile alia scarlat-
tina, detta anche Rosolia.
morbo [cfr. fr. morve, dial. sic. mor-
vu, rtr. morf moedo, sorta di malattia dei
cavaUi]: = lat. m6rbus malattia, che trae
dalla stessa radice di m6rs [send, majla]
morte, e cfr. col lit. mar as, ant. sl-ax.
morn morte, peste (v. Morire), a cui taluno
aggiunge, per spiegare la finale, la rod.
ssor. bhu- users (v. Fu).
Propr. Malattia che conduce a morte;
indi in generate Malattia, Pestilenza; fig.
Danno, Calamita e simili.
Deriv. MorbiUo; Morbido; (?) MorbCOo; Morbi-
glitfne: Morbtio, onde Morboiamfnte; MorbosUa;
Morbtysro.
morcbla, mdrca sp. morga; cat. e dial,
milan. morca: dal lat. |a]muroa [onde
il diminut. amurgula «— morchia) ed eeso
dal gr. a-m6rgk (forse amne al ted. mark
midollo), che vale propr. sugo, emulsions
(delPohva), che si rannooa al gr. a- m ergo
spremo, tolgo U sugo, dalla stessa radice
[maro- fregare, strofinare] del sscr. mar-
gami tergo, e del gr. o-morgn^mi aster-
go, 6-morg-ma macchia, lordura («-»cio
che si asterge). La vocale iniziale del
latino e greco e puramente prostetica (cfr.
Margins, Mungere).
Feccia o Fondata dell'olio; metaf. La
parte piu vile e inutile di checchessia.
Deriv. Morchi&io; Morchttfto.
mordaocbia [=» lot. mordAoula] cfr.fr.
mordache; sp. mordacilla tanaglia.
Museruola, Frenello (che impedisoe di
m6rdbrb).
mordace = lat. mordAchm da mordArk
mordere (v. q. voce).
Che per natura morde; detto di Tana-
glia [^ fr. mordache, sp. mordacilla],
altro simile strumento prensile vale Che
stringe fortemente; fig. Pungente, Aspro.
Deriv. Mordacemfnte; MordacUa.
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■ v* 1 *•"
mordentel
— 877 —
[morfina
mordente da mordere nel senso tras-
lato di tenert strttto, fermo, soldo.
Compoeto di diversi oolori o altre ma-
terie, mescolato con olio, col quale si co-
prono gli oggetti, che si vogliono dorare
o inargentare senza brunitura; e si dice
d'ogni materia, di che s'imbeve un corpo
da tingere, perche il colore vi duri sopra.
Nolle arti diverse da quelle del dora-
tore, diconsi < Mordenti > le Sostanze oolle
quali si mordono o si corrodono le super-
ncie de'metalli.
Nella tintura chiamansi « Mordenti >
quei Corpi che hanno la doppia proprieta
di unirsi alia fibra organica de' tessuti ed
alia materia colorante, con cui si tingono,
resultandone perci6 una tripla combina-
aione, nella quale il mordente serve in
certa guisa di legame comune tra la so-
stansa colorante e il tessuto, per cui
l'unione riesce molto piu intima e merio
distraggibile.
m6rdere rtr. sp. e port, m order; prov.
e ant. fr. mordre: dal lot. mord-ere
(part. pass. m6bsus — tend, mars -ta) por-
tato alia 3.* coniugazione, che tiene alia
rod. mard- sb §end\ mared- tritare: onde
$scr. mrd-na-ti, forse affine a mr-n&ti
(di cui e detto alia voce Morte), ambe-
due significant! stritolart.
Stringere coi denti, Addentare; Mordere
Masticando, Rodere; fam. Mangiare; fig.
Pungere sul vivo; Dir male, Criticare
aspramente.
c Mordere il terreno, la polvere » cor-
risponde alia frase lot. * mandere humum >
[mangiare la terra] e dicesi di chi ferito
cade a terra e con le labbra tremanti tocca
la terra e sembra che la morda.
Doriv. Mordtox: Mord&cchto; MordtnU; Mot-
dic&re; Mordiminio; Mor&iMr+trtee: Mbna; Mbr-
•o:Mor$*Uo: Morricbre; Morgicchibre; Ammor-
sdXMo; Rtmbrder*. Otr. Muso.
mordicare = lat. mordicare reear do-
lore, siccome awiene mordendo: da m6r-
dicus modo awerbiale, che vale mordendo
eoi denti.
Dicesi di quell'effetto che fanno le ma-
terie di virtu corrosiva e disseccativa su
qualunque parte sensitiva del corpo; Pun-
gere, Pizzicare.
Dcxir. MordicamSntc; Mordicatfvo; Mordica-
morella 1. Nome che si da, a oagione
del colore m6ro o bruno delle bacche, a
diverse specie di erbe, fra le quali alia
prunella volgaris e al solatro nero [sola-
mm nigrum].
2. Lastruccia, con la quale giuocano i
fanciulli, tirandola al lecco: detta oggi
piu comunem. Muriel la (v. MurieUa).
morello di colore m6ro ossia nero mo-
rato [v. Moro 1).
Nome che in alcune parti di Toscana
si da al fungo porcino, perche di colore
anche
pure a
Moreccio.
Cavallo di
morato, detto perci6
— « Morello > dicesi
manto nero morato.
morena o murena - lot. murjena dal
gr. myraIna e SMTRAfNA [affine al lat. mu-
rjbx sorta di conchiglia], che vuolsi con-
nesso a m^ro stitto, scorro, m^rod ungo,
ond'anche m^rdna unguento.
Genere di pesci a corpo anguilliforme
coperto di muccosita, che lo rende liscio
e scorrevole. I Latini davano questo nome
alia lampreda, peace favorito, che face-
vano ingrassare nei vivai.
morena dal fr. (evizz.) moraine massa
di pietre, da ricongiungersi al b. lat. mo-
rbna duja di pali e al nostro M6ra nel
senso di ammasso di pielre, che cfr. col
bavar. mur frana di sassi (v. Mora 3}.
Ammasso di pietre depositate dai ghiao-
ciai sui lati o nella loro estremita infe-
riore, che proviene dalla discesa della
massa ghiacciata, la quale getta a destra
e sinistra terra, rocce e legni, che trova
per via.
moresea (sottinteso danza).
Specie di ballo dei m6ri, o Arabi di Spa-
gna (v. Moro 1), e da loro passato a'no-
stri avi, la quale forse in qualche parte
corrispondeva al saltare oolParme degli
antichi, detto in latino « pyrrica >.
mor£sco Attinente a' Mori, All'usanza
de' Mori.
morettina Diminutivo e vezzeggiativo
di m6ro (v. Moro 1).
Mezza maschera nera; e anche Una spe-
cie di gabbiano col capo nero.
morfea = lot. morphea, che sembra ad
alcuno potersi congiungere al gr. mor-
phn6s o» colore oscuro (v. Morfeo): lo
che e assai dubbioso. II greco la dice
alphos (bianco!), e i piu la traggono dal
gr. morphe forma esterna, che e la sede
della malattia.
Infermita della pelle, simile alia scab-
bia, e che si mostra sotto foggia di una
macchia corimbacea sull'esterno del corpo.
morfeo == lat. morpheus dal gr. mor-
phbys, che taluno erode aflBLne a morph-
n68 « orphn68, ORPH6S tenebroso, oecuro
(v. Orbo\ ma i piu traggono da morphe
forma, fyura, onde m or p he^ ei n forma-
re, morphdma immagine, visione, $ogno.
U figlio del Sonno e della Notte, e Dio
dei sogni, nell'antica mitologia greca.
Deriv. Morfina.
mdrfla dal med. alL ted. murpfbn **-mcd.
oland. m6rfbn pascere che sembra derivare
da un supposto *m6rfe, *murfe bocca.
In gergo dicono per Bocca, onde VanU
Morfire (a. fr. morfier) = mangiare a
crepapelle.
Deny. MorfCrt; ofr. Smorfia.
morfina da morfeo figlio e minietro del
sonno.
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morfologiaj
- 878 —
[morfre
Alcaloide dell'oppio, clie uccide addor-
mentando.
DeriT. MorfinUmc ttato di ohi abnsa dalla
morfina come rimedio oalmante.
morf ologia — lat. morphologIa dal gr.
morphb /or ma (di cui taluno erroneamente
pretende sia trasposizione il lat. f6rma,
col quale oombina soltanto nel significato)
e logia — logos discorto, trattato.
Storia delle forme che pu6 rivestire la
materia; Trattato della conformazione
esterna degli animali; Metamorfosi.
Cftr. Amorfb; Polimorfo; Morfologico.
morg ana Nome celtico, che Yillemarqae
propone interpretare col bass. bret. mor
motto, assai e can briUante. Meglio, se mai,
e spiegare col g edits, more mare o irl. mAr
che ha il senso di chiaro, lucente. II De-
latre invece crede sia affine al ted. mor-
gbn mattino e lo trae da una radice mar-
splendere, ond' anche il gr. mar-mair6
scintUlo, mar-mar-os splendo (v. Marino) .
Sorella d'Artu ed allieva di Merlino,
incantatrice famosa nei romanzi caval-
lereschi. Si chiam6 poi «' Fata Morgana >
il fenomeno del Miraggio, perche si ere-
dette essere il giuoco ai quells incanta-
trice.
morganatico voce tratta dal barb. lot.
matrim6nium ad morganAticam o ad
MORGAN ATICUM OONTRAoTUM.
Aggiunto del matrimonio usato in Ger-
mania, che principi e nobili contraggono
con donna di rango inferiors, nel quale il
marito dk alia moglie la mano sinistra
invece della destra (e percid detto pure
c Matrimonio dalla mano sinistra >) come
simbolo che essa non dovra partecipare
agli onori spettanti al grado del marito,
e i figli non potranno succedere nei di-
ritti principeschi e nobiliari del gen i tore.
« Morganaticum » e voce di origine
oscura, che lo Scheler trae, dubitando, dal
got. maurjan ristringere, cioe matrimonio
con restrinzione: mentre al Littre piace il
ted. morgbn mattino, quasi dica matrimonio
celebrato di buon mattino, surrettiziamente,
senza le pompe del matrimonio di mezzo-
giorno. Altri poi, e qui sembra il vero,
lo ritiene una barbara latinizzazione del
longob. morgincap = a. a. ted. morgan-
g£ba, mod. morgen-gabe propr. dono
del mattino, che presso i Longobardi era
il dono di nozze della quarta parte dei
beni del marito [detto anche Murganale
eMurgitatio], chela sposa riceveva nella
mattina successiva al matrimonio.
morgiano (Jr. mor il Ion?).
Specie d'uva, che desume probabilmente
il nome dal suo cole re m6ro o bruno.
morfa [err. illir. moria o morje; sp*
morrinaj: dal lot. m6ri morire, ond'anche
mdrbus malattia e che tiene alia stessa
radice del pers. mar infermo e dell' ant
slav. mora, lit. maras peste (v. Morire).
Mortality pestilenziale.
moribondo = lat moribundus dal tern*
di m6ri morire (v. q. voce), e terminal.
-BUNDU8, che ha il senso di participio raf-
forzato del presente.
Che sta per morire; fig. Prossimo a ces-
sare, Languido.
morfceU da m6ra mucchio di sasti (v.
Mora 3).
Mucchio di rovine; Muro a seoco fetto
senz'ordine.
moriella o mnriella ed anche morelli
e murelia jr. marelle, merelle, m£-
reau: dal lat. mAtbra o mAtbris speck
di dardo per scagliare, mediante un cumi-
nutivo matbrbllus-a, onde il /r. ma-
relle per matrelle, da cui attinge vita
l'italiano, che sembra essersi alterato an-
che per influsso della voce Muro.
Lastruccia, con la quale giuocano i fan-
ciulli, tirandola al lecco.
morlgerato — lat. morigbratus part
pass. morigbrAri esser docile, comp. di
mos - genit. m6ris - costume (v. Male) e
gbrbrb portare, governare (v. Gerente).
Di buoni e regolati costumi.
Deriv. MorigeratamfnU; MorigsratSsMa.
morlgiana Nome delTAnatra Penelope,
detta in Toscana anche Morigli6ne 1
Bibbio, Caporosso e Fisti6ne, che e
raggiata di nero [=» m6ro onde proba-
bilmente assume il nome, quasi mori-
oiAnaJ, ha il petto color vinoso, la testa
rossa, la fronte bianco-pallida, con un
poco di nero e di verde nelle ali. [Diversa
da Moriglione che e Vanas ferina degli
ornitologi].
morione Jr. morion; brett. mavryon:
dallo sp. morrion « port, morriao, che
dal suo lato deriva da m6rra la park
superiore e rotonda della testa, cranio, af-
fine a m6rro corpo rotondo, e che al Ballet
sembra voce proveniente dal celto, dove
si trova mor, moru, mawr testa, mo-
ram mucchio, cumulo, ammasso, a cui ap-
pare etimologicamente congiunto anche
to sp. moron, base, murua montiotUo
(cfr. Mora 3).
[11 Voc. della Reale Accad. Sp. della
Lingua Oastigliana reca il sscr. m^rdhan
capo, cima, che si cita senza aderire],
Antica armatura della testa con alta
cresta.
morfre prov. cat. e sp. morir; port.
morrer; jr. mourir: dal lot m6r i ed
anche morIri (in Plauto e Ovidio) - part
pass. m6r-tuus [=» sscr. mrtas] - aalla
rad. mar [cangiata nel latino in mor], che
e nel sscr. mary&, mar&mimuoto, mara,
marata, mr-ti morte, mr-tyas mor-
tale, onde a-mrtas immortaie, a-mrtam
bevanda della immortalita (cfr. Ambrosia),
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lorituro]
nello nendo mar a morte, mar-e-ta mor-
tale, mare tan uomo, nel per*, mar in-
fermo: e ond'anche il got. maur-thr —
anL sass. mordh, mod. ted. mord strage,
nell'a. slav. mreti [= russ. morjati,
ooem.moriti] morire, mord moria, morte.
smri-ti morte, il lit. mir-ti morire, ma-
ras peste, mirtis, smertis morte, non
che ngr. mort6s e brot6s per *mrot6s
mortale, (onde am-brotos immortale, am-
-brosia la bevanda delVimmortalita), ma-
ra-fnd laseio appassire o consumare, ma-
rasm68 languore [arab. merez infermita]
(cfr. Ambrosia, Amaranto, Marasmo, Morbo,
Mareire, Mare, Martello).
Cessar di vivere, Perire; fig. Finire,
Estinguersi, Svanire, Consumarsi.
Deriv. Moria; Mbrbo; Moribtndo; Mori&U;
Morte; Morticino; Moriorio; Mortubrio.
Comp. Ammortii'zbre; Ammors&re; Mortffero;
Mortiftc&re; Prtmortrs; Stiibrto; Smorzhre; Stra-
mortire; Tramoriirt.
morlturo = lat moriturus participio
futuro di m6ei morire (v. q. voce).
Che e per morire.
mormonismo Strana setta religiosa im-
maginata ed introdotta negli Stati Uniti
delr America del Nord fra l'anno 1825 e
il 1827 da Giuseppe Smith di Vermont, il
quale dicendosi inspirato da Dio predico
nuovi dommi ed un nuovo culto, che sono
un mostruoso accozzo delle sue fantasie
e delle tradizioni bibliche. Costui per
guadagnare credenti alia sua fede finse
di aver trovato gli soritti di un antico
profeta, nei quali erano annunziate le
sorti del nuovo culto e gli awenimenti
degli ultimi giorni: il supposto profeta
ehiamavasi Mormonb e da questo i disce-
poli di Smith tolsero il nome.
f Questo nome Mor m one forse e coniato
sul gr. morm6n strega, fantasma, larva in
sembianza di brutta donna, ond'anche si
cav6 Vit Mormone, specie di diavolo che
dicesi andare errando per impaurire].
mormorare prov. sp. e port murmu-
rar;/r. murmurer; (on&eVingl. jto| mur-
mur): = lat. murmurArb da murmur
mormorio, sussurro, onomatopea formata
per duplicazione del suono prodotto dalle
acque correnti e dal vento, che ritrovasi
in tutte le lingue arie: seer, mar-mar-as
mormorio, sussurro, gr. mor-m^r-ein,
=»fl.a.ted.mur-mul-6n e murmur-dn,
mod. mur-mel-n mormoreggiare, illiric.
mo r- mor- it i mormorare, celto (gall.) mo-
n-mhor mormorio, lit murmeti mor-
morare, mur-mlenti mormoreggiare. II
francese ha pure marmotter (comasc.
marmot a), che dev'essere del pari onomo-
topeico, quantunque il Vackernagel lo
annodi pin volentieri a < marmotte » al
modo stesso che il ted. murmeln con-
giunge al < murmel-thier » marmotta: ma
il Korting giustamente crede sia awenuto
— 879 — [moro
il rovescio (cfr. Marmara Nomi propri, e
Marmotta).
Fare un leggiero rumore come le acque
correnti o il vento: Parlare sommessa-
mente, Bisbigliare; fig. Dir male di altri,
perocche il maldicente di solito parla al-
Porecchio.
Deriv. Mormoracchibre; Mormoramsnto; Mor-
morattfre-trice: Mormorazitfne; Mormoreggi&re;
Mormorfvole; mormorio; Mormor\i\6so = tardo
lot. murrauri68U8.
mormoreggiare Frequentativo di mor-
morA.be, costruito median te una supposta
forma mormoratiArb, alia stessa guisa
della voce Rumoreggiare e di tante
altre (v. Agire).
mormorio prov. murmur, murmuri;
fr. murmure; sp. murmurio: dal b. lat.
murmurium e questo dal lat class, mur-
mur, che vale lo stesso (v. Mormorare).
Rumor leggiero di acque, di voci, di
venti ; altrimenti Sussurro, Bisbiglio. Di-
cesi poeticaraente M6rmore e Murmure.
m6ro 1. prov. mor; sp. e port, moro
(onde moreno): dal gr. matr6s osourv,
oupo [onde il lat. mAurus, poscia contratto
in M0RU8J, indi abitante di peUe scura di
un paese dell'Affrica, che perci6 fu detto
Mauritania, e quindi in generale affricano.
Nome antico degli abitanti del Nord
delPAffrica e indi genericamente di tutti
i popoli di razza negra. Si dissero Mori
anche gli Arabi maomettani che invasero
nel sec. VIII la Spagna, perche calarono
in questa regione dal paese de' Mauri
(oggi Marocco) ed erano accompagnati da
molti seguaci di razza nera: d'onde poi
si disse in generale di tutti i Saraceni e
in special modo dei Mussulmani della co-
sta orientale delPAffrica.
Come aggett vale Di colore oscuro, che
in spagnuolo dicesi anche « moreno" >
[nel qual seuso Plauto usa la voce m6-
rulus], e non si esclude che Papplicaziono
al colore possa essere stata tratta anche
dai frutti scuri del gelso (v. Moro 2).
Deriv. Moracchiutflo; MorlUo; Morocco; Morit-
to-a-ina,
2. Nel significato di Pianta confronts
col rum. mura, prov. oat. e sp. mora,
ant.fr. meure, mod. mure, port amora,
(med. alt. ted. mur-boum, ang. sass. m 6 r-
-beam, ingl. mul-berry, boem. moruse,
polac. morwoc, lituan. m6ras, irland.
me r en): daHctf. morus [= gr. morea] che
si ritiene voce di origine semitica, proba-
bilmente troncata dal gr. sik6-moros si~
Comoro, che signified il medesimo.
Genere di pi ante della famiglia delle
orticacee, detto anche Gelso (v. cj. voce).
[La prima specie conosciuta fu il Morus
nigra, nota agli antichi per il suo piccolo
frutto nero e rinfrescante detto « Mora »
(lat. motum =* gr. m6ron). Le altre spe-
cie originarie della China e della Persia, le
L
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mordldej
cui foglie servono specialmente per l'ali-
meDtazione di bachi da seta, sembra ve-
nissero introdotte in Europa dopo il sec. v
dell'era cristiana insieme al seme del baco
suddetto. Chiamasi poi volgarm. < Moro >
anche il Rovo (lat. rubus), che e della fa-
miglia delle roeacee; e cio per una somi-
glianza dei suoi frutti con quelli del
Gelso, ovvero per il colore moro, ossia
nero, dei frutti medesimij.
mordide Lo stesso che Emorroide (v.
q. voce).
moroso = lat. mor6sus da m6ra indu-
gio (v. Mora).
Che dura o indugia lungamente.
Deriv. Morosamsnte; Morostta.
morsa da h6rdbrb [mediante il part.
m6rsoJ nel senso di afferrare, tenere, strin-
gtre.
Strumento col quale i fabbri e gli ore-
fici e altri artenci stringono o tengono
fermo il lavoro, che hanno tra mano, per
lavorarlo.
Al plurale: Pietre o Mattoni, che spor-
gono in fuori ai lati de'muri, e quivi la-
sciati a fine di poteryi collegar nuovo muro.
morsello prov. e ant.fr. morcel, mor-
sel, mod. fr. morseau: da una supposta
forma morsellus, contratto da morsigbl-
lus, diminutivo del classic, lot. m6rsus
morso* boccone, peztetto (v. Morso).
Propr. Porzione separata di una cosa
solida, buona a mangiarsi, quanta se ne
pu6 afferrare col dente; altnm. Morsetto.
Voce formata come Boccone, che e la por-
zione che pu6 entrare in bocca.
Deriv. MorteWUo e Ammors 4WU0 = manioa-
retto di oarne minuuata e d'uova sbattute.
morsicare rum. musca per mursicar,
\sp. mordicar, mordiscar; port, mor-
dicar]: «= lat. morsicArb da mordere
mordere t formato sul supin. h6rsum, ag-
giunta una desinenza icArb, che da senso
frequentative
Mordere leggermente a pin riprese, che
dicesi anche Morseggiare, Morsicchiare.
Deriv. Morsicattira.
morsicchiare, morsecchiare da m6rso
mediante la forma diminutiva morsIochio
= lat. MORSlOULUS.
Morder leggermente.
morso prov. mors: = lat. h6rsus per
*m6rdsus da m6rdbrb (v. q. voce).
L'atto del mordere; La puntura degli
insetti; II segno e la ferita lasciata dal
morso; La quantita di cibo che si spicca
in una volta coi denti; L'arnese di ferro
che si pone in bocca ai cavalli per frenarli.
Deriv. Morsello; Morsitto; Mort€no; Mortura
= rodimento interno. Cfr. Mubo.
mortadella dal lat. myrtAtum o mur-
tAtum, che vale propr. condito col mirto,
mediante una forma diminutiva murta-
tblla (cfr. Mortella).
Specie di salsicciotto di oarne di porco,
— 880 - [morttlla
cosi detto dall'uso primitivo di conditio
con coccole di mirto, innanzi all'intro-
dursi del pepe.
mortaio rum. motariu; prov. e fr.
mortier; sp. mortero; port, morteiro,
mortariu: dal lat. mortarium, che sem-
bra affine a mArtus e mArtulus mar-
tello (v. q. voce), che deriva dalla rod. mAr-
tritare, cangiata Fa in o, come e awenuto
anche nella voce Mori re (v. q. voce).
Vaso emisferico di grossa parete in ferro
in marmo o altre materie, nel quale si
pestano o polverizzano con un pestello so-
stanze per uso della chimica, della farmi-
cia, della cucina ecc
Per assimilazione di forma: Nome date
ad un Pezzo di artiglieria per lanci&re
bombe; e anticamente si disse cosi anche
una Macchina per scagliare sassi, onde
battere le mura di citta assediate.
Deriv. MortaUUo; Mortarttto.
mortale — lat. mortAlbm da m6bs -
genii. m6rtis - morte (v. Morire).
Soggetto alia morte; trasl. Perituro.
Paaseggiero, Temporaneo, Umano, Terre-
stre. — Yale pure Che cagiona morte;
— detto di odio, d'inimioizia = Ferocis-
simo; — di pecoato = Che da morte &1-
l'anima colla dannazione eterna. [< Salto
mortale » dicesi Quel salto pericoloso, che
fanno i saltimbanchi voltando la persona
in oriaj.
Deriv. MortalmenU; Mortality.
mortalttto v. Mortaretto.
mortarltto e mortalltto forma diminu-
tiva di mortaio Qat. mortArium), nel senso
di potto di artiglieria per scagliare bombe.
Strumento di bronzo o di ferro, talvolta
di legno, fatto a foggia d'un piccolo mor-
taio, che si caricava con polvere e spara-
vasi in oocasione di solennita, e d'alle-
grezza. Era anche chiamato Mastio. Oggi
si da questo nome a un Cartoccio pieno
di polvere e ben legato, cheacceso scop-
pia come una bomba.
mdrte rum. muarte; prov. mortzj/r-
mort; sp. muerte: -= lat. m6rtbm ace di
♦mors -= morts [cfr. sscr. mr-tis, a. slav.
smriti, Mir. sm&rt, lit. smertis, galfa'
mort]: da m6ri morire [cfr. got. maurthr
= ang-sass. mordhor, ingl. murder uc-
cisione, omicidio] (v. Morire).
La cessazione della vita ne'eorpi orga-
nizzati.
< Morte civile » dicesi da'legisti la Pri-
vazione de'diritti e de'vantaggi del citta-
dino in pena di un delitto, ci6 che i La-
tini chiamavano diminutio capitis.
Deriv. MortMe; Morticino-a.
niortella/r. myrtille; onde ingl myr-
tle; gall, miortal: dal lat. murtbllUS
= myrtellus diminutivo di murtus =»
myrtus mirto (v. q. voce).
Nome volgare del mirto.
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morUcino]
— 881 —
[moscato
mortteino = lat. morticInus da m6rs
= *morts morte, ond'anche lo sp. morte-
cino che staper morire, rum. mortacina
=port. mortesinho carogna.
Aggiunto per lo piu di Came e Lana,
e vale di pecora morta di morte naturale.
mortffero = lat. mortIfbrus dai temi
di m6rtbm morte e di fbrrb portare.
Che apporta morte; Che fa morire, Mi-
cidiale.
mortiflcare =» b. lat. mortificarb for-
mato dal class. MORTfFious mortifero com-
poeto di m6rtbm morte e tema dl ♦figArb
forma indebolita di fAgbrb fare.
Propr. Ridurre a stato di morte j indi
Rendere insensibile; Beprimere il vigore,
i sensi, le passioni; Macerare il corpo con
digiuni e penitenze; Attristare; Domare,
Umiliare, Awilire.
Deriy. Mortiflcativo; Mortificazitnc.
ztdrto rum. fr. e cat. mort; sp. muer-
to; port, morto: dal lat. m6rt[u]ds par-
ticinio passato di m6ri morire (v. q. voce).
Uscito di vita; come sost. II corpo umano
reso cadavere.
mortorio Contratto da mortu6rio, che
e dal lat, m6rtuus morto (cfr. Mortuorio).
Onoranza o Cerimonia nel seppellire i
morti; fig. Riunione di persone, dove man-
chi il buonumore e il lieto conversare.
mortuarlo « lat. mortuArius da m6r-
tuus morto (v. q. voce).
Che concerne morti; Funebre.
mortudrio = lat. medioev. MORTUdRius
da m6rtuu8 morto.
La rendita del patrimonio di una com-
menda, corrente dalla morte di chi n'era
investito e spettante al comune erario.
ndrra dial, sic morvu; dal fr. mor-
ve = sp. muermoi port, mormo: che
sembra derivare dal cat. m6rbus malattia
(cfr. MorbigUone = Morviglione).
Morbosco scolo di mueosita dal naso:
ed e malattia de'cavalli.
■drrido Lo stesso che Morbido.
nosaico e mm&alco prov. mosaic, mu-
sec; fr. mosaique; sp. eport. mosaico:
— b. lat. MUSAlGUM — MU8IVUM (sott. 6PUS
lanoro) dal^r. MOT8BION e questo da m6ysa
nusoy divinita favolosa preposta alle arti
(v. Musa).
Rappresentazione di oggetti per mezzo
di pezzuoli di vetro colorato o di smalto,
orvero pietruzze naturali e marmi di di-
versi colori, insieme collegati da imitare
una pittura: forse cosi detto per la bel-
letsa, durevolezza ed eccellenza sua; fia.
Opera letteraria o musicale composta di
Ttri pezsi senza unita.
■mca rum. musca; prov. cat. e rum.
mosca; fr. mouche : — lat. musca = or.
MriflKB diminut. di myIa per *myb1a, che
eonfronta col sscr. makshi-ka, a. slav.
much&, lit. muse, letton. musa [affine
all'a. a. ted. mucca, mod. Muoke =»z«nd.
makhshi tantara]: ed a cui taluno assegna
la stessa origine del lat. mus = sscr. mud a
topoy cioe la rod. mus- col senso d'involare
[sscr. mud-n&ti ru^alrc|J (cfr. Murice).
Noto genere d'insetti ditteri: fig. Uomo
petulante e noioso; per similit. il Ciuffetto
di peli, che si lascia sotto il labbro infe-
rior©; e il Punto nero, che sta in mezzo
al disco del bersaglio.
< Mosca cieca » Giuoco puerile dai Greci
passato ai Romani e tuttora in uso, oon-
sistente nel bendare gli occhi ad uno, il
quale viene leggermente percosso da tutti
gli altri, finch* egli, brancolando e bat-
tendo alia cieca a destra e sinistra, rie-
sca ad aflerrare qualcuno.
Deriy. Mo$ctto; Motcaiubla: MoscUo; Moses-
rtoo; Moschsrfno; MoscMMo; Moscino; Mosctins.
moscada fr. muscade: «= b. lat. mu-
scAta [sottint. nus noce] dal lat.uvBcuB
muschio (v. q. voce),
Nome di una noce aromatica prodotta
da un albero indigeno delle Molucche, che
rammenta il colore e l'odore del muschio,
usata per condimento dei cibi.
moscado =» lat. musgAtus da muscub
muschio (v. q. voce).
Materia odorifera, pin comunemente
detta Muschio.
moscaio =■ lat. musoArium da musoa
mosca e terminazione -Arium indicante
luoao dove si raccolgono cose o animali.
Quantita di mosche riunite.
moscaiola e moscaiudla I Latini dis-
sero muscArium il caccia mosche ed il para
mosche o moscaiola: la voce italiana e il
diminutivo musgarIulum ridotto al fem-
minile.
Arnese composto di regoli di legno, di
forma quadra e impannato di tela o sot-
tile graticola di ferro, che serve per guar-
dare dalle mosche carne o altre cose da
mangiare.
moscardlno fr. muscardin.
Confezione di muschio e altre droghe
da tenere in bocca, per far buon fiato;
fig. Zerbinotto, Ganimede.
moscardo [fr. emouchet].
Lo stesso one Mosche tto; e si disse
cosi una specie di Sparviero da caccia,
perch6 screziato di macchiette, come mo-
sche, sul petto.
moscatello e moscadello Nome d'uva
e anche del vino fatto di cotale uva,
cosi detto del sapore che ha di mosoAdo
o muschio (cfr. moscato).
E usato anche in forma di aggettivo; e
diamo pure questo aggiunto a diverse
sorta di frutta, che hanno un odore simile
al moscadello, come pere, fragole, poponi,
ciriege e simili.
moscato e moscado dal b. lat. musoA-
66
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moscato]
TU8 che ha odore o $apore di muschio (v.
Muschio).
Vino che si trae dall'uva moscata: cost
detta perch6 ha un certo lieve odore di
muschio o di noce moscada. II suodimi-
nutivo e Moscatello o Moscadello, che
vale il medesimo.
moscato Aggiunto di quel mantello
de'cavalli, che sopra il bianco ha sparse
alcune macchiette nere a guisa di m6sohb,
che dicesi propriamente Xeardo moscato.
moschea, ant moscheta e meschita/r.
mosqu6e; sp. mezauita; port, mesqui-
ta; ingl. mosque: aall'ar. mbsdcud luogo
di preghiera, di adorazione, che viene dal
verbo sadgiad adorare, prostemarsi (cfr.
pers. musk a tempio).
Tempio maomettano, dove non si veg-
gono altari, ne deoorazioni, ne immagini.
moschettare fr. moucheter. — Scre-
siare di macchiette, come piccole m6schb.
Deriv. MoschsttaMra.
mosehe'tto fr. mousquet, ant. mou-
schete; sp. mosquete; lat medioev. mo-
scheta.
Questa voce e formata sul nome di una
sorta di sparviero da caccia, screziato il
petto di macchiette, come m6schb, detto
anche Moscardo (sp. mosquet, mos-
queta, fr. 6muchet, lot mid. musce-
tus), in quanto fu un di comunissimo
I'uso di dare nomi di animali, speciabn. di
rapina, alle armi da tiro, quali per es. Co-
lubrina, Falcone, Falconetto ec. — Arme
a ruoco portatile, ma jrrave al maneggio,
in uso prima del facile, che si sparava
dando fuoco alia polvere col mezzo di
una miccia. Indi questa voce rimase in
alcuni luo^hi a specificare una Sorta di
piccolo schioppo, usato da alcune caval-
lerie leggiere, da portarsi col calcio all'insu
appeso a una bandoliera ad armacollo.
Deriv. Moschetteria; Moschettilrt; Moschettdns.
mosciame e mosetama Alcuni da mo-
soio: ma probabilmente e dall* arab. mo-
Sammbd cosa dura [moshbt solidol.
Sorta di salume fatto di filetto del tonno
tenuto in soppressa per alcuni giorni, fin-
che sia bene assodato.
moscino, moscerino Forme dimutive di
mosoa e piu spesso di mosci6ne, 1' inset to
del motto.
mdsclo [cfr. prov. mo is, vallon. muss,
sp. mustio, catal. mox afflitto, mesto]:
dal lat. mucidus = muogidus (onde mu-
g'DUS, MuSTius, musgius) ammuffito, d'onde
il senso di neghittoso, melanconico: a cui
si rannoda anche Vant. fr. moiste (ingl.
moist), mod. moite, curvalic. moust,
rtr. musch, dial. lomb. moisc umidic-
do (v. Mucido). Altri spiega col lat. mu-
SOIDUS coperto di muschio.
Yizzo, Floscio, Debole: alio stesso modo
che Molle vale bagnato eflaccido, debole e
— 882 — [mfcta
snervato, e il ted. faul, che vale patrtfo e
pigro.
Deriv. Ammo$dr$.
moscidne dial. veneU muss on; [fr. mou-
ucheron; limos. moustic]: dal lot. barb.
mu88i6nem, musti6nhm, che riconnettesi
non gia a musca mosca, ma mustum motto,
Insetto dell'ordine de'ditteri, che nasoe
nelle tinaie al tempo del mosto, detto oo-
munemente Moscino (ted. Most-fliegeJ,
mossa v. Mono.
mdsso dal lat mover's muovere, mediante
un partic. *m6vitus, poscia accorciato in
m6tus per mov'tus.
Participio pass, di Movere o Muovere.
Al femm. « Mossa » si usa sostanti*
vamente per Movimento; e cosi vale il
Luogo dal quale si muovono i barberi, che
corrono il palio, detto anche al plurtle
« Mosse » [d'onde i modi « Dare le mosse »,
« Stare o Tenere alle mosse », « Easere I
buone mosse > ecc.l; il Modo o l'Atto di
muovere i pezzi della scacchiera.
mossolima v. Mussolina.
mostaceio emostacchio rum. mustate;
rtr. mustaaz; fr. moustache, ftretmu-
staich; sp. mostacho; [aJban. m us ti-
kes]: da un b. lat. mustAgbus formato
sul gr. doric. mustax - genit. mustakos •
invece di mAstax, che propr. s^gnifioo
bocca [da mas-Aomai masUco] e indi i pdi
che crtBCono sul labbro superiore, buffi, ha- I
sette (v. Ma8ticarc\
Parte della barba, che si lascia cresoere
sul labbro superiore. Dicesi. anche per
Ceffo, Muso, Faccia, ma in questo senso e
adoperata solo la forma Mostaceio.
Deriv. MottacciMa; Mottaccitf** = Colpo dell*
mano aperta tul moetaeelo.
mostaccindlo Forma dim. del lat. kv-
StAobum tdrta da nozzc composta di farm
impastata con m6sto (lat. mustum), for-
maggio, anaci, e cotta sopra foglie di
lauro, che veniva distribuita agli amici
degli sposi dopo il convito: e tuttora oosi
appellasi nella provincia Bomana una Pa-
sta dolce con mostarda, mandorle ed altro.
mostarda prov. e port mostarda; a.
fr. mustarde, mod. moutarde; ingl. mu-
stard; ftp. mostaza]: dal lat. mustum
motto, a cui taluno vorrebbe aggiunta la
voce Ardbns ardente. mentre invece la
finale non e che il sumsso germanico -ard
— ted. -HART.
Mosto cotto mischiato con farina di se-
nape, che gli da un sapore piccante ede
adoperato per salsa.
Deriv. MostardQra; Mo$tard<no.
mfoto rum. must; prov. mostz; am.
fr. moist, mod. mout; cat. most; ap. e
port mosto: — lat. mustum da mustus
novello, cioe non fermentato fsottinteso vi-
num vino]. Ma altri connette a KtisSARR
e il Diez all'a. a. ted. mos musco e $chiuma:
mentre il Bugge dubita che stia per
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mdstraj — 8
mudstus, dalla radice mud-, che 6 nel
sscr. modate - p. p. mudita - raUe-
ara|r|«, gode\re\, mud gioia, ebrieta, ana-
loga alia rod. mad- del sscr. madati ral*
Ugra\re\ y inebria\re\, mad -as ubriachezza,
mat-tas ebbro, madh-u liquore inebriante.
vmojfniele, e d'onde pare il gr. meth-u,
meth-e ubriachezza, methy-sos ubriaco,
Pa. a. ted. metu, mod. Meth idromele eo.
Sago receate delle ave spremate, che
aon ha ancora fermentato.
Deriv. Moscfno; Moscidhe; Mottacciublo; Mo*
it&rd*; MotUfto; Ammoit&re.
mristra da mostrare (v. q. voce).
II mostrare, e la Cosa messa ia vista;
quindi Saggio di mercanzia; Armadio ve-
trato nelle ootteghe, dove stanno in mo-
stra le mercanzie ed anche la Distesa delle
medesime. — Dicesi coei anche la Rove-
scia di panno, per lo pin di colore diffe-
rent*, in alcone vesti, altrimenti Mostreg-
giatura; e la Parte delTorologio, ove sono
segnate le ore,, ecc.
Deriv. Mostricfna; Mottrfno.
mostrare rum. mastra; prov. mon-
strar; cat. sp. e port, mostrar; a. Jr.
monstrer, mod. montrer: =» lot. mon-
strArs dalla rad. mon- (— man- pensare).
che trovasi in mon ere awertire, far sa-
pere, ricordart, che equivale a far pen-
tart: cir. ang-sass. mon-ian accanto a
man-ien == ted. mahnen ridurrt a mente
(v. Monito e cfr. Mostro).
Indicare, Additare; Porre sotto gli oc-
chi altrui; Esporre; Bendere evident©,
Provare [che e quanto dire Palesare agli
occhi delrintelletto].
Deriv. MostrdbiU; Mottramtnto; Mottr&nza,
(onde Rimostr&nza); Mottrcttfvo; MottraWrt-trfce;
MostrazUhu, (onde Dimo$trazi<Sne); Mottreggia-
b&r*. Comp. DimostrUrt; Rimortrare.
mtotro dal lot. m6nstrum = *m6nes-
-trum prodiaio, cosa straordinaria, con-
tro natura, cne trae direttamente da mo-
nbrb awertire (v. Mostrare): quasi stia per
awertire, secondo ana idea superstiziosa
degli antichi, della volonta degli dei (quod
moneat, dice Fe9to, voluntatem deorum).
Ogni fenomeno contro natura £ra gli
Qomini e nella natura.
Deriv. Mostrutfao [= ant. Mostrtfao], onde Mo-
*ruo$U&; Mostritfno.
nostrvdso = lot. monstbu6sus che e
contro natura, da m6nstrum prodiaio (v.
MostroX
Che na del moetro; fig. Bestiale: Crudele.
mota da mAlta cemento, melma, pronun-
riato kAuta. Questa voce quindi non ha
che fare col fr. moitb = ant. moists
(— lot. muoidus) umidiccio, di cui a M6-
scio. Altri illuso dal suono pretende spie-
gare coWingl. mud = irl. mud a (ted.
moder, oland. m udder), che confronta
eoll'o&an. mute, or. mjxlos (fenic. moto)
fongo, onde my a ad sono bagnato, mar-
osco (v. Madido).
id — [mottf tte
Voce antica usata anche dal Boccaccio
e dal Sacchetti, e vale Terra quasi fatta
liquida dalTacqua e smossa dai passanti.
(Taluni spiegano con essa il nome lot.
Mutina Modena, simile a Lutetia, nome
latino di Parigi, da lutus fango).
Deriv. Mofocrto; Motfoo; Motriglia = Motfglia.
motfvo Jr. motif; sp. e port, motivo:
=» lot. Moxtvus da m6tus part. pass, di
movers muovere (v. q. voce).
Atto a muovere; come sost. Ci6 che
spinge, che suscita a fare, Impulso.
In music. L'idea primitiva che domina
in tutto un pezzo di musica, L'espres-
sione di un pensiero musicale. — « bare
i motivi > dicesi nel foro per Addurre
le ragioni fondamentali di un giudizio.
Deny. Motivars; Motivasidne.
moto — » lot. motus per m6vitus da
movers muovere (v. q. voce).
II passare da un luogo ad un altro,
Movimento; figurat. Sommossa, Tumulto,
(fr. muete. mod. meute, a. sp. muebda
= *m6vita); Fatto d'arme, Fazione.
« Moto-proprio » =» Decreto di principe
derivante dalla sua assoluta volonta.
Deriv. Mot6rs-tr€ce* Ofr. Ammutinare.
motriglia da mota, insinuata nella ra-
dice una r, forse per rafforzare.
Voce delTuso toscano analoga a Limo,
Fanghiglia, Poltiglia.
mdtta ant. prov. mota opera di atfesa
di un casteUo; ant. Jr. mote collina, diaa,
altura munitadicasteUo t mod. motte zolla,
gleba; sp. e port, mota raccoUa di terra
per chiudere uno staano. Pare dal germa-
nico (passando dalla Francia), dove si
trova u frison. mot deposito o massa di
torba t zotta, il bavar. mott mucchio di terra
paladusa, lo svu*. motte %olla e V oland
moet, mot piccola etevasione. che cfr. col
celto [gaelic. e irl.) mota monte. colltna. Si
cita anche 1' ant. alt. ted. molt a «■ got.
mulda divenuto in basso ted. mdt, quale
vedesi nel composto m6t-wurf (mod. alt.
ted. Maul-wurf) talpa, cioe Vanimaleche
getta le motte per far si la tana (wurf
qttto). Propriamente cumulo, massa, onde
il senso di tolla.
Scoscendimento di terreno, o la Parte
della terra scoscesa; altrimenti Frana.
Deriv. Ammottbre; Smott&r*.
motteggiare = dir motti ofacezie; Pun-
gere con motti, Beffare [la desinenza eo-
giArb da il senso generico di frequenza].
Deriv. MotteggtvoU, onde MotUgwolmtntt ;
MotUggiamtnto; Motteggiatdre*trice; MoiUggio.
mottltto diminutivo di motto nel senso
di breve proposizione, breve composizione.
Nel sec. xin: Composizione armonica,
che aveva ordinariamente per base un
frammento di aria popolare. Oggi Piccolo
pezzetto di musica sopra parole religiose
latine, destinato ad essere eseguito in
L
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mdtto]
884 —
[m6u«
chiesa, senza far parte del servizio divino;
od anche Sorta di componimento poetico
per lo piu di poohi versi in rima conte-
nente alcun concetto.
motto prov. motz, fr. mot parola, detto
e in provenzale anche verso [col verbo
motir mostrare, che confronta col dial.
$ard. mutire chiamare]: cat. mot; sp. e
port, mote (dal francese): =» to. medioev.
muttum, che il Diez trae dal c/om. mu-
tIre borbottare, bisbigliare 9 parlare a voce
somme8sa e imperfetta, plasmato snl suono
mu- (cfr. Muto?): propr. breve detto. Altri
pensa al gr. mythos parola (v. Mito).
Voce usata dall'Alighieri e dal Boccac-
cio e vale ogni specie di Detto breve ar-
guto, o piacevole, o pungente, o prover-
oiale, o simile.
Deriv. Motteggi&re; MotUtto.
motnproprio Espressione latina che si-
gnifica di proprio movimento (v. Muovere)
ed appartiene piu che altro alio stile delle
bolle papali.
Decreto del principe fatto senza udir
prima il oonsiglio de'ministri; ed e coel
chiamato perche nasce dalla sua assoluta
volonta.
morente — lat. movbntbm participio
presente di moverb muovere.
Che muove o si muove; fy. Che da prin-
cipio. — Come sost. Ci6 che da Pimpulso,
C16 che determina, Cagione principale.
movenia da m6vbrb per mezzo del par-
ticipio presente movents.
II muovere o muoversi, e specialmente
il Garbo del muoVere la persona, l'Atteg-
gi amen to.
movere v. Muovere.
moiione =* lat. moti6nbm, acousativo
di m6tio da motus participio presente di
movers muovere (v. q. voce).
II prinoipio o l'atto di muovere; e fig.
nel linguaggio par lamen tare: Proposta
fatta in un'assemblea deliberante per uno
dei suoi membri.
c Mozione degli affetti » — II muovere
la pieta, l'ira, lo sdegno ecc. di chi ascolta.
Deriv. Emoeufne.
moizarabico sp. mozarabe, musta-
rabe: dalParaft. mustareb, mostarib pro-
pr iam. arabittato: nome applicato in Spa-
gna ai cristiani, che vivevano in mezzo
ai mori o ai Saracen i, i quali avevano un
rito religioso particolare, e specialmente a
quelli di Toledo, che avevano in questa
citta sei chiese per esercitare il loro culto
(Devic).
Che ha rapporto ai mozzarabi: p. es.
Liturgia mozzarabica, cioe liturgia usata
in Spagna dai cristiani sottomessi agli
arabi, che sebbene con carattere in gran
parte greco, era in lingua latina.
mozzare sp. mochar; [fr. emousser;
base moztua]: da mozzo troncato (v.
Mono 1).
Tagliare una parte del tutto; altrimenti
Troncare, Am pu tare, Mutilare.
Deriv. MoMtamjnto; Moaeattira; MoMsic&re; 8ca-
mozz6tta sp. muceta [ed anche alma-
cio e almocela con l'artic. arabo, che
si ritrova nel barb. lat. almutia, prov.
almussa, almucela, ant. fr. aumus-
se col diminut. aumucette]: diminutivo
di mozza (non usato), che va congianto a
mozzare, che cfr. col ted. mutzen moz-
zare che vale lo stesso, d'onde mutze =
sved. moessa, oland. muts berretta (cfr.
Mozzo 1).
Specie di corto mantello; e quindi Pic-
colo mantello di seta, oltrepassante di
noco il gomito, soli to porta rsi in funzione
aa'sacerdoti costituiti in qualche dignita
ecclesiastica. Esso e talvolta di martora
o di vaio, e in origine era destinato a di-
fendere dal freddo intenso d'inverno nel-
l'offioio della notte.
mozzlcare verbo attivo frequentativo
di mozzarb, che dicesi anche Smoizi-
care.
mozzicdne da mozzicare =- troncare.
Quel che rimane di cosa troncata o ar-
sicciata, specialm. di sigaro o di can del a.
mozzina Voce di origine oscura. II Voc.
Univ. di Mantova non si sa con quanto
fondamento cita e pone a scelta da ud
canto Yar. mezza perfido, menzognero,
mezim vizioso, dall'altro muzhin che
vince coll'ingegno. II Minucci (Note al Mal-
mantile) invece pensa che possa venire
dall'uso di mozzare gli orecchi ai precoci
delinquenti.
Astuta, Furfantella, Baroncella: par-
lando di donna scaltra.
mdzzo I. in signincato di Tagliato in
qualche parte, e quindi Non acuto, Ot-
tuso cfr. col retico mutt, mutsch, prov.
mos, fr. mousse (onde emousser),
sp. mocho. Dal germanico: oland. mots
(sviz. mutz) mozzato, onde il verbo mot sen
= med. alt. ted. mutzen (mod. ver-mut-
zen) mutilare (Diez); che proviene dallo
stesso radicale del lat. mut-ilus muti-
late, tagliato e mutius usato dai La-
tini solo come pronome. Alcuni per6 lo
deducono direttamente, in specie lo sp.
mocho, dal latino. |
Deriv. Mozubre; MozzStta; Mozzitto; Mozutne.
2. Servo di stalla e di nave: in queeto
senso cfr. prov. mos (che quale aggett. vale
smussato) % fr. mousse, sp. eport. mozo
giovanotto, garzone. [Anche il celto di Cor-
novagliaha moz giovanetta, serva\. II Diez
dal lot. MU8TU8 giovane, novello fcambiato
in bocca spagnola st in z, alio stesso
modo che da m lis turn mdsto si fece lo sp.
mozo (in Ruiz), che vale lo stesso]; ma
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r^FT^^»-
nozzo]
— 885
[mucilagine
potrebbe bene oonnettersi anche a m6zzo
tagliato (v. Motto 1), e ci6 per la stessa
ragione addotta per T6so e Ragazzo,
cioe per la usanza medioevale di man-
dare i servi col capo rasato. Da servo ne
sarebbe poi venuto il significato di aio-
vandtOj al modo stesso del lat. puer/an-
ciullo, che si adoper6 ancbe per servo, e
del nostro ragazzo, cbe val pore servo di
bottega. Cfr. il base, mutila raganzo.
mbiko prov. muiols; /r. moyen: dal
lat. modiolus (dimin. di modius) che pur
valse moe'eo (della ruota), d'onde si lece
M6zzolo, poi accorciato in M6zzo, ov-
vero direttamente da m6dius misura di
capactta e per somiglianza di forma la
base in cui stava infisso Valbero della nave.
La forma provenzale e francese perd non
pu6 staccarsi cbe dal diminutivo (v. Mog-
gio e cfr. Meztina).
Pezzo di legno cbe sta nel centro della
ruota, dove s' incastrano i raggi, e in
mezzo al quale passa Passe; ed ancbe il
Pezzo di legno al quale sta appesa la
campana; fig. Pezzo di terra, di pece, di
metallo, o simil materia staccato dalla
sua massa.
Deriy. Mbziolo = pe»o di cheoohessia, p. et.
di pane spicoato dalla sua massa.
mozxone da mozzo nel senso di corto.
Quel breve pezzo di sverzino, cbe si at-
tacca in fondo alia frusta per farla scbioc-
care.
mozzorecchi Propriamente e aggiunto
che si dava a uomo raggiratore, bindolo;
percbe in taluni luoghi i malfattori ve-
nivano .contrassegnati colla mutilazione
dell'oreccbio.
Oggi si da ai Sollecitatori di affari le-
gali, ai Causidici di poco conto e imbro-
glioni. (II Salvini gran fautore di etimo-
logie aneddoticbe e fantastiche, seguendo
il Magalotti, lo deriva dalla similitudine
de'cani, quando ban mozzati gli oreocbi,
che mancando di quella presa possono
pigliare, senza lasciarsi cbiappare).
mncea dial. lamb, mugra, ticines. mol-
gia bestiame: alcuni dal muooIrb = lat.
xugIrjb, gr. mykan, Ulir. mukkati [onde
my eke, mykemam^oj (v. Muggire):
ma sembra meglio da mungere. II Tom-
maseo, non approvato dallo Zambaldi, pro-
pone il lat. buoula dimin. di bos bove.
II ted. Milch-kuh vacea da latte indi-
cate dal Caix si presta ancbe meno.
Nome cbe si da in Toscana alle vacche
mzzereriserbate alia produzi one del latte.
■tcchero Voce araba, cbe vale Acqua,
in cui sieno state infuse rose o viole.
nacchio II Delatre lo confronta all'an-
glo-sass. uvea, cbe vale lo stesso, connet-
tendolo alia rad. mah-, MAG- crescere, in-
grossare, ond'anche il lat. magnus gra
(v. Magna): ma i piu, cqn lo Storm, dal
cumulus cumolo, trasposto regolarme
in muculus, poi sincopato in mug'lus
rendere piu facile la pronunzia (v. (
mulo e cfr. Colmo, Ingombro). II Diez m<
felicemente da montIoulus (contratto <
enorme sforzo in mont'clus, mot'cl
mo'clus), owero da mutulus = mutil
cbe nella barbara latinita signified am
mucchio di terra, diga (v. MitUo).
Quantita di cose o persone ristretto
accumulate.
Deriv. Ammucchihre.
mucciaccio dallo sp. muohaoho raga
da mocho cui sono stati tagliati i cape
simile al nostro M6zzo e T6so.
Garzone, Servitore.
mucciare 1. prov. mocbar; fr. (jpicai
moquer = se moquer (onde V ingl.
mock), cbe cfr. con lo sp. mueca, c
moca smorfia, beffa. Vuolsi congiunto
lat. mucous tnoecio, catarro, cbe fa sx
porre un verbo huocajus [fr. mouchc
come se dicesse spregiare si da sputa
sopra.
Tarsi beffe.
Deriy. MuccsHa = Beffa, VUlania.
2. -si. Nel senso di Trafugarsi e Sc
vare, usato ancbe dai trecentisti cfr.
dialett. smucciare sguisciare, sicil. a
mucciari = Jr. musser, picard. m
cher nascondere, da una rad. muc col sei
porre in oHsparte y cbe ritrovasi nell'a. \
muc bairn nascondo, nel med. alt ted. m
cben,mucken agire nascostamente, me
cblings/ttrtfvamente,ver-muchenpo'
in disparte, siebmuzen ritirarsi nell'os\
rita. Altri pensa all' a. a. ted. muzz
catnbiare.
mucco v. Muco.
muci v. Mucia.
Voce con la quale si cbiama il gatto
mncia e mfiscia Lo stesso etimo di 3
cio (v. q. voce). [Cfr. ar. mucb-ac
gatto ?].
Gatta, e propriamente quella cbe e p
cevole e mansueta.
Deriy. Muctno*Cna*
mucido rum. muced; fr. moite ]
moiste: = lat. mucidus da mucus m
do (v. q. voce).
Vicino a putrefare, Ammuffito.
Deriy. Muctdaglia; Mtfacto.
mucilagine e mucillagine =- lat. mu
lAgbnbm (in Teodoro Prisco) da muc
muco, con una desinenza formata sul u
dello della voce Oartflagine e sim.
Mucco e Moccio).
Sostanza vegetale di natura vischi<
coagulabile per Palcool cbe si avvici
molto alia eomma, e si trova in gi
auantita nei grani del lino, negli ac
del malvaviscnio.
Deriy. Mucillaginfoo e Mueillagginfyo.
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mricol — 8
mtico e mticeo = lot. mucus, mucous
(cfr. ebr. muq; an samuk; galles. e t*£.
smug, smuig), che si riconnette al lot.
mung-ere, e-mung-ere espeUere dal
naso, trarre fuori ed ha commie la radice
col gr. myk-ter (a lettera Vespulsore, U
secretore), m^xa per *m^k-sa, *myk-ja
tnoecio, apo-mys-sd per apo-myk-sd
mi soffio it naso, dalla rad. muk- spinger
fuori, sputare, che ritrovasi nasallzzata
nel sscr. munc'-a-ti - p. p. muc-ta -
scioglie\re\, libera\re\, lancia\re\, nel lit.
mukt dtstaccarsi [cf. a. slav. moknati
dwenire o esser motte, moc-iti immollare],
Nome di tntte le secrezioni, che ven-
gono alia superfice della membrana mu-
cosa e delle glandole ivi situate.
Deriy. Mucctfto, onde Muccotitb; Mtfccio; M6c-
coto; MMcido; MuciU&ggine.
Cfr. Miccia; MOggins; Mtingere.
mucronato = lot. mucronAtus da mu-
cro[n] =-= <pr. mykron punta acuta, dalla
stessa radice del gr. a-mych-e scalfitura,
lacerazione.
Latinismo usato nel linguaggio scien-
tifico parlando di corpi conformati a guisa
di spada, o pugnale, o simil cosa termi-
nante in punta, quale p. es. una foglia,
che finisca con una spina.
mnda dallo sp. muda che vale lo stesso.
Luogo chiuso, dove un tempo si tene-
vano gli uccelli a mudAbb (sp. e port.
mudar) ossia mutare o rinnuovare le
penne. L'Alighieri l'usa nel senso figurato
di Prigione:
Breve pertngio, dentro dalla muda,
La qual per me ha '1 titol della fame.
(Darts. Ii\ferno. ixxin. 22).
se pur la torre, dove fu rinchiuso il Conte
Ugolino non fosse cosi chiamata, come
sospetta l'antico commentatore, perch6 ivi
si tenessero le aoquile del comune a ma-
dare.
muezzino dall'arao. mubdhdhin o muaz-
zin gridatore pubblico, dal tema udhn o
uzn orecchio, onde adhana o azana ascoU
tarz, awertire.
Imano che dall'alto de'minareti chiama
cinque volte al giorno i musulmani alia
preghiera.
muffa 1. port, mofo; sp. moho; [alb.
muku]: dal lot. mucbrb ammupre, dal
ted. muff [onde muffig muffato, mttf-
fen muff are, muffeln puttare di muffa],
affine al gr. mfk&Bfungo e congenere al
/at. mucus moccio, mucidus ammuffito,
onde ilfr. moisi, che propr. e il p. p. di
moi sir «= prov. mozir, come plaiser
da plactre, taisir da tacire (v. Muco).
Specie di vegetazione molle e vischiosa,
che nasce nei luoghj umidi ed oscuri alia
superficie dei corpi, che siputrefanno.
Deriv. Muff&re, onde AmmuffUrt: Muffato,
onde MuffaUlla, Muffattna; Muffatxccio; Mttf-
ftttarSUfna; MUffldo; Muffo, onde Muffire; Muf-
J6to, onde Muffositil.
(6 — [mifione
2. Nel senso di Aria del volto arcigna
e altezzosa, e quindi Albagia, sembra lo
stesso del fr. mufle muso, ceffo (onde il
vallon. moufler gonfiar le guancie, e nor-
man. moufler fare it muso, il picard.
moufeter contorcere la bocca) e trova la
sua ragione nel germanico: ted. muff el
muso, grugnito (in Grimm), a. a. ted. mu-
pfan contrarre la bocca, med. alt. ted. muff,
mupf storcimento di bocca, smorfia, bavar.
m u f f e n | coll'interativ. m u f f e 1 n] = oland.
mop pen stare ingrugnito, brontolare, onde
muftisch burbero, cupo, ingl. mop, mow
faccia contorta (cfr. Mops), svizz. maiiel
per mauwel aspetto ardgno, di cattmo
umore: che dev'essere voce onomatopeica
indicante abbaiare, mugolare, muggtre o
simili, oyvero nascere dallo stesso ceppo
del ted. Maul (ant. mula) bocca, muto,
onde maulen fare il muso (cfr. Mapt,
Mufione e Muso).
Deriv. Muff&to-ino detto di persona a oui per
la minima oosa aalta la motca al naao e faoil-
mente ei adlra (cfr. dial, venes. muffo = melu-
conico, tristo; ingL tnoppe = paaxo, matto.
muffo = V oland. muf (ted. muffig) che
vale lo stesso (v. Moffo).
Muffato.
Deriy. MuffCre \=prov. muf fir, ted. m tiff en]
Divenir muffato.
muffola e mufola sp. muf la: fr. mou-
fle (che vale anche guanto): dal b. hi
muffola (nei capitolari di Carlo Magno,
principio del sec. ix) e moffula, che propr.
significo manicotto di peUiccia per tsner
oalde le mam', alia pari del suo geuitore
ted. (dialett.) muftbl — oland. mofpkl
[onde i verbi muffeln, moffeln = ingl-
to muffle awolgere, aoprire], i quali sono
diminutivi di (frison.) muf, (inal.) muff,
(oland.) mof manicotto, e come femm. ma-
nica atta a coprir la mano [che sembra in
contatto col med. alt. ted. mou, mouye,
che vale pure ermellino]. II Littre dubita
che il lot. moffula sia piu antico del ted.
moffel e non e alieno con lo Scheler di
trarlo dal lat. manupola o manIpola co$a
che awolge la mano (cfr. Camuffare). Una
volta adunque signified copertura^ delk
mani, onde poi sembra venuto il signifi-
cato di vaso e coperchio.
Propr. Vaso di terracotta che si ado-
pera per esporre q. c. alFazione del faoco.
senza che la fiamma vi tocchi immediata-
mente. Si disse poi cosi un Coperchietto
di terra forato, che sta a mezzo il fornello
di coppellazione per reggere i carboni.
mufldne dal fr. muflon, che il Littre
dice esser probabilmente congiunto al tea*
muff el, moffel ceffo, muso ed anche cane
dai arossi labbri pendenti, forse da un ra-
dicale col senso di gonfiare, al quale per-
ci6 bene aderisce anche ilfr. mufle ceffo,
mouflard che ha U viso paffuto, il 1> or 9-
m6fl6 paffuto, il vallon. moufler gonfiar
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j
■ttfti]
legotCy calprov. m of let, moufle, picard.
mouflu tenero, morbido (v. Muso, e Muffa 2).
Quadrupede selvatico ruminante simile
al daino, con le coma pari a quelle dei
montoni: cosi detto probabilmente piuche
dal mu80 rilevato, come sembra pensi il
Littre, dal suo morbido vello: perocche
dal preconcetto di gonfiart nasce sponta-
nea l'idea di user soffice e morbido. E'
Vow arte* di Linneo, detto pore Montone
di Corsica e Mofo.
mvftf daM'arab. mupt! che da una rispo-
$ta decisiva, giureconsulto, che e participio
del verbo fata (alia 4 a forma apt!) giu-
dicare, far conoscere la verita con un re-
sponso giuridico [f atwa giudicato, sentenza],
II capo della religione maomettana, le
coi funzioni, superiori a quelle del Cadi,
consistono nel nsolvere in ultimo appello
i punti controversi in materia di diritto
civile e religioso ; e la sentenza resa da
lui dicesi « fefta ».
mvgarero sp. almogavar; port, almo-
gaure: dalVarab. al [articolo] e mogavir
combattente bellicoso ed anche depredatore:
voce entrata in Italia probabilmente dalla
Spagna.
Soldato catalano armato alia leggiera a
cavallo od a piedi. I Mugaveri ebbero
gran parte nella guerra defi'Italia Meri-
dionale ne'sec. xn, xm e xrv, ne T quali
s'indicava con questo nome la fanteria
spagnuola o catalana mesoolata di Mori
e di cristiani.
mugghiare e mngliare dial. sard, mui-
lare; jr. mugler, meugler: contratto,
dal b. lot. *mugulArb onde mug'larb for-
mato su muggIrb (v. Muggire), simile a
Rugghiare, che e da ruggire.
Lo stesso di Mngliare, e per metaf. di-
cesi anche degli uomini, delraere tonante,
del mare.
Deriv. MugghiamSnto e MUgghio = MuggGo.
Cfr. MugliarV w ^
mtggine fr. muge; sp. mujol, mugil;
port, mugem: dal lot. mugil - ace. mu-
aiLKM - [gr. m^xinos] dalla stessa radice
del lot. mucus [=- gr. mykos e m^xa]
mocdo (v. Moccio).
Sorta di pesce marino coperto di grandi
squame viscose, detto anche Cefalo.
nuggfre prov. e port mugir; ant. fr.
muire, mod. mugir; sp. mujir: =*lat.
mugIre, che e onomatopeico, come il gr.
mukao|mai| muggisco, V a. a. ted. muc-
casan, mod. mucks en, Villir. mukati
**ggire, il ssor. mog'ati, mung'ati
nugge [cfr. ant. ted. muck en parlare in-
dutintamente] (cfr. Muoca e Mussare).
Mandar fuori la voce, che fanno i buoi
ed altri animali grandi; fig. Dicesi anche
del mare, quando rumoreggia in tempesta.
Deriv. MugghUirt; Muggiol&re; Muggtto — lat
nagitns \gr. mykd] Mugli&re; Mugulare.
— 887 — [mulaechia
mugherino da muschio, per mezzo di
una forma simile al fr. muguet, che sta
per musquet mughetto (v. q. voce).
Sorta di pianta gentile di grato odore
che alligna nei nostri giardini e fiorisce
in estate, originaria delle Indie. Iasminum
sambac.
mughetto dal fr. mugubt alterato da
musgubt. che sta per musqubt da musc
muschio (v. q. voce).
Pianta, che fiorisce in primavera e porta
piccoli fiori bianchi di odore gradevolis-
simo quanto il muschio (v. Muschio e cfr.
Mugherino).
I medici chiamano cosi per simUit. Una
eruzione miliare della membrana mucosa,
che investe la bocca e le vie digerenti
nei piccoli deboli, mal nutriti e tenuti nei
luoghi umidi e nel sudiciume.
mngliare Jr. meugler: da mugolarb
per mezzo di una forma sincopata mug'lA-
rb, che fa capo a muggIrb.
II mandar fuori la voce che fa il be-
stiame bovino; e per simUit. dicesi di ani-
mali diversi dal hue, ed anche del leone.
Deriv. Mtiglio [= MUgghio, MOggtto].
mugnaio rum. molar = molarius;
prov. molinier, monier, monnier; fr.
meunier; sp. molinerojporJ. moleiro,
moendeiro [ted. MullerJ: dal b. lat. mo-
linArius mol'nArius, per mezzo del prov.
monier [come Bagno da *balineum, ba~
Z'neumj, ed esso da m6la macina (cfr. Mu-
lino).
Quegli che fa il mestiere di macinare
grano e biade.
« Pesare alia stadera del mugnaio e non
alia bilancia dell'orafo » = Esaminare
una cosa alia grossa e non alia minuta.
mogolare dal lat. mugIrb muggire,me-
diante una forma mugolArb, che raccor-
ciata in mug'larb diede Mngliare e
Mugghiare: come dal lat. ragire (fr.
raire) si fece Bagliare e Bagghiare.
Mandar fuori una voce inarticolata si-
gnificante lamento compassionevole; pro-
prio del cane quando manda fuori un certo
suono di voce sommessa per allegrezza o
per piacere, ch'e'senia, e qualche volta
per dolore.
Deriv. Mugolamfnto; Mugolfo; MtXgolo.
muiolo e mniudlo dal lat. modiolus
boccalt, diminutivo di m6dius specie di
misura (v. Moggio).
Voc. ant. Sorta di boccale.
mala sp. e port, mula: = lat. mula (v.
Mulo). — Femmina del mulo.
mulaechia dal ^.*monbdulAcula, *mo-
nbd'lAcula forma diminutiva di monb-
dula, che vale lo stesso (cfr. celt. bret.
moullech piviere?).
Uccello dl colore fosco nero, con la
fronte grigia e la coda alquanto roton-
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1
mulattiere-o]
[mtlttpb
data. E simile al corvo e impara a imitare
la favella umana. Altrimenti detto Gazza.
Deriv. MulacchtiUa = oicaleceio noioeo.
mulattiere-o da mulus, mediante una
forma mulattArius [come Cavaliere da
cabaUarius\
Quegli one guida i muli.
DeriT. Mulattftra applioato a via; oh© e aooet-
■ibile folamente a soniena dl mnlo (non ooi oarri).
mulatto [e m*lazio]/r. mul&tre: dallo
sp. mulAto (aggett.) e questo dall'arao.
movallad o muallad a letters procreato,
ma usato per indicare uno che nasce da pa-
dre arabo e da madrt straniera, owero da
padre schiavo e da madrt libera: affine
a valad figlio. Altri, a' quali sembra tro-
vare ana difficolta nella poca antichita
della voce nel linguaggio spagnolo, lo
danno come derivato spregiativo da mulo,
quasi mulAstro, che sol tan to pu6 avere
esercitato influenza nella voce francese.
Chi e nato da un nero e da una bianca
o da un bianco e da una nera.
muliebre — lat. mulIbbrbm da mulibr
donna (v. Moglie).
Appartenente a donna, Femminile.
mnlinare 1. Aggirare in vortice, preaa
la similitudine daUa ruota del mulIno; che
piu freqnentemente dicesi Rim u I in are.
2. Yale anche Meditare, Fantasti-
care, che il Flechia suppone possa esser
detto per murinArb, nato per metatesi da
ruminArb, che ha uguale signiflcato me-
taforico, anziche da molinArb nel senso
di macinArb, il quale nerd ha dalla sua
parte, oltre la isofonia, il confronto col lat.
molIri (da m6la marina), che ebbe il dop-
pio signiflcato di macinare e rummare
nella testa, come se dicesse volgere in giro
nella mente un pensiero (Marchesini, Stud,
di fUol. romanta).
mulinello diminutivo di mulino preso
nel senso di maochina girante.
Qualsivoglia strumento con ruota; U
rigiro de'venti, dell'acqua e simili ; metaf.
Rigiro, Macchinazione; vale anche Quella
ruota stretta, che fanno gli uccelli prima
di buttarsi al paretaip. — < Fare il muli-
nello » e termine degli schermitori, ed e
quella Ruota, che per difendersi essi fanno
coll'arme intorno al corpo.
mulino e molino rum. moara=«= mola;
prov. molins, molis; fr. moulin; cat.
moli; sp. molino; port, moinho; (ant
ted. muli, mod. Muhle; ana-sass. myln;
ingl. mill; celt. gall, muihon; irl. mu-
li onu): dal b. lat. molInum (sottint. sa-
xum pietra) = gr. myl6n, formato 8U
m6la marina «= gr. m^le (v. Mola). Nel
latino classico si disse moletrina o mu-
li tr in a, voce composta di m61a e rod.
tritare, on d' anche trititicum grano.
Macchina per girare la macine desti-
nata a ridurre i grani in farina; L'eAi-
ficio che la contiene.
Deriv. MuUndrs, onde Rimulin&re = a.fr. re-
monliner, sp. remolinar; MulinSU.4.
mtilo-a*p. mula [e macho, che la Mi-
chaelis spiega per *muacho ■= mula-
cho]; fr. mulet [ted. Maul, ant. mill];
=■ lot. MULU8 per *MU0LU8 «— gr.UY OHLOS,
[russ. mesk, serb. mazg-a, valac. mu-
shk-oin]: probabilmente voce misia,per
ch6 questo animale venne dal Ponto.
Animale nato d'asino e di cavalla o di
cavallo e d'asina.
I Latini per6 colla voce mulus desi-
gnarono il nato dall'accoppiamento del-
l'asino con la cavalla, mentre dissero hin-
nus [e noi Bard6tto e piu ant. Bur-
d6no] il nato da cavallo e asina.
Per simUU. si dice d'Uomo nato di non
legittimo matrimonio; aUrim. Bastarda
Deriv. Mul&ggins; MulaBQr+o: MuUsco; Mu
UUo.
mulsa-0 rum. mursa •■ lot mulsa-uv
e questo non da mulcbo - p. o. mulsus -
che vale propr. aocarewso e solo figurata-
mente aadolctsco (v. Molcere), dalla stessa
base di mbl miele [come sal sale accanto
a in-sulsus insulso].
Acqua cotta con miele, Idromele; al
mascolino • Mulso » Vino melato.
mtlitisp.eport. mult a; ant.fr. multe:
— lat. mult A (= osco molt a), che il
Breal rannoda a m6lbrb macinare, sup-
ponendo che in origine abbia indicate
una misura di farina da pagarsi per ca-
none o per ammenda. II Lessico settilhv
gue del Forcellini deriva auesta voce dal
lat multArb, che preeao gli antichi signi-
fied pure contare, numerare, mentre il caso
e inverso; e quelli che scrivono mulota da
mulgbrb munaere [ond* anche mulotra
secchio da latte], spiegando misura di loUe
da pagarsi in espiazione di qualche fallo,
come doveva awenire presso i popoli pri-
miti^i agricoltori e pastori. tero sono
tutte ipotesi campate nell'aria: e sol giova
frattanto contentarsi di sapere da V^'
rone, che i rustici del Lazio da prima
dissero « multa » la giunta di vino ne-
cessaria per empire una botte: lo che por-
terebbe bene al significato di compenso.
Somma di danaro da pagarsi come pena
di un fallo.
Deny. MuU&re = fr. m alter.
multifdrne e moltifdrme = lot multi-
formbm da multus molto e f6rma forma.
Che ha piu forme.
multiplo composto da multus molto e
plus piu usato come sunisso moltiplica-
tivo da una rad. pal-, pul- che ha il senso
di empire (v. PwiJ.
Che contiene piu cose; opposto di Sem-
plice, XJnico.
In aritm. riferito a numero: Che con-
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IP".I •! ■
mtimmia] — 8
tiene on altro numero qualunque per un
certo numero di volte esattamente.
mtemla fr. momie, ant. mumie; sp.
momia; port mumia; trial, mummy:
= lat. mumia e questo dalVardb. mCmya,
=per$. mCmayin voce legata a mCm o m6m
cero, gamma, sostanza balsamica.
Una volta signified un composto di di-
versi ingredienti ooi quali si imbalsama-
vano in Arabia i cadaver i; poi i Cada-
veri stessi oonservati per imbalsamazione,
che si ritrovano nelle sepolture di Egitto.
Per similit. e in scherzo si dice anche a
Persona secca e di pelle scura.
Deriv. Mumm\/Uare (= ridurre un oorpo or-
ganioo alio stato di mumroia), onde Mummiflca-
tiene.
mondlo =» b. lat. mundium dal longobard.
mund =» a. a. ted. munt difesa ) protezione
onde il mod. ted. Mund el pupillo, M fin-
dig maggiore di eta: che probabilmente
trae dalla. stessa radice del lat. munire
fortificare, moenia mura (di una citta,),
murus muro (v. Munire^.
Voce deigiurtsti. Protezione, Tutela, nel-
l'antica legislazione longobarda: special-
mente quella che il padre o il marito
esercitava sulla donna, che era ritenuta
incapace di prowedere a se stessa.
Gomp. MundibHrdo = prov. manbor, fr.
mainbour, mambom g = b. lat. munai-
bardua, dall'a. a. ted. mantfboro, ang-aaea.
mund-boro il Tatore della donna, e propr.
quegli che porta il mundio, osaia la tutela ed
anche l'Uraoio steeso della tutela [il aecondo
eUmento e da b er an .portara, onde burdl ca-
rico, peao}.
Mundualdo e Manovaldo = b. lat m u n d u a 1-
dui dal longob. mund-valt = ant alt. ted.
munt.waltd, da mund e a. a. ted. wal-
tfln = got. w a Id en dominate [affine al lat.
vale re valere), che designava Colui ohe aveva
la potest* del mundio.
mtingere e mugnere rum. mulge; ant.
prov. molser; 8p. mulger; arag. muir;
cat. muilir; port, mungir: = lot. mul-
gerb che vale lo stesso, portato alia terza
coniugazione sotto la influenza di mun-
gbrb [in e-mungere] cacciar fuori dal
*ato. U verbo mulgeo (p. p. mulctus) e
p&rallelo al gr. a-melgo, a-mergd, ed
anche a-molged, con a prostetica, al-
Valb. mielje, a. a. ted. m@lchu, mod.
melke, lit. melzu mungo, e sembra che
derivi dalla stessa radice [marg-, malgh]
del aecr. marg'&mi aster go, carezzo. Cfr.
got. miluka, a. a. ted. miluk, mod. Milch,
»l melg, a. slav. mleco (dal germanico)
latU: invece mungo (p. p. wunotus) = gr.
my 8 so per *mykj6 deriva dalla stessa
radice di mucus muco. (v. q. voce).
Spremere le poppe degli animali per
cavarne il latte (i Frances i diconotraire
=» lot. trahere); fig. Cavare ad altri
danaro.
Deriv. Mungana — Mongana; part. pass. Mtinto.
Gomp. Emungere; Sm&ngere, onde Smtinto.
muniefpio = lat. municIpium [e piu an-
39 — [monlz]
ticamente moinicIpium] da munia =
nkra plur. di munus ufficio e propr.
8tazione (che accenna all'ufficio confe
o al servigio reso) (v. Munifico e cfr.
mune e Immune), e oIpium dal tema
cApio prendo, tengo, rieevo.
E' noto quali prerogative civili e \
tiche fossero annesse aila qualita di
tadino Romano: in progresso di tempo ]
il diritto di cittadinanza romana fu
singolar favore concesso anche ad ale
delle citta. conquistate, parte con dii
di suffragio e parte senza, e tali citta
rono dette < municipia », in quanto
abitanti delle medesime potevano ottei
in Roma pubblici uffici, godere dei dii
e privilegi, che appartenevano ai soli
tadini Romani. Oggi vale il Magist:
elettivo, che amministra un Comune
anche il Complesso degli abitanti di
Comune (cfr. Comune).
Deriv. Municipal*, onde MunicipalGmo,
nicipalita e Municipalize art.
munifico = lat. munifious dal lat.
NUS dono, regalo [= gotic. maithmi
propriam. cambio [*=*Zit. main as, a. t
men a] p. es. di servigi, di clientela e
mili: da una rad. ma-, mu oambiare [*
ma-yate, letton. mbb-t6tJ (cfr. Munus
e Btmunerare).
Liberaie, Grandemente benefico, Sp
dido nel regalare.
Deriv. Munificare = regalare; Munificent
benefioente ; Munificenza = liberalita.
munire prov. fr. cat. sp. eport. mui
= lat. munirb, ant. monirb prowec
fortificare, da un radicale moin-, che ap]
tiene all'antica lingua italica e ritro
in moenia mura e nel gr. a-myn-6(
A prostetica) difendo, proteggo, a-m
ter difensorty my-n© pretesto, sotterf
[ossia atto per difendersi^ mettersi al
perto, premunirsi]: e che vuolsi faccia <
alia piu semplice rad. mi- = moi-, m
Mti- col senso di etabilire, fondare [sscr.
no-ti], a cui pur riferiscono le voci
murus s» m6iru8 muro, riparo e m
aorta di oolonna piramidale (cfr. Me
Muro) [Altri collega alia rad. mu- leg
chiudertj della quale e detto alia i
Muto].
Propr. Piantare ripari, Trincerare ; e
Prowedere, Fornire di ci6 che e ne
sario alia difesa e all'approvvigionam<
di un luogo di guerra; e pi^ generic.
fendere, Cuoprire, Proteggere, Porre
sicuro, e anche piu largamente Prowe
di checchessia.
Deriv. Munieidhe. Comp. Immiine; Premu
mnnizldne dal lat. muniti6nem fm
cazione, opera di difesa, da munirb r
rare (v. Munire).
Oggi si usa nel senso di Provvis:
di tutto ci6 che e necessario agli eser
L.
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innto]
— 890
[mirke
tanto per vivere (Munizione da bocca),
quanto per combattere; e dicesi anche
Cio che abbisogna alle armi da faoco,
per metterle in stato di ofiendere e di-
fendere, cioe polvere, palle eco.
Deriv. MuniaioniHre; MuniMioniSre.
mtato part. pass, di Mungere (v. q.
voce).
[Spremuto; per est Diminuito; metaf.
Magro, Seoco: che piu comunemente di-
cesi Smunto.
munuscolo — lat. munusoulum dimin.
di munus donoy prestazione (v. Munifico).
Regaluccio, Piccolo dono o presente.
niuovere e mdvere prov. mover e
moure; fr. mouvoir; cat mourer; sp.
eport. mover: =» lat. movArb - part pass.
motus = *movitu8 [sscr. m^ta] - assunto
a funzionare da verbo di terza coniuga-
zione, da una rod. mav-, miv- — mau-, m6-
porre in mo to, che e nel sscr. mIvati - p.
p. mCta - muove\re\, spinge\re\ 9 e che pur
ritrovasi nel gr. a-me^-ein = amey-
F-ein, a-meib-ein (con a prostetica)
cangiare, moitos — moiF-|to8 cambio,
nel lit. mauti scorrsre (cfr. Ammutinare,
Moment o 9 Muta 2, Mutare).
Togliere un corpo dal posto ove tro-
vasi, Spostare, Agitare; fig. Fare agire,
Indurre, Eccitare, Dar la spinta, Iniziare;
detto di piante Cominciare a germogliare.
Deriv. Mbbile; Mbtso-a; Mb to, onde MoHvo;
Maibre-trtce: Movbnie, onde Movbnza; MovfbiU,
onde AmovxbiU; Moviminto; Moeifne.
Comp. Commubvsre; Promubvers; Rtmubvsrt;
8mubvsrs; Sommubvers.
mura 1. da *mura plurale di un neutro
*murum (cfr. Frutta e Rama), invece del
maschile lat murus muro (v. Muro).
Plurale di Muro: (ma dicesi ordinaria-
mente di quello, che circonda per difesa
una fortezza, un castello, una citta.
2. fr. amure; mod. gr. moura: dal-
Varab. mark o mbrr fune (emras /wit,
murachat aUentare la vela\ per mezzo
dello sp. amura, che vale lo stesso [cfr.
Amarra] (Voc. It. di Mantova).
Cavo che serve a tirare e fermare dalla
parte di prua 1' angolo di soprawento
della vela, per disporla in modo che la
sua superficie interiore sia colpita dal
vento quando e obliquo alia rotta: onde
il Gugiielmotti (Yoc. Nautico) ritiene sia
cosi detta, perche" mura, ossia tien salda
la vela, onde resista ai colpi di vento.
muraglia prov. muralh, muralha;,/r.
muraille; sp. muralla: d&llat. murAlia
plur. neutr. di murAlis che apvartiene a
muro (cfr. Battaglia = lat. batualia
e il/r. Volaille — lat. volat(i)lia).
Fabbrica di sassi o mattoni connessi
insieme, detta anche Muro. Perd Mura-
glia diversifica da Muro, perche implica
essenzialmente una idea collettiva e per
conseguenza un 1 idea di grandiosita e
d'estensione, che manca alia seconda, la
quale indica un muro qualunque. Giova
inoltre osservare che la Muraglia talvolta
e edificio di per se, come la Muraglia
della China, e si suppone fatta a difesa
e fortificazione; mentre il Muro e in lin-
guaggio proprio divisione o recinto.
Deriv. MuragliSne.
morale = lat. murAlbm da murus muro
(v. q. voce).
Di muro, Che ha rapporto a muro: e
dicesi piu che altro di fortificazioni, di
macchine, di artiglieria d'assalto, ecc per
ofiendere, difendere le mura di una citta,
a diiierenza di Cam pale. Pres90 i Ro-
mani si disse inoltre di una Corona d'oro,
che si dava a coloro che erano saliti per
i primi sulle mura di una citta assediata
e ne avevano cacciato il nemico.
murare = lat. murarb (in Cassiodoro
e Vegezio) da murus muro (v. q. voce).
Connettere insieme sassi o mattoni colla
calcina per far muri ed edificare.
Deriv. Muracchihre; Muramento; Mur&rio; Jfu-
ratdre; Murattira.
murena e morena rum. mreana; fr.
murene; sp. murena, morena; port.
moreia: = lat. murena dal gr. myratna
e SMTRAINA, che taluno vuole derivi dalla
rod. smar- scivolare, scorrere, esser lubrico,
dalla quale il *verbo myr6 stillo 9 bcotto
(cfr. MirraX
Genere ai pesci auguiformi coperti di
mucosita, che rende liscio scorrevole il loro
corpo. La loro piu comune specie e l'An-
guilla comune, ma si suole comunemente
dare questo nome alia Lampreda, pesoe
caro presso i Latini, che le iacevano in-
grassare ne'vivai.
muria rtr. muora, mura; prov. mou-
iro; fr. muire: = lat. muria, ond'an-
che le voci Moja e Salamonia (v. q.
voci).
Acqua, nella quale sia sciolto sale ma-
rine
Deriv. MuriHto.
muriato dal lat. muria salamoia (v. q.
voce), perche si trae dal sal comune il
muriato di soda.
In chimica e l'antico Nome delle com-
binazioni dell'acido marino con una base
alcalina, terrosa o metallica, che oggi di-
consi cloridrati e idroclorati.
muriccia detto per morIooia da m6ra
monte di sassi (v. Mora 3).
Monte di sassi, altrimenti detto Macia.
muiice = lat. murbx (ace. muricbm)
= gr. myax per mys-ax [inserta nel la-
tino la r invece di 8, come in nurus
per *nusus nuora = gr. ny6s]: da mus
- genit muris - = gr. mys topo (v. Mu-
scolo), dal quale avrebbe preso il nome
come tanti altri pesci lo ebbero da di-
versi animal i terrestri. Altri congiunge
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■wrielU]
— 891 —
mi
con muries (gr. almyris) acqua salsa, es-
sendo conchiglia marina (cfr. oalamoia); ed
altri elgr. my re in stiuare (cfr. Murena).
Conchiglia di mare feconda di tin certo
suoco, col quale si faceva il color porpo-
rino per tingere le lane, come poi si fece
colla Cocciniglia.
mtriella e pin anticam. morella dal fr.
mbrrlles (*=* mereau) e marklles (=>
mareau) maetrella, che trae dal b. lat. me-
rAllus dtsco da giuocare, che dal suo
canto sembra corrotto da *matr&lla,-us
snpposto diminutivo di mAtera sorta di
giavdlotto gallico (v. Mattera).
[La voce italiana si sarebbe modificata
sotto la influenza della voce Muroj.
Piastrella di pietra, con la quale gio-
cano i ragazzi, spingendola al segno con
an piede, tenendo l'altro alzato, o, come
diciamo, a garaba zoppa.
mtro prov. murs; fr. mur; sp. e por.
muro; (ted. Mauer, ant. mura): = lat.
mubus e piu ant. moirus, moerus, che ha
la stessa radice di moe-nia mura e mu-
nire trincerare, fortificare: propr. costru-
zione per dt/endere (v. Monire). II Burnout
invece rawicina al sscr. mura chiusura
mur ami circondo, awolgo (Diet, class,
sscr. franc.) ed altri alia rod. mu- legare,
chiudert (v. Muto).
I Bomani colla voce Murus intendevano
soltanto la muraglia costruita per forti-
ficazione di una citta, in contrapposto a
paries parete, muro di una casa o di
qualunque altro edificio.
Oggi e voce generica, che si applica alle
varie parti o ai lati di una fabbrica com-
posta di sassi o mattoni connessi con
calcina.
Deriv. Murals; Murbre; Mur brio; Mur&cso (a
Venecia); Muricciuolo; Muri&llo. Comp. Antemu-
rdle; Controm&ro; e ofir. Pomerio.
murino = lat. murrInus dal gr. myr-
RIN08. Cos! detti, in antico certi vasi cot-
tili e leggeri fatti di murra = gr. myrra
tpecus di terra, una, preziosa, tratta dal-
TOriente [e precisamente secondo le ri-
c«rche piu recenti lo spato flwre], corri-
spondente presso a poco alia odierna por-
ceUana. In alcuni codici antichi si trova
scritto m6rrinos, e quei che accettano
queeta ortografia dicono il suddetto voca-
bolo affine al coptico meran ricettacolo
(Tacqua ed in particolare vaso da conte-
nert acqua per le purificazioni: nella quale
ipotesi dovrebbe congetturarsi che « mur-
Hno » in generale signiflcasse « vaso».
H primo che porto in Roma cotale spe-
cie di vasi fu Pompeo, vincitore di Mitri-
iate. Gli Egiziani ne facevano molti falsi,
e tali sono la maggior parte di quelli, che
wwora ne rimangono. [La etimologia, da
taluno sostenuta, da myrra il noto pro-
y»»w, non e da seguire].
milSa 1. = lat. musa = gr. moys^
MAOfSA (doric. mosa, eolic. mots a) <
radice indo-germanica ma(n)- pensart
noscere, donde il sscr. manye p
manas intelletto, lo zendo may a set
il lat. mens mente, il gr. medd m<
mated investigo, il got. muns pern
Vant. nord. ted. muni animo: propr. I
del pensiero (v. Mente). Per lo Schenkl
colei che aspira, che agogna, non ess
altro che un partic. pres. di mao-|:
che si contrae in mo-mai, forma pi
tiva di maino-|mai[ aspiro, ho %l
siero rwolto a q. c, che trae dalla si
radice menzionata di sopra (cfr. Mo
Personiflcazione dell'arte e della soi<
che si dissero figlie di Giove, il so:
Iddio e di Mnemosine, la memoria. ]
tica mitologia ne numera nove: Clio
?resiedeva alia storia; Euterpe alia mn
'alia alia danza; Erato ai versi amc
Polinnia alia rettorica; Urania alPa
nomia e Calliope alia poesia epica.
Deriv. Musbico o Mosbico; Muslo; Mdsic
2. Nome di un certo numero di pi
dette perci6 Musacee, delle quali e
il Banano, che in arabo dicesi m
moza, latinizzato dai botanici in m
musaceo v. Musa 2.
musaico v. Mosaico.
mudaragno e museragnolo dial, cor
musderagn; rtr. misiroign; fr.
saraigne; sp. e port, musarafia:
lat. mus-arAneus, cioe mus [= gr. i
ant. ted. mus, mod. Ma us, sscr. mu
topo (da un rad. sscr. mush- rubare,
d' anche la voce Mosca), e aranea =
arachn§ ragno.
Specie di mammifero insettivoro,
genere dei sorci; e grigio, ha muso e
chi piccoli di talpa, con coda quad
iunga quanto il corpo; grande distrui
di ragni ed altri insetti [Crocidura ar
dei naturalisti].
musardo dal prov. musArt, muzArd
tiene a mtjsAr da mukArb nel senso
dugiarsi a guardare.
Che musa, Che sta musando, e qv
Stupido, Lento, Pigro, Trascurato: c
anche Mus6rno: voce pur essa ca
dall'uso.
mnsare prov. musar; fr. muser.
Propr. Stare a muso alzato, e qu
Cercare di veder checchessia, quasi s
gendo il muso e fiutando, come ft
certe bestie [tale il fr. am user, c
del cervo prima di mettersi in camm:
indi genericamente in basso parlare G
dare [anche il provenzale e il frax
hanno questo verbo, ma nel significa
stare a bada, che e il vero e proprio si
ficato, nel quale trovasi usato dai clasi
Deriv. Mus&rdo; Musbta = atto fatto col :
per mostrare dispiaoere.
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mn&arola]
musarola e mn&arudla v. Mustruola.
mtiftcia v. Mucia.
nUkschlo prov. muses; fr. muse; cat.
almesc [= arab. al-misc]; sp, musco,
amusco, almizcle; port almiscar;
\slav. moscak]: =lat. musoum, che e in
S. Girolamo, e phi tardi m6scus, m6sghus
= gr. m6schos, che non e antioo nella
lingua ed e voce certamente di origine
orientale: dal per 8. mosq o musohk mu-
schio, da confrontarsi col sscr. mushka
testicolo fdiminut. di mush =— lot. mus,
ted. Maus topo, e quindi propriamente
topolino, cosi detto per una certa somi-
glianza di forma |.
Animale rnminante che vive nel Tibet,
nella Gran Tartaria, in China e in Sibe-
ria, che produce il muschio; mapropriam.
la Sostanza odorosa, che si trova in una
vessichetta situata fra Pombelico e le
parti genitali di questo animale. — Nome
ancora di una pianta odorifera, che sa di
muschio. Muscari moschatum dei natura-
list!.
Deriv. Musehiato; cfr. Mosca<ttllo; Moscado;
Moscardino; Moac&to-a; MugherCno; MughSUo.
mtiftoo rtr. mustl; rum. muschiu;
prov. mossa; fr. mousse; sp. musco,
(accanto a moho); port, musgo; [sass.
meos, mod. ted. moos; ingl. mossj: =
lot. m^scus, che cfr. coll'a. slav. muchu,
boem. pol. e serb. mech, tubs, mokh',
ang-sass. m£os, ant. scand. mosi, e col-
Pa. a. ted. mios = mos {gr. brvon).
Nome di'piante crittogame cellulari, con
fruttificazione apparente e a steli distinti,
con piccole foglie verdi o anche colorate,
disposte regolarmente sul fusto ed aventi
un rizoma, d*onde partono delle radici
cellulari. Abbonda ne'paesi settentrionali,
perche ama il freddo e l'umido.
Deriv. Muscfao = lot. mo8c6ias.
milscolo rum. muschiu; rtr. muschla;
prov. muscles, moscles; fr. muscle;
cat. musclo; sp. e port, musculo; (ted.
Musckel): = tat. musoulus diminutivo
di mus topo, simile all'a. slav. m^sika
da mysi e gr. mydn da mys topo.
Nome dato a quegli organi di colore
rosso pe'quali si eseguiscono i movimenti
e che vanno a finire ne'tendini (muscoli
allungati): cosi detti per uno strano av-
vicinamento alia figura di un sorcio (scor-
ticato ?).
Deriv. Mtiscolbre; Muscolat&ra; Muscoleggiars;
MuscoUtto-tint; Muscoltto.
mnseo =- lot. museum dal gr. moyseIon
formato su MotSA Musa (v. q. voce).
In origine luogo sacro alle Muse, Tem-
Sio delle Muse; quindi un Istituto creato
a Tolomeo Filadelfo in Alessandria per
promuovere la coltura e mantenere uomini
di lettere e di scienze, che vivevano quivi
a pubbliche spese: oggi Galleria o Raccolta
— 892 - [n*so
di cose insigni per eccellenza, o per rarita,
o per antichita.
museruola, muSoliera Arnese per ser-
rare il muso ai cani e ad altri animali
mordaci, acciocche non possano aprir la
bocca e mordere; ed anche La parte della
briglia che stringe la bocca al cavallo.
mtslea = lot. musica = gr. moysikA
aggettivo femminile [da moysa musa], cui
e sottinteso technS arte; sicche propr.
Varte delle Muse: lo che spiega il senso
generale che questa voce eobe in origine
(v. Musa).
Nel senso antico e primitivo la musica
non era una scienza particolare, ma oom-
prendeva tutto ci6 che riferivasi alle
muse, ossia ogni scienza ed arte atta a
svegliare Pidea di cosa gradevole e bene
ordinata. Oggi si applica specialmente al-
PArte di esprimere gPinterni sentimenti,
mediante suoni modulati.
Deriv. MuiicabOe; MuiicaU; MuHcbre; Musi
ch£$»a; MuiicUta; Mtiiico; Muhtcbgrafo; Mukicb-
mane; Miiiicons.
mti&lco ==» lot musious = gr. moysikos
da moysa musa (v. q. voce).
Che attiene alia musica; come sort. Chi
com pone o esegue musica.
mtido prov. mus, col diminut. mursel,
mursol; ant. fr. muse, mod. museau,
per musel, mursel, dial. bret. muzel,
morzeel; sp. muso; {ingl. muzzle muso
di bue; svi*. ma use, che sono probabil-
mente un riflesso delle lingue romanzej;
ed anche il basco ha musua bocca, musn
bacio. L*origine e incerta, ma il Dies,
seguito dal Canello e dal K5rting, ritiene
derivi dal lot. m6rsus oscurato in mub-
sus, [come « totus » ■— tutto) e perduta la
r, come in « Suso » che viene da stirsum,
« Dosso » da ddrsum, « Rovescio » dall'oftf.
riverscio = rivescio, rovescio (Jot. river-
8us), « Sovescio » da soverscio = sol-
ver so (lat. subversus) e come d'altronde
fa ben supporre la forma diminutiva pro-
venzale.
II Diefenbach invece riporta la voce
Muso alia rod. mu- che e nell'anl. frison.
muth, oland. mond = ang-sass. mudh,
ingl. mouth, got. munths, ted. Mund,
sved. mun bocca, alia quale sembra po-
tersi legare anche Va. ted. mil la, mod.
Maul bocca, muso, cejfo: e per chi vogha
coltivare una origine germanica pu6 an-
che accennarsi P oland. mouwe, «v'-
mow, onde il fr. moue, ginev. mougne,
picard. mouse smorfia, brutto muso, (svi*-
mauwen masticare) e ted. Moffel da*
labbri grossi e pendenti, onde il fr. mufle
muso, ceffo (cfr. Muffa 2, e Mutria).
Parte anteriore della testa degli anim&li
mammiferi, che sporge in avanti e dove
sta la bocca; fig. Viso di persona corruc-
ciata: onde la frase « Fare il muso ad
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■ ■■*.*■
mvsoliera]
— 893 —
fmtito
alcuno » (= fr. faire la moue, enneg.
faire la lippe) per Tenergli broncio; e
la voce < Musone », che dicesi a Chi suol
tenere il broncio o affettare serieta.
Dtrir. Mukdkrdo; Muhhre; Muiarhla = Muie-
rvMa; Muhata, onde Stmvibtu; Muitsra = Visie-
r»; MuiolOra; Mui6ne % onde Muhontria; Muior-
nifau; Mutfrno.
musoliera Lo stesso che Museru&la.
mo£orni6ne comp. di mus(onb) e sor-
NiONfi, fusi insieme per analogia di si-
gnificato.
Sinonimo delle voci, onde e conrposto,
e quindi unisce il significato di Taciturno
e accigliato.
muSdrno Lo stesso che Musardo.
missare e il fr. modssbr, che tiene a
MOUSSE musco e figurat. schiuma (v. Mu-
sco) [non gia, come altri pretende, al lat.
mussare parlare sotto voce, borbottare ed
estens. ronzare, muggire, analogo all'o. a.
ltd. mucc-azan = mod. mucksen bron-
tolare, muccfi = mod. mucke zanzara
(cfr. Muggire)].
Fare il suono de'liquidi, quando fer-
mentano e dei gas, che si sprigionano.
Noi diciamo Spumare, Spumeggiare.
mussit&re — ■ lat. mussitAre intensivo
di mussArb mormorare (v. Mussare).
Latinism. propriamente Farlar sotto vo-
ce, Mormorare fra i denti; ma dicesi del
Muover le labbra che fanno certi amma-
lati senza articolar parola.
mrissola-o, mnssolina-o fr. mousse-
line, ant. musolin; sp. muselina; (inal.
muslin); araS. moseli. Sorta di tela,
bambagia sottilissima cosiddetta dalla
citta asiatica di Mosul o Mossul, (arab.
Mostl, striae. Muzol o Mosul) onde il
lot medioev. mussola, situata sulla riva
destra del Tigri nel Diarbek, che si crede
eesere i'antica Ninive, d'onde in prima fu
portata in Europa.
Sorta di tela bambagia.
massdni v. Monsoni.
Biii88iilmano Lo stesso che Musul-
mano (v. q. voce).
aastacchio Lo stesso che Mostaccio,
ed e usato comunemente nel numero del piu.
misulmane e mussulmano fr. e sp. mu-
sulman: = lat. medioev. musulmanus
dal pen. musulman == arab. moslim, Mus-
lim che fa professions deW Islam, e propr.
rassegnato alia volonta di Dio. (v. Islam).
Titolo col quale si distinguono i pro-
teesanti PIslam, cioe i veri seguaci del la
religione di Maometto, che ha per cardine
il precetto di rassegnarsi intieramente
alia volonta di Bio, sommo regolatore di
tutte le cose.
mtta 1. da mutArb.
Nella milizia signinca Vicenda nelle
fetiche, nelle fazioni; Scambio d'un corpo
di soldati con un altro; II mutare le sen-
tinelle, le guardie, ecc. Piu generalmente
Quella data quantity di persone, di ani-
mali o di cose necessarie a un 1 opera, a
una fazione, a un ornamento ecc. p. es.
Muta di cavalli, di diamanti, di bottoni,
di lavoranti.
2. fr. meute, ant. muete; (che signi-
fied anche seditions, che e quanto dire
muovimento di armati); sp. muta, ant.
muebda: dal b. lat. *m6vita = m6ta
Ssottint. turma torma, stuolo) femminile
Li *m6 vitus = m6tus, participio passato
di movbrb muovere: propr. gente che muove
ad una spedizione, truppa (cfr. Mo to e Am-
mutmare).
Dicesi casi da cacciatori ad una Truppa
di cani avvezzati per caccia grossa; e il
Bartoli Vxxsb anche per una Certa quan-
tity di persone, come dove significare in
origine.
mntaofgmo «=» lat. mutaoIsmus da my
(/*.) lettera dodicesima dell'alfabeto greco.
Specie di balbuziamento consistent^
nella ripetizione frequente della lettera
M, nonche delle labiali b e p.
mutande dal lat. mutAndus participio
futuro passivo di mutArb cambiare.
Brache di lino, o bambagia, o lana, che
si portano sulla carne e si cambiano
spesso.
mutare cat. sp. e port, mudar (prov.
mudar e fr. muer con la sola accezione
di mudard): == lat. mutAre, che sta per
♦movitArb, mov'tarb (comeprudens da
pr6videns) da movbrb ■— gr. a-mef-
bein (con a prostetica) cambiare: propr.
cangiar diposto (v. Muovere). Altri in voce
crede stia per maitArb e congiunge alia
radicale del sscr. may -ate muta\re\ % cam-
bia\re\, lituan. main as cambio (cfr. Mu-
nifico).
Cambiare, Variare, Bendere una cosa
diversa da quel che era.
Deriv. Mtita; Mut&biU, Mutaminto; MutHnde;
Mut&nza; Mutazi≠ MutSvole. Comp. Commuta-
re; Immut&re; Permut&re; TramuttXre; Trasmu-
ihre. Cfr. Muda; Mutuo.
mutflare fr. mutiler; sp. motilarto-
gliare i capeUi (cfr. ted. mutzen mutUare;
retic. mutt, mutsh, oland. mots emus-
sato): « lot. mutilArb da mutilus, che
cfr. col" gr. mItylos, che vale lo stesso,
specialmente detto di bestie cornute, a cui
manchi una o anche tutte e due le coma
[che trovasi in Esichio nella forma gr.
m^tilos con significato affine], e sembra
ad alcuno potersi staccare dalla radice di
mi-nuere diminuire t scemare (v. Meno^ e
cfr. MitUoy Monco).
Privare di qualche membro, di qualche
parte.
Deriv. MutilamSnto: MutUaUSre-trice: Mutila-
ti6ne; MUtilo = mutilato, moazato. Cfr. Mozzo.
mllto prov. e ant. fr. mut {mod, muet
L
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mutria]
— 894 —
[nacekera
= mutettus); cat sp. e port mad: —
lat. mutus [or. myt6s, m^dos], da una
rod. mu- — MAU- legare, serrare, onde il
sscr. mav-ate - p. p. mutas - lega\re\,
il gr. m^-6 chiuao gli occhi e la bocca:
propr. eke ha legata la lingua.
Che non ha l'aso della favella; madi-
cesi anche di Chi non favella per dispet-
to, vergogna, timore e simili.
Deriv. MutSsna; Mutihmo: MtUolo, onde MTuUh
Ueta; MutoUno.
nuttri* sembra anine alio sp. morro
=■ prov. morra, a.fr. mourre oeffo spor-
gente, tnuso [che cfr. col port morro corpo
rotondo] ai quali stanno di contro il veneM.
moragia, lomb. muraja, mantov. mo-
raccia, prov. moralha, fr. moraille
musoliera, nosier a (da cavalli): e vuolsi
che vadano tutti connessi al lot. mutulus
(mediante le forme contratte mut'lus,
mutr'us) nicchto di mare (v. Mitilo), che
da l'immagine di cosa rotonda, scabra e
sporgentc(cfr. Camorro, M or tone, Y.Mora 2),
mentre il Diez conginnge al basco mu-
turra bocca sporgente per grosse labbra,
che non pud aasumersi come stipite di nn
gruppo cosi notevole di voci romanse.
Voce delVuso tosc. Ceffo, Muso, Cipiglio,
Musoneria [come dire Oeffo che sporge in
faori, in segno di alterigia o dispetto].
mttno — lot. mutuus [=- gr. m ottos]
dato in oambio da hutarr [gr. a-meyeinj
cambiare (come riguus bagnato da ri-
gare bagnare (v. Mutare).
Dato in cambio; e traslat Prestato, Scam*
bievole, Vicendevole, Recit>roco; come sotL
Oontratto mediante il quale uno (mutuan*
te) viene in aiuto delTaltro (mutuatarioi,
imprestandogli i suoi denan, colPobbligo
in chi li riceve di restituirli in un tempo
conveniente.
Deriv. Muh&r* [= lat. m u t u k r ij, onde Mu-
tuants e Mutuatario.
mtitnlo o mutilo =- lat. mutulus, my-
tulus, m!tulU8 (propr. dattero di mart)
usato per similitudine da Vitruvio in sense
architettonico (v. Mitilo, e cfr. Modtglitme).
Sorta di modiglione della cornice dorica.
N
n e la decimaterza lettera e decima
consonante nelPordine dell'alfabeto ita-
liano; e la nasale dentale [cosi detta, per-
che si pronunzia facendo in parte passare
il suono pel naso e sbattendo la lingua
sui denti superiori prima di emetterlo]
di contro alia precedente (m), che e la
nasale labiale. Equivale al ny (v) dei
Greci e deriva dal nun (J) degli Ebrei e
dei Fenici, che signified pesec, di cui ebbe
in origine la forma, la quale poi spari in-
tieramente nei caratteri fissati negli al-
fabeti greco-italici.
nabaobo dallVnd. navAb che confr. col-
Varab. novab o nuvab plur. di na'ib luo-
gotenente, vicario, che trae da naba occu-
pare U posto di alcuno (cfr. Naib).
Titolo del vicere del Mogol e ih gene-
rale de'principi dell'India mussulmana;
Si dice dagli Inglesi Oolui che, facendo
il commercio coll' Indie, ha accumulate
grandi ricchezze, e in generate con un
poca di ironia Qualunque riccone, che
siasi messo in gran signoria.
nabissare Sincop. d'iNABissARB.
Voce contadinesca. Propr. Cacciar nel-
l'abisso, e quindi Rovinare, Fracassare,
Mandar sossopra, Sprofondare, Soramer-
gere.
naccarfeto fr. nacarat; sp. e port na-
carado: Color rancio, e propr. color del
nacchbro (conchiglia).
Voce non registrata nei vocabolari, ma
di buona lega, perocche si disse nacchbro
e naooaro anche quella materia bianca
e brillante, che si forma nelFinterno di
Siu specie di conchiglie ed ha la propriety
i riirangere la luce in una manierava*
ria e gradevoie (v. Nacchera 2).
nAcchera [antic, anche naccaro] 1. ant.
fr. nacaire, mod. nacre; sp. nacar,
nacara; port, nacar: barb. lat. nacara;
bass. gr. anakara: dal per 8. nakIbah
— cur do nakera, che trova spiegaaione
nelVarab. nakara *cat?are, incavare, on-
d'anche nahIr, nakur tromba, e propr.
strumento incavato, nukrat piccola cawti
rotonda. (Taluno invece pensa all'c^r. na-
haq far tumulto, strepito).
Antico strumento di musica military
sorta di timballo, se non per la forma
per il suono. Secondo il Redi le Nacchere
erano due strumenti di rame in fbggia
di due grandi pentole vestite di cuoio, e
per di sopra nei largo della bocca coperte
di pelle di tamburo, che si suonavano con
due bacchette, battendo con esse vicende-
volmente a tempo, or sopra l'uno, or sopra
l'altro di questi strumenti. Presso i Sa-
raceni erano strumenti di guerra, da sno-
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naehero-a]
— 896 — .
[nano-a
narsi a cavallo e chiamavansi Timballi;
oegi si suonano nelle bande musicali e si
cmamano Timpani. — Si dice eziandio nel
plurale < Nacchere » o Oastagnette a una
specie di Strumento composto di due pic-
coli pezzi di legno o di osso fatti in forma
di nooe o di due nicchi, i cui orli si com-
baciano insieme, che si suona battendolo
rapidamente colle dita.
Deriv. Naccher&io.
2. Dicesi < Nacchera » anche una Sorta
di conohiglia marina, a due valve, che
dalla sua punta manda fuori un fiocco di
pelo forte come seta, detto Pelo di nac-
chera, con cui l'animale vivente si at-
tacca agli scogli, per difendersi dalle on-
date del mare: e cfr. con lo sp. nacara
e fr. nacre, ne pu6 anche in questo si-
gnificato distaccarsi dalla sovraccennata
origine orientale (arab. nakara incavare),
quantunque altri pretenda una deriva-
rione germanica, arguendola dallo sved.
8NAKA conchiglia, SOHNBOKB chiocciola.
■achero-a Aggiunto che comunemente
si da dai Fiorentini a chi e piccolo di
statura, e cammina un po'soiancato: e ad
alcono sembra alterato per troppa aspi-
rasione da nAoohbro «=» nAcohbra, che
nella forma diminutiva (naocherIno) si
us6 dare per vezzo a Fanciullo vezzoso o
a Piccolo animale. Meglio per6 col Caix
dal lot. anAtula [onde anat'la, natla,
nacra, e con epentesi di b nachera] di-
minutivo di Anas anatra, quasi anatrotio.
nadir sp. e port, nadir: dall'ara&. na-
thIr o NAztB corrispondente, opposto. che
ita di prospetto (intend! alio Zenit) da
nazara oseervare.
Voce usata dagli astronomi per deno-
tare Quel punto immaginario del cielo che
sta direttamente posto sotto i nostri piedi,
ossia dove terminerebbe la perpendicolare
tirata dalle nostre piante, e che gli arabi
chiamano semt-ar-rigl via del piede (v.
Zenit).
nana «= lot. nAphta, gr. nAphtha, dal-
Varab. naft, nIpt, che trova la sua ragione
nell'e6r. o cold, naphtha, che vale disUL-
lamne, eamulazione ed applicasi special-
mente al miele, derivante dal tema nuph-
gocciare.
Bitume liquido (che e quasi un essuda-
zione della terra), d'odore teberintinaceo,
detto con altro nome Olio di sasso, che
si adopra come Polio per le lucerne ed
entra nella composizione delle vernici.
naiade e piu antic, naiada == gr. naiAda
• accusat di naIAs - da nA6 icorrere, ci6
che e proprio delle acque, anine a nb6
[kt. no, nAto) nuotare. 11 Kuhn avvicina
il gr. naiA8 [per nafias] al sscr. navyas
le acque delle nuvole, cioe le naviganti, es-
sendo appunto le nubi chiamate nei Yeda
havas navi (v. Nave e Nuotare). [Le ninfe
per6 della mitologia indiana son dette
« apsaras » le acque scorrenti ed hanno
loro sede nell'atmosfera, nel cielo d'Indra].
Ninfa, che i gentili credevano abitasse
nelle acque dei fonti, dei numi, dei laghi.
naib = arab. na'ib vicario (v. NabaSbo).
Cosi dicesi in Turchia un Ufficiale in-
caricato di amministrare giustizia in ma-
teria ecclesiastica e giudiziaria. [Di qui
forse anche la voce Naibi (sp. e port.
naipe), che davasi in antico alle carte da
giuocoj.
nanfa (sottint. acqua); /r.eau de naffe;
ap. nafa, nefa: dall'arod. nafha oapore,
eaalazione, odore piacevole, eoffio imbalsa-
mato.
Antico nome dell'acqua odorosa distil-
lata dal fior d'arancio, detta anche Acqua
Lanfa.
nanchino citta della China, il cui nome
Nan-king significa capitate (kino) del sud
(nan) [cfr. Peking Pechino capitale del
nordf.
Tela di cotone ordinariamente di un
giallo particolare, detta popolarm. < An-
china » [caduta n iniziale per scambio
con Tarticolo indeterminato unJ, e cosi de-
nominata, perche nella citta di Nanchino
si nla il cotone di colore cannella Ian-
guido, con cui si fabbrica; venne essa poi
imitata in Europa, dove se ne fa grande
consumo.
nanna E forse abbreviato dal gr. nAn-
nodia (= nynnion in Esichio) a lettera
il conto della sia, della nutriee, da nAnnb
[*=alban. nanne e nenne] voce infantile
per chiamare la zia o la nutrice ed in
generale appellativo affettuoso di donna
e *od!a =» odb canto. Altri riporta questa
voce a nbnia (v. q. voce), e il Meninski
registra un corrispondente preciso nel
pers. nanu.
Cantilena per conciliare il sonno ai
bambini in culla, Quindi « Far la nanna >
dicesi per Dormire; « Far la ninna nanna >
«= Barcollare, come la culla che si ten-
tenna per addormentare i bambini; < Nin-
nare » = Cullare cantando la ninna nanna;
« Andare a nanna > —■ Andare a dormire.
nannolo v. Ninnolo.
nano-a run., nan, -a; prov. nans, nana;
fr. nain,-e; ant. sp. e cat. nano,-a, mod.
enano,-a; port. anao,-a: *=lat. n Anus-, a,
da confrontarsi col gr. nAnos e nannos
bambino e nano* che sembra voce infan-
tile come Nanna e Nino (v. q. voci).
Sost. Uomo di piocolissima statura; ma
si usa pure come aagett. applicato a cose,
che non arrivano alia naturale e ordina-
ria grandezza. [I Romani ebbero la usanza
di tenere per ostentazione e come rarita
nel numero deeli schiavi creature di pic-
colezza anormale, che poi facevano educare
nella musica e nelle arti, ovvero idiot i
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samtej — 896 —
deformi (detti moriones), che promuoves-
sero colPaspetto e col contegno le risa:
barbara usanza. che trapasso e si man-
tonne fino a tempi molto vicini a noi].
saute, ninth nansi voci antiche ed
oggi rimaste soltanto alia poesia per In-
nanti, Innanzi
napea « lat. napAa dal gr. napaIa,
che deriva da nApA pendio di montagna,
selva, voile, donde Paggettivo napAIos
che appartiene alle valli, ecc.
Cosi dicevansi le Ninfe, che nell'antico
raito avevano in cura le colline, le selve,
le valli, ed avevano presso a poco 11 culto
delle Naiadi (cfr. Naiade).
nap^lle e nappello nome volgare e
specifico delV Aconito napello, pianta mor-
tifera appartenente alia iamiglia delle
ranunculacee, che nasce ne'luoghi alpestri
e fiorisce in primavera: dal lat. napAllus
diminut. di nApus navone, essendo la ra-
dice tuberoolosa in forma di navone.
napo dial. sard. napu,-a; rum. nap; fr.
navet; cat. nap; sp. e port, nabo: dal
lot. nApus che vale il medesimo.
Lo stesso che Navone.
nappa dial, lotnb. map pa. II Diez lo
crede alterato dal lat. mAppa tovaglietta
[onde il/r. nappe tovaqliuolo, alb. nappe
velo, e in albanese siculo berrettol con la
sostituzione di n a m [come in Nespolo
da mhspUos, Nibbio da milvius\: che poi
avrebbe preso, come nel dialetto lombardo,
a significare un gruppo di fili, torse per
similitudine di una piccola salvietta ri-
piegata. II Delatre invece propone lo sved.
knapp, knopp =» a. a. ted. chnopf,
knopt [amVne al mod. KnaufJ, island.
knappr nodo, bottone, (ingl. knob) e cosi
formato come Nottola = Knuettel, Nocca
« Knochen, Nodo =» Knote: e tale
ipotesi non sembra da spregiare.
Mazzocchio di fili legati assieme, che
sta per ornamento ai cordoni delle tende,
del campanello, del baldacchino, ovvero
alle berrette, ai cappelli cardinalizi, alle
testiere de'ca valli ecc. — Scherzevolm.
Naso grosso.
Deriv. Nappfna; Nappfas.
nappo ant. ital. anappo; prov. cnaps,
naps; ant. fr. hanap, henap =» barb,
lat. hanApub (Glossario lat-ang-sass. di
Elfrico del 1006): dalPa. a. ted. hnapf e
prima <anohe hnap -= mod. napf (ang-sass.
nnseppe) che vale coppa, tazza, scodella,
bacino, con epentesi di an' a per adat-
tamento di pronunzia [come net fr. Ha-
rangue che e da hring, Canif che e
da knif\ e mantenuta in francese Paspi-
rata h per rendere piu fedelmente il vo-
cabolo germanico. [Jj ant. fr. da hanap
vaso ebbe hanapier cranio, testa, che
sembra essersi s vol to come da noi i signi-
ficati delle voci Coppa e Testa]. Anche
[nare
Parabo ha ha nab coppa, ma questa non
potrebbe esser venuto a noi che per le
crociate e il fr. hanap si trova in un
testo, che e anteriore.
Vaso da bere, Coppa; ed anche Bacino
di metallo per dare acqua alle mani. [Vale
pure Fiocco, Pizzo, Barbetta, o Mosca
rdella barba): ma in tale signifioato e una
forma varia di Nappa}.
narciso e narcisso fr. narcisse; sp.e
port, narciso: = lat. narcIssus dal gr.
NARKIS8O8 che i piu congiungono a narkb
sopore, stupore (cfr. Nareotico), a cagione
delPolezzo stupefacente de'suoi fiori, ma
che invece sembra ad altri formato su
nbrgis, voce persiana, passata anche agli
Arabi sotte le forme nardsois, nard-
sctsc, che vale lo stesso (cfr. escr. na-
ram pianta di grato odore, olezzo ?).
Pianta, che produce fiori di vari colori,
in forma di tazzette, di una fragransa
inebriante e soporifera. — Nella mitolo-
gia greoo-latina Nome di un prestantas-
simo giovanetto, che mirandosi nelPacqua,
s' invaghi di se stesso, e che in punizione
di tanta vanita fu trasformato nel detto
fiore. [A questa favola taluno soepetta
aver dato motivo il triplice significato
della rad. nar- che oltre esprimere in
sanscrito acqua ed olenzo, vale anche uomo],
narcodi — gr. nArkosis da narkA so-
pore, stupore (cfr. Nareotico).
Stato di stupore in cui cadono grin- 1
fermi, per una condizione morboea del
cervello e dei nervi, che vi hanno origine;
Sopore prodotto particolarmente da carte
sostanze, che agiscono sugli organi indi-
cati, come Paconito, la belladonna, il gin-
squiamo, lo stramonio, il vino.
nareotico = lat. narc6tious dal gr.
narkCtikos formato su nArk& sopore, as-
sopimento, stupore, sonnifero.
Come sostanUv. vale Sostanza che ha la
proprieta di addormentare, come Poppio,
il giusquiamo, ecc.
Cfir. Narcotina = Prinoipio immediato del-
l'oppio, che ha forza itapefacente e deletari*;
NarcotUmo — Instnpidimento morboao prodotto
daH'uso di sostanse narcotiche.
nardo =» lat. nArdus f gr. nArdos -»
ant. pers. narda, mod. nard, ebr. n6rd t
arab. nar din]: cfr. sscr. nalada comp.
di nala vapore, olezzo e da che da.
Gli anticni cosi dissero un Ungaento
di gratissimo odore per profamare la pelle,
e credesi sia Podore stesso, che si trae
dallo Spigonardo o Lavanda.
nare e nari diaL sard, nare; rum.
nare; prov. nars: = lat. nArbm-, pto-
nArbs. che trae dalla stessa radice di nA-
sus naso (v. q. voce), cangiata la 8 nella
liquida r, come avviene di frequenteper
legge di fonetica [per es. lot. genus,
genit. generis per genesis (oenere);flo s i
genii, floris per flosis (fiore)] cinis
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r
nitUlt] — 897 -
sesM. cineris per cinesis (oeaere); la-
res per Vantic. lases (tori); auris per
aiisis (oreechio): haurire - perf. hausi -
! {attmgere); harere - perf. hasi - (attac-
corn), onde haesitare(tftca^uire); qu»-
ro domando accanto a quaes o prego;
eram per *esam era ecc. ecc.].
Le due aperture poete al di sotto del
naao. Voce pin che altro poetica.
BtffUle = per*. nabghIlbh da nAb-
ghIl [sser. n&rikelaj nooe di coooo, per-
che il vaso, che contiene l'aoqua, e fatto
di ana nooe di cooco o ne imita la forma.
Pipa turca. indiana e persiana (detta
pure hnkkan) oomposta di tin lungo can-
nello, di on fornello, dove brucia il ta-
bacco, e di nn vaso pieno d'aequa profu-
mata, a tra verso al quale si aspira il fumo.
lirlee cat. narix; sp. eport. nariz, che
vale anche odorato: ■ lot, *nab!x - ace.
nabIcbm - fmeglio che dal dimin. *nar1-
cula, d'onde Vant.fr. narille], da nabis
tare (v. q. voce),
Uno de*fori del naso; piu oomunemente
usato nel numero del piu.
marrare fir. narrer: «= lot nabbAbk
contratto dalTantiquato gnarigArb (come
Purgare ■= IsX.pnrigare^ che trova suo
fondamento nella sua rod. gnA- conosccrt,
render nolo, onde il seer, gnftnam oogni-
uone, caduta la a come nel lat. ndecere
= gn6scere (v. Conoscere)] e igarr per
Agerb /are, one indica asione.
Far conosoere racoon tando; Esporre par-
titamente alcuna cosa, a fine di dare no-
tiiia altrui.
DeriT. Narromtodo; Norratfoa; Narratffir&trf-
ct; Narrations, onde NarroMion<Mla-(na; Bnar-
rfot, onde InerarrdbfU.
■arralo fir. narval; ingl. narwhal;
ted. narwal; wed. e dan. narhvall:
dalTw*. nahvalr passato in Francia a
traverso l'Olanda e indi venuto a noi;
compoeto, giusta il Grimm, di nA-ra ca-
danere, a cagione del bianco colore della
sua pelle, e hvalr «= ingl. whale, ted.
whal, wall balena (Heyse). Altri vuole
che nar stia per V a. a. ted. has =- scand.
Hois naso, owero che sia presoalgrroen-
k*d. a-NAJt-nak specie di narvale.
Genere appartenente alia famiglia dei
delnni, fra i quali si distingue il liooorno
di mare, che porta alle estremita della
sua mascella superiore nn dente in forma
di corno, lungo talvolta da quindici a se-
dici piedi (Monodon monoceros).
■ascere (per/, naoqui, p. p. nato); rum.
n*8te (perf. nascui, p.p. nascut); rtr. ne-
ser (p.p. nat, nascud); prov. naisser
{perf. nasquei, p.p. natz, /emm. nada^yV*.
naitre (p. naquis, p.p. n6); cat. naixer
tp. nascui, p. p. nat, nascut); sp. nacer
(p. naci, p. p. nacido); port nascer: =
[nascllo
bass. lat. nAscbrb, determinate in forma
analogica dal lat. class, nasoi, che sta per
gnAsoi, come lo attestano Vant. gnAtus
per natus nato e oo-gnAtus oognato: dalla
rad. gan- [in ssor. g'an-] trasposta in gna-
generare. ond' anche, col randoppiamento
della radice, gi-gne-re produrre, non che
il gr. gnd-sios genuino, il got. knd-di
b a. a. ted. chnd-ti schiatta, ecc: onde
a lettera vuol dire esser generato (v. Qente.
e cfr. Natura, Nazione, Pregnare); pin il
suffisso deffl'incoativi (» sko, soo).
XJscire aal seno materno, Venire al
mondo; Cominciare ad essere; fig. e per
simiUtud. Apparire, Scaturire, Derivare,
Originare, Frovenire, Seguire, Suocedere.
[Yale per6 il notare che tutti gli indi-
cati verbi nel proprio significato differi-
soono non poco tra loro; e per esempio
Naseere si dice propriamente delle cose
organiiiate, che a alio stato di f eto o germe
passano in quello della luce e dell'atmo-
sfera; Sorgere delle cose che verticalmente
vengono raori dal basso in alto; Apparire
non delle sole cose organizzate che na-
soono, ma di tutte quelle che vengono alia
vista o alia luce; Scaturire del primo seop-
piare o uscir dell'acq^ua dalla terra o aa
massi ; Derivare principalmente della pro-
venienza dell'acqua; Originare della prima
esi8tenza delle cose riguardo al luogo e
all'autore dell'origine; e cosi via via per
gli altri verbi, che han tutti una diversa
propria accezione].
Deri¥. NaschUe, onde Nascsnsa; Nascimsnto;
NlHcita; NascUUro; Rinbscere.
naadttbro = lat. nasoitubus participio
futuro di hasci naseere (v. q. voce).
Che nascera, Che sara per naseere (detto
ordinariamente de'figliuoli).
nasedndere dal lat. absc6ndbrb che
vale lo stesso, prefisso la partic. in con
elisione della vocale iniziale (v. Asccndere}.
Sottrarre checchessia dalla vista altrui,
acciocche non si possa trovare cosi alia
prima; sinon. di Celare, Occultare, Ap-
piattare.
Deriv. NatcondigUoAo; NaseondimhUo; Nascon-
diUSr+irice; Naseeso = Nasetsto.
nasedsto e nasedso dal lat. (in-)abso6n-
ditus part. pass, di (in-)absc6ndbrb ce-
lare. e cosi formato come Visto, Apparso
= Yeduto, Apparito (y. Nascondere).
Participio passato di Nascondere.
nasello 1. Corrisp. al lat. as&llus, che
a lettera vuol dire asincUo, prefissa n, come
in Naspo per aspo % e qui forse per in-
fluenza della voce nAso, a cui rassomiglia
il suo muso aguzzo.
Sorta di peace di mare: gadus merlan-
gus dei Naturalisti.
2. Yale anche Piccolo nAsoj indi fig.
Strumento di ferro a torma di tanaghe
che si adatta al naso de'bovi per tenerli
•7
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1
[MtfO
in freno; e Quel ferro nel saliscendi, che
riceve la stanghetta della serratura: coal
detto per una carta somiglianza di forma
con on naso.
naso rum. nas; prov. nas, nai; fir.
nez; cat. nas; sp. e port, naso: [a. a. ted.
nas fi,, mod. nase; ang-sass. nosu, ingl.
nose: a. slav. nosti, rust, nos', lit. no-
sis, letton. nftsi.*]: — lot. nabus, che ta-
luni traggono direttamente dal gr. nA6
scorro, al che fa diffioolta il corrispon-
dente sser, mas, nAsA accanto a nasika
(ant. pert, nftha, tend, nftonha] naso, che
il Curtius ricongiunge alTanaloga rod.
8NU- soorrere, stutare, onde il *t«r. snftu-
-mi soorro t stiUo, snutas gocdolante, V a.
alt. ted. snu-zan, mod. schneu-zen e
schnau-fen — lit. snu-kis nettarsi, sof-
fiarsi H na$o [affine a snftmi mi lava, mi
bagno] (cfr. Nave, Nuotare).
Organo dell'odorato deetinato allasecre-
zione della pituita, poi FOdorato stesso e
fig. Sagacia, Giudizio acuto.
Deri?. Na**U: NastUa; NasWo; NasOra: No>
sSnt; Nasbrrt; Nartkcio; Nas&to (= a. it.no-
latfi); Annus&re. Cfr. Nastursio e Nare.
naspo romagn. e sard, nas pa: sinonim.
di Aspo, prenssa la m [come in Nasello
per aselio] anche per influenza del verbo
ina8pabb awoUjere il filo sull t aspo, onde
*Inaspo, e poi Naspo (v. Aspo).
Deriv. Naspbre; Inatpart; AnmtspArs.
nassa mod. prov. nasso; fir. nasse,
nanse; sp. nasa; port, nassa: -= lot.
nAssa e nAxa, che gli antichi derivarono
dalla stessa radios ax mAo = gr. nb6 (fut.
ne^somai) nuoto (v. Nave). Altri lo eb-
bero per composto dal lot non bxbo non
esco; ma i moderni credono detto per
nAd-ta, nAsta, da una rod. nab- che tro-
vano nel got. nat-jan = ted. netzen
bagnare, natas — ■ ted. nas 8 umido.ba-
gnato [cfr. sscr. ati-NMD inondare?] (Fick,
Froehae): propr. Arnese che eta immerso.
Specie di paniere o cestello di vimini,
di fi^ura oblunga, rotondo alia bocoa e
term man te in punta. che serve a pren-
dere pesci, lasciandola tuflata nell'acqua
durante la notte; ed e tale per la sua forma,
che quando vi antra il pesce, non pud piu
uscire.
nastro dial, oomaec. nastola, breso. ne-
etola; rum. nastur nodo, bottone; a. fir.
nasle, mod. n&le (con soppressione della
s) [celto nestail legame, nas fascia, le-
game]: da un b. lot. *nAstilu8 parallelo al
documentato mAstalb, a cui attingono le
altre forme romanze, e questo dalTa, a.
ted. nbstila-o fioceo, legaccio, che cfr. col
medio e mod. nbstbl stringa, e sembra
aver comune la radice o col gr. ned e
nethd (fut. neso) — ■ lot. neo, traggo il
filo, a. a. fed. n&jan, mod. n&han filare,
o piu probabilmente coll' a. a. ted. nu-
scian, nusgan affibbiare, colV ant irl. nu-
sgain lego, piego, col lot. nectere anno-
dare, aUacdare (v. Nesso, e cfr. NusoaX
Tessuto poco largo di varie materia e
vari coiori, che serve ad usi diversi. Di-
cesi anche Fettuccia, ma nell'uso comune
auesta e di lino, di cotone, o di lana, lad-
dove il Nastro e di seta.
Deriv. NastrMo; NattrQraf NastrCtHhOccio.
nasturzio fr. nasitort; [dial. sard, mar-
tuzzu, piem. bistorce, mod. prov. na-
stoun, sp. mastuerzo, port, mastrnco
alterati per qualche analogia]: — lot na-
sturtium per nas-t6rtium comp. di nA-
SUS naso e radicale tort- che in t6rtus
part. pass, di t6rqubrb toroere (v. q. voce),
Serche, secondo Plinio, Podore o u gusto
i qualche specie di questa pianta e tale,
che sale al naso e lo fa toroere.
Genere di piante della famiglia delle
crucifere, detta comunemente Crescione, e
secondo lo Sprengel il Crescione trifogliato
111 kardamon dei Grecij. Per6 questo noma
o aasumono anche altri generi.
natale prov. nadal;/r. nofil; port na-
tal [sp. natividadj: ^ lot. natAlbm na-
tality da nAtus nato participio passato
di nAsci naseere (v. q. voce) e desinenza
-AX.BM indicante appartenenza.
Che ha rapporto alia nascita, altrimenti
Nativo, Natalizio. Cos! pur dicesi in forma
di sostantivo il Giorno in cui si solen-
nizza la nascita di Nostro Signore.
DeriT. Natalisio.
natalizio — lot. natalItius da natA-
lis natale (v. q. voce).
Che concerne la nascita, e dicesi spe-
cialmente del giorno in cui uno h nato.
natante =« lot. natAntb(m) participio
presente di nAtArb nuotare (v. q. voce).
Che galleggia.
natatdrio = lat. natat6rius da natArb
nuotare (v. q. voce).
Che serve al nuoto: e per6 diconsi < Na-
tatorie » quelle alette o pinne dei pesci,
che loro servono a nuotare.
natica prov. natja, nagga;/r. nage,
ant. nache; sp. nalga; port, nadeca:
=- b. lot. nAtioa forma aggettivale fatta
sul primitivo nAtis (come cutica da cu-
tis) che al Del&tre pare derivi dalla stessa
base del gr. doric. nad^s ■» attic, n^
d^s ventre, utero e secondo altri del gr.
ndton dor so, tergo.
Nome di quelle due prominence rotonde
collocate nella parte inferiore e posteriore
del tronco umano, dette pure con voce
men nobile Chiappe.
Deriv. NaticiUo = ohe ha grosie natioho.
natio [fir. naif J Lo stesso che natIvo,
frodata la v: ma ne differisce per la piu
ristretta accezione, che si limita a queUa
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■ttfTO]
[navalestr*
di Naturale, Secondo natura, e a rigore
dicesi del luogo dove nno e nato
La toa loqnela id fa manifesto,
Di qnella nobil patria natio.
Auemra. Inf. x. 16.
Fnggo dal mio natio doloe aera.
Pvtbaboa. Sonttti.
natty*/*-, natif; sp. e port, nativo:
=» lat natItus da natus participio pas-
sato di nAsoi nascere (v. q. voce).
Oriundo, Originate (detto quasi sempre
delle persone) : Che si ha dalla natura, ln-
genito e fig. Non arteficiale, Schietto, Sin-
cere [p. e*. le native grazie della lingua].
Ma dicesi anche per Naturale; ed appli-
caai altreel, come Natio, al paese ove al-
tri e nato. — Aggiunto di metallo dicesi
di quello che trovasi natoralmente nel suo
stato perfetto, come V oro, 1* argento, il
rame e simili.
Derhr. NativawUnU; NaUvUa.
matriee =■ lat. natbIcbm . Specie di ser-
pente acqoatioo (gr. ^dros) non molto
grosso, del genere dei colubri, detto cosi
wi natAkb nuotart (v. q. voce).
E innocuo e facilmente si aadomestica.
alto = laL nAtus (per gnatus) par-
ticipio passato di nAsci nascere (v. q.
voce). — Part. pass, di Nascere.
Partorito, Venuto alia luce. — In forza
di $ost Pigliuolo.
Deriv. Nat&U; NatCvo; NoMra; Naatone.
matta Mmm b. lat. nAtta, nAgta, nAtha,
nAsda, nAsta dal gr. naktA cosa adden-
«to> naktos, nastos compresso, denso e
questo da nAsso premo, catco ammucchian-
do, affine a nk6 io ammasso.
Ttunore formato da materia fibrosa ad-
densata entro una oiste, che suol venire
sul capo.
latira =» lat. natura comp. del tema
di hat-US p. p. di nasci na$cert e ubus-a
roffisso del participio futuro, e cosi for-
mato come Giuntura, Ventura, e simili,
°nde significa a letter* queUa che I per
generate =* la forza che genera,
Ordine o sistema delle leggi che pre-
siedono all'esistenza delle cose e alia suc-
cessions deeli esseri; H complesso di tutti
Su esseri che compongono l'universo; Es-
****** e qualita insita di ciascun essere;
Jjjjadi Indole, Genio, Carattere, Sorta,
Comp. NatorMe (onde NaturalSeua, Natural-
**<«i JtaturdlCsta, Nahtralita, Naturalihh&re,
Z*"*£*k; Sopran-naturtU); Naturtre; donna-
""Uof&uUurare (onde Snaturato).
>*ifragio — lot. naufrAgixjm per na-
^Ragiuii da nAvis (— gr. nays) nave e
p aAoiuM dal tema di frAngbrb rompere
V'Frangere).
Perdita di una nave, che per tempesta
Jf» contro a scogli, o contro un banco
^ aabbia, o aim, e cala a tondo.
*.?**£• Nattfragbre = far naufragio; ©fir. N&u-
JTf W> flat n&ufragiu] = che ha fatto naufragio.
naulo o nmvolo =— lat. nAulum dal gr.
naylon e questo da nays nave (cfr. Nolo).
Cosi chiamarono i Latini la moneta, che
ponevasi nella bocca dei morti, per pagare
a Caronte il tragitto della barca: e poi
si disse in generale quel Banaro che si
paga per passare sopra la nave (cfr. Nolo).
naumachla — gr. naymachIa dal gr.
nAys nave e machIa per mAohb combatti-
mento (v. MaceUo).
Presso i Romani: Finto combattimento
navale entro laghi artificiali o circhi, che
per mezzo di appositi canali venivano
mondati; Luogo ove si dava questo spet-
tacolo.
naudea, ant. nauSa prov. nausa; fr.
noise; cat. nosa: = fat. nAusba, nAusia
dal gr. naysIa, naytIa mal di mare [onde
il verbo nausbArb avere il mal di mare]
e questo da nays nave (v. q. voce).
Turbamento del cervello prodotto dai
movimenti della nave, il quale per inner-
vazione reagisce sullo stomaco e desta il
vomito; Sensazione disgustosa simile a
quella cagionata dal mal di mare. [Diffe-
rente da Sehifo, che e il primo sentimento
che fa la cosa dispiacevole al solo vederla;
da Ribretzo, che e quel moto di nervi, che
si desta all'aspetto o anche al pensiero di
cosa, che vivamente disffusti o impauri-
sca, si che un cibo pu6 mr ribrezzo, non
perche schifoso o nauseante, ma perchd
agrissimo, amarissimo, o per timore di
veleno o d'altro male; da Jtipugnanta, che
e naturale awersione a cibo o ad altra
cosa, senza che se ne abbia schifo a ve-
dere o nausea dipoi; mentre la Nausea
nel suo generale significato e male pro-
dotto da cibo alio stomaco, dopo averlo
assaggiato].
Deriv. Nauieab&uto; Nauit&nte; Nauie&rt;
Naui66$o-U$imo.
nautico — lat. nAutious — or. nayti-
k6s da naytbs noochiero denvante da
nays nave (v. q. voce).
Che appartiene alia navigazione, altri-
menti Marinaresco; parlando di persona
anche Perito in nautica.
nautlca (sottint. Arte) Scienza del na-
vigare (V. Nautico).
nautilo [o nautfllo] =- lat. nAutilus dal
gr. naytIlos — nAytbs navigante e que-
sto da nays nave (v. q. voce).
Mollusco testaceo con oonchiglia, diviso
in piu cellette, appartenente all' ordine
de' cefalopodi: cosi detto perche e fornito
di certe cartilagini, che si spiegano a fior
d'acqua, ed arieggia a una navicella coi
remi.
navalestro da nAvb per mezzo dell'ag-
gettivo navAlb e un sumsso -(b)stbo, che
accenna al luogo, dove si mostra la cosa.
Navicellaio, e speoialmente quello che
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navftroo-aj
conduce le barche, che servono di paaso
dall'una all'altra riva di on flume.
navfcreo-a — lat. navAbohus-a dal gr.
nayabchob comp. di nats nave (v. q. voce)
e aboh6s capo.
Titolo del supremo oomandante delle
flotte alleate deUa Grecia, che per antica
consuetudine doveva easere Spartano.
navata Dicesi nelle chiese quella parte
per tutta la sua lunghesaa, cue sta tra
ll muro e i pilastri, o tra pilastri e pila-
stri: per similitudine di detta parte con
una nAvb.
nave prov. naus; ant. fir. nau, mod.
nef; cat. nau; sp. e port, nave, nao: «-=
lot nAvis [= gr. nays, doric. n&s, sscr.
naus - ace. n&vam, ant. pers. n&vi,
armen. nay, irl. nau, a. a. ted. nawa,-i]
da n6 — nAo nuoto, che cfr. col gr. n46,
per *sneF-6 o *sneu-6, dalla rad. indo-
germanica snA- snav-, SHU- bagnare, la-
vare, stiUare d'onde il senso di $corrtrt
sulle acque che e nel $scr. snau-mi stUlo,
scorro, snay-as il gocdare, snu-tas goc-
ciolante, nel gr. nad per *snaF-o o
♦snaud scorro, nft-ma corso . oV aequo,
onda 9 n&-r6s scorrente, liquido, n&-sos
i$ola (terreno galleggiante), N 6 - r e^ s Ne-
rto (dio marino), Naiades Naiad* (ninfe
marine), e nell'a. a. ted. nacho = ang-sass.
naca nave, a. nord. ted. naust etaoionc
novate: sicche nave vale scorrente, notante,
galleggiante sulle acque. [Altri ricorre alia
radice del seer, nav-ate muovere].
Qualsiasi legno da navigare, ma pin
spesso dioonsi cosi i bastimenti grandi
con tre alberi e piu ordini di vele.
Derlv. NavaU: Navatsstro; Navarea: Navata;
Navetta; NavicoUa: Navigaro. Cfr. Naiad*; Nao-
sa; Nausea; Nautico; Nautilo; Navolo = Naulo,
Nolo; non che Novo e Nutrire.
msvera dial. sard, n&fi umacehia; prov.
nafra;/r. (dial, norm.) nafre: II JLor-
ting e G. Paris dalPa. a. ted. nabwa, mod.
Nabbb =» sved. nabf cicatrice con trasposi-
zione di elementi: invece il Dies con mi-
nore sforso dall'ant. nord. ted. nafab, na-
fabr, ana-sass. nafeg&r, oland. neviger,
a. a. ted. nabag&r, med. ted. nagber,
mod. Nftber strumento daforare 9 trapano.
Voce ant Ferita d'arme acuta e ta-
gliente.
D«riv. Navorare e Inavoraro (dial. oard. n a-
f r«r) =r f«rire oon spiedo, trafiggere.
nav6tta diminutiyo di nAvb.
Per tirnU. Ogni sorta di vaso fatto a
^o^gia di nave. p. to. quello in cui nelle
chiese si tiene rincenso.
navicella/r. nacelle: — ■ lat. navioblla
analogo a navIoula (sscr. nauka) dimi-
nutiyo di nAvis nave.
Piccola barca a remi; per simtlit. Ogni
sorta di vaso fatto a foggia di piccola
nave, e specialmente quello in cui nelle
— 900 — [nassareia
chiese si tiene l'inoenso, detto anche Na-
v et ta (v. q. voce). Cosi dicesi pure quel Pic
oolo paniere sospeso sotto il pallone aero-
statico e nel quale stanno gli aereonauti.
D«rhr. NavieoUo {mod, prov. naoello); No>
vieeUaio; NavieoUita; NavtcoWmo-dno.
navlcolare = lat. naviculAbbm da ha-
yiouLA dimin. di nAvis nave (v. q. voce).
Che ha forma di navioella.
navigjfcre e navicare fir. nager notart
e in antioo anche navigare: op. e port.
navegar: — lat. navigAbb da nAvis nave
(v. q. voce) e suffisso ioAbb per Aobbi
spingert, condurre (v. AgireS^amv in Fumi-
gare, Litieare, Bemigare ( Yanicek, Etym.
WOrterb. der Latein. Sprache).
Andar oon nave per aoqua, Andar per
mare; fig. Governarsi, Oondursi.
nayigllo e navilio prov. navilis [e in-
che navigis, naveis, che per6 e dal
class. navIqium], ant fir. navile, mod.
navire; sp. sport, n a vio: da N Avis me-
diant© l'agg. navIlb (Dies), owero, par-
tioolarmente l'italiano, dal b. lat. nayI-
lium, mavIluxtm tratto dal class, nayi-
oula, tradotto in navIculum, NAvic'Lim,
diminutivo di nAvis nave.
Nome generico d'ogni Legno da na-
vigare. Yale anche Moltitudine di legni
da navigare, la quale se e di navi annate
a guerra dicesi Flotta o Armata,sedi
navi mercantili Flottiglia, se di navi
armate per scorta e difesa delle flottiglie,
chiamasi particolarmente Convoglio.
navdne rum. nap; prov. n abets, fr.
navet; sp. e port, napo: dal lot. nApus
e questo dal gr. nApy (che vale anche se-
nape), onde l'italiano feoe nap6nb e indi
Nay one (cfr. Napo e Senape).
Specie di rapa tunga e sottile, di oolor
giallo; ed anche Eadice bulbosa di una
pianta dello stesso nome.
naiidne — lot. mati6nbm nropr. nasdta
dal tema di nAtus participio paesato di
nasci nascere (v. q. voce) con desinensa
propria di nomi astratti.
Gfenerazione di uomini nati in una me-
desima regione; Eiunione d' uomini abi-
tanti un medeeimo territorio, a vend da
lungo tempo interessi molto comuni fra
loro, per cui si riguardano come apparte-
nenti alia stessa raaaa,
Derlv. NaoUmdlo; NaoionaUta.
nasiaremo [ingl. nazarite|dallV6r. na-
ziB separato ed anche astemto, da nazab
separare, astenersi.
Nome degli appartenenti ad una certa
confraternita, presso gli Ebrei, che s'im-
ponevano l'obbligo di astenersi dal vino,
di non tagliarsi i capelli ed altro: cosi
detti a motivo delle loro pratiohe, per cni
si distinguevano dal resto degli ebrei.
Dicesi anche per antonomasia di Gesu
figlio di Maria, perche fu educato in Na-
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amaaicare) — 901 —
saret, citta della Palest ina, presso il
Tabor.
Bazztoare Ha lo steeso etimo della voce
A s s i car e, che vale muoversi mitoitnamente,
prenasa la n, oome in Naspo, che sta per
aspo.
voce usata nel 8enese, che eauivale a
Cincischiare, Gingillare e simili.
[neoessario
ae Particella di luogo, specialmente di
moto da luogo, e Tale Di If, Di la, Di qui,
Di qua ecc. In queeta significazione rap-
preaenta la fbrsa della particella latina
indb, da cui deriva per aiereei. Infatti
(dice il Salvini) dai nostri rimatori anti-
chi si ricava eesersi detto dal lat. Indb
primieramente bndb, voce anche antica
spagnola, che vale lo steeso; e siccome
md sdrucciola facilmente in due nn (per
ea. napol. monno per mondo), coei bndb
trasfbrmasi cosi per infingardaggine di
pronunzia in bnnb: della quale voce i
Franceei [e talora i nostri antichi (v. Boc-
caccio, Amoros. Vis. C. xm}], si presero
la prima sillaba, cioe bn, e noi prendemmo
la seconda, ne, che in sostanza tanto vale
quanto indi [sebbene con valore meno
spiocato].
8pesso come altre particelle, diviene
pronome e vale Da ci6, Da esso, e anche
Di ci6. Per6 talora sembra essere sem-
plicemente riempitivo e posto per mera
eleganza o anche per puntellare e rinzep-
pare il verso. P. es. La donna se ne venne
e del buon uomo domandd che nefo$$e (Boc-
caccio, Nov.). E non di rado gli antichi
per riposo di pronunzia aggiunsero la
detta particella a voci terminanti in ac-
cent*) o monosillabiche: p. es. ene per e,
mene, tene per me, te, come' sempre
nella favella rustica.
ae talvolta sta per la preposizione in
allorche segue l'artioolo: p. es, Nel, Nello,
Nella, ecc che stanno per in bllo, in
blla, soppressa la i iniziale.
ae* dial. sard, nen (influenzato da non)]
run. nici [=» nequej; prov. ne, ni; fir.
eat. e sp. ni; port, nem » nen: parti-
cella che nega, la quale si scrive sempre
intiera, bencn6 sia avanti a vocale: dal
lot. nb. d'onde nbc =» nAqub (== got. nih)
particelle negative, che conirontano col
gr. hb, adoperato pero solamente come
prefi880 di aggettivi, (cfr. irl. ni, lituan.
ne, sscr. na): p. es. gr. nd-gretos non
dtstro, lot. ne- fast us nefasto, ne-fan-
dus nefando.
Anche i Goti ebbero nb, ni e i Tede-
schi usano nib (non mat) come particella
negativa, e na in molti dialetti celtici e
nefsassone serve a negare.
ie , t particella [che scrivesi anche nbh?],
con la quale si domanda confermazione
del proprio detto, o che interroga, ed e
una eliflsi di «N'e vero? Non e vero? ».
Essa per tal modo differisce di poco dal
nb, che i Latini usarono a guisa di suf-
fisso nelle interrogazioni e nelle proposi-
zioni dubitative p. es. « Jam-ne vides ? »
Non vedi tu gidt « Iturus ne sit, scire
poteris » Se egU sia o no per andart, po-
trai saperlo.
neanto =- lot. nbanthus dal gr. neos
nuovo e anthos fiore.
Genere di piante della famiglia delle
leguminose, Ie quali trassero tal nome
dalla singolarita e novita della struttura
del loro fiore.
nebbia dial. sic. negghia. sard, neula;
rum. negura; prov. nebla, neula; ant.
fir. nieule, [mod. brouillardj; cat. ne-
ula; sp. niebla; port, nevoa: dal lot.
nebula contratto in nbb'la [— ar. ne-
phel&, a. a. ted. nebul, mod. Rebel]
che vale anche nuvola (v. Nube): propr.
nuvola vidna a terra.
Ragunata di vapori, i quali sogliono
coprire sul far del mattino, la sera ed
anche in alcune ore del giorno alcune
terre, segnatamente le umide e basse. Tali
vapori intorbidano la trasparenza del-
l'aria e non difieriscono dalle nubi, se non
Krche occupano gli ultimi strati del-
-tmoefera, cioe quelli prossimi alia su-
perficie del globo. Per similit. Tutto ci6
che offusca la vista. Metaf. Ignoranza.
Oeriv, N$bbitecia-erWa-4lta; Nebbiolfna; Neb-
bi&M; Nebbib$o; oomp. Armebbibre.
nebride ~gr. nbbrIs - genii. nebrIdos -
pelle di cerviatto da nbbr6s per nbFb6s
oerbiatto e questo da nbos per neFos
nuovo, giovane (v. Nuovo): e secondo altri
da nb negativa (v. ni) e rod. bro- che e
nel gr. broso o bi-brosko mangio: quasi
dica che non pud manure [—fa*, nb-frbns].
Pelle di camoscio, di aaino, di capra ed
anche di pantera, onde solevano vestirsi
Baoco e i suoi seguaci.
aebnloso rum. neguros; fr. nebu-
leux; sp. e port, nebuloso; (ted. nebe-
lig): » lat. nbbul6sus da nebula neb-
bia (v. q. voce).
Ooperto di nebbia. « Stelle nebulose » di-
consi Quelle che mandano una luce in-
certa, come attraverso la nebbia.
Deriv. NdmlosamAtt*; Nebulosity
aecoio o niccie voce tratta per aferesi
del primo elemento da casta-nbccio o
OASTA-Niocio, lo stesso di castagnAccio,
che b un intriso di farina di oastAqnb,
condito con noci o pinoli e uva.
Specie di piccola pattona fatta di farina
di castagne, intrisa e posta tra foglie del-
l'albero stesso bollite nelT acqua e indi
cotta fra due testi di terra ben caldi.
necessario — lat. nbcbssarius da nb-
OB88US (v. Necessita).
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necessita]
— 902 —
fitfi
Che dev'essere, perche una oosa sia o
si faccia.
necessita — lot nbobssitAtbm astratto
di nbobssus o nbcbssb U neoessario, che
il Georges seioglie in nbc non e obssus
part. pass, di gbdbrb cedere, oioe incts-
sante; ma i piu riferisoono alia rod. nag-,
che ebbe il senso di raggiungere, const-
guire ($$cr. nao-ati eonsegut — ant. lot,
nanc-it, poi nanc-iscitur], onde l'al-
tro di adoperarsi per raggiungere un fine,
alia quale riferisoono anche il gr. a-nagkd
eostrvngimento, bisogno, necessita (cfr. In-
~ane): e per spiegare la finale talono ag-
giunge, senza Disogno, il verbo bssb essere.
Estremo bisogno che spinge, che co-
stringe; Stato o condizione di una cosa,
che non potrebbe essere altrimenti; Ef-
fetto o oonseguenza inevitabile di ana
legge, di un pnncipio, di ana premessa ecc.;
Tutto ci6, di che non si pu6 far senza.
— £ siocome Paver bisogno di ana cosa e
segno che non la si ha, cosi Necessita venne
a significare Mancamento di quello di cai
non si pu6 in verun modo far a meno,
che pore dicesi con diverse grado Uopo,
Bisogno, Occorrenza, Urgenza, Penuria,
Carestia.
« Far di necessita virtd » — Adattarsi
come se si facesse di elezione, ci6 che non
si pu6 fare a meno di fare; « Necessita
non ha legge » — Farsi lecito per neces-
sita ci6 che per legge e illecito.
Deriv. Neceait&re; Necessittfso.
aecrdfago — lot. seentif. nbgr6phaqtjs
dal gr. nbkr6s morto (v. Neerosi) e fha-
GOS da phagbIn mangtare.
Nome di on genere d'insetti dell'ordine
dei coleotteri, one si cibano di animali
morti.
necroforo =■ lot. nbgrophorus dal gr.
nbkboforus comp. di'NBKRos morto (v.
Neerosi) e ph6bos da phbrbin portare (v.
q. voce).
Che porta i morti alia sepoltura, Sep-
pellitore, Beochino.
In zoologia e Nome di on genere d'in-
setti dell'ordine de'coleotteri, che hanno
l'abitudine di portarsi sopra i cadaveri,
per deporvi le loro uova, dalle quali na-
soono le larve, che si natrono aella so-
stanza cadaverioa.
necrologia — lot. nbcrologIa dal gr.
nbkr6s morto (v. Neerosi) e log! a — lo-
gos dtscorso (v. Leggere).
Soritto che ricorda persona morta (di
recente).
necrologio dal gr. nbkbos morto e lo-
gion memoria, registro (v. Leggere).
Libro o monumento, ove si scrive il
nome de'trapassati; Opera consacrata alia
memoria degli aomini celebri che furono.
neeromante o negromante sp. e port.
nigromante [prov. nigromancias, fr.
negromacien — neoromantianus]:
dal gr. nbkr6mantis comp. di nbkr6s
morto (v. Neerosi) e mantis indovimo (mah-
tbIa divinaMione), che tiene alia rod. mi-
pensart (sser. mantu socio), ond' anche il
r. mbdos eonsiglio e il lot. mbns menk.
_1 Cortios pensa che mantis propr. valga
inspirato e lo rapporta a ma1noImai| ewer
foue, manIa furore, in qoanto gli antichi
facevano confusions tra la saggezza e il
trasporto dell'ispirazione, e spesso i paiii
ritenevano invasi di furore divino. Del
resto maIno-mai e mbns traggono dalla
e mbns tragg
stessa radice (cfr. Mente e Mania).
Chi pretende avere la potenza di evo
care gu spiriti de'trapassati, per divinare
l'awenire o le cose nascoste. L'arte sui
dicesi Negromanzia ftp. nigromancia,
a. fr. nigremanoe, ingl. necromancy,
gr. nekromanteiaj.
Formazioni analogue sono Chiroman-
zia, Idromanzia, Piromanzia, ecc.
necropoll — lot. nbob6polis dal gr.
nrkropolis nome di on quartiere di Ales-
sandria in Egitto, ov'erano molti giardini
e sepolcri e tutto ci6 che faoeva bisogno
per lmbalsamare i cadaveri: comp. dim-
kr6s morto (v. Neerosi) e polis oiM.
Vasto cimitero, massime di grandi citU
antiche e distrutte, come dire citti te
morti.
neerdseopo — ■ lot. nbcrosoopus dalyr.
nbkb6s morto (v. Neerosi) e *soopus da
8KOPB6 osservo.
Colui che seziona ed osserva i cadaveri,
per esplorare la causa della morte e fare
studi anatomico-patologici.
Deriv. Neeroseopia,
necrdil « gr. nbkr6sis mortifieasume,
uceisione, morte e questo da nbkb6s rtwrio
[nbkvs cadavere] che si riferisce alia rod*
sser. na^j- perire, chee in na9-ftmi ena-
9-yami sparweo, mi per do, periseo, na-
9a-yami estirpo, distruggo, perdo, nftcras
dieparbione, tramonto, morte, n ash- tra
periglio, perdita, che ofr. con lo sendo na-
c-u oadavere, na9-ista pernieiosissimo, e
cl'onde pure il lot nex morte, nec-o «o*
eido, noc-eo nuoecio, n6z-a danneggi**
mento, e gr. n6sos malattia e got. naus
per nag-us morto (cfr. Annegare ~ •o*
necare, Noso-eomio, Notte, Nuocert, P**"
nicioso).
Mortificazione del tessuto delle ossa oa-
ratterizzata dall' annerimento e oonse-
guente distacco delle parti mortificate, che
piu non si riproduoono.
nefa ad alcuno ricorda la voce afa
oaldo soffocante; e il Vocab. Ital. Univera.
di Mantova da per etimo Varab. nz»*
aver noia, fasUdio: ma pare voce conge-
nere a Niffo, Nifo per naso {prov. uefa),
e che desigu6 pure otto di nausea (v. N*f°)-
Vale Noia; ed e voce antioa, ma tot-
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y jyy. » r .
— 808
[nek-
ton viva in alcana parti della Toscana,
dove si unisoe volentieri col verbo Fare;
p. es. € Coetui mi fa nefa » per dire: mi
da fastidio.
nefamdo — lat. nbfAndus comp. della
paiticella negativa nb (v. ne\ e fAndus
participio futuro di fAri parlare, dire (v.
Fama, e cfr. AffabUe, Facondo, Favtlla,
Favola, FanduUo, Infante).
Cosa da non dire, ed e aggiunto di cosa
soellerata, sacrilega, oscena.
Deriv. NifandHza; Xifandit*.
mefario =* lat. nbfArius (sostituita r
ad B nel trapaaso dall'arcaico latino al
classico) da nb-fas cid che I in onto alia
legge dMna (v. Fasto, e cfr. Nefasto).
Scellerato, Empio.
nefasto =- lot. nbfAstus da nb-fas ogni
violasdone della legge dimna, composto di
nb («= sscr. na) non e fAs il giusto, Vone-
$to (v. Fas).
A lettera vale contrario alia religione,
empio; preee di poi il signincato, che corre
tuttora, di Sinistro, Fonesto: onde i La-
tini diseero « nefasti » i giorni di lutto
in memoria di qualche grande sventura
pubblica, i quali per cid erano rigoardati
come di oattivo augario. [Presso i Ro
mani venne pure cosi detto il Giorno nel
quale dalla religione era proibito al ma-
gistrato di pronunziare le parole solenni
della procedure e per conseguenza far de-
creti, giudicare o in altro qualsiasi modo
attendere ai pubblici affari] (v. Fasti).
Cfr. Ntfario.
mefelio dal gr. nbphblb nuvola, nebbia.
Piccola macobia bianca prodotta dalla
cicatrice, di un'ulcera sopra l'occhio; Nome
che ai da a qnella specie di leggiere nu-
volette, cbe nnotano di mezzo aUe orine;
ed ancne a quelle lievi maccbie biancbe,
che vengono snlla superficie delle unghie
e somigliano a nuvolette.
aefelopsia dal gr. nbphblb nuvola, neb-
bia e 6P8IS vista, azione di vedere.
Vizio della vista, per cui gli oggetti
appariscono come invoiti in una nebbia.
mefrfte — gr. nbphrItis da nbphr6s
(«_ ant ted. niero, mod. niere) rene,
Umbo.
Infiammazione acuta alia regione dei
rem.
mefrittoo «- gr. nsphrItikob atUnente ai
reni da nbphros rene (v. Nefrite): e dicesi
propriam. di dolore di reni e di rimedio
atto a guarire le malattie di queeti organi.
megare prov. cat. sp. e port. negar;/r.
nier:=-Jo*. nbgArb (— *ne-ajare), che
gli etimologisti latini traggono da nb
mow e A-JO (per *agio) dioo: dalla rad. agh-
*- sser. ah- dire (sscr. &ha disse), ond'an-
che il or. e-mi per (ech-mi) parlo e il
lat. ad-agium proverbio f sentensa (v.
Adtigio).
Dir di no [altrim. RicusareJ; Dire che
una cosa non e vera o che non e.
Deriv. NsgabiU; NegamSnto; NegaUvo; Nsga-
tdre-trice; Nsgatbrio; Nsgasitfne; ooznp. Anne-
gamiCne; Densg&re; Dinlsgo; Rinnsgar*.
neghittoso ant. neghiettoso dal lot. nb-
glbctus trascurato part. pass, di nbgligo
trascuro, mediante la supposta voce nb-
GLBOTosus (v. Nealigere e cfr. Nealetto).
Pigro, Lento, Che fugge la fatica.
negletto — lot. nbglbctus part. pass,
di nbglIgbrb trasourare (v. Negligere).
Non curato, Trasandato, Dispregiato.
Deriv. NsghUMto.
■egltgente — lat. nbgligbns - ace. nb-
gligbntbm - parti cipio presente di nb-
glIgbrb trasourare (v. HfegUgere).
Che non elegge cio che deve fare, ossia
trasanda, non cura i propri doveri.
Deriv. Negligentaeeio; NtgUg&ntare; Ntgligm-
ttfne-a; Neglig&nsa.
negligere — lat. nbglIgbrb o nbglb-
gbrb - p. p. nbglbctus - comp. di NBC
non ed lbgbrb scegliere, accogUere, onde
il senso di curare (v. Leggert, e cfr. Dili-
gents. ReUgioso).
Latmismo. Trascurare, Non curarsi, Tra-
sandare.
Deriv. NtgUtto; Negligent*. Cfr. Nsghitttso.
negdzlo rum. negot; prov. negocis;
fir. negoce; cat negoci; sp. e port, ne-
gocio: = lot. nbgotium comp. di nbo
particella negativa e otium agio, comodo,
o%io (v. Ozio): propr. attivita.
Negativo di ozio, cioe Occupazione,
Faccenda, Traffico, Anare, Bisogna, Cura;
ed anche il Luogo ove si traffica.
Deriv. Nigostihir* («= lat. negotiari); Nsgo-
stabile; Nsgoziante; Nsgosiato; Nsgosiaccto-itto-
&ns^icdo.
negriere Mercante di schiavi nbgri (v.
Negro).
negro rum. negru; prov. e Jr. negre;
sp. e port, negro: dal lat nIgbr - ace.
nIgrum - nero, che alcuno coUega alia
stessa radice di nrx morte e del gr. nb-
kr6s morto (v. Necrosi), che darebbe il
senso origin, di pernicioso, luttuoso.
Nero, Atro, Tetro; metaf. Funesto, Ma-
linconico, Sinistro. Come sost. Nome che
si da in generale agli abitanti neri del-
F Africa e massime a quelli che si ven-
dono per schiavi.
Deriv. Nsgresua = Negrcre; Negrtsr*; N4ro.
Comp. Ds-nigrare.
negromante prov. nigromancias, Jr.
nigromancien (— nigromantianus);
sp. e port nigromante: detto per Nb-
oro-ilAntk (v. q. voce) awicinato in al-
cune linsue il primo elemento (nbkro-s
morto) si lat. nIg-rum nero per relazione
d'idee.
Deriv. Nsgromantico; Negromanzia [= «p. ni-
gromanoia, ant. JT. nigremanoe].
neh interiezione come nb 9 (v. q. voce).
L
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Bel]
■61, alllo-a sta per ik-bl o in-bllo
dal lat. in-illo m queUo e spesso si ac-
corcia in nbl: come nblla sta per in
1li#a til quell a (v. JVe, In).
nembo dal lot. nImbus nuvola wood'
lata, che, mediante intercalazione ai ana
m, e lo stesso che il or. nbphos (v. Nube).
Nuvole di on grigio uniforme, che si
accavallano e d'onde si scarica pioggia re-
pentina, di soli to aocompaffnata da tuoni,
lampi e vento. Dicesi anche per Pioggia
dirotta; per simil. Snbita e densa effusione
e spargimento di qualsiasi cosa; per tne-
taf. Gran quantita di soldati raccolti in-
sieme che muovonsi con rapidita e con
rumore in battaglia.
Deriv. Nsmbtfsro; UTembtso. Cfr. Nfmbo.
nemeftt « gr. nbmbsis, da nhmo dutri-
buisco, onde propr. distribusione di eid che
a ciaseuno si aadice, seeondo giustisia, e
indi passo a significare il giusto sdegno
per cosa ingiusta (cfr. Numero).
NelTantica mitologia era la Dea che
impartisce a ciascnno il sno, secondo il
merito e perci6 affine alle Parche, e indi
la Dea della jgiustizia vendicatrice dei
delitti rimasti impuniti solla terra e spe-
cialmente della snperbia e della tracotan-
sa; onde anche o$gi si adopra per Giu-
stizia divina pnnitrice de'malvagi.
aenico Lo stesso che Niirico, che sta
x per iNDdoo dal lot. inimIous composto
della part, in e AMicus amt'co.
Che non e amioo, Che disama, e quindi
mano mano crescendo Avverso, Contrario,
Che odia, Che reca danno o nocumento;
ed anche Inviso, Odiato.
Deriv. Nsmic&re; NemichtvoU; NmicQtia; Ns*
nenia ■= lat. nbnia affine al gr. nbnIa-
ton pianto, nbniryzo piango, da una rod.
na gridare, lamentarsi, simile a quella del
sscr. nau-ti, nav-ate rumorc^mfa|rc|, Zo-
da\re\, del let. naa-t gridare, deQ'a. a. ted.
niu-mo giubUo.
Signified Cantilena lugubre delle prefi-
che nei funerali antichi in onore del-
l'estinto; Cantilena specialmente dei fan-
ciulli nei loro giuochi; Ninna-nanna;
d'onde passo ad esprimere Longa e no-
iosa diceria, ed anche Vano piagnisteo,
nei qual senso fiorisce sempre nei co-
mnne parlare toscano.
nenne Voce infantile, che potrebbe avere
relatione col gr. nbnna (conservato nel-
l'albanese moderno), che vale zia; e quindi
Appellativo affettuoso di donna (v. Nan-
nenufar e nenufero e il pert. nInOfar,
per nIlOfar, nIlCpar, nIlCpal sorta di
giglio dacqua dal sscr. n!l6t-pala loto
bin composto di nIla blu e utpala loto.
Lo stesso che Ninfea (v. q. voce). —
Nuphar luteum dei Botanici.
— 904— [neftttlla
neo dal lat. kbvus (— njbcs) per qv&
vus, che Festo riporta alia stessa radice
di gna-sci — nasci nasoere (v. q. voce),
ed altri men bene a quella di gn6-scere
— n68cere conoscere (v. <j. voce): propr.
segno eontratto daUa nasctta, e giusta i
seoondi connotato t segno, cUstinMvo.
Picoola maochia nericcia della pelle oon
alcnni peli; fig. Piccolo difetto, Imperfe-
zioncella.
neoflto — lot. nb6phitus dal gr. nbo-
phttob comp. di nbo(s) nuovo e phtto-s
nato da phy6 produoo: propr. nato di fre-
sco (v. FetOy e cfr. ZoofUo, FUo-grafia).
Chi abbracciando un'altra refigione o
un'altrafede politioa, quasi spoglia l'uomo
vecchio e rinasce a vita nuova ; Cristiano
novellamente battesaato.
■eolatfno dal gr. nbos nuovo e latInos
latino.
Epiteto di popolo, che nei coetumi e
nella lingua ha subito l'influenaa di Eoma
antica, il oui linguaggio e on miscuglio
di antiche favelle e della lingua latina.
meologia dal gr. nbos novo (v. q. voce)
e logIa a- l6gob ducorso.
Uso di voci nuove o di antiche in on
senso nuovo; ed anche l'Arte di formtr
nuovi vocaboli.
Cfr. IT—Ugico; Ntologitmo; Neblogo.
neologfimo Lo stesso etimo di Neolo
gia (v. a. voce).
Abitudine o affettasione di neolo^ia;
Vocabolo nuovo o frase nuova, fbrmati di
element! preesistenti nella lingua o tratti
da lingue straniere.
neomenia — gr. nbombnIa da n*os
nuovo e mbn luna.
Nell'antica astronomia la Luna nuova,*
Festa presso gli antichi, che si oelebrava
nei primo giorno della luna nuova.
aeomato Vocabolo ibrido dal gr. nbos
nuovo e lat. nAtus nato.
Nato di fresco.
nepente =- nbpbnthbs dal gr. Ni non,
senna (v. ni) e pbnthos duolo, affUsione.
Pianta d'Egitto rioordata da Omero sic-
come quella che era usata da Elena oon;
tro la tristezia e la malinoonia. Sorta di
bevanda anodina (v. q. voce) inventata da
Teodoro Zuingero e registrata nelle vec-
chie farmacopee, creduta efficace a cal-
mare qualunque dolore.
aepitella e alpitella diminut. del M>
nbpbta, che vuolsi derivare da nbpa seor-
pione, perch6 una delle specie di questa
Sianta credevasi buona a guarire il morso
ello scorpione.
Pianta odorifera, di sapore acuto simile
alia menta, che si adopera per condimento
nelle vivande. Fiorisce dal Giugno al No-
vembre ed e comune lungo le strade, sp^
cialmente di collina. Nepeta oataria dei
Botanici.
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*e*tel
— 906 —
[nespola
nep*te v. Nipote.
nepatfemo dal lat. nbpos nsjpofe.
Autorita ecceesiva ohe i nipoti e gli
altri parenti de'papi hanno talvolta eeer-
citato nell* amministrazione degli affari
di Roma.
ae^vfda ■ lat nbquItia da nbquam
da nulla, e poi du$ohtio } trieto, bricoone,
composto di nb particella negativa e quam
che per alctini e Pace. sing. femm. di qui
quale Jpropr. non quale dovrebbe eseere]: ma
per altri, e sono i pin, rampolla dallo
stessooeppodi quire potere, onde il senso
originario di dieutile, o, come ora diciamo,
fanmmllone [cfr. lot. ne-queo non poesoj.
Malvagita, Scelleratezsa. Malizia, Auo-
ne iniqua, che dioesi anche, ma pin di
rado, Nequita.
Deriv. Nequisitio = N*quitf$o.
nerbare = battere col nbrbo (v. q. voce).
n&rbo (plur. nbrbi, ant nbrbora). Al-
tra forma di nbrvo, presa queeta voce
nel significato antico e volgare di ten-
dine (v. Neroo).
Tendine musooioso e pin particolar-
mente Quello di ohe ci serviamo oome
di frusta, che altro non e che il membro
de'bovi o vitelli spellato e seccato; per
netaf. Forza, Importanza, Eesenza, La
parte migliore e pin scelta.
Deriv. Nerbare. onde Nerbata e Nerbatfre; N*r-
bct&mo: Nerbolfno; Ntrbortio = Nerb6to; Nerbo-
r#o = Nerb&o.
aerbortfcto e nerboroso Dicesi d'uomo
che ha nbrbi Jo, come anticamente dice-
vasi al femmmile nbrbora], grossi ed
eminenti, che indicano robustezza (y.
Nerbo).
merfetde = lot. nbrbidbm dal gr. nb-
rbIda, che propr. vale fylia o discendente
di nbrbo dto marine (cfr. gr. mod. ner6
» celt, ner, tfcr. n,fra aequo).
Nome comnne delle fighe di Nereo e
di Doride, che formavano una delle fami-
glie delle ninfe marine nell'antico poli-
teismo. [Le Nereidi si rappresentavano
come giovani ed awenenti fanciulle,
co'capelli intrecciati di perle, sopra del-
fini o cavalli marini, con in mano il tri-
dente o una corona o rami di corallo, ed
anche meta donna e meta peace].
■erina Si riconnette al gr. nbros umido,
che cfr. col mod. gr. nbro aoqua (cfr. Nereo).
Genere di piante della famiglia delle
amarillidee, il cui nettario ridonda di
umore acqueo. Talvolta e uaato come
nome proprio di donna.
aire prov. ner, neir; Jr. noir: dal
totHio-RUM (d'onde Nigro, Negro), che
pare al Bopp si rapporti alia radice del
or. nbkbos morto, col senso originario di
tuttnoeo, infausto, pernioioeo (v.Necroei, e
cfr. Nuocere e NoUe).
Che e privo di ogni colore, cioe di ogni
luce, come sarebbero le fitte tenebre. Nel
linguaggio comnne e attribute di que'eorpi,
che tenendo in se auasi tutta la luce, che
loro viene d'altronae, pochissima ne ri-
mandano all'occhio, o torse solamente il
raggio intensamente azzurro, tale e il
color del corvo, dell'ombra, della fuiigine:
opposto a Bianco. Per metaf. Iniquo, Keo,
Malvagio.
Derir. Neraetroj Nereggtar*; N*r4Uo-€no; Ne-
r&*a; Neriecio; Nerigno: Nerino; Nertgnolo; Ne-
rime; Anner&re; Armerfre. Cfr. Nigella; Niello.
nerro dial. sard, nerviu; rtr. nierv;
rum. nevru; prov. nervis;/r. nerf; cat.
nirvi; ep. niervo, nervio; port, nervo:
= lot. N&RVUS e NBRVIUM « gr. NBtRON
(che sta per neFron, nerFon) propr. le-
game, corda, Ugamento e pin tarai nervo.
Cfr. a.a.ted. snara, snuor (ted. mod. Sch-
nur) oorda, laecio, narwa (mod. Narbe)
cicatrice, affibbiatura, ant.nord.ted. nidrva
etringere, Utuan. naras giunturOf nerti
infilare, narinn faocio un cappio, che se-
condo alcuni, non seguiti dal Curtius, fan
capo al seer, snftvus tendine, nerbo 9 wend.
9na tendine, budello.
Nome dato nell'antica anatomia, quando
non era perfetta la distinsione de'nervi
propriam. detti, ai ligamenti e ai tendini:
senso, che si e mantenuto nel linguaggio
volgare, d'onde il significato figurato di
Foraa, Importanza (v. Nerbo).
Nella moderna anatomia: Nome dei pic-
coli filamenti, che mettono in comunica-
zione il cervello e il midollo spinale
colla oirconferenza del corpo e che tra-
smettono le sensazioni al centro e le vo-
lonta alia ciroonferenoa; ed anche di quei
filamenti, che partendo dai gangli e fa-
cendo capo agli orffani della vita vegeta-
tiva presiedono alle funzioni di questi
organi.
Derir. Ifhrbo; Nerval*; Nervattfra; Nervfito;
Nlrveo; Nervtno; N&rvoKno; Ntrvtfto; NervOto;
NervtiMO] oomp. Innsrv&re, 8nervare. Cfr. N&-
vralgia; NevrbUco; Nevrotomia; NeurbrL
nesciente — lat. nbbcibntem part. pres.
di nb-sgIrb non eapere (v. Sciente).
Che non sa.
Deriv. Nticientemenie; Nt$cftn*a.
nesclo o nead prov. nesci; ant. jr.
nice, niche; cat. neci; sp. necio [onde
necear]; port, nescio, necio: dal lat.
nbsoius ohe non $a y comp. di nb non e
tema di solus sapere (v. Sciente).
Formula faraihare che si adopra col
verbo Fare: « Fare il nescio > per dire
ad alcuno che ostenta di non sapere.
nespola prov. nesple; fr. nefle, ant.
neple; cat. nespla; ep. eport. nespera;
[tea. Mispel, ant. nespil]: voce a noi
provenuta dal lat. mbspilum — ■ gr. mb-
spilon (convertita la m etimologica in
una n, e trasformato il neutro in fern-
minile, come per altri frutti): che alcuno
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!
A
aespolo]
— 906
[■Mr* I
disse compoeto del gr. mesos mewwo e lot
pila palla, a cagione del suo frutto, che
rappresenta on globo dimeszato, al ehe in
vero repugna la voce greca, ehe a priori
eeclude l'elemento latino: ma Drobabil-
mente trattasi di voce venuta ai fuori,
oome quella di tanti alberi e frutti.
Frutto del Nespolo, che ha in se pin
noooioli e la buccia di colore grigiastro,
non buono a mangiarsi se non quando
e ammollito dal tempo; fg. Colpo, Pic-
chio, che pore diciamo Sorba: preea la si-
militndine dalla dnrezia del frutto aoerbo.
£ poiche le nespole si colgono acerbe e
poi si maturano a poco a poco, o appio-
cate in mazii per aria o poste sulla pa-
glia al pari che le sorbe, cosi e nato il
proverbio « Col tempo e colla paglia si
maturano le nespole o le sorbe > one si-
gnifica Che l'operare adagio fa meglio
perfezionare le cose.
nespolo fr. neflier; cat. nespler; sp.
nispero; port, nespereira; ted. Mispel-
baum: daJ lot. mbspilus «= #r. mbspilos
e mbspIle (v. Nespola).
L'albero che produce le nespole.
messo — lot. nex-ub per *nbostcs [=
seer, naddha ■■ *nah-ta] che e propr.
il part. pass, di nbctbrb legare insieme,
dalla rod. nagh-, che appare nel atcr. na-
h-yati leaare (Pott e Bopp) e d'onde pure
il gr. neth-6 e ned (Jut. nes6) io filo,
ammasso, accumulo, n ass 6 premo, ammuc-
chio oalcando; non che l'a. a. ted. n&jan
[mod. nahenl filare, n&dala [mod. Na-
del, got. netn-la] ago da cuctre, nusca
fermaglio, nuscian fermare con fibbia,
nusta, nestila (mod. Nestel) strings
VarU. $cand. nista aUaccare, fermare, Yant.
irl. nasc anello, nasgaim lego, a cui
pure si pu6 aggiungere nel campo ger-
manico nahe vicino, nachste prossimo
(cfr. Nusca e Nastro). [La rad. nagh- poi
sta in relazione con la rod. agh- stringere
(v. Angusto), come il seer, ao-noti sta con
nac-ate, ambo significant! raggiungere],
[Cfr. celt nestait leaame. nessaat av-
viemare, ant. irl. snathe filo, che farebbe
pensare a una radicu primitiva sna- [seer.
snara laocio], di cui alia voce Nervo
(Meyer)].
Collegamento di parti, specialmente
nelle opere dell'ingegno, come in un'ora-
zione, in uno soritto.
Cfir. Nastro; Natta.
nesstino e nissuno prov. neisu|n|s; ant.
fr. nesun, nisun: dal lot. nb ipse unus,
o, secondo altri, nbo units (sottinteso qui-
dem pure\ che valgono lo stesso.
Fu suggerito ancbe il lot. nbsoio unum
non so uno; ma soddisfa meno.
nesto fatto per aferesi da innesto, e
non questo derivato da quello, come in-
segna la Crusca.
Pianta o ramo inneetato; L'atto dell'in-
nestare.
Derir. Nesiaia-to; Nutaiutla.
nestore «= lot. Nbstorbm, uno degli
eroi greci sotto Troia, eelebre per la pro-
densa ed eloauenza acquistata nella sua
lunga vita aurata tre ^enerazioni dHio-
mini. Poi si disse, e dicesi ancora, per
indicare U piu veochio di un ceto di per-
sone (v. Nestore. Nom. Propr.).
nettare — lot. nbotar — » gr. nbktab,
dalla rad. del gr. nek-ros {laU nex) mork
(v. Necrosi) e radice di tbrbo eonservo,
guar do y tbr6s ehe vrotegge, affine al sser.
tr&-ti libera\rel salva\re\.
Bevanda dall'aspetto di prezioso vino
di color rosso, che si amministrava alia
mensa degli Dei dell'Olimpo e che pre-
servava dalla morte (cfr. Ambrosia).
Di quests deliaiosa bevanda dioevano
i mitologi che Ganimede la versasse, £be
la porgesse agli Dei, ed era stimata cod
squisita, che i poeti di tutti i tempi usa-
rono tal voce per significare i liquori pin
prelibati, anzi qualunque oosa assai dolce
e soave.
I botanici dettero questo nome a nn
certo umore dolce e zuccherino, che too-
vasi nei fiori ed e avidaroente rioercato
dagli insetti.
Derir. NUtareo; NeUarifero; NeUario ohe *
Quail* parte ed organo del flare destin*to a m-
parare e oontenere il nettare.
nltto rum. neted; prov. ejr. net, ned.
nede; cat. net; sp. neto; port, nedeo: dal
lot nitIdus (contratto in nit'dus) nM>
(come Lindo da Umpido, Oste da otpiU,
Batto da rapido, ecc). [II ted. nett,
sass. e ingl. neat, celt, net, naet, neat
sono verosimilmente attinti alle lingae
romanze].
Pulito, Terso, Che e senza maochia,
senza vizio, senza magagnaj detto di de-
naro o di peso Quanto rimane, detiatte
le spese, tolta la tara [che perci6 dicesi
Lordo].
£ cosi vale anche Spedito, Pronto [cioe
senza impaccio, senza impedimenti]: onde
il modo awerbiale « Di netto » che usato
coi verbi Tagliare, Portar via e simili
vale Tutto in un tratto, Di colpo, In on
sol colpo; e coi verbi Gittare e Saltare
dimo8tra agilita e destrezza.
Deriv. Ntttare (prov. e cat. netejar.A-
nettoyer); NsttatOia; NettaPira; Nsttina.
nenrddi v. Nevrosi.
neutrale = lot. nbutralem da neuter
ne Vuno ni Valtro (v. N tutor o\
Che non si dichiara per alcuna parte,
Indifferente, Di mezzo, Fra i due estremi.
Beriv. Neutralmhxte; Neutrality; Neutral**
hare; N*utraU**a*i6to.
neutro =« lat. neutbum ace. di nbutzr
comp. di nb non e utbr, che sta per •cu-
ter e questo per quotbr-us =» gr. ionic.
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-L-r» \iy m m y ■
J*Te]
907 —
[netia
k6teros (attic. poteros, osoo puturus,
col normale tralignamento della gutturale
originaria nella labiale greca e osco-um-
bra,oome anche nolle voci Cinque, Cuo-
cere, eoc) che confronts col s*cr. kata-
ras cki de'due, e col got. hvathar =*a.a.
ted. hwedar, lit. hatras, a. $lav. ko-
tor yi cki de'due t dalla stessa radioe pro-
nominale del $$or. kas chit katha come,
kaba quando (v. Chi, Quale).
Che non prende parte fra i contendenti,
sieno esai Stati o particolari.
In grammatica dicesi del genere de'nomi,
che non sono ne maschili ne feniminili,
e de'verbi che non si oostruisoono ne come
gli attivi, ne come i passivi.
Agginnto di animate =• Ohe e privo
di sesso maschile e femminile.
In botanica Agginnto di fiore =«= Che
manca di organi sessuali, cioe di stami e
di pistillo, oppure, avendoli, manca d'an-
tere o queete mancano di stimma.
In cnimica Agginnto di alcuni sali
indica quelli nella cui oomposizione en-
trano tali quantita d'acido e di base, da
rimaner cancellate per intero le propriety
al dell 9 nno come dell' altro e cedere il
lnogo a proprieta aflatto nnove.
Deriv. Neutral*.
nere rum. neua; prov. neu, nien; ant.
fr. neif, noil, [mod. neige da neiger];
cat. neu; $p. nieve; port, neve: «= lot.
nh - ate. NivuM - per nigvem {ant. nin-
guem): da radice analogs alia zenda Cnizh-
nevieare, rinforzata dafia nasale, e d'onde
anche il lat. ning-it nevica, il lit. snigti,
sningti nevicare, sneg-as = lett. snSgs,
a. $lav. snegu, irl. sneota, got. snaivs,
a. a. ted. sn6o, mod. schnee, ang-sass.
sn&v, ingl. snow), non che il gr. nip ha
(accus. isolato in Esiodo, che fa supporre
un nominativo niphs == nig-ps) neve.
8icch6 la radice onginaria e snig-, [che
neli latino e nel greco perde la s ini-
ziale] e notrebbe essere quella stessa del
nor. smh-yati - partidp. snig-dha -
ewer umido, affine senza dubbio alia rod.
hig'- di ne-nek-ti&roa|re|, purifipa\re\ e
del gr. nizd per *nig-sd, *nig-jd lavo,
hagno fv. Nettuno e cfr. Nitido). Altri ri-
porta Neve alia rod. bnu- ecorrere, di cui
alia voce Nave: lo che non sembra chiaro
dinanzi alia corrispondenza della forma
latina alia zenda, ch6 deve considerarsi
la piu antentica.
Acqua congelate, che cade dalPalto in
fioochi leggieri di un bianco smagliante :
fig. Candore, Bianchezza di carnagione, ed
anche Canizie.
Deriv. Nevaio; Ntvale; Ntvata; Ntvaeio; NevU
we; N*vic<f$o; N&vftra; NevCtchio-a: Nexxfto. Cfr.
Meeo e Nitido.
neTkare e nerigare forse dalTanalogo
to*. niyitIre supposto trequentativo di
MivBRB (antic, per ningere, ninguere)
nevicare, sostituito al sumsso it-Arb il
piu comune io-Arb, ig-Arb.
Cader la neve: che una volta si disse
anche Nevare (=■» prov. oat. sp. e port.
nevar).
Gia »u per Palpi nera d'ogni intorno
Pstkakoa. Cans.
nerlschio-a, popol. neristio [=- lat. *ni-
vIsoulum dimin. di nIvbm neve].
Specie di neve minuta e di natura fra
la neve e la grandine.
nevola prov. e oat. neula; fir. (enneg.)
nicule: dal lat. nbbula nebbia, nuvola,
con cui pur si designa una sottile stoffa
o sottile lamina.
Specie di sottili oialde dolci di farina
di grano fritte in padella, che gia si dis-
sero Oblate. [Voce del dialetto siciliano
e romagnolo].
merralgia o neuralgia — lat. nbural-
qIa dal gr. nbyron nervo (v. q. voce), e
algIa per Alqos dolore.
Nome generico di un certo numero di
malattie, il cui sintomo principals e un
dolore vivo lungo una branoa di nervi e
le sue ramificazioni.
Derir. NevrdXgico.
nevroastenla — lat. nbukoasthsnIa dal
gr. nbyron nervo e asthbnIa debolezza
(cfr. Nevrostenia).
Debolezza di nervi.
nevrftii e menrdii = lat. nbub6sis dal
gr. nb?ron per neFron nervo (v. q. voce).
Malattia dei nervi in genere.
Deriv. Ntvrbtico.
nevrostenla e nenrostenia «■ lot. nburo-
sthbnIa dal gr. nbyron nervo e sthb-
n!a per sthbnos forza.
Eccesso dUrritabilita nervosa [L'eccesso
contrario dovra perci6 dirsi Nevroastenia].
Deriv. NevroiUnico.
nerrotlco e nenrdtico dal gr. nbyron
nervo.
Rimedio che si suppone dotato della
virtu di operare principalmente su i nervi.
merrotomia o menrotomia — lat. nb-
urotomia dal gr. nbyron nervo (v. q. voce)
e tomIa per tomb taglio, da tbmnbin to-
gliare, reoidere.
Taglio d'un nervo.
Gomp. Neurbtomo arn«te ohirnrgioo per reoi-
dere i nervL
mevrdtteri e nenrdtteri — lat. nkur6-
ptbra dal ar. nbyron nervo e ptbr6n ala.
Classe d'insetti distinti da quattro ali
nude, membranose, reticolate, trasparenti
e finamente articolate, che tutte servono
al volo.
neua prov. netza; fr. niece: dal lat.
nbptia -■ nbpta per NBPTI8 femminile
di NBPOS nipoU.
Voce antica restata ai Veneziani e in
qualche altro dialetto italiano per Nipote
(femminile).
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aibbio]
— 908 —
[miilo
mlbMo dal lat. mIlvius, cambiata la m
in n (come Nespolo da mespUum) e ilbio
fper -iLVio] in Ibbio per assimilazione. II
Vocab. Univ. Ital. di Mantova oonnette
questa voce all' arab. nbhhab rapitore da
nbhb rapire, ma non dice in qua! modo e
tempo la voce araba si sarebbe insinuata
nel linguaggio italiano.
Uooello cu ranina del genere dei fal-
ooni, che ha coda biforcata, la testa bian-
chiccia e 11 oorpo baio scuro.
nicohia Forma femminile di nIoohio.
Conchiglia; e per simil. Incavatura o
Vuoto nel muro e altrove, alTeffetto prin-
cipalmente di mettervi statue; poi metaf.
Luogo, Ufficio, Carica, da starvi comoda-
mente.
Deriv. NicchiHre (?); Nicchi4U*-Cna; NicckWna;
Bwmicchidrri.
nlcchiare 1. dial.mont. gniccar. A ri-
gore vale per alcuno Ranmcchiarsi, Stare
aocovacciato nella nIcohia (v. a. voce);
indi Stare nelTatteggiamento di cni soffire
e propriamente delle donne gravide, quan-
do comincia ad awicinarsi l'ora del par-
torire; e cosi Bammaricarsi pianamente;
e poi Mostrar di non esser soddisfatto,
Intraprendere qualche cosa di mala voglia.
Ma secondo il Tassoni e il rivoltare e
incorvare che si fa del labbro di sotto a
guisa di nIcohio qnando si vnol piangere.
II Tommaseo inveoe dal lat. sin sfor-
*arsi, ponzare, aver le doglie del par to 1 o
median te l'intesivo ndcari, o una sup-
posta forma *nitiArb; e per ultimo lo Zac-
caria men devoto al significato lo asso-
cia al fr. niquer scuoter la testa per rm-
crescimento, che e dall'a. a. ted. nIoohem
mod. nicken [— lot. nicere] ammiccare,
aifine a hnigan, mod. neigen ehinare.
Fra queste ipotesi e preferibile la deri-
vasione dal latino, che accontenta la forma
e il significato primitivo, che sembra ri-
ferirsi al lagno della partoriente.
Derlv. NiccMamtnto.
2. Nel signif. di Puzzare e dal lat. nb-
Cabb dar la morte, per mezzo di una forma
♦neculare (Gaix), simile al lomb. ter-
nega, tarnega «= internecare (Fleo-
chia) e al Urol, sternegar, stenegar
Sohe lo Schleicher ritiene avere subito rin-
luenza del ted. stenken puzzare) ■ ei-
tranecare. — II tirolese « el puzza che'l
stenega » vale pwna che ammorba.
Propr. Puzzare si forte da soffocare.
nicchlo/r. niche; sp. e prov. nicho;
(ted. nische). II Ferrari, il Diez e il Ca-
nello dal lat. mytIlus genere di moUuschi
con evoluzione di m in n [come Ne-
snola dal lot. mespUum, Nibbio da mil-
vtus], onde myt'lus, e poi nIclus e nIo-
ohio [come V ecchio && vetulus, Secchia
da situla y Fischio && fistula]. Invece il
Bolza dal ted. sohnbokb chiocciola = sved\
snagka conchigUa, a cui taluno oonnette
anche il fr. Nacre madreperla e Vit. NTac-
chera (v. q. voci).
Guscio o Bicovero calcareo di mollnschi
marini, fluviatili o terrestri, altrim. Con-
chiglia; per simiL e famiL Oappello a tre
punte usato dai preti. — Dices! anche di
quelle Bollicelle, che restano nei lavori di
vetro; e vale inoltre Quella parte interna
deU'orecchia, che gli anatomici chiamano t
Coclea — chiocciola.
D«riT. Nicchio.
niccolo e nichetto dal lat. 6nys omce,
mediante una forma diminutiva *onycu-
lum [onde il cat. oniquel] *ontchbttus,
con perdita della o.
Specie di gemma, detta anche Onice.
nlchel, Michelle e michelio I minatori
svedesi, che presero sul principio questo
metallo per un minerale prezioso, delusi
piu tardi e noiati dalla presenza di que-
sta sostanza, che si prestava assai male
alia fusions, gli dettero il nome di nIokkl
(isl. hnikill) uno dei geni nani delle mi-
niere.
Metallo scoperto da Cromsted, di un
bianco che tiene il mezzo fra il colore
dell'argento e quello dello stagno, ed ha
proprieta magnetiche in minor grado del
ferro.
Deriv. Nichdl&re.
nichillsmo dal lat. nIhil niente, che e
comp. della neg. nb non e hilux U neo o
punto nero, che serve di attacco alia fava
col guscio, e quindi cosa minima, nonmuUa.
Propr. Annientamento. Si dice anoora
dell'idealismo assoluto che tende a ridurre
al niente la materia. — Forma che ha preso
in Russia il Socialismo proponendosi an-
zitutto di distruggere il moderno organi-
smo sociale, senza pensare, almeno per il
momento, a ci6 che dovrebbe sostituirglisL
Deriv. NichilUta.
nlcotina Voce formata sul nome del pre-
sidente Giov. Nioot, ambasciatore fran-
cese in Portogallo, che per il primo spedi
in Francia i semi, ricevuti da un Fiam-
mingo venuto d 1 America, della pianta del
tabacco, da lui perci6 detta Nicoziana (Jr.
Nicotiane), a Oaterina de' Medici, nel-
l'anno 1660.
Sostanza organica particolare fornita
dalle foglie ireschedel tabacco, chiamata
anche Olio volatile di tabacco. E potente
veleno.
nlcoiiana Lo stesso etimo di Nicotina
(v. q. voce).
Nome scientifico della pianta del ta-
bacco « nicotiana tabacum.
nldlace Di nldio (col sumsso -acb «
lat. -aobm) e si dice di Uooello tolto del
nido e allevato.
nldio Equivalente a nIdo, ma prove-
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■ido] — 909
[nlmbo
niente dalla forma diminutiva lot. Ni-
dolus oontratta in nid'lus (v. Nido).
DeriT. Nid&ta; Nidtocs; NUUheso.
lido rtr. niu, nieu; prov. nius; fr.
nid; jp. nido: — lot n£dus =» a. a. ted
nest, mct. nida, ohe giosta l'insegna-
mento di alcani sta per ni-s[a]da e vale
eova e propr. otto di assidersi (ni — ted.
nieder sotto e rod. sed- tecfere (v. Sedere);
laddove altri, e sono i pin, riportano a
una rod, -nas, ohe ha il significato di
aiuJare o ttore insieme [nor. nas- ate ao-
coppiarst] ed alia quale oonnettono il gr.
naid per nas-jd dimoro, neo-mai per
nes-o-mai io ritomo, nas-t6s abitatore,
nos-tos U ritomo a easa, al paese (v.
Nostalgia).
Covacciolo fatto dagli ucoelli per de-
porvi le nova o allevare i figliuoli; e per
uL usasi anche in rapporto di altri ani-
mali. Mttaf. Lnogo o stanza dove posarsi;
Patria, Lnogo d'origine.
Dtriv. Niddta; Nidio; oomp. Nidiflc&r* Anni-
dtre; 8*id*rs.
ntagare Lo stesso ohe Negare.
Dtriv. NQgo; JHnisgo.
liello prov. niels; ant. fr. neel, mod.
niel; $p. niel; port, niello: dal b. lot.
hiqbllum diseano in smalto nero sopra nn
fondo di metallo e qnesto dal lot. class.
higbllus diminutivo di nIgbr nero (v. q.
voce, e cfr. Nigella).
Ornamenti o figure, che si soolpisoono
ool bulino sopra nn lavoro di orifioeria, e
i di cui tratti sono poi riempiti di una
specie di smalto nero, fatto di nn miscn-
glio di argento, di piombo e di aolfo li-
quefetto.
Beriv. NMlar* [prov. n i e 1 a r , JV. n i • 1 1 e r].
lieate prov. neien; fr. neant, ant.
neient [usato come sost. cioe il nidla,
altrim. rien]: dall'ant. njqbntb, ohe si
trae comunemente dal lot. nb o nbo non
& *NS - ace. kntbm - oreduto corrispon-
der© al^r. on, 6ntos, e quindi supposto
participio presente di bssb essere: quasi
*on ente. Pero bssb non poteva dare ohe
sens, sentem (come in prae-sens,-en-
tem, ab-sens,-entem) ed en tern non
fa mai voce di popolo, ma parto mostruoso
(dice l'Atfcoltt di grammatioi adottato poi
<& nlosofi. Quindi Niente non puo essere
altro che il lot. nb Inde (ne inde qui-
dam) «■ volg. nb bndb non di cid, di
f**U>: e nel volgar latino si disse « habeo
urie > ho dicid, « non habeo ne inde » non
*o nulla di questo; trasformato bndb in
brtb [come in Sovente da subinde] per
attraaione della infinita serie dei parti-
cipl awerbiali in ente, come p. es. di
Recife, inoonianente, aUramente ecc. In
franceae dicesi rien, ohe viene dal lot.
HXV co$a (espressione analoga alle nostre
mica e pun to (v. q. voci); e « ne rien,
avoir » signifies non aver cosa. I Latini
ebbero nihil = ni-hilam, che a lettera
vale non un filo. Lo sp. e port, ha nada
— lot. nata, sottint. res cosa. In celt,
aall. neoni oomp. di neo negativa e ni
il cui plur. e nith cosa. I Greoi dice-
vano c oyde iota » ohe vale non un i, e
c ovde gry » neanche un bridolo.
Che non e nulla. Nel parlar toscano
talvolta si usa per Minima cosa (p. es. non
ho niente\ ed in proposizioni interroga-
tive e aubitative anche per Aloun ohe,
Qualche cosa.
Deriy. NUntbccio; Nientfiiimo. Oomp. NimU-
dimino, NienUmeno.
niffo-a, nifo ladin. gnif grugno; prov.
nefa; fr. n6fe la parte arossa del becco
degli ucceUi da preaa: dal bass. ted. nip,
nbf, [ed anche nebbe, nibbi — alt. ted.
sohnabel, ingl. neb] rostro, becco, naso,
ohe trova riscontro nel lit. snapas, nel-
Vant. nord. ted. nefft, ed in tutti i rami
dell'idioma germanico, in taluno de'quali
(mod. oland.) assunse anche il significato
di eeffo: onae lo sviu. niffen arriceiare
U naso, o, come anche diciamo, toreere il
niffoloy med. alt. ted. snaben a- ingl. to
snap afferrare t bavar. n i f f e 1 n (— ingl.
to snufle) parlare col naso, inal. to sniff
aspirare col naeo, ecc. e nel dominio ro-
manso il fr. re-nifler, dial. piem. nn-
fie" tirare su col naso, ecc.
Grifo, Proboscide; fig. per spregio Viso
dell'uomo.
DeriT. Niffolo.
niffolo Diminutivo di Nipro, che vale lo
stesso, ma e quasi sparito dairuso(v. Niffo).
Dicesi pure della tromba, con cui le
apL le mosche ecc. succiano i liquori.
Vale anche QuelTatto che si fa arricciando
le labbra e il naso, quando si vuol mo-
strare schifo di ohecchessia: onde « Tor-
cere il niffolo — Mostrare nausea, e fig.
avversione.
nlgella prov. niela; fr. nielle; port.
nigella; sp. neguilla: dal lot. nigblla
diminut. di nIgra nera [sottint. planta
pianta]. H nome corrisponde per Pappunto
al gr. melanthion, che vale fioreUino
nero (me las nero e anthos fiore).
Pianta col capolino piccolo come il pa-
pavero, che cresce fra le biade e di cui
la semenza e nera.
nlldmetro = lot. nil6mbtrum dal gr.
NBILOMBTRON COmpOStO di NBIL08 NHo
e mbtron misura.
Colonna a gradi, chiusa da una specie
di tempietto e custodita dal governo, per
misurare rescresoenza del N3o.
nfmbo »- lot. nImbus nube (v. Nembo)
e nguratamente quella nuvoletta luminosa,
che cingeva I'immagine degli Dei.
Cerchio di luce vaporosa, che i pittori,
imitando l'uso pagano, pongono intorno-
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nlmfeej
-910
(mina*l*
alia testa delta persone divine e de'santi,
detto anche Aureola.
Deriy. NimW*ro; Jftmfefeo.
nimioo v. Nemico.
Deriv. NimicUr*; NimicMvoU; NUticUta; Ni-
mtit*.
nimlsta Contratto da nimioi(s)tAtb voce
formata soil' aggettivo nimIoo — inimieo
con terminazione -tAtbm propria di nomi
astratti (cfr. Carte, Pitta ec).
Lo stesso che Nimicizia, come Amista
*■» amicitia.
nimo valac. nime; diaL $ard. nimo:
vale Nessono e trae dal lot. nkmo, che
signifioa il medesimo.
ninfa =■ lot. nympha dal gr. nympha
poet, per nymphA, volg. ellen. mod. nyphb
spoaa e propr. velata, perche cosl suolevasi
portare dalla casa de'snoi parenti a quella
dello sposo, e in questo senso confront*
col lot. nupta, che e conneeso a nub-ere
ooprirei, velarti, e metonimic. maritar$i
(cfr. Innutta e Notte). [Per debito di com-
pitezza vuolsi registrare anche il tenta-
tive di riportare la voce al oopt. nbbt-pa
signora, yadrona di casa].
In antico Greci e Latini nsarono que-
sta voce nel significato di Spoea o donna
recentemente maritata, e dettero inoltre
lo stesso nome a certe Divinita natorali
d'ordine inferiore, le quali,secondochesup-
ponevasi avessero la loro sede nelle acque,
o sui monti, o nelle grotte, o nelle solve,
o negli alberi, prendevano nomi diversi
(cfr. Amadriadi, Driadi, Naiadi, Nereidi,
Oreidi). Perd in questo significato e ve-
rosimile. che la voce Ninfa stia in rela-
zione con Nube = gr. nbphos [*9cr. na-
bhas nube, nepa aequo, tend, napta
umido], supposto che le nubi e le acque
abbiano suggerito la prima idea di que-
ste divinita aexjuatiche e campestri (v.
Nube* e cfr. Natade).
I Naturalisti lo usano, ad imitazione
del Redi, per Crisalide (stato di apparente
letargo e trasformazione degli insetti): e
in questo significato ha manifest* affinita
col sopraddetto nube re nel senso lette-
rale di coprire, in quanto la crisalide e
quasi sempre rawolta in un bozzolo.
Finalmente nel numero plurale si desi-
gnano quelle Alette carnose di figura se-
milunare formanti le picoole labbra della
vulva, situate nella parte inferiors della
Clitoride: e in questo significato, dato che
non abbia sempre relazione colla idea pri-
migenia di tatamo (gr. nymph e$ on), di
connubio, di *posali*io {gr. n^mpheyma),
e quando la idea di umidita ingenita nella
voce Ninfa non basti, potrebbe credersi
alterato dal lat. lympha acqua, affine al
gr. lemphos mucco, muccoso, eoorrevole,
perche le suddette parti sono sempre umet-
tate di mucosita, o perche si credevano de-
stinate a dirigere l'orina nel momento della
sua uscita (v. Unfa). Vebr. nuf MtMctre,
goooiare, sebbene serva bene al significato,
non ha l'appoggio storico della parola.
Derir. Nto\feo; HHnfho; KUtfo-iMnta; Parm-
fifcl/b.
mlnfea dal lat. nymphjba =■ gr.
phaIa gia usato in senso di pianta acqua-
Uca da Teofrasto, Dioscoride, Plinio, e
cosi detta oomparando la pianta a una
NfNPA delta acque; altri invece ritiene sia
tralignamento di Nenufar, introdotto
nella nomenclature botanica dal medioo
Otto Brunfeta nel 1584, che la trass©
dall'arao. ninufbr, che tiene al pert, ni-
nufar. nilufar, n i lunar, che propriam.
vale loto blu (v. Nenufar).
Genere di piante acquatiche, comune
nelle paludi d'ltalia, che ha le foglie ro-
tonde e i fiori grandi a foggia di room,
detta anche Nenufaro.
ninfeo — lat. nymphAum — gr. nym-
phaIon da nympha ninfa, ed anche apo$a
(v. Ninfa).
Tempio o bosco dedicato alle ninfe nel-
l'antioa Roma, composto di stanze molto
grandi fatte a volta, dove oelebravano le
nozze coloro che nelle loro case non ave-
vano comodita.
ninfolo detto per Niffolo.
ninfomanla — lot. soentif. nymphomania
comp. dal ar. nympA nel senso di clitoride,
vulva (v. Ninfa) e manIa mania.
Term, di medtoina. Ardore eccessivo e
veramente morboso pei piaceri venerei,
che s'impossessa talvolta della femmina;
conosciuta pure col nome di Furore ute-
rino, e nella scienza di Erotomania, Iste-
romania, Estromania.
ninna [ninnArb] port n inha euUa, onde
fazer ninha dormire: ha lo stesso etimo
di Nino e di Nanna (v. q. voce).
II canterellare (la ninna nanna) per fare
addormentare i bambini nel cullarli: per
similit. Cullare, Tentennare; d'onde * Nin-
narsela > che dicesi dello Stare irresolute
tra il si e il no; « Far la ninna » — Dor-
mire, detto dei piccoli bambini.
Ninna dicesi anche per Bambina (v.
NinO'd).
Deriv. Ninnbre; Nfnnolo.
ninnolo cfr. sp. nineria; prov. ninoi
cosa estremamente piccola; ant. norm, nu-
nus, onde il verbo nunter nmnolarei:
voce di formazione analoga a nino = *p.
Niito fanciullo (v. Nino), oppure, come
N a n n o 1 o, congiunto a n^enia cantilena in-
fantile, ninna-nanna (v. -tfenta e Nannodia).
Trastullo da bambini; fig. Cosa piccola,
da nulla.
Deriv. NinnolUrt = Perdore il tempo e trat-
tenersi in oose di pooo momento; e fflnnoltfn+tfna
= Chi non 8* mai levare le mani di nulla e an-
che nelle piocole ooie si trova impaooiato e le
fa lentamente.
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mia*-*j
min*-a dallo sp. nino fanciullo, aocanto
a nt£a pnpilla =- cotaZ. nina bambola,
che cfr. col oett. ^aZZ. ninn — 6atc. ninia
JSptta e sembra congiunto a ninnarb (v.
q. voce): propr. bambino che sta in ctula
(Vebr. ha nin figlio).
Modo vesseggiativo di chiamare i bam-
bini.
In alcuni luoghi della Toscana si ohiama
ooei il porcello che si alleva intorno a casa.
Cfr. JTCmiolo.
mlpitella-o v. NepiteUa.
Blptte e neptte jwov. neps, nebs, ne-
bot; fr. neveu, ant nevot; cat. net,
nebodo; sp. nieto [— neptusj; port.
neto, nebot: »Zat. nbpot-bm, al femm.
nbpt-bm, che confronta col sscr. nap at
diseendenie, figHo, nipote % (femm.) napti
naptri figlia, nipote, col zendo nap&jt ©o-
stero, napti parentela, naptya famxgtia,
ant per*, nftpa, dEban. nip pi: dallo stesso
ceppo del Ut. nepotis nipote, dell' ant.
stand, nefi fratello^ nipt, nif tfiglia y del
got ni|f|thjis (femm. nith-jd) consan-
guineo, engine, e del gr. nb-p odea fanetulli,
diseendenti. [Nel campo germanico abbiamo
a. a. ted. nefo, (femml) nift, niftilia,
mod. Neffe, {femm.) Nichte, ang-sass.
nefa, ingl. nephew; nell'a. si. ne(p)tij;
nel celtico: ant. irl. necht — nept, cor-
imw. noit=»*noipt, cimbr. nith»=*nipth
rispondente al lot. neptem ecj. Dunque,
come reenlta dai confronti, il senso ge
nerale & quello di parente o discendente 9 e
bene a ragione il Burnouf ri porta questa
voce al sscr. nabh-i ombelico f raesa (v.
OmbeUco). Questo etimo fa cadere l'altra
ipotesi, che crede la voce sanscrita con-
tratta da nava-putra nuovofigUo (v. Pue-
rile), quale e per il nonno il nato del pro-
prio nglio: e quella dei vecchi glossari
latini, per la quale il lot. nepos sarebbe
compoeto delle voci natus post nato dopo.
Figlio del fratello o della sorella.
Deriv. Nipotbmt; NipoHsmo; Bi+nipdte; Pre
ntptie.
Bipotfsmo Biasimevole costume di certi
pontenci e prelati di largheggiare coi
Deni della Chiesa verso nipoti ed altri
coDgiunti. Per estens. Concessione di di-
gnita e vantaggi temporali contro giu-
stizia.
alqult* voce antic, per Iniquita.
AiqaHdso voce antic, per Iniquitoso,
cioe pieno d'iniquita, di maltalento.
mirrana dal sscr. nirvana ettinstone, e
questo da nib per nis prefisso disgiuntivo,
che da senso oontrario alia voce, coi e
unito, e rad. va- alitare, e quindi estin-
gntre, spegnere soffiando.
Nella religione braminica vale Assorbi-
mento dell'individuo nel gran tutto, con
perdita della personality
■issuno Lo stesso che Nessuno.
— 911 — [niano
nitldo dial. sard, nettu; rtr. nett; rum.
neted; prov. fr. e oat. net; sp. nitido;
port, nedeo: — lat. nItidus dal medesimo
radicale di nitbrb ritplendere, che taluno
compara col gr. NfPT-EiN =— nIz-btn la-
vare, purificare, affine di origine col lat
nix neve (v. Neve): ma il Fick riferisoe a
una radice europea knit- splendere, on-
d'anche il lit. knaistis brando (v. q.
voce), 1' a. slav. knet-iti — boem. ros-
nit-iti aocendere 9 a. nerd, ted. gneist,
neisti mm a. a. ted. gneista, cneista
scintilla e fbrs' anche Ta stessa voce iial.
Scintilla (rod. skint- — kint,- knit-).
Pulito, Terso, e quasi Splendente; fig.
Ben distinto.
Deriv. NUtdisma = NUtre; Nttto.
nitrire e annitrire da hinnitIrb; inter-
posta la r per meglio imitare il suono, o
*HiNNiTURfRB (tbrmato 8ul part. fut. hin-
NiTfeus) forme frequentative del lat. hin-
nIrb, che vale lo stesso e sembra ad alcuni
oreato per imitare la voce hi del cavallo
che nitrisce. Altri pero, e sono i piu, cre-
dono stia per hir-nire e lo pongono ao-
canto a hir-rire abbaiare rabbtoso del
cane, da una rod. har-, ghar fare m-
more t che ritrovano nel sser. ghar-ghar-a
strepito, risata, *ghur-ftti grida\re\ for*
temente, spaventa\re\ con grida, hrft-date
per *har-date fa\re\ rumore, tuona\re\
(cfr. Grandine).
D«piv. Nttrsnte; Nitrite ; NitriUfrs; Annitrire;
Annitrib.
aitro as lot nItrum — gr. nitron (e
posteriormente litron, col cambiamento
non insolito della nasale in l), arab. nf-
trun e natrun (dal qual ultimo poi il
sp. fr. e ingl. natron e il oeU. gall. Qa-
tar): voce di origine orientale, dalTe&r.
nbtbr, che viene dal verbo nbtar fare
effervescema.
Nome volgare del nitrato o azotato di
potassa, che una volta davasi ad ogni
specie di sale che si forma sui muri, sui
calcinacci dei luoghi umidi.
Deriv. NUr*U>; NUrico; Nitrtoo.
nlttalopia = gr. nyktalopIa da ny-
ktAlop8 che vede di notte, comp. di nyi
- genit ntkt6s - notte per mezzo dell'a^r.
NTKTALOS, e 6PS OGCklO, vista.
Facolta visiva, che diminuisce durante
il giorno ed acquista foraa di distinguere
gli oggetti quando viene la notte.
nltticdra e nittieorace — lat. nyotIoo-
rax - ace. NYCTiGORAOBM - dal gr. ntz
- genit. nykt68 - notte e k6rax corvo.
Uccellonotturno, da alcuni creduto il
Gufo o TOpupa.
nluno valao. nici-un; prov. negus,
negun, nengun; cat. ningun; ant. sp.
nenguno, mod. ninguno; ant. port
neun, niun: sta per Vant. nruno dal
lat. nbo unus, simile a nullus == nb-i)l-
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*lT60
LU8, che vale lo stesso (v. Nullo), owero
dall' ant. lot ncenu, n<enum «= nb-unum
no, non.
Lo steeso che Nessuno.
niveo «= lot nIvbus da nix - ^entt. n1-
vig - awe (v. q. voce),
Candido come la neve, di verso da Ne-
v6so (lot. nir6au8) che vale coperto di
nCVC.
nixzarda Sorta di ballo fuor d'uso: da
Nizza, come la Monferina da Monfer*
raio.
nd rum. nn; prov. eat. e *p. no; /r.
non; port, nao: [a. a. tod. ne, nein, no,
r/kxi. nein, nicnt, got. ni, tfigrl. no, not,
cell, no, ni, na, «#cr. na, ni]: dal fort.
non (in compos, nb = ni che trae dal-
VanL nosnum — nb-unum neppur who (v.
Non, cfr. Ne, Niuno).
Awerhio di negazione: oontrario di Si.
ndbile rtr. nohel, niehel; prov. fr. oat.
e §p. noble; port, nobre: «— lat. nobilbm
per *gn6bilbm ossia notabite, ineigne: dal
lat. N680BRB per *qn6scbrb conoecere (v.
q. voce).
[L'occupare le pin distinte earache dello
stato dava una particolare considerazione
alle famiglie romane, e quelli che soste-
nevano, o i maggiori dei qnali avevano
808tennto tali impieghi chiamavansi « no-
bili » ossia notabui, conoeciuti, ineigni, ed
avevano il diritto di esporre netr atrio
della loro casa le proprie immagini, le
qnali poi venivan portate dietro in pro-
oessione ne'loro funerali. Qoanto era ma£-
giore il numero delle immagini, tanto pin
era tennta in considerasione la famigua:
e ohi non poteva far mostra di alcuna
immagine era consegaentemente « igno-
bile », cioe, persona non conoecinta, di
bassa nascital.
Di chiari ea illnstri natali; e come pre-
snnta conseguenza Di alto e generoso
sen tire; per eimiUt. si dice di tntte le cose
ragguardevoli e degne.
Deriv. NcMlina; NobiXtta = Oh© ai oooupa
della nobilta, Che sta fall* noMlta; NobiU* =
Nobilitb, oxide Nobtlttort; NobfMm* [e anohe No*
btt&a) = Oatta de'nobili: ma in senso gpregiativo.
nobilitare — lot. nobilitArb da nobI-
litas rinomanta, eccellenza, astratto da
nobilis notOj conoeduto, nobUe (v. q. voce).
Far illustre, rignardevole; Bender gen-
tile e degna una cosa, di rozaa e vile che
essa era; Magnificare, Aggrandir con pa-
role.
mdeca dal med. alt. ted. knoohbn os$o e
propr. giuntura (Diez, Grimm\ il cui di-
minutivo e kndchel [= olana. knokkel,
ant. 8088. cnucl, dan. knogle, ingl. knu-
ckle] nocca, malleolo, che vuolsi congiunto
alVant. hnohan participio di *hniuh-
wan piegare (Faulmann), ond' anche il
- 912 — [**»
med. ait. ted. knoche nodo, ouo, knock
nuca, coUottola, knie (ant. chnin) ginoo-
chio, knode nodo (cfr. Nuca [?j).
Giuntura delle dita delle mani e dei
piedi, dove l'oeso si arrotondisce ed in-
grossa: detta in alcuni dialetti Nodello.
Deriv. NoceMmo; Nbeeola (diminut.); Jmtcc-
c&re; Dinocchrt; Dinoccol&re.
noechia dal lot. nuoula dimin. di nux
noce (v. q. voce).
La nocciu61a, quando e ancor verde.
noeehiere e nocchlero prov. nauclers,
nanchiers; fr. nocher; oat. nauxer;
$p. nauclero, ant. naochero, naucher,
nauchel: dal lat. nauolbrus (■= navi-
oularius) che viene dal gr. naybxbbos
comp. di nay s nave (v. q. voce) e klbros
sorte, parte, proprieta. if nauolbbus si
distingueva dal gubbrnator govematort
o pHota, che stava al timone, in quanto
che esso era il padrone o capo che reg-
geva le sorti della nave.
Colni che governa e guida la nave; e
per6 voce rimasta al linmaggio poetico.
mocchio [ingl. knag]: dal lot. nucleus
nocoiolo [dimin. di nux noce], ond'anche,
giusta il Gaix, per metatesi la voce Gnocoo.
La parte pin dura e pin grossa del fa-
sto di un albero, la dove pullulano i rami.
Nocchi si* dicono pure certi osserelli, che
si generano nolle frutte e le rendono iriA
dure e men piaoevoli a mangiare. «= « Noc-
chi della schiena » Le vertebra.
Deriv. Nocchierfoo; NocchUnUo; NocchioWo;
Kocchifto; NocchMto; Btrnbcchio • Bernbeco. Cfr.
Onoeeo.
noccidla e noccinola dal lat. nux noce,
mediante una supposta forma diminutiva
nuobola (v. Noce).
Sorta di picoola noce di un albero assai
comune, detta anche Avellana. JL'albero
che la produce si chiama Nocciuolo.
Derir. Nocciuol&Uh&ia.
Boeelolo dal lat. nucleolus dimin. di
nucleus, o, come altri pensa, da nuou-
lbus forma antiquata di nucleus, che
vale lo stesso e dal suo canto e dimi-
nutivo di Ntix noce (v. Nucleo). Altri
pensa a nuculus (non usato), voce pa-
rallela a nuoula parimente diminutiva
di nux noce (v. Noce).
Parte dura e solida, talora unica, tal'al-
tra multipla, che certi frutti contengono,
e dove trovasi il seme o la mandorla; fig,
Essenaa, Parte fondamentale di chec-
chessia.
Deriv. Nocciohfso; NocciohUo.
noccin61a-o v. Noccidla. •
noce rtr. nusch; rum. nuc; prov. note:
fr. noix; cat. non: $p. nuez; port, no*;
\ted. nusz = ant. hnuz, ingl. nutj: =•
lat. nux - ace. n^ckm - per onux, cnuobm,
che forse ha nerduto una c inisiale, come
e dato arguire dalla forma germanica
parallela (a. a. ted. hnuz): da una rad. on-
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'WW^v.i
noe&lla]
f=KN-, hn- variamente ampliata in knoc-,
knot ecc] che signifioa tenere, tenere insie-
me, aggruppart e ritrovasi nello sved.
knopp = ted. knoten nodo, ted. kno-
chen osso (cfr. Nocca, Nodo, Nuea).
Specie di frutto con guscio doro e le-
gnoeo, coperto di una scorza verde, detta
mallo. Noce del piede dicesi J 'Osso che
sporge in fuori dalla estremita inferiore
della gamba.
Deriv. NocsIIch>; Nocina-o; Nocionare. Cfr. Noc-
ehio; Nocciolo; Nocciutfla.
noeella In alconi luoghi d'ltalia dicesi
per Nocciu&la. — Vale anche la parte
delle seste, o cose simili, ove si collegano
i due bracci di esse; ed anche l'Osso che
unisce l'ulna col corpo: cosi detti per
ragione di somiglianza con una piccola
nocb (v. q. voce).
Deriv. NocsUIUa.
mocfTO sp. e port, nocivo (Jr. nuisi-
ble = nocibilis): = lat. Nootvus =■ n6-
cuus da nocbrb nuooere (v. q. voce).
Che reca danno.
mocumento = lot. nooumAnttjm dal tema
di noc&rk nuocere (v. q. voce) e desinenza
m4ntum indicante il mezzo o l'atto.
Danno, Detrimento, Offesa.
nodello Congiuntura delle ossa; Ingros-
samento anulare delle canne; cosi detto
per similii. a nn piccolo n6do.
nddo rum. nod; prov. notz, nos; Jr.
noeud; cat. nu; port. n6; sp. nodo, nu-
do: = lat. n6dus per cn6dus, come lo
dimostrano le forme germaniche parallele:
ang-sass. cnotta, ingl. knot, a. a. ted.
chnodo, mod. Knoten, da un tema knad-
= gnad-, che ha il senso di afferrare, te-
nere: che sembra essere con inversione di
elementi quello stesso del sscr. gang a, non
che del gr. |a|gath-is gomitolo (cfr. Noce
e Nuca).
Aggruppamento di corde, fili o nastri
in modo, che si uniscano e si stringano;
il Gruppetto che si fa all'estremita della
gugliata per fermarla; per somiglianza
Ogni congiuntura; metaf. Legame, Vin-
colo, Intreccio d'azione drammatica, Diffi-
colta, Panto rilevante d'una questione.
Nodo e anche la misura per computare
il cammino d'un bastimento, dai nodi
fatti a determinate distanze in una corda,
che si svolge di mano in mano che il ba-
stimento avanza.
« Nodo scorsoio » dicesi una Specie di
nodo fatto in maniera, che quanto pin si
tira, tanto piu scorre e si stringe.
« Nodo gordiano » si dice Di cosa si
intricata, che non si riesce a rinvenirne
il capo e la fine: tratta la similitudine
dal nodo insolubile fatto ne' fornimenti
del carro di Gordio re di Frigia, di % cui
narra la greca istoria.
Deriv. NodZUo-4Uo-fno; Nodertso e Nodertko
— 913 — [nomade
[mediante una forma N 6 d e r o] ; Nodolfoo [me-
diant* il dimin. N 6 d o 1 o] ; Nodfto; Nddulo; An*
nodtors; DLtnod&re; Bno&bre.
noderdso da n6do, mediante una forma
diminutiva n6dbro = n6dolo.
Pieno di nodi o nocchi; sinon. di Node-
ruto.
nodrfre Lo stesso, ma meno usato di
Nutrire.
ndi/r. nous; sp. nos-otros (= it. no-
ialtri): dal lat. nos = $t. (al duale) noi,
no, a. slav. na-|su|, na|mu| e alb. na
che ricorda il sscr. nau, nas. [Facilmente,
osserva il Curtius, na sta per ma me
(y.Me)).
Pronome della prima persona plurale,
di ambedue i generi.
ndla ant dial, genov. inojo, sidh an-
noju, ant. milan. inodio; prov. enoi,
enuei, enut; fr. ennui; sp. enojo;
port, e ant. it. nojo; (celt. bret. enoi,
enoe, base, enoch). Escludendo il lat.
n6xa o n6xia tor to f pregiudizio, che non
si presta per la forma, sembra doversi
questa voce trarre dalla espressione lat.
in odio (come Bajo dal lat. badius) y sot-
tinteso « est mihi > la quale comparisce
nella voce anodi6sus, anoedi6sus [onde
il fr. enneyeuxj usato nelle antiche
glosse in senso di noioso, e che effetti-
vamente si trova nell'antico parlare ve-
neziano e nel provenzale moderno, come
nei seguenti esempi: venez. « plu te sont
a inodio » cioe piu ti sono a noja, e prov.
« me venes en odi » mi vieni a noia; onde
« Essere a noia > equivarrebbe a essere in
odio. Pero taluno ritiene che la forma ver-
bale [noiare = inodiare, nodiare] sia
sorta prima del nome. — Altri vorrebbe
derivare da in&dia: ma in favore del di-
verso etimo giova osservare che gli stessi
Latini usarono odium per tedio, fastidio,
molestia ed anche oggi si sente dire « es-
sere odioso » per essere nojoso.
Disgusto che viene dalla ripetizione
d'impressioni non piacevoli o dalla durata
di uno stato increscevolmente uniforme.
Deriv. Noi&re; Noitfso, onde NoiosamSnte; No-
iositb; Noiticciart&zza.
nolente = lat. nolAntbm part. pres. di
n6lo contratto di « non volo > non voglio.
Non volente, Malgrado.
nolo dial. sard, naulu; fr. nolis; ant.
sp. nolit: dal lat. nAulum ricalco del gr.
nay lon, che vale lo stesso e deriva da
NAtfd nave (v. q. voce).
Propr. II prezzo del trasporto per nave;
indi si estese a significare il Prezzo pat-
tuito per Fuso temporaneo d'ogni cosa mo-
bile.
Deriv. Noleggi&re (=fr. noliser], onde No-
Uggiamfnto, Noleggiattire, NoUggio.
nomade dal gr. nomA(d)s - genit. nomA-
dos - propr. pascolante, errante pei prati,
56
■
L
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noniare]
- 914 -
[■
da nom6s = nbmos, che confronts col
nendo nema, col lat. nemus e coll'ant.
franco nimid (propr. porzione assegnata
e qaindi pascolo, paetura, che tiene a ne-
mo in diitribuire (cfr. Nemesi e Numero).
Errante, che non ha stanza fissa, come
i popoli che si occupano nnicamente di
pastor izia.
Oftr. Nwmf&L
nomare daN6MB. Corrispondente a No-
mi n are, ma si nsa solo poeticamente
per Apporre il nome, Portare il nome.
ndme rum. name; prov.fr. e oat. nom;
ant. $p. nomne, mod. nombre; port, no-
me; [ted. name]: dal lat. n6mbn =— gr.
6-noma, dorio. 6-nyma, (colla protesidi
un o) che cfr. s$cr. n&man «= *g'n&man
nome [onde n&m-yas nominato, famoso]
= per*, nama, got. namd, a. slav. ime
(per nime), alb. (ghego) emen nome, na-
me rinomanza ecc dalla rod. gn6 — afe-
retica ho- di n6-sco — gr. gi-gn6-skd
conotco, come ben si arguisce dalle forme
composte latine co-GNO-men, i-GNO-minia
(v. Conoecere).
Yocabolo col quale si qnalifica ciascnna
cosa o persona, per distinguerla e ricono-
scerla rra le altre.
Deriv. Nombre (Rinom*to); Nomea; Nomfgno-
lo; Nominare, onde Nomina: Nominab€U; Nomi-
nal*; Nominanaa; Nominatfvo; Nominatore-trtce:
Nomination*. Oomp. AgnSme: Cognomt; Preno-
me; Pron6me; 8oprannome. On. Anonimo; Igno-
minia; Nomenclatura; Nuncupative*.
nomea — dal lat. nominAta, mediante
scorcio del fr. tc-nommbb (v. Nome).
Dicesi talvolta per Rinom&nza, che
e la Fama di quelli, che per qualche pre-
gevole azione fecero diffasamente cono-
scere il loro nome: ma oggi si usa per
lo pin in senso dispregiativo.
nomenclatura — lat. nomenclatura
da n6mbn nome e c'lAtum =» calAtum su-
pino di calArb chiamare, nominare (v. Ca-
lende e Chiamare), onde si fece an che No-
menclator, che presso i Romani design6
quell'individuo che aveva Pufficio di an-
nunziare i visitatori nelle grandi case o
di nominare ai candidati ooloro che incon-
travano per via, acciocche potessero in-
trattenerli e raccomandarsi pel voto.
Complesso delle voci di un disionario;
Catalogo di pin voci le pin ordinarie di
una lingua, per facilitarne l'uso a quelli
cui la si insegna; Oollezione di voci o
termini particolari di una scienza o di
un'arte.
nomfgnolo da nomInulus, supposta for-
ma diminutiva del lat. nombn nome (v.
q. voce).
Soprannome, che i Latini dissero « a-gn6-
men », ed e un Nome secondario aggiunto
o sostituito familiarmente al vero nome
di una persona. Significa pure il Nome
col quale ciascun padrone designa una
fattoria, un podere o altro luogo di cam-
pagna.
nominate — lat. nominAlbm da noxin
nome (v. q. voce) e terminaz. -albm pro-
pria di aggettivi.
Che si riferisce al nome senza rigoardo
al soggetto, ed e opposto a Reale. Detto
di valore significa Che sta soritto nei ti-
toli di credito, ma raramente corrisponde
al valore corrente.
nominalista da nominalb che ti riftri-
see al n6mb (v. q. voce).
Epiteto di Filosofo, che sostiene essere
le parole meri suoni, a cui non corri-
sponde la realta delle cose.
nominare *= lat, nominArb da nombh
- genit. n6minis - nome (v. q. voce).
Porre il nome a persona o cosa; Citare
il nome, e quindi Ricordare, Indicare;
Chiamare ad un ufficio; rifles*. Aver nome.
Deriv. Nomina; NominabiU; Nominamento; No-
mtnatua; Nominativo; Noninatfre-trice; Nomina-
•ion*.
nomlnatlTO = lat. nominatIvus da no-
minArb nominare e questo da n6mbn nome
(v. q. voce).
Che denomina, che con tiene de'nomi;
nella grammatica delle lingue che hanno
casi: 11 oaso che non pu6 essere impie-
gato che come soggetto del verbo, e che
in qualche modo denomina la propoei-
zione; per estens. II soggetto della rrase.
ndmo dal gr. n6mos.
Matemat. Ciascun de'due termini diun
binomio.
nomologia «■ lat. nomologIa dal gr.
n6mos legge [e questo da nbm6 reggo, cm-
ministro, distrtbuisoo, concedo, permetto] (err.
Numero) e logIa per logos diecorso, trai-
tato.
Trattaio delle leggi, specialmente di
quelle che presiedono ai tenomeni natu-
rali.
nomoteti = gr. nomothbtbs propr. &-
gielatori da n6mos legge (cfr. Nemesi) e
tema di tithbm! pongo.
Magistrati atemesi eletti a sorte rra
quelli, che erano stati giudici nel tribu-
nale degli Eliasti, i quali erano preposti
a invigilare sopra leggi, a proporre, cioe,
l'abrogazione delle inutili e la sostita-
zione di quelle che credevano utili.
non rum. nu; prov. non; fr. ne «=»*nen;
cat. e $p. no; port, nao; {ted. nicht): «=
lat. non, che e contratto dall' ant. nceno,
ncenxjm (=■ nb-cenum) non uno, comp. di
nb o ni prefisso negativo (v. n€) usato
dai Greci (p. es. ne-pios che non parla)
e dai Latini (p. es. ne-fas non lectio,
nefando, ni-si $e non) e cenum antica
forma di untjm uno (v. q. voce).
Particella negativa, contrario di Si.
« Non bis in idem > Locuzione latina,
che vuol dire non due volte nel medesimo
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915 —
[noria
(sottant. fatto), riproducente an insegna-
mento del filosofo greoo Eraclito e che si
cita sovente come massima di diritto, per
dire che un individuo giudioato per un
fatto di cui era accusato, non pu6 essere di
nuovo sottoposto a giudizio per il mede-
simo fatto.
b6ba v. Nono.
momagemkrlo=-laL nonagbnArius, nome
ordinativo derivato da nonagI nta novanta
(v. q. voce).
Che ha novant'anni, parlando di per-
sone.
moBagesimo «■ lot. nonaqbsimus, nome
ordinativo da nonag!nta novanta (v. q.
voce).
Novantesimo.
neBario e noyenario » lot. no'nArius
= novbnArius da n6nus = *noventjs
nono (v. q. voce). x
Attributo di verso, che ha nove sillabe.
ndne = lot. nonab.
Cos! dissero al plorale i Bomani nel
loro calendario il settimo giorno dei mesi
di Marzo, Maggio, Luglio, Ottobre, e il
qninto degli altri mesi, perche era il nono
avanti gPldi che vemvano rispettiva-
mente il 13 e 15 del mese.
noBAO-a dial. sic. nunnu-a padre, ma-
drt; sard, nonnu -& padrino-a; fr. nonne,
nonnain ■ mod. prov. nono nonna e
monaoa: = tardo lot. n6nnus aio e poi
monaco, n6nna zia, aia, poi monaca (S.
GiroL), che risponde al gr. nannos, nen-
nos wio, nonno, nanna, nenne *ia, non-
na, pers. n fin & zio, alb. nan, nanna babbo,
irl. e gall, naing mamma, cambr. nain
sia, e al prototipo sscr. nana mamma,
che probabilmente e voce infantile carez-
sevole (cfr. Nanna, Nannodda, Nano).
Avo, Ava.
BOBBmlla dal lot nonnulla (sottint.
« res » cosa) femm. di non-nullus aleuno,
comp. di non non e nuixus niuno e auindi
aleuno, perche dne negative si dirimono
a vicenaa e formano un'affermativa.
Propr. Alcun che, e quindi Minima cosa:
che par si dice Nonniente.
b6bo prov. non 8; Jr. neavieme «= no-
vesimus; oat. nove, novena: sp.eport.
nono: = lot. n6nus sinoop. daN6vBNUB
*= n6vkmus (che cfr. col sscr. navamas
e con diverso somaso con V ant pruss.
nevin-ts, ted. nean-te) da novbm nove.
Nome numerale ordinativo, che viene
dopo Pottavo.
« Nona > La nona ora del giorno an-
tico, cioe le tre pomeridiane; e la Parte
deH'uifioio divino che si recitava a que-
st'ora; in mnsica Intervallo, che abhrac-
cia nove gradi della scala.
nenostante composto del lot. non non e
obstAntbm participio presente di obstArr
contrastare, impedire, essere in opposuione
(v. Ostare).
Aw. Senza che la cosa impedisca, Senza
aver rigaardo a....
non plus ultra fraee latina, che vale
non piu oltre e si usa familiarmente per
dire Ultimo apice, o eccesso, o perfezione,
a cni si poasa arrivare in onecchessia.
ndBuplo =— lot. n6nuplus comp. di no-
nus nono e finale plus piu, anziche (come
a prima giunta potrebbe credersi) plbx
radicale del gr. plekein =• lot. plicare
pitgare che avrebbe dato Nonuplice (cfr.
Doppio e DupUce).
Nove volte maggiore, Che contiene nove
volte; p. es. ottantono e nonuplodi nove.
Deriv. Nonuplbre.
norcino Coloi che castra o ammaiia
porci, e ne lavora la loro came [mestiere
che a Roma e a Firenze era fatto prin-
cipalmente da aomini di n6roia]; e percid
fig. Uomo vile e sadicio.
Dicesi cosi per spregio anche on Ohi-
rorgo senza studio e pratioa, perche pin
atto a trattar porci che aomini, o perche
ana volta da Norcia saolevano venire dei
cerusici, che si spacciavano capaci a cu-
rare certi mali dfelle parti genitali.
nord e piu anticam. norte ant. 'Jr. nort
(sec xu): mod. prov. e/r. nord; sp. eporL
norte: dalPant. alt. ted. nord e north =»
ang-sass. nordh, ingl. north: che talano
confronta col gr. nerthe sotto, nerthe-
ros inferiore, e collumbro nertru che
sta a sinistra [detto di cosa volta ad orient©].
La parte ael mondo che risponde alia
Stella polare; Settentrione. Voce relativa-
mente recente (sec. xvi), oggi fatta comune,
a noi venuta probabilmente di Francia.
I Francesi avendo nel medio-evo impa-
rato Parte nantica da popoli germanici, e
i re di Francia avendo affidate le loro
flotte ai marinai normanni, danesi e olan-
desi, il vocabolario marittimo s'infloro
d'on gran numero di termini germanici,
fra i qaali sono i nomi dei quattro ponti
cardinali, che per la loro brevita farono
trovati piu comodi, che i loro correlativi
latini.
Dtriv. Nbrdico; Nordest = a. a. tsd. nordft-
stan: Nor&bvsst = a. a. ted. nofdwdstan;
Nor-mhnno = a. a. Ud. nordma. (= Norvt-
giss).
ndria ant. sp. naora, mod. noria, ano-
ria; port nora: dall'ara&. na'-6rah [col-
Part, an-na'-orah] ruota idraulica per tr-
rigaadone, deriv. da na'ara lanciare, far
tampiUare, e secondo PHayse ^emere, sof-
fiare (p. es. il naso) a cagione del suono,
che fa qnando e in azione.
Voce osata in Sicilia. Macchina d'irri-
gazione in uso nella Spagna composta di
on tambaro intorno al quale si avvolge
una catena senza fine, che sostiene dei
secchi, una parte dei quali, in conseguenza
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ndnna]
del movimento di rotazione del tamburo,
solleva l'acqua, mentre l'altra parte, vuo-
tata l'acqua ohe conteneva, si abbassa per
attingerne nuovamente.
ndrma =• lot n6rma squadraper misu-
rare gli angoli retti, e figurat. regola; che
Benfey dice contrazione della supposta
voce gn6r'ma — qn6rima cosa per far
conosoere, dal gr. ONORtzsiN conosoere, ohe
tiene alia stessa radice del lat. n6kobrb
™ gnosobrb conoscere, far conosoere, on-
d'anche il gr. gn6ma specie oVistrumento
per gli agrimensari (y. Conoscere).
Modello, Regola, Online, Costume.
Deriv. Normals y onde Normality ; Normal-
noioedmio =■ lot. nosooomium dal gr.
HOSOKOMBiON o$pedole, da n6sos malattia,
cbe i piu rapportano al radio. sscr. nac-
perire, d'onde anche il lot. nex morte,
n6xa danno (v. Necrosi) e k6mios da ko-
mbo euro.
Ospedale, dove si raccolgono e si enrano
gli ammalati.
no&ogenesi dal gr. n6sos malattia e
qbnbsis generaxione, formation* da gbn-
nAo genero, produce*.
Teoria delle cause prime delle malattie
e del loro modo di sviluppo.
no&ograffa dal gr. n6sos malattia e
GRAPHS descritione.
Distribuzione metodica delle malattie
per classi, ordini, generi e specie.
noiologia dal gr. n6sos malattia e lo-
GfA per l6oos discorso, trattato.
Ramo della medicina, ohe si ocoupa di
dar nome alle malattie, classinoarle e stu-
diarle nei malati e sui cadaveri.
mostalgia =■ lot. nostalgia oomp. del
gr. n6stos il ritorno al paese, ohe tiene
alia rod. nas- andare a cosa, abitare, ohe 6
nel *8cr. sam-nas-e* vengo presto alouno,
e nel gr. nis-j6mai vado, e ne-o|mai|
per nes-o|mai| vado, vengo, ritorno (cfr.
Nido e Nestore) e algIa per algos dolore,
tristezza.
Desiderio melanconico e violento di
tornare in patria, ossia di rivedere i luo-
ghi dove passammo l'infanzia e dove al-
bergano oggetti cari, il quale e cagione
di profonda tristezza e di tale sooncerto
neu'eoonomia animale, da produrre per-
sino la morte.
nostro rum. nostru; prov. e cat. nos-
tre; fr. n6tre; $p. nuestro; port, nosso:
■ lot. nostrum da nos not.
Aggettivo possessivo. Ohe e di noi, che
appartiene a noi.
Deriv. NostrbU; No$trano = Del nostro paese,
oontrario * Straniero.
nostrdmo dallo sp. nubstr-amo che
a lettera vale nostro padrone.
Termine marinaresco del Mediterraneo.
— 916 — [notiflcare
ed eauivale a Maestro o Capo dell'equi-
paggio di una n*ve(ingl. boat'sman).
ndta — lot. nota dalla rod. no- (=» gho-)
del verbo no-sobrb - p. p. notus - cono-
scere (v. q. voce).
Propr. Segno da riconosoere; indi Segno
proprio di una cosa, March io, Taccia, Bi-
cordo scritto, Registro, Catalogo; Breve
soritto esplicativo de'luoghi oscuri di on
libro; Scritto ufficiale sopra un soggetto
partioolare. — « Nota musicale > tanto e a
dire quanto Segno rappresentativo di
suoni.
Deny. Notars; NotsrWa; Notiefna; Noting
Nbtola = Nbtula; e cfr. NoKsta.
notabile — lot. notabilbm dal tema
di n6tus part. pass, di n6sobrb cono-
soere (v. q. voce') e terminazione -bilhm —
che pud essere (v bile).
Degno di essere conosciuto; Considera-
bile, Kagguardevole.
Deriv. Notability; NotabUmsnte.
notare — lot. notarb da n6ta (v. Nota).
Propr. Contrassegnare, indi Por Mente
a una cosa per ricordarsela; Considerare.
Deriv. NotaUhro; Notamsnto; NotaMr+irtcq
Notamione.
Nel senso di Stare a galla nell'acqua
v. Nuotare.
notaro e motalo =» lot. notArius da
notarb annotare e questo da n6ta op-
punto, lettera, scritto (v. Nota).
Neirantica Roma: Schiavo mcaricato di
prendere note o appunti per il suo pa-
drone; Nel basso impero: Notaro imperials,
II segretario dell'imperatore; nella Chiesa
primitiva: Ufficiale incaricato di raooo-
gliere e conservare in note o appunti gli
atti de'martiri; Oggi Ufficiale pubblioo,
che riceve e redige gli atti volontari ri-
guardanti neeozi altrui. Nella Corte Pon-
tincia dicesi Notaro apostolico PUfficiale
incaricato della spedizione degli affiiri ec-
olesiastioi.
Deriv. Notaiiseo, Notarfyco e Notari&co; ant
Notaria^ria = Notartoto; NotariU.
aoterole dal lat. notabilbm degno di
ester conosciuto.
Lo stesso ohe Notabile.
notiflcare =■ lat. notificArb da notus,
part. pass, di n6sobrb conoscere, e fioa&b
per fAobrjb fare.
Render noto.
Differisce da Significare e Comunicare:
perocche Notificare si riterisoe principal-
mente ai fatti e agli awenimenti, che
vengono comunicati a coloro, che prima
li ignoravano: Significare vale fare lnten-
dere ad altri i nostri pensieri, e si ad-
dice ai sentimenti dell' animo e non ai
fatti; Comunicare e affine coi gia detti, al-
lorche ha la nozione di conferire, ma ne
diversifica in quanto vale quasi sempre
manifestare ad altri con riserva le pro-
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DOtizia]
— 917 —
[nove
prie intenzioni, determinazioni, ed anche
le proprie cognizioni.
Deriv. Notified (▼. dell'uso); Notificamtnto; No-
tlfieatfr+trie*; NotyUaiifae.
natfzla =— Za*. notItia da n6tus part,
pass, di n6scbrb conoecere (v. q. voce).
Cognizione, Bagguaglio.
Deriv. Notiaitore (v. deU'ato) ; Notiei&rio; No-
BOto 1. «- &*. n6tus (= #r. gnot6s
= mct. g'n&tas) part. pass, di nosgbrh
— gnoscrrjb conoscere (v. q. voce).
Conosciuto, Manifesto, Chiaro. Diffe-
rente da Manifesto e Cognito, perocche
Noto propr. vale tutto ci6 che ci viene da
altri riferito; Manifesto quello che cade
sotto la nostra vista; Cognito qnanto ap-
prendiamo con le nostre mtellettuali sco-
perte.
DeriT. Nbta; Notabile; Nottvole; Notiflcbre;
Nottmia; Noidrio.
2. = lat. notus =» gr. notus, che dicesi
affine al gr. NOTis umidita, notios umido,
che si riconnette a nA6 scorro, colo, (cfr.
Nave, Nuotare).
Vento di Sud o di Sud-Ovest, che porta
umidita, pioggia.
notomia dicesi afereticamente per Ana-
tomic
nottambnlo = lot. nootambulus da
nox - genit. n6ctis - notte e Ambulus da
ambul-Arje oamminarej andare.
Colui che nella notte va girando at-
torno: altrim. Sonnambulo.
D«rfv. Nottambulismo.
ndtte rum. noapte; prov. nuech; fr.
nnit da *nueit; cat. nit; sp. noche; port.
noite: — « lot. n6ctbm ace. di n6x. che
cfr. col gr. nyx - genit. nyktos - col $$or.
xakta, naktis (ed anche hc, ni^a), col-
Pa. slav. nosti col ruse, notch, boem.
noc, col got. nahts, col lit. nek-tis, a.
a. ted. naht, mod. nacht, ang-sass. niht,
mgL night, coU 1 alb. nate, natte, col-
Ytrl in-noct m guesta notte: che pare
si rannodi alia rod. sscr. nag- (onde rav-
verb. n act am), che ha il senso di sparire
e anche pervre, user dannoso, ond' anche
il lot. nex morte, n6xa danno, nocere
nuooere (cfr. Neorosi): lo che darebbe al
vocabolo il signincato di tempo nel quale
sparisce la luce, owero che nuoce alia vita
iegli esseri (Curtius). II Regnier invece
pensa si stacchi dalla rad. seer, nag'-
vergognarsi e significhi come il partic.
hag'na la nuda: a conforto di che si nota
la somiglianaa in tedesco fra Nacht notte
e nackt nudo (v. Nudo). Gli antichi eti-
mologisti rapportano questa voce al gr.
xf aso imprimo spavento, perche lugubre e
fosea.
H tempo in cni l'emisfero, nel quale
uno vive, non e illnminato dal sole.
D«riv. Nottare; Nottita; Nott&nte; Notteggi&re;
Nottola-o; NotMrno; Annott&re Irum. nopta,
prov. anoitar, a. Jr. anuitir-tier]; Equi-
nbwio; Pernottar*.
nottola dal lot noctula da n6x - genit.
noctis - notte (v. q. voce).
Uccello nottnrno di rapina.
Con questo nome si chiama una Specie
di regoletto di legno a saliscendi, che serve
a chiudere usci e finestre, specialmente
durante la notte; ma in tale significato
vuole taluno si connetta a un tema kn-
=» hn- che ha il senso di aggruppart, e
che figura nell'a. a. ted. hnodo, mod.
Knoten (= lot. nodus) nodo, a. a. ted.
hnuz, ang-sass. hnutu, ingl. nut (= lat.
nux) noce (cfr. Nocca e Nodo).
Deriv. NottoUko; Nbttolo; Nottoltne.
nottnrno = lot. nooturnus che cfr.
col gr. nyk-terin6s, collo tend, nakh-
turn, che rispettivamente si dipartono
da nox, gr. nyx, sscr. nak-tis notte, con
la desinenza stessa che e in Diurno.
Ohe e o awiene di notte. Come sost.
Una delle tre parti dell' "Officio divino,
che si recitava di notte; nella musica
Componimento di carattere placido, mesto,
destinato ad essere eseguito di notte, a
cielo scoperto, oppure in una sala.
movant* rum. nouezeci =■ novem +
decern; prov. nonanta; a. fr. nouante;
cat. novanta; sp. e port, noventa: dal
lot. NONA-GINTA [=— 88CT. NAVATl] COntrattO
in nonag'nta e awicinato a novb; com-
posto di novbh nove e ginta, che suona
died, com'e detto a Venti.
Nome numerate, che comprende nove
volte il dieci.
novat6re-[triee] = lot. novat6rum[-tr1-
cbm] da novArb - eupin. novAtum - far
di nuovo.
Promotore di nuove cose, ma si prende
in oattiva parte : onde cosi chiamasi Chi
insegna nuova dottrina e sostiene erronee
massime in materia di fede.
norazlone =■ laL novatiombm da novarjb
- 8upin. novAtum - far di nuovo.
Term. leg. Mutazione di un contratto
in un altro, la quale awiene col sosti-
tuire all' antico o un nuovo debito, o un
nuovo debitore o creditor©.
nove rtr. ndf, nuf, noef; rum. noue;
prov. nov, nou; fr. neuf, ant. nuef;
oat. nou, sp. nueve; port, nove: [a. a.
ted. e got. niun, mod. ted. neun; ingl.
nine; lit. devyni, a. elav. deveti, irl.
n6i, cambr. nau, naw): dal lat. n6vbm
{umbr. ndno, ctrusc. nuna) uguale al atcr.
nAvam e confronta anche col gr. en- ne a
per en-neFa o neFa (colla vocale prote-
tica e il rinforzo della nasale). Questo
nome ha lo stesso radicale del sscr. na-
vas, lat. novus, gr. neos per neFos,
ted. neu nuovo (v. q. voce), e sembra vo-
glia dire il numero nuovo o giovane, o sia
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novella]
— 918
[neat
perch6, come alcuno dice, contando tre
per tre, la terra, decade comincia col nove
ed e cos! una specie di rinnovellamento,
owero perche contando sui diti combina
con quello deetinato a portare l'anello
nuziale, l'anello del giovane sposo, eche
appunto per ci6 i Latini, che mantennero
tante usanze dell'antica famiglia ariana,
ohiamarono annul&rie: la quale interpre-
tazione e anche confortata dalle lingue
slave, nelle quali il nove si chiama « de-
vyni > che vale parimente sposo.
Numero nnmerale, che segue immedia-
tamente Potto.
Deriv. Novbnta; Noven&rio; Novendible; Nbno.
novella prov. novella; fr. nouvelle;
sp. nove la: « lat. novella diminutivo
ed n6vus-a nuovo-a: propr. annunsio di
cosa nuova.
Avviso di oosa recentemente avvenuta,
poi Narrazione di oosa favolosa [cioe con-
tenente cose nuove, inauditej.
« Buona Novella » si dice il Yangelo
in rapporto agli idolatri, ed anche ai peo-
cabori, che mai vollero sentir parole sulla
religione.
Deriv. NoveUHeda-itkHiecia; ftovellaminte; No-
vtllbre: NbvsUatfr+trice; NovMCsrs: Novtltfno;
NovsUitta.
novello prov. novelh; fr. nouvel,
nouveau; sp. e port, novel: oat. no-
veil: — lot. novbllus forma diminutiva
e vezzeggiativa di n6vus novo (v. q. voce).
Recente, Recentemente nato, sorto, fat-
to, apparso o simile.
« Messa Novella » dicesi La prima che
celebra un sacerdote.
Deriv. NoveUtno; NovsUUia — primisU, spe-
oialmente di flori e fratti che vengono alqu&nto
faori di ftagione.
novembre rum. noembrie; prov. fr. e
eat. novembre: sp. noviembre; port.
novembro: *— lat. November (ace no-
vbmbrem), comp. di novbm nove e -bbr, che
a mente del Pott rappresenta Vindian.
vara tempo.
Nono mese dell'anno romano, ed ora
l'undecimo dell'anno civile.
novena dal lat. novbnus-a che I in nu-
mero di nove (v. q. voce).
Lo spazio di nove giorni consecutivi,
Le preghiere di nove giorni, che prece-
dono qualche solennita religiosa.
Deriv. Noven&rio.
norendiali = lot. novbndiAlbs.
Cos! dissero i Romani (da n6vbm nove
e Diss di, giorno) i sacrifici e conviti, che
celebravansi il giorno dopo la morte dei
congiunti, che i Greci appelJavano bnnati
da bnnba nove (v. q. voce).
Chiamarono pure cosi i sacrifizi e ban-
chetti, che facevano per lo spazio di nove
giorni in occasions di qualche pubblica
calamita, o per invocare il favore degli
Dei prima d'imbarcarsi.
novenne — lat. nov-ennbm.
Di nove anni.
novennio — lat. nov-bnnium.
Lo spazio di nove anni.
Deriv. Jfevena&fe.
noverca — lat. novbroa da novus
nuovo (cfr. gr. near -6s per *neFar-os
recente, nuovo).
Lat. Matrigna, quasi madre novella: ma
si usa sempre con signincato sinistro.
movent Forma varia di numero (= fr.
nombre) con sostituzione di v a m.
Numero.
Deriv. Annovsr&re.
norigildo «= b. lat. NOViofLDUM dal ted.
niun avvicinato al lat. n6vbm nove e gild
valore, costo (cfr. Gildo).
Antica legge presso 1 popoli germanici,
per la quale i ladri erano condannati a
rendere a nove doppi la roba rubata.
novilinio — » lat. novilunium.
II tempo della luna nova.
novfsslmo = lat. novIssimus superla-
tivo di Ndvus, che vale anche ultimo,
estremo, e quindi non anche veduto.
Cosi dioono i cristiani le quattro ulti-
me cose che s'incontrano all'uomo, cioe
Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.
Dai Romani si dissero « novissimi >
coloro che avevano accompagnato il ca-
davere e assistito alia di lui sepoltura:
i quali nelPatto di partire, licenziati dalla
prefica, davano al defunto l'ultimo addio
con queste memorande parole, che furon
dette « verba novissima »: vale, o saUx
atemum! nos te ordine, quo natura perm-
set it, cuncU sequemur [addio per sempre!
noi tutti ti seguiremo nell'ordine da na-
tura ooncesso].
noTizio-a ™ lat. novIcius = novItius
da Ndvus novo (v. q. voce).
Nuovo, Novello; e pin concretamente
Non ancora pratico in una cosa, in un
esercizio, che prendesi a fare; come tost.
Chi e entrato da pooo in un ordine re-
ligioso e non ha professato ancora; e in
generale Chi fa un tirocinio ed ha ancora
poca esperienza. [Differisce da No vis so,
che si disse per Fidanzato].
Deriv. NovUiMo.
nozione =- lat. noti6nbic da notus
p. p. di n6sobrb conoscere (v. q. voce).
Conoscenza acquistata di qualche oosa;
e in senso particolare L' idea di una cosa.
Deriv. NosionclUa.
novo v. Nuovo.
ndzze dial. sard, nunsas; rum. nunta
= nupta; prov. nossas; fr. e cat. no-
ces: = lat. NUPTLffi da nuptdm supinodi
kubo (pass, nupsi) andar a marito, e propr.
coprire, che trae dalla stessa rad. di NUBB8
nuvola [che vela il cielo] (v. Ninfa e cfr.
Nubile), pereh6 era costume presso i Ro-
mani che le spose andassero a nozze co-
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J
FT*"
»*be| -91 9 —
perte da capo a piedi da on ampio velo
giallo.
L'atto del oontrarre matrimonio; I riti,
le feete, i banchetti, che l'aocompagnano.
Cfir. NumidU; Connubio; Paraninfo; Pronubo.
[name
ntibe rum. nour; prov. nubles; fr.
nue e nuage = nubaticum; part, nu-
vem; [irl. e aalles. neul, cornav. niul,
armortc. niul, niful; a. a. tod. nibul,
mod, nebel]: dal laU nubbs, che cfir. col
gr. nkph-08 [affine a nbphble che vale
anche nebbiaj, col sscr. nabh-as nuvola,
vapore, atmosfera, acqua, pioggia [onde na-
bhas-yas vaporoso], e coll' a. slav. nebo
ctelo, cfa una rod. nabh- ester tumido, sa-
turo, gonfio, (sscr. nabhate seoppia\re\) per
cui ne viene il senso secondario di sgor-
gore, sdogUersi in acqua (cfr. Nebbia, Ntm-
bo, Nettuno, Ninfa, Nozze).
Densa massa di vapon acquei sparsi
per ratmosfera, che adombrano l'aria, mi-
nacciando pioggia.
€ Vedere una cosa in nube » = Vederla
in confaso.
Nube differisce da Nuvola e Nnvolo:
Nuvola eeprime meglio i vapori pin leg-
gieri e pin alti : Sube nn ammasso di
vapori densi; e Nuvoh una massa di va-
pori ancora pin densi.
Deriv. Nubecula; Nubtfrhgio; XubiWta; Nubi-
Ifco; Nubulbre; ofir. Nebuloio e Nuvola.
nnbifragio = lat. nubefrAgium da nu-
bbs nube e prAngere = fkAgbre ram-
pere (v. Frangere, e cfr. Naufragio).
Acqnazzone dirotto, che inonda improv-
visamente e devasta.
subtle «=- lat. nubilbm da nubbrb wo-
ritarsi, onde anche nuptlb nozzc (v. q.
voce e cfr. Innutto).
Da marito, Che e divennta atta al ma-
trimonio: parlando di giovani donne.
mtica prov. sp. e part, nuca; fr. nu-
que. Confronta con lo wed. nache, ted.
Nacken e Ge-nick, ang-sass. hnecca,
ingl. neck callo, alcnno sulle orme ger-
maniche lo rapporta a nn radioale kn-
col senso di aggrwppare, che pare si ri-
trovi anche nello sved. kno-pp bottone,
nodo, nell'aft. ted. kno-ten (ant. ch no-do.
ingl. kno-t, lot. nod-us per gno-dus)
nodo, kno-chen 0000, knO-chel nacca,
nntz {ant. hnuz, ingl. knut, lot. nnz
per cnuz) nooe f e fors* anche nelT aland.
nocke, ingl. nock caeca della freccia e
colonna vertebrate. H Diez invece rima-
nendo nel campo latino trae Nuca diret-
tamente dal lot. nux nace, come Radice
da radix, Duca da dux: lo che calza
bene, ricordando che i Siciliani ladicono
< nnd di lu enddn > nace del calla, e gli
Albanesi « arreza da arra > la nace (cfr.
Nocca, Nace, Nodo, Grnucca). Altri, special-
mente il Defremery e lo Scheler, ai quali
non garba il trapasso di u breve in u
lungo, propongono V arab. nukh&'a o
nucha nuca, collotta, midallo spinale.
II nodo del collo, la dove incomincia il
midollo spinale.
nucleo = lot. nucleus gheriglia della
nace, noociolo e questo da nux nace (v. q.
voce).
Si usa per lo piu hguratamente per
dire Ci6 onde la cosa ha origine e cresce,
come dal nocoiolo la pianta.
nudo [e ignudo] prov. nutz;/r. nu;*p.
e port, nudo: = lat. nudus, che sta per
NUCDUS, come si arguisce dalle forme pa-
rallele a. a. ted. nacot, mod. nackt, got.
nagathas, ang-sass. nacod, ingl. naked;
a. slav. nagu, lit nugas, irl. nooht,
sscr. nagna, nagda, e it. i-gnudo. Nel
latino Pa iniziale originaria si e trasfor-
mata in u.
Che e spogliato di veetimenti, e per si-
milit. Svestito di arredi, di ornamenti, di
coperte ecc. Indi il senso metaforico di
Privo, Mancante, di Semplice, e l'altro di
Aperto, Manifesto.
Deriv. Nud&re, onde ZtentuZdre, Snud&re; Nu-
dSeza; NuditZ.
nudrire Lo stesso che Nutrire (v. q.
voce).
nugolo-a detto volgarmente per Nu-
vola.
ntiga dal lat. nugje onde .nugAri mot-
teggtare, cellar e.
Baia, Cosa da nulla, Bazzecola.
nulla dial. sard, nudda; rum. nul&:
dal lat. nulla niuna, sottinteso rbs cosa
(v. Nulla).
Lo stesso che Niente.
nullo prov. e fr. nul; cat. null; sp.
nulo; port, nullo: = lat. nullus comp.
di nb non e ullus alcuno, che si suppone
contratto da unulus o UNicuLUS diminut.
di unus uno. Quindi nullus confronta
colTan*. nIngulus per nb-oinIculus che
resulta di nk negativa, oini uno e -culus
desinenza di diminutivi (v. Sinqolo).
Niuno, Nessuna persona; Di nessun
valore, Invalido, Come non fatto.
Deriv. Nulla; Nultaggint; Nullamtnte; Nulltz-
za; Nullitb; Annull&re.
nume dal lat. nuhbn (= gr. NB?-ma) r
che propr. vuol dir cenno della testa, da
nuo [=» gr. nby6] faccio cenno col capo,
specialm. come segno di comando, e per as-
sociazione d'idee, volantd, potenza dei som-
mi Dei, dal cui cenno (lat. nutus) tutto
dipende, ed anche, siccome intendesi pur
oggi, la stessa Divinita. [Nuo trae, secondo
ilFick, dalla rod. nu- = nav-, che ha il
significato originario di muavere, varia-
mente alterata e allungata nelle diverse
lingue : per es. sscr. nav-atb si muove;
gr, nefd m'inchino, mi piego, ne^-sis it
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numerarioj
— 920
faiidcere
far cenno, ny-stazd dondolo il capo; got.
hneiv-a = a. a. ted. hni-ga = mod. nei-
-ge inclino: ed alia stessa radice alcani
congiungono anche il gr. nikad vinco
(nik-e vittoria) e propriam. abbasao, umi-
Uo, confrontandolo col got. hnaiv-jan
abbassare accanto a uf-nnaiv-an som-
mettere, che trae dal medesimo fonte].
Deita, ma propr. Volonta, Potenza, Fa-
vore degli dei; indi materialmente Im-
magine, SimuUnro di divinita.
Cfr, Annuire, Oonnivsnte, Bsmuente.
numerario — lot. numbrArius che ta-
luno congiuDge a numus o nummus de-
naro, moneta (che aveva gia dato n urn-
mar i us), voce congenere al gr. n6misma
moneta, medaglia (v. Numismatica): ma che
piu regolarmente si connette a numbrus
numero, ricordando che i Latini dissero
Numerari anche gli uffiziali de 1 conti su-
bordinati al tesoriere private e al dispen-
satore delle largiziom imperiali.
Danaro contante, Moneta; poi anche il
semplice V alore immaginario della moneta.
numero rum. numer; prov. efr. n om-
bre; cat. sp. e port, numero: = lat. nu-
mbrus per numesus, dalla stessa radice
che e nel sscr. nam-ati user devoluto,
nam as cibo (= porzione assegnata), nel
gr. nemd distribuisco, spartisco e quindi
amministro, regolo, onde n6me, nemesis
distributions, n erne tor distributor^ ne-
mos o nbmoa = lat. nemus [tend, nema]
pascolo (cioe la cosa assegnata in parte,
n6mo8 legge (vale a dire quella che asse-
gna, che regola, owero cid che & assegnato
e quindi accettato, riconosciuto; non che nel
got. niman, a. a. ted. nSman, mod. ne-
men prendere fauasi impossessarsi della
ma parte), nel htuan. nam as guadaqno,
nel lett. noma tributo, ecc. A parola Nu-
mero vale quello che distributee, divide,
conta, regola le quantitd (cfr. Nemesi, No-
made, Numa n. pr., Numismatica, Numi-
tore n. pr., Agronomia, Antinomia, Auto-
nomia, EconomiaX
Espressione di quantita e cifra che le
indica; Quantita determinata di cose con-
generi. Dicesi anche l'Armonia o Ritmo
del verso o della prosa.
« Numero aureo > vale in cronologia
il Numero che a caratteri d'oro si poneva
ne'calendari, accanto ai giorni de'noviluni
e che esponeva l'anno corrente del cielo
lunare.
Deriv. Novero; Numer&btU; Numerals; Nume-
raire: Numer ativo; Numerazidne; Numbrico; Nu-
meroso; Gonnumsrare; Enumer&re.
numlsmale dal gr. n6misma moneta, de-
naro coniato.
Dicesi di certe pietre, conchiglie ed al-
tre sostanze, che hanno forma di moneta,
o di medaglia.
numismatica = lat. numismAtica dal
gr. nomismatike che concerne le monete
(sottint. tecne arte), e questo da nomi-
sma - geniL nomIsmatos (=-* lat. numus,
nummus) moneta, e letteralm. cosa siabUita
dalla legge, da n6mos legge, onde nomi-
sm6s legale, nomizein regolareper legge,
(v. Numero).
Arte o scienza di spiegare i caratteri,
i simboli, gli stemmi delle antiche mo-
nete e medaglie, e di distinguerle dalle
contraffatte.
nummarlo -» lat. nummArius da num-
mus moneta (v. Numismatica).
Relativo al denaro, alle monete, alia
Numismatica.
nummifdrme dal lat. nummus moneta (v.
Numismatica) e f6rma forma, figura.
Che ha la forma di un pezzo di moneta.
nummolite = lat. ecientif. nummulIthes
da nummus moneta (v. Numismatica) e gr.
lIthos pietra.
Specie di conchiglia fossile, cosi chia-
mata da Lamarck per avere essa la forma
di una moneta.
nuncupative = lot. NUNCUPATfvrrs da
nunoupAre che propr. vale nominare, cio£
esprimere a viva voce il nome, comp. di
nomen nome e oup-Are per oAp-brb pren-
dere.
Dicesi del Testamento, in cui il testa-
tore di sua propria bocca nomina il suo
erede, in presenza di testimoni e del notaio.
nundinale = lat. nundinAlbm da nun-
din^: mereato, che viene da n6vbm now
e dibs giorno, perch6 il mereato si teneva
ogni nove giorni ecc.
Termine di antiohitd. Che e relativo ai
mercati.
nunrio e nuncio fr. nonce; %p. e port.
nuncio: = lat. nuntius -cius chefasa-
pere, e sost. notizia, awiso, messaggio, che
il Corssen dice provenire dall' ant. n6n-
tius contrazione di *NOUNTnjs, *xovw-
tius (come Non us e da novenus) col**
che apporta novelle, e questo da novus,
donde un verbo *noverb, che pu6 aver
dato novbntius, come Flo re re fiorirt
dette Florentia (v. Novo). Altri vuole
che noventius sia dal suo canto con-
tratto da ♦noviventius.
Prelato che il Papa manda in amba-
sciata.
Deriv. KunziatUra = Uffioio e dignit* di niin-
zio; Nunzibre, onde i oomp. Annuneiars e De-
nuneiare, Pronunsiare, Rinungtars, Intern*****-
nudcere prov. nozer; a. fr. nosir,
nuisir, mod. nuire [sp. e port, dafiar,
damnar]: = lat. nooere, che cfr. con
n6x-a danno dalla rod. nak- = sscr. na^-.
che e in nap-ami ctistruggo, nftpa-j^"
mi distruggoyfaccio morire, n&sh-tra^er-
dita, e nello zendo nap-ista perniciosis'
simo, e d'onde scaturisce anche il lat.ne*
k
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i^**M£=*i^l
moral
— 921 —
[nuziale
morte, nec-are uccidere (v. Necrosi e cfr.
Pernidoso).
Cagionare on danno [al pre*, indicatwo
naoco e nu6ccio].
Deriv. NocknU: Nocimsnto; Nocitivo; KocitOrs-
trice; Noc£w>U; Nocivo; Nocuminto; (antic) Nhcuo.
zzdra rum. nor a: prov. cat. eport. no-
re, (mod. belle fille); sp. nuera: = lat.
medioeo. n6ra dal class, nurus per snu-
8U8 [cangiata la s in r come awiene dal-
l'arcaico al classico In latino fra due vo-
cali], che oonfronta col atcr. snusha «■
vers. 8UKAH analogo all'a. slav. s nucha,
lit. eruss. snocha, boem. snacha, e nel
campo germanico all* ant. sass. snurft,
snor&, angsass. snoru, snor, al got. e
a. a. ted. snur, non che al gr. ny6s per
snu6s, snus6s] e si vuole composto di
sDnu(s) = mod. ted. sohn figlio (rad. su-
generare) e sha, desinenza che ha forza
di genitivo, onde snnusha = snushft,
propr. figlia o figliastra [rapporto al pa-
dre del marito].
Moglie del figlio, rispetto ai genitori
di questo.
avotare rum. innota; prov. sp. eport.*
nadar; ant.fr. noer, (mod. nager = na-
vigare): dal lat. natAre per nautArb
frequentativo di nare parallelo al gr. ned
nuoto, e affine a nao scorro, nays nave
(v. q. voce).
Avanzare agitandosi nell'acqua, o a
galla, o sommersi, il che veramente e pro-
prio de'pesci; estens. Essere immerso in
on liquido, e fig. nell'abbondanza, nella
gioia e simili.
Deriv. Nuotitta; Nuotat6r&4r€ce; Nubto, e ofr.
SatanU; NataUFia.
nudvo e b6to rum. nou; prov. nou,
linen; fr. neuf; cat. non; sp. nuevo;
fort, novo: = lot. Ndvus analogo al sscr.
navas, navyas nuovo, fresco, giovane, al
pert, nau, a. a. ted. niuwi = mod. neu,
imgl. new, pruss. nawas, got. niujis,
a. $lav. nova, lit. nau-jes, irl. nn, or.
neos per neFos nuovo [cfr. got. niuji-
-tha — = lat n 6 vitas nuovita, lit. nau-
j6-kas noveUo, novizio, gr. near6s per
neFar6s giovane, fresco, fdnciullo, nea-
zein esser giovane, ecc.]: che vuolsi con-
gionto alio stesso ceppo del sscr. nu-nA-m
[=a.a, ted. nn, nun, mod. nun, gr. ny,
njn, nyni, a.slav. nu, nyne, ^.nunc
e nam) ora, adesso (cfr. Nunzio).
Che e nato, fatto o venuto da poco;
e poi Che non ha ancora servito, o serve
da poco tempo; Non mai veduto; Moderno
fig. Stravagante.
"Deriv. KovUrs; Novlllo-a; Novitd, e Nuovitb;
\laL novit&tem, gotic. niuj itha]; Novizio;
Innovbre. Cfr. Neofita.
ntisca prov. nosca fibbia; ant. fr. nu-
sche, nosche: «=- b. lat. nusoa, n6soa,
dall'a. a. ted. NUSCA, med. nuschb fibb a,
fermaglto [affine all'ant. irl. nasc anello,
nusgaim lego, piego], dalla stessa radice
di nastilo, nestilo legaccio (cfr. Nastro
e Nesso).
Collana, Vezzo, Monile. (Voce antica
portata probabilmente dai Franchi o dai
Longobardi).
nutricare — lat. nutrioAre da nutrIrb
alimentare, per mezzo della voce nutrix
nutrice, nutrIcus balio : propriamente che
nutre, che educa (v. Nutrire).
Allattare; Dare altrui il nntrimento,
cioe cibo e alimento, per sostenerlo; Al-
levare, Educare.
Deriv. Nutricamtnto; NutricatCvo; NutricaUfre-
trice; NutricazMne; NutrichtvoU.
nutrice dial. sard, nodriza = *nutri-
cia; prov. noirissa; fr. nourrice; cat.
nudrissa; sp. e port, nutriz: = lat.
NUTRIGRM da NtJTRio nutrisco (v. Nutrire}.
Donna che allatta il bambino di altn.
Deriv. Nutrient.
nntrire = lat. nutrirb, che e verosi-
mile derivi dalla rad. na-, nu- =- 8NA-,
snu-, colore, stUlare (v. Nave) presa simi-
litudine dal latte, one sgorga dal seno
della .nutrice.
Allattare un fancinllo (che e il primo
significato di nutrire in latino); Alimen-
tare, Man ten ere; fig. Allevare, Educare;
Far durare, Far crescere; Coltivare.
Deriv. Nutric&re; Nutrice; Nutrimsnto; Nutri-
tivo; Nutritizio; Nutritfre-trice; NutrUdra; Nu-
trizi&ne.
nfiYOla prov. nubles; sp. niebla [celto:
irl. e gall, neul, cornv. niul, armoric
niul, niful; a. a. ted. nibul, mod. Ne-
bel): dal lat. nubila (gr. nephele)femm.
di nubilus nuvoloso (sp. nublo) che trae
da NUBB8 = gr. nephos nube (v. Nube).
Vapore densamente stretto, che adom-
bra raria e si muove di qua e di la.
Deriv. NuvoULglia; Nuvolbtne; Nuvoldto; Nuw>
lo-6ne; NuvoWso.
nnziale = lat. nuptialbm da nuptls
nozze (v. q. voce).
Che attiene a nozze. [Nell'antica mi-
tologia Sopra)inome di Giunone, sicoome
quella che presiedeva ai matrimoni].
Deriv. NuzialmtnU.
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•]
922 —
totalise*
o Quarta delta vocali e tredicesima delle
lettere delTalfabeto italiano. II suo segno
e la continuazione dell'o-mtoron, ossia o
breve dei Greoi, che oorrisponde al fenicio
ed ebr. oin o aIn, la qua! voce significa
occhtOj a motivo della sua forma. Noi lo
scriviamo esattamente come i Fenici. Sol-
tanto in origine si metteva in mezzo al
tondo on punto che segnaya la pupilla e
che piu tardi venne tralasciato. Esso in
italiano pronunziasi or largo come in doa,
e ora stretto, come in 6ra.
o! interiezione, che scrivesi anche oh, e
.serve alia espressione di molti e vari af-
fetti, come di meravi$lia, d' allegrezza,
d'amore, di desiderio, di curiosita, d'invo-
cazione, d'irrisione, ecc. ecc.
E anche segno e rinforzo del vocativo:
p. es. o Pietro, vieni qui.
• fr. e port, on; valao. au: particella
disginntiva rispondente al lot aut = osco
auti, che dinanzi a vocale diviene od e
designa l'alternativa: p. es.
B qual tia pin fa dubbio all'intelletto
La speransa o '1 tlmor, la fiamxna o '1 gelo.
(Pvnt. son. 148).
Deriv. Owito.
dasi — gr. 6asis ed anche ayasis, ya-
sis che confrontando col copt. uah£, uah-
soi sembra voce di origine egiziana e
precisamente da uah abitazione, luogo abi-
tato.
Nome dato a certi luoghi, che ne'de-
serti di sabbia dell* Africa o dell' Asia of-
frono una bella vegetazione ed altro non
sono che la sommita delle montagne, le
coi vallate sono state riempite di sabbia;
di maniera che le oasi sono situate ne'de-
serti, come le isole del mare. Le piu note
nell'antichita furono la Grande Oasi di
Tebe, che era la principale e piu meri-
dionale oasi dell'Egitto (oggi el vah), e
la Piccola Oasi, la piu settentrionale di
quelle situate ne'deserti della parte piu
occidentale della detta regione.
©b- Prensso che rappresenta la prepo-
sizione lot. ob [got. uf, ingl. of, ted. ob
usati pure come prefissij, che vale sopra,
innanzi, contra, verso , e indica posizione di
facoia e anche abbaUimento [tale in Obbe-
bedire, Obbligare, Obietto, Obla-
zione ecc.] e oorrisponde al sscr. abhi
=— gr. epi, got. iup, ingl. up, ted. auf
§opra.
obbedire e ubbidire rtr. ubadir; fr.
obeir; cat. obehir; \prov. obezir; sp. e
port obedecer]: — tat. obbdIrb e owe-
dIre da ob dinanzi (v. 06) e OdIrb per
audIrb prestare ascolto. [L'arcaico oi al
posto delTu si riscontra anche in moe-
nia accanto a munire, poena accanto
a punire] (v. Udire).
Eseguire gli altrui oomandamenti, Sot-
tomettersi ai voleri altrui.
Deriv. Obbediente; ObbsdOnea; ObbedUtr+trtct.
obbligante partic. pres. di obbugare
(v. q. voce).
Cortese, Amorevole, oioe disposto a ren-
dere que* boni uffizi o servigi, che obbli-
gano alia rioonoscenza o invitano al ri- i
oambio.
obbligare — lot. obligarb comp. di ob
dinanzi, verso (v. 06) e lioabb legate:
perche indica u vincolo giuridioo o mo-
rale, onde si lega la volonta dell'uomo (v.
Legare).
Legare l'animo altrui o per parola, o
per scritto, o per cortesia, o per benefici;
Oostringere, Impegnare.
, Deriv. Obbligdmte; Obbligatbrio; ObbU$<uU*t;
Obbligo.
obbllgaiUtae «=■ lot. obligati6nhm da
obligarb obligate (v. q. voce).
L'atto per il quale una persona si as-
soggetta o e costretta da un altro a far
checohessia; L'esser tenuto adalcunoper
benefici ricevuti. [Differisce da Obbligo,
il quale e piu morale, che giuridioo, e non
si direbbe mai di obbligazioni contratte
a voce, o in scritto].
obbrdbrio (pi. brj) dal lot. opprobrjuh
comp. di ob dinanzi, oontro e pbobbum
azione vituperosa, che pare stia per pro-
bbbum *=- pr6fbbum comp. di pbo dinanx
e tema di fbro trasformato in seno di
parola regolarmente in bebo (cfr. a. $lav.
bora, irl. berim) portare (v. Bora e cfr.
Candelabro, Manubrio): quasi dica azione
da rinfacciare = lot. pro-ferrb (v. Fero
e cfr. Rimprovero). Altri vuole sia detto
per *proh1brum da prohibbrb proibirt,
cioe cosa che siproibisce, che si rimprovero.
Vituperio prooedente da cosa brutta-
mente fatta.
Deriv. Obbrobriato; Obbrobridso, onde Obbro-
briosamSnts.
obelfsco =» lat. oBBLiscus dal gr. obk-
lIskos che propr. e diminutivo di obblos
spiedoj comp. di o protetico e b^los dar-
do, lancia e in genere arme agitata da sea-
gliare, da bAllkin gettare (v. Balista). La
stessa relazione d' idee si e riprodotta
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tberito]
928
[oblfo
nella voce Gallia, che sta per Aguglia
e vool dire piccolo ago. Altai rapporta
qnesta voce al gr. ophbll6 diminuisoo,
quasi dica strumento che va in cima assot-
tiaUandosi: ed ewi ohi, repatandola voce
di origine egizia, pretende spiegarla col
copL u articolo indeterminate e bbl tra-
passare.
Propr. Piccolo spiedo; mak si applied
a indicare quegli euormi monoliti, a auat-
tro lati, terminanti a punta, che gli an-
tiehi Egiziani collocavano due a due, come
sentinelle, aU'ingresso de'templi: tale
qnello che da Alessandria d'Egitto fd da
G. Ceeare trasportato a Roma, e che ora
vedesi nella piazza di S. Pietro, alto col
piedistallo 106 piedi. Essi rappresentano
eon la lore acuta figura il raggio del sole,
in onore del quale farono eretti i primi
obelischi in Egitto.
•berato «= fat. objeratus oomp. della
partic ob contra, dinanei (v. Ob) ed mblA-
itJg da as - genit. jsris - rame, bronuo,
e fignrat. denaro. [La prima moneta fu di
rune e di bronzo, e per oonseguenza i
Latini dissero « homo eeratus > Vuemo
denaroio, < obaeratus » V uonxo pieno di
dtbiti, ossia, colui che aveva ricevuto in
pieetito e quindi consumato il denaro
aftrui].
Aggravate di debiti [Voce rimasta ai
forenai].
•beto = lot. obbsus comp. della partic
ob intensitiva ed bsus part. pass, di bdb-
m vutngiare, rodere, consumare (v. Edace).
[8e crediamo a Gellio, obbsus veramente
raonerebbe corroso, consunto, magro e solo
per antifrasi pingue. grasso].
Dwiv. QbtsuL
•bice epiu antic, obizio/r. obus, o bu-
sier (fine sec. xvii); sp. obuz (dal Jr.);
*yl. howitz: dal mod. ted. haubitzb e
pra anticamente (sec xv) haupfnitz o
hawfnitz (sec. xv), che trae dal boemo o
«w haxtpnic'b, hauffnio'b, che in ori-
gine design6 un arnese di legno per gettar
P*te, poecia un ordigno per landar gra-
«&. Altri invece lo annette erroneamente
•1 lot. objiobkb gettare, comp. di ob tn-
"«*», verso e jAcbre gettare (v. q. voce).
Term, di artigl. Specie di piccolo mor-
t*jo, armato e governato come un can-
none ordinario, del quale si riferisce la
iwenzione agli Olandesi sul nnire del
s*. xvn, ma che gli Italiani adoprarono
■•ai tempo prima col nome di cannoni
petrieri.
•biettfv© come aggett. Che appartiene
^'obibtto riguardato in se stesso e non
m relazione al so^getto pensante ; come
•^ Oggetto a cui si mira, Scopo; e in
uodo concreto e materiale Lente di un
ca ftnocchiale, di un microscopio, che ri-
^e dalla parte dell'oggetto osservato,
L
mentre quel la posta dalla parte di chi os-
serva dicesi Oculare (v. Obietto).
obietto dal lot. objbotum cosa posta di-
nanzi e questo da objIobrb gettare o met-
tere innanzi, presentare, opporre, composto
della partic ob innanti, verso e jAobrb
gettare e sovente, speoialmente in oom-
posizione, porre f mettere (v. Gettare).
Quello in che s' affissa o V intelletto o
la vista; ed usasi anche per Mira, Scopo,
Fine, che altri si propone; Ci6 che forma
materia a una scienza, a un'arte, a un'opera
letteraria ecc Dicesi anche di Tuttoci6 che
e oonsiderato come la cagione, il soggetto,
il motivo di checchessia.
In filosofia Ci6 che e fuori dell'anima,
in opposizione a Subietto, che esprime
ci6 che e nelPinterno di lei.
Deriv. Obisttor*; Obi$U€vo e ofr. Obtusions.
oblezione = lot. objboti6nbm dallo
stesso tema di objbotus part. pass, di
objIobrb opporre e propr. gettare innanzi,
comp. di ob innanzi, verso, contro e jAobrb
gettare (v. Gettare e cfr. Obietto).
Difficolta, Opposizione, che si solleva
contro una proposizione, contro una as-
serzione.
oblata ant.fr. oblaie, mod. lawicinata
per falsa etimologia a aublier] oublie:
= lot. oblAta offerta (v. Oblato).
I sacerdoti cristiani cosi dissero il pane
della Messa, prima della consacrazione, e
ci6 dall'essere destinato ad onrirsi in sa-
crifizio a Dio; ed ai monaci solevansi un
tempo distribuire, prima degli altri cibi,
tali oblatje non oonsacrate e solamente
benedette.
Si dissero e si dicono tuttavia « Oblate »
certe religiose, tali ad es. le Snore di
carita, che senza mettere voti solenni,
offrono s6 stesse a Dio, consacrandosi
spontanee ad esercitare umili e pietosi uf-
fici, come l'insegnamento dei poveri, Tas-
sistenza dei malati negli spedali e simili.
oblato dal lot. oblAtus partic. pass,
del verbo irregolare offbrrb ojfrire e
propr. portare dinanzi, composto di ob in-
nanzi (v. Ob) e fbrrb - p. p. lAtus -
portare (v. Latere e Offrire).
Lo stesso che Con verso: e dicevasi an-
ticamente di persone religiose, che si pro-
pongono di vivere in comune, per eserci-
tare umili e caritatevoli uffici.
oblazltfne = lot. oblati6nbm nome
astratto da oblAtus offerto (v. Oblato).
Azione di offrire qualche cosa, speoial-
mente alia Divinita. Nella liturgia cri-
stiana L'azione del sacerdote, che nella
Messa, prima di consacrare il pane e il
vino, li ofierisce a Dio, e in molte anti-
che liturgie tutta la Messa si chiamava
Oblazione.
Offerta ad una pubblica vendita.
oblio e obblfo aal lot. oblIvium, di cui
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obliquo]
— 924 —
[tea
e dato l'etimo a Oblivione, che vale del
pari Dimenticanza.
[La forma prov. oblitz, oblida; il/r.
oubli; lo sp. olvido traggono da oblItus
part. pass, di OBLivisoi aimenticarsi\.
Deriv. 0\b\bliam£nto; 0\b\blton*a: 0\b\bli&rs:
0\b\bliat4r&4rice; 0\b\bliaei4ne; 0\b\blUf80 (lai
oblividsas).
obliquo e obliqnio — lot. obliquus e
OBLfcus comp. della part, ob verso, per, e
LIQUI8 voce antica significante ptegato,
torto, da una rod, europ. lag-, lic-, che ha
il senso dipiegare, volgert a traverso, ond'an-
che lic-inus che ha le coma curvate in
avanti (detto di bovi), limus per lic-mus
sbieco (detto di occhio, che volge in dire-
zione di versa dalla faccia), limes per
*Hc-mes via traversa, limen per *lic-
-men pietra che sta a iraverso la porta d%
casa, lux-us (= gr. lox-6s) torto, slogato,
il sabin. lix-usa ciambeUa, a cui fanno
riscontro il lit. lenk-ti (= ted. lenk-en)
piegare, link-ti piegarsi, lug-nas pie-
ghevole,Va.slav. leka io piego, non che il
gr. lfg-08 vimine (che si attorce), lyg-66
piego, annodo, lech-rios obliquo, ecc. che
fanno capo al sscr. ling- ami piego, ed
alia quale congiungesi pure il lai. lig-are
(cfr. Logo, Legare, Liccio, Lima, Limite,
Limitare, Lussare, ed anche Bilenco, Col'
limare, Eliminare, Preliminare, Sublime).
Che non e diritto o perpendicolare, Che
va di tra verso; e fig. Ingiusto, Reo; Am-
biguo, Equivoco.
Sinon. di Sbieco, Sghembo, 3torto, Stra-
volto, Tortuoso.
Deriv. Obliqutore; Obliquity Bisco.
obllterare = lat. oblittbrArb e obli-
tbrArb comp. di ob sopra e litera o
lIttbra nel senso di linea di scrittura (v.
Lettera). [Altri pensa al gr. litos pic-
colo, quasi diminuire, e il Georges al lat.
LiTUS part. pass, di linbrb unaere e fig.
maenhiare, onde il senso di eanoellare].
Propr. Cancellare le lettere, i tratti di
linea, e per est. Fare spar ire; Far dimen-
ticare; Abolire; e anche Chiudere la ca-
vita di un condotto.
obllvione = lat. oblivi6nbm comp. del
prefisso ob (v. q. voce) e del radic. liv-,
al quale il Cbrssen riconnette liv-or pal-
lore, liv-eo son di color livido, liv-idus
livido, nericcio: onde ob-liv-isci signi-
ficherebbe impallidire, divenire oscuro.
Voce poet. U non aver piu ricordanza.
dboe sp. oboe: ingl. hoboy: dal fir.
HAUT-BOie a parola alto legno, e quindi
flauto acuto [Bo is e voce congenere a
buis bosso] (v. Bosco e Bosso). Altri pensa
alio sp. albogub specie di flauto, che trae
d&Warab. al-bug (la) trombetta.
Specie di clarinetto di bosso, composto
di tre pezzi, con imboccatura a zampogna.
dbolo = lat. 6bolus = gr. obolos voce
congenere ad obblos spiedo, comp. di o
prostetico e bblos dardo, che dal suo
canto trae da bAllbin gettare (v. BaUsia
e cfr. Obelisco).
Piccola moneta greca, in origine di ar-
gento, ma piu tardi di bronzo, e della
quale vi erano due tipi, Vattioo, che va-
leva circa 15 centesimi della nostra lira,
e Veginetico, che valeva ciroa ventidue e
mezzo. Cosi detta perche portava soolpita
una freocia o un piccolo dardo, owero
perche originariamente era un bastoncino
di metallo usato come piccola moneta.
Oggi si usa nel senso di Piccolissima
somma di denaro.
obrettMo =- lat. obrepticius da obb*-
ptus part. pass, da obrbpbrb ottenere am
astuzia, ma propr. awicinarsi strisciando,
di soppiatio, comp. del prefisso ob* che si-
gnifica dinanzi, verso e rbpbrb strisdan
(cfr. BeUile).
(Term, di canceUeria). Dicesi di resoritto
o aecreto, e vale Che e stato ottenuto con
malizia tacendo la verita, che avrebbe
dovuto manifeetarsi.
obreztfne =■ lat. obrbpti6nbm (v. Obrtt-
tizio).
Dolo usato in ottenere qualohe rescritto
e ohe lo rende nullo.
obsoleto ==» lot. obsolbtus part pass,
di obsolbsobrb andare indisuso, conn).
della partic. ob contro e solbscbrb da
SOLBRB esser soUto.
Latinism. Disusato, Rancido, Vecchio.
obtrettare = lat. obtrbotarb comp.
di ob contro e *trbotArb per tractabk
intensivo di trahbrb trarre (v. Trarre).
Latinism. Denigrare, Calunniare alcuno
per innalzare se stesso.
Deriv. Obtrettattfre; 0btretta*i6ne.
dca 1. fir. oie, vallon. awe; ant. sp. e
catal. auca; sp. mod. e port, oca; [atftr.
utka: [il dial. Veronese ha il masc. oco,
ilerem. ooch, ilsenes. ocio (e locio, sal-
dato l'articolo), che cfr. col prov. auc e
col dimin. ant. fir. auciun*— mod. oisou]'
— bass. lat. Auca. che sta per Avica dal
class. Avis uccello (come nAtica da nAtis),
d'onde poi sarebbe passato a un significato
speciale (v. Augello).
Specie di uccello acquatico, salvatico e
domestico, piu grosso dell'anatra.
€ Cervello d'oca > = corto intelletto;
< Non essere o non parere un'oca » *=
Non essere o non parere semplice; « Fare
il becco all'oca » = Dare ali'opera coin-
pimento.
[II greco diceva chen che fa grupp
col sscr. hasas (femm. hasI), col qual e
confronta ted. gaus, ant slav. gasi e
lat. anser per *hanser].
2. dal turc. oqa = aroo. uqIa (a^ 1
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_J
eccarej
— 925 —
[occulta
scrive nkijah, vakijah) che sembra
identico etimologicamente al gr. ygkia
» tat unoia onda.
Peso nsato in Turchia, Egitto ecc. che
vale Cbilogr. 1.250.
eoeare — laL ocoAbh da 6oga [=» ted.
Egge,ondeil verbo eggen = anl. egian,
lit. akSti]: dalla rad. AG- trapassare, es~
itrt a punta, ond'anche Aoibs punte, Acus
ago (v. Ago).
Latmism. Erpicare, Lavorar la terra.
ooeuiome prov. occaisos; ant. Jr.
ochoison, mod. occasion; *p. ocasion:
= kit. ogoa8i6nbm da ocoAsus part. pass.
di occiBBRB accadere comp. di OB innanzi,
contro e oiDBRB per cAdbrb cadire (v. q.
voce).
Ci6 che cade in acconcio o a proposito,
Opportunity Momento proprio e favore-
vole, Cagione. — « AlPoccasione » — Pre-
sentandosi il destro.
Dsriv. OccationMe; Occasion*™; OccasUmcslla.
otck&o=* lot ocoAsus che propriamente
e il part pass, di occIderb, oadire e fig.
tramontare (v. Occasions e cir. Occidente).
Voce pott. Qaella parte dove tramonta
il sole, Occidente, Tramonto; fig. Fine,
Morte.
ttchille propr. Attenente all'fcxraio
[oom'e detto p. es. dal popolo il dente ca-
dente, che ha corrispondenza colTocchio];
come $ost e al plur. Strumento compoeto
di due cristalli o vetri incastrati in un
cerchietto e legati insieme, per mettersi
sul naso, avanti agli occhi, per aiutar la
vista.
Deriv. Occhialaio; OcchiaUUo; Occhialdni.
tactile rum. ochio; prov. oill, ol; fr.
oeil; sp. ojo; port, olho: dal lat. 6gulus,
diminutivo di *dcus, non nsato, che confr.
coll'aaf. alav. russ. e polao. oko, croat.
ocho, got aagd(onde augj an mostrare),
fmm. oog, ant. ted. aug&, ougft, mod.
Ange, a. boss, eag, e col piu antioo 8scr.
aksa, aksi (cni piu si accosta il lit. akis)
dalla radice del verbo iksate [= zena.
&khsb...J vede\re\, guarda\re\^ onde iks-
-anam sguardoj. Siffatta radioe A9, che
sembra avere il senso fondamentale di
pnetrare, essere acuto, e quindi la stessa
di Ago (v. q. voce), ritrovasi trasformata
in op os « ops nell'idioma greco: p. es.
os-8e per ok-ie occhi, os-somai per
ok-jomai (jfirt.op-somai, j>er/. 6p-opa)
*fo, guar do, ops - genii. op6s - occnio,
«petfo, op-sis sguardo, vista, op-tik6s
tkeonceme la vista, op-ter esploratore,
op -th aim 6s occhio, op-e (lit. ak-as)
/wo t bueo (per il quale si guarda) ecc.
U trasformazione della k in p e regolare
nel greco e ne occorrono molteplici esempi
icfr. Cinque, Ouocere, Lupo, Saptre).
Ciascuno degli Organi della vista e ta-
lora la Vista medesima, lo Sguardo; per
similit. Foro, Apertura; La parte dell'al-
bero per la quale e' rampolla, altrimenti
detta Gemma.
< Occhi > dioonsi le tre bilie, che cia-
scun giocatore deve soffrire al giuoco della
corda prima di morire, peroccn6 nella ta-
voletta, dove si segnano i punti, ci sono
per ciascun giuocatore tre piccoli dischi
neri, che si cuoprono con un'assicella scor-
revole ogni qualvolta che il giuocatore
soffre la bilia.
Deriv. Occhiaja: Occhiale; Occhiarc: Occhieg-
giart: OcchQllo; OcchWto; Occhino; OcchialiUo;
Occhfoits; Occhitfto; OcchHUsso; Adocchiare, eoo.
Da 6culo Oculare; Ocul&to; Binocolo; Inoculare:
Monbcolo. Cfr. Oftalmia; Ottico; Autopsia; Catot-
trica: Oiclops; Diottra; Etiope; Idrope; Miope;
Presbiopia; Prosopopea; 8inopsi.
occidente dal lat. ocoidentem part. pres.
di ogoIderb = oboIdbbb tramontare com-
posto di ob innanui e oIdbrb per cadbrk
cadere, declinare (cfr. Occaso, Occasione).
La parte dove sembra che il sole vada
declinando.
Deriv. Occidentals
ocefdno = lat. occfDuus da occidbrb
tramontare (v. Occidente).
Lo stesso che Occidentale.
oeefpite == lat. ocoipitbm - ace. di 6c-
oiput - comp. di ob contro e oIput per
oAput testa, doe Valtro lato della testa.
La parte posteriore inferiore del capo,
detta anche Nuca, Collottola.
Deriv. Occipitalej Ctppicfne [=*Ceppit6ne,
*Ocoipit6ne].
occitanico Dicesi della lingua proven-
zale o lingua d'oc (onde il nome locale
Linguadoca), la qual voce usavasi per
si, dal lat. hog questo.
occlUdere = lat. ocoludbrb - p. p.
OCOLU8U8 - da ob [divenuto oc in forza
di assimilazione] innanti contro e olAu-
dbre chiudere (v. q. voce).
Chiudere, Serrare.
Deriv. Part. pass. Occluso t onde Occlusive.
oeedrrere dal lat. ocourrerb - p. p.
occursus - comp. di ob contro e currerk
correre (v. q. voce).
Propr. Correre incontro, Farsi incontro;
e indi fig. Accadere, Avvenire, Venire alia
mente; e finalmente Far di bisogno [= ve-
nire il bisogno].
Deriv. Occorrlnte = Neoessario o che abbiso-
gna per far cheoohessia; Occorrsnza = Occa-
sione, Bisogna, Neoessits; Part. pass. OccSrso.
occulto aa lat. oooultus part. pass, di
occulbrb sottrarre con un velo agli occhi
altrui, nascondere, che gli etimologisti la-
tini trassero da ob dinanzi, contro e 06-
lbrb - p. p. OULTU8 - venerare, rispettare
(v. Oulto): ma che invece staccasi da un
tern a cal-, al Quale fa capo il lat. cl-am
(per cal-am) di nascosto, cal-igo caligine,
cel-la stanza, c61-or colore, cil-ium
ciglio, cul-leus sacco, cu-cul-lus car-
toccio, e il gr. kal-yptd copro, kal-ias
L
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oecupare]
— 926 —
rottt
capanna, cappclla (cfy. Celare, Cella, Ciglio,
Colore).
Che e nascosto sotto una specie di mi-
stero, Celato, Segreto.
Deriv. OccuUdbiU; Occultamtnto; OccuU&re;
Occuliat6r+4r<ce; OccuUamUfne; OccuUAna.
occvpare — lat. oocuparb da ob [oam-
biato in oc- per efietto di assimilaaione]
dinanzi, contro e oup-Arb per oAp-brb
prendere (v. Capere).
Propriamente: Prendere un Luogo, una
cosa; indi Impossessarsi, Impadronirsi,
Empire uno spazio di tempo o di luogo,
e fig. un ufficio, d'onde il senso attivo di
Dar lavoro, Dare on impiego ad alcuno.
€ Occuparsi di ana cosa » =— Attendere
ad essa.
Deriv. Occup&biU; Occugattfr&trtce; Occupa-
eitfne.
oceano e oceano fr. oc6an; ep. sport
oceano; (irl. oigean, cimbr. eigion):
= lat. oo&anus (ed anche 6qbnus) =■ gr.
okban6s, che sembra attinente al iter.
o'gas (alb. ujb) aequo, (e propr. eucco,
utnor vitale), a cui il Burnout^ lo Schenkl
e FHeyse sostituiscono il mot. ogha, che
vale riunione, massa, moltitudine ed anche
massa d'acqua, flume che erompe e trascina
(rod. UKH- muoversi, sscr. dkh&mi mi
riunisco, ucy&mi). Altri nota come pro-
babile etimo il sscr. vedic. a^ayaNA [epi-
teto vritra], nel senso di contenente, rin-
chiudente (le acqne che piovono): e que-
sta etimologia e assai attendibile ofirando
anche la spiegazione della desinenza, che
altri han voluto giustificare con la rod.
sscr. ni- muovere, o col gr. nA6 seorro.
La massa d'acqua in moto, che secondo
fli antichi scorreva attorno e cingeva
'ogni parte la terra; II gran mare ester-
no, contrapposto a mare mediterraneo,
p. es. l'Atlantico, il Pacifioo; fig. Cosa
vasta ed immensa.
NeWantica mitologia, L'acqua o l'umido
deificati, come elemento, dal quale com-
binato col calore ridonda la vita della Da-
tura; e come divinita si disse figlio di
Urano (il cielo) e di (*ea (la terra).
Deriv. Oceanico; Ocsanino.
fccio, (ldeio e ltieio) dial. lomh. och,
prov. auc: dal volg. lot. Avious (masc. di
Avica) mediante una forma *AuoiUS. [In
Lucio e Locio usato nel Senese l'articolo
si e fuso col nome] (v. Oca).
Mascol. di Oca: usato in vari dialetti.
oeloerazia=^r. ochi,okrat1a da 6ohlos
— ».F6chlos moltitudine (che si ricongiunge
al lat. vnlgus trasposiz. di *vuglus) e
krAtbia dotninazione (kratos potere, kra>
tein dominare).
Governo del popolaocio.
Deriv. Oclocr&tico.
dcra = lat. 6chra dal gr. 6chra (sott.
GB terra) da 6chr6s giaUicdo, giaUastro
che secondo il Baudry trae da oon who
e ohr6a colore, cioe del color deWwno,
ma i piu riferiscono a una radioe euro-
pea ak- essere scuro, pallido, ond' anche
il gr. achlys oscurita, tenebre, e il lai
aqu-ilus scuro, fosco (c£r. AquUone).
Terra argillosa di color giallo piu o
meno' carico e talora anche rossiccio,
chiamata anche Terra bolare.
eculare = lat. oculArbm = ooulartom
da oculus occhio.
Appartenente agli occhi.
Deriv. Ocularminte.
oculato => lat. ooulAtus da oculus oc-
chio (v. q. voce!
Propr. Che e fornito di oochi; e fig.
Cauto.
Deriv. Oculatamimte; OculatAsa.
oculist* Quel medico o chirurgo che si
da specialmente a curare le malattie del-
V occhio (lot. oculus, onde < medicos ocu-
larius »)).
Deriv. OcuUsttca.
odalisca dal turc. odauq, che trae da
ODA camera, gabinetto.
Donna destinata al serviiio delTharem
imperiale in Turchia.
ode = gr. 6dA canto contratto da A-oroft
per A-Fou>ft dalla raa\ vad-, che figun
nel escr. vadati parla\re\ f loda\re\ 9 gri-
da\re\ f vadana booca, e d'onde anche il
verbo a-eid-6 fper a-Feid-o), ^d6 e
yded (per F^do e Fyded) io canto,
yde8 per F^des poeta, a-vde per a-Fy-
de u«>ce, dove Pa iniziale e semplioe-
mente prostetica.
Presso gli antichi Sorta di poetico
componimento, che esprime il sentimento,
con una forma di versi atti a cantarsi,
pieni di vivaci e graziose immagini. Oggi
Oomponimento lirico diviso in strofe ir&
loro somiglianti per il numero e la mi-
sura deVersi.
Ofir. Epddo; ParodCa: ProBO&Ca; Palimodto; M+
lodCa; CommMia; Tragidia; Raptbdo.
odeo e odeone == lat. od^uh dal gr.
6db1on e questo da 6d4 canto, il canton
(v. Ode).
Piccolo edifizio a foggia di padiglione
costruito da Pericle in Atene a un lato
del teatro, dove i canton prima di esporsi
al pubblico facevano le prove, e dove pur
si facevano gli agoni di poesia e di mu-
sica, cioe si declamavano versi, si canta-
vano sulla lira ecc. Tal sorta di pubblici
edifizi si eressero poi in tutte le citta
greche, ed in Roma anoora se ne conta-
rono quattro. In seguito la parola Odeo
divenne sinonimo di teatro, specialmente
dove si canta: e questo nome fa, non ha
guari, applioato a Parigi ad un teatro, che
per qualcne tempo servi per l'opera in
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eUare] -927
muflica, ed e stato poi dedioato per la
wmmedia, divenendo laogo di secondaria
importanza.
odlare v. Odio.
edierno = lat. hodiernus da h6dib
oggi (v. q. voce) e terminazione -ernus,
che 6 pore in nibernus invernale, he-
sternns del giomo innanzi (v. Inverno).
Del di d'oggi; Del tempo moderno.
ddfo prov. odis; sp. e j»or<. odio: «=
to. 6d-ium da 6di - part pass. osus -
<xfioiif, che vuolsi congenere al gr. oth-ed
qingo, urto. irrompo, o t h - i a d premo, vesso,
maitratto, one il Curtius riporta alia ra-
dice indo-europea vadh = uad, od tptn-
jere, che e nel ssor. a- vadh it (aorist)
colpirt, ferire, apa-vadh-it respmgere,
oBontanarej one cfr. oolla rad. wenaa vad-
battere (vad-hay ribattere): quindi Odio
sarebbe repuUione (cfr. 0«<ico). — H Pott
invece, ritenendola voce di origine euro-
pea, tiene a stabilire un rapporto tra
od-ium e il got. hat-an (=» ang-sass. ha-
tian, ingl. hate, ant. sud. ted. hetian,
mod. ted. h ass en per bat- sen) odiare,
onde il fr. hair e pin antic, hadir; ma
la caduta del suono o innanai a vocale,
osserva il Corssen, e fenomeno fonetioo
asaai raro, e d'altronde la voce gotica sta
in relatione con altre voci, cbe discordano
con la voce latina. II Fick e il Vanicek
in un simile ordine d'idee citano Vartnen.
at-el odiare e Vang-sass. at-ol «■ o. scand.
at-all crudele.
Altra ipotesi non inverosimile sarebbe
quella di riportare il lot. odium alia rad.
ad- rodere, ond'anche il gr. odo^s dente,
od^ne dolore, e il lot. edo mangio, che
darebbe il senso di rodvmento interno, per
lo stasso ordine d'idee, per le auali rat-
tribnto Adas edace fu dai Latini applicato
bene spesso alle cure e ai dispiaceri: cu-
rtB edaoes (v. Edace, e cfr. Tedifii). ril-
$r. ODTSSOMAi mi accendo, mi adiro, ior-
mato di o prostetico e rad. sscr. dvish
odiare, onde fors' anche il to. invisus
<h&mo, non ha che fare con la voce latinaj.
Ira condensata e invecchiata nell'animo
di alcuno, che non sazia mai, ne si acquieta,
se non col disfacimento del nemico.
Deriv. Odi&re onde OdOMto [= Odibtte; Odit-
*U)- f OdiaMre-trice; O&USbo [— lot. odi6sus]
onde Odiosaments, Odiosito; Uggia.
odlasea — lat. odyssba dal gr. odys-
8iu da Odyssbys Ulisse (v. q. voce).
Poema d'Omero, in cni si narrano le
vicende di Ulisse, dalla rovina di Troia
fino al suo ritorno in Itaca.
•idmetro dal gr. od6s (che sta per so-
06a, dalla rod. sad andare, arrivare) via
* matron misura.
Stromento di nsica per misurare il cam-
fluno fatto da un corpo in movimento,
^ dioasi pure Pedometro.
— [offendere
odontalgia = lat. odontalgia dal gr.
ODONTOS genit di odoys dent* e algIa
= ALG08 dolore.
Dolor di denti acuto e lancinante.
Deriv. OdontMgico.
odore prov. odors; fr. odeur; sp. e
port, odor: =-= lat. odorbm, dalla rad. od-
che e nel gr. 6dd e 6a6 [per *oda6,
6dj6] (perf. dd-od-a) esalo, o dm & odore,
fetore, a cui fanno riscontro il boem. udi-
ti affumicare, suffumigart, e il lit udzu
[per *udju] mando odore, odoro, fiuto. II
Del&tre, sulla traccia del Benfey, crede che
odor stia per edor e provenga dalla stessa
radice di too mangio (y.Edace), presa la
causa per lo efi'etto, essendo il mangiare
una delle cauae, che agiacono piu viva-
mente sul nervo olfattivo.
Sensazione piacevole, o no, che produ-
oono sopra i nervi nasali le emanaaioni
volatili di oerti corpi, ed anche la Ema-
naaione stessa odonfera, V Aroma, il Pro-
fomo; fig. Sentore, Indisio, Fama, Nomi-
nanza.
Deriv. OdorbbiU; Odoracchi&re; Odorbrt: Odo-
rhto; Odoratfvo: Odoratitint; Odbrifero; Odorf-
fico; Odorfoo: Odor-bccio*CtuHiccio. Ofr. Aulmte;
Oleteo; Olfatto; Olsre; Orma; Otma; Onono.
odorlfero =— lat odorifrr - ace. odo-
RiFBRUM - composto di odor odore e tema
di fbrrb portare.
Che porta, che diffonde odore.
ofla — ■ lot. 6ffa, che forse e afflne col
gr. optos cotto, arrostito, od 6pson com-
panatico.
Specie di pasta, che gli auguri romani
Settavano innanzi ai polli sacri, a fine
i prender gli auguri. Si us6 anche in
italiano per Focaccia, onde il Bembo disse:
< Al corpo quello che e bastevole si da,
quasi lurotfa a Cerbero, perch6 non la-
tri » (Asol. 3. 209).
Deriv. OjJfoUa; ofr. QagUoffo.
offella diminut. di 6ffa (v. q. voce).
Piccola focaccia; Pasticcetto dolce.
Deriv. OffellQre ohi la vende; OffeXUrta il
laogo dove si vende.
offendere « lat offbndbrb - part,
pass, offbnsus - propr. urtare, comp. di
OB innanzi, verso, contro e antiq. fbndbrb
che ebbe il senso di spingere, colpire, la
cui rad. fend- allungamento di fen- =
phbn- ritrovasi in infensus, infestus
infesto e nelT ant gr. phend e pephno
(per pe-phend) uccido, di cui e rimasta
solamente qualche forma verbale: p. at.
pephasthai uccidere, pephasmen os uc~
ciso (cfr. Di/endere, Funesto, Infesto, Ma-
nifesto). Questa radice fbn- seoondo il
Pott e il Benfrey confronta coll' altra ra-
dice gr. then- onde theind per *tenjo
percuoto, urto, ferisco, e vuolsi che ripro-
L
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offensfvo]
— 928 -
[Qftalnlc*
duca la radioe sscr. hah- da guan-, ooU
©tre, uecidere, affine alia rod. dhan- che
e nei comp. ni-dhanas morte, pra-dha-
nas pugna. [La conversione di una aspi-
rata in altra aspirata e connaturale alia
formazione dei linguaggi, e non e anor-
male che gh |h|, dh del sanscrito, ri-
sponda a th dei Greci e alia f latina
(cfr. Fumo)].
Far danno o ingiuria, Nnooere.
Deriv. OfftmdtvoU; OffendibiU; Offem&iminto;
OffemdUffre-trice [= 0jfen»6re-4r*\ ; Offtto-a; e
cfr. Offensfvo, Infesto.
offensive* dal lot. offbnsus part. pass,
di offbndbrb (y. Offendere).
Atto ad offendere.
offenso>e[-6ra] « fat. offbnsorbm da
offbnsus part. pass, di offbndbrb urtare
(v. Offendere).
Chi o Che offende, Che aasalta.
ofterta da offbIrb (v. a. voce).
L'oflerire; Ci6 che si onerisce in paga-
mento d'una cosa, che si vuol oomprare;
ed anche Ci6 che si offre in dono.
offertorio — lat. ehiesastico offbrtorium
da offbrIrr offrire (v. q. voce).
Parte della messa,nella quale il sacer-
dote offre a Dio il pane e il vino.
offl&a dal lat. offbnsa propr. Vazione
di urtare, che viene da offbnsus part,
pass, di offendere urtare (v. Offendere).
Ingiuria di fatto o di parola; Danno,
Oltraggio.
offtoo dal lat. offbnsus per *offbndbus
part. pass, di offenders urtare (v. Of-
fendere).
Part. pass, di Offendere.
Deriv. OffUa-
efflcina =» lat. officIna contratto da
OP(i)FiofNA deriv. da 6pyfbx, offbx ar-
tefice, fabbricatore, comp. di opus opera,
lavoro, materiale e fbx da fAcbrb fare
(cfr. Opificio).
Bottega o fabbrica, in cui e esercitato
qualsiasi mestiere, ma piu specialmente
dicesi adenso Quella dove si fanno lavori
meccanici di gran mole e dove lavorano
molti operai.
Deriv. Officinale e Fucina.
officinale dal lat. officIna laboratorio
e piu tardi anche farmacia, che oggi di-
rebbesi laboratorio chimico.
Dicesi di quelle cose, specialmente pian-
te ed erbe, che spettano a farmacia.
officio e offiiio [officio e officio j — lat.
offigium da ob innanii, verso, per e Pi-
cium da FiOBRB per fAobrb fare.
Quello che si spetta a ciascuno di fare
per debito o per convenienza (in rapporti
civili e sociali), il che dicesi ancora Do-
vere, Carico, Incarico, Impiego, Ministe-
ro, Cura, Briga. Vale anche Servigio, Atto
di cortesia, Cortese interposisione, media-
zione o raccomandazione, (ma in questo
senso suole aggiungersi sovente Fadiet-
tivo « buono > o similil
< Officio o Offici divini » si dicono le
ore canoniche, che si cantano in chiesa,
il Sacrificio della messa e altre sacre fun-
lioni, che si celebrano dagli eoclesiastici,
come se dicesse Doveri verso la divinita.
Deriv. O-UfficilOe; O-Ufflci&re; O-Ufflcifto.
offlcidso e oficMso — lat. officiosus
da OFFfciUM servisio, benefizio (v. Officio).
Che usa volentieri gli uffici suoi t pro
di altri, Serviaievole, Urbano, Cortese; ma
si usa anche nel senso di Attinente al-
l'utbcio, al ministero.
Deriv. Offlciotit*.
offrire e offerfre dal lat. offbrre (me* 1
diante una forma secondaria offbrirb),
comp. di ob innanzi, verso e fbrrb por- ,
tare (v. Fero).
Portare o Mettere innanii, Presentare,
Porgere, Dedioare. I
Deriv. Offertofre-trice; Offerto-a; OfferOrl*.
offuscare = lot. offuscAre da ob di-
nanzi e fuscus oscuro (v. Fosco).
Render fosco, Indurre oscurita, il che
dicesi anche Adombrare, Abbagliare, An-
nebbiare. Ottenebrare, Appannare, Ecclfo-
sare, Annerire eoc.
Deriv. Offuscaminto; Offuscatfre -trice; Offutc*-
sione.
oftdi — lat. ophidii dal gr. 6phis per
6phids serpente, dalla rod. op- = ok- «*
dere [verosimilmente a causa della pelle
maccniata di segni, che simulano occhi
(cfr. Drago)) o Idos = bIdos specie, to-
miglianza.
Cos! detta dai naturalisti la gran fami-
glia dei rettili, che strisciano sulla terra.
ofieide contratto da oficlbidb, voce
comp. del gr. 6phis serpe e klbis - ««•
klbida - cniave.
Strumento musicale d'ottone a chiavi t
di forma serpentina.
oflte dal gr. ophItbs macchiato a guiw
di serpente, da 6phis serpente.
Porfido di color verde, detto anche Verde
antico; ma prima nome di una qualitadi
Marmo ed anche di una Pietra di color
bigio macchiato, conosciuta anche col nome
di Pietra serpentina.
oftalmia e ottalmia = gr. ophtalmia
da ophthalm6s ocohio, che dal suo canto
deriva dal gr. op -torn a i forma, supposta
dai grammatici per 6s-somai (fit. 6p-
somai, perf 6p-opa) vedo (v. Ocehio).
Affezione inflammatoria dell'occhio detta
anche Oftalmite.
Cfr. Oftalmologia = Trattato sugli ooohi; Qftal'
moscopia = Osiervaaione degli ooohi ; Q/lalmo*
iatria « Medioina ooolare.
oftalmico e ottalmiee == gr. ophthal-
mik6s (v. Oftalmia).
Che si riferisce o appartiene alTocchio.
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ftftalmolatria] — i
eftalmoiatria dal gr. ofthalm6s oc~
chio, e iatrIa medicma.
Medicina oculare.
oga e magdga daU'cor. gog e magog:
voci t ohe trovansi usate nella Sacra Scrit-
tura, p. es. nell'Apocalisse (xx. S\ dove
leggesi che dopo il regno de'mill'anni,
Gog e Magog marceranno oontro la citta
santa, ma saranno distrutti dal fuooo ce-
leste. Secondo lo Schenkel (Bibel-Lexioon)
la etdmologia pi~d probabile e quella che
rawicina GOG al per$. koh montagna e
magog al sscr. maha grande ; onde ooa =*
magog significherebbe alte montagne, alti
piani e sarebbe on nome collettivo deT>ar-
bari del Nord.
Voci usate nella locuzione volgare < An-
dare in Oga Magoga > che vale Andare
in paesi lontanissimi ed anche pericolosi.
oggetto Lo stesso di Objetto (v. q.
voce).
Tntto ci6 che si presenta alia vista;
Tutto ci6 che serve di materia a una
acienza o ad on' arte; Fine, Scopo.
Deriv. OggtttivcmsnU; Oggetttvo.
oggi prov. huei, oi; ant. fr. hui, mod.
aujourd'hui; sp. hoy; port hoie: (ted.
heute): dal lat. h6dib (come Meriggio
da meridies, Moggio da mddius). Hoduo
e contrazione di hoc die in questo giomo,
alio stesso modo che 61 im una volta, trae
da 611 e arcaico per ille quello e sta per
« illo tempore > in quel tempo, cioe net
tempo di cui si parla, dwerso did presente.
Awerbio di tempo, che serve a marcare
il giorno, nel quale ci troviamo.
Deriv. Oggidi; OggigiOmo; Oggim&i.
oggidi fr. aujourd'hui; sp. hoydia:
da hodib oggi e dIjbs di, giomo.
Nel tempo presente.
oggimai ©rot. hu|e|imais: Lo stesso
che Oramai.
eglva a.fr. augive, mod. ogive: per
alcuno dalT ant. ted. OG (= ingl. egg)
novo, a cui si aggiunse la terminazione
latina ivue. II Menagio invece lo trae dal
vied, alt. ted. ougb [= mod. ted. Augb,
dand. oog] occhio, in quanto si dice che
gli archi aelle centine nelle volte gotiche
formano una curva somigliante a quella
dell'angolo dell'occhio; ed altri propone il
lat. aug-bre aumentare, perche l'arco ogi-
vale colla sua diagonale aumenta la forza
della volta: lo che spiace al Littre il
quale osserva come in antichi codici in
lingua latina (sec xn) si trovi la voce
OGis nel senso di appoggio, sostegno. An-
che l'arabo si 6 posto a contributo, e si
propone come etimo la voce aug' som-
mita, ond'anche auge (v. Auge) riferendo
storicamente la parola alia punta acumi-
nata degli archi moreschi e awicinandosi
— [oleandro
di tal maniera al parere di Quatremere de
Quincy (Diet. (Parch.), che, cioe, la ogiva
abbia la sua prima origine in Oriente.
Termine di architettura. Nell'architettura
gotica si die questo nome a quelle curve
salienti che si appellano nervature, che
nelle travate o crociere delle volte s'in-
crociano diagonalmente alia sommita, an-
dando da un angolo all'altro. Questa voce
dapprima fu aggettivo e si us6 congiunta
al sostantivo Volta, che poi si sottintese.
Deriv. OgivbU.
ogni ant. onni, onne: dal lat. 6h-nis,
che forse sta per s6mnis, dalla rad. del
seer. SAM- A ogni, ond'anche il gr. am -a
per sama insieme e om-6s per som6s
comune (cfr. Con, Insieme, Sempre). Altri
rawicina al gr. am- phis —■ sser. abhi
intorno, onde vorrebbe il senso che & da.
ogni parte (v. Amb-).
Tutto relativamente al numero.
Deriv. OgnUsbtnti; Ogniuno; OnninamSnte; Ognfr
ra; Ogntfno; (= oiasouno), Ognunqus (= <mL qua-
iunque). Cfr. Omnibus.
ognissanti voce comp. da ogni e santi,
interpostavi la s per fame una dizione
sola.
Giorno della solennita di tutti i Santi,
che si celebra il primo di Novembre.
ognuno dal lat. onni-unus (v. Ogni).
Ciascuno, Ciascheduno.
oibo, ant. ohibd dal gr. oiboi escla-
mazione di sdegno (Diez) comp. di of ■=»
lat. hhu e boi, che sembra ranronti col
or. bo, bu usato in alcuni luoghi d'lta-
lia a modo di scherno o di spregio, ov-
vero con ba {gr.) = lat. vah esclamazione
£arim. di disprezzo o di riprovazione. II
[uratori lo ritiene contrazione del lat.
HEU bone deus ! oki buon dio !
Interiezione di disprezzo, di nausea, e
talora anche di semplioe negazione.
oime, ohlme, oimei, ome Interiezione
comp. di ohi e me, che si manda fuori
per afflizione d'animo o per doglia corpo-
rate cfr. col lat. ehi mihi => gr. oimoi.
Riferita a seconda o terza persona tro-
vasi anche Oite, Oise.
oleandro /r. oleandre; sp. oleandro,
oloendroroort. eloendro, loendro:cor-
rotto dal bass. lat. arodandrum e loran-
drum (in Isidoro), che dal suo canto 6
corruzione (forse per influenza nel secondo
della voce laurus lauro) dal gr. rhodo-
dendron rododendro (v. q. voce).
Lauro rosa o Nerium oleander di Linneo.
Pianta arborea che ta bei fiori rossi detto
anche volgarm. Mazza di S. Giuseppe, ed
anche Ammazza l'asino, perche 1 credevasi
che il mangiarne i fiori e le foglie fosse
pernicioso alle bestie.
69
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oleastro] — 9
oleastro, oliastro [= olivastro e uliva-
stro] = lat. olbAstbr - ace. olbAstrum -
da 6lba oliva (v. q. voce) e desinenza
-Aster, -Astrum, che da senso peggiora-
tivo.
Olivo selvatico, de' cui rami erano le
corone che si davano in premio a'vinci-
tori de'giuochi olimpici.
olente — lat. olbntem part. pres. di
olbrb avere odore (v. Olire).
Che sparge odore, Fragrante.
Cflr. AuUnU.
oleoso a» lot. olb6sus da 6leum olio
e desinenza -6sus indicante abbondanaa.
Contenente olio o pinguedine; altri -
menti 01i6so.
Deriv. OUo»Ua.
olezsare dal lat. *olidiArb supposta
forma verbale plasmata sail' agg. olidus
odoroso, che e da olbrb avere odore iv.
Olire). II Diei da *olbtiArb, ma lo z
sonoro esclude questa base (Canello).
Tramandare odore, Fragranza.
Deriv. OlStzo [= Odore, Fragransa], onde
lAzzo.
olfatto e olfato dal lat. olf Actus part,
pass, di olfacbre odorare composto col
tema del verbo ol-krb avere odore (v.
Olente) e fAcbrb fare.
L'organo dell'odorato e la facolta stessa
del I' odor are.
Deriv. Otfattbrio.
olibamo sp. e port, olibano: — b. lat
olIbanum, che alcuno trae dal lat. olbum-
-libani olio d'incenso, ma che altri me-
glio deduce dal gr. o-lIbanos rispondente
alia forma araba al-lui&n (tbr. lebd-
nab) Vincetwo, per coesione dell' articolo
col nome.
Antico nome dell'Incenso.
oltgarchia «= gr. oligarch! a da olIg-os,
che ha il senso di poco. pochi e arch! a
per ARCHK supremazia, aub>rita (v. Archi...).
OLioos e dal Curt i us riterito a una rad.
L19 (= sscr. Lig ric) diminuire, mutilare,
con o prostetica: ctr. $scr. lic-ye" impio
cob'icOf 16c- as particella, piccolo, poco,
ant. pruts, lik-ut piccolo, e il lit. l&sas
magro],
Governo in cui la cosa pubblica e con-
centrata in mano di pochi, degenerazione
dell'aristocrazia.
Cfr. Oligarco [gr. olig&rohes], Oligarchico;
Oltgarchtcamfnt*.
oligoemia = lat. oligoabmIa dal gr.
OLiGOS P'»co, scarso (v. Oligarchia) e aIma
(leggi bma) sangue.
Scarsezza di sangue.
olimpiade = gr. oltmpiAs - ace. olym-
pyAda da OlympIa OUmpia, citta del Pe-
loponneso, ove si celebravano giuochi fa-
mosi.
Spazio di quattro anni, che era appunto
Tintervallo da una ad un'altra celebra-
30 — [oliTaga*
zione di giuochi olimpici; periodo usato
nei computi cronolo^ici presso gli antichi
Elleni. La prima okmpiad** di cui han
fatto uso gli storici cominciava l'anno
del raondo 8196 cioe anni 776 av. G. C.
e 24 prima della fondazione di Roma.
L'epoca delle oiimpiadi rimase abolita
nelranno 440 delTera volgare.
olimpleo — gr. olympik6s da Olympob
Olimpo (v. OUmpo nome proprio).
Nome dato a Giove, Re degli Dei. che
il popolo suppose aver dimora in Olim-
po; ed anche epiteto de'giuochi, che si ce-
lebravano in onore di quel nume in Olim-
pia, citta del Peloponneso, i quali perci6
meglio si direbbero OlimpiacL
dlio rum. olein, oloiu; prov. olis;
fr. huile; cat. oli; sp. olio, oleo; port.
oleo: dal lot 6lbum =- gr. blaion per
elaiFon, dalla stessa radice del got. a lev
== lit. alejus, a. a. ted. olei, mod. Oel.
che il Pott ri porta alia rad. Li- liquefare,
ed altri nello stesso ordine d'idee ricon-
giunge al gr. leios Uscio (v. Lisdo e Li-
bare), a cui sarebbe stata preh'ssa una
vocale: la qual cosa per6, osserva il Cur-
tins, se e regolare nell'idioma greco, non
lo e nelle altre lingue.
Propr. il Liquore grasso e lubrico che
si cava dall'oliva; ma dicesi di ogni al-
tro liquore untuoso e facilmente infiam-
mabile, che si tragga special m en te dalle
sos tan ze vegetali, come le mandorle, le
noci, il cocco, gli anaci, la cannella, il
garofano, il ramerino, ecc.
Deriv. Oliare; Oli6so. Ofr. Oleaceo; Oleagtaon;
OUico; Oleoso; Oliva; Uliva.
olire prov. e sjo. oler: dal lat olbrb,
che taluno con iron ta con hAlo esalo,
mando odore, affine al gr. chalao apro,
dilato, rilascio; ma che veramente trae
dalla stessa radice di 6d-or odore e del
or. dz-ein per *6dz-ein cambiata rego-
larmente la d in l, come in olorb {=*
a.fr. olour. $p. olor') usato anticamente
per Odore (=» mod. fr. odeur, port.
odor), e nel lat. Utysse che sta per il
ar. Odysseus, 1 aery ma per il gr. da-
kryma, lingua per Vant. dingua (ingl
tongue), e -lius terminazione di nomi
propri, rispondente alPosca in dius: p. ei.
Popilius = Popidius, Hostilius —
Ho8tidius ecc. (v. Odore).
Mandare, spargere odore.
Deriv. OUnU; Otoeao e ofr. AulenU.
oil ?a e uliva = lat. olIva dal gr. blaIa
per blaIFa, che tiene dasLAioK olio.
Frutto o Coccola dell' ulivo, donde si
cava l'olio.
Deriv. Olivastro del oolor dall'olivo; Olivart
— ohe ha la forma dell'olivo; OlivhVLai Oliv&ra;
Olivfpno; Olivine (e per alouni anche IAvido
quasi del colore delTuiva).
olivagno Pianta dalle foglie lunghe
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olhlftro)
lanceolate, alquanto bianche, simili a
auelle dell'oLivo: Oledgenue anguetifolia
di Linneo.
olirastro da olIvo-a e la desinenza
-astro «- lat. Astbr, che indica inferiori-
ty traligpamento, degenerazione.
Di color d'olivo, One tende alio scuro,
altrimenti Olivlgno. In forza di eost.
Ulivo salvatico, de'cui rami erano le co-
rone, che si davano in premio ai vinci-
tori de'giuochi olimpici : detto anche 1 e a-
stro = lat. oleaster.
ollietano Attribnto di ana congrega-
zione di religiosi e religiose sotto la re-
gola di S. Benedetto, istituita dal fieato
Bernardi Tolomei, senese, nel 1272, ed ap-
provata da Giovanni XXII, che diede loro
l'abito bianco, denominando quella Con-
gregaaione dal nome della Beata Vergine
e dal monte Olivkto, collina notissima
proesima a Oernsalemme.
dllvltO e UlivltO — lot. OLtVBTUlf.
Luogo piantato di nlivi.
eliTi£ra Luogo dove si frangono le olIvb.
ollrigno = di color di olIva.
oIIto e uliTO =- lat. olIvum f= elaia
per elaiFa] da 6lbum (»= gr. blaion]
olioiy. Olio).
L'albero che produce l'oliva. .
Derfe. Oliv&gno; OUvMro: OlivAto; OlivlUo;
OU*Uh>.
611a rum. oalla; j>rov. ola; a./r. oule,
houle, mod, oille; cat, e ep. olla; port.
olha: =» laL 6lla che, seguendo il con-
cetto del Curtius, sta per volla o vorula
dalla stessa radice (val- o var-) delF a.
alt. ted. wal-am bollore, w&li tepore,
a. dav. var-iti cuocere; ma altri (Cor-
ssen, Fick, Pictet, Pott) si accordano nel
ritenere detto per oola — Auola da una
rod. ukh- ■=■ auk- dUeeccare: eecr. okhati,
ond'anche ukh ft caeeeruola, ukhya ootto
» aueeruola. II Georges lo credo affine al
gr. aulos cavita, che fa supporre un ant.
lot. Iula (in Catone) col dimin. Aulula
poscia contratto in 6lla.
Vaso da stare al fuoco, Pignatta per cuo-
cere. Si da questo nome anche a certi Yasi
doye si riponevano le ceneri dei cadaveri.
« Olla podrida » dicono gli Spagnuoli,
prendendo il contenente per il contenuto,
una Pietanza nazionale consistente in una
miflcela di carni cotte insieme in un vaso
[podrida vale marcita, cioe ammorbidita
afona di cuooere]; fig. Miscela senza or-
dine, ne misura.
Olmo prov. olmes; Jr. orme: cat. ep.
sport, olmo: = lat. tiLMUS, checfr. col-
l'a. a. ted. elm, ang-sass. ellm, a. scand.
tlmr, a. slav. Ilimu, ru$$. ilemu, polac.
ilm, boem. jilm; e il Pictet rawicina
*l«ter. tfLMTJKA tiz%one 1 (rod. XTL-bruoiare):
ma i piu riportano alia rod. ar-, al-,
che ha il senso di 8orgere } ond'anche
— 931 — [oltre
la voce arundo canna, 6rnus 6mo, al-
nus ontano, ulva aorta d 1 erba paluetre
(cfr. Almo, Alacrt).
Nota pianta assai fronzuta, che serve
di sostegno alle viti e di ornamento alio
8 trade.
olocausto «= lot. olooAustum dal gr.
olokayston comp. di 6los tutto inttero
(v. Salvo) e kayston verbale di KAid
- Jut. kayso - abbrudo (cfr. Cauetico).
Sacrifizio d'espiazione, nel quale la vit-
tima veniva interamente abbruciata; La
vittima stessa che si abbrociava; meta-
foricam. Offerta a Dio di tutto se stesso.
ol6grafo — lat. olographus dal gr.
olooraphos comp. di 6los tutto inttero
(v. Salvo) e tema di graph-bin ecrivere (v.
Orafia).
Dicesi di Atto tutto scritto di mano
propria di chi lo sottoscrive; particolar-
mente Epiteto di testamento.
oltracotante e tracotante voce comp.
della partic. 6ltra e ootAntb, che sta per
coitAntb (— prov. cuidans) part. pros.
delVant. coitArb, per il lat. gogitarb pe*-
%are % onde si fece pure Co to e Coi-
tanaa pensiero (v. Cogitabondo).
Propriamente Che va col pensiero oltre
a ci6 che comports la sua condizione, e
dicesi di Colui che vuole o presume, al
di la dell'umano pensiero, oltre il giusto.
In antico si disse anche Oltracotato, 01-
tracuitato.
Deriv. OUraeotdnaa, e ofr. OUraggio (?;.
oltraggio prov. oltratge; Jr. outra-
Se; ep. ultraje. Secondo il Du Cange
al barb, lat ultrAgium [=*ultrAtioum],
che signincava tutto quello che oltrepae-
eava la misura ed U aiueto, comp. da ul-
tra oltre, al di Id (cfr. Oltranza) e termi-
nazione -Agium ■— -Atioum (cfr. Omaggio).
Anticam. Ecoesso, Soperchio, Disordine;
ma oggi Ci6 che oltrepassa i limiti in
fatto d*offesa e d'ingiuria, che dicesi an-
che Soperchieria.
Deriv. OUraggiXbiU; Oltraggibre; OttraggiaUf-
r&4rfce; OUraggi6$o.
oltramontano Propr. Che e o sta oltra
i monti: attributo dato dai Francesi al
partito clerioale, che ha il suo centro a
Roma, che rispetto alia Francia e situata
al di la delle Alpi.
oltranxa = prov. ultranza: da ol
trAntb part. pros, dell'inutis. oltrArb
(prov. ultrar) portare le cote al di Id
della mieura, che trae da oltra (=» lot.
ultra) che vale al di Id (v. Ultra, e cfr.
Inoltrare e Oltraagio).
Yoce usata solamente nolle locusioni
awerbiali: « A oltranza >, « A tutta ol-
tranza > che valgono Fino all'eccesso.
dltre, 61tra prov. oltra; fr. outre: dal
lat. ultra al di /d, che sta accanto a UL-
tbr che & al di Id (v. Ultra).
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omaggioj — 9
Gome Preposizione vale Di Ik da, Fuori,
Sopra, Di pin, Alquanto piu; Dopo, Eo-
oetto, ecc.
Quale Awerbio Molto lontano, Disco-
sto; Innanzi, Avanti.
DtriT. OUr&ggio; OUrtonaa; Inoltr&re; oomp.
OUraeoVkUs.
omaggio prov. homenatge; fr. hom-
mage; sp. homenaje: dal bass, lat. ho-
mihaticum (in un testo del 1065), e que-
sto dal lat. h6mo, che nei tempi barbari
Srese a significare anehe servo. [Nel me-
io evo cosl venne detto l'atto col quale
il vassallo o il feudatario poneva le pro-
prie mani distese e giunte fra la destra
e la sinistra del suo signore, stando a
lui dinanzi, disointo, a capo scoperto ed
inginocchiato sulle due ginocohia, dichia-
randosi uomo di suo tenimento, ed obbli-
gandosi specialmente al servizio militarej.
Propr. Professione di vagsallaggio; indi
Segno di venerazione o di ossequio; Ren-
dimento di grazie; Tribute, Offerta.
omal prov. hueimais: contratto da
oqgimai, e non da Ormai, non essendo
amraissibile la caduta della r.
Awerbio di tempo.
embaco Hour, (piran.) 6b ego, (genov.)
|l|uvego: dal lat. opaous opaco, conepen-
teei di h e trasposiaione di accento.
[Voce antica, ma ancora viva in quel di
Luccaj. La parte di Tramontana, ove batte
poco il sole. Yale anche Uggia, Ombra,
che da un albero (v. Bacio).
embelloo, ombilfeo sp. ombligo; oat.
ombril: lo stesso che Umbilico (v. q.
voce).
6mbra rum. umbri; prov. ombra; fr.
ombre (oat. sp. e port, sombra «. lot.
sub umbra): dal lot. umbra, che ricorda
il $sor. abhra nube gravida diacqua, nu-
volo [affine d'origine con ambhas acqua,
e col gr. 6mbros — » lat. imber pioggia]
II Bopp spiega abhra con ap acqua e
bhara portante (cfr. Puglia, Umbri: Nomi
propri).
Spazio privo di luce per interposisione
di un corpo opaco ;fig. Apparenza, Figura
apparente [per similitudine coi tratti eva-
nescenti segnati daH'ombraj; Protezione,
Difesa: Pretesto, Scusa; Sospetto (preaa
l'idea delPombra che fa paura al cavallo>
— Ombra dicesi l'Anima e lo Spirito
de'morti, quasi immagine senza corpo,
come appunto e l'ombra.
< Terra d* ombra > chiamasi una sorta
di Terra bruna, che serve a dar le ombre
ai dipinti; scambiata per falsa etimoio-
fia popolare Ombra per Ombria, regione
'Italia, d'onde (specialmente da Nooera)
principalmente si trae. E conosciuta an-
che meglio col nome di terra di Siena,
12 — [ome«f*tfc
perchd da questa provincia si esporta in
grande quantita all'eatero.
Deriy. Ombricolo; Ombr&rs; Ombratfco; Om-
brtbUe; Ombr&to; Ombrattiraj OmbrattUns; Om-
brsggiars; OmbrsUa-o; Ombrivole: Onbrfso; On-
brio; oomp. Adombrdr*. Cftr. Uwibslla.
ombrella-o rum. umbre; fr. ombrel-
le; ant. sp. umbrela: corrisponde allot.
umbrlla (nel senso di umbraculum) for-
ma diminutiva di umbra ombra.
Arnese da potersi aprire e chiudere,
col quale, parandosi il sole, si ffc ombra,
detto altrimenti Parasole. Per estens. Di-
cesi in tal modo anche il Paracqua.
Deriv. OmbrtUtoo; OmbreWUa; ' OmbreU&rs;
OmbrsUfno-aceio.
embrico detto volgarm. per Lombrico
scambiata l iniziale per l'articolo.
embrima Peace del Mediterraneo, dalla
testa corta e scagliosa e con una cavita
sul dorso, in che e contenuta l'aletta dor-
sale, cosl detta da 6mbra per il suo co-
lore oscuro. Scioma nigra di Linneo.
omega dal gr. o-mbga, cioe, o grande,
perocche i Greci hanno anche l'o mi-
cron, che vale o piccolo.
Ultima lettera dell'alfabeto greco; fig.
significa Fine, siccome Alfa pigliasi per
Principio.
omelia, omllla dal gr. omilIa propr.
Vessere insieme, conversazione, conferenea
(omileo converso, parlo) e questo da omI-
los moUitudine d*uomini adunati, adunan-
za, riunione diper$one f comp. da omoy inste-
me [che sta acoanto a omose nel medesimo
luogo, om6s simile, lo stesso] (cfr. Simile e
Omeopatia)* Ilb [per FIlbI = bIlb [tarenL
beilej folia, compagnia, che tiene a bIlo,
[per Fb1l6, Fbli6J stringo insieme, terro,
chiudo [che aicuni traggono dalla steasa
radice di bily6 torco (v. Elice)\ altri in-
vece, fra i quali il Buttmann e il Cur-
tius, ascrivono a una categoria a parte
dipendente da una rad. var- trasfbrmata
nel greco in bal-, fal-, che ha il senso di
premere, chiudere, impedire (v. Folia)"].
Istruzione o conferenza sull'evangelio
o sopra materie religiose; e pin partioo-
larmente Sermone di un vescovo ai fedeli
adunati in chiesa.
D*riv. Omilttic* = d'omelia (p. es. stile, tono).
orn^nto -= lat. ombntum per opimbn-
tum da ops grassezza, mediante Faggettivo
OPfMUS grasso (v. Opi e cfr. Opidento).
Bete o membrana situata nella parte
anteriore dell'addome, che oopre e tiene
insieme gl'intestini.
omeepatia dal or. 6moios (leggi 6mios)
simile (v. q. voce) e pathos malaUia (v.
Patire).
Metodo terapeutioo, immaginato da Sa-
muele Hahnemann di Lipsia, il quale con-
sUte nel curare le malattie per mezzo di
agenti, che si suppongono dotati della pro-
priety di eccitare neU'uomo sano sin torn i
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vprm
ugoali a quelli della malattia, che si vuol
oombattere.
DeriT. Omeojrittfeo, onde OmtcpaticamSnU.
omere rum. umer; prov. humes; sp.
numero, hombro; part, hombro: dal
lat. [h]umbrus, per Vant. [h]xjmbsus (come
Humerus per mimes us) che assieme al-
Vwmbr. onse, al gr. omos per dmsos e al
got amsa, trovano il punto di partensa
nel sscr. amsas. Altri crede che humerus
e omos stieno per *sumbsos, *somos, da ri-
eonnettersi al sscr. 8 am a unito f annesso
(v. Simile): propr. la congiunmone del brae-
do eon la spalla. Per6 la forma gotica
sembra anello di connessione col sauscrito,
da non trasourarsi dal filologo.
Term, d'anat. L'osso del braccio sotto
la spalla fino al gomito.
DeriT. Omerdle = Unsr&ls; e ofr. Omoploto.
•uesso =• lot. OMlssue. Part. pass, di
Omettere.
+m6ttere dal lot omIttjuub - part. pass.
omissus - da ob innanai e mIttbrjb man-
dare, aeUare (v. Mettere): quasi gettar via.
Tralasciare, Trascurare, sia a bella po-
sta, sia per inawertenza.
Part. pae*. Omfoo; e ofr. Omi$$Mhe.
omiefdio =» lot. homicIdium da homo
noma e *01dium per ojsdbs ucctsione (v.
Ceduo).
Ucctsione d'uomo per opera dell'uomo,
particolarmente se fatta con colpa.
DeriT. Omicida; Omicidi&U; Onicid&rio.
emicron v. Omega.
omiasMne =■ lot. omissi6nbm da omis-
sus participio passato di omIttorb la-
soiare andart (v. Omettere).
U lasciar di fare cid a che nno e te-
nnto.
dmmibvs e onnlbns dal lot. omnibus per
tutti (v. Ogni).
Nome che si da comunemente a una
Yettura, che percorre una citta, e dove
Su6 chiunque prender posto per una mo-
ica somma. Gli omnibus yennero per la
prima volta introdotti a Parigi sotto la
Kestauraaione.
dnto antic, per Uomo = lat. h6mo.
Deriv. Omdccfo-tftto-ifeHftM-dtto; OmieiMo-lo.
•mogeaeo = lat. omogbnbus dal gr.
OMOOENE8 comp. di om68 stesso (v. Simile)
e Q&nos genere. onde gbnaIos ingenito, na-
iiryo (v. Genere).
Dello stesso genere, della stessa specie;
fig. Ghe s'accorda insieme.
Darir. OviogeneWt,
emolegare dal gr. omologbIn permet-
tore, consentvre comp. di OMOS stesso e *LO-
OMIN da LOGOS discorso (v. Logico).
Confermare, Approvare, Oonyalidare :
specialmente un contratto, una delibera-
sione ecc. di privati per parte dell'auto-
rita civile.
DeriT. OmologaeHfns.
3- \M*
omoiiimia — lat. omonymIa dal gr. om6s
stesso e 6nyma — = 6noma nome (v. q. voce).
Lo esprimere oggetti diversi con un
medesimo nome.
omonimo = lat. om6nymus «= gr. omo-
nymos (v. Omonimia).
Che ha lo stesso nome di un altro.
emoplata = lat. omoplAta =- al gr.
6moplAtb comp. di omos spalla (v. Ome-
ro) e platb femm. di FhAT is piatto, largo
(v. Platano).
Osso largo, minuto e triangolare situato
alia regione dorsale del torace, e formante
la parte posteriore delle spalle.
onagro «- lat. onAgrus dal gr. ona-
gros comp. di 6nos asino (v. q. voce) e
Agrios selvatico.
Asino selvatico, comune in alcune re-
gioni dell'Asia. [Delle sue carni cibavansi
i Romani, e gl'imperatori iacevano com-
parire questi animali insieme agli altri
selvatici nel circoj. Con questo nome negli
ultimi tempi della romana milisia si de-
sign una Macchina militare, con la quale
si slanciavano grosse pietre e macigni.
oaanlsmo Polluzione volontaria o Ma-
stuprazione : cosi detta da 6nan figlio di
Giuda, ricordato dalla S. Sorittura, per
questo turpe viaio, per il quale fa punito
di morte.
[Onan vuolsi tragga dall'eor. on pianto,
anan piangere, esser mesto],
dncia rum. un^a; prov. onia;/r. once;
col. unsa; sp. onza; port. 0119a: dal lat.
uncia == gr. oygkIa (leggi unkla), che il
Curtius collega a unus uno onde il senso
di unita, e altri meglio al gr. 6gkos (leggi
6nkos) peso, massa, che tiene alia rod. ag
spingere (v. Agire). ISarab. uqIa specie di
peso usato in Oriente da alcuno sugee-
rito, non e adatto a spiegare una voce la-
tina, ed anzi e probabile che sia voce non
propria di quella lingua (v. Oca 2).
Cos! dissero i Latini una parte di un
asse, di una libbra o d'un intero qualun-
que diviso in dodici parti. L'oncia si con-
serv6 in Italia anche posteriormente,
come peso e come moneta, fino a che colla
risurrezione del Regno Italico, avvenuta
sotto gli auspict della dinastia Sabauda,
venne introdotto il sistema metrico-deci-
male.
DeriT. Onei&U od Unctitte aggitmto di sorit-
tnra a grandi oaratteri neata on tempo fino al
seo. vii per epitaffi. ed anche per manoucritti :
oosi detta perohe la dimensione delle lettere era
appnnto di nn'onoia, oeeia della dodioesima parte
di nn piede, oioe di un pollioe.
6nda prov. sp. e port, onda; fr. onde:
= lat. unda, da confron tarsi con udus
bagnato, dalla rod. sser. ud-, che e nel ssor.
und-ami ammollo, bagno f udam, uda-
kam acqua, udan acqua, umido, ondata,
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1
4nde] — 984 —
udra \pruss. odro, a. a. ted. ottir, mod.
otter] lontra [che e animale acquaticoj e
d'onde pore Valban. uj e per *udj e aequo,
V ang-sass. £da — &imm. lidens, a. a.
ted. unda, undea onda, flutto, non che il
<p*. £dor ao^uo, a cui si riconnettono ^dra
idra, serpente acquatico, ydreia irriga-
tion*, y&reft attingo acqua, irrigo, yda-
leos e idar6s aequoso, ydrops idropisia,
ydned tnamttfttco, ecc Alia stessa radice
poi fa capo anche Pa. *Zav. vod-a (=got.
vat6, Jtf. vandu, ant. «om. watar, a. a.
ted. wazar, mod. wasser) acqua. Anzi,
come insegna il Pick, la vera originaria
radice e vud, vad: per la stessa ragione
die il lot. vig-or vtgore, sta accanto al
gr. yg-eia — *Fyg-eia salute (cfr. Qua-
do, Idra, Idro, Palude, Umido).
Acqua, che s'increspa alia superficie,
quando e leggermente agitata dal vento
o dolcemente percossa; e talvolta si prende
per Acqua semplioemente.
Onda si distingue da Flutto, Fiotto,
Maroso, Cavallone. Flutto esprime quella
frazione di acqua, che per V agitazione
de'venti si solleva sopra il livello de' mari
e de'laghi, e che sovente si va a rom-
pere contro le navi o contro gli soogH, il
che succede nelle tempeste. Fiotto non e
che un flutto piu veemente e piu furioso,
e per lo piu si riguarda nelrimpeto con
cui percuote i corpi da esso investiti.
Maroso indica un fiotto di mare di
straordinaria grandezza, e ci6 awiene
quando le acque mosse da violenta hur-
rasca si alaano in grandi masse e poscia
ricadono precipitosamente formando tra i
flutti de' profondi solchi, per cui volgar-
mente si chiamano Cavauoni.
Derlv. OndamSntc; Ond&re; Onddta: OndeggM-
re; Ondina; Ondtfso; On&utort, non oho Abondh-
re; Ridond&re.
6nde rum. unde; sp. eport. onde; ant.
Jr. ont; prov. e catal. on: « lot. undb
(» gr. othen) che sta per cunde [come
lo dimostra il comp. ali-cunde] composto
della radice di qui quale, che (v. Quale) e
da, altra base di pronomi, one ritrovasi
in i-DBM il medesimo, qui* dam un certo,
quan-DO in quel tempo, DO-nec fine a che,
DB-mum finalmente.
Awerbio di luogo e vale Di che luogo,
o Da che luogo, o Da qual luogo. Talora
mostra cagione, materia, origine, o simili.
Si usa anche invece del nome relativo
e vale Di che. Di chi, Del quale, Pel qua-
le, De'quali, Da'quali, Co'quali e simili.
Si dice inoltre per Affinche, ed in tal
caso si unisce meglio col congiuntivo, che
con l'infinito, come alcuni praticano.
Comp. Ondecl&; Latfnde.
endulare — lat. undulAre da undula
supposto diminutivo di unda onda (v. q.
voce).
[daiee
Avere un movimento oscillatorio o di
vibrasione, quale si osserva nei liquidi,
e che si fa alzare ed abbassare come le
onde del mare.
D«riv. Ondul&nU; OndulUo; OndulaUfrio; On-
duUusUfne.
•6ae terminazione, che indica aocre-
scimento, e altro non e che la desinenza
gr-lat. - ON [genii, gr. - onos, laL 6nis], la
quale per6 ha un senso possessivo e vale
aotato di: p. es. gr. gnaton che ha grout
gote, kephalon che ha grossa testa, lot
naso per *nason nasone, capito — *ca-
piton testone ecc
onerare — lot. onbrabb da 6nus peso
(v. Onere).
Caricare, Aggravare.
onerario » lot. onbbarius da 6nus
peso (v. Onere\
Termine de'legali. Che ha il carico, l'ob-
bligo di fare alcuna cosa. — Nella marina
vale Da trasporto, Da mercanzia, ed e
specialmente aggiunto di Nave.
dnere — lot. 6nus - genit. 6nkris - peso,
che giova confrontare col sscr. anas vet-
tura da carico, carretta.
Peso, Carico, Aggravio (ma oggi in senso
non materiale).
Deriv. Onsr&rs; Oner&rio; Onsrtiso; OniUto;'
Bsonerbr*.
oneroso ■ lat. onbrosus da 6nus -
genit. 6nbris - peso (v. Onero}.
Pesante, Qravoso: ma dicesi solamente
dei pesi flgurati prodotti dagli ufflci, dalle
cariohe, dagl'impegni ecc.
onesto ant. fr. honeste, mod. hon-
ndte; sp. e port, honesto: —» lat. honb-
Stus dello stesso radicale di h6nob onort
(v. (j. voce J.
Dicesi di colui che e alieno da tutte
quelle azioni o parole, che sono contrarie
al dovere e all'onore, e in senso piu ri-
stretto di Que* che osserva la virtu della
pudicizia.
Sinonimo di Costumato, Modesto, Giu-
sto, Integro, Casto, Pudico, ecc.
Deriv. Onest*; Onsstaminte; Onsstare; (antic.)
Onesieggihrs.
dnice fr. e port, onyx; cat. oniquell
sp. onique: dal gr. 6-nyx - genit. 6nychos
- unghia, che si collega, con o prostetica,
al sscr. nakhas, nalcnara (tit. nagas,
Sot. naglas, a. a. ted. nasal) unghia,
'onde anche la voce Niccolo, che pur
vale On ice (cfr. Unghia). Altri la crede
voce egiziana e pensa al oopt. uonh tra-
sparirt (uobin luce, splendore), ed il Peyron
fid copt. ANKAKI dito anulare.
Pietra preziosa (quarzo agataj lucida e
trasparente, di cui la specie piu nota e
somigliante al colore dell'unghia umana.
I poeti la immaginarono formata dalle
Parche, con un pezzo delle unghie di Ve-
nere rotto da una freccia di Cupido.
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omiromaniiaj
935 —
[ontano
OBironuuurf* ■=- lat. oniromantIa dal
gr. 6n«iron sogno e mantbIa divinatione.
Arte di divinare il futuro mediante la
interpretazione dei sogni.
onslfago e omnifago dal lat. 6mnis tutto
e tema del gr. -fAgbin mangiare.
Che mangia ogni cosa indistintamente.
onnJBiunente dal lat. omnIno, che vale
lo stesso, e trae da 6mnis tutto (v. Ogni)
e -mbntb terminazione awerbiale (v. -mente).
Del tutto, In tutto e per tutto, In tutte
le maniere.
omnipotente = lat. omnipotbntbm comp.
di 6mnis tutto e potbntbm - ace. di p6-
tbn8 - part. pres. di p6ssb potere (v. q.
voce).
Che pu6 tutto, e dicesi solamente di Dio.
Deriv. Onnipothuta.
OBMlsdente dal lot 6mnib tutto e scien-
tkm part. pres. di scIrb sapere (v. Sciente).
Che sa tutte le cose.
Deriv. Onniictenea.
OBBiveggente composto di 6qni [— lat.
6KNISJ tutto e VEGGENTE == VEDBNTE, par-
ticipio presente di vedere (v. q. voce).
One vede tutto, come Dio.
Deriv. OnntvegghUa.
onnlYoro = lat. omnivorus da 6mnis
tutto e v6ru8 da vorarb mangiare (detto
propriamente delle bestie).
Attribute di animali, che mangiono ogni
specie di cibo. Lo stesso che Onnifago.
onomastico = gr. onomAstikon da ono-
mAz6 nomino e questo da 6noma = ogno-
ma nome, comp. di o eufonico e della radice,
che e in gn66 e gi-gn6-skd parallelo al
lat. n6sco = gnosco conosco (v. Cono-
scert e Nome).
Epiteto del giorno, in cui ricorre la fe-
sta del santo, di cui alcuno porta il nome.
Come soat. vale presso i dotti: Lessico, Vo-
cabolario, che e il libro col quale si sta-
bilisce il significato delle parole.
onomatopeia e onomatopea = gr. ono-
matopiIa da 6noma - gentt. on6matos -
nome (v. Onomastico) e poibo f actio, formo.
Formazione di parole, che rappresentano
col suono la cosa; Descrizione di oggetti
per mezzo del suono della parola o delle
parole, che li esprimono.
Deriv. Onomatopeico.
onorarlo =» lat. honorArius da h6nor
onore 9 ufficio onorifiao (v. Onore).
Agg. Onorifico, Destmato a onorare, e
quindi riferito ad ufficio o a soci di accade-
mie, Che e solo per onore, ma non effettivo.
« Gius onorario » si disse nell' antica
Eoma il Diritto di fare editti, che appar-
teneva ai generali, ai magistrati e ai pon-
tefici.
Come $o$t. Prowisione per ufficio d'arte
o professione liberate, quasi dato non per
il servigio reso. ma solo per onore.
[Onorario differisce da Stipendio, Sala-
rio, Paga, Soldo. Onorario e la rimunera-
•zione alle opere d'ingegno; Stipend*
rimunerazione, che si da a col or o c
prono qualche carica, o esercitan<
sorta d impieghi, a servizio dello
che piu nobilmente alcuno ritiene p
be airsi con voce delPuso Appuntai
Salario e la mercede de' sempiici c
Paga e ci6 che si da ai sold&ti ed
agli operai ; Soldo , che ha il princi]
gnificato d'una moneta, ora prende
salario in genere, ora per paga di so
on6re prov. onors; fr. honneui
port, honor e honra; fin vari d
celtici onoir, onair, enor, an
onwr) ^ lat. h6nor e h6nos {at
n6rbm), che ha lo stesso tema di
s-tus onegto.
La riverenza e la lode che si ren<
virtu, o a chi e in alto grado; Din
zione di rispetto verso persone che
mano; Dignita, Magistratura, Caric
blica, (che e quanto dire Ufficio, c
donda a onore); Sen ti men to per cr
ha cura della propria fama, quindi Pj
Integrita. Talvolta poet i came nte, <
Latini, si dice per Bellezza, Ornai
Magnificenza, siccome cose che p
onore a chi le possiede: quindi c
del volto » la Barba, « Onore de' ci
la Messe.
Deriv. Onor&re; Onor&ndo; Onorbnea;
rio; Onorbto; Onorfvole; DUonor&re.
onorifico « lat. honorIficus da ]
onore e fIcbrb per fAobrb fare.
Che fa onore.
dnta prov. anta per aunta; fr.
te; ant. cat. onta; ant. sp. fonta
tuito f ad h tedesco) : dal germanicc
trovasi got. aounitha = a. a. tec
nida, hdnda, ant. frieon. hoente
ant. hanethe vergogna, disonore, cl
accanto al got. haunjan = a. a. ted.
jan, hdnan, mod. hOhnen schernir
onta, awUire (onde Vant. ital. oni
prov. aunir, ant. fr. honir, honn
tiene al got. hauns = a. a. ted.
ang-808$. he an di*pre*zato, avvilito
ted. hdna = mod. Hohn oltraggio, ec
beffa (cfr. letton. kauns vergogna). [1
dissero onbidos, che per6 e compo
o prostetico e radice nid-, che pur t
nel got. neths = ted. Neid astiol
Vergogna, Villania, Ingiuria; S
in noi prodotto da cosa, che repu
doverci recar vergogna o disonore.
< Ad onta » =■ A malgrado, A di
di, Non ostante.
Deriv. Ontbre: OnHfgo; Ad-ont&re (=.pr
tar, ant.fr. ahonter).
ontano Forse dal lat. alnus, che
lo stesso [e che vuolsi derivi da 11a
radice di Alto (v. q. voce)| mediant
supposta forma *alnbtAnus, *au
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•ntologiaj — 9
nub appoggiata ad alnbtum fdal quale
lo sp. alnedo e il/r. annade] Itiogopian-
tato di oltni od ontani.
Pianta arborea comnne ne'lnoghi umidi.
Deriv. Ontantia-o.
ontologia dal gr. 6n - genit 6ntos -
participio presente di Kim tssere (v. .&-
#ere) e logIa per logos diseorso, doUrina.
Scienaa delressere, Dottrina sugli es-
seri semplicemente considerati come tali.
In generale si adopra come sinonimo di
Metansica.
Deriv. OntoVbgico, onde OntologicamSmie; Onto-
loffUmo; Or&oloqi&ta; Ontdlogo.
onosto «■ lot. ONtrsTus da bmj&peso (v.
Onere).
Nel si^nificato pronrio vale Carico, e
per similU. Ripieno, Ricolmo.
oolite e oolito dal gr. oon uovo e Li-
thos pietra.
Roccia calcare di tessitura globulosa.
[Voce dei geologi].
opaoo dal lat OP-Aous ombroso, oscuro,
fosco,folto, da confrontarsi col lit. ap-jek-
ti accecare.
Attributo de' corpi, che non lasciano
passar la luce per ll mezzo della loro so-
stanza [opposto a Diafano]; Ombroso [detto
di lnogni].
Deriv. Opacars = render* opaoo; fuperL Opa-
cisiimo: Opaeita; Baeio; Ombaco.
opale e opalo — lat. opAlus [in Plinio]
dal gr. opAllios, che taluno giuocando
di fantasia disse composto del oopt. nab,
nbb mondo, puro e al pietra; ma che in-
vece giova confrontare col sscr. npala
rupe, pietra, ed anche sorta di pietra pre-
%io8a [ond'anche arnnopala rubino: aru-
na rosso + npala].
Quarzo siliceo ornato di fnlgidi e sva-
riati colori.
Deriv. Opalesesnts = Opalikzante = ohe oan-
gia di colore a ■omigliansa delTopale; Opalino
= ohe ha l'aspetto, U colore o la natura del-
l'opale.
Opera, 6pra, ant. dm fr. oevre; $p.
huebra: — ■ lot 6pbba, congenere a opus
- genit, 6pbbis - Umoro materiale, che con-
fronta col sser. apAs attivo (onde apas-
-f&mi io opero) e giova rawicinare al lat.
OPS ogni memo produttivo, e qoindi forza,
potenta, robustezza, aiuto, appoggio: proba-
bilmente dalla rad. ariana ap- toccare, co-
gltere, ottenere, raggiungere [ssor. apati,
ftpnoti], che e spiccatissima nel lat. api-
scor e ad-ipfscor consegno, apex apt-
ce, fine, op- tare bramare, scegUere, ed an-
che nel or. apt 6 tocco, pongo mano, nel-
Pa. a. ted. uob-an, mod. ub-en esercitare
(cfr. Adattare, A ditto, Apice, Alto (2), Opi,
Opimo, Opinare, Opulento, Ottare, Ottimo,
Uopo).
Propr. Lavoro manuale; Cid che fa la
6 — \*9im*
persona in on giorno; e la Persona steeea
che lavora a giornata, specialm. ne' campL
Vale anche estenewam. Aaione morale, e
Lavoro intellettuale o scientifico.
Deriv. Offictoa; Op*r*io-a; Opsrars; Optririo;
Operitta: Opsriccibla; Operinarfna-On&ticcta; Ope-
r<f$o onde Opsrosita; Opttcolo: Opiftcio; 8c€bp4~
ro; Adoprdrs; Oooperars; Manbvra; Ovraggio (=
ft. oavrage = 'operational).
operalo prov. obriers, ubriers; fr.
ouvrier; sp. obrero; port, obreiro: dal
lot. opbrArius da 6pbra lavoro special-
mente oorporale, servigio.
Colui one esercita ogni sorta di lavoro
manuale, senaa precedente addestramento
od istrozione, come sono i . facchini, gli
soavatori, i carrettieri e simili.
Dicesi Operaio di chiese, monaster! e
simili Qaei ohe soprintende alia fabbrica
e al governo di essi.
operare prov. obrar; fr. ouvrer; tp.
e port obrar: — lat. opbrAbj da 6pbra
lavoro, servigio (v. Opera).
Impiegare il sno sapere, la fatica e
l'esercizio in cheochessia; e in senso pin
generate Fare; pin ristrettamente Fare il
sno effetto, Agire, dicesi propriaroente del-
Peffetto ohe prodncono le medicine.
Deriv. Op€rbbiU;Op€r!Uo-t(VQ: Op6rat6re\-trfc*\,
onde Operatbrto; OptraMitfne. *
oper6so —lat. opbr6sus da 6pbra la-
voro, iervigio (v. Opera).
Assidao al lavoro, il che dicesi anche
Attivo.
Deriv. Operoiaminte; Optroiit*.
dpi == lat. 6ps - ace. opbm - ogni memwo
produttivo e qnindi beni della terra, ric~
chezte, dalla rad. ap- acquistare, ottenere,
aggiungere, che e nel bbct. ap-nas pro-
aotto, po88t$eo, (apnas-v&n produttivo,
lucroso, apnah-stnas possessore), ond'an-
che il lat ap-iscor ottengo, 6p-to pre-
scelgo, e il gr. ap-td pongo mano, tocco,
aph-enos ricchesna, apn enei6s ricco,
aph-n^d arricchisco (cfr. Opera).
In latino signified Sostanza, Beni e fa
anche il nome della Terra deificata, sic-
come madre dei hmtti campestri e sim-
bolo della fertilita, del nutrimento, del-
l'abbondanza e ricchezza, sorella e moglie
di Saturno, identificata con Rea e Cibele.
Deriv. Opfmo; OpuXhnto; In-bpia. Cfr. Adipe;
Oopia; Omenio; Optra.
opiffelo — lat. opiFfciUM da opIpbx
- genit OPf ficis - artefice, composto di 6PU0
lavoro materiale (v. Opera) e pbx- da pf-
OBRB per fAcbrb fare (v. Fare).
Fattnra, Magistero, Lavoro in grande.
opimo ■=» lat. opImus aggettivo di ops
•genit. dpis - riccheua, abbondanza (v. Opt).
if Cnrtius per6 ritiene che sia composto
di o pleonastico e rad. pi- esser graseo,
tumido, onde il gr. pi-bnpingue, pi-mele
pinguedine, che confroota col sscr. pt-
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v .H~ I FI 1 ;
♦pUare]
— 937 —
[oppugmare
nas, pivas, aendo pivanh grasso, pin-
vami sono tumido.
Copioso, Fertile, Pingue, Ricoo.
« Spoglie opime > furono dette presso
i Romani quelle tolte al re o al capo del-
l'eeercito vinto, le quali portavansi a Ro-
ma in trionib e venivano appose nel tem-
pio di Giove.
eplnire =- lat. opinari, che forse si
stacca dalla rod. sscr. ap- toccare, cogliere,
preso metaforic. per giunaere con la mente
(v. Opera), ma che altri riferisce alia rad.
op- col senso di vedere, che trovasi nel
gr. ops occhio, 6p-t6 veggo e che risponde
alia rod, oo- del lot. oo-ulus ooehio (v.
q. voce).
Esporre il proprio modo di vedere in-
torno alle cose dubbie, spinti da alcana
apparente ragione.
Deriv. Opinabils; Opinatfvo; Opinatdre-trice;
Opinions. Cir. Inopinataments.
oplite e oplfta = gr. oplItbs da 6plon
arme, scudo, arnese, utensils, atirezzo e
propr. oggetto che vien dietro, da 6pomai
$eguo, coHa stessa relazione d'idee, che e
nel la voce Mobile (v. Seguire).
Soldato coperto di grave armatura presso
i Greci, fornito di scudo e di lunga asta.
Cfr. PanbpUa.
opoponace, oppoponaco dal gr. opopa-
nax da op6s succo e pan ax specie dipianta.
Succo gommoso, resinoso, ottenuto per
mezzo d'incisioni fatte al collo della ra-
dice della pastinaca opopanax di Linneo.
opplgnorare «= lat. oppignorArb da
OB [divenuto op per forza di assimila-
sionej innansi e pignorAre da pIgnus
- genit. PiQNORiS - pegno.
Porre sotto pegno per autorita di legge
e mediante Popera di un pubblico uffi-
ciale, i beni mobili d'un debitore esi-
stenti presso il medesimo o nelle mani
d'un terzo, all'effetto di procedere alia
vendita de'medesimi e rivalersi d' un cre-
dito.
Deriv. OpptgnoramftUo; OppignoraziSns.
oppilare dal lat. 6ppilo servo, chiudo,
comp. di ob [divenuto op- per assimila-
rione] mnanzi e pilo per pig-lo ■=■ gr. pi-
loo o pilbo (cfr. pilus =- gr. pIlos per
pIq-los ftltrOi cioe pelo o lana compressa)
che pare sia da riferirsi alia rad. sscr. pa<^-
*■ PAG- (indebolita in pig-) onde il lat.
pag-o = pango (perf. pe-pig-i) = gr.
peg-ny6 (aoriat. 2. e-pag-en),/Scco, rendo
ftrmo, soldo, e il gr. pakt6 6 serro, chiudo,
otturo (v. Pace).
Chiudere con diga, Ostruire.
Deriv. Oppilativo; Opptlasitfns ohe adoprasi
per Biserramento de'meati del oorpo, ohe dioesi
pare Ostrusione, Bistagno. In modo pin parti-
eolare vale Maneansa o 8oarsita de' mestrni
utile donne, oon gl* inoomodi ohe no derivano.
dpplo = lat. 6pium =- gr. 6pion (arab.
afiun) che i pin dicono forma diminutiva
del gr. opos suoco; altri men bene prefb-
risce trarre dalla rod. up-, op-, che nel
greoo trovasi in voci esprimenti dormire,
come ^p-nos sonno (v. Sonno e Sopors).
Succo delle capsule del papavero, pianta
naturale dell' Oriente e ormai indigena
anche dell'Occidente, che fa dormire.
Derir. Oppiare; Oppiato; AUbppio, onde AU
loppicare.
dpplo dal lat. 6pulus nomt di albero,
adoperato in senso non bene precisato da
Varrone e da altri.
Pianta arborea, della famiglia delle ace-
rinee, con foglie palmate, fiori erbacei e
frutti con le ali molto distese. Fiorisoe
in Maggio ed e comune nei boschi: Acer
campestre di Linneo.
Si trova usato anche volgarmente per
Pioppo.
oppdrre ap. opponer; vort. oppor [Jr.
op poser]: sincope del tat. opponbrb -
participio pass, oppositus - comp. di ob
contro, innanzi, e ponere porre (v. q. voce).
Mettere una cosa dinanzi a un' altra,
in modo che stieno di faccia; Porre una
cosa in modo che formi un ostacolo; figu-
ratamente Contrapporre parole, argomen-
ti, Obiettare.
Deriv. Opponents. Part. pass. Oppftto.
opportino = lat. opportOnus da ob
innansi, avanti e *portt)nus da p6rtus
porto, che cfr. col gr. poros via, passajgio
(v. Paro, Porto).
Letteralm. Comodo per il passaggio
[come suol essere il porto ai naviganti]; e
quindi in senso figurato Acconcio, Adatto,
Favorevole a uno scopo, Che viene a tempo,
in taglio, Secondo il bisogno e il desiderio.
Deriv. Opportunamfntt; Opportunity Oppor-
tunUmo e OpporUinUta (neolog.).
opposizldne —» lot. oppositi6nbm dalla
stessa base di oppositus participio pas-
sato di opponbrb opporre (v. q. voce).
L'opporsi, e cioe Contradiaione, Obie-
zione, Impugnazione; L* essere opposto,
cioe posto a rimpetto, a riscontro.
Cfr. Oppo$itoT6-trice.
opprimere = lat. opprjhbrb - p. p. op-
PRE88US - da ob- innansi, contro e prb-
mbrb calcare, e fig. stringere, abbaUere
(v. Premere).
Aggravare con forze superiori e oon
arbitrii chi e da meno; fig. Tiranneggia-
re, Conculcare, Affaticare.
Deriv. OpprinihUe; Oppri$$o, onde Oppressit-
ne, Oppres$ivo, Oppretitfre (lat. oppress6rem),
0ppre*8ilra.
oppressive -=» lat. opprbssi6nbm da
opprbssu 8 participio passato di opprImbrb
opprimere (v. q. voce).
L' opprimere e 1' essere oppresso; piu
strettamente Sensazione di peso al petto,
ohe rende penosa la respirazione.
oppngnare — > lat. oppugnArb composto
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oprlre] — 9;
di ob [divenuto op per assimilazione] con-
tro e pugnarb comhattere (v. Pugnare).
Assalire, Combattere [citta o fortezze,
e metaf. cause, ragioni, opinion i].
Derir. Oppugnamfnto; OppugnaUfr+ttrfce; Op-
pmgnasidn*. Cfr. Espugnars e Impugnars.
oprfre antico idiotismo per € Aprire >
vivo ancora nella provincia senese.
opulento — lat. opulentus, con^enere
ad opimus pingue, ricco, da 6ps ognt mezzo
produttivo e quindi forza, polenta, riochez-
za (v. Opt): e -ulbntus desinenza comune
a molti aggettivi indicante abbondanza.
Che abbonda di mezzi, di ricchezze;
Fertile.
Deriy. Opulhma.
opunxia da Opus - aenit. Opuntis -
Opunte, citta della Locride in Grecia, dove
sembra questa pianta fosse comune.
Nome latino di un genere di piante
della famiglia delle cattacee, proprie dei
naesi caldi, tra le quali il fico d'India e
ll cactus, adoperato per 1' allevamento
della cocciniglia: altrim. detto Nopal, che
ha il senso generioo di vegetate nodoso [a.
fr. nope dair ant. fiamm. noppb, varieta
del ted. knopf nodo, bottom].
opuscolo = lat. optiscuLUM diminutivo
di 6pus opera (v. q. voce).
Piccola opera di scienza e di lettera-
tura.
opzttne v. Ozione.
tfra rum. oara; prov. ora; fr. beure:
cat. sp. e port, hora: ■= lat. h6ra, dal
gr. 6ra, che propriamente vale spazio dc-
termtnato di tempo e specialmente sta-
r'one, cioe una delle tre parti nelle quali
Greci primitivi dividevano 1' anno, (a
cui fanno riscontro le voci dros anno,
draia la buona stagione, primavera, estate,
draios tempestivo, maturo), chealcuno con-
giunge a dros confine, limite, ondeorizd
delimito (v. Oriente, e cfr. Orizzonte, Orlo),
mentre piu correttamente il Curtius, se-
guito dallo Sohenkl, confronta con lo zendo
yftre anno, y&irya annuale e col ger-
manico: a. a. ted. jftr, mod. Jahr, got.
jer = celto gael. uair, bass. bret. eur,
ur, cimbr. awr [cfr. zendo y&re] anno,
boem, jaro primavera Tuna stagione del-
l'anno); e che tengono alia rad. ariana ya-
andare, venire, che e nel seer, y&mi vado,
yft-tus corso, maroia, tempo, y&man vei-
colo, y&na lo andare, cammino. Macro-
bio awicina le dette voci al ar. (jros
nome del sole presso gli Egizi (che forse
e aih'ne alio zend. Ahura, pelvi Hdr,
parsi Horr, pers. Or ddo, cgiz. Or Oro).
Ciascuna delle ventiquattro parti, in
che e diviso il giorno naturale. [II sistema
di misurare e determinare il tempo con
i
8— • [wale
le ore e antichissimo ed era in uso anche
presso gli Egizianil.
II significato di Stagione, Tempo per-
severa sempre nelle frasi: E ora di fare
una cosa, A quest'ora, Di buon'ora, e sim.
In generale si ritiene che dal signifi-
cato astrologico delle ore secondo le com-
binazioni degli astri € Ora » abbia preso
il signifioato di Augurio, Auspicio, Ven-
tura: onde le maniere € Alia buon'ora > =
alia buona ventura, € Alia mal' ora > «=
in rovina, in perdizione (=» ant. fr. boe-
neheure e maleheure, sp. buena e
mala hora); ma invece essa rappresenta
il prov. aur -=a.fr. etlr fortuna e pro-
priam. augurio (lat augurium), a cui i
moderni per falsa etimologia prefissero h.
D%rir. OrMo; OroVbgio; Orbscopo.
ora, or prov. ora, oras; ant. fr. ore,
ores, mod. or; sp. eport. hora, anL horas.
Si usa come awerbio di tempo presente
e significa: In quest'ora, In questo pun to,
Adesso, alio stesso modo che in Toscana
dicono « Anno » per l'anno teste decorso.
Comp. Orvtbi; Ort*; AU6ra; Anctira; FinSra;
Ogrnfra; Orm&i; Tutt6r<i.
oracolo = lat. oraoulum formato sul
tema di orarb parlare [denominativo di
os bocca], ond'anche oratio diseorso (v.
Orale), con una desinenza di sostantivi
verbali indicante mezzo, ed anche luogo
di azione [p. es. Cenaculuml, lo che
rende vana la fantastica etimologia da
altri proposta dallo zend. Ahura = ant.
pers. Aura, mod. Or dio, e radice sscr.
ah- parlare.
Responso di una divinita, e per estens.
Predizione, Verita infallibile, Responso
dato da persona sapiente o di grande
autorita. Talora si prende per la Divinita
stessa che dava i responsi o per il Luogo
sacro, ove si partecipavano i responsi de-
gli dei: ond'e che dices i l'Oracolo di Delfb,
di Dodona e simili.
Deriv. Orctcolbre; OracolUti.
orafo dal lat aurjpex orefice composto
di Aurum oro e -fbx da facbre fare
(cfr. Orefice).
Quegli che fit vasellami o altri oggetti
d'oro o d'argento, ed altresi lega le g^ioie,
che piu comunemente dicesi (Srefice.
orale = lat. orIlem per osalbm, cam-
biata s in r. come spesso fecero i Latini
fra due vocal i, da os - geniL 6ris per
6si8 - bocca, e fig. linguaggio (onde orarb
parlare, pregare), che trae dallo stesso
ceppo del sscr. asya e piu antic (nei
Veda) as bocca, labbra, affine a oshtha
labor o, che confronta col russ. usta le
labbra, che si suppongono provenire dalla
rad. as- essere, vivere, onde poi il senso di
spirare, respirare (v. Essere).
Che ha rapporto alia bocca, Che e ar-
ticolato con la bocca; Che si trasmette
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©nuaai] — 9
di bocca in bocca; Che e detto a viva
voce, in opposizione a Espresso per iscritto.
Derlr. OralmjnU; OralUta; e daUo steeso ra-
dicale: Oracolo; Or art; OrtfUio (?); Oscillare;
(hcttore; Ostia; Uido.
oramai comp. da 6ra e mai e denota
Tempo presente con riguardo del passato,
e taiora del futuro; e vale Adesso, Da
ora innanzi.
oraagntamg dal malese 6rang uomo e
hutan, utang, UTAN foresta, selvatico,
cioe uomo delta foresta, uomo selvaggio.
Nome voljgare del Pithecus satyrus, spe-
cie di scimia senza coda, che si avvicina
jin delle altre all'uomo per la sua con-
formazione.
# orare — lat. orarb - p. p. oratus - che
dene aos - gtnit. 6ris - bocca.
Signified Parlare, Disputare e Pregare,
ma oggi e rimasto a noi pin che altro
nel seoondo significato.
Deriv. Orators; Oratorio; Oratitns; Adorare;
Eto-rabiU; Pororar:
erario = lat. horarius da h6ra ora
(v. q. voce J.
Che si riferisce alle ore, Che segna le
ere: onde a mo 1 di sostantivo in latino
signified Orologio, ed oggi, Cartello in cui
sono segnate le ore, nelle quali giornal-
mente si fa, checchessia.
erata/r. dorade: dal lat. aurAta del
color deWoro.
Specie di pesce di mare, che ai due lati
della testa ha le scaglie miste di verde e
giallo che io fanno parere di color d'oro.
oratdre/r. orateur; sp. orador:»&zl.
orat6rem da orarb - «upsn. oratum -
parlare, che e il denominativo di os - genit.
ORIS - bocca (v. Orale).
Chi ammaestrato nell'arte del dire fa
pubbliche dicerie; onde Sacro oratore di-
cesi il Predicatore ecclesiastico, che eser-
dta il ministero della parola divina.
Deriv. Oratbria = l'fcrte di parlar bene.
oratorio 1. Aggett. = lat orat6rius da
orator oratore (v. Orale).
Che appartiene all'oratore.
2. So8t. {lot. oratorium).
Piccolo edifizio sacro per andarci a pre-
pare, e viene in tal caso da orarb nel senso
di pregare (v. Orale); ed an che nell'uso Con-
gregazione di persone divote, che formano
una specie di monastero e vivono in co-
munita, ma senza essere obbligati a far
voti; ed eziandio Componimento poetico
in dialogo, il cui argomento e tratto or-
dinariamente dalla storia sacra, per can-
tarsi in musica con accompagnamento
d'orchestra, o in chiesa, o in una sala, o
anche sul teatro. Se ne attribuisce la in-
venaione a S. Filippo Neri, fondatore della
Congregazione dell Oratorio.
oraxidne fr. oraison; sp. oracion;
port. oracSo«=Ja*. orati6nbm da orarb
parlare e pregare (v. Orale).
» — (6roa
Discorso solenne; Preghiera a Dio o
a' Santi.
Deriv. OrasioncsUa; OranUmdna.
orbacca v. Orbaco.
orbaco dal lat. lauri bacca si fe lor-
baoa e poi, scambiando L per l'articolo,
ORBACA il frutto dell'attoro, d'onde si disse
« Orbaco > l'albero.
Specie d'alloro (Laurus nobUis di Linneo).
orbare - lat. orbare da 6rbus privo,
spoglio di qualche cosa (v. Orbo).
Latinismo Privare d'una persona o cosa
che ci appartiene, che e necessaria o ha
valore per noi.
orbe =• lat. 6rbbm voce esprimente
ogni rotondita, specialmente piana e vuota,
come un piattello, per contrapposto a
« gl6bus > globo, che esprime la roton-
dita solida, quale un gomitolo.
Cerchio; La ourva che percorre una
cometa in tutto il suo corso. Vale tal-
volta anche il Globo terrestre, il Mondo.
Deriv. Orbieolare-to; drbita che e la oiroonfe-
reusa segnata dall'orbe.
orbieolare — lat. orbiculArbm da or-
bIculus diminutivo di 6rbis circolo f ro-
tella (v. Orbe).
Fatto a cerchio, Rotondo.
6rbita = lat. 6rbita traccia segnata da
una ruota d'un carro, dadRBis ruota, cer-
chio (v. Orbe).
In astronomia Cammino che fa un pia-
neta per movimento proprio; In anato-
mia Cavita oircolare nella quale e situato
Tocchio.
Deriv. Esorbitare = usoir dall'orbita.
6rbo rtr. orv, jerv; friulan. uarb;
prov. orbs; ant. cat. ant. fr. e rum. orb
cieco: == lat. 6rbus privo, dalla stessa ra-
dice del gr. orphan6s ed anche orph6s,
che vale il medesimo: onde si disse < or-
bus luminis > privo di luce, e di qui il
significato di cieco. I filologi comparano
6rbus al sscr. arbha piccolo^ onde la
idea di deboletza, di mancansa, di priva-
zione (cfr. Orfano).
Privo, specialmente di figli; ed in al-
cune provincie e sinonimo di Cieco.
Deriv. Orbare. ofr. Catbrbia (!).
6rca sp. e port, urea: « lot. 6rga, che
taluno sospetta afilne al 8$cr. v ark as lupo
(v. q. voce), altri connette alia rad. Ark-
rc8pingere, a cagione de'suoi istinti bat-
taglieri (v. Aroe e cfr. Oreo 2).
Specie di mammifero marino voracis-
simo e di smisurata grandezza, infesto
alle stesse balene: il Delphinos orca di
Linneo.
drca e urea fr. houraue, ant. anche
hourgue, koulque, holque; /p. eport.
urea: non gia dal lat. 6rca specie digrosso
mammifero marino (come dicono il Fan-
iani e il Diez), ma dal germanico: oland.
e ingl. hulk, a. a. ted. holoho, mod. Holk
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orchestra!
940 — [oriiaarH
nave, che fbrse combina etimologioamente
col gr. olkas - onde il lat. holcas - bar-
con* che $% rimorchia, da 6lkbin trarre
(dr. Alzaia).
Bastimento olandeee a vela, eecellente
per corseggiare.
orchestra = gr. orohbotra da or-
Chbo danzo, saUo, onde anche orchb-
stbr dantatore, orchbstys arte del ballo.
Parte del teatro antico sol dinanzi della
scena, destinata alle danze e alle evolu-
zioni de'cori; Oggi Recinto adiaoente al
palco soenico nel quale stanno i suona-
tori; e per la metonimia del oontenente
per il contenuto Insieme dei suonatori,
che occupano l'orchestra.
Derir. OrchsttrbU; Orchertr&ccia-tna'tfccia.
orchidee -» lat. ecienUf. orohid^b dal
gr. orchis - genit. orohidos - teeticolot
Cosi detto on genere di piante distinte
la maggior parte da due oulbi ovali for-
mati dal rigonfiamento della radice.
orchfte e orohrtide dal gr. 6rohbis te-
sticolo e -Its o -Itidb desinenza propria
del linguaggio medico, che indica mfiam-
mazione.
Infiammazione dei testiooli.
tfrcio dal lat. urcbus (in Oatone) affine
a 6rca (= gr. £rcha, ^rche) vaso di
terra cotta princivalmente ueato da brocca,
che a taluno sembra debba ricongiungersi
alia radice del gr. orkane recinto, erkos
chiusura, siepe (v. Ergaetolo [?] e cfr. Oreo).
Yaso grosso, ovale e panciuto con base
piana e collo largo, che si adopera per
tenere liquid!, specialmente olio. Esso dif-
ferisce d&lP € urceus >, che era piu piccolo
dell'anfora, aveva lungo e stretto il collo,
e puntato il fondo.
Deriv. Oreia; Orciublo = lot. uacfcuLUS, onde
OreeoULre e Orceol&to = oh© ha forma di an or-
oiolo.
orco = lot. 6rcus, che taluno pretende
stia per il piu ant. uragus uno aei tanti
nomi di Dio, che suona lo stesso che < ab
origine > da principio, e che poi sarebbe
tratignato al signincato di spirito del male.
II Georges pero con gli antichi riconnette
questa voce al gr. brg6 o hIroo cingo,
chiudo e propr. impedUco, ond'anche il gr.
orchos luogo ohiuso, orkane recinto, car-
cere, che porta al senso di luogo chiuso,
cupoy profondoy da cut nessuno pub fuggire,
perche la morte afferra e stringe la preda
e mai la rende (cfr. Ortio).
II regno de'morti, indi La morte stessa
e Plutone, il dio dell'inferao. Oggi e ri-
masto ai fanciulli per dire Mostro, che
si suppone cibarsi di carne umana, come
il Bat)au, la Befana, la Chimera e si fatti
(ep. ogro, prov. e fr. ogre).
drda fr. norde; ted. horde; alb. hor-
di; rues, orda: dal tartaro-pers. ordu
tribu, accampamento: e designa le Torme
dei Tartari erranti, che abitano sotto le
tende; Cosi vennero pure chiamate le
Compagnie, nelle quali erano divisi i
giannizzeri.
ordaoeo — lat. hordAcbus da hordhum
or%o (v. Orzo).
Che ha qualita di orzo.
ordalia/r. ordalie, ant. ordel: dal
lat. medioev. ordalium, che trae dal Ion-
gobard. ordaIl «■ ang-saa*. ordaM, ted.
ur-theil sententa, giudizto.
Cosi venne barbaramente chiamatanel
medio-evo la prova pericolosa del fuoco,
dell'acqua bollente, del ferro rovente, del
duello, mediante la quale doveva dimo-
strarsi la innocenza di alcuno: detto an-
che Giudizio di Dio.
ordfgno e ordegno dal lat ordinAbk
{prov. ordenar) dieporre con or dine, me-
diante un supposto aggettivo *ord1nbu&
onde poi *ORDiHiUM, quasi voglia dire
coea per modo ordinata aa conteguir q%d-
che fine.
Strumento composto con arte da ser-
vire a diverse operazioni; fig. Cosa arti-
ficiosa.
ordinate Si us6 per Ordinario e per
Ordinato, ma ogfi vale Attenente al-
1'6rdinb, e dicesi piu che altro di numero,
che indica l'ordine delle cose e in foal
modo son collocate: tale Primo, Secondoecc
ordloania da ordinArb mediante il
part. pres. ordinAntb.
Ordine, Ordinamento; e particolarmente
Deoreto del giudice che riguarda le forme
del giudizio. Vale pure Ordine o disoi-
Elina militare, ed anche fu detto per Hi-
aia (p. es. in divisa di ordinamaa).
€ Umciale d'ordinanza > dicesi Quello
che 8ta a disposizione, ossia agli ordini,
d'un umciale superiore.
ordlnare prov. ordenar; a. fr. orde-
ner; mod. ordonner [awicinato a don-
ner ordrel; sp. e port, ordenar: —W-
ordinArb da 6rdo - ace. 6rdinbk - ordm
(v. q. voce), e vale propriamente Dispjorre
le cose distintamente, in fila, in schiera;
e nel senso di Comandare dovrebbe ado-
perarsi sol quando la ingiunzione 6 di-
retta a regolare Tordine esistente, oyvero
a produrre V ordine mancante o rimet-
terlo, se turbato. Vale anche Conferire gh
ordini sacri.
Deriv. OrdindbiU; Ordinbndo; Ordinam&to;
OrdtnUnaa; OrdintLto-ivo-trt-trice; Ordinoeio**'
Comp. Coordin&re: Disordin&re; Preordinare;
Riordinbrt; Subordindr:
ordinario =» lat. ordinArius da 6rdo
- ace. 6rdinbh - ordine (v. q. voce).
Che sta nell'ordine delle cose, e quindi
Chesiiaregolarmente, Cheavvienedisolito-
Dal signincato di Consueto, Comune, viene
poi quello di Grossolano, Di poco conto,
Alquanto ignobile.
Nello stue chiesastico dicesi cosi, m
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._J
artimazidne]
form* di tost, il Prolate, che ha giurisdi-
none ordinaria nella diocesi, in opposi-
none a Delegate, che ha giurisdizione
8traordinariamente oonferita.
[Ordmario si applica propriamente a oi6
che awiene secondo l'ordine anche gior-
naliero della natura e delle umane isti-
toaioni, e quindi diirerisoe da Solito, che
attiene alrabitudine dell' individtio, da
Consucto che riguarda le consuetudini o
Vuso di pin persone, da Comune che di-
ced ci6 che conviene o appartiene a tutti.
Differisce inoltre da Volgare e da Triviale,
perche Ordinario aggrada alia maggior
parte della gente, il secondo alia bassa
gente, il terzo alia gente bassa inedncataj.
ortfnazione = tat. ordinati6nrm da
obdinAtus participio passato di ordinArb
disporre, regolare (v. Ordinare).
L'azione delPordinare, la Cosa disposta:
onde in medicina vale Ricetta, che e
quanto dire Cosa prescritta.
orittie prov. ordesj fr. ordre, ant.
orne; cat. orde; sp. orden; port, or-
dem: — lot. 6rdo - ace 6rdinbm - che
il Corssen, seguito dal Georges, ritiene
compoeto della rad. AR-, or-, che ritrovasi
in or- i or nasco, ordior comincio, nel gr.
fcr-nymi faocio andare, nel sscr. riidmi
per ar-ndmi mi metto in movimento, suscito
(v. Oriente e cfr. Arare), e -do desinenza che
trovasiindulce-do dolcezta, oupi-do cu-
pidita eoc seppure la d non e semplice
iUongamento di radice: sioche Or dine
sarebbe maniera di andare, di procedere e
simili.
Disposizione di ciascuna cosa a suo
toogo, Serie e Disposizione di cose o
d'idee, secondo on concetto; Grado o Classe
di tittadini, secondo la capacity o condi-
rione lore ; Disposizione di milizie ; e quindi
Fila, 8chiera, Corpo di persone organiz-
uto in vari gradi e digniba.
« Ordine sacro > Grado nel sacerdozio;
< Ordine cavalleresco > Istituzione di ca-
valieri ed anche le Insegne di esso; « Or-
dine monastico » Congregazione di reli-
gioai.
« Ordine » e anche la Disposizione delle
coee nel mondo £atta dalla natnra o dalla
kfipj quindi Regola, Norma, Comando
che dispone checchessia.
« Ordine del giorno > Serie di cose da
tattarsi in un'assemblea in un dato giorno,
o di cose che devono tare i soldati.
« Ordine architettonico » Particolare di-
jposiaione delle parti e degli ornamenti
dftQ'edifizio secondo oerte date regole.
[Ordrae differisce da Serie e da Fila, per-
che' aebbene tutti contengano la nozione
« fegolare disposizione di cose di specie
Qgoafe o anche diversa, pur tuttavia il
Pfinw) si usa propriamente per disposi-
none di ciascuna cosa al luogo che le
— 941 — [or6cchia-»
spetta, la seconda e ordinata e confcinua
progpessione o successione di cose, la terza
e disposizione e successione di cose in li-
nea retta. — Ordine poi nel senso d'inoom-
benza da eseguirsi differisce da Commit-
8ione e da Mandate, perche al primo non
pud mancare la esecuzione, essendovi al-
cuno obbligato a fare, mentre riguardo ai
secondi e in arbitrio lo assumerli, e sola-
mente assunti e obbligo eseguirli; e poi
l'una viene sempre dal superiore, e di re-
gola e mercenaria, l'altro e di buona fede t
gratuito, per benevolenza od amicizia.
— Ordme nnalmente differisce da Comando
e da Precetto, perche il primo e per lo piu
in scritto e ad esso deve obbedlrsi, il se-
condo e a voce e non sempre viene da
ohi ha diritto di darlo, il terzo piu che
ingiungere insegna e regola la coscienza].
Derir. Or&in&U, Ordintore; Ordin&rio; Con-
trfrdine; Dtstfrdine. Ofr. Ordire; Omare (?).
ordirerwm. urzesoi; prov. beat, ordir;
fr. ourdir; sp. e port, urdir: dal b. lot.
ordIrb (in Isidoro), che viene dal lot. class.
ordIri oominoiare, che ha la stessa radice
di 6rdo ordine (v. Ordine, e cfr. Esordtre,
Oriente, Origine, Primordw).
Disporre, Preparare i fill della trama
per fame un tessuto; meta forte. Formare,
Preparare; e piu spesso Maochinare in-
ganni, insidie, tradimenti e simili.
Deriv. OrdGo; Ordiidio; Ordtttfre-Mrarfrte*;
OrditOra. ($p. e port aididnra, fr. onrdis*
sure, rum. arsituri). Cfr. Ortoio.
-6re terminazione di molti nomi, che
rappresenta quella in -or dei Latini e ri-
sponde alia greca in -OS; p. es. lot. humor
— ■ gr. chym6s umore; tat. rigor —» gr.
rig os freddo intenao ecc.
I nomi in -or non sono che infiniti de-
clinabili, e tale desinenza e identica a
quella in -are delTinfinito, la cui forma
era -ask, essendosi, come di frequente av-
viene in latino fra due vocaboli> cambiata
la s in r.
oreade = lot. orAadrm dal gr. orbiada
comp. di 6ros monte, che si connette al
verbo or-njt6 sorgo, mi soUevo, affine al
lot. 6rior sorgo, mi oho (v. OrienUt).
Deita nella mitologia de'gentili, che
abitava e custodiva i monti.
Ofr. Oricblco, Orograffo.
orecohia-o, ant. oreglia-o rtr. ureglia;
sard, orija; rum. urechie; prov. aure-
lha; fr. oreille; cat. aurella; sp. orejaf
port, orelha: dal rustico lat. orioula,
orig'la e questo dal class. aurIoula di-
minutivo di Auris oreoohio. Auris poi
sta per ausis [=» lit. ausis] che confronta
col gr. doric. ays = attic. o£s (genit. ot6a
per ot-atds) col got. auso, a. a. ted. dr&
per *osa [ted.mod. Ohr «■ oland. oor,
sass. eare, ingl. ear], onde i verbi got.
haus-jan, ted. hQienudire, a»slav. ucho
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orecchlare] — 942 —
per *uso orecchio: rod. av- ■— AU-, quale
ritrovasi nel sscr. ovati osserva\re\ (v.
Ave), fa\re\ attensione, ond'anche il ar. ai-6
per aF-i-o percepisco, odo (v. Uatre).
Organo dell'udito collocato a ciaecun
lato aella testa.
Deriv. Orsccki&gnolo; OreccM&nU; Orecchi&rs;
OrncckijUa; Orseehtbta; Oreechino; Orecchiflo;
Orecchufne-i; Orecchi&o. Cfr. Ascottars; Aurico-
tare; EtUtica; Origliers; OtiU; Udire.
orecchlare da or&ochio = Accostarsi
per ascoltare, diverso da Origliare, che e
star nascosto e udir gli altrui segreti.
Deriv. OrecchttmU = chi cant* a oreoohio.
orifice part, ourives \fr. orfevre da
auri-faber]: — lat. Aurifex - aco. aurI-
ficbm - comp. di Aurum oro e -fbi da
fAchrb - perf. rfcci - fare.
Artefice che lavora i metalli pin pre-
ziosi, come sono l'oro, l'argento, il pla-
tino; che pin anticamente si disse Orafo.
Deriv. Orsjleeria.
oremus voce latina che vale preghiamo,
e quindi imperativo di orArb pregare (v.
Ora%ione\
Preghiera che recita intercalatamente
il prete durante la messa e le altre sacre
funzioni.
oreograffa Lo stesso che Orografia.
or6zio-a e piu raram. oreggio da 6ra
poetic per Aura, mediante il supposto di-
minutivo di bassa latinita aurIoium o
aurItium, tradotto *aurrzzo (v. Aura).
Lieve aura, Venticello che spira al-
l'ombra; e poi Luogo all'aperto ombreg-
giato e rintresoato dal venticello.
Per similit. * Orezzo d' ambrosia > o
sim. » Effluvio odoroso, Fragranaa.
Deriv. Brissa; Ortis&re; Bekko (aforetioo di
Oreceo).
orfamo prov. orfes, orfanols; fr. or-
phelin; sp. huerfano; port, orfao: =
lat. 6rphanus dal gr. orphan6s allunga-
mento di nna forma piu semplice orph6s
«■ lat. 6rbus rimasta solo in composiuione
(v. Orbo). II Pott e il Bopp confrontano
uuesta voce col sscr. arbhas piccolo, ar-
bhakas fanciutto, fcfr. a. a. ted. eripeo,
mod. Erbe, scand. arfr, arfi, irl. arpi,
arpe, armen. orb erede], d'onde si sarebbe
formato un verbo aguale al lat. or bare
nel senso di esser privo di figli, come dal
ted. Kopf capo, si feoe kOpfen decapitare.
Ma [asseriva il Curtius] il senso predomi-
nant e privo digenitori, e quindi la coscien-
za del significato originario sarebbe andata
perduta troppo presto. Megho quindi con
altri filologi ritenere orph-6s forma se-
condaria della radice medesima, da cui
deriva il or. arp-azo rapisoo 9 la quale
corrisponde, con trasposizione di elementi,
a quella del lat. rap -ere (v. Rapire}.
Cui furono rapiti dalla morte i gemtori.
Deriv. OrfanWi; Orfanotrbflo; drfana; Orfa-
**Ua; Orfanissa.
(to*
orfanotrdflo comp. del gr. orphah6s
privo digenitori (v. Orfano) e *trophioi
— trophb nutrimento, educatione, euro, di
TRBPH6 nutro, allevo (v. Atrofia\
Luogo ove si allevano e sieaucanogli
orfani.
orgaaJco =■ che si riferisce a un Orgt-
no, airorganizzazione del corpo.
organtamo Complesso intero degli Or-
gan i vitali e delle leggi che reggono
l'economia animale.
organlzftare Formare gli Organi del
corpo animale; fig. Ordinare, Dispone.
Deriv. Organikiamtnto; Organikkattr+trto;
Organiz'zaziOfU.
drgano rum. organ; prov. orguesj/r.
orgue; cat. orga; sp. organo; port, or*
gao (ted. orgel): — lat. 6rganum dal gr.
6rganon strumento, amese, che riconnet-
tesi al verbo Arq6 to lavoro, Argon opera
(cfr. Ergastolo, Orgasmo).
Ci6 che serve come strumento; e in ptr-
ticolar modo Strumento de'sensi. Nel lin-
guaggio scientifico si dice di Strumento
musicale, nel quale il vento e spinto nelle
canne per mezzo della pressione, oggiin
uso soltanto nelle Chiese. Biunione intima
di piu parti, che provengono da sistemi
diflerenti e costituiscono un tutto, rispetto
ad una determinata funzione.
Deriv. OrganMo; Organ&U; Orgambre, Org*
nieo; OrganitUhino^ccio; Orgomttta; • Orgtmit-
fcdre.
orgasmo == gr. orgasm6s, dal tema di
ORG- A 6 sono intimamente agitato, ho Vafir
mo concitatOy e propr. sono gonfio, riboooo
Sorge tra, arroganta), che i filologi con-
rontano col sscr. urg'as tsuberanta di
forte, energia, uucoo, urg'-asvat r^r-
gitante, tumido, u rg'a-y & mi nutrisco, na*
forzo, urg / -itas forte, robusto, e che sem-
bra rannodarsi alia stessa radice del UL
URG-ftRK premere, spingere. La radice ion-
damentale e varg-, onde vaurg-, vuro'-i
che ha il senso di muovere, agire, come
nelaftr. varg ami, varg'ayami,vrnag'-
mi per vargjpa-mi allontano, respwgo
(cfr. Urgere, Vergere, Vergine).
Straordinario impetuoso movimento ge-
nerate della macchina animale o di qual-
che parte di essa, capace di mantenersi
per qualche tempo.
Cfr. Orgia.
6rgia — gr. 6rgia (prov. 6rghia), che
10 Schenkl deriva da orgAo sono inutaio
di concitazione, ORGft eedtamento (v. Orga-
smo), in quanto ei ritiene che venisse dap*
prima applicato ad esprimere le oerimo-
nie religiose attenenti al culto de'Cabiri
e di Cerere Arcaica, che si compivano in
uno stato di esaltazione e di convulsiona
11 Curtius invece opina per il gr. Ardo
per *Arg do (—= ergaz6mai) faoeio, est-
guisco, quasi dica modo di fare, di proctr
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ergtfglio]
— 943 —
lorlflamma
dare, ossia rito, che del resto appartiene
alia stessa radice [org-, brg- per Forg-
Fkrg- = varg, ond'anche il got. vaurk-
ian, a. a. ted. vBrcdn, mod. w irk en ope-
rate (v. Ergastolo)].
Preeso gli EUeni si dissero Orgie in
mode particolare certi Sacrifizi nottumi,
che sin Citerone, montagna di Beozia, ce-
lebravansi in onor di Bacco, ai quali erano
ammessi i soli iniziati, e dove sotto Pin-
flusso del vino commettevansi indioibili
abbominasioni. Oggi vale Bagordo, Sfre-
natesze nottorne.
orgoglie prov. orgolh, orguelh, or-
goil; ant. fir. orgueil; ant. oat. orgull;
•p. orgnllo (aggett. urgulloso), ant. er-
gull, arguyo; port, orgulho: dal sup-
posto a. a. ted. *urg6l1 od *orguol1 or-
goglio, svoltosi da urguol, urgulo ri-
marcabile, tnsigne, alter o, fastoso [cfr. ang-
9o»$. org 61 orgoglioso] one si decompone
in ur o os (rispondente al lot. ex) par-
ticella talvolta interamente intensiva e
guol, gbil, gil, gal petulante, lussureg-
giante (cfr. Gala). Gh antichi proposero
il gr. orgIlos trascibUe da ORG* ira (v.
Oraia).
Stato dell'animo di chi ha un'opinione
eeageratamente vantaggiosa di se stesso,
Alterigia di chi troppo presume di se.
Dtriy. OrgogU&re; Orgogliftto; Orgogli<f$o;
hcrgogUrs; Rigbglio.
•ribandolo U Tommaseo da 6rlo e
bakdolo, dal med. alt ted. ortbant, poi
obtbaxd, orband striscia (band) metallica
porta aWestremitd (ort) delta guaina, per
nggtrela spado.
Specie di cintura antica.
triealeo fir. archal; sp. auricalco
- lot orighalouk dal gr. orbichalkon,
comp. di 6ros monte, [cangiato poi per
&lsa etimologia in aurum oro, onde il b.
&. aurichaToum] e ohal-k6s rame [voce
affineal «tcr. hli-kus, hrl-kus stagno e
al lit. gel-ezis ferro, forse dalla rod.
GEAR- =» GHAL- [SSCT. KAR- -= HAL-, HLA-]
fptoufere, ond'anche il ted. Gol-d oro, e
il^r.cbal-^bs piombo (cfr. Giallo e Gri~
nttomo). Altri dal gr. oraO vedo e chal-
-Ktorame, immaginando che le lastre di
questo metallo abbiano servito antica-
nwnte di specchio.
In origine. Metallo favoloso, di cui e
<*mo in Esiodo: cosi detto per Porigine
montana ad esso attribuita. Dopo Aristo-
tle pome usato dai Greci e specialmente
uagli Alessandrini per designare ora il
^me, ora Pottone (lega di rame e zinco),
2J»ij bronzo (lega di rame e stagno).
Jroso i Latini design6 ordinariamente
lottone, e si dissero metaforicamente < ori-
<*lchi > le trombe (v. OrpeUo).
wfoe dial. sard, orizo, veron. or in,
WfoV' oradel, mantov. ordel, urdel:
dal lot. 6ra etirtmita, mediante una forma
ORtoiU8, alio stesso modo che Orlo tiena
alia forma diminutiva orulus (v. Orlo).
Le forme dialettali variano nei suffissL
Dicesi nel Senese per Orlo, o piu spe-
cialmente per Estremita dei lati o Viva-
gnolo delle pezze di panno.
Deriv. Oritclllo, Orcsllo = *orio6llas.
orioella-o alterato probabilmente da ro-
cklla o roccAlla; ed e il nome di una
Pianta solida e senza foglie, spesso ra-
mosa, comune sugli scogli dell'isole del-
l'Arcipelago Toscano. Lichen rocella dei
Botanici. Fu usata per fare un colore
violetto, e siccome per farlo suolevasi
combinare la detta pianta putrefatta al-
Paria con ammoniaca o materie che la
contengano, quale Porina, cosi molti cre-
dono, fra' quali il Tommaseo, che il nome
derivi da orIna (!).
< Oricellare > — dare ai panni il colore
oricello.
orlchicce v. Orochiooo.
orientarai propr. Volgersi verso 1 'orien-
ts e quindi Biconoscere i punti cardinali
del luogo, dove uno si trova; fig. Bac-
capezzarsi ; estensiv. « Orientare una vela »
— ■ Disporla nella direzione piu vantag-
giosa per ricevere il vento e far rotta.
oriente =— lot. oriAntrm participio pre-
sente di 6rior - p. p. 6rtus - naacere
aorgere, congenere al gr. or-n^d milevo,
sorgo, or-ind suscito, or-oyd mi muovo
rapidamente, or-othind pongo in movi-
mtnto, aospinqo, 6r-os meta, parte tstrcma,
(onde poi il senso di limite): dalla rod.
ar- muovere(8scr. rndti per ar-ndti pone
in motOy sutcita, rc'hati per arc'hati vo,
alia quale pur si rapporta il prefisso ted.
ur- one si appone ai nomi, per denotare
origine, principio. L'oscuramento dell* a
in o riscontrasi anche in altre parole: per
es. gr. ardtrian, got. arjan, lot. arare,
a. slav. orati arare, gr. arotron, lot.
aratrum, a. slav. oralo aratro (cfr.
dalla stessa radice Arare, Arte, Es-ordio,
Ora(?), Ordine, Origine, Orno, Remo).
Propr. II sole che sorge, il Levar del
sole, poi Parte del mondo, dove al mat-
tino par che sorga P astro del giorno; indi
i Paesi situati rispetto ad altri dalla parte
d'oriente.
< Grande Oriente > Titolo della prin-
cipale loggia massonica, sede del gran
maestro, cosi detta, come se di la si pro-
pagasse la luce delle dottrine massoniche.
Deriv. OrUfUHU, onde QrisntalUta = che ai
oooupa di lingne orienteii; Orientbrt.
oriflamma e ariafiammla prov. ami-
flan, oriflan; fr. orifamble, orie-
flambe, oriflamme: « barb. lot. auri-
flAmma (Ducantej ed anche aurIta-flAm-
ha, composto dal tat. Aurum oro e flamma
fiamma.
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oriffciol
— 944
(erUifc
Insegna reale di varie nazioni d'Europa
nel medio evo, fatta di un gonfalone di
seta rossa dimnto oon ana fiamma in
oampo d'oro ed appeso in traverso d'una
picca dorata. Riferiscono le antiche cro-
nache di Franoia e fa credenza popolare
che qaesta insegna fosse stata portata da
on angelo a Carlo Magno, e quindi era
tale la riverenza per essa, che gli eserciti
si oredevano invincibili, quando i loro
principi la portavano in mezzo a loro.
oriflcio e orlffzlo =- lat OBipiciuM da
08 - genit. oris - booca e fig. imboccatura,
apertura (v. Orale) e fIcium da fIcerjd
per facers fare.
Apertura piu o meno angasta, che con-
dace ad ana cavita del oorpo animale, e
dicesi anche deirApertora di alconi vasi
di vetrQ, di terra ecc. che sono di bocca
stretta.
origano « lat. orIganum dal gr. oRi-
ganon composto di 6ros monte e ganao
godo, mi compiaccio.
Pianta salvatica assai aromatica della
famiglia delle labiate, di cai la specie piii
oomane fra noi e VOriganum vulgare di
Linneo:cosi detto perche code, oasia alli-
gna bene nei paesi alti. Dicesi anche Ee-
gamo, Erba d'acciughe e Maggicrana sal-
vatica.
originate =» lat. originAlbm da orIgi-
nem origine e terminazione -albm, che in-
dica appartenenza.
Ago. D'origine, Che e fin dalla origine e
quindi Non copiato, ne imitato, Nuovo ;
Che ha carattere sao proprio.
SobL Qaalsiasi cosa ed opera d'arte,
che e la prima ad esser fatta, dalla qaale
si traggono le copie; il Manoscritto da cui
si cava la stampa; La persona rispetto al
suo ritratto; familiar mente Persona biz-
zarra, diversa dalle altre, come se dica
che ha origine tutta sua particolare.
^Deriv. Originalita; OriginahngnU. Cfr. OrigU
orlginario = lat. originarius da orIgi-
nbm origine, e terminazione -arjus, che
indica appartenenza o convenienza.
Che ha origine, Che prende origine:
di verso da Originate, che propriamente
significa Che e tale per la sua origine
(p. e$. peccato originate).
origine /r. origine, ant. orine; sp.
origen; port, origem: — lat. orIginem
dalla radice di 6r-ior nasco, 6r-tus na-
ecita (v. Oriente), ond'anche il prefisso ted.
ur- che si appone per denotare principio,
provenienza (;p. es. ftltern genitori, ur-al-
tern progenitori) e terminazione -iginem
comone ad altri nomi verbali, indicante
ana relazione colla idea insita nella ra-
dice.
Principio, Cominciamento, Nasoimento.
Dexiv. Originate; Originare; Originario; OrU
ginatfre-trice; Origination*. Ofir. Aborigine; &*»
dio; Primordio.
origliare/r. oreiller: dal pro*, aubb-
lhar e questo da aurjelha oreoohia, che
trae dal Lot. aurIcula oreoohia (cfir. Ori-
gUere).
Equivale ad Orecchiare, e propr. signi-
fica Stare di nasoosto e attentament© ad
ascoltar quello che alcani insieme favel-
lino in segreto.
origliere dal prov. aurblhibr = ft.
oreiller formato su aubblha — /r. ore-
ill e, sp. oreja: dal lat. auaIcula dimi-
nativo di AURis oreoohia (v. q. voce).
Cuscino che sostiene il capo, dove si
a PPOggia rorecchio, quando si dorme; al
modo stesso che Guanciale dicesi da
Guanda.
orina ant. fr. orine; cat. e sp. orina:
*>**lat. urIna [=gr. o^ron per Fo^ron]
da una rod. vAr- = uar-, Or- soorrere o
es*er liquido, che e nel escr. v&r, var-i
acoua, varan a il dio delle acque, octane,
nello undo vkr-&pioggia, v&r-enti pim,
e ond'anche, il prues. wars etagno d?aoq*a,
V ang-sass. var mare, (zend. vairi), lo
8cand. ur per *vur umiditd, urugr ha-
gnato, e cantata la v originale in una
aspirazione, il gr. oyr-r6s, or-6s, or-r6s
siero, il lat. urinari nuotare aott'acqua, uri-
nator (=- gr. ar-neyter) palombaro, e
fors' anche urn a, aecchia, vaso da portor
aequo, [ofr. il oelt. ur acqua, UT-i&ptoggia-
Liquido secreto dai reni, onde per due
canali detti ureteri si trasfonde nella vea-
sica.
Deriv. Orinale-itra; Orin&re; Orinarto; Orir
nata; Orinattva; Orinfoo. Cfir. Uraco; Urea; Urt-
tere; Uretra; DUuria; Diuretico; Itcuria.
orfnei [andare o mandare in] =» cioe in
lontano paese, dal lat. in oras hing [sot-
tint. LONGINQUA8] che vale in regioni di
qui [sottinteso lontane].
II Menagio trae questa vecchia espree-
sione, usata anche dai Davanzati, daORtN-
Gi, citta della Spagna ricordata da Tito Li-
vio, vicina alle Gadi, e per6 lontana da noi.
oridne = gr. 6ri6n.
Costellazione, il cui tramonto nel tardo
autunno reca tempesta e pioggia [d'onde
taluno attinge motivo per avvicinarlo al
celt, uria pioggia, che viene da VLracqw
= BBcr. v£ra pioggia, varan a il dio d»le
acque (v. Orina)].
orittologia dal gr. o-rikt6s participio
passato di 6rytt6 = o-R Y886 scavo, [6 - ry-
xis/oMo, 6-rygma cavitb] derivato dalla
rod. rych- che ha il senso di cosa adunoa
(atta a scavare), ond'anche il gr. rfg-
ch - os rostro, con o prostetico (v. Bonea),
e logla per l6gos discorso.
Quella parte di storia naturale, che
tratta dei fossili.
oritindo = lat. oriundus participio fa-
turo di orIri nascere (v. Oriente).
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oriaoloj
Che trae origine da qualohe luogo, e
dicesi di persona.
oriiolo e ortdlo (a. a. ted. orlei). II
Bianchi da orol6oio passato per le forme
obolojo, oril6o, ori6lo, e il Menagio
lo dice sincopato dal diminutivo horo-
logiolum: ma al Fleohia sembra pin ve-
roeimile dedurlo da tin barb. lat. hora-
molcm diminutivo di horarium gia osato
da Censorino in senso di orologio fin dal
principio del sec. in, onde orij6lo od
oraj6lo posoia contratto in ori6lo,
oriu6lo.
Lo stesso che Orologio.
Deriv. Oriolaio.
oriudnte dal gr. orIzon - genii, orI-
Z0NT08 - (sottint. k^klos ciroolo) che tor-
mina, e questo da ORizo termino, denomi-
nativo di 6r08 Unite, confine, che confronta
con oyra coda, cioe la parte estrema ter-
minate (v. Oriente); mentre altri men bene
lo aggrappa con orA6 vedo, guardo (v. Ve-
recondia).
Circolo che limita da ogni parte la no-
stra vista e che sembra confine fra la terra
e il cielo.
DeriT. OrtezontiUe, onde Orizzontalita: Oriz-
nntzre = Diaporre una oosa parallel* al piano
deU'oriszonte; Orizmontarsi = Determinare il
luogo nel quale tmo si trova. prendendo quasi
per norma nn panto dell' orissonte. [Ofr. J/o-
ritma; Aoristo, OrU>],
orlo dial. sard, orulu, nap. urolo, sic.
orlu, emil. orel, urel, veron. oradell,
oridelj ant. fr. orle, ourle*, mod. our-
let; sp. orla, orilla; port, ourela-o;
{ang-sass. orl; ceUo gall, oir, bret. ourl):
dal lot. ♦6rulus « 6rula diminutivo ai
6ra tstrcmitd, margins, sponda (ond'anche
il wen. oro, orin, sard, oru, lomb.ceur,
«c. orru; friul. prov. e ant. fr. or, da
raifrontarsi col gr. 6ros limite, confine (v.
Orients, e ofr. Orizzonte); ma secondo il
Gorges da connettersi ad 08 - genii. 6ris -
hcca fv. Orale).
Qualsivoglia estremita.
DsriT. Orldrs; Orla&ra; OrUccio [= OrUcello)
1» estremita del pane intorno intorno. oioe la
crests, e per similit. la estremita di oneoohes-
«».Cfr. Ories.
talia dial. lomb. e venez. usma, nap.
uosima; rum. urma orma; sp. husma,
hu8mo odore [onde husmar, husmear
•#*tre Vodore], horma =» base, orma/or-
*a di Scarpa: detto per 6sma dal gr.
OfiXR o ODMft che vale odore e al plur.
°forato, e trae dalla rod. od-, da cui
pare il lot. ddor odore e il gr. 6 ad per
Msd mando odore (v. Odore). Secondo il
Muratori viene dsAr arab. aorma indizio,
wtigio.
Propr. Traccia degli animali, che il
cane riconosce all' odorato Jdetta antica-
taente anche TJsma, onde Usmare^utor
h traccia\: indi genericamente Impronta
— 945 — [ornltograffa
di piedi sul terreno; estens. Segno, Indizio;
e metaf. Esempio.
Deriv. Ormdre; ed anohe Ormsgg&re.
ormare rum. urma; ant. fr. osmar;
sp. husmar fiutare (v. Orma\
Dicesi particolarmente dell' andare i
caociatori dietro alForme della fiera, per
rintracciarla: in generale Seguir le ve-
stigia, che dicesi pure Ormeggiare.
ormegglare 1. dal gr. ormIzkin median te
una forma di b. lat. "ormitiArb, *ormi-
GiArb trarre in luogo sicuro la nave, get-
tar Vancora, da compararsi con ormkin
star suWancora (quietamente in un seno di
mare sicuro), da 6RM08 ancoraggio, luogo
dove ancorare (e quindi seno, porto, star
zione navale), ma propr. catena, da bIro
lego, annodo, dispongo %n fila [di cui e detto
alia voce Serto].
Fermare la nave con canapi, Dar fondo
all'anoora.
2. Nel senso di 8eguire le vestigia, e
forma varia di Ormare.
Deriv. Ormeggtamsnio; Ormiggio one e il Cavo
one tiene ferma la nave dalla parte di poppa ;
e al plural© gli Attressi neoessari per ormeg-
giare, oome gomene, anoore e simili.
orminiaco detto per armbniago (Jr.
bol d'Armenie), ed e una Sorta di mi-
stura liquida e viscosa, che serve in cam-
bio di mordente per dorare o metter oro
da non brunirsi sopra drappi, cuoiami,
legname ed altro.
ormlno =» lat. hormInum dal gr. 6rmi-
non che vuolsi connesso a ormb impeto,
appetito, bramosia.
Specie di pianta indigena delTEuropa,
del genere salvia, cosi denominata dalle
sue proprieta afrodisiache e stimolanti.
ornare prov. sp. e port, ornar; fr. or-
ner: = lat. ornArb, che secondo il Cur-
tins sta per vornArb, fornArb onde poi
hornArb, ornArb (come sembra potersi
inferire da antiche inscrizioni), dalla rod.
var- coprire, che e nel sscr. varna colore,
tinta, vrnoti copre (ofr. Velio, Verecon-
dia, Vernice). Altri con molta verosimi-
glianza dicono sincopato del lat. ordi-
nArb (ord'narb) disporre ordinatamente,
mettere in assetto (v. Ordine): lo che con-
vene anche megho al significato del lot.
ornArb, che vale non aolofregiare e ab-
bellire, ma anche corredare, aUestire, prov-
vedere del necessario, apparecehiare, pre-
parare.
Abbellire, Fregiare, Guernire.
Deriv. OmamAnto, onde Omamerti&U; Ornato,
onde Omattota, OrnatUsimo, Omatitta. Ornar
ttvo, OrnatOra, OrnaMrt-irics; oomp. Adornars.
ornello diminutivo di 6rno (specie di
frassino) ed usato in Toscana nello stesso
significato. m
ornltograffa dal gr. 6rnithos genit. di
6rnis, ucctUo e oraphIa =- graphb de-
scrizione.
Descrizione degli uccelli.
60
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ocnitolegia]
— 946 -•
[erreiia
ornitologla =» lot sccntif. ornitholo-
gIa comp. del gr. 6rnithos genit. di 6r-
nib uccello, dalla stessa radio* del or. ar-a
($ren#. arins), a. a. fed. ar-o, roed. a. ted.
am, mod. Aar, a. *Zat>. or-aln, J& er-e-
lis ed er-is cupula, ohe alctmo staoca
dalla rod. or- -= seer. AR-, ohe ha il senso
d'ntafraro (v. Oriente), onde U or. orn^d
sorgo, orofd mi levo, eoc (v. Orient*): e
LOOiA per l6go6 di$cor$o, trattato.
Trattato intorno agli nccelli.
Derir. OrnitoTbgico; cfr. OrnUdlogo.
ornltorfnco «* Jo*, scentif. ornitoryn-
CHU8 dal gr. 6rnithob genit di 6rnis
uccello (v. Omitologia) e rynohos beoco.
Nome di certi mammiferi indigeni della
Nuova Olanda, dell'ordine degli sdentati,
aventi tin rostro simile a becco di cigno.
6rmo rum. arm; Jr. orne; «p. orno
(ebr. oren; gr. oreine-melia): ■— lot,
6rnus, che per la forma confronta col gr.
ern os pollone, rampoUo e vogliono si con-
netta alia rod. OR-, ar- col senso di sor-
gere, aluarsi, che trovasi nel gr. 6ros
monte (onde orein6s montanaro)elat. orior
mi alzo (v. Oriente e cfr. Alno e Olmo^.
Specie di pianta del genere frassmo,
che prospera nelle montagne e sommini-
stra la manna. II Fraxinue ornue dei Bo-
tanici.
Deriv. OrntUo.
ore rum. e prov. aur; fr. or; «p. oro;
porU ouro: — vola. lot. 6rum contratto
dal cZat*. aurum (=«■ ant. gr. ayr6s, che
sembra ritrovarsi in tes-ayros tesoro),
che sta per ausum (cfr. lit. auks as, ant.
prut*, a us is), dalla radice indo-enropea
us- allnngata in aus- ardere, rUucere,
splendere, che e nel ascr. nshas eplendente,
usrija luce, cJuoreua, nel liL auszra
aurora (v. Aurora). — Altri men bene
pensa al aaor. hari raggio di luce, giallo,
hirana oro, coi auali e anlne il gr. chry-
969 oro (v. Crisalide).
Metallo di nn giallo brillante, di coi
si fanno monete ed oggetti di gran va-
lore. Ma ohi non conosce lo splendore e
il pregio del folvo metallo, ohe da tanti
secoli desta l'appetito dei mortali?
Derir. Ordre onde poi Dorbre; Or&ta; brafo;
Ortyc*; Orerid; e ofr. Aur*o, Aurtola, Awrifaro.
orochfceo e orichioeo Gomma di color
d'6RO, che stilla da alcuni alberi, come
il ciliegio, il susino e simili, e si assoda
sopra la scorza in forma di CHioco.
orograffa — lot ecenUf. orographIa
dal gr. 6ros, che alcuno pensa detto per
ffdros [passando per le forme *gF6ros,
*F6ros] monte =» ant ot*2o;.,gor-a, boem.
hora, da confrontarsi col seer, gir-is,
che probabilmente sta per garie— = tend.
gair-i, che valgono lo stesso: ma che al-
tri riferisce alia radice del verbo 6R-nymi
— lot. 6R-ior sorgo, mi levo (v. OrienU);
e GRAphIa — graphs descriuione.
Descriaione scientinca dei monti.
eroldrlo prov. relotges; fir. horloge;
port, relojo; sp. reloj: -» lot horolo-
gium dal gr. orol6gion comp. di •* ra ora
e l6gion da lego leago, compute (v. I>y-
gerc). [Vi e anche la forma oriu61o e piu
antic. orivdlo, che sembra derivato di
nn snpposto barb. lot. horarIolum, (v.
Oriuolo)).
Termine generico per indicare qualsi-
voglia artifizio acconcio a segnare il de-
correre del tempo. La parola modernt
pero non offre una nozione appropriata del-
rantioo € horol6gium >, giacch.6 1 soli stru-
menti oonosciuti dagli antichi per com-
piere le fnnaioni dell' orologio moderno
erano ^li orologi ad acqua o clepsidre e
i solan.
Derir. Orologihio; OrologerCa (neolog.).
oroacepfa — lot. horosoopIa dal gr.
6bjl ora, giomo, tempo e SKOPftd osservo,
e vale propr. ouerwuione del tempo, m cm
possa faret alcun che con proepero evento.
Osservazione della sitnazione degli astri
nel pnnto della nascita di alcuno, per po-
ter preredere i fdtari accidenti della sua
vita; il che dicevasi Fare o Tirare 1'oro-
scopo.
ordscopo dal gr. 6roso6pion (v. Oro-
ecopia).
Presagio sulla vita a wenire di on neo-
nato, dedotto dalla sitnazione rispettiva
degli astri al momento della sua nascita,
seoondo gli astrologi.
orpelle prov. anrpel;/r. oripeau;«p.
or pel: &*f ba*$. lot. auriprllum compo-
sto del lot. aurum oro e pAllis pelle, o,
come vnole il Ferrari, petalum (petUum)
foglia.
Ottone battnto in sottilissima lamina
del colore dell'oro, di cni si fanno orna-
menti, che hanno pin splendore che va-
lore: altrimenti Oricalco. Figurat. si dice
di Cosa che brilla, ma non ha intrinseco
pregio; e vale anche Finzione, Scusa.
Derir. OrpeUtore, onde OrpiJXamSnto.
orpim^nto prov. auripiment: dal lot.
AURIPIGMENTUM, COmpOStO di AURUM OTO
e pigmbktum colore da dipingtre, da pIn-
GRRB dipingert (v. Pittore).
Solfnro giallo d'arsenico, ohe imita l'oro
col sno color di cedro vivace e lucido, ed
e impiegato in pittnra. Differisce dal Sol;
furo rosso, che oontiene meno zolfo e si
chiama Realgar.
orr^Bdo =- laL horrbndus dal tema
di horrerh morridire (v. Orrore) e ter-
minazione parti cipiale -endus.
Spaventevole; Formidabile, Abomine-
vole; Talora pero prendesi in bnona parte
ed ammette alia latina alenne ardite me-
tafbre, ohe non possono con venire a Or-
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E?*r^
orriMle] — 947
[drto
rido e Orribile: per ts. vaga vergine
orzenda (cioe terribue). £ si usd alia latina
per Venerando, parlando di coee saore,
perche* ispirano all'animo veneraaione e
timore:
B la doVora la epelonoa immane
DeU'orreada Sibiila, a cui, mo.
(Cako. Snead. 0. 16).
Derir. OrrendansMU; OrrendSssa.
arrlblle -= lat horbjbilbm dal tema
horekrb morridirt e terminazione -bilbm,
che indica proprieta di poter facilmente
fare (v. -bm)\ propriamente capace d'ap-
portare orrore (v. Orrore).
Che incate terrore, raccapriccio.
Dariy. OrribilfninU; OrribilitL
errldo = fat. h6rridus da horbArb
morridirt, ma veramente drutarsi, detto
di peli: propr. irsuto.
Ispido, Irto, indi Ributtaate, e poi In-
8pirante orrore (v. Orrore).
Deriv. Orrid&Ma; Orriditb; Inorridire.
arrevol* contratto da onorAvole, come
Orransa per OnoraneOf Orrifico per
Onorifioo: ma e antioo (v. Onorevole).
errore — lat. horr6rbm da horrbrk
per *hob8&rb propr. esser ruvido, trio, e
indi syaventarst, parlando di esseri aui-
mali, 1 cui peli o oapelli si driaaano per
paora: da una rad. hars- [=■= sser. hr fi-
ds, on piu an*, ghrs-] driuare, irrigidirt
S\scr. harsati dtviene trio, arriceiasi, detto
ei oapelli per lo spavento] (v. Irsuto, e
cfr. Irto, Ispido, Oruo (?), Kigido).
Senaazione fisica che fa acoapponare la
pelle e riaaare i oapelli, cagionata da oosa
terrihile o crudele.
« Sacro orrore > Terrore o Timore oa-
gionato in noi da cid che e santo e ve-
nerabile.
« Easere un orrore » Essere persona o
cosa sommamente deiorme, soaoa, crudele
e simili
Vale anche per estenaione Oscurita, Te-
nebrosita [perch6 cagiona orrore], come
in Petrarca:
Raro on tilenaio, on eotttario orrore
D'ombrosa sehra mai tanto ml plaoqn*.
{8onettl4S).
Da Bosno viene Orrendo, OrribiU, Orrido,
sborrif, Inorridir*.
trae-a rum. urs; prov. ors, urs; fr.
ours; port urso; sp. oso: — lat. URSUS
per urosus da coUegarai al sser. r'ksas
par *arksas parallelo al gr. ark to? or$o
(cfir. ArUeo), che alcnno riferisce a nna
rid. arcs-, abo- offender*, fsrire, aeeaUre
(*er. vedie. areas ana forma partioipiale
folTaoristo di un verbo andato perduto, col
**nso appunto di offendere. ferire, rc'hati
o archati oolpisce, assale): altri, senza
cware le differenaa degli animali, con-
fronta col sser. r.c'as per *arc'as — got
*lh-s alee (v. Alee).
Genera di mammifero plantigrado, che
ha testa grossa, la fronte convessa (meno
Forso bianco del Mare Glaciale e Torso
amerioano, che l'hanno piatta), il muso ot-
tuso, le orecchie rotonde, lapianta de'piedi
posteriori larga, il pelo o tana assai ru-
vida, i denti molari grossi e tubercolosi;
e dotato di una estrema forza e mangia
oarne sol per neoessita; figured. Persona
ruvida, di maniere selvaticbe.
< Vender la pelle dell'orso » «— Pro-
metter con asaegnamenti incerti, Disporre
d'alcuna cosa prima ch'ella sia in nostro
potere; Fare assegnamento sopra una cosa
che ancora non si e conse^uita ed e molto
dubbioso il conseguirla: che si dice anche
« Vender l'uccello in su la frasca».
Deriy. Or$bcchkhGuh4Uo.
ors61o dal lat. 6rbus partioipio passato
di ORDiRB ordire (▼. q. yooe).
La seta che serve a ordire stoffe di
uguale materia.
•rsoUne Beligioae iatituite in Brescia
nel 1587 per l'eaucazione delle fenciulle
sotto il nome di Oompagnia di 8. Orsola.
Gregorio XII eresse di poi questa con-
gregaaione ad ordine religioso sotto la re-
gola di 8. Agostino.
artensla In botanioa Arboscello impor-
tato in Europa negli ultimi anni del se-
colo passato, appellate anche rosa del Giap-
pona, con bei fiori diaposti a corimbo: cosi
detto perch6 Commerson lo dedic6 a una
arnica chiamata OrtAnsia, moglie di Le-
peautre, celebre orologiaio di rarigi.
ertfea rum. urzica; rtr. urtschiclas;
prov. ortiga, urtica; fr. ortie; eat e ep.
ortiga; port, ortiga, urtiga: dal lot.
urtIoa, che il Corssen annette a uro ab-
brueio, perche la sua trantura cagiona bru-
ciore (v. Urente). Cos! in greco dicesi
knide da knizd stimolo, infiammo, amne
a knad graffio, in ebr. hharut da hha-
raq brueiare, in arab. hhorraiqnon da
hharraqa brucid, in ted. brennessel da
brrnnbw brueiare.
Pianta salvatica e molto comune, il cui
stelo e le cui foglie sono pungenti. Urtica
wrens di Linneo.
Deriv. OrHc&ccio; Orticbcso; Orttclkre = pun-
^ere con ortioa; OrUcbria; OrtichsXo-
6rta 1. dial. sard, ortu; rtr. iert; prov.
e ant. fr. ort; oat hort; sp. huerto;
port horto: — lat. h6rtu8, che ha co-
mune la origine con le voci Corte e
Giardino in una radice ghar- o har-
eingere : onde a lettera vale chiuso, recinto
(v. Giardino, e cfr. Corte).
Pezzo di terra chiuso, in cui si colti-
vano erbe mangerecce e piante da frutto.
Deriv. Orfoggio; Orfoglia; Oritao; OrGnse: Or-
ticlllo-ino; Orttno; Ortivo; Ortol&no; Orticutttre.
drto 2. dal lat. 6rtus nascimento, da
6rior sorgo, nasco (v. Oriente).
Lo stesso che Oriente, cioe Nascimento
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ertoddaso] — 948
[drie
del sole: ma e voce poetica Contrario di
Occaso = tramonto o caduta del sole.
ortod6sso — gr. orth6doxos da or*
th68 diritto che confronts col sscr. ur-
dh-va, affine al lat. ard-uus erto, elevato
(v. Arduo), e doxa opinione, da dokbo -
Jut. dox6 - opino, credo (v. Domma).
Contorme alia sana opinione, in materia
religiosa. II suo contrario e Eterodosso.
Deriv. OrtodossamfiUs.
ortoepia — lat. orthohpIa dal gr. or-
thoepbia composto di orth6s retto (v.
Ortodosso) ed bpeia da kpo dico, che sta
accanto a epos parola (v. Noce).
Retta elocuzione, consistente nella scel-
ta delle parole proprie ed eleganti.
ortognate dal gr. orth6s diritto (v. Or-
todosso) e gnatos masceUa.
Che ha i hordi degli alveoli e i denti
della mascella superiore e inferiore poco
obliqui in avail ti.
ortdgono e ortogonale dal gr. orth6s
diritto (v. Ortodosso) e gGnIa anaolo.
Che ha angoli retti, Rettangolare.
ertografia
di orth6s retto
orthographIa comp.
r. Ortodosso) e graphLa
da grapho scrivo (v. Grafia\
Parte della grammatica, one insegna a
scrivere correttamente, ossia con le lettere
e interpunzioni necessarie.
Cfir. Ortoarofbjrs; Ortogrdfico; OrtografihML-
rs; Orttqrofo.
ortolano da 6rto. Attribnto di alonne
piante da orto. Come sost. Che coltiva e
custodisce on orto; Chi vende ortaggi.
Dicesi cosi anohe an Uocelletto deTror-
dine de'passeri, che ta il nido nelle siepi
degli orti (Jr. ortolan). Emberisa hortu-
lana dei Natnralisti.
ortologia «=- lat. orthologIa dal gr.
orth6s retto e LOGiA per l6oos discorso.
Quella parte della grammatica, che in-
segna il modo di pronunziare rettamente.
ortopedia — lat. orthopbdIa dal gr.
orth6s retto (v. Ortodosso) e pais - geniL
paid6s - JdnciuUo (cfr. Pedagogo).
Arte di prevenire e di correggere con
esercizi metodici e mezzi meccanici i vizi
di conformazione, che presentano i fan-
ciulli. [Qnesto vocabolo, osserva il Dott. Ra-
spail nel sno Manuale della Salute, e
troppo ristretto nella sua etimologia, e
meglio sarebbe dire Or tome 11 a, sosti-
tuendo al seoondo elemento la voce mblos
membro].
Deriv. Ortopsdico.
ortotteri dal gr. orth6s diritto (v. Or-
todosso) e ptbr6n ala.
Insetti distinti da ali diritte o longi-
tudinali, ripiegate come un ventaglio di-
viso in tre sezioni.
ortopnea dal gr. orth6s diritto e pnb6
spiro.
Sintomo di grave malattia, consistente
in una soffocante difficolta di respirare,
che obbliga il paziente a starsene in piedi,
o almeno sollevato per tirare il fiato.
orvietano Antidoto e celebre contrav-
veleno inventato da un uomo di Orvibto.
dria prov. orsa; /r. ourse, orse; sp.
e port, orza: dal germ. med. oland. lurts,
med. alt ted. (bavar.) lurz sinistro, colla
caduta della l iniziale presa per Parti-
colo. II KOrtinjj; non credo a questa eti-
mologia suggenta dal Diez, che ritiene
ingegnosa, ma non convinoente : e pensa
che Orza altro non sia che il oorrispon-
dente vocabolo spagnuolo, che oltre AW-
gnare un ordigno oollocato nella parte
sinistra del bastimento, significa pure una
specie di vaso (dal lat. i5roeus o 6roa
ordo, mediante una forma urcba, 6rgba),
onde ne sarebbe venuto il senso di parte
della nave nella quale una volta forse era
situato un orcio o altro vaso per uso
de'marinari; alio stesso modo che il ted.
Stenerbord significa forte destra della
nave (stener timone, e bord bordo): pero
resta da provarsi il fatto che nella parte
sinistra esistesse il vaso.
Voce marinaresca usata nel Mediterra-
neo, ed e propr. la Corda, che si lega nel
capo dell'antenna della nave da man si-
nistral ed anche il Fianco d'una nave a
man sinistra, quando siamo colla faccia
voltati contro la prua: quindi < A orsa >
«= A sinistra. La fane che sta dal lato
contrario dicesi Poggia.
Dwriv. Orkhrs (= sp. orsar) e OrnsggiHre =
Andare a orsa, Andare contro il vento.
oriaiu61o lomb. orz5l, sard, arzolu;
modenes. urzol, rum. orzisor [— hordi-
ciolus]; fr. orgeolet, orgelet; [=*hor-
deolettum]; sp. orzuelo; port, hordeo-
lo: la maggior parte delle forme romanze
dal lat. hordbolus dimin. di h6rdkum
orto; ma Pitaliano sembra provenga da
una supposta forma hordbari6lum forma
diminutiva di hordbarium «= it. *or-
zAio (v. Orto).
Piccolo forunoolo che spunta dal mar-
gined! una palpebra verso l'angolo grande
dell'occhio, sohtamente della grossezza e
dell'aspetto di un grano d'orzo: dai Greci
detto trite che pur significa orto, owero
chalaza gragnuola.
Olio prov. ordi; fr. e ant. port, orge:
sp. orzuelo (dal lot. hordeulum): dal
lat. h6rdbum e piu anticamente fordbum ,
che alcuno attratto da questa forma ar-
caica trae dalla rad. phor- = sscr. bhar,
che ha il senso di portare, onde il sscr.
bhar -a* mi porto, hi -bhar- mi sostengo,
nutro, bhar-ma sostentamento (v. -fero e
cfr. Farro): ma i piu suppongono star per
h6rs-bum affine all' a. a. ted. gers-ta {gr.
krithe per *hirs-the?) dalla rad. GHAR8-
=» HAR8- [sscr. hrdj che ha il senso ori-
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0&1BA)
ginale di dhenire irto, druzarri, ond'anche
S lat. horrere per hors-ere essereirto,
ispido, hirs-utus (*=gr. chrith-6s)*r-
suto: propr. la spiga irta di ariste (v. Ir-
nUo). (In arabo dicesi sciahfr ■=» ebr.
sehorah, sehortm da B&h&r pelo, ossia
la barba dellt spighe). II Cortina propone
la rod. sscr. K$- «= xar- spargere, spandere,
di cui e cenno alia voce Cernere.
Biada che ha spighe e si erge sol oa-
kmo, come il grano.
Deriv. Orhaiudlo: Oriataro: Orkubla = Soan-
della.
o&anna» lat. osaxna \gr. dsanna], che
e trascrizione della voce ebraica hosoi'Ah
una, salve composta di H6scf a salve [da
TA8C1A 1 salute, d'onde anche il nome Je-
sus] e particella nA ora, presentemente,
di gratia, deh!
Esclamazione di augurio, di salvezza,
di prosperity, di trionfo e di festa, che
gli Ebrei dicevano durante la festa de'Ta-
oernacoli; Presso iOristiani: Inno che si
canta il giorao delle Palme e che princi-
pia con quella parola.
Deriv. Osannars.
•dare prov. auzar; fr. oser; oat. g-o-
sar; sp. osar; port, ousar: dal lat. Ausum
supin. di audbbe osare [nei comici anti-
chi trovasi osim per ausim che to osi], che
tiene a una rad\ au- «= av- aspirare o
tendere verso qualche oosa, onde poi il senso
di correre in aiuto, proteggere [sscr. av&mi
bramoj ascoUo, difendo, proteggo, avitar
protettore, litis per autis atuto]: propr.
intraprendere con ardito spirito (ctr. Ascol-
iart, Audace, ^oe, Avido, Orecchio, Udire).
Avere ardimento, Tentare con audacia.
oseeno =- lot. obsoenus (giusta Pri-
sciano e il Manuzio) e per altri obscxe-
hus, obso»nu8. Fra le varie etimologie
che di questa voce, secondo il vario modo
di scriverla, si propongono, la pin antica
e dal lot ob o obs a cagione e ckentjm
fango, mekna [=*gr. koin6n immondo], nel
concetto che il primo significato del lot
obsccenumsia brutto, deforme, sozzo, im-
mondo e per traslato impudico, disonesto: il
qual senso figurato oggi prevale. II Freund
invece lo erode detto per *ob-so«vinu8,
voce fittizia tratta dal verbo ob-sqavabb,
che vale dare un catUoopresagio, da ob e
8C-SVU8 simistro [■=» oland. scheef , alt ted.
schief] e sostiene, soil' autorita di Festo,
che il senso originario di obscenus, ob's-
csenus, sia quello di portante cattivo au-
9*rio [quom apud antiouos, dice Festo,
omnia fere obsceena dicta sint, quae malt
ominis habebanturj.
Di mal'augurio, Infansto:
d'infelioi plume
8i rieoperee, e reeto augello osoeno,
Dannato sempre ad aborrire il lame,
[parlando del gufo] (Ariosto, 8aL).
— 949 — [oscfiro
Brutto, Detorme, Turpe; e poi Impudico,
Disonesto.
Deriv. OscsnaminU; Oscenita.
oscillare == lat. osoillabi da osgIllum
[comp. di ob o obs dinanzi e *g1llum dal-
r antic. cIllbo = mi tnuovo (dcr. Celere,
Cinedo)] nome che gli antichi davano a
certe ngurine (che probabilmente ricorda-
yano le vittime umane di tempi pin sel-
vaggi), le quali venivano consacrate a
Saturno o a Bacco, avvicinandole o sospen-
dendole alia stataa del nnme. Dopo que-
sta specie di consacrazione, essi le po-
nevano in tatti i laoghi deUa casa, e pur
ne' campi, ove rimanevano sospese agli
alberi, per servire di preservative infalli-
ble contro le incantagioni. I Greci dis-
sero < aidra > da € aiored > aospendo in
alto, faccio dondolare (air 6 alto in aria).
Altri invece opina che alia pari di 6sou-
lum sia diminutivo di 6s bocca, volto ed
anche maschera (v. OraleXe valga a parola
visuccio, che e quanto dire piccola ma-
echera, pupazzo.
Muoversi alternativamente in due sensi
contrari: presa la similitndine dal don-
dolare degli oscilli sospesi ai rami.
Deriv. Oacfllamtnto; Osciuaforio; OactUaeWne.
oscitante dal lat. osoitabb foomposto di
OS booca (v. Orale) e oitarb da oItuk su-
pino di cibo muovo (v. Condone))^ che vale
spalancar la bocoa, soadigliare pier noia, per
8tanche»sa; onde si fece 6soitans sonnac-
chioso, neghittoso.
Negligente, Neghittoso.
Deriv. Oacitantta.
dscnlo = lat. 6soulum, diminutivo di
08 bocca (v. Orale).
Voce aaoprata nella medicina e nolle
scienze naturali per dire Piccola apertura.
Deriv. Osculaaidne (in matemat.) = oontatto
di due linee (lot. o soul are baciare).
oscuro «= lat. obsourus da ob innanzi,
aopra e *80U-rus, che non esiste, ma che
si desume come nome di agente, dalla
rad. sku- coprire, onde il sscr. sku-ndmi
coproy V a. nord. ted. sky nuvolo f scua,
scuva ombra, oaligine, Va. a. ted. scur tu-
gurio, luogo coperto (cfr. mod. schaue-
rig al coperto), skiura ricettacoh. il gr.
sk^tos, lit. skura pelle; affine all'altra
rod. *oha- = ska- [sovente determinata
in chad-, skad-] d'onde il sscr. c'haya
(=gr. skia, got. skadus, alt. ted. Schat-
ten, ing. shade) ombra, c'hUdita coperto 9
c'ha-tra (lat. umbraculum] parasols,
Virl. sciath (ted. Schild. tngt. schield)
scudo e il gr. skias ombrello, tenda, eco.
dimodoche signincherebbe: che ricopre so-
pra o tutto aU'intorno (cfr. Casa, Cute,
Scudo).
Privo di luce, ed e opposto a Chiaro.
[Differisce da Bujo, che e pin intenso; da
i osco, che lo e meno e si applica a indi-
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esmio]
— 860 —
foMentaa
care diminuaione dl luce prodotta da
nebbie o caligini; da Tetro, one imprime
anche on certo terrore, e finalmente da
Cupo, ohe contiene pure la noakme di
luogo profondo, dove mal penetra luce].
Deriy. Otcurcmfrto ; OtcurdbiU; (Hcwrmtifr
ita; Oicurdre: Oecurotdr+trfce; OecuramiSn*; Oeew
riiMa; Oscurito; OscurOo; 8c4ro.
6smio dal gr. osMft odore.
Metallo trovato da Tennant nel mine-
rale del platino, 11 cui ossido oomuuica
aU'acqua uno speciale odore, che si fa
sentire quando si volatiaaa.
ospedale e spedale prov. $p. e port, ho-
spital: fr. hdpital: dal lot hospitAle
propr. luogo dove ei alloggiano gli oepiti,
ciod t fortttieri (v. OtpiU, e err. Oetello\
Stabilimento dove si raccolgono $r in-
fermi. [Dififerisce da Oipinio, d'ove si rac-
colgono vecchi, fanciuUi, persone inabili
al lavoro e gl'incurabili].
Deriv. 0$p6dalit&; Spedhle.
osplte rum. oaspete; prov. hostes: fr.
hdte; sp. huesped; port, hospede: [got.
gastis, a.a.ted. gast, kast, tng. guest,
a. elav. gostj — lot hospitbm, aoe. di
h6spbs, di cui il pnmo elemento (hos ■
host) sembra ad alouno identificarsi con
la voce H6stis, nel suo originario signi-
ficato di etraniero, forestiero, peUegrino (v.
Oste I), e il secondo [pbs = pets] col sear.
pati padrone, eignore, dalla rod. pa- so-
etenere, proteggere: onde avrebbe il si-
gnificato di eolui che soetenta o nutrisoe i
forutieri, apparendo simile nella esterna
struttura alTo. tfav. gos-podl [=rwi. e
boem. hospodin] padrone, ondegog-poi-
da [=» hospita] padrona. Altri pero, e
sembra meglio, anraterna col atcr. ghas-
-pati padrone di caea, capo di famigUa e
propr. delta menea [eeer. ghas-ami man-
gio, ghas-i aUmento] (err. Oepodaro e Tedi
ivi aitra proposta etimologia).
Quegli ohe riceve il forestiero e gli da
cibo. non per lucro, ma per sola amiciaia,
per benevolensa, per umanita; e poi il
Forestiero medesimo, che e alloggiato e
protetto.
D«rir. OspitMe, onde OepttdtmeiUe; OipiUrs;
Otpttal&ro; 0$pUio; 6$te 8; e cfr. OtptdaU.
espizio — lot. HOSPfTiUM da h6spbs
- aocueat. h6spitbm - oepite (v. q. voce}.
Luogo dove per cortesia si alloggino il
forestiero e l'amioo; e piu comunemente
Pio istituto per gl'infermi e i pellegrini
(err. Ospedale).
ospooaro — slav. hospodar, dalTaw#c.
gospodar j = rues, gospodar, ant. bulg.
gospodi, Ut. gaspadorus, boem. ho-
spodin padrone, signore: dal atcr. gha-
S-pati padrone di casa, capo di famiglia,
o, secondo altri, dal sser. G69-PATI, che a
lettera vale padrone di una staxione di
vaoohe, formato con go?tha stastone di
vaoehe da go bove, vaoea, e poi bene, avert
(v. Bove), e pati padrone dalla rod. pa- so-
ftener*, proteagere (dot. Padre e Desposta):
lo che sareb be un rifl esso della primitiva
vita pastorale-patriareale.
[£ siccome queste stasioni erano breve
luogo di iermata per i viaggiatori, prima
ohe usassero $li alberghi, cosi avrebbe,
secondo alouni, attinto ragione il pre-
sunto legame tra quella voce e il lot
h6spes =» que 1 che rieeveva U foreetiero,
lo siav. e Ut. gaspada, polae. gospoda
osteria, d' onde gospodar 2 aetiere e indi
padrone (cfr. Oste e Oepite)].
Titolo di dipnita equivalente a Padro-
ne, Signore, che si dava agli antichi go-
vernatori dei principati danubiani e segna-
tamente a quelli di Moldavia e Valaohia.
otsaio Quegli ohe fit lavori d'osso (cfr.
08»ario\ •
ossallco — ossalino dal gr. oxjLlios act-
dulo fond'anche Ossalida a* gr. oxalis
erba aoeioea - fr. oseille], da Oxoa aceto.
Aggionto di certo acido tolto da vege-
tali, il piu ossigenato e potente di tutti
quelli che trovansi nolle piante, assai
sparso in natura oombinato con la oalce
e con la potassa e che pu6 usarsi come
rinfrescante. Oombinato con le basi forma
gli Ossalati.
ossario — lot. ossArium (v. Oeeo).
Deposito di ossa umane nei cimiteri;
Tempietto da riporvi ossa venerate.
osseerare — lot. obsborArb composto
di ob innanvi e shcrAm per saorAjm da
sAcbr eacro (v. Eeeorare).
Latiniemo. Pregare qualeuno per tutto
ci6 che gli e sacro, in nome di Dio; al-
trimenti Soongiurare.
Derir. OmeeroeieMe.
osseqnente — lot. obsbquAntbm da
OB6*QUi andare a eeconda (v. Oeeequio).
Lo stesso che Ossequioso, cioe Biveren-
te, Bispettoso.
eeeeqmle — lot. obsAquium da obs*qui
andare a eeoonda, eompiacere, composto di
OB innanwi, vereo (v. Ob) e sAqui segutre
(v. Segutre): propr. oompiaoimento, condi-
eeendenMa.
Biverenaa, Onoranna, Osservansa a per-
sone da piu di se; Officio morale, col quale
facciamo del nostro meglio, per renderci
grati o piacere altrui.
In antico fu detto anche per Eeequie
— prov. §p. e port, obsequias fr. ob-
seques.
Derlr. Ouequi&re, onde OsstquibnU; 0$$«quGh
$o f onde 0$$$qui0 9 m m* n te .
oaserrante =- che ossAbva (v. O ee er var ey
Detto di religiosi vale Begolare, ossia
Ohe osserva una data regola, p. e$. quella
di San Francesco.
osservanza = lot. obsbrvAntia da ob-
8BRvArb osservare [ median te il part. pres.
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F3V-;.."*V. ■'-
•g gerrl tre l
— 951
obsbrvAntbm], e in senso particolare di-
mostrare rispetto, onorare, e quindi eegwre,
conformant (v. Osservare).
Adempimento; Ossequio, Riverenza: ed
anche Regola, Ordine di religione; Isti-
tuto, Rito, Costume (che e la cosa stessa
da adempirsi, da eseguirsi).
osserrare = lat. obsbrvabjb. da ob che
ha II senso di avanti, sopra, attorno e
sbrvarb oustodire, ealoare, guardare, an-
che nel senso di tenere gli occhi addoseo
(v. Servare).
Considerare, Guardare diligentefmente,
tanto con gli occhi fisici, che con quelli
della mente; d'onde il senso secondario
di Mantenere la promeesa, Eseguire, Ob-
bedire, parlandosi di leggi, costituzioni,
precetti o simili; Adempiere (on obbligo).
[Osservazione corrisponde alia prima, Os-
servanMa alia seconda delle due accennate
nozioni].
Deriv. 0$$erv&b{le; Otitrv&nU; Onsrv&nsa;
Osservatdrt-trfct; Oi$ervatdrto; 0$8*rvcusi4ne [=
attent* oonsideraeioiie, Bifletsione, Eeame] -on-
ctUa-cCna.
osserrazidne = lat. obsbrvati6nbm (v.
Oeservare).
ossesso dal lat. obsbssus part. pass, del
verbo obsIdbrb [comp. di ob intorno e
8&DBO wit po$o, seggo, dimoro], che vale
star seduto presso qualcuno in modo da iso-
larlo dalle altre persone, assediare, e fig.
importunare con assiduita, occupare, impa-
dronirsi; e ai tempi cristiani tormentare
con iUusioni, parlando dello spirito mali-
gno (y. Sedere, e cfr. Assediare).
Angustiato, Infestato, inyasato dal de-
monio, altrimenti Indemoniato.
Deriv. OimmMm.
osafcUana [sottinteso pietra] «■■ lapis
Obsidianus dei Latini, da ObsIdius, che
per il primo porto a Roma questa specie
di pietra dalF Etiopia.
Pietra preziosa, nera, di fbrmazione vul-
cacica.
easidioiiale =» lot. obsidionAlbm da
obsldi6nbm assedto, che confronta con ob-
sidialbm da OBSfDirm, ohe vale ugual-
mente assedio (v. Assedio).
Aggiunta di Corona, e dicevasi di quella
di gramigna, che si dava come ricompensa
al eapitano, che avesse liberata ana citta
dall'assedio.
esside =» lat. scent. 6xn>us dal gr. oxys
acuto, aeido che tiene alia rad. Ag- pene-
trate, ond'anehe akk punta (cfr. Acido).
Risnltato della combinazione dell'ossi-
r\o con on corpo semplice (v. Ossigeno).
noti per6 che V Ossido non sempre e
atto a passare alio stato acido.
Deriv. Ossidare, onde Onidasitfne.
esslflcare dal lot. os - genit. dssis - osso,
e ficabjb per facbre fare.
Formarsi in osso, Diventare osseo.
Dcrir. Otsijlcaettfne.
osstfraga-o — * lat. ossIfbaga-us com-
posto di 08 otto e frango rompo.
Specie di uooello, oosi detto dal franger
degli ossi, chiamato anehe Aqoila marina.
essigene e ossigeno dal gr. oxys aoido
(v. Ossido) e genes o gbnos, dalla stessa
radice di gbnnAo genero, produco (v. Ge-
neve).
Corpo semplice scoperto da Priestley
nel 1774, detto da prima Aria pura, Aria
vitale, Aria di fuoco, e poi da Lavoisier
Ossigeno, auasi generators degli aoidi, per-
ohe si creae, erroneamente, che entrasse
nella composizione di fcutti gli acidi.
Deriv. Otrff endre, onde 0$$ig*na*Mn$.
osslmele == gr. oxy-mbli da oxys acido
(onde dxos aceto) e mbli miele.
Siroppo di aceto preparato col miele.
ossitono = gr. oxytonos comp. di oxf s
(= lat. acer) aouto e t6nos aooento (v.
Tono).
Che ha raocento acuto sulTultima sil-
laba.
easinro =■ gr. oxyoyris comp. di oxys
acuto e oyra coda.
Nome di un genere di vermi intestinali.
cos! detti, perche la jmrte posteriore del
loro corpo e assottigliata in forma di filo.
osstzstechera » lat. oxysAooarum dal
gr. oxy-sakoharon comp. di oxys acido
e sIkoharon tucchero.
Bevanda fatta di aceto e zucchero, nella
maniera dell'ossimele: che pin oomtme-
mente dicesi Saz.zaochera (o£r. Zobba).
dsso rum. prov. fr. e cat. os: sp. hue-
so; port, osso: = lat. 6SSUM dal classico
os per ost, e pin anticamente ossu per
08TV = gr. osteon, a. slav. kosti, tend.
a9ti, a9ta, sscr. as(han, asjhi (per*,
ostuchan, pelvi astoban), che il Fictet
suppone denvare dalla rad. sscr. as- get-
tare, come se il significato primitivo sia
stato quello di pietra, nocciofo (cfr. Astaco,
Astragalo, Osteite, Ostrica).
Parte dura e solida, che forma l'arma-
tura del corpo degli animali delle classi
snperiori.
fAl plurale £a Ossa e Ossi].
Deriv. Osibto; Oss&me; 0$$<%rio; Osiatdra; di-
tto; Otsttto; OBticVlo-cCno; Oituto. Oomp. Oa-
tritoio; DUon&re: InoBibre; 0$Biflcbrt; 8oprb$so.
Ofr. Otteite; Ostsologia; Eiostosi; Perio$to; Oo$ta.
ossoleto = lot. absolbtus part. pass,
di absolbsoo cado in diseuetwUne incoa-
tivo di obsoleo composto da ob contro e
s6lbo sono solito, o secondo il Georges
di obs = ob e 6leo cresco (cfr. Adtdto).
Latinismo, che vale Fuor d'uso, Anti-
quato, specialmente parlando di una voce,
di una locuzione.
ostacole = lat. obstAoulum da ob di
faccia e *stAoulum etare: propriamente
che 8ta dtnanzi.
Ci6 che ci arresta, che si oppone.
Deriv. 0$tacoUire (ingrato neologismo).
L
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— 952 —
(osteoma!*
rov. ostatges; sp. hostaje;
fr. il brett. ostaich, che il
>ga a stag vincolo): dal barb.
m, hostAtioum contra tto, se-
I, da OBSIDIATTOUM (OSDAT*-
>reso per analogia da host is
mediants una forma inter-
Ltuii , trae dal lat. class. OBSi-
9, che vale del pari ostaggio,
lto viene dal verbo obsiderb
sedere, oomp. di OB innansi
ar seduto, e fig. star fertno
AJtri deriva da hospitati-
d derivato di h6spbs ospite,
nte ospita in casa alirui: lo
irisce bene al significato vero
si da al nemico o anohe agli
\ esecuzione di qualche pro-
gnando nelle loro mani una
to = pegno; 8t&tico = parson*
lot obstare composto della
mnanaiy davanti e sta&b stare,
Stare).
*, Opporsi, Essere d'impedi-
*
,olo: Ostante [onde Nonostdnte];
>r Ostacolo.
o stesso che Ostaggio (v.
<zf.H6STBM, che dapprimasi-
bro, straniero [a. a. ted. gast,
tstis, a. slav. gostij e indi
imente in campo e in guerra:
eve sembrare strano, perche
,ti quelli che non erano cit-
guardati con diffidenza e
per nemici pubblici (cfr.
bn propone come etimo la
IAN8- one £ra gli altri sensi
> di colpire, ferire \sscr. hanti
iti - offends, ferisce], come se
• che den' essere abbattuto, ov-
ie offende, che nuoce (v. Ostid):
ornerebbe col significato pn-
voce hostis [qui apud tnaio-
dicebatur, attesta Cicerone,
peregrinum didmus] (De
buoni secoli della lingua per
oggi e rimasto ai poeti (cfr.
180 V ant. ted., il celto brett. e
prov. e ant. fr. ost e Vant.
liars; OstiU.
jte; valac. oaspet; fr. hdte;
i; [ingl. host, cello (brett.)
| ostair; Mir. gostenik]:
lat. h6spes [slav. gost], che
bts, che signified tanto /©-
ito colui che riceveva in casa
. Ospite e Ospodaro).
Quegli che da bere e mangiare e
berga altrui per danaro [diflferente
Ospite, che non ha per scopo il lucro]
Derlv. Ostslio; Ostsria [tZav.el&.g»8 pad
polac. go a pod a]; OstCssa; OitQre [ilov. |
spodarzj.
osteggiare prov. osteiar; ant.fr. osl
ier: da 6stb = prov. e ant.fr. ost i
senso antico di guerra, onde si disse * I
dare a oste » per « Andare a gaerreggiai
(y. Oste 1): con una terminazione
giarb che accenna ad azione operosa,
e talora riflesso del lat. agbrb o^tre, /l
operare, simile a -igarb dei verbi Nl
gare, Remigare.
Intrans. Campeggiar coll'eaercito; tn
sit. Far guerra, Assaltare, Combatten
nemico.
DeriT. Osteggiamento.
osteite e osteitide = lat. ostbItis
ostbItedbm - dal gr. osteon osso (v,
vocep e la finale -itb propria della
medica, che significa inflammation*.
Innammazione del tessuto osseo.
ostello sp. e prov. hostal; fr. hoi
ant. hostel: dal lat. hospitium ospita
stanza dell'o spite, e questo da hospks
restiero, per mezzo di una supposta fa
diminutiva hospittbllum contratto
hosp'tbllum (v. Ospite).
Luogo dove si albergano forestiei
dove si abita, Albergo; e per simiUU
cettacolo.
ostensibile dal lat. ostbnsus — osi
tub part. pass, di ostendbrb propr.
dere innanzi e quindi offrire alio sgwA
mostrare, oomp. della partic obs per
davanti, innawti e tendbre tendert,
gere verso (v. Tendere), con la
zione -bilbm indicante possibility
Che pu6 farsi vedere; Fatto per a
mostrato: altrimenti Ostensivo.
Cfir. Ostentars; Ostensorio.
ostensorio =» lat. eccles. ostensoi
da ostbnsus part. pass, di ostkmb
esporre, mostrare (v. Ostensibile).
Arredo sacro, con cui si fa l'esposii
dell'Ostia consaorata nelle chiese cat
che.
ostentare = lat. ostbntarb propr.
strare spesso, far vedere eon inststenuh
sendo intensivo e firequentativo di ost
dbrb esporre, mostrare (v. OstensUnk
Mettere in mostra, Far pompa.
DeriT. OsUntaminto; OstentaMr+triu; a
tasitns [= lat. os tentati6nem] Ambil
dimostrazione, Millanteria.
osteologia =-- lat. ostbologIa dal
ostbon osso (v. q. voce) e logos disc*
trattato.
Parte dell' anatomia. che tratta
ossa.
osteomalacia = lat. osteomalacia
gr. ostbon osso (v. q. voce) e mat.akIa
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osteotomia] — 9
malakos molle (y. Malva e err. Malattia).
— Rammollimento morboso delle ossa.
•eteotomia =— lat. ostbotomIa dal gr.
osteon osso e *tom1a per tomb tagUo.
Quella parte dell'anatomia, che tratta
dell'incisione delle ossa.
osteria sp. hospederia, hosteria;
port hospedaria; [fir. hdtellerie, h&-
tel, ant brett. hostellert, hostel] (celto
gall, osta; titer, gostonica): da 6ste 2,
mediante la forma ostierb.
Luogo dove si mangia e alloggia con
pagamento.
ostetrice-o — lot. obstktricbm comp.
della partic. OB dinanzi e *stbtriobm
da stark - per/, steti - stare, onde il
aenso di esser pronto a un servigio (v. Stare).
Colui o Colei che assiste la partoriente
e ne raccoglie il parto.
[La Oste trice differisce da Levatrice,
che si presta per una semplice materiale
pratica, mentre auella opera per studio e
con cognizione di causa].
Deriv. Ostetrtcio; OstetHcia = Arte delPoete-
trice.
ostia = lat. h6-stia da hostIrb oolpire,
frnre, che staccasi dalla rod. has-, hans-
— sscr. QHAS-, QHAN8- ferire 9 colpire, on-
d'anche la voce lat. has-ta laneia, picca,
il got. gaz-das pungolo, la quale radice
vuolsi che sia distensione delta rad. sscr.
hah-, che e in hanti - plur. ghnanti
— offende, ferisoe. Altri congiunge diret-
lamente al lot. h6stis nemico (y. Oste 1),
vuoi perch e immolata afflne d'invocare
l'ainto degli Dei contro i nemici, o in
ringraziamento per domati nemici, ovvero
perche nei primordi di Roma esisteva la
barbara costumanza, che fa proscritta
nell'anno di Roma 667 col Senato-consulto
Ne homo immoleretur 1 di sacrificare alia
divinita i nemici presi in guerra.
La differenza che in seguito si fece nel
lingoaggio fra Ostia e Vittima, si fa che
la prima consisteya per lo piu in animali
domestici, come l'agnello e la pecora, sa-
crificati agli Dei come oiierta di pace per
stornarne la collera e per renderseli pro-
pin, prima di marciare contro il nemico,
mentre la seconda era il sacrifizio, che si
oflriva in rendimento di grazie, e nel
caao di ottenuta yittoria dalla mano stessa
del vincitore, e consisteya sempre in ani-
mali piu grossi, come il toro ed il bue (v.
La voce Ostia col cristianesimo, rite-
nttto il concetto classico, passo a signifi-
<**• U simbolico pane, che il sacerdote
consacra ed offre nella messa a Dio, in
«piazione de'peccati (ohe i Tedeschi chia-
mano oblate = fr. oublie): e quindi La
Pesta in falda sottilissima, che adoprasi
in qoesto mistico sacrifizio; donde poi,
8 — [ostracism*
anche Quella di ugual forma usata per
suggellar lettere.
ostiario dal lat. ostiarius usciere, che
tiene a 6stium porta da 08 = sscr. vedio.
is bocca, e fig. apertura (y. Orale, cfr. Ori~
fitrio e Uscio).
Propr. Guardia delFuscio, oggi TJsciere;
nella chiesa II cherico, cui e stato confe-
rito il primo dei quattro ordini minori.
dstfoo [cfr. ilUr. osctar aspro, ruvido,
severe!]: = gr. 6sthik6s wrtanU da othbo
*ping°i vrto, che tiene alia stessa radice
di Odio ed Esoso (v. Odio). U Men agio
dal gr. ayst6s asciutto, secoo, duro, on-
d' anche la voce Austero (cfr. Austero,
Austro).
Aggiunto di sapore spiace vole per ama-
rezza ed asprezza. In senso fig! Difficile
a capirsi, Duro a sopportarsi.
Deriv. OtiichHaa.
ostlere-o sp. hospedero; port, hospe-
dei ro: da h6spbs oste, mediante una forma
di bassa latinita hospitarius (v. Oste 2).
Colui che alberga.
Deriv. Osteria.
ostfle = lat. HOSTiLBM da h6stis ne-
mico (v. Oste 1).
Nemico, Avyerso.
Deriv. OHilita = Nixnista; 1' Anion e della gner-
ra; Offese fatte a mano armata; Ostflmfnte —
da nemieo.
ostinarsl =- lat. obstinArb|sb| da ob m-
nanni e *stinAre forma secondaria di
stars star fermOf soldo, che troyasi an-
che in Destinare (v. Stare).
Persistere con tenacia; Fermarsi con
tenacity nella sua opinione, nel suo pro-
ponimento: e dicesi d'ordinario di chi e
tenace in cosa non buona. Sinon. di In-
caparsi, Incocciarsi, Intestarsi, Incaponir-
si, Incaparbirsi, Perfidiare, ecc.
Deriv. Ottinbto, onde OstinaUssa; Ostinasiffne
(= lat. obstinatidnem).
ostracismo ■= lat. osTRAOfSMUS dal^r.
ostraki8m6s e questo da 6strakon coc-
do. ed anche ntccAta, oonchiglia (v. Ostrioa).
Giudizio dato da 6000 cittadini di eta
provetta, col quale in Grecia venivano
banditi per dieci anni dalla patria, non
per punizione, ma per sola precauzione e
ragione di stato, e senza confiscarne i
beni, quei cittadini, cui la troppa grande
influenza rendeva sospetti alia gelosa re-
pubblica: cosi detto perch6 il nome del
cittadino, che volevasi bandire, si scriveva
sopra un coccio, ossia sopra una tavoletta
di terra cotta, e non come altri pretende,
sopra un guscio di conchiglia (cfr. Suf-
fragio).
H yaso, nel quale ponevasi scritto il
nome di chi volevasi mettere al bando,
fu detto Ostraco (gr. 6strakon), che equi-
yale a vaso di ooooio o di terra, e, secondo
alcuni, da cid appunto sarebbe venuto
Ostracismo.
L
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it re; cat. ostria; sp. e
Auster): dal lot. 6stbjba
uesto dal gr. 68tbeon =
ihio dtgli animali teetaoei,
16880 ai gr. ostbon oeeo,
di 68TAKOS granehio di
dr. Astaco).
lusco acefalo contenuto in
re.
; OitrichjUa-fna; Ootrlctfio.
ttro 1.
68TRUM, dal gr. 6strhon,
re ottrica (v. q. yoce).
■e roeso scarlatto, tratta
detta Porpora; Drappo
— lot. austrum, contratto
Pro).
di mezzodi; altrimenti
so.
[ germanico: ant. nord.
she confronta co\V oland.
oriente (v. Aurora, e cfr.
to.
ite: nome dato rimota-
banziati al di la del Da-
igaerli da quelli ch'erano
dente e nella Pannonia,
estrogoti o Visigoti; fig.
che non conosce le buone
lanca ogni senso del bello
lot. 0B8TRUBRB [portato
ionej composto da ob in-
amma88are (v. Struttura).
rponendo un ostacolo.
to; OitruOo; OstrutUvo; Ostru-
lot. 0B8tructi6nbm dallo
BSTRtfcTUS part. pass, di
•e (v. Ostruire).
tagnamento, Impedimen-
tanale, Vaso, Cavita vi-
scentif. otalgia dal gr.
e ALGiA per algos dolore.
schio, e in particolar modo
ite in fondo del meato
= aggiunto di rimedio atto
i deue oreoohie.
■» lot. OTITIS - OCC. OTi-
iTOS genit. di oys oreochio
i desinenza della scienza
gna infiammazione.
della membrana mucosa
t. otologIa dal gr. 6t6s
hio e logIa per l6gos di-
trina sull'orecchio.
otorrea dal gr. 6t6s genit. di ore oiJ
chio, e rb6 tcorro.
Scolo sieroso, muooeo o purnltato h
il meato uditorio esterno.
otoscopio dal gr. otqs genit. di oys ora
chio e skopbo osservo.
Strumento, che serve ad esaminue
canale dell'orecchio.
ototomia dal gr. 6t6s genit. di of 8 m
chio e *TOMiA per tomb taalio.
Dissezione anatomica deu'oreccliio.
otre e $tr© dal lot. utbr, che alcq
reputa affine a uterus utero, «= a
udAram ventre (v. Utero), altri al gr. i
thar seno, mammeUa, eecr. tfDHAR, ft*
mammella; ma che giova meglio rifii
a una rod. au- col senso di ricwp
ond'anche il mot. aothra ncarpa (cfr..
dumento, Omento).
Pelle di montone preparata a form
sacco, per contenere olio ed altri liqi
Deriv. OtrieeUo. Otricolo, onde Otrkxton
che ha la forma di piooolo otre; UiBfto.
otriare prov. antorgar, autrey&r;
octroyer; sp. otorgar conoedere: di
lot. AUCTORICARB per AUCTORARB *•
nere, confermare, che tiene alia stessak
di auctor autore (v. q. voce).
Antic. Concedere.
otta Alcuno dal lot. h6ra ora, mi
Diez crede meglio dal got. uht (chesf
contra solamente in composti) mom
opportune, onde Pant. a& ted. uhta, uoi
d* buon'orcij Vant. nord. 6tta tf teutpod
prime ire ore rfeJ giorno, che dareblx
significato di ouon'ora.
Panto di tempo, Ora.
• II Zeppa, giunto bilbo, diase : donna 4 I
otta di desinare? »
(Boccaccio. Novel. ^
« A grande otta » — Per tempissi
Avanti giorno; contrario di « A gti
notte » che importa A notte avanstli
P. €9. « E domattina n'andrete a grandai
aiooome ta hai detto ».
(Vite do' 88. Padri. S).
Comp. AlXbtta; T&Vbtta; Dbtta = d'otta 3
oaaione favorevole.
ottaedro = gr. oktaedros da fli
otto e mdra faccia, e propr. aede, bate (j
Dicdro, Poliedro).
Corpo solido a otto faooe equilatei*
Deriv. OUoMrico.
ottagesimo dal lot. octogbsimts
ooto-gInta ottanta (v. q. voce).
Lo etesso che ottantesimo.
ottalmla e ottalmico v. Oflalmia e Qfl
mico.
ottanta prov. ochtanta; ant jr. h
tante; cat. vuytanta; ep. ocheai
port, oitenta: dal lot. octoqInta
di octo otto e gInta che suona
com'e detto a Venti.
Otto volte dieci. J
Deriv. Ottattitoimo; OUantina = numero'
oirca ottanta. .
ottarda prov. austarda; fr. outarw
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rtf-.J *--*,:
•tttrej
— 955
[otttbre
«p. avutarda; port abetarda: dal to*.
Avis neeeUo e tarda Zento: e infatti dice
Plinio ohe cotale ucoello era detto dagli
Spagnoli Avis-tarda.
Genere di uccelli dell'ordine del tram-
polieri, che ai awioina agli struzzi per
la disposiaione dei piedi e per l'andare
tardo, ma oapaci di volare. Per6 non e
improbabile che questa voce siasi formata
sul gr. otIs (genii, otidos), che e il nome
di esso uccello, anine a 6tos specie di
wfoy e che avrebbe il aenso di oreockiuto
da OY8, - genii. 6t6s - orecchio, a cagione
dalle lunghe penne, che ha sugli orecchi,
onde sarebbesi formato il lat otis-tArda
dipoi corrotto in avis-tarda.
ottare e eptare — lat. optArb presee-
gliere, deriderare, che sembra forma in-
teaaiva di un supposto verbo *op-1rb
- lajpm. *6ptum - il cui radicale si trova
nel verbo lat. ap-Iscor - part. pats. Ap-tus -
acquutare, conseguire, ottenere, giungere:
dalla rod. Ap- toccare, ed anohe eogliere,
ottemre (sscr. ftpati), afllne alia seconda-
ria tP8- aesiderare [sscr. ipsati] (v. Atto 2,
e cfr. Apiee, Opera).
Prendere fra cose che si desiderano
quelle che conviene.
Deriv. Adott&re; OUatCvo; Ositne. Cfr. Ottimo.
ottatfvo — lat. oPTATfvus da optArb
deriderare (v. Ottare).
Che esprime il desiderio.
In gramm. dioesi quel Modo del verbo,
che in certe lingue, p. es. nel greco e san-
scrito, esprime il desiderio.
•ttava dal lat. octAvos ottavo.
Spazio di otto giorni; e pin comune-
mente si dice di Quelli che precedono o
seguitano aloune solennita, che chiamasi
anche Ottavario.
Intervallo mnaicale di otto voci di grado.
Stansa poetica di otto yersi di undici
sOlabe: la quale dicono fosse invenzione
del Boccaccio, che Paso nel Ninfale Fie
solano (Salvini).
ottavario v. Ottawa.
ottavino Specie di piocola spinetta, ed
anehe di flautino, che ha un' ottAva pin
acuta dello strnmento ordinario.
ottlvo prov. octau, oohan; Jr. hui-
tieme; $p. octavo; part, oitavo: = lat
octavus, che come if gr. oodoos (che sta
per oodoFos) si riannette al sscr. ast&n
(=-&.asztuni) otto (v. Otto).
ottemperfcre = lat, obtbmpbrArb oom-
poeto di ob innami e tbmpbrArb osser-
we la giusta misura, regolarsi, moderarsi,
conteneni (v. Temperarej.
Begolarsi secondo l'altrui volonta.
otteaebrare =■ lat. obtbnbbrArb com-
poeto di ob innanzi e *tbnbbrArb da tb-
5*brje tenebre, oscurita (v. Tenebre).
Abboiare, Oscurare, Offuscare.
Derir. OUmsbramSnto; OtUnebrasifne.
ottenere — lot. obtinbrb da ob innanzi
e tbxbrb tenere, conseguire (v. Tenere).
Giungere a farei oonoedere quello che
si desidera-o si ohiede; Per venire a quello
che si vuole, Conseguire.
Deriv. OUmibiU; OUmimtnto; OtUnitfr+trtce.
otttaa =— lot. 6potoa dal gr. optikb
(sottinteso techne arte) (v. Ottico).
Arte di fabbricare strumenti, che ser-
vono alia visione; Parte della nsica che
tratta dei fenomeni della luce.
ottieo » lat. 6ptiou8 dal gr. optik6s
che ha rapporto alia visione, e questo da
6ps ooehio, onde os-somai (fat. ops-omai,
per£ 6p-opa) vedo, dalla stessa radice di
Occhio (v. q. voce).
Appartenente al vedere.
ottimate = lat. optimAtbm ace. di op-
tdcas da 6ptimus il migliore (v. Ottimo).
Chi per nobilta o dignita o ricchezza
e tra i primi di uno Stato, altrimenti
Magnate, Patrizio.
otttmisme dal lat. 6ptimus superlativo
di b6nus buono.
Sistema in cui si sostiene non solo che
nel mondo tutto e bene, ma che tutto e
il meglio possibile, che Dio non pote far
meglio di ci6 ohe fece, e che ciascuna
creatura non pu6 essere n6 piu perfetta
ne piu felice di quello che e. per riguardo
all'origine generale delTuniverso.
Deriv. OttimUta = ohe professa Pottiinlsmo >
Chi vede sempre 1© oose dal loro Uto migliore.
ottimo — lot. 6ptimus «» 6ptumus con-
trazione di optatIssimus, da optArb pre-
scegliere, desiderare, quasi dica elettissimo
(v. Ottare)] ma secondo altri da ops ogni
memo produttivo e quindi potenza, riocfie*-
za, quasi dica il pi4* ricco di mezzi: le
quah due voci del resto [optArb e ops]
fanno capo alia stessa radice (v. Opt).
Superlativo di Buono; e sinonimo di
EcceUent6, Perfetto.
Deriv. Otttmaminte; Ottim&te; OttimUmo; Ot-
otto prov. oit; ant. fr. uit, oit, mod.
huit; sp. ocho; port oito: an lot. octo
«=» gr. okt6, dal seer, asj-an (cfr. anche
send, astan, pers. hescht, lit. aszt-uni,
a. slew, osmi per ostmi, Va. irl. ocht,
il got. ahtau, Va. a. ted. ah to, mod. acht,
ang-sa**. eahta, ingl. eight, ant. irl. oct)
che vuolsi sia forma participiale della ra-
dice verbale as- sedere e indichi il dito che
siede o presiede sugli altri,. cioe il medio.
Nome numerate, che e raddoppiamento
del quattro, e che contando sulle dita si
ferma sul medio.
Deriv. Ottonta; OUtonH; Ottobr:
ottdbre dal lat. October (aoo. octo-
brbm) composto di 6oto otto e bbr, che a
giudizio del Pott, rappresenta il sscr. vara
tempo, volta e propr. tempo opportuno (cfr.
Novembre).
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ottomana]
— 956 —
[*!•
Ottavo mese del calendario romano, ed
ora il decimo delPanno civile.
Deriv. OUdbHUa; Ottobrtno.
Ottoman* Sorta di sedia all'uso otto
mAno o turco.
ottone rtr. la tun. lot6n; piem. lamb, e
veneu. loton; prov. lato, loto; fr. lai-
ton; cat. Haut6: sp. laton, port, latao;
ginevr. loton; (ingL latten): da.\V ant.
lottunb (ogffi runasto nei dialetti), ohe
alouno trae dal lat. lutbum giallo (sot-
tinteso aes rame), lo cite non pu6 essere,
perche nel medio-evo, quando si fbrm6 la
roce Ottone. il popolo doveva gia aver
dimenticato il class, lot. luteus; lo Sche-
ler, seguito dal Littre, rawicina al gotic.
ted. doth «- anglo-sass. e ingL leaudu,
ant frison. lad, isl. ldd piombo, ant. irl.
luaidhe, oland. lood, loot, [e quindi
scandaglio % che e un pezzetto di piombo] :
ma in voce pare che stia per lat6nb, lat-
tonb da lAtta metallo bianco, che si pre-
parer in sottili faldiy e quindi usato nel
senso di lamiera: poi Pa cangiossi in o
per effetto di assimilazione, ed L iniziale
and& perdnta essendo stata scambiata con
Particolo (v. LaUa).
Lega di rame e di zinco, di color gial-
lo: cosf detto, perche dopo fuso vien for-
mato in piastre e in verghe (cfr. sp. plata
che vale piatto e argento).
Deriv. OttonMo; Otton&me; Ottoniere.
ottoagenarlo e ottogenario = lot. octo-
genArius da ootoginta ottanta.
DelPeta di ottant'anni.
ottfindere = lat. obtundbrb - part,
pass. OBTU8US - composto della parti cell a
ob contro e tundbrb battere, pestare, e
fig. stordire (v. Contendere).
Propr. Bibattere la pnnta o il taglio
con colpi; indi metaforio. Spuntare Pacume
dei sensi, della mente.
Deriv. OM&so.
otturare — lat. obtubArb, che vari
scrissero obthurarb* con Paspirazione,
scomponendo tal voce nella partic. ob
contro, innanzi e thura (= seer, dvftr,
vedico dur, a. a. ted. tor, mod. Thtlr,
ingL doer, lit. dur-ys) porta (v. Fuorj).
Ohindere o serrare Papertura con zaffo
o altrimenti.
Deriv. Ottwraminto; Otturattfre\*tr(c6\, onde <H-
turattfrio; OtturatMne.
ottu&o =» lat. obtusus participio passato
di obtundbrb spuntare, smussare (v. Ot-
tundere).
Che e smossato, e quindi contrario di
acuto e appuntato; fig. detto d'ingegno,
cervello e sim. vale Duro, Tardo, Che dif-
ficilmente penetra. La stessa relazione
d'idee si riscontra nel gr. hoph6s [da
h&p-td recido] che vale spuntato e fig.
sciocco, ignorante.
Deriv. Ottuhamente; OUustfne = Ottuiith.
ovatta fir. onate (dalP*to£), dialett. ouet-
te; $p. ha at a (dal/r.). L'easere spalmata
d'dvo {fr. oeuf, sp. huevo) pu6 farla
credere proveniente da queeta voce (Dies);
ma il BOnsch propone il lot 6vi8 (out
fr. oue) peeora, per la somiglianza frail
cotone e la lana: e qnesta ipotesi avrebbe
in qualche modo Pappoggio della forma
francese, dato che queeta fosse originate,
lo che contrasta il Kdrting, che la repnta
imprestata dalP Italia. Lo Scheler pren-
dendo la mossa dal fr. oubttb (diminu-
tivo deformato di onate, che e voce ve-
nuta dalPitaliano), pensa al lat. *Avioa
(da Avis ucceUo), mediante nn fr. *oub:
come se in principio volesse dir phna
d'uccello. "E probabile per6 che, trattan-
dosi di voce relativamente moderna, aia
di provenienza germanica, quantunqne
ignota all'antico tedesoo; e di tatti ab-
biamo il ted. Watte — medioev. sved. e
ingL wad, island, vad-m&l col senso di
materia da imbottire, da riempirt, {ingL
vadding bambagui, borra): onde sareobesi
fatto vatta e poi ovAtta jier influenza
della. voce Gvo.
Cotone allargato in falde spalmate da
una parte di chiara d'uovo, cue serve a
imbottire vesti, per arrotondare le forme
e tener caldo.
Deriv. OvattHre.
ovazidne =- lat. ovati6nbm da ovare
esultare, manifestar la propria gioia cdk
voce e coi gesti y che cfr. col gr. oyazhih
acdamare, da byAn evok, il grido delle
baccanti, eyas baccante, eyasm6s grido
di giubilo, il gridare evoi, ovazione: a oon-
ferma di che, osserva Dionigi d'Alicar-
nasso, in origine dioevasi < euatio >. Al-
tri per6 men bene derivano questa voce
dal lat. ovis peeora, perche in tale cir-
oostanza immolavansi pecore invece di
buoi, come nel grande tnonfo (v. Trumfo\
Specie di trionfo o d'applauso presso i
Romani per non difficile vittoria ripor-
tata su nemici di poco conto, come sui
pirati, sugli schiavi ecc o per resa del
nemico senza oombattere. II vincitore in
tal caso ooronato di mirto entrava in
citta, non sopra un carro trionfale, m* *
piedi o tutto al piu a cavallo, con il solo
accompagnamento del Senato. Oggi si dice
per Festosa acooglienza popolare.
dve = lat. Cbi che sta per oCbi [come
desumesi dai comp. sI-cubi se in qualcM
luogo, alI-oubi in qualche attro luogo ec.
e dalPamne gr. ionic, ko? (gr. comune poy)
in qualche luogo] dativo antiquato (deri;
vante da un primitivo quobi) ael pronome
relativo Qin quale: che sta in relazione
col sscr. kva ovc, in qual luogo, ku-tas
d'onde, da qual luogo, a cui pure risale
Pa. a. ted. wa, mod. wo (per kua, kuo)^
il got. hv-ar, anglo-sass. hw-aer(~~ *
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drest
la rod. cu-, ku- da cui hanno pure ori<
gine i pronomi Chi e Quale.
Awerbio di luogo esprimente *quiete,
ma che talvolta fa usato anche per indi-
care moto, e che risponde a In o A qual
luogo: essendo ben noto che una delle
fnnzioni della terza desinenza dei nomi,
detta oomunemente caso dativo nella ter-
minologiadei grammatici latini, si e quella
d'indicare il luogo a foggia di awerbio.
Deriv. OvlUe (one Dante attribuieoe agll Are-
tini) = lot, ubi vellea o velis: Dove tu
vogliA, In qualunqne parte, e poi In nessnn
lnogo (ofcr. fr. qnelque part): mod. aretin.
DmttU, InduvMle = lot de-ubi o in-de-
nbi-velles.
dfert ant. fr. le west (sea xn), mod.
oaest (onde dove passare in Italia e Spa-
pa): dal ted. West = ingl. ang-sass. e
viand, vest, sved. vester, got. vasi, che
il Pictet congiunge al lat. vAstum deser-
to, mare, che per gli Arii, divenuti poi
Germani, era a occidente; ma che invece
tiene per certo alia radice, d'onde il sscr.
vas-ati notte e il lot. ves-per sera, oc-
cidente: propr. la parte della sera (v. Ve-
«pwo, e cfr. Visigoto). Nelle lingue ro-
manze vi si uni 1 articolo e divenne
Oyest.
Uno dei quattro punti cardinali del-
l'orizzonte, ed e voce usata principalmente
da'marini per dinotare il tramonto e i
rati che somano da questa parte. Piu ita-
lianamente per6 dicesi Occidente o Ponente.
Deriv. VesfdMa, Visogbto r= goto oooidentale.
OTidtitto « lot. scentif. ovroticTUS da
ovum uovo e ductus condotto.
Canale membranoso che trovasi nella
cavita di molti animali, dal quale cadono
le nova, che si staccano dalle ovaie e per
«so si conducono all* utero o fuori del
corpo. Altrimenti dicesi nelle donne Trom-
ba di Falloppio.
Offle lot. ovfLB da dvis rum. oaie (onde
Ion/, ft. oue e lo sp. ovejaj = gr. oi's
pw oFis pecora, che ricorda il sscr. Avis
je avika), che vale lo stesso (d'onde
\mttL avyas, = gr. oieos pecorino):
u un radicale al quale risale anche Vant.
««. ovica e il russ. ovtsa pecora, il got.
auwi pecoreUa, avistr ovUe, avethi
nge di pecore, e il lit. avis [= a. a. ted.
**i, medioev. owe, ant. irl. 6i] pecora,
ivinas = a. slav. ovinu pecoro, morUone.
jjlustri cultori di etimoiogia (Curtius,
nctet) osservano che il s*cr. avis come
^ggettivo vale euro, affezionato [cfr. avam
/awre, affezione] da avAmi favorisco, amo,
pokggo, onde potrebbe come sostantivo
kjignare Yanimale benaffetto, per la sua
*>k»a (cfr. Ave, Avo, Avido, Udire).
La rad. sscr. av- signinca pure proteggere
— 957 - [oiena
[avi chiusura] e piu di rado possedere, che
potrebbe anche dare il senso di animate
difeso da vello, o che sta chiuso, owero %
seduto.
Becinto per pecore, altrimenti de
Pecorile.
°fr- (*gg«) Ovfao (lat. ovinus) = pecori
ed Abbcchio.
oviparo «- lat. ovIpakus da ovum u
e pAb-io partorisco.
Si dice degli animali che si riproduc(
per mezzo cu uova: tali gli uccelli, i 1
tili, i pesci.
6vo rum. e cat. ou; prov. ovs;
oeuf; sp. huevo; port, ovo: =lat. 6v
=gr. oon (v. Uovo).
Lo stesso che Uovo, che e piu usat
Deriv. OvIMa: Ovble; Ovattap); Ov&rio =
parte nella quale son raoohioee le nova, e
iimilit. gli embrioni, i semi, i germi; Ovartu
Ovitfno; Ovbide = ohe ha la forma delTuo
dvolo-ulo. Cfr. Sinovia.
6to (ab) Latinismo che vale dalVuo
dopo Vuovo e si usa per dire A muovei
a partire dal principle
[Gli antiohi cominciavano il loro pa
colle uova e terminavano colle frutl
onde la locuzione « ab ovo ad mala » d
Vuovo aUe mele, cioe Dal principio allafii
ovolo (sp. ovillo) diminutivo del I
ovum uovo (v. q. vocejk
Term, di fisioiogia. Prodotto dell'ovai
dal quale deriva direttamente Tembrio:
dopo la fecondazione.
ovo-viviparo dal lot. 6vum uovo, vfv
vivo e pario partorisco.
Si dice de^i animali che non fan
uova, ma emettono vivi i loro nati, t
gli squali, alcune salamandre, alcuni se:
(cfr. Vipera).
dvra poetico per Opra, Opera, muti
p in v, per la parentela di queste d
lettere.
orunqne sincope del lat. ubioumq
(ub'unqcb).
In qualsivoglia luogo.
OTTiare b. lot. obviAbb dal lat. ola
6b- viam incontro, composto di ob coni
e vIa via, cammino (cfr. Ovvio).
Propr. Andare incontro, onde Oppor
Impedire.
Deriv. Owiattre-trice; Owiaaitne.
ovrio = lat. obvius comp. di ob 00
tro, verso e viA via, cammino.
Propr. Che sta innanzi, Che s'incont
per via, nelle vicinanze, Che giace vi<
no; indi il senso traslato e tuttora in us
Che si trova facilmente, Facile, Comuz
Cfr. Owibre; Pervio; Ubbia; Uggia (?).
ozena dal gr. 6zaina putzo, fetore
questo da 6zein mandare cattivo odot
che sta accanto a 6z6 cattiva esalazio
delta bocca (v. Odore).
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W?fr~
pMdttta]
959
[padrone
pacclotta detto per Pacchi6tta, da
pacchxa cibo.
Corpacciata, Mangiata.
pfccco fr. paqaet. sp. paqaete =jpac-
chdto] (ted. pack; oland. pak; ingl. paok,
packet; gael. e bass. brtt. pac): dal barb,
lot PA0CU8 proveniente da una radice 00-
nrane al tedesco e al celto col senso di
prendere (ted. packen, sved. pack a) che
non e inverosimile combini cofla rod. sscr.
pao- pak- unire insieme, ond'anche il gr.
pak-t6s, pek-toe oompatto, pach-^s
tpesso, denso e peg-nyd =■ lot. pang-o
cmpongo, coUego, ond'anche le voci Corn-
page, e Compatto (v. Pace).
Gruppo di pin cose legate o avvolte in-
sieme.
Deriv. Impaccars; Pacchsbbtto; Pacchitto; Pac-
cotttglia.
paceottfglia dslfr. pacotillb diminu-
tive* di paqubt pacco (v. Pacco).
Gerta quantita di roba hnbarcata per
ragione di commercio.
pace rum. pace; prov. patz;yr. paix;
rp. paz: = lot pAcbk dalla rod. sscr.
pac^- «= pax-, PA&- legare, unire, saldare,
che trovasi nel sscr. p&c-a-y&mi lego,
pa9-as calappio, corda, pag-ras sodo,
fitto, e ond'anche il lot. pac-iscor con-
cord©, pattuisco, p&ng-o «•• gr. peg-nyd
(aor. % e-pag-en) conficco, coUego, com-
pongo, il gr. pag-ios soldo, fermo, pak-
tod chiudo, serro, pag-e (=-6reW. peich,
peic) laccio, calappio, il boetn. pas per
*pacs cinto, e, col cambiamento della p
in p, il got. fall -an prendere, che cfr. col
fed. packen afferrare, ghermire.
Accordo conchiuso fra due parti nemi-
che contendenti, particolarmente in guer-
ra: Concordia, Quiete, Riposo.
D«riv. Paciare, Padsre; Paciflcars; PacMso;
Appaciare; Impaciare. Cfr. Pacare.
[Deriv. dalla steasa radioe: Pacco; Pag are; Pa-
$mo; Pagma;Pala; Palo; Pa$$one; Potto; P&-
an; Pegno; Pestio; Petto; Pita; Pingue; Propa-
ftr*; Pugno (?); Appalto; Corn-page; DU-pacciare;
In-pacciare; Op-pifare; S-pingere eoo.].
aachidermo — lat. pachidbrmus dal
<jr. PAGHY8 propr. solddo, indi groeso, che
alamo compara col sscr. bahus denso,
wmeroso (cfr. ingl. big grande e grosso),
altri deriva dalla rad. pack- render fermo,
nUdo, assodare, ond'anche la voce Pin-
gue (v. Pace, e cfr. Pingue).
Mammifero di forme grossolane e di
pelle assai densa, come l'ippopotamo, l'ele-
fente, il rinoceronte ecc
puo Voce peruviana. Specie di mam-
muero dell'ordine de'ruminanti, indigeno
dell' America e special mente del Peru, co-
perto di nnissima e preziosa lana.
p*4ella ant. fr. paiele, mod. poele;
*p. padilla: » lat. patblla diminut. di
pat4na o pAtina soodetta, casseruola, che
tiene a patbrb essere aperto (v. Patera).
Altri da pAtbra ta*%a, ooppa (v. Patera).
Presso gli antichi Specie di vaso per
cuocere e portare vivande in tavola, e an-
che Vaso per onrire cibi agli Dei ne' sa-
crifizi, oggi Vaso di ferro e anche di rame,
largo, poco fondo e con lungo manico, per
friggere.
Beriv.Padellaio-ro; Padellata; PadeU&ta; Spa-
deUare.
padigli<5nedtoZ.*ard.papaglioni;j>rot).
pabalhos, pavallo; fr. pavilion; sp.
pabellon; port, pavilkfio: dal lat. papi-
li6nbm ace. di papIlio farfaUa (prov.
parnalhos, ant. fr. paveillon, mod.
papillon, cat papall6), e piu tardi pa-
diglione: cosi detto per la somiglianza
delle cortine di un padiglione o di una
tenda con le ali stese della farfalla.
Grande tenda di panno lino o di drap-
po, di forma quadra o eircolare, che va a
terminare in punta.
padiscia dalpers. padisoiah o padsciah,
badsoiah monarca, da pad protettore, che
sembra far capo alia rad. sscr. pa proteg-
gere, onde pati signore (v. Padre, Potere,
e cfr. Baal, Bono, Ospodaro, Pascia), e
sciah re: propr. signore dei re.
L'imperatore de'Turchi, il Ghran sultano.
padre sp. e port, padre; prov. e cat.
paire; Jr. pere: dal lat. (e umbr.) pAtbr
[ace. pAtrbm] =* gr. patbe, [got. fadar;
a. a. ted. fatar. mod. Yater; ingl. father;
lit. e slav. bati; celt, athair per *pa-
thair], sscr. pita (ace. pitaram), dalla
rad. sscr. pa-, che tiene il concetto di
proteggere (sscr. p&ti), ed anche quello
di nutrire, ond'anche il sscr. g6-pas pa-
store di vacche (g 6 = ted. Kuk vacca\ il
gr. pateomai mi nutro, a-pastos d£-
giuno (a- privativo), la quale radice sem-
bra identica almeno affine a quella del sscr.
patis signore, p&-yu custode: dunque a
lettera quei che protegge, owero che nutre,
che mantiene, che soatiene la famiglia (cfr.
Potere, Valere, non che Foraggio, Paglia (?),
Pasoere).
II Genitore, il Capo della famiglia.
Presso i Latini fu anche titolo dei vec-
chi e (coll'aggiunto di « coscritti ») dei Se-
natori (v. Senato), degli eroi, e tra gli Dei
Sarticolarmente di Giove, che perci6 si
isse Jup- pi ter = wm&r. Iu-pater, ch«
sta per Io vis -pater (v. Gtiove): e anche
oggi si da per rispetto ai sacerdoti e ai
monaci.
Deriv. Padrino, Padrtfne; Patsrno; Patrino;
Patrio-a; Patricio; Patrbno; Compare. Cfr. Pa-
tri-arca; Patri-mbnio.
padrino prov. pairis; fr. parrain; sp.
padrino; port, padrinho: dal lat. pAtbr,
mediante un dim in. patrInus (v. Padre).
Titolo di religioso claustrale: Quei che
tiene a battesimo un neonato, Quegli che
mette in campo il cavaliere nel duello e
lo assiste.
padrdne sp. patron: formato sul lat.
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pultlej
patr6nus (da pater padre), che dal senso
originario di protettore dei liberti o dei
clienti (y. Patrono) passo al signiflcato di
signore rispetto ai servi, al contadini; e
indi si estese in £enere a designare Chi
ha piena facolta di fare quel che gli piace,
o di disporre di una cosa a sno taiento.
Deriv. Podrtna; Padronbqgio; Padronbiuta;
PmdronMo; Padroneino-a; Padroneggibre; Padro-
nia; PadronUsima; Impadron€rsi; Spkdronsg-
gihrs.
padtile dal lot. medioev. padulbm tratto
dal class, paludem, con trasposizione delle
lettere d l.
Lo stesso che Palnde.
Deriv. PaduUsco; PuduUUa; Padulingo; Podu-
paese prov. pais, paes; fr. pays; sp.
pais; port, paiz: dal lot pagbnsis (sot-
tint, ager campagna, territorio) da pagus
villaggio, borgo, ond'anche Vant. sp. e prov.
pages oontadino e [con un suffisso secon-
darioj il fr. paysan villano: propr. il ter-
ritorio del villaggio (v. Pagano).
Territorio, Contrada od anche solamen-
te II Villaggio, il Castello, che ne costi-
tuisce il centro; per estens. Popolo, Na-
zione, Patria.
Deriv. Pats&ggio (Jr. pay 8 age); Paesdno
(sp. pa is a no); PasianU; Passhrt; Passisia.
paffdto alconi dal radicale pAff- iden-
tico a puff- che nelle lingue europee ha
il senso di gonfiare, esser gonfio, grosso
{ingl. puffy tumido, to puff gonfiare), da
una supposta radice phu- che desumesi da
sscr. pupphula gonfiore, pupphusa j>o£-
mone £v. Buffo): ma invece sembra che stia
[cangiata la p in f per dissimilazione] in
luogo di papputo da pappare o da pappa,
che e il cibo che ingrassa i fanciulli,
siccome e perxnesso desumere dalla corri-
spondente voce ven. e veron. pap6to groeso,
carnoso, papota guancia grassa e polputa,
che confrontano con lo sp. papudo got-
zuto, da pApo, pApbra gotuo [l'organo che
serve a papparej (v. Pappa e cfr. Pap-
patoia).
Grassotto; e dicesi ordinariamente di
bambino.
Derhr. PaffuUUo.
pagacoio Voce senese corrispondente a
Bacio e derivante da opAous ombroso,
mediante una presunta forma volgare
opaoAcius =» opaoAcbus (v. Bacio).
pagano prov. pagans, payans;/r. pa-
yen; sp. pagano; port, pagao: =» lot.
paganus che a lettera vale abitatore di
un pagus o villaggio. Pagus trae dalla
rod. pag- legare, unire, da cui il lot. pA-
gbrb e piu tardi pahgere render fermo,
solido: aitri collega la detta voce al gr.
pAgos eolUy picco di rnonte (che del resto
procede dalla stessa radice, com'e detto
ad Areopago),aftermando che il Pagus
era appunto una forte posizione nel mezzo
di un paese aperto, ma piu afforzato dalla
-960- [piggi*
natura che dall'arte, come la cima d'un
colle ripido, sopra la quale la popolazione
rurale del distretto circostante si poteva
ritirare colle famiglie, col bestiame e colla
sostanza, siccome in luogo di sicuresza,
nella occorrenza di un'invasione subita-
nea o d'una scorreria, secondo usava nei
barbari modi di guerra, che distinguevano
i primi tempi della storia romana. £ poi-
ch6 ciascuna di queste posizioni formava
naturalmente il nocciolo di un villaggio,
— nella stessa maniera che molte delle citta
dell'Europa moderna son nate dall'incli-
nazione delle olassi industrial! a prendere
dimora all'ombra di un castello baronale
— il nome di Pagus fu dato al villag-
gio e distretto che le stava tutt'intorno,
e quello di Pagan! alia popolazione ru-
rale sparsa sopra di esso, espressamente
per distinguerla dai militari (cfr. Paese).
Soprawenuto il cristianesimo, si chia-
marono Pagani gli idolatri, perche" appunto
gli abitatori dei villaggi furono i piu re-
stii alle nuove credenze, e gli ultimi ad
abbandonare il culto dei falsi Dei, owero
perch6, divenuti cristiani gl'Imperatori,
e ohiusi per ordine loro i tempi degl'idoli,
molti individui ancora attaocati alia reli-
gione degli avi si ritirarono nei villaggi
per ivi oSrire i loro sacrinzi clandestini
agli antichi Dei.
Deriv. Pagantsimo; Pag&nico; Paganitl; Pag+>
niss&re.
pagare prov, cat. sp. e port, pagarj^r.
payer (ingl. to-pay): dal lot. pacare
acquietare, da pAx - genit. pAcis - pact,
qutttt, perch6 il pagamento acquieta, ap-
paga, soddisfa if creditore. Nella stessa
relazione d* idee chiamasi « Quietanza >
l'atto col quale taluno dichiara essere stato
intieramente soddisfatto (v. Pace).
Propr. Tranquillizzare chi deve; quindi
Soddisfare un debito. — « Pagar la pena,
il fio » vale Scontarlo, quasi dica soddi-
sfare il debito alia giustizia.
Deriv. Pbga: Pag&btU; Pagamtnto; Pagattre-
trice; Pagatoria; PogaUira; PUgo; Appag&re.
pagella » lat. pagblla dimin. di pA-
gina fogUo di carta (v. Pagina).
Matricola, Certificate.
pagello sinoopato di paragbllo dimi-
nutivo di pArago.
Peace di mare, detto ordinariamente
Parage
pagglo prov. pagi;/r. e sp. page; port.
pagem: — b. cat. pAgius, che verosimil-
mente sta per *padius dal gr. PAroiON
diminut. di PAts per paXds fanciullo : e la
voce pare venuta dai Bizantini. Altri ri-
tiene sia fortemente contratto da pedago-
gus (pbd'gus) pedagogo (v. q. voce) appog-
fiandosi al costume dei Romani, ai tempi
ell* Impero, di scegliere fra i giovani
schiavi i piu belli e meglio educati per
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fMm]
— 961 —
ipaguro
darli a compagni e pedissequi dei loro
ngliuoli, in luogo del pedagogo de'tempi
anteriori. Essi percio si ebbero in nome
di pedagoaiani pueri e tanto il nome quanto
il vestiano sarebbe poi passato attraverso
il medio-evo fino ai tempi a noi pin vieini.
Altri poi, osservando come il primo senso
sarebbe stato qnello di dome$tioo di vil
condmone, servo di cudna, servo di arma-
ta, pensa doversi rapportare al prov. pa-
ges, pagnet villano, derivato dal lat. pa-
gbhsis campagnolo, aggettivo formato da
pagus viUaggto (v. Pagano).
Servitore giovanetto,Garzon cello nobile.
pagina prov. cat sp. e port, p agin a;
fr. page: = lat. pAgina da pAgbrb, indi
convertito in pAngbrb fieoare, infiggere,
fissare, congiungere ed ancbe eomporre (v.
Pace).
Cosi dissero i Bomani il Foglio da scri-
vere, perche, secondo opinano alcuni, esso
era la oompagt di pin pellicole o tuniche
del papiro, owero perch6 Ginlio Cesare
coUe sue lettere al senato aveva introdotto
Fuao di coUegare i fogli nnmerati nno
accanto all'altro alia gnisa del libro mo-
demo, anziche conginngerli insieme in
forma di lnnga striscia, per fame nn ro-
tolo o volume (v. Volume). Segnendo poi
nn'altra spiegazione data da Festo, jgiova
rammentare come i Bomani per scnvere
adoperassero aloune piccole piastre di
| piombo, owero tavolette dette pugUlares,
: di forma oblunga, fatte di legno di oedro,
! di bosso o d'avorio ed intonacate di cera
colorata o bianca, goarnite all'intorno di
\ ana stretta cornice, snlle quali imprime-
i va*o le parole (pangebant versus) con
on punzone di ferro, detto stilo.
£ siccome jjli antichi scrivevano in una
solafaccia delta carta, cosi Pagina venne
a signincare Facciata.
D«riv. Impaginare.
paglia rum. paie;/r. paille;«p. paja;
prov. e port, palba; cat. palla: dalbass.
lot. palia =» palba [Ittuan. pel ai], pa-
raUelo al sser. pal-as, pal-Alas e colle-
gato a pal-Avas loppa, lolla, pula, che
probabilmente tiene alia rod. sser. sphar-,
chespesso trovasi cangiata in (s)pal-, muo-
ure, aaitare, ond'anohe Va. a. ted. sprua
^mod. Spreu, che vale del pari lolla,
i\gr. 8 j> & it -djxdpUoy pal-ld seuoto, agito,
non che le voci lat. p6l-len fior di farina,
pal vis polvere (v. Spergere).
Propr. la Lolla, che e la parte leggera
e mobiliasima, che si separa dal grano; e
iadi per estens. lo Stelo del grano e d' al-
to biande, qnando son secche.
[Altri dalla rod. sser. pa- nutrire, onde
anche le voci Pane e Pascere].
Deri*. PagUaecio; Pagliaio: Pagliericcio; Par
iVsrimo; PagUtUo; Paglitica; Pagliticola; Pa-
gunOo; PagUOxta. Comp. Im-pagliare; Rim-pa-
gliare: Spa-gliare; (e per alouno anohe 8par*par
gliare).
pagliaceio Sacco pieno di paglia, che
serve di letto, detto anche Pagliericcio.
« Bruciare il pagliaceio » «— Nascosta-
mente involarsi da alcuno sensa sodisfarlo
del dovutogli: come fa chi nel fuggire,
brncia anche il pagliericcio, per toguere
ogni traocia di se.
Nome di una maschera del vecohio tea-
tro italiano, rappresentante nn servo bul-
fone e sciocco, coperto di una larga veste
bianca a sacco, che dava alia sua persona
il goffo aspetto di un pagliericcio; fia.
Uomo senza fermo e serio carattere. [Al-
tri invece lo crede parallelo al fr. pail-
lard, che propr. vale colui che dorme
sulla paglia, uomo miserabile, d'infima
condizione, e per estensione persona di
vita dissolutaj.
pagliolaia daU'equivalente lat. palbA-
ria plur. di pAlbar, con deviazione do-
vuta all'attrattiva della voce Paglia.
La pelle pendente dal collo de* bovi, al-
trimenti detta Giogaia.
pagnotta sta per panjotta da pAnb,
ma con un senso peggiorativo, forse de-
rivatole dall'essere cosi appellata nel
sea xiv la casa dei poveri o, piuttosto
dall'essere un di conosciuti col nome di
« gentiluomini di pagnotta » coloro che
nei giorni di cerimonia i signori prende-
vano per loro scorta, e ci6 perch6 in quel
giorno loro si davano de'pani: e con que-
sti gentiluomini sembra che cadesse in
disistima anche il nome della pagnotta,
che loro si distribuiva.
Forma di pane piuttosto piccola e ton-
da; fig. Mercede, Stipendio, ma con senso
dispregiativo.
pago fortemente contratto dal lat. pa-
cAtus quieto, tranquUlo, da pagArb tran*
quiUbuare, acquietare, placare, che dal suo
canto trae da pAx pace (v. Pace).
Soddisfatto, Contento (come il creditore,
cui e pagata la somma dovuta).
dr. Appagart; Pagare.
pagdda indost. e vers, but-kadah, o,
come altri scrive, but-khedeh, put-
khudeh (=sscr. bhuta-khej>a) da but
o put idolo, e kadAh, khudbh, o khbdbh
casa, tempio.
Sorta di padiglione consacrato al culto
degl'idoli presso certi popoli d'Asia, nel
quale la statua del nume occupa il mezzo,
ordinariamente sormontata da una costru-
zione piramidale, carica di disegni bizzarri.
pagnro = lot. pagurus dal gr. pAgoy-
ros, da pag- radice di pbgnyhi = lat.
pAgo, pango eonficco, infligao (v. Pace) e
urA coda: cosi detto perchS avendo la
coda molle, esso la caccia nelle conchi-
giie vuote.
Genere di crostacei decapodi con lunga
61
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paio]
962 -
ipaliiin
mti in conchiglie uni-
che pAro, trasformato
viene in Cuojo, Vajo
dial. mod. parol; ven.
r5; prov. pairols; ant.
f r. cat. e #p. perol; port.
1 Flechia, disapprovato
ne dal KOrting, dal lot.
te una forma diminu-
cennante in origine nn
giuntamente adoperati.
>guito dallo Scheler, ac-
>venienza celta: cimbr.
bacino, lo che sarebbe
he la parola fosse gia
■ popolare o parlato pri-
Blle lingue romanze.
di metallo, per uso di
a di ferro, arcuato, mo-
si tiene sospeso sopra
Paiuolina; Paiuol&io.
pala; /r. pelle =■ pa-
per *pAqula, *pAq-la
pao- che ha il senso di
ache figgere, ond'anche
so, collego, conficco, e i
as unite, com-pag-es
ce).
immontare terra, a vena,
bbe anche il significato
ello dove e incastrata
fita; Spaldre.
I PALATfNUS e questo
\%%o (v. q. voce),
dodioi valorosi signori,
rlomagno alia guerra:
i primi paladini convi-
> del gran re. Per similit.
eccellente, Campione.
> fatto di pali con-FiTTi
irare fondamenta di edi-
. dove il snolo non e
da Pali zzata che pro-
o per difendersi da' ne-
3si ai pali, che formano
tbitazioni lacustri degli
f»alafre, palafrei;/r.
afren: dal barb. lot.
&afrAdus [accostato per
>opolare a frAno], che
>us, *paraverAdus, che
lei lat. PARA-tus pronto
aisce il gr. para presso,
s cavallo da poata, da
• traino e rh&da o re-da
> : lo che darebbe il senso
da carico, accessorio, di
soprappiu. Per6, seoondo il Grimm, e voce
di origine germanica e procede dalP a. a
ted. parafrid, parefrSt [onde il medu
a. ted. pfarit, pherit, pfert, mod. Pferd
cavallo, che del resto sembra ad alcua
non essere altro che ana trasformasico
del barb. lat. parafredus.
Cavallo nobile, da sella, riccamente bar
dato, del quale gli antichi cavalieri s
valevano nei viaggi o nelle comparse
Anticamente si distinguevano i cavalli u
destrieri, che servivano alia battaglia; ii
palafreni, che erano i cavalli per marci
ordinaria, per il viaggio; e in ronrini ciw
erano i cavalli da soma, da fatica.
Deriv. PalafrenQre = QueeU che cammiai
alia staffa del palafreno, che lo onstodisoe e I
governa: pWi comnnemente detto Staffiere.
palamita == 6. lot. palamyta dal p
pjclamys - genii, pblamydos - che tiena i
prl6s fanao, melma (v. Palnde).
Pesce di mare quasi simile al tonnflj
ma pin piccolo, piu tondo di corpo, di a
lor turchino cupo e rigato, cosi detto pe^
che gode di starsi nel limo. J
Deriv. Palamithra grande e larga rate pi
prendere palamite, tonni ed altri groaai pen)
palamite Si dennisce: strumento fcr
mato di funicelle armate di forti an
usato per pigliare palamIte ed altri s
mili grossi pesci (o£r. Palamitara): u
potrebbe anche col nome di quel pee
aver comune la origine nel gr- p&l(
melma, per lo strisciare che £a pe'fbol
motosi ael mare.
palanca/r. palanque; prov.esp. plai
cha (onde planicheta tavoletta); cat.p
lanca; port, pranca lama di metallo: a
lat. plAnoa (in Festo e Palladio) = J
plax - genit. plak6s - tavola piano, at
dalla stessa radice di planus, che I
per plac-nus piano (v. Plaoca e Pladk
Steccone o anche Palo diviso per fh
ripari che per ci6 diconsi PalancatL
In alcuni luoghi si usa anche per Sol
di rame ed esce evidentemente dal aigl
ncato di lastra metallica.
Deriv. Palanchrt; Palancato; Pal&ncola;
lancbre; Impalancato; Spalancdre.
palanchino fr. eport. palanquin
Vindott. palkI ed anche pallakI ==
vanese palangkan, formato aulla
Siamese banlangko che fa ritorno all
parganka legno da letto, e indi letto.
Sedia portabile usata nelle Indie dal
dame e da persone di alto rango.
palancola da palAnca in senso di ai
steccone.
Tavolone, Pancone o simile per travl
sare gore, canali o un name in 1
stretto.
palandra (e anche palandrea) b. laU .
landra e palandria; fr. beland:
balandre; %p. e port, balandra;
bilander: (LtAToland. binnkn-lakdkr
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palaBdrano-a]
— 963 —
[paleo-grafia
lander) che vale lo stesso ed e oomp. di
binnbn fra e lander terre: (propr. navt-
cctto per trasportare sui fiumi, fra le terre;
ma one altri spiega coWoland. bii lan-
der =» ted. bei lander: pr. naviglio che
rasenta la terra (bei presto e land terra).
Nave larga e scoperta da portare mor-
tari e carcasse, per iniestare le coste ma-
rittime. — Nell'uso si dice anche per Pa-
landrano sorta di veete.
Deriv. Palandrbno-a.
palaadraao-a fr. e sp. b aland ran: «-
b. lot. palandrana (nei testi del sec xin
e medioevo): Sorta di veste lunga e larga
o gabbano, com'erano soliti indossare i
marinari delle palAndrb (v. a. voce). II
Baggepero, seguito dallo Scheler e dallo
Schneller, pensa all' a. a. ted. wallan-
djerb vagabondo (mod, ted. w alien an-
dare in pellegrinaggio), e suppone abbia
indicate originariamente un mantello da
viaggiatori, da pellegrini.
palascio ant. fr. pal ache e palanche:
dal rues, palAsch («— polac palasz, serb.
palosch, vaJac. palos) che trae dalTun^.
pallos (bavar. plotzen).
Sorta di lunga sciabola della cavalleria.
palatine 1. II colle, sol quale venne
eretta Roma, fu dai Latini dedicate a pa-
lAtua una delle divinita campestri della
antica Italia, che ebbe tempio e sacerdoti,
ed altro non e che PAljb la dea della
wUa (lot. palba), del fieno (v. Pale Nomi
Propri), e in generale dell'erbaggio e dei
pasook, e quindi protettrice degli armenti
e dei pastori; onde ebbe il nome di PalA-
tuum o PalAttum, al auale si sostitoi
pm tardi la denominazione aggettivale
[sottMONS monie] di Pal atInus (v. Fascere).
Altri per6 deriva dalla rad. pa- proteggere,
cioe colle o edificio forUficoto (v. Paare).
Uno dei sette colli di Boma, dove poi
ebbero sede gF imperatori romani, in on
palazzo fatto coetruire con magnificensa
da Nerone, dal quale presero il nome di
< Palatini » i cortigiani che l'abitavano.
2. Come aggettivo la voce Palatino
vale Appartenente al palazzo del Principe;
e oggi dicesi specialmente delle persone
tddette alia Oorte del Pontefice (v. Palazzo).
Significa inoltre Appartenente o rela-
tive) al palato (v. Palato).
Dtriv. Palawo.
palate fr. palais; prov. eat. sp. eport.
paladar: — lot. palAtium chericonnet-
teri alia voce palAtium nel senso seoon-
dario di edifizioy donde il senso piu limi-
ne di volta: il palato e anche detto
« Volta Palatina » e in greco dicesi oyra-
k6b — delo, volta celeste. Lo Zambaldi in-
jece crede sia cosi detto perche fornito di
fonti, quasi circondato da pAli.
Parte superiore della cavita della bocca,
volta parabolica formata dai due assi so-
vramascellari e rivestita di una mem*
brana spessa e densa.
palazzo e palagio prov. palatz; fr.
palais; cat. palaci; sp. e port, palacio:
II nome del monte Palatino, uno dei colli
su cui e fondata Roma, era « Palatium »
come « Capitolium > quello del Monte Ca-
Sitolino: e questa voce divenne il nome
ella casa dove abitava Augusto, piu tardi
del complesso degli edifizi, che compone-
vano la reggia e che finirono per coprire
la collina tutta intiera. E per tal modo
cosiffatto nome, che £u in origin e proprio
di un luogo, dove si stendevano de'pascoli
(v. Palatino), e restato in quasi tutte le
lingue moderne per designare la dimora
dei re e dei principi: singolare iortuna
di una parola ! (Ampere, V Hist. rom. A
Borne, t. i, p. 90).
Casa vasta e sontuosa, che serve di al-
loggio a un gran personaggio. *
Deriv. Palatino.
palche'tto diminutivo di pAlco.
Stanzino del teatro posto in alto e in
giro della sala, dove stanno gli spetta-
tori; Ciascun asse che si pone a tra verso
negli armadi, scaffali e simili: ed anche
in questo signifioato e da pAlco, ma nel
senso originario di trave [sp. e port, pal-
co, a.fr. bauc, ban, dial, picard. bau-
que] (v. Palco).
palco dali'o. a. ted. paloho, balcho
= mod. Balk, Balkbn [ofr. lett. balkis,
russ. balka] trave> affine alio scandinav.
balkr cinta, sieve, bass. ted. b a Ik e^rranatb,
ohe alcuni vogliono tratto dal lot. pAlus
(ted. Pfahl) palo (per mezzo del diminu-
tivo pAlicus), col quale forse non ha che
una semplice affinita; propr. tavolato } as-
sito(v. Palo).
L'insieme dei travi e travicelli che so-
stengono il pavimento; Tavolato posticcio
elevato da terra; Stanzino nel teatro po-
sto in alto e in giro nella sala degli spet-
tacoli, dove stanno gli sp**ttatori.
Deriv. Palch&to; PalchetUfbe; SoppMco; ImpaU
caMra; Spalcar*. Cfr. BeUcone (?); uatqfalco.
paleo par che tenga alia stessa radice
del gr. pAl-lbin vibrare, balzare «— lat.
pAllbrk spingere, muovere (v. Palpare e
EspeUere).
Specie di trottola, che si fA girare con
una sferza.
paleo-fltologia dal or. palai6|s| (leggi
palb68) antico, phit6|n| pianta e logIa
per l6gos discorso.
Scienza delle piante fossili, parte della
botanica.
paleo*grafia dal gr. palai6|s| (leggi pa-
lb6s) antico e GRAPHiA per graphs scrit-
tura.
Arte di leggere e spiegare le scritture
antiche, gli antichi manoscritti e altri
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paleonto-logfa]
964 —
(palla
grafici monumenti e di conoscerne Tau-
ten tloitk.
paleonto-logfa dal gr. palai6|s| (leggi
palb6s) antico e On - genit. 6ntos - essere
e logIa per l6oos dtscorso.
Parte della storia naturale, che tratta
degli esseri organizzati, che hanno popo-
lato anticamente la terra, di cui si tro-
vano avanzi ibssili.
paleo-sauro dal gr. palai6|s| (leggi pa-
lb6s) antico e sambos lucertola.
Rettile fossile della grande famiglia
sauriana.
paleoioologia dal gr. palai6|s| (leggi
palb6s) antico, z6on animate e looIa per
l6oos dtscorso.
Sinonimo di Paleontologia.
paltoe da una supposta voce di barbara
latinita palbnsis formata sul class. pA-
lam apertamente, che sembra derivare da
una rad. pax-, col senso di oosa larga }
tstesa, onde forse anche la voce pal ma
oar. pal km 6 la parte larga della mano.
Amne alia rad. plat- del gr. plates
largo (v. PatenU, Espandere).
Noto, Manifesto.
palestra = lot. palaestra *=■ gr. pa-
LAiSTBA oomp. da pAlb loila (onde pa-
laibin lottare) e propr. lo scuotere, U
crollare. collegandosi a pAllo scuoto, agito,
premo (cfr. Palmare).
Luogo in cui gli antichi si esercitavano
alia lotta, al disco e ad altri eseroizf gin-
nastici; fig. Gara nelle lettere, nelle belle
arti, eco.
Deriv. PaUstrals = PaVsttrico = PaUstro.
pallllogia dal gr. pAlin di nuovo e lo-
gia per l6go8 discorso.
Ripetizione di cosa gia detta.
palingeneai = gr. palingenesis da pA-
lin di nuovo e genesis generasione, na-
soita (v. Genesi).
Rinnuovamento, trasformazione di un
essere o di un oomplesso di esseri, dal
verme al cosmo, in modo da presentare
aspetto nuovo e nuove proprieta.
palinodia =■ gr. palin odIa propr. ri-
trattatione, comp. di palin di nuovo, e
odia per ode canto (v. Ode).
Propr. Componimento poetico in lode
di una Dersona, opposto ad altro in bia-
8imo della medesima e scritto dallo stesso
autore. In senso generale Esposizione di
opinioni contrarie a quelle dallo stesso
individuo altra volta espresse; Ritratta-
zione.
palinsesto =^r. palimpsbstos da palin
nuovamtnte e psbst6s part pros, di psAO
grattoy stropicdo, eauaglio: cioe due volte
grattato: perch£ gli antichi solevano stro-
Sicciare con pomice la carta, affine di ren-
erla eguale e liscia.
Manoscritto su cartapecora di autori
antichi che i copisti del medio-evo hanno I
raschiato e indi ricoperto di un nuovo
scritto, sotto il quale l'arte de'moderni h
giunta a fare ricomparire in parte i ca-
ratteri primitivi: tale la Repubblica di
Cicerone tratta da un palinsesto per open
del card. Mai.
pallo prov. pali; ant.fr. pali e paile;
sp. palio: dal lot pallium velo, coperta,
ed anche ampia e comoda sopraweste (v.
PaUio), con l scempiato dal popolo; o,
come altri pretende, dal gr. pale lotto,
onde palaibin lottare (v. Palestra).
Cosi dicesi il Premio della corsa, gpe-
cialmente di cavalli, e consistente ordi-
nariamente in un drappo in forma di la-
baro, che si dona al vinoitore; per estm.
La 8tessa corsa a gara.
palldtto diminutivo di pAlium forma
secondaria del lot. pallium velo, coperta,
tendsna, sorta di manteUo (y. PaUio).
Piccolo manteilo; nelle cniese cattoliche
Quell'arnese che cuopre la parte dinanri
dell'altare, che altrimenti dicono Davan-
zale.
palischermo dal^r. pbbi-skAlmos comp.
di pebI intorno e 8KALM08 scalmo o scarmo
che e la caviglia dove si appoggia il remo
ne'battelli. Altri dal lot. pAr-vus piccolo
e scalmus scalmo, e per metaf. barca.
Piooola barca a remi, che dicesi anche
Schifo, che menasi per i bisogni di una
nave.
mriizzata/r. palissade; sp. paliiada:
dal lot. palus palo f mediante il b. lot.
PALioiUM, ond'anche il prov. e sp. balisa
cat. balissa, fr. balise graviteuo.
palla 1. prov. bala, fr. balle; (sp. pe-
16 ta): dall'a. a. ted. palla, balla, <m<L
a. tea. bal, mod. ball, ant. seand. boll
palla f cosa rotonda, a cui il Benecke asse-
gna una radice germanica (cfr. Balla),
altri congiunge alia stessa radice del gr.
bAllein, pallein = lot. pellere gettm,
scaaliare f ond'anche il gr. pelte landa,
e il lot. pilum giavellotto, pile* palla {cfc-
Bolide).
« Palle o Santi » Espressione usata dai
nostri £anciulli insieme all 7 altra c santi
o cappelletti > corrispondente alia romana
« capita aut navia » — ■ teste o navi, quando
giuocano ^ettando in aria le monete, e si
sfidano a lndovinare la impronta, che la-
scera rivolta in su la moneta nel fermarsi
in terra. Ci6 deriva da questo, che l'an-
tico Asse e Semisse de'Komani avevano
una testa, l'uno quella bifronte di Giano
e Taltro quella di Giove, per impronta del
diritto e la prora di una nave nel rove-
scio, come le antiche toscane l'arme (sei
palle) dei Medici e la effigie di un santo
o la testa di un principe.
Deriv. PalUno: Palldne; Palloncto; PaUfitta;
PaWlio; Paltottola; Palltoo; PalUqgio: Appallot-
tolhre. Cfr. Ptletons; PfUacchsra (?); PiUota; Pil-
lotta~Q.
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palladio]
- 966
[palmario
2. «= lot. pAlla per *pan-la da una
rod. pan- [= spAn], che ha il senso di
itendere, onde la voce p and ere epieaare,
ttendere, pallium pallio (cfr. Pauio).
Sopraweste delle dame romane, lunga,
ampia, oadente fino ai piedi, aperta sal
davanti e tenuta insieme con molti unoi-
netti la quale veniva portata sopra la
8tola e con cui esse usoivan di casa;
quindi per solito splendidamente ricamata.
Anche Pezzetto di tela col quale il sa-
oerdote copre il calice durante la messa:
nel qual senso tiene a palla nel signifi-
cato di velo, cortina.
palladio — gr. pallAdion da PallAs
- gemU. PallAdos - Pallade.
Statua di Pallade, ossia Minerva, che si
pietese caduta dal cielo quando Dardano
fabbricd Ilio o Troia. e.dalla cui conser-
vaiione dipendeva il destino di quella
citta: indi questa voce si us6 per indicare
Ci6 che si crede assicuri la salute e Fonore
di tin popolo e dHino Stato.
pallesco Si disse cosi nel sec xvi chi
parteggiava in Firenze pei Medici, che
avevano nello stemma sei pallk.
pelHare dal b. lot palliarb coprire di
un veto, di un manteUo da pAllium veto,
foUio (v. q. voce).
Coprire di una scusa, come di un man-
teUo; Coprire di belle apparenze atti non
bnoni.
In medicina. Guarire in apparenza : onde
Palliativo dices! un rimeaio, che na la
nrtu di calmare momentaneamente i piu
gravi sintomi del male.
palllatlTO v. Palliare.
pallido $p. e port, par do grigio eouro;
a A- pale, pasle, mod. pale [ingl.p&le]:
=» lot. PALL-mus dalla radice del seer.
PALTTAS grigio^ bigio, d'onde pure il gr.
PKr08, pbl-i6s, pbl-los, pol-i6s che rac-
cMudono tutti il senso di grigio, livido:
nonche Va.elav. pla-vu bianco, il lituan.
palvas aiallo, pallido. pil-kas cenero-
mlo e VanL alt. ted, falo =- mod. falb,
Ya*g-$a$s. fealu [tngl. fallow] giaUo pal-
Mo.
Che ha perduto il suo colore vivo e
wimato, e assunto un colore bianco smor-
to: parlando della pelle.
Dtriv. PaUidtota; Pallidito; PalUMrt; PallU
***; PaUOre; ImpalUdCr*. Cfr. Gatto-pardo; Leo-
atlUo — lot pallium [per pAn-lium]
che PTJgazio ritiene connesso a pbllis
P^tte, ma che invece parte da una rod. pan-
che ha il senso di largo 9 esteso, com'e detto
*U* voci Palese e Palla.
Cod dissero i Latini il Mantello nazio-
n *le dei Greci antichi, consistente in un
unpio lenzuolo o coperta di lana, di forma
quadra o bislunga, fissato intorno al collo
o sulle spalle con una fibbia. Questa co-
moda sopraweste fu usata specialmente
dagli oratori e da'filosofi.
Negli usi cristiani si disse < Pallium > e
anche « Palium » un ornamento del sommo
pontefice conceduto da lui anche a'metro-
politani in segno della pienezza della giu-
risdizione ecclesiastica, dai quali si porta
sopra gli abiti sacri a guisa di collana in
fiorni determinati, ed e tessuto di lana
ianca con alcune crocette nere.
Significa pure il Panno o Dranpo, che
si da per premio a chi vince nella corsa
(v. Patco).
Derir. PdMo; Pc&idtto; PdMhre.
palma l.fr. paume; prov. sp. port, e oat.
?aima: = laL pAlma « gr. palame
— ang-eau. fol-me, a. a. ted. folma.
vol ma che cfr. col lot. vol -a) sulla cui
radice sono molto discordi i filologi (cfr.
Palese) e vi e chi lo awicina al eeor.
p&n-is mono, onde molte voci esprimenti
targhetta, eetensione. Esemp. lot. palam
apertamente, pAlla, pAl-lium, pal-uda-
mbntum antiche eopraweeU ampie e larghe.
La parte larga, sottostante della mano.
Deriv. Palmare; PaUnbrio; PalmZa; Palm&ta;
Phlmo; ImpaUnbre; 8paXmbr*; Bimpalmdre.
2. Si dice cosi anche una Pianta tropi-
cale (sp. e port, palma, fr. palmier) con
foglie bislunghe a modo di spade, che
produce i datteri; ed in tal senso gli Eti-
mologisti latini la vogliono cosi detta.
perche ha i rami che si espandono a ven-
taglio, come la palma della mano [al modo
stesso che i frutti, per essere fatti a so-
miglianza delle dita, furono appellati da-
ctyli (v. Dattero)]. II Corrsen la riferi-
soe a una rod. pal- creecere presto, ma
invece l'Hehn e il Wharton la ritengono
alterata dal semtt. tamab, convertita la t
in p, come nel lot. pavo che risponde ai
gr. t&d-n pavone, nel gr. Palmyra (no-
me di citta) che e il semit. Tamar, Tad-
m-or, e inserita una l avanti a m, come
in Salamandra =■ pert, semender e Ca-
lamandrea =- gr. chamaidrys (cfr. Ta-
marindoy Tamerioe).
La palma del dattero fu ritenuta dagli
antichi come emblema di vittoria. stante
la grande elasticity e fbrza di resistenza,
che possiede il suo legno. Quindi ai cam-
pioni vittoriosi nei giuochi di atleti o
nelle corse veniva concesso un ramo di
palma in segno di onore: dal che la espres-
sione: «Ottenere la palma » per Guada-
gnare la vittoria, il premio e simili.
Derir. Palmhrio; Palmbto; PaUnfto; PalmQre;
PaUnUta; Palmtoio; Palmfoo.
palmare =» lot. palmArbm da pAlma
palma della mano (v. Palma 1).
Che appartiene al palmo della mano;
Delia misura di un palmo ;fig. Grande.
palmaiio dal lot. palicarium che propr.
signified U premio della vittoria.
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palmea]
— 966 —
[palpebra
Oggi per6 lo usano i Napolltani in ge-
nerate per Regalo in compenso di qual-
che servigio prestato e particolarmente
ad on avvocato per una lite vinta [da non
confondersi con Palmata gia detto - da
palma di mano - per Presente dato quasi
sotto mano per comprare la giustisia o
on monopohoj.
palmea da palma nel senso di mano,
mediante Van*. Jr. palmee, mod. pau-
m£e *— palmata.
Voce franc. Convenxione, Meroato con-
cluso mediante una stretta di mano.
palmtato forma sincopata di pavimbn-
tum (onde pav'mbnto, paumbnto, pal-
mbnto, con la trasformazione dell'AU in
al, come in Aldace =~audacc) che viene
da pAvio batto. La prova di questa etimo-
logia e neU 1 antic. Palm i en to per Pavi-
mento (Muratori, Antiq. ital. in, 309) =»
guolo battuto per camminare: propr. il pavi-
menio eul quale gira la macina del muUno.
Edificio che contiene la macine e gli
altri ordigni per macinare: onde la frase
€ Mangiare a due palmenti > per Masticare
da ambo i lati ad un tratto, che e quanto
dire avidamente, e fig. Guadagnare nello
stesso tempo e sulla stessa cosa per due
versi, o doppiamente; per estens. si us6 e
si usa tuttora nel Napoletano per Luogo
dove si pigiano le uve.
palmiere «p. palmero; ant fr. pau-
mier.
Pellegrino; ma a lettera, portatore di
una palma, 8econdo la consuetudine degli
antichi pellegrini, che tornavano di Terra
santa.
palmipede = lot. pAlmipbs = ace pal-
mI-pbdbm da palma palma (della mano)
e pes - ace. pbdbm - piede.
Nome di un ordine di uocelli caratte-
rizaati da piedi palmati, p. e». il Pellicano,
il Cigno, ecc.
palmoscopio dal gr. pAlmos palpita-
tione [che attiene a pallo ecuoto, vibro] e
SKOPBO OMervo.
Istrumento per misurare la intensita
dei palpiti del cuore.
palo rum. par; prov. pfto; ant.fr. pel;
J>alo; pr. pals; cat. pal: =*lat. palus
e a. a. ted. ph&l, pr&l, mod. Pfahl,
ang-eaee. pal, pfahl, sved. pale, oland.
paal, come da pIlus dardo, V a. a. ted.
phil, mod. pfeil, ang-$ass. pfl), che sta
per *pAg-lus da pang-brb ficcare t pian-
tare, fits are, attinente alia rod. pag- le-
gare, intromessa la nasale (v. Pace).
Legno lungo a punta da piantarsi in
terra a sostegno.
Deriv. Palajuta; Im-palbre. Gfr. Pauone.
palombaro vuolsi cosi detto dal lot. pa-
lumbarius eparviero [che da la caccia alle
palombe], fatta la similitudine tra chi si
immerge e l'uccello rapace, quando cala
<s
sulla preda: ma forse sta per *oolombaro
[come Palo m bo delPItalia centrale e me-
ridionale sta a Colombo] fcrmato sulla
base del gr. oolymbatbr, che vale lo
stesso [e propriam. tuffatore, da kolymbao
m'immergo], nato per occasione di rapporti
intercorsi nella gente di mare fra lTtalia
meridionale ed i Greci.
[A titolo di curiosita vale riferire la
tradizione, che all'assedio di Modena, sotto
Antonio e Ottaviano, i cittadini comuni-
cassero coll'esercito alleato, oltre il campo
nemico, ora a mezzo di palombi o oolombi
messaggeri, ora di esperti nuotatori per il
corso di canali sotterranei : e che di qui
venisse a costoro il nome di Palombari].
Chi va sott'acqua e ci sta per la pesca
del corallo o per ripulire il iondo delle
navi, o ripescare oggetti caduti in mare.
palombella diminutivo di palombo (v.
q. voce).
Colombella, specialmente salvatica.
paldmbo =» lot paluxbus, che si sup-
pone forma italiota di columbus per cam-
biamento della gutturale in labiale (v.
Colombo). Altri pero la orede voce paral-
lela al gr. pbl-biAs che vale lo stesso, e
che yerosimilmente si annoda a pkl-i6s
nericcio } essendo uccello di penne grigie,
nericce (y. Pallido).
Nome in alcune provincie del Colombo
selyatico; e dioesi cosi, forse una analogia
di colore, anohe un Peace della razza dei
cani marini.
Deriv. PalombWa.
palpare — lot. palpAbb, da pal-p forma
raadoppiata della rod. sphar-, cangiata
in spal-, pal-, che signitica muovere, •euo-
tere, onde il mct. sphar-ati vibra, spha-
1-ati vacUlOj scuote, il gr. pal-16 scuoto,
vibro, agito, prtmo, bcuso, palpito, il lot
pel-lo muovOf agito (v. Spargere).
Batter dolcemente, Tastare.
Deriv. Palp&biU; Palpamfnto: PalpHnU; Pal-
poMrt-irict; Palpeggibrt; ofr. Cardiopblmo; Co*
taptiUa; EspMUre; PalUtra; PaUno$cbpio; Pal-
plbra: Palpttbr*.
palpebra e palpebra [dial. lomb. pal-
pecia; nap. parpetola; rtr. palpeders;
prov. palpela; ant.fr. palpre, mod. pau-
piere; port, palpebra; ep. parpadosl:
= lot. palpebra formato sulla base di
pal-p Arb, che ha il senso originario di
toccare o battere dolcemente (v. Palpare)
[come il ted. Wimper palpebra, accanto
a wimpern battere gli occM] e desinensa
-bra che yale portare (v. Fero): quasi
palpum-*berens=ferens. [Alcuna delle
accennate torme romanze deriyano da un
lot. palpbtra]. II prov. pal pet, lo sp.
parpado» dial. cremon.ferrar. e romagn.
palpedra trae dall'altra forma lot. pax-
PBTRA.
Prolungamento di pelle che ha orijrine
nell'orlo esterno della cayita orbitale e
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palpitarej
967 —
ipanca
sta teua dinanzi a ciascnno degli occhi, per
difenderli. Esso propriamente e un cerchio
continuo, ma si saole riguardare come
composto di due parti cbe si aprono e si
serrano a volonta.
Deriv. Patpsbrhls = ohe appartiene o e rel»-
tiyo all* palpebre.
palpltare » lot. palpitArb frequenta-
tivo di palpArb batter dolcemtnte, che
tiene alia stessa radice del sscr. sphal-Ati
scuotere, vaciUare, sphabati vibrate, tre-
mors (v. Palpare).
Battere convulso che fa il ouore piu
frequentemente dell' usato; 1' Agitarsi o
Tremolar convulso di membra ferite o di
corpo ucciso. < Palpitare per alcuno > =
Sentire amore intenso, owero Esser trepi-
dante per esso.
palto dal/r. palbt6t (v. Voci straniere).
Specie di sopraweste a sacco per uomini
messa in uso fino dal 1838.
paltdne e paltoniere prov. pal tons; ant.
fr. paltonier, pautonier: forseda pa-
litAri frequentativo (usato da Plauto)
del yerbo palAei andar vagando qua e la,
onde l'aggettivo palante = che va gi-
rondo il mondo, che pu6 anche far sup-
porre un derivato Palit6ne (cfr. i deriv.
verbali Ciarlone, Castrone, Strac-
cione), Palitoniere, Pal'toniere «=*
*palitonArius: propr. vagabondo. Altri
propone il bast. ted. palte straccio o il celt.
palta =» fa It a mancanta, indigenza (cfr.
Diffatta); ma alia origin e latina, osserva
il Diez, conviene dare la preferenza.
Uomo vile che va limosinando e tiene
mala vita.
Deriv. PalUmsggihrs; PaUonerta.
paludamento = lot. paludamentum
che per alcono si stacca da una rod. pal-,
col senso di largo, esteso (v. Palest), ma
pin facilmente ha comune la origine con
Pallio.
Mantello militare, presso i Romani, por-
tato sopra l'armatura dai generali e dagli
ufficiak superiori (che perci6 si dissero
paludati), come il sagum era del soldato
comune, dal quale per6 differiva per essere
piu. largo, di tessuto piu fino e di piu ricco
valore, bianco brillante, scarlatto o porpora.
paUde sard, paule; rum. padure; ant.
*p. e port, paul: dal lat. pAlus per pA-
l-dds \=*gr. el-os per Fil-os], da una
radice comune al sscr. palv-alas che
yale lo stesso, alia quale pure si riconnette
& gr. pelos melma. fango, argilla, onde
pelodes fangoso, one cfr. coi verbi pa-
It n 6 cospergo, spar go, pal ass 6 imbratto,
macchio, torse combinata con la radice ud-
e«er umido, onde il lat. ud-us bagnato,
ilgr. yd -or = sscr. ud am acqua (v. Unda).
Luogo basso in cui l'acqua ristagna per
ampio tratto.
Deriv. Paludfoo; PalMstre; Impaludhrs. Cfr.
Palamita.
palustre = lat. palustrem da pAlus
palude.
Ohe si trova, alligna o vive nelle pa-
ludi.
palvlse alterato da Paves e (v. q. voce).
pamela cosi detti certi cappelli di pa-
glia per donne con tesa assai larga: forse
perche con questa foggia di cappeUo suole
rappresentarsi quella Pamela, che ha dato
materia a romanzi e a due commedie del
Goldoni.
pampaldna da pAmpino collo scambio
di n in l, come Alma da anima, Ma-
ninconia da malinconia, Girolamo da
GERONIMO.
Dicesi della foglia dei mori gelsi, larga
molto quasi come pampani.
pampano e pampino pr. pamplos; fr.
pampre; sp. pampano: dal lat. pAmpi-
nus, ohe pud far pensare alia rad. pAr- es-
ser largo, esteso (v. Espandere), ed altri
confronta col lit. pampti gonfiare, mentre
che gli etimologisti latini alia loro ma-
niera ritengono detto per pAmpelus dal
gr. Ampelos vite.
Tralcio della vite vestito di foglie, e poi,
come oggi piu comunemente, la Foglia.
Deriv. Pampanhre (e Spampanhre); Pampinb-
rio; Pampinhto; Pampinoso; Pampinffero; Pam-
pin\f6rme. Cfr. Pimpinella.
pamplegfa dal gr. pan tutto, intieramente
e plbgb colpo, (cfr, Piaga).
Paralisi di tutto il corpo.
Deriv. PampUgtaco; Emiplsgta.
panacea = lat. panacea dal gr. panA-
kbia comp. di pan tutto e akbia per Akos
o AKB08 rimedio.
Medicina che guarisce ogni malattia:
virtu, che gli antichi attribuivano soprat-
tutto ad alcune erbe, fra cui il Centauro
Maggiore.
panagla = gr. panagIa da pan tutto,
intieramente e Agia - da Aoos sanlo (v.
Aqio-grafo).
Wome che i cristiani oriental! danno a
Maria, madre di Gesu.
panarecclo sard, panereddu; modan.
panarez; prov. panaricis; fr. pana-
ris; cat. panadis|; sp. panarizo, pana-
dizo; port, panaricio: dal lat. panarI-
cium, forma metatetica che assai per tempo
prese nel romano volgare il gr. parony-
chion = paronychia attestato da Apu-
leio, composto di parA presso e 6nyx un-
ghia (v. Unghia).
Tumore flemmonoso che si sviluppa
sulle dita, specialmente presso 1' unghia.
panatenee =gr. panathbnaia comp. di
pan tutto e Athbnai o AthenA Minerva.
Grandi feste che celebravansi in Atene,
in onore di Minerva, per commemorare
la riunione in quella citta, per opera di
Teseo, di parecchi comuni dell 1 Attica.
panca dall'a. a. ted. ranch banca (v. q.
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panchfna]
— 968 —
[piie
voce), che poi deve essersi oangiato in
panch, come e lecito supporre sull'ana-
logia di Ball a accanto a Pal la. Altri dal
lat. plAnoa tavola piana (v. Palanca),
Lungo e disadorno sedile formato di
assi di legno, che pu6 servire a piu per-
sone, detto in molti luoghi Banca.
Deriy. Pancaccto; Pancals; Pancata; Panchft-
ta-o; Panchfna.
panchlna da panca, di cui e forma di-
minutiva (v. Panca).
Sedile di pietra concia, come sogliono
mettersi neluoghi di passeggio; per simUit
La coperta di pietra di una Valletta.
panels rum. panteca; prov. panza;
fr. panse; sp. pansa; port, panca: dal
lat. pantex - aeeusat. panticem - ventre.
Ventre o Addome, nel linguaggio fami-
liare.
Deriy. PanUtta; Panciblle [niato popolarmente
ool yerbo Stare e coll* partioella A o In per
dire Con tutto oomodo, dlsteeo sopra un oomodo
sedile: oioe a pXhcia all'ariaj; PancWne; Pan-
cfotto; Pancitfto; Panciata; Pancttra o PanzQra;
Spanciata; Spancihre.
panorasio => gr. pankrAtion comp. di
pan tutto e kration da KBAToe forta.
Oertame atletico di origine greca, ma
poi divenuto popolare anche in Roma, in
cui si faceva uso di tutte le forze, di
tatti i mezzi per superar 1' awersario:
lotta, pugilato, calci, stringer la gola, far
gambetto e simili, fino a che uno dei due
combattenti fosse ncciso o si confessasse
vinto.
pancreas =» gr. pAnkrbas da pan tutto
e kreas earne.
Corpo carnoso di forma glandolare si-
tuato nell'addome a livello della duode-
cima vertebra dorsale, fra le pieghe del
dondeno, volgarmente detto Animella.
Deriy. Pancreattco.
pancreatlco v. Pancreas.
Che si riferisoe al pancreas, e snecial-
mente dicesi del sago indispensabile alia
digestione, che viene dal medesimo segre-
gate
pandemia dal gr. pandemia che propr.
vale riunione di tutta la popoUmone, comp.
da pan tutto e demos oomune, popolo.
Malattia che attacca on gran numero
degli abitanti di on paese.
Deriy. Pandimieo; ofr. Epidsmia.
pandemo dal gr. pan tutto e demos oo-
mune, popolo; propr. volgare.
Soprannome del dio A more: ma s'inten-
deva propriamente di quello, che non si
sollevava dai desideri volgari. .
pandemonio dal gr. pan tutto e daImon
demonio.
Voce trovata da Milton a signifioare
il Luogo che si suppone essere ll punto
di riunione, la reggia degli spirit i infer-
nali; fig. Riunione di gente che si assem-
bra a scopo malvagio.
panderce =» lat. pandects, dal gr.
pandbchtes che contiene tutto, comp. da
pan tutto e dbohtbs da dbcho mai con-
tengOf ricevo (cfr. Doga, Sineddoche).
Libro che contiene tutto ci6 che ri-
guarda un'arte, una scienza ; ma special-
mente la raocolta fatta compilare in 50
libri dall' Imperatore Giustiniano delle
decisioni giundiche di molti antichi giu-
reconsulti, cui die forza di legge. Questa
raocolta us6 citarsi negli scritti del foro
con un doppio /, all'oggetto di denotare
che trattavasi di decisioni scritte ne' fasti
o registri pubblici, da Ovidio chiamati
tempora digesta (cioe tempi ordinati, di-
stribuiti), d'onde poi si denomin6 Di-
gesto.
panddra o pandora [cfr. mand61a] Jr.
pandore, mandole, mandore; ant sp.
pandurria, bandurria, mod. band 6 la;
port, bandurra: — lot. pandura e pah-
DtJRiUM dal tardo gr. pandoyra, composto
per alcuni di pan tutto e dotb6s = dor6s
leano } tronco, ma piu probabilmente voce
di origine assira.
Strumento musioale antichissimo, la cui
invenzione attribuiscesi agli Assiri e del
quale non e ben nota la forma e le qua-
lita, ma che secondo alcuni era di rame,
a tre corde e simile al liuto. In Toscana
venne cosf chiamata la Chitarra.
panduro Nome dato ad alcune truppe
irregolari dell'Ungheria, da Pandur citta
del oomitato di Pesth, che forni il primo
contingente di questa sorta di truppe.
pane rum. paine;prot>. pans;/r. pain;
cat. pa; sp. pan; port, pam, pao: = Zaf.
pAnbm, affine al messapico pan6s grano,
pane, in cui gli etimologisti vedono la
radice ariana pA- nutrire [in sascrito bere\,
d'onde an che il sscr. pi-tu bevanda, nuirt-
mento, il lat. pascor mipasco, pabulum
pastura 1 pen us tutto rid di cut un si pa-
see, il lit penas cibo, pene* ti = a. stav.
pitati nutrire (cfr. Foraggio, Paglia, Pa-
soere). Altri riferisoe alia rad. pa- proteg-
?)erc y d'onde pud venire l'idea di sostenere
v. Padre).
Alimento ordinario dell'uomo incivilito
composto di farina per lo piu di grano
impastata, lievitata e cotta; fig. il vitto
neoessario, ossia la Sufficienza del vivexe;
per similit Certa quantita di cose, come
zucchero, cera, burro, terra e sim. in
forma di pane, che altrim. dicesi Moz£o.
« Un tozzo di pane » ■— cosa di vilissi-
mo prezzo; « Esser pane e cacio > =— Avexe
insieme stretta dimestichesza, detto del
mangiarsi volentieri l'uno insieme all'al-
tro; < Mangiare il pan pentito > = Sen-
tire rossore del male fatto; « Mangiare il
pan del dolore > = Vivere in stenti ; < Man-
giare il pane a tradimento » = Mangiarlo
e non guadagnarlo; < Render pan per fo~
caccia » = Render la pariglia; < Tornare
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paiej
tl ptn duro » cioe nella miseria; « A
tempo di carestia pan di vecce » — = La
necessity fa parer traono quello che non
parrebbe nelf'abbondanza; eco. ecc.
Dtrir. PagnbUa; Panhio; Pandrs; Panhio; Pa-
ntUa; PanOto, onde Panetttlrs; Panstttne; Pa-
niccU; Pantos; Pantno; PanUzhrt; Paniftcio; Ap-
panhrt; Appannhggio; Comp&gno; Oompanbtico.
pile (di vite) da pAnus gomitolo difila,
fuse bmoluto difilo (v. Panno e Depanare).
Aoello del maschio della vite, e dove
quests, si aggira e sembra si aggomitoli.
paiegiri — gr. panbgyris da pan tutto
e Agyris congrega (v. Panegirico).
Assemblea pubblioa nazionale presso i
Greci antichi, e particolarmente le Ragu-
nate solenni, che avevano luogo in occa-
sion di generale festivity.
paiegirico = lot panbgyrigus dal gr.
PANKOYRIK68 (sottinteso 16g08 discorso),
forma aggettivale di panbgyris adunanza
generals composto di pan tutto ed bgyris
o Agtris forma eolioa =— agorA adunanza,
e questo da agbIro raduno, raccolgo, ohe
tiene ad Ago vado, conduoo (v. Agire e
dr. Agora),
Epiteto di discorso che si recita dinanzi
al popolo congregate, in occasione di so-
lemn feste eccleeiastiche, in encomio del
santo, cui e consacrata la festa ; In gene-
rale e per estens. Discorso di encomio ab-
bbndante, talvolta esagerato.
ptaereccio [volg. patereccio] prov. pa-
narici8; jr. panaris; sp. panariio;
port, panaricio: oorrotto dal lat parony-
chiuii, che trae dal gr. paronychia, oomp.
di parA vicino e Gnyx - genii. 6nyohos -
nghia.
uoloroso tnmore presso le unghie al-
restremita delle dita, detto anche Pana-
wcdo.
aanfo pronnnzia nopolare della voce
Chinese paokfong, ea e il nome che si
& ad una lega metallica usata da tempo
in China, detta anche rame bianco, rame
thineee.
pugottno Mammifero dell'India e del-
1' Africa.
Trascriiione del malese pbngguling-
«• significa cUmdro da GtiLiNG girare:
eoei detto dalla sua abitudine, quando e
swpreso, di arrotolarsi a mo'de'ricci.
paaia Sembra si oolleghi mediante un
NSgett femm. panba o pAnioa al lat
JAIU8 aomitolo difilo, fuso involuto difilo,
wnde il senso figurato attribuito al di-
Bjnntiyo PANfouLA di gruppo di pedun-
**' lunghij filiformi, cui iieno adesi semi
frM [quali appunto le bacche del vi-
*M, di spiga, ai pannocchia, di tumore
Wdberi (cfr. Panico e Pannocchia).
Materia tenace prodotta dalle bacche del
'Kchio, con la quale si pigliano gli uc-
— 969 — rpannello
celli: frutice che nasce parassita sopra i
rami di alcuni alberi.
Derir. Panidccio; Pani&ns; Panitso; Panhte-
•a~o; Impanihre; Spaniard.
panlcastrella dimin. di Panicastro,
specie di PANfoo salvatico. [-Astro e desi-
nenza di peggiorativi, come Olivastro ec].
panlcato o Impanicato Attribute di
porco affetto da una malattia tubercolare,
che gli fa diventare la carne come disse-
minata di chicchi di panIco.
panicciao dal lat. pAnis pane, mediante
una forma aggettivale paniceus-a.
Cosa intrisa e fatta a guisa di pane,
ma piu sciolta e umida; Materia ridotta
come farinata.
panico —i lat panIcum, che viene pro-
babilm. da pAnus gomitolo di filo, fuso
involuto di filo, d'onde il senso figurato
attribuito al diminutivo PANfcULA di spi-
ga, di gruppo di peduncoli filiformi cui sieno
adesi frutti o semi (Forcelhni) (v. Panno
e cfr. Pania, Pannocchia, Dipanare). Altri
lo crede affine etimologicamente a pAnis
pane, nel senso di coea che nutrisce (Oeor-
gee).
Grenere di pianta gramioacea, della auale
fk parte il Miglio, a lunghi steli filiformi
terminan ti in spiffs o pannocchia.
Deriv. PanicttttrtUa,
pinlco — gr. panik6s da Pan Pane,
divinita boschereccia dalle coma e dai
piedi di capro, che col suono della sua
zampogna incuteva improwiso e pazzo
spavento.
panlere prov. e fr. panier; rum. e cat.
paner; sp. panero-aj port paneiro: dal
lat. panArium cesta dt pane.
Oggi ha un senso pid generico, ed e
anche con manico, per uso di portare at-
torno qualunque cosa.
Derir. Pan&ra; Panier bio; Panierata; Panie-
rino-6nt.
pinna fr. panne: ■— b. lat pAnna pezto
di stoffa (v. Panno), onde il senso di vela
nell'antioa frase marinaresca c Essere o
mettere in panna » esistente anche nel
francese e nel provenzale, che dicesi quan-
do le vele son disposte in maniera da ob-
bligar la nave a fermarsi [il qual senso
taluno crede meglio dilucidare col celto
gall, pan fermarsi, traUenersi, e di veto.
per designare quel Pannicolo che cuopre
il latte gia munto alia superficie del vaso,
dove e stato riposto, onde il verbo « Pan-
nare » per Riporre il latte in un vaso,
perche mandi a galla la parte butirrosa,
€ Pannarola > la Mestola che serve a
tirar la panna e « Spannare > per To-
gliere dal latte la panna.
pannello dimin. di pAnno.
rannolino tra grosso e sottile; per simi-
lit Membrana, one cuopre i'uovo, quando
il guscio non e assodato.
I
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pannicolo'
970 — [panteoi
pannicolo — lat. panniculus diminu-
tivo di pannus panno (v. q. voce).
Term, di anatomia. Strata muscolare o
cellulare, che si trova sotto la pelle.
pamno prov. cat. e ant. fr. pan;
i; $p.
, che
pafio; port, panno: =- lat. pAnnus, che
cfr. col gr. penos = doric. panos tessuto,
tela (pen ion il filo delta trama awolio
9ul rooohetto, colocchia, p£nlz6, doric, pa-
nizd filo, te99o\ che il Duden ed altri
mettono a paro colPo. a. ted. fan-o, mod.
Fahne drappo f stendardo (cfr. Gronf alone)
e senza dubbio sta in intima relasione con
la radice (s-pan-) dell'a. a. ted. 8 p inn an
mod. spinnen filare Conde spinnala,
mod. Spindel fuio), affine a spannan,
mod. spennen tenJere, dUtendere, non che
Utuan. pan- 1 is oorda, pin-ti intrecciare
(cfr. PaUtOj Spandere, tipatio).
Tessnto di lana o di lino, o anche di
canapa, di cotone e simili; fig. il Velo
che si genera sulla snperncie del vino o
d'altro liquore esposto all'aria.
Deriv. Panna; Patmeggiare; PannVlo; Par*
niclUo; Pannina; Pannicolo; Panneggiare; oomp.
Appannare; Impannare; Rimpannucciare; Scorn-
pannare. Cfr. Dipanare.
pannocchia sp. panoja (prov. pano-
nio; cat. panolla): da panucdla forma
femminile tratta da panuoulus diminu-
tivo di pAnus gomitolo difilo^fuso involute
di filo (v. Panno) e che sembra essere
stato, alia pari delPaltro diminutivo pa-
nioula, applicato ad esprimere qualunque
cosa tumida, lunga e rotondeggiante, quale
p. es. la spiga del granturco (cfr. Pania,
Panico, Dipanare).
Spiga del granturco, della saggina, del
miglio e simili.
Deriv. Pannbcchio; PannoccMna; Pannocchiilto.
panoplia = lat. pan6plia dal gr. pa-
noplIa composto di pan tutto e 6pla ar-
matura da 6plon arme, arnese, uteneile, at-
trezzo e propr. cosa che vien dietro. da
op6-mai $eguo 9 colla stessa relaaione d'idee
che e nella voce mobile, che e da muovere
(v. Seguire).
Armatura completa di un cavaliere del
medio -evo. Si dice cosi anche una Tavola
in forma ordinariamente di scudo, sul
quale si attaccano simmetricamente delle
armi rare per adornare una sala.
panorama =» lat. panorAma dal gr. pan
tutto e 6rama vista, da obA6 vedo.
Macchina ottica pittorica, per cui si pre-
senta all'occhio dello spettatore un vasto
quadro, che produce una perfetta illusione;
Kappresentazione in litograna o in inci-
sione dei piu bei monumenti di una citta;
Vista magninca che abbraccia una grande
estensione.
pantaldne Nomignolo dato per scherzo
ai Veneziani, devotissimi di S. Pan ta lone
o Pantaleone: di qui il nome dato dai
francesi a una Specie di larghi calzoni in
uso presso i Veneziani.
Presso di noi si chiama in tal modo un
Personaggio buffo del teatro italiano, che
e la maschera dei Veneziani.
Pantaleone e alterato di Pantelemene,
dal gr. pas - gemt. pant6s - tutto ed blA-
m6n misericordioto, ed e nome proprio
d'uomo.
pantano == barb. lat. pantanum; sp. e
port, pantano; cat. pantan: che alcuno
deriva dal lat. palus palude, mediante
una ipotetica forma paludAnum, pal*da-
num, altri dal lat. puls - ace. pultkm -
imbratto, intriso (ond* anche Poltiglia)
che fa supporre una forma palta [=
piem. pant a] allargata in VALT&so\=—dtal.
venez. paltan] (v. Polta): ma si ricollega
pin volentieri coll'Heyse al ceUo gall
pant luogo basso, fondo incavato [che cfr.
coll'tri. pont, e colTingl. pond stagnc),
che forse tiene a una rod. paIjT-, pant-,
ond' anche il gr. patos/anoo, e propr. la
via battuta (= ant. ted. pad, mod. Pfad),
pateo calpesto, p6ntos mare, la gran via,
non che il fr. patte piede, da cui non
possono distaccarsi i verbi patoier, pa-
tauger, patouiller (cfr. Pattino e Ponte).
A spiegare poi la terminazione, alcuno
suggerisce if celt, an acqua.
Luogo pieno zuppo d'aoqua ferma e di
fango come palude: fig. Negozio da le-
varne male le gambe.
Deriv. Pantanfoo; Impantanare.
pantarchia dal gr. pAnta interamente
(pan tutto) e ARCH& comando.
Vocabolo inventato da Vittorio Alfieri
per indicare il governo francese all'epoca
miseranda di Robespierre, Marat, ecc ma
che pu6 far comodo ancora e merita di
essere conservato.
Equivale a Dispotismo, Tirannia.
panteismo = lat. panthbIsmus dal gr.
pan tutto e Theos Dio y onde si fece la
voce Teismo.
Antico sistema filosotico religioso ripro-
dotto poi da Benedetto Spinoza, secondo
il quale tutti gli esseri sono modalita,
emanazioni delressere universale, di Dio.
Voce introdotta verso il 1700 da John
Joland, filosofo inglese.
Oomp. PanteUta; PanUUtico. Cfr. PanUon.
panteon^^r. pAnthbon ner pAnthbion
da pan tutto e thbIon divtno (a cui altri
8ostituisce thb6s dio).
Tempio fatto costruire in Boma da
Agrippa col P opera dell'architetto Lucio
Cocceio Aucto, per commemorare la vit-
toria d'Azio riportata da Ottavio, dedi-
cato a Giove Ultore o Vendicatore e non
gia a tutti gli dei, come si erode comu-
nemente. Fu cosi detto, quasi co%a divina
e celeste, a cagione della sua forma ro-
tonda e delPimmenso suo tolo emisferico,
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■ifi |k»- h "J
pantera]
a mo' del cielo. A sostegno di questa
nuova etimologia conforta il sapere, cbe
al tempo de'pnmi imperatori si applied
l'epiteto dipanthe6s = <tivo t divino anche
a persons celebri, che se ne crederono
degne. Questo tempio pagano venne nel 168
da Flavio Foca ceduto a Papa Bonifazio IV,
che ne fece un tempio cristiano dedicato
a Maria, ove oggi rlposano le ceneri del
divin Raffaello e del glorioso Re Vittorio
Emanuele II di Savoia.
partem prov. e sp. pantera; fr. pan-
there; part, panthera; (ingl. panther):
a UU. panthbra dal gr. pAnthbr «=» sscr.
pundarika tigre (e propr. fior del loto,
cosi detta per la pelle maoohiata) avvici-
nato dal popolo alia voce ar. thdr fiera.
Altri malamente tenta spiegare escogi-
tando una rod. sscr. zenda van-, vanth-
battere, uccidere.
Feroce carnivoro della famiglia dei fe-
lini, che trovasi nelllndia.
paitofola rum. pant of la; fr. pan-
toufle; rp. pantuflo; cat. pantofa;
tied, pan toff el; oland. pattuifel]: forse
e detto per pattofola =dial. piem. pato-
fle, comp. di una voce simile al/r. patte,
ip. pata, prov. panta piede (v. Patta 8)
e terminazione come nel prov. Man-ou-
fle manopola, specie di guanto, e nel fr.
Pan -oaf le ptwso di pelle di montone eon la
«*a Zona, per guamire tooooli, simile a
quella che e in Chiesupola, casupola. Al-
tai pensa che sia alterato dal ted. band-
tafel sorta di boccoIi di legno legati al
piede con legaeoioli di cuoio, tuttora in nso
Bella Germania Superiore, voce composta
da baud legaccio o bandbn legare e ta-
fel tavola (Heyse).
Scarpa da casa per l'inverno, fatta di
panno e foderata di pelo.
pantograf 6 dal gr. pan - genii. pantos -
tutto e grAph-ein serivere, disegnare.
Strumento per copiare oeni maniera di
disegni, di stampe, in qualunque propor-
zione; Apparato di telegrafia elettrica, con
coi si riproducono da ana stazione ad
un'altra scritti e disegni in modo perfet-
tamente conforme alroriginale.
Deny. Paniogrctffa.
pantomima = lot. pantomIma dal gr.
pan - genit. pantos - tutto o pAnta inte-
wnettie e mImos attore, istrione, ed anche
dremma rappre$entato da mtmo (v. Mimo).
Vocabolo osato per la prima volta in
Italia verso il tempo d'Aogosto, per deei-
gnare ana Rappresentazione teatrale ese-
gmta con ogni sorta di segni conven-
tional!, senza aiuto della voce, ed ac-
Mmpagnato dal flauto e dalla danza.
T*li rappresentazioni volgevano ordina-
riamente sopra soggetti osceni, e quindi
i pantomimi erano tenuti per gente im-
morale e spregievole, e spesso come cor-
— 971 — [papasso
rattori dei pubblici costami colpiti da
bando. L'uso della pantomima deriva dal-
l'essere i primi attori scenici venati dal-
l'Etruria e dalla conseguente impossibility
di essere intesi dai Romani fuori che coi
gesti; fig. II fare d'accordo qualche cosa
per inganDare altrui.
pansana-ella Alcano da pAnza per pan-
caij col senso originario di manicaretto f ma
pin verosimilmente e detto per pantiAna
— paltiana da pultbm polenta (ofr. Pan-
tano), onde poi l'altro Jfy. di Allettamento
con piacevolezza di parole dette ad in-
ganno, Fola, Fandonia.
Deriv. Panaanhre; Panxanfrria; Impaneanfrre.
panziera o panciera Armatara di me-
tallo degli antichi oavalieri, che copriva
non solo il petto, ma anche la pAngia.
paol6tto Chi appartiene alia societa re-
ligiosa di S. Vincenzo di Paola; Oggi si
da questo nome a Chi tinge pieta cristiana
e dentro macchina il male.
paonazio v. Pavonwuo.
papa/r. pape: sp. papa; [a. elav. papa,
mongol. babai padre , signore; traoto pa-
pas nome di Attes somma divinita dei
FrigiJ. Le chiese di Siria, le copte e le
etiopi chiamano abba o anba i loro Ve-
scovi, e siccome i Vescovi medesimi da-
vano questo nome al loro patriaroa, cosf
i popoli presero a dare quello di baba o
papa al patriarca di Alessandria, che fu
il primo de f patriarchi a portarlo. Questo
nome equivale al nostro abate e vale pa-
dre (v. Abate). Altri congiunge « Papa > al
ijr. papas o pAppas ^taU pAppa e pApa,
voce dei fanciulli per chiamar padre, af-
fine a pappos =• lat. pappus avo, che
dapprima servi fin dai tempi delTimpe-
ratore Eraclio (sec. rv) per designare i pin
vecchi, anche rra i fmuitari (v. Padre e
cfr. Babbo e Papa): ma e probabile che
pApas abbia semplioemente influito sulla
bocca del popolo alFalterazione di abba.
Titolo di riverenza dato dai cattolici
latini fino dal Sec. vi, e prevalso definiti-
vamente nei Sec. ix e x,' al Sommo Pon-
tefioe Romano.
Deriv. PaphbiU; Pap&U; Papaliho-a; Paphto;
PapUco; Papi$$a: Papino; Papitmo; PapUta;
Papfttico; Papizzbre.
papa =» lat. pApa — gr. pAppas, voce
infantile per Padre, formata per alcuno
mediante duplicazione della radice di pA-
drb, ma che veramente e parola sempli-
cemente meccanica nata spontanea sulle
labbra dei bambini (v. Papa e cfr. Pappo).
papalina Specie di berretto da uomo,
che bene si adatta a tutto il capo : cosi
detto perch6 simile a quello dei papi
chiamato Camauro.
papasso gr. volg. papAs dal close. pAp-
pas, che propr. vale padre ed e il nome
che i Greci danno ai loro sacerdoti e
chierici (v. Papa).
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— 972 —
dial. sard, pabaula; prov.
fr. pavot: — lot papAvbr che
[educe dal sscr. pApavIra, pA-
\cco pemieioso (pretendendo che
lA designino succhi di piante in-
che ft anche un po'di difficolta
H Curtius sospetta possa trarre
icazione della rad. pu produrre
e nel gr. p6a erba), onde pud
na forma po-poa == popofa,
cfr. Putto e Porno). E per6 piu
che trattisi di voce formata
St-ver e che la parte principals
igga da una radice col senso di
uella stessa, d'onde hanno ori-
lla e Pampano [cfr. sscr. pip-
i, coccola, lit. pumpuras bot~
re].
jhe ha grandi fiori composti di
tali, ed una oapsula globulare
i i semi, dalla quale pianta si
pio.
paver&cto; Papavtrico.
lot. pAp,£, dal gr. papa! escla-
i dolore e anche di meraviglia.
Lone usata da Dante nel divino
papiio, papio sard, pavilu; rtr.
pavier, pavel; prov. pabils;
io; sp. pabilo = voce di dia-
le gilt usata da S. Caterina (pa-
Lucignolo e probabilmente
Jaix deriva da papyrius, papy-
che da pabulum nutrimento, esca.
La femmina del papkro.
nente usasi per Errore mate-
Lire o nel fare una cosa: e in
so eta in qualche rapporto con
A.RO balordo (v. Papero), owero
L senso di Cosa grossa o badiale,
Dnfronto una pApbra con altro
> pennuto di cortile.
cnefflio che a pappArb, a cui si
to To sp. papo e pApbro aozzo,
paparo balordo, si congiunge
►pA-ze'in aridare a modo dew
arpar), che sembra voce ono-
formata sul grido, che emet-
>vani oche, quando mangiano o
mtate.
rane, non ancora condotta alia
del suo crescimento.
p&ra; Paperotto.
=■ lot. papIlla, che e della
aazione di pApula e prop, vale
lella mammella, attenendo non
alcuno pretende, a papa (v.
we dei fanciulli per chiedere il
una rad. pap- gonfiare, ond'an-
pfppala bacca, capezzolo, pup-
tiosita, il lit. papas mammella,
i turgido, pumpuras bottom di
lav. papu umbelico, il gr. pern-
g
hix soffio, bolla (cfr. Papula, Pompom
^apavero, Fanfaluca).
Propriam. Capezzolo; ma per similita
dine aiconsi cos! quelle Piccole ghiando
lette o protuberanze coniche general
mente inclinate verso la superficie dell
pelle o delle membrane mucosa, formit
dalle ramificaaioni nervose e vascolui
Deriv. PapiUbre; PaptUtso.
papfno si dice in Toscana per Fill
nel giuoco del biliardo: e trae da quel
antico delle minchiate, nel quale e dal
il nome di Papa due, Papa tre, eoc i
varie carte, e manca il Papa uno, che pa
ci6 dicesi papino. Onde < Fare on pi
pino » e detto per Pigliar male o id
pigliare la palla.
paplro [cfr. a. slav. papirije, puk
papier, boem. papir, ted. papier, «j
paper]: =lal. papyrus dal gr. pApyU
che alcuno congiunge a pAppos lanvgk
filamento, ma che probabilmente e voce
origine egiziana. Anzi in questo conoat
taluno suggerisce il oopt. napirop^i
germoalio.
Cos! fu detta la Carta da scrivere (
E* ar, ingl. paper, sp. pap el), che
ani preparavano colle tuniche i
della pianta, che porta il medesii
nome: alia stessa guisa che pattra
sanscrito significa foglia di palma e ccai
il lot. folium foglia d'albero e foqUof
scrivere, carta, charta =• gr. chart
confronta col celt, chairt cortecda, tm
vegetate, e liber = gr. biblos vuol &
tan to buccia o scorua, quanto volume sort
libro. Ed in vero e assai naturale che
carta abbia il nome dalle materie, dfl
quali era anticamente oomposta.
Talvolta si usa per designare i Mai
scritti stessi fatti sulle foglie del Papfi
Deriv. Papirbceo.
pappa valac. pape; ant.fr. pap in, 1
pette; sp. papa, papilla: dal tat. fI
e pappa, voce infantile per cibo form
come Babbo e Papa, che forse ha in '
scontro puramente oasuale colla prima l
laba della voce pA-nis pane.
Cibo in generale; ma in senso sped
Pane cotto nell'acqua e condito con si
olio o burro. J
Deriv. Pappbre; Pbppo; Impappinbrt; 1M
pi<Xre; Sbafflire; 8pappol&re. 1
pappacece Dicesi figuratamente perfl
lordo, come chi non e di altro cafl
che di papparb oboi: altrimenti cW
Mangiafagiuoli.
pappaff co Forse da lo sp. papahigo, i
cfr. con papafigo beccafico (uccelletto, cl
chiamato perch 6 ghiotto dei fiohi^ <
poi si applied a indicare una Specie
cappuccio, e indi in marina La partel
alto delle tre, che formano Palteis* d
Palberatura della nave : nel che confran
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pappagallo] — 973 —
can la voce Parrocchetto, che e il
nome di un uccello e al tempo medesimo
vale la parte superiore dell'albero di una
nave. D gr. pappos pennacchio (v. Pa-
pacero) non basta a spiegare la termina-
zione.
pappagallo rum. papagal; prov. pa-
pagais; ant. fr. papegai e papegaut
(sec xm) cat. papagall; sp. papagayo;
port papagaio; medioev. gr. papagas;
tried, alt. ted. papeg&n: dal turc. papagAi,
papagah, che cfr. colT arab. babagft o
babbag&, eol pers. bapgft, males, ba-
yan, che probabilmente e voce onomato-
peica formata sul grido dell'uccello, come
Ara e Cacatoe, con una terminazione in
alcune lingueinfluenzata per falsa etimo-
logia popolare dalla voce gAllo. Altri,
eeclusa la derivazione dall'arabo gift pro-
posta dal Muratori, in quanto non ne
trovano la radice nel semitico, lo traggono
dal fr. papb, ingl. popb papa (ted. Pfaff
prete), come sembra a loro potersi arguire
dalla forma ingl. medioev. papi-n-gay, mod.
popi-h-jay (v. Pope), e ant.fr. gay, mod.
qbai gatua o gallo, assimilati i ricchi pa-
ramenia sacerdotali alle variopinte penne
dell' uccello: ma probabilmente e voce en-
trata nell' arabo e nel turco da altra lin-
gua delPAsia non semitica.
Uccello provenientedall 'Indie, che e di
piu colori e grandezze ed impara a imitar
iafavella umana.
pappag6rgiA Secondo alcuni dal ar. pAp-
P08 lanugine che nasce sul labbro tnferiore
e sul mento, a cui si pu6 con maggior na-
turalezza sostiruire la voce pAppa o pap-
pare, come in Pappatoia e g6rgia gola
(v. Gorgia).
Quel Quasi secondo mento, che per gras-
ses** si vede sotto la mascella inieriore
di alcune persone, detto anche Pappatoia.
pappalardo fr. papelard: — i lot. papa-
laridum che ei pappa U lardo: e quindi
Ghiottone (Genin>
Vale anche Ipocrita, Bacchettone, che
in pubblico si batte il petto e digiuna, e
in segreto si pappa il lardo, cioe fa vita
allegra (seppnre non debba cercarsi un
altro tenia, con la desinenza -ardo usata
a formare dispregiativi).
ptppalecco da pappArb e lbcoarb, ed
e ci6 che fanno i ghiotti, che non con-
tend di mangiare con voracity si leccano
litres! le dita.
Qhiottornia.
pappardella da pappArb in senso di
xangiar ghiottamente.
Nome delle lasagne cotte nel brodo e
oondite con came di lepre.
E' anche nome di un uccello di palude,
ma allora e probabile sia legato a pipio
piccione, quasi Pipiardella.
pappare dial. sard, papai mangiare j sp.
I para
e port, papar: «■ lot. pappArb, papArb
da pApa o pAppa in senso generico di
cibo (v. Pappa).
Mangiare ingordamente.
Deriv. PaJfiUo: Pappaecht&ne: Pappafico; Pap-
pagbrgia: Pappalhrdo; PappaUcco; Pappardilla;
Pappattiia; Pappatffirt-trtce; Pappatbria; Pappo-
Ibta; Pappoltine: PappOne.
pappataci dicesi volgarmente il Marito
che tollera in quiete la infedelta della
moglie, perche ne ricava utile: quasi dica
che pAppa, cioe, mangia e tAob.
pappatoia cfr. lo sp. papada, papa-
dilla, papo: da pappare nel senso ge-
nerico di mangiare.
Lo stesso che Pappagorgia.
pappatdria da pappArb ael senso ge-
nerico di mangiare.
Scherzevolmente Mangiar molto e bene;
L'arte di fare squisite vivande; jfy. Nego-
zio con illeoito guadagno.
pappino Dicesi volgarmente Chi negli
spedali e salariato per prestar servizio e
quasi dar la pAppa o cibo owero applicar
le PAPPiNB ossia impiastri ai malati.
pappo Voce fanciullesca per pA-nb, for-
mata al modo stesso di Pappa (v. q. voce).
pappolata Propr. cosa morbida, che si
disfa come la pappa; fig. Discorso sciooco
e senza proposito.
pappdne da pAppa in senso generico di
cibo.
Persona che mangia molto e ingorda-
mente, altrimenti detta Pappacchione,
Pappolone; fig. Persona avida di guadagni
illeciti.
pappuccia/r. babouche-s: dal pers.
PAPtiso (turc. papug) comp. di pa piede
e PU80 copertura.
Sorta di Scarpa alia maomettana o Pan-
tofola, che piu trequentemente dicesi Bab-
buccia.
papula sp. e port, papula (ingl. pim-
ple): s== lot. papula (ietton. papa), che
sembra non potersi separare da papilla
(sscr. pip pa la, lit. papas) capezzolo delta
mammella, da una rod. pap-, pamp- rigon-
fiare, ond'anche il sscr. pupphula vento-
sita, il gr. pemphix, pomph-6s sojfio,
boUa (en:. Papilla).
Piccolo sollevamento della pelle, solido,
non contenente ne pus, ne sierosita, che
termina per disquamaaione.
park- preposizione greca (affine al gr.
pera al di '2d, e al lot. prae, pro avanti),
che confronta colder, param oUre, para
piu lungiy la, paratas piu oltre, e col
zend. para avanti, fuori di, ai quali pur
si ricongiungono il lot. e lit. per, che
contiene l'idea di attraoersarc, Vosc pe-
rum fuori di, non che il got. fairra,
island, ijarri, a. a. ted. far, fer, vSrro
mod. fern lungi, ecc. (v. Poro e cfr. Per,
Pre, Pro).
Si usa come prefisso nelle voci prove*
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parabola
— 974 —
nienti dal greco e significa tra, oltre, /wort,
rimpetto, dinanzi, contro, ovvero da o soema
forza alle voci, cui e unito: p. e%. Paradosso,
Paraferna, Parafrasi, Parallelo, ecc.
parabola 1. = lat. parAbola dal or. pa-
rabola azione di mettere al lato, <r onde
comparazione, e questo da parabAll6 metto
a lato e quindi ravvicino, paragono, comp.
a\ oioi ""-wo, in confronto e bAll6 getto f
mgo, metto (v. Balista).
, Compar azione; Allegoria che
ualche verita importante, cioe
di on fatto oomune con inten-
acativo di trarne un' analogia
se di altro ordine, una norma
ci6 che sia da farsi in esse.
abolano; Parabblieo; Parlare; Pa-
iblema.
om. Figura prodotta da una
ai del cono, tagliato da un
lelo ad uno de* suoi lati: cosf
ie in questa curva il quadra to
a compara ossia agguaglia il
Lei parametronell'ascissa, men-
'e nella ellissi e maggiore nel-
lente si usa per designare la
& che segnano nelFatmosfera i
jlle armi da fuooo, detta pin
> Trattoria o Traiettoria.
no = lat. parabolAnus dal gr.
che 8% eeponty che si arrUchia,
>arabAll6 getto innanzi, oomp.
lanzi e bAllo getto e nei comp.
Parabola).
o nel Codice Teodosiano a co-
rano i malati e soprattutto
da malattie contagiosa; Ag-
gladiatori, che oombattevano
wtie feroci.
>ra Garrulo, Ciarlone, Chiac-
ia in questo significato va con-
lrAbola nel senso di narra-
mU>) favola, parola, e dicesi
bolone, Farabolone (v. Para-
fa).
ie v. Parabolano.
te\=gr. PARA-KfeNTBSIS COmp.
i, contro e kentbsis puntura
pwnto (v. Oentone).
del basso ventre, che si fa
per levar 1' acqua raccolta, o
do il petto per cavar materie
B.
dal gr. parAkletos invocato
e6 invoco, prego, consolo, comp.
wo, owero particella inten-
bd chiamo (v. Calende e Chia-
ce anche parAolito, seguendo
a del greco moderno (v. Chia-
0-
, Consolatore: cosi detto lo Spi-
perone tale invocato dai Cri-
paraclito v. ParacUto.
paracqua $p. paraguas. Strumento
para re 1'aoqua, ossia la pioggia.
paradlgma dal gr. para-dkigma *
plare, ctempio e questo da paka-dbi*
dimostro ckiaramente, comp. di para o
e deiknyo mostro (v. Indicart).
Raccolta di squarci d'autori, propyl
come modello di stile.
paradiso — lat. paradIsub dal gr,
rAbeisos e questo dal pers. pairidj
(= cold, pardes) recinto, paroo, giard
comp. da pairi (= sscr. pari, gr. p<
intorno (v. Pert-) e daeza (— tscr. de
reparto, che cfr. col gr. tSfchos e
chosmuro, te^chein/aoortcare, (v.
e Tecnico). II primo elemento vione
da altri spiegato colla rod. sscr. var-
condare, ond' anche il parsi vab-
vara giardino (v. Aprire e cfr. Omelk
Luogo delizioso, in cui, secondo 1
Scrittura, erano stati collocati da
Adamo ed Eva: detto anche Parai
Terrestre; da ci6 poi attinse nome
ratamente il Luogo di dimora del 1
dopo la morte; onde poi il significato
nerale astratto di Felicita.
Derlv. ParadUba genere di uooelli oosi
minati per la bellecza de* oolori dalle p
ParadUtoco; Paradisial*.
paradosso = gr. parAdoxos oomp
di parA al lato, contro e doxa
da doke6 opino (v. Dornma).
Asserzione contraria alle opinioni
cettate dall'universale come vera.
Deriv. ParadossaU; Parado$$hre; Parade
giare; Para&dssico; Paradoutata.
paraferna = gr. parApherna com:
parA sopra, oltre e phbrne dote;
tera cid che porta la sposa, da PHto
porta (v. Fero).
Term, di diritto. Si dicono i beni
tanti alia donna maritata oltre la
dei quali essa ha l'amministraaione
diretto godimento.
Deriv. Pasafern&le.
paraffina Non e ancora cinquant'i
che si scoperse nei laboratori cnimioi
sostanza bianca e perlacea, alia qua
die il nome di parjffIna a cagione <
sua poca affinita cogli altri corpi, da
pArum apfInis poco affine. Scoperta
l'anno 1831 da Beichenbach, questa
stanza resto senza impiego fino al gi<
in cui Sellegue ne formd delle cande
Term, dichimica. Sostanza solida, bu
tratta dagli schisti bituminosi e fan
esclusivamente di carbonio e d'idrq
nelle proporzioni convenienti per
una fiamma assai chiara.
paraffo dal/r. paraphb, che e oonti
da paraqraphe paragrafo.
La cifra del notajo: quasi paragra
ghirigoro (§).
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paraffmosil
— 975 —
[partliai
paraffmosi dal gr. para contro e phI-
m6S(B stringimento.
Term, dt chirurg. Strangolamento del
glande per costrizione esereitata dal pre-
pozio raccolto dietro la corona.
parafrasi =— gr. parAphrasis da para
presto, accanio e phrAzbin parlare (v.
Frost e cfr. Perifrasi).
Esposizione di on testo con altre parole,
ampliando ed ornando i concetti dell'au-
tore, per meglio chiarirli e svilupparli.
Deriv. Parafrashrt; Parafr&sts; ParcifrhsUco.
parafrenfte e parafrenesi dal gr. para
contro e phrenes diaframma (v. a. voce).
Term, di medic. Intiammazione ael dia-
framma e delirio cagionato da essa.
paraggio prov. paratges;/r. parage:
secondo alcuni dal lat paries per mezzo
di una forma di bass. lat. parlAticum
quasi partte del mare; meglio da par
wjuale modi ante un intermedio parAti-
cum (v. Parete).
Agguagliamento, Ragguaglio.
Termine di marina. IHstesa, Spazio di
mare fra due paralleli di latitudine; o an-
che Tratto di mare cbe si distende lungo
coste accessibili alia navigazione: quasi
dica: luogo pari, pianura (lot. eequora
maris); fig. e famUiarm. al plur. Ogni
loogo della terra ove s'incontrano persone:
p. as. Che venite a fare in questi paraggif
Vale anche Condizione, G-rado, e parti-
colarmente Nobilta, Alto lignaggio: quasi
dica stato uguale ad un altro, origine non
m/ertbre a quella di altri.
parago lat. soentif. pAragus (dal gr. pa-
bAg6 vado oltre), che indica un Genere
d'insetti stabilito da Latreille e che vo-
glionsi detti cosi dalla loro agilitfc.
Pesce simile al fravolino, ma piu grosso
e di color cenerino sol dorso.
paragoge — lot parAgogbs dal gr.
parag6ge additione, comp. di parA presto
e AGBiN spingere, portare (v. Agire).
Figura grammatioale, per la quale si
aggiunge una sillaba o una lettera in fine
di una parola.
Dtriv. Paragbgico*
paragdne jr. parangon; sp. paragon:
secondo alcuni dal gr. par! presto, di
wtiro e Agein condurre, spingere (v. Agone)
onde agon certame e fig. giudizio owero
Wk6na imtnagine f comparatione: ma il
Wee, non trovando V intermedio latino,
ritiene originaria la forma spagnola, che
kae dalla doppia preposizione para-con,
cue si^nifica in confronto di, can, p. es.
« 1* cnatura para con el criador » = la
creatura in confronto col creatore, donde
*i sarebbe fatto « el para con » (indi
wrrotto in € paragon ») come noi diciamo
«il perche » per dire it mo two. Altri pre-